#scintilla 101
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‘⌚’
"My father was your typical mid-range Scintillian noble. Power hungry, distant, and overly obsessed with his oversized fancy hats. I swear over half our income went to new headware for the Express purpose of showing up the other nobles. At least he cared enough to educate the six of us, even if it was just to try to make us more likely to bring fame to his title."
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“Dammi la felicità profonda e dolorosa, energia dell’odio, il potere dell’amore, ridammi la mia giovinezza!”. Liberiamo Goethe dagli ideologi: ecco perché è necessaria una nuova traduzione del “Faust”
Se il poeta, saggista e traduttore Franco Fortini lavorò per ben sei anni alla traduzione di quel caposaldo della letteratura tedesca e mondiale che è il Faust di Johann Wolfgang Goethe, il suo amico Cesare Cases (1920-2005) s’interessò di quell’opera per circa mezzo secolo (un Lebenswerk, l’opera della vita, un po’ come lo fu per il tedesco), scrivendo introduzioni, saggi, recensioni e soprattutto, accompagnando criticamente, come germanista, la versione di Fortini, ancor oggi proposta da Mondadori e ritenuta da qualcuno come “l’unica traduzione decente in italiano, l’unica” (così Roberto Fertonani).
Quodlibet è editore che, godendo di ottimo rapporto con il Centro Studi Franco Fortini, da tempo propone materiali riflessivi provenienti dalla fucina del poeta e intellettuale (a proposito del Fortini traduttore, ricordo Lezioni sulla traduzione, a cura e con saggio introduttivo di Maria Vittoria Tirinato, pubblicato nel 2011). Attingendo nuovamente all’archivio di quel Centro, sono proposti di recente in Cesare Cases, Laboratorio Faust. Saggi e commenti (ottimamente curato da Roberto Venuti e Michele Sisto), due corposi inediti di Cases: le Osservazioni dattiloscritte (101 fogli) alla citata traduzione del Faust e le note di commento, manoscritte e risalenti agli anni 1985-1988, destinate ad accompagnare la traduzione di Casalegno che sarebbe uscita poi per Garzanti, interrotte al verso 3290 del testo goethiano.
Pienamente riusciti nell’intento di rendere omaggio al germanista milanese nella ricorrenza centenaria della sua nascita, editore e curatori hanno anteposto ai due importanti inediti tutti i saggi e i commenti usciti dal “laboratorio Faust” di Cases e pubblicati in varie occasioni tra il 1957 e il 1971. Un libro che, erroneamente, si potrebbe pensare per soli addetti ai lavori: traduttori cavillosi, germanisti, marxisti ed ex-marxisti, studiosi lukacsiani (del critico György Lukács Cases fu a lungo grande estimatore, tanto da essere definito negli anni Sessanta suo “missionario” in Italia), aspiranti Faust…
In realtà, come ben sottolineato da Sisto nella sua introduzione, leggere (o rileggere) nel suo lungo percorso il continuo corpo a corpo del critico con il Faust (e Goethe) significa ripercorrere anni cruciali della storia editoriale, ideologica e politica, non solo italiana: “La repentina ripoliticizzazione del campo letterario nel ’68”, ricorda ad esempio Sisto, “farà sì che, almeno provvisoriamente, il Faust militante e comunista, o più precisamente marxista-critico, di Cases si affermi sui concorrenti”.
Non meno interessanti, e godibili per tutti, le tante osservazioni, i consigli, le correzioni (non sempre accolte dall’amico) che Cases destinò a Fortini in merito alla sua versione faustiana. Non poche, bisogna dirlo, per pignoleria e solerzia del milanese, ma anche perché, va ricordato, il poeta si autodefiniva “traduttore muto” (riconosceva cioè di non avere la padronanza attiva della lingua di partenza), ammettendo altresì di possedere il tedesco “molto mediocremente”, tanto da dover ricorrere, oltre che all’amico germanista, anche alla moglie, Ruth Leiser, madrelingua. Un esempio, utile per intendere l’importanza degli interventi di Cases: il verso è il 194 del Faust e in tedesco suona “Gib ungebändigt jene Triebe”; Fortini aveva proposto “[ridammi] l’impeto senza limiti”, ma il milanese rimarca senza fronzoli: “Tutti traducono così, ma non è giusto, perché letteralmente si dice: rendimi indomiti quegli istinti”. E il poeta-traduttore accolse la correzione, seppur non letteralmente: “Rendimi indomiti quegli impeti”.
Sollecitato dai frutti della lunga avventura goethiana condivisa da Cases e Contini, ma chiamando in gioco anche la citata e più recente versione di Andrea Casalegno, propongo di seguito una mia versione di alcuni versi dal Faust, convinto che quest’opera, variamente (e spesso ideologicamente) tradotta, celi ancora un’intera foresta di significati, più o meno coscientemente “risparmiati” al lettore italiano. Un piccolo saggio di traduzione, niente di più. Per sollecitare un confronto, in chi possedesse le versioni Fortini e Casalegno.
Per rimarcare come, per esempio, in assenza di indicazioni goethiane testuali, dunque per scelta ideologica, si sia proposto reiteratamente Natura con la maiuscola.
Per lamentare come la sostantivizzazione di werden (divenire), ein Werdender (v. 183), assolutamente centrale nella Weltanschauung goethiana, perché significante la natura metamorfica di ogni elemento, sia stata resa con i banalissimi e svianti “chi si viene formando” (Fortini) e “chi sta cercandosi” (Casalegno) e non con il semplice ed aderente “uomo in divenire”.
Per mettere in discussione tante altre “piccole” scelte. Dalla soluzione “impossibile” di Fortini per il v. 176 (“sarà commosso ora uno ora altro sentimento”, ma il soggetto di quella frase non è il “sentimento”, ma l’arcaico das Gemüte (l’anima), a quella del tutto stravolgente, per non dire sviante e riduttiva, di Casalegno per il v. 171: “molte illusioni e un pizzico di vero” per rendere “viel Irrtum und ein Fünkchen Wahrheit”. Perché confondere “errore” con “illusioni” (si potrebbe scrivere un trattato su ciò che li distingue)? Perché quel “pizzico”, così ridicolo rispetto all’immagine della “scintilla”? Perché limitarsi al “vero”, anch’esso termine caricatosi nel tempo di ben altro significato rispetto a “verità”? E così via. Buona lettura.
Vito Punzi
***
PROLOGO IN TEATRO
Il direttore, il poeta del teatro e il buffone
(versi 134-197)
POETA
Vattene e cercati un altro servo!
135 Per amor tuo il poeta dovrebbe giocarsi da scellerato
il diritto supremo, il diritto umano
che natura gli ha concesso?
In che modo commuove i cuori?
In che modo vince ogni elemento?
140 Non è forse con l’armonia che si fa strada dal petto
e che riannoda il mondo nel suo cuore?
Quando la natura indifferente avvolge al fuso
l’eterna lunghezza del filo,
quando la folla disarmonica degli esseri
145 strepita fastidiosamente:
chi suddivide la corrente e sempre identica sequenza
vivificandola, così ch’essa si muova ritmicamente?
Chi chiama il particolare alla dignità universale,
facendolo risuonare in accordi mirabili?
150 Chi scatena la tempesta delle passioni?
Chi arroventa il rosso crepuscolo nell’anima più severa?
Chi sparge tutti i bei fiori di primavera
sul sentiero dell’amata?
Chi intreccia verdi foglie insignificanti
155 facendone corona d’onore per meriti d’ogni tipo?
Chi preserva l’Olimpo? Chi aduna gli dei?
L’energia umana rivelata nel poeta!
BUFFONE
Dunque ne avete bisogno, delle belle energie,
e dedicatevi alle faccende poetiche
160 come ci si dedica ad un’avventura d’amore.
Per caso ci si avvicina, si prova qualcosa, si resta,
e poco alla volta si viene irretiti;
cresce la felicità, che poi diventa contrasto,
si è dapprima entusiasti, poi avanza il dolore
165 e quando meno ce lo si aspetta è già un romanzo.
Diamolo anche noi uno spettacolo così!
Prendete però a piene mani dall’intera vita umana!
Ognuno la vive, non a molti è nota,
e da qualsiasi parte l’afferriate è interessante!
170 Poca chiarezza in immagini variopinte,
molti errori e una scintilla di verità,
così si prepara la migliore pozione
che tutti rinfresca ed edifica.
Ecco dunque il fior fiore della gioventù radunarsi
175 per la vostra recitazione e tendere l’orecchio alla rivelazione.
Ogni anima tenera succhierà allora
dalla vostra opera malinconico nutrimento,
ne rimarranno emozionate prima l’una, poi l’altra,
ciascuna vede cosa porta in cuore.
180 Sono ancora pronti, sia a piangere che a ridere.
Onorano ancora l’estro, godono dell’apparenza;
l’uomo compiuto non c’è modo di soddisfarlo,
chi è in divenire sarà invece sempre grato.
POETA
Ridammi allora anche i tempi
185 nei quali io stesso ero ancora in divenire,
quando una fonte di canti concisi
si comportava come ininterrottamente nuova,
quando nebbie mi celavano il mondo,
il bocciolo prometteva ancora un miracolo
190 quando coglievo le migliaia di fiori
che copiosi riempivano ogni valle!
Non avevo nulla e tuttavia era abbastanza:
l’anelito alla verità e il piacere nell’inganno!
Dammi indomiti quegli impulsi,
195 la felicità profonda e dolorosa,
energia dell’odio, il potere dell’amore,
ridammi la mia giovinezza!
*In copertina: Joseph Wright of Derby, “Alchimista alla ricerca della pietra filosofale”, 1771
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My NCT Fanfic Recs
Mark + Donghyuck = Markhyuck
akajung
want me to spell it out for you? Oneshot
“We’re just friends,” Donghyuck says, because they really are. They’re just friends, nothing more, nothing less. “Mark and I, we’re just friends.” It’s usually not a lie. Usually. Or, alternatively: five times Donghyuck denies seeing Mark as something more than a friend, and one time he finally doesn’t.
anons
retracing steps Oneshot
It takes one accidental time-travel and one day of dating Donghyuck in another reality for Mark to realize a few things. [About Time AU]
berryboys
Crystal Scarlet Chaptered - Completed *NEW
Three years of Auror training for this, Mark bitterly realizes. Three years of sweat, of long nights without a single second of sleep, of putting his life on the line, of emotional and physical pain, culminating in Donghyuck. Because one can never escape from a Slytherin, not if they don’t want you to escape, and Donghyuck has always enjoyed wrapping his fingers around the little freedom of Mark’s life.
bloodplum
the inconceivable idea of you Chaptered - Ongoing
Mark knows that his soulmate is real. He’ll search the world for them, if he has to. But as far as Donghyuck’s concerned? Soulmates don’t exist. Or: AU in which some people seem to have soulmates and others don’t, but everyone deserves to have good things.
bluebot
rewrite the stars Chaptered – Complete *NEW
Donghyuck’s got a crush. He’s the perfect boy-- he’s cute, he’s polite, he cooks. Donghyuck’s friends even like him. The catch? He’s a robot.
celegant
sweet relief (pretty please) Chaptered – Complete -NEW
It takes a year, an unhealthy obsession with Lord of the Rings, and a few unexpected video calls with Mark’s mother before Donghyuck realizes that he’s somehow managed to literally fuck his way into an actual relationship. (Or: ‘101 Ways to Fail at Being Friends with Benefits’ featuring Mark and Donghyuck.)
Crimsun
Hopeless hearts just passing through (I was made for loving you) Chaptered – Complete
Donghyuck's mother was the demon looming over his shoulder. She painted his life with harsh greys, desolate blues and destructive reds. So when she pushes him to a cage with Mark, he knows there's no escape but he also knows he wants to love the man he married. So he tries. He succeeds.(It was never hard anyway)
dhyuckie, kingtatae
skinny bitch Chaptered – Ongoing
Lee Donghyuck is fat.
euigeon
the choices we make Oneshot
Donghyuck waits on someone who'll never be his. He waits and waits and waits and hopes his wounds don't get worse over time.
fateline (orphan_account)
night by night (lullaby, rockabye) Chaptered – Complete
Mark’s crisis begins like this: Donghyuck slips into Mark’s bed and into his heart.
flowerboyeol
and you know how (i like dancing on thin ice) Oneshot
lee donghyuck absolutely rued the day he presented because the dumbasses claiming heats were just “bad, but bearable” were absolute fucking liars. okay, maybe he’s exaggerating a little bit, but he swears heats are actually worse than they sound. at least mark exists, donghyuck thinks. bless his pure soul and ability to look past donghyuck’s questionable (and probably very frustrating) attitude—unbridled irritation and mood swings and all.
galaxy_neozone
Ships Passing in the Night Chaptered -NEW
One minute, Haechan is falling asleep in the dorm after a 127 schedule. The next he’s waking up as Lee Donghyuck, a high school student in a tiny, nowhere town that sounds oddly familiar. No one around here has ever heard of NCT, half the older members are living the frat boy stereotype in college, and it’s as if Mark and Johnny never existed at all. Something is seriously wrong with this picture, and time is running out to make it right. Haechan never realised just how much he relied on his brothers until they were all suddenly leading their own separate lives, without him. He needs to bring them all together in this strange new life, no matter what it takes, or risk losing them forever. Or, the one in which Haechan misses his family but they don't even know he exists. And he's really not okay with that.
hitmyheart
You, You, You Oneshot
Mark’s actions are always louder than his words. (Six times the members misunderstood Mark and Donghyuck’s relationship and the one time Mark finally makes his feelings clear)
hyuckieberry (95pjm)
Eyes On The Prize (Not On You) Oneshot
Where there's a grand prize at stake, a few hurdles to cross, and some home truths to uncover.
hyuckshot
A Whirlwind of Warm Hearts Oneshot
Donghyuck came to him fast like a sudden burst of whirlwind and the omega left just as fast.
The Omega is the Boss of Me Oneshot
There was nothing to worry about because Mark always had his eyes on Donghyuck. It’s a settled agreement that Donghyuck was his and he was Donghyuck’s.
hyuckios
lose it Oneshot -NEW
Mark's eyes flutter open, and he scoots himself up further against the headboard. With a pull at his collar, he tugs his shirt off, making Donghyuck suck in a short breath. Oh, he's going to fucking lose it. "C'mere, already," Mark lifts his arm. "Yes, I want to cuddle. Why are you being weird?" Gnawing on his bottom lip harder than ever, Donghyuck kicks his shoes off, nearly stumbling back over to the bed as he stares at Mark's bare chest, lifting the covers slowly. Donghyuck doesn't think it's weird, no, not really... he's just never really cuddled with Mark.... alone. Sure, he's cuddled up to Mark playfully in front of their friends, in front of cameras, or even when he's sleepy, but never in a comfortable and dark room—never just the two of them.
ilovenct
creature of habit Oneshot
If Jeno was the angel on Mark’s shoulder, then Donghyuck was the devil, and Mark wanted to do something that felt wrong, even just once.
i look for myself within you Oneshot
Donghyuck cared about nothing, and Mark cared a little too much about everything.
ImJaebabie
Back To Square One Oneshot *NEW
Donghyuck would really just like to be hugged sometimes.
iubi
between the lines Oneshot -NEW
Fuck him out of your system, they said, but Mark seems to be doing quite the opposite really, and he's not entirely sure if realizing he's in love with Donghyuck is helping in that direction.orMark is a novel writer and Donghyuck is his best friend who happens to be very eager to help with the more practical aspects of writing.
Light me up Oneshot -NEW
Haechan takes it upon himself to teach Mark how to kiss, but Mark ends up learning more than he signed up for.
kailogan
The Betting Pool Oneshot
Donghyuck wants to get revenge on Chenle for ruining his upcoming prank. During his search through Chenle's phone however, he discovers that the other members of NCT have a bet based on when he and Mark will start dating. Which is ridiculous because Donghyuck found Mark about as romantically attractive as a dead fish. Or, so he thought. Alternatively, Donghyuck always gets what he wants.
milksbars
left to right - (but you’d leave with me anyway) Oneshot
Mark’s eyes narrow instantly and Donghyuck can smell the immediate shift in his scent as he tugs Donghyuck closer, pulling him away from the other guy’s hand. “Don’t touch him,” he snaps, and his hand’s not on Donghyuck's ass like the younger had instructed, but it’s pressing possessively against the small of his back, which is such a Mark thing to do that Donghyuck can’t help but relax a little into the touch.
Mntsnflrs
Fire and Dreams Oneshot *NEW
“What are they?”“Things,” the boy says, cocking his head slightly to the side. “Dangerous things.”Mark swallows. His heart hasn’t slowed, like it knows more than his mind, his eyes. “And what are you?”The boy smiles. It’s a childish expression, young and unpracticed, but so pretty it hurts to look at, made for stronger eyes, a stronger being. “What am I?”Mark asks again. “What are you?”“A thing,” the boy says. “A dangerous thing.”
orangecaramel05
I Like Me Better When I'm With You *Chaptered - Complete
Haechan was unique. He was an omega, and by nature he should be submissive to alphas and betas, he should be soft, he should be kind, he should be altruist – but he was not. He was loud, he was obnoxious, he was playful, witty, short-tempered, and most important of all, he wasn’t naturally submissive. He liked himself that way and the alpha that would be his would have to deal with it. Hence why he thought he would find love at thirty. Comes Mark Lee.
pududoll (aprilclash)
beneath the moon and under the sun Chaptered - Complete
Donghyuck has a crush on his roommate. Who is a vampire. And most certainly doesn't like him back. (Maybe).
stealing the sun is not enough Chaptered - Complete
Mark Lee is a demigod with a knack for terrible decisions and a crush on Donghyuck from Apollo's cabin.
scintilla (adrarerien)
drink up the evil (and you'll spit out the truth) Chaptered - Complete
Maybe it started when Mark and Donghyuck were forced to pretend to the world that they were lovesick fools, or maybe even way before that. or; a markhyuck fake-dating-enemies-to-lovers!au
SlimeQueen
Out Of Your Mind Oneshot
Mark just wants to be a regular teenager. Or as regular as an eighteen-year-old sharing his body with a demon can get. And unfortunately for him, Donghyuck loves making things complicated.
smoothui
Appreciated Oneshot
Everyone has a bad day and takes it out on Donghyuck, who's more fragile than he seems. Donghyuck likes to pretend he's not affected but Mark can see through his front.
taeminki
Haechan is Mark's Muse Oneshot
In which Donghyuck deserves to be loved and Mark can hardly believe he's the only person who recognizes that.
Thatlongassridehome
Good thing (That whiplash) Oneshot
'You know what I mean, I like being alone.Except for when I play with you.' Mark and Donghyuk go on a mission, and of course something happens when Donghyuk’s playing in the face of danger.
unbalancedlove
one step closer (to reach you) Oneshot
there isn't a class in hogwarts that teaches you what to do when your crush drinks a potion and falls madly in love with you.
winko (donghyucks)
open up your soul and let it pour flooded Oneshot
Before he can react and ask what the hell just happened, Mark feels a mouth press against his own with fervor. Donghyuck keeps his own lips pressed against Mark’s for a good couple of seconds until he pulls back. “Stop thinking so hard,” is what he says from above him. And so Mark does.
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Jeno + Jaemin = Nomin
akajung
don't leave me for a second, my dearest Chaptered - Ongoing
“Should I just blast him from here?” Jaemin asks Jeno, fingers carefully and quietly placing themselves on the small of Jeno’s back. It’s really super fucking ridiculous, the way he feels the warmth of his amplified power coursing through his veins just from having his hand on Jeno and feeling his breath on his skin as Jeno whispers in his ear, “No, you can’t do that.” (Jaemin's stronger around Jeno, quite literally, and maybe that's not always for the best.)
berryboys
Invisible, Unlikely, Impossible Chaptered - Complete
And what Jaemin fears, over all those things, is that Jeno assumes that Jaemin wants him this way – broken, caged, to his mercy.
fateline (orphan_account)
hands off (eyes on me) Oneshot
Jeno's with Jaemin when a drunk alpha hits on Jaemin at the club.
Kihyunie
We Can Be Braver *Chaptered - Complete
Jeno knows Na Jaemin, of course he does. Well, he knows of him anyway. There’s not a single person in this godforsaken high school who doesn’t. Jaemin is everywhere, up in everyone’s business. He hangs out with all the other cool kids and even the teachers greet him in the hallways. So yes, Jeno knows of him, too, he doesn’t live under a rock, and they've talked, once or twice. But he doesn’t know him and that's fine because they frequent different crowds. Jeno keeps to himself. Jaemin doesn’t. Jaemin keeps to everyone but to himself. Everyone knows that, too. (aka Jaemin is popular and Jeno didn't think he'd care until suddenly he does.)
_laugheisis
holy sinner *Chaptered – Complete (Spanish)
Jaemin no quería dejar de ser gay, y Jeno, su tutor cristiano, no planeaba caer ante sus encantos.
ZaiJam
Growing Wolf *Chaptered – Complete (Spanish)
Cuando los cachorros se convierten en adultos deben de tomar un lugar en la manada. Jaemin está seguro de que será el mejor alfa de todos y a Jeno no le podría importar menos lo que sucede con la manada.
--
Lucas + Jungwoo = luwoo
idlesong
neither would suffice Chaptered – Complete
Yukhei may be the devil, but he’ll be damned if he lets heaven take another soul. Or, how Donghyuck’s arrival in limbo causes everything to collapse.
#nct 127#nct dream#NCT Fanfic Rec#NCT Fanfic Recs#NCT Fanfiction Rec#markhyuck#jaeno#nomin#luwoo#markchan#haechan#NCT Recs#nct#nct 2018#kpop
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🌞⭐🌟 - #80 di 101 - La musica è Bellezza - Music is Beauty Nel cuore dell'artista c'è una scintilla intuitiva ed è da lì che scaturisce la Bellezza. Il vostro chitarrista "Bello" (si fa per dire) .. #music #beauty #selfmastery #musician #inspiration #intuition #meditation #awareness #communication #communicate #success #successful #musica #colori #ispirazione #intuizione #meditazione #consapevolezza #comunicare #comunicazione #life #lifestyle #ilovewhatido #ilovemusic #ilovemyfollowers #thankyou #picoftheday #instamusic https://www.instagram.com/p/BoV4tSpCkrg/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=ry1vyo4z5p2x
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birthday tears.
member: park woojin genre(s): fluff, romance, best friend!woojin summary: another year means another birthday to go all out and this time you were certain that you were going to make woojin cry but somehow, you find the tables have turned because after the long wait of seeing each other, you missed him. a lot more than you imagined. (requested - bullet point format) word count: 2.2k note: dedicated to life ruiner, cute snaggletooth baby park woojin ;; wheezes it’s his birthday today and so what better way to celebrate than to write!! goodness gracious i swear scintilla’s becoming woojin-centric, step aside ong someone’s taking over this damn lane jk jk. oh oh and thank you woojin anon for requesting < 33 it means so much
p.s. y’ALL IM SHOOK I DIDN’T EXPECT GETTING GOING OVER 100 NOTES FOR ‘IN LOCKED WITH YOU’ LIKE WHATDA- THANK YOU SO MUCH FOR THE REBLOGS, LIKES AND FOLLOWS ;;; < 33
you’ve been best friends with woojin for a long time
no one knows him better than you
bc you both had each other for practically all your life
were you and woojin the definition of bff goals?? hek yeah
you’ve always been his number one supporter
from his decision to being an idol
to going with him during superstarK auditions
to encouraging him when he was a jyp trainee and even when he transferred to bnm
to never missing an episode of produce 101 and always voting for him
all the way till he joined wanna one
you’re always there for him and you always will be
and vice-versa
you’ve both leaned on each other through all the hard times
laughed during the good times
and everything in between
back then as kids and before he decided to pursue the career of being an idol, it was you who depended on him
he was always the first person you ran to
he was the one who you cried to
he was your go-to when you were feeling down
he was first when it came to everything and anything
even love
you didn’t expect falling for park woojin - the guy you knew all your life, the one who you grew up with, the person you considered a close friend, so close that you believed he was like family
but circumstances changed, feelings grew and your perspective broaden
to the point where you had no choice but to accept that you were falling for your best friend
yet you didn’t want to selfishly hold him back when you knew how much he wanted to pursue his dream
so woojin was your first love
the first love you never confided to
and the first love you had let go
whilst you both matured as you grew up, you eventually pushed your feelings aside as the tables began to turn
bc unlike before, woojin depended on you
you were the one he first calls
you were the person he leaned on
you were his go-to when things got too hard and the hardships of trying to reach his dream became overwhelming
wowowow this sounds so sad and sappy okay gonna light up the mood from now on i promise
but forget christmas, forget new years day, forget your own birthday
november second is your favourite day
why?? bc that was the day the lord decided to give you the best of friend you could ever ask for
every year you two would go super extra to celebrate one another’s birthday
like last year on your birthday, you came home with everything decorated and there was this huge teddy bear sitting on the corner of the living room
you knew it was from woojin bc duh who else would it be from
but what you didnt know was that he was hiding inside the teddy bear
and honestly you wouldn’t have suspected a single thing
if the damn stuff toy didn’t begin to move
you legit screamed and grabbed your baseball bat in case some weird ass munted hoe bursted through
but jokes on you it was just woojin screaming ���hAPPY BIRTHDAY!!” whilst popping streamers and throwing confetti
his goal was to surprise you
and he did it so damn well you began crying
not tears of joy
just tears bc wth man why would you do that?
but dont chu worry boo his ass got kicked
his ass was further forgiven after he took you to the amusement park and treated you food
so with that in mind, you had the goal of making him shed a tear as revenge
doesn’t matter what kind of tear it is as long as that tear duct come into use
dang you were so excited to go all out
that you prepared everything one month prior his birthday
so with the help of the wanna one boys in sneaking woojin out
woojin ends up in this dance studio that you hired for the day
everything was dimly lit by these candles placed all over the room
and there’s this vcr that plays the slideshow you created with all your photos together since you were babies all the way till now
you also added photos that brought back his dark past to get him embarrassed
anndd then a video pops up of you with a breath-taking smile on your face, excitedly holding this ‘happy birthday’ banner
“about 18 years ago on this very day, some weird kid popped out into the world. can you guess who? that’s right! it’s you.” the video begins, showing you chuckling a little
“i swear i wasn’t planning to make this sappy but i’m going to anyway; i just want to thank you for putting up with my ass all these years - never have i faced a time where you weren’t there for me and i’m really really thankful to have you by my side. i know that you’re really busy and we haven’t seen each other but you can always run to me, you can always call me and i promise that i’ll try my hardest to be there for you, every step of the way like we always have and hopefully, like we always will. happy birthday idiot and take care of yourself.”
woojin starts feeling touched, remembering all the good times you two have
you two weren’t the type to verbalise things and instead expressed it through actions
yet hearing your words makes him even more grateful for all the times that you’ve been there
because even if you weren’t feeling the greatest, you pushed it aside in order to listen to his problems and help him
no matter what time of day it was, you always picked up his call
remembering all this reminds him that he couldn’t ask for anything more
because you were in his life
and you always will be
“happy birthday to you....happy birthday to you...”
a chorus of voices interrupt his thoughts and he spins around to see you and the rest of the wanna one members entering through the door with a cake in jisung’s hands
tears well up in his eyes as all the emotions overwhelm him
yet once his eyes meet yours, the world freezes almost as if time was slowing down
it’s been a long while since you saw him face to face
and he realises in that very moment how much he really missed you
bc despite all his offers of hanging out, you were cautious and worried that you’d cause trouble to his skyrocketing career
and you’d decline it even if you knew it was tempting and you knew he was disappointed every time you said no
there’s a slight hint of tiredness on his face but it doesn’t change the fact that seeing you made him brighter
meanwhile you were unable to breathe; he grew more handsome than he already was before and that snaggletoothed smile, you grew up seeing and loving, adorned on his face melted your heart once more
now that you’ve met face to face after a time that felt like eternity
you couldn’t help but to run to him
and he welcomed you with open arms as you snaked your arms around his waist
who cares if the wanna one members will use this later on to tease him
having you right in front of me makes him forget about everything else
and like a child, you begin to cry as you’re engulfed in his embrace
“yah, are you crying...?” woojin teasingly asks you as his hand reaches up to your head, stroking your hair gently while your bury your head in his chest
“s-shut up, meanie. i’m not crying!” you pull away before you look at him for a few seconds before bursting into tears once again
“ahhh this idiot, you’re such a crybaby.” he replies, wiping your tears with his sleeves. “and how am i mean? i’m offended.”
“i’ve seen you go through all the hard times, i’ve seen you cry because you wanted to give up and i’ve seen you push yourself over the limit for this dream and you’re telling me off for being a crybaby?” you say between sniffles before you try your hardest to manage a glare at his way
“and yes, you’re mean - you’re so mean for making my heart melt, you’re so mean for giving me butterflies in my stomach, you’re so mean for holding my hand and hugging me all the time without knowing how i feel, you’re so mean because no matter how much i try to hide my feelings, they continue to grow and it’s all your fault, park woojin.”
you suddenly quiet down as you realise what you’ve been rambling. “oh my god, my mouth went a bit too far.” you mutter as you harshly wipe your tears away
there’s silence between you two yet the rest of the wanna one members begin to snicker lightly to themselves
“this isn’t funny!” you whine before trying not to cry again bc you just exposed your own whipped ass
you avoid woojin’s gaze by hiding behind jisung who subsequently came in the middle of you two, still holding the cake
“so woojin! do you wanna blow the candles now before it ends up completely melting? but you have to make a wish first!”
woojin clears his throat, taking his eyes away from you “a-ah yes hyung,” he says before closing his eyes for a few seconds and opening them again to blow the candles
the rest of the guys, to lighten the slight tension in the atmosphere begin to clap and cheer, “happy birthday woojin!!”
but yknow it aint complete yet until someone gets teased
hence enter ong seongwoo’s ass (i love putting seongwoo everywhere, anywhere as you can tell by now)
“sO WOOJIN, WHAT DID YA WISH FOR BUDDY? ;)”
“yeah what did you wish for?” jisung grins cheekily at the younger guy
woojin’s ears start to go red, looking around before his gaze naturally land on you, “i just wished for something very very important.”
“OK YEH WHICH IS??” WINK WINK HONK HONK
“for y/n to always be by my side.” woojin shyly mumbles
sungwoon then joins in on the fun with a wide grin on his face, bringing his ear close to woojin, “sorry, what? can you speak up a little louder? we couldn’t hear.”
“yeah i’m a little deaf, hyung.” guanlin adds before a number of agreements and remarks gets thrown around the room causing noise
woojin simply sighs before yelling, “I SAID I WISHED FOR Y/N TO ALWAYS BE BY SIDE.”
much cringe. v cheese. im writing this and i cant even handle wowow
there’s just silence in the room before the wanna one members all grin happily at one another.
“oH wOw lOoK aT tHe TiMe - okay kids, time to go! we’ll see you later woojin byeeee.” minhyun calls out as he exits the door with the rest following beside him, not forgetting to snicker and tease
and then there was two
you and woojin
“so,,, what do you say?” he initiates, feeling a little nervous than usual bc good lord he’s liked you all this time since you two were little and every year he’d wish for that you’d like him back
you simply continue looking down, still avoiding his gaze; “you’re not kidding right...?”
“does it sound like i am?”
“no.”
“so....? i like you, you like me. the feelings’ mutual.”
“but what about-”
“don’t think about the but’s nor the if’s because i don’t care about those. i’ve liked you for as long as i’ve known you and honestly, i can risk everything and anything so long as you’re here. there’s no park woojin without y/n. i’m basically nothing without you.”
you look up as you send him a judging look, “did you just promote your upcoming comeback whilst confessing...?”
“that totally wasn’t intentional but what do you say?” woojin says to you grinning rather happily as his arms are wide open for you.
and having a soft spot for him, you eventually let out a sigh, “well if you put it that way...i don’t seem to have a choice, do i?” you say before going into his arms once more.
“this has got to be my best birthday present ever.” woojin sighs in content
“don’t think i’m still not done yet from my rant- do you know how much i wanted to vote for other trainees? yah, park woojin i voted for you every single performance - i wanted to vote for jihoon but because i liked you so much and you’re my best friend, i kept being loyal but here you were teasing me and calling me a crybaby. i’m not even kidding, oh my god- the amount of suffering i went through because of you; you should be glad i like you.”
“yes yes, i’m sorry. i won’t tease you again, crybaby.”
“it hasn’t even been a minute and you’re seriously tempting me to leave you for jihoon.”
“ah i was just kidding, y/n. don’t break up with me for my other pink sausage duo-”
“nOPE BYE WHERE’S THE DIVORCE PAPERS.”
“AWE COME ON I WAS KIDDING.”
#park woojin#woojin#woojin scenarios#woojin imagines#wanna one#wanna one imagines#wanna one scenarios#produce 101#pd101 season 2#another rushed scenario just so i dont miss woojin's bday#lmao lowkey already passed in sydney tho#happy woojin day#this blog isn't becoming woojin-centric i promise
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Scintilla by WinchestersRaven
Manifest Destiny by KreweOfImp
Time Still Exists by starespressos
Translation by BurningTea
Your Call Cannot Be Completed As Dialed by eBob, K_K_TiBal
He Can't Sleep by 60r3d0m
these are maybe not all super angsty, but most really angsty ones that i love tend to be more than 50k (i have no idea what’s on destiel 101, so sorry if there’s a match)
‘Kay, here goes nothing…
Fic recs, anyone’s got any fic recs?
What I’m looking for:
Heavy on angst (but with a happy ending and destiel endgame)
No mcd (if I wanted mcd I’d rewatch the finale, ha :)))
Word count below 50k, I don’t think I’m ready to dive into anything bigger now
Case fics and AUs are welcomed (but no post finale fix it, idk why but I can’t digest them)
Good language
(Don’t send the links to fics from the destiel 101 please, I’ve either read them / won’t ever read them / have them bookmarked for when I have more time).
Self rec welcomed as well!
(I will reblog this post later with all the links shared in case anyone else is looking for a good story)
Anyways. Thanks for signal boost <3
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For the fanfic ask, F/Q/R/U/V!
The answers are mine, Jae’s, and then Hae’s.
F: Share a snippet from one of your favorite dialogue scenes you’ve written and explain why you’re proud of it.
My favorite dialogue scene is actually from a fic I have yet to post, it’s like 101/10 that’s why I’m proud of it:
“Just because the door is unlocked, it doesn’t mean you should make yourself at home.”
“Oh, did pretending to be drunk get tiring?”
“Pretending, what do you mean pretending?”
“Oh honey, don’t lie, you might fool the others but I could see your cup full of Lucky Charms the moment I got close to you.”
“Well…”
“Well?”
Because I have nothing else to be proud of, dialogue stresses me out and I apparently don’t write very much of it.
Q:How do you feel about collaborations?
I’m all about that shit, I often collab with Hae, and I’m in a network collab right now actually, with my cult writing network @smols-n-tols. We are actually a cult, ignore the strike through since that’s what we really are.
Me and Jae collab all the time, I like collaborations when I truly feel like it’s a 50/50 deal or when someone is perfectly willing to pick up some extra weight because the other person (usually me) is slacking.
R:Are there any writers (fanfic or otherwise) you consider an influence?
Not really, I don’t really look to other writers or fics for inspiration because of how touchy people are, like you write someone that has a theme sorta like someone else’s fic, and then people attack you for plagiarization.
Mmmmm I wouldn’t say that I model myself after anyone because 1) I try to be just me and 2) It’d be like an insult to compare my little piddling works to freakin Sherlock Holmes or something. But I was inspired to write my own stories because I daydreamed a lot and thought I was going crazy so I was trying to convince myself that I wasn’t insane, just creative.
U: Share three of your favorite fic writers and why you like them so much.
@ukulelewrites @imagineproduce101 @dae-vil @jihoonslattee @peachiejihoonie
More than 3, I know, but they are my children and so liking them comes with the whole unconditional love and support from your parents thing.
I also enjoy reading the like 3 things Hae post a year.
@seungkwanslowqualityenglish specifically Admin Jae’s works, they are very sad and make me cry a lot but sometimes tears are good for you. The other admin is a little blegh tho, she never posts anything.
That’s about it, my mind has gone blank on any specific writers here on the great tumblr. There were some super fabulous writers on different sites I’ve used but alas, they are no longer active and the fics are all deleted now.
V: If you could write the sequel (or prequel) to any fic out there not written by yourself, which would you choose?
I’m tempted to write a sequel for my own story The Ticking Clock, to say whether he died or not, but then I’m like nah I’ll just let the reader decide.
I’d also like to write a sequel to the sequel to Scintilla that @ukulelewrites is writing, because the reader deserves better.
I’d write a prequel to the Twilight fics that later became the Fifty Shades saga and set the whole series up to be only a Nyquil fueled wet dream.
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Draw your shoulders back, lift your chest, and let your heart shine with these beats.
We're always focused on taking up as little space as possible, when really we should be spreading our arms and sharing our light with the world. Hit play and let this playlist from #YJInfluencer Laura Burkhart inspire you to draw your shoulders back and let your heart shine.
1. "To Heal," Underworld 2. "China Flowers," Afterlife 3. "Peace Will Come with Sleep - Triple Bass Mix," Club des Belugas, anna.luca 4. "Dark Star," POLIÇA 5. "Mundo Bizarro," Electro Dub Tango 6. "Sun Is Shining," Bebel Gilberto 7. "Crystal Frontier - Acoustic Version," Calexico 8. "Angelica," Lamb 9. "Amongster - Exitmusic Remix," POLIÇA 10. "Open Chanel," Kalya Scintilla 11. "Transmitter," Daniel Lanois 12. "Sleepwalk," Sant & Johnny 13. "Ships In The Night," Brazilian Girls 14. "Lountang," Ablaye Cissoko, Volker Goetze 15. "Sleepy Sounds," Deep Sleep Music Experience 16. "Renewal," Liquid Mind 17. "Deep Sleep," Liquid Mind
Download the free Spotify software to listen to our playlists—and check back weekly for more of our fave yoga tunes.
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"I'll tell you about the other hive city on scintilla, hive Tarsus, also known as 'the other place' by us Sibellans. Located in the middle of the desert, its design is completely inverse of normal hives, with the poorest living on the "shell" of the hive, exposed to the blistering, usually fatal heat. The nobles live in the depths of the hive, in dark, extremely cold complexes where its considered stylish to dress in lavish furs and carry dim lanterns about the place. We only went there when I was a kid to do business, as it's the major trade hub whereas sibella is the administrative hive.
There are many lost storage complexes in the depths of the hive as well as the surrounding desert that hold many appealing treasures for the dedicated... or suicidal.
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Италианско еспресо + италиански сладолед = Така мога да живея до 101 години! 😊❤ (at Gelateria La Scintilla Rimini)
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Da Ingmar Bergman a Osamu Dazai, da Bret Easton Ellis ad Antonio Tabucchi, Beppe Fenoglio e James Ellroy, 9 scrittori italiani confessano i loro debiti letterari (stuzzicati da Matteo Fais)
“Nessun autore si sveglia la mattina e scrive”: ecco uno dei pochi insegnamenti significativi che abbia ricevuto a scuola. La considerazione è incontestabile. Ogni testo si rivela, infatti, nella sua essenza, un ipertesto. È costituito di rimandi e può, almeno potenzialmente, fungere da rimando per chi lo leggerà. Con buona pace di coloro che pensano di poter vivere alieni da qualsiasi legame, ognuno di noi e quindi ogni scrittore ha padri, madri, figli – spesso vastissime parentele.
Quando si decide di scrivere un romanzo è praticamente impossibile, al netto della volontà che sempre dovrebbe animarci di essere originali e non epigoni, non prendere a modello chi ci ha preceduti. Vuoi per lo stile, la forma, il contenuto, la struttura, anche quando non lo dichiariamo, c’è ogni volta della farina che non proviene dal nostro sacco nel momento in cui ci mettiamo a impastare una storia. Per questo abbiamo chiesto a nove autori di rivelare il nome di una o più opere che abbiano avuto una spiccata influenza su uno dei loro romanzi. Niente di troppo indiscreto ma, com’è buona tradizione in ogni paese italiano, viene naturale domandare “ma tu di chi sei figlio?”.
*
Osamu Dazai e Matteo Fais
Il legame tra il mio Storia Minima e Lo squalificato di Osamu Dazai è, per così dire, postumo e trascendentale – spero che la cosa non suoni troppo new age. In soldoni, non avevo letto il libro in questione prima di scrivere il mio. Eppure, Storia Minima, come ho scoperto successivamente, è un po’ la versione europea, a settant’anni di distanza, di uno dei più bei testi maledetti che si siano mai scritti all’altro capo del mondo. Entrambi i nostri personaggi sono radicalmente estraniati rispetto al contesto sociale che li circonda. Yozo e il mio protagonista senza nome rifiutano la logica alienante del lavoro a ogni costo – il secondo vi è in parte costretto, visto che non lo trova e rientra per tal motivo nella categoria dei cosiddetti “scoraggiati”. Sia l’uno che l’altro non riescono a intrecciare relazioni stabili, un po’ per assenza di attitudine, un po’ perché la struttura relazionale negli universi intorno a loro sta da tempo andando in pezzi e questi ne hanno una intima e disturbante, più o meno conscia, consapevolezza. Sono, insomma, due caratteri che “non ce la possono fare”, come si suol dire. La condanna di un tempo di decadenza pesa su di loro, unito all’oscura percezione che la vita sia in fondo invivibile e non se ne possa uscire sani e salvi – sia io che l’autore giapponese, con l’esistenzialismo, ci andiamo a nozze. Incapacità nello stare al mondo, tormento e al contempo una strana macabra ironia segnano i nostri testi così lontani eppure inspiegabilmente vicini. Lui è stato tradotto in italiano, io spero un giorno di vedermi trasposto in ideogrammi. Per il resto, l’autore si è suicidato il giorno del suo trentanovesimo compleanno. Scusate, dunque, se, con qualche anno in meno, non mi spingo oltre con le possibili analogie.
Matteo Fais è nato a Cagliari, nel 1981. Ha scritto su diverse riviste. Al momento, è collaboratore fisso di “Pangea.news” e “VVox Veneto”. Il suo esordio letterario è avvenuto con L’Eccezionalità della regola e altre storie bastarde, Robin Edizioni. Per lo stesso editore ha pubblicato di recente Storia Minima.
*
Tommaso Di Ciaula, Beppe Lopez e Francesco Dezio
Volendo individuare una genealogia letteraria ai romanzi che ho scritto – titoli che hanno contribuito a formare la mia poetica, se così si può dire –, uno sarebbe sicuramente Tuta Blu di Tommaso Di Ciaula (Feltrinelli 1978). Un romanzo che, in modo diaristico (oggi parleremmo di memoir), narra ire, ricordi e sogni, di un metalmezzadro (colui che si divideva tra il lavoro nei campi e la fabbrica). Ciò che mi colpì, all’epoca, fu la freschezza del linguaggio – schietto, immediato e modellato sull’oralità – che senza mediazioni intellettualistiche raccontò la realtà in cui vivevano gli operai del sud Italia post boom economico. Lo faceva mettendo insieme frammenti di esperienza, cronache, considerazioni sulla politica di quegli anni, incazzature e soprattutto slanci lirici e visionari di un mondo rurale che stava sparendo o perdendo di identità in favore di un’industrializzazione che, fin da allora, si stava svolgendo in modo raffazzonato, incerto e all’insegna del familismo amorale. Degno di nota è il fatto che a pubblicarlo fu un editore come Feltrinelli, all’epoca in prima linea nel dare voce (anche) agli irregolari e non professionisti della scrittura (il popolo) che, fuori delle categorie borghesi, avevano una verità forte da sparare in faccia al mondo (per dirla alla Demetrio Stratos). Le parole di Tommaso trovarono spazio in una collana, “I franchi narratori”, voluta da Nanni Balestrini – davvero altri tempi. Il libro, uscito poi dal catalogo Feltrinelli, è stato ripubblicato da un piccolo editore veneto, Zambon. Al momento, che io sappia, è tornato nuovamente fuori catalogo. L’altro fratello letterario è, invece, Beppe Lopez, l’autore di Capatosta (Mondadori, 2000). Il libro è concepito come una cronaca familiare: intorno agli anni Trenta, in un quartiere popolare di Bari, nasce Ianguasand’, soprannominata Capatosta, figlia non voluta di Donna Sabbedd’, la rancorosa madre che a lei attribuirà la responsabilità di ogni sorta di sventura, tra cui la morte del marito. Ciò che rende questo romanzo un classico della narrativa italiana contemporanea è il pastiche stilistico – un italiano arditamente imbastardito col dialetto barese – che non ha nulla da invidiare a quello di Gadda, Pasolini, Verga o Raffaele Nigro nei Fuochi nel Basento. È un Sud inaudito quello narrato da Lopez, né contadino, né borghese, né operaio, né cittadino, né magico, né metropolitano (dalla postfazione alla riedizione per Besa, perché anche questo capolavoro è scomparso per un po’: è un destino peggiore di quello degli Atridi, il nostro).
Francesco Dezio è nato ad Altamura nel 1970 e ha esordito nel 1998 con un racconto nell’antologia Sporco al sole. Racconti del sud estremo (Besa). Nel 2004 ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Nicola Rubino è entrato in fabbrica, opera che inaugura una nuova stagione della cosiddetta letteratura industriale e ora riproposta da TerraRossa Edizioni. Del 2014 è la sua prima raccolta di racconti, Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta (Stilo), diversi dei quali già apparsi su quotidiani e riviste. Nel 2008 è stato ospite di cinque puntate della trasmissione Fahrenheit, su Rai Radio 3. Ha collaborato con “l’Unità”, “la Repubblica-Bari”, “Corriere del Mezzogiorno”. Il suo ultimo romanzo è La gente per bene (TerraRossa Edizioni, 2018).
*
James Ellroy e Adriano Angelini Sut
Se devo indicare un libro, un romanzo, che abbia influenzato in maniera determinante il mio gusto letterario, non ho dubbi: American Tabloid di James Ellroy. Si tratta del primo di una trilogia di romanzi che l’autore di Los Angeles ha dedicato agli Stati Uniti, la Underworld USA Trilogy (il secondo è Sei Pezzi da Mille, il terzo Il Sangue è Randagio). È la ricostruzione ossessiva e a tratti visionaria della storia americana, dal 1960 all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Nella storia si muovono personaggi reali le cui gesta romanzate rimettono in scena gli avvenimenti di quegli anni. Da J. Edgar Hoover, il temuto capo dell’FBI dell’epoca, ai leader del Ku Klux Klan. Dai boss della mafia italiana e messicana (Carlos Marcello, Sam Giancana), ai politici doc del tempo, soprattutto la famiglia Kennedy, a cominciare dal vecchio Joe Kennedy (col suo controverso rapporto con la mafia italiana di Chicago, nella roccaforte elettorale del Massachusetts). È, in particolare, lo stile che, per quanto mi riguarda, ha rappresentato un punto di svolta nella mia formazione mentale e letteraria. Uno stile che oserei definire ipnotico. Lì dove la ripetitività ossessiva di nomi, situazioni, frasi tronche, abbozzi di pensieri, flussi di coscienza, una punteggiatura minuziosamente rivoluzionaria (i periodi irrelati la fanno da padrone, con grande dispiacere dei professori di liceo), ti costringono a leggere trattenendo il respiro e spesso facendoti rischiare la trance. Sublime trance. American Tabloid è stato anche la miccia che ha permesso alla mia scintilla creativa di dar vita al mio romanzo biografico del 2015, Jackie (Gaffi Editore), col quale ho ripercorso la storia di Jacqueline Kennedy, moglie di John Fitzgerald Kennedy e, secondo me, prima e unica vera First Lady della storia statunitense (imitata, malissimo, da tutte le sue eredi). Jackie si racconta dal letto di morte, in una falsa autobiografia scritta in prima persona e che, come American Tabloid, cerca di ripercorrere quegli anni da un punto di vista diverso: quello di una donna, esperta d’arte e simbolo della moda, del gusto e del look, amata e acclamata come una diva del cinema in tutto il mondo.
Adriano Angelini Sut, romano, traduttore e scrittore. Ha pubblicato nel 2009 101 cose da fare a Roma di notte (Newton Compton). Nel 2015 esce Jackie (Gaffi Editore), un romanzo biografico su Jacqueline Kennedy. Nel 2017 Mary Shelley e la Maledizione del lago (Giulio Perrone), la biografia romanzata su Mary Shelley. Nel 2018 è presentato allo Strega con il romanzo L’ultimo singolo di Lucio Battisti (Gaffi Editore). Ha collaborato con “Il Foglio” e “Radioradicale.it”. Collabora con http://bit.ly/2Tv8oYI. Fra le sue traduzioni, Ogni Cosa è Maschera di Janice Galloway (Gaffi); Sex Trafficking di Siddarth Kara (Castelvecchi); Il programma di James Dashner (Fanucci).
*
Beppe Fenoglio e Davide Rosso
Tutto ebbe inizio con Un giorno di fuoco di Beppe Fenoglio, la mia caduta da cavallo. Da quel momento in poi c’è stato un prima e un dopo, uno spartiacque tra la fitta nebbia in cui mi trovavo e la possibilità di intravedere qualcosa. Con quel libro mi si svelò un mondo e un modo di fare letteratura nuovo e più autentico, capace di narrare piccole storie in uno spazio geografico ristretto trascendendole al massimo grado. Capii, una volta per tutte, che avrei potuto raccontare quei pochi chilometri quadrati che percorrevo in tondo senza bisogno di allontanarmi troppo. Insomma, ero seduto sopra un tesoro e non lo sapevo. Fenoglio mi ha semplicemente aperto gli occhi. Della sua scrittura, due sono le peculiarità che prediligo e che ho fatto mie: il modo di trattare il paesaggio – in questo caso le Langhe – al pari degli altri personaggi della storia, una presenza viva e costante, capace di dare una svolta al racconto, partecipe e determinante; e la piccolezza delle storie narrate, il garbuglio dei sentimenti, il rancore, la grettezza, ma anche lo slancio eroico, epico, la forza d’animo, la lealtà, la purezza morale descritte con vivo realismo, con lucidità e spietatezza. Eventi che Fenoglio consegna al lettore con un’intensità bruciante, con una lingua netta e precisa, senza giri di parole, trasformando vicende all’apparenza insignificanti in qualcosa dal grande peso specifico. Per non parlare dell’attualità di certe sue storie. Basti pensare al racconto eponimo con quell’incipit fulminante: “Alla fine di giugno Pietro Gallesio diede la parola alla doppietta…”, il cui protagonista, stanco e vessato dalle tasse, potrebbe essere benissimo uno dei tanti imprenditori disperati alle prese con Equitalia. Ma non solo l’opera in sé, anche lo scrittore, l’uomo in carne e ossa, con la sua vicenda biografica, è stato un modello per me, e lo è tuttora. Ho sempre guardato con ammirazione il suo nobile provincialismo, la dedizione e il rigore con cui affrontava i suoi scritti, e la fede che nutriva nei confronti della letteratura.
Davide Rosso è nato a Cuneo il 25/10/1973. Nel 2017 ha pubblicato il romanzo La perseveranza, con la casa editrice Italic-Pequod di Ancona.
*
Piera Paolo Pasolini e Giuseppe Casa
Chissà perché Teorema mi ricorda Massimo Recalcati mentre discetta sulla paralisi etica, sociale e culturale della famiglia moderna – o meglio, la parodia che ne fa un comico in tv – che con “Lacaaan” spiega: “All’uomo piace godere, all’animale no”. Attenzione: “tutto è simbolo”, ci avvisa il vate che c’è in Pasolini (torna in questo romanzo la scavatrice zampilla lacrime). Ma “i fatti”, che a me interessano e che per la prima volta mi mettono in sintonia con il poeta di Casarsa, per quel che riguarda il mio Metamorph, sono questi: un giovane Dio seduttivo e libertino non ben identificato è ospite nella bella casa di una famiglia borghese. C’è una descrizione scarna dei personaggi; capo famiglia indaffarato, moglie annoiata, figlio mezzo frocio, figlia minorenne viziata (ma tutti sicuri del posto che spetta loro in società), e infine la donna di servizio, mezza ninfomane e mezza mistica. L’ospite, come nei migliori capitoli di un film lynchiano, uno alla volta, si scopa l’intera famiglia, compreso la serva, e, quando sparisce, lascia tutti nel caos e nello sconforto. Dio è arrivato, tutti sono stati bene, ma non c’è stata Salvezza. Nessuna Redenzione. Alla fine il capo famiglia dona la sua fabbrica alla classe operaia e, estraneo a tutto, si allontana nudo in mezzo alla folla. Dove porta tutto questo? Non ci sono risposte a questa domanda, ma solo un urlo disperato nel deserto.
Giuseppe Casa è nato a Licata, nel 1963. Ha scritto Veronica dal vivo, Transeuropa Edizioni, 1998; In questo cuore buio, Transeuropa Edizioni, 1999; La notte è cambiata, Rizzoli, 2002; Superfish a Manhatthan, Edizioni Interculturali, 2003; Diario di Orvieto, Tondelliana, Transeuropa Edizioni, 2004; Men on men. Antologia di racconti gay. Vol. 3, Arnoldo Mondadori Editore 2004; Pit Bull. Cani che combattono, Stampa Alternativa, 2008; La Donna Del Lago, Lite Editions, 2012; Blues, Koi Press, 2012; Metamorph, Foschi, 2013; Io non sono mai stato qui, Clown Bianco, 2017.
* John Barth e Cristò
Ho scritto L’orizzonte degli eventi, un romanzo breve pubblicato nel 2011 da Il grillo editore, pensando a John Barth. L’opera galleggiante, La fine della strada e i suoi racconti pubblicati in Italia mi avevano stregato. La sua riflessione sulla presenza dello scrittore nella scrittura mi ha regalato l’idea per un personaggio che mi ha dato grandi soddisfazioni: Giovanni Bartolomeo (il protagonista del mio libro), uno scrittore anziano affetto dal morbo di Alzheimer che sta leggendo il libro che l’ha reso famoso. Purtroppo, però, non ricorda di averlo scritto lui e lo critica ferocemente ripetendo: «questo libro è una porcheria».
Cristò (1976), barese, ha pubblicato Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano), L’orizzonte degli eventi (Il grillo), That’s (im)possibile (Caratterimobili e Intermezzi), La carne (Intermezzi), Restiamo così quando ve ne andate (TerraRossa).
*
Bret Easton Ellis e Andrea Campucci
“Il pensiero moderno ha realizzato un notevole progresso col ridurre l’esistente alla serie di apparizioni che lo manifestano…”: così esordisce J.P. Sartre nella sua introduzione a L’essere e il nulla, gettando alle ortiche tutto quel fardello ontologicamente detestabile fatto di dualismi fra “interiore” ed “esteriore”, “fenomeno” e “noumeno”, “sostanza” e “accidente” e via discorrendo. Ora, la ricerca filosofica si è da sempre spaccata le corna nel tentativo di dare una veste a questo tipo di indagine e uno dei meriti dell’esistenzialismo è proprio quello di aver saputo prendere atto di quell’omogeneità che intercorre fra “essenza” ed “esistenza”. Ma facciamola corta. Quando Patrick Bateman, sciagurato protagonista di American psycho di Bret Easton Ellis, afferma, tra uno sgozzamento e qualche allegra amputazione, “quello che conta è la superficie, solo la superficie”, egli sembra far suo, su un piano esistenziale, quello che secoli e secoli di indagine filosofica hanno prodotto a livello epistemologico. Insomma, che sia una cena al Dorsia, un paio di scarpe Ferragamo, o la lingua di Bethany tagliuzzata con le forbici o il sangue che sprizza copioso dal corpo di Tiffany, ecco, fra le due categorie di “fenomeni” non c’è alcuna differenza. Le apparenze, le cravatte di seta Ermenegildo Zegna, le scarpe Paul Stuart, divengono della stessa materia dello sperma e del sangue, sono ontologicamente omogenee. Ed è qui che compare il comico, la risata dissacrante che esplode nel momento della giustapposizione, pirandellianamente intesa come dissonanza (si legga il saggio sull’umorismo), giustapposizione di cui i postmoderni hanno fatto una cifra stilistica. C’è tutto questo in un romanzo del calibro di American psycho, una lezione (naturalmente non l’unica in tutto quell’impiastro di autori che si sono svegliati con Don DeLillo, o Arbasino in Italia) che, appunto partendo dagli esiti scandalosamente nullificanti dell’esistenzialismo, ha saputo riconfigurare l’idea di narrazione come se quest’ultima non avesse nessuno scopo, nessuna impellenza sociale, raggiungendo così quell’ideale di perfetta inutilità che in fin dei conti è sempre stato il suo inespresso traguardo, e a cui anch’io, con il mio Porn food, ho cercato di avvicinarmi.
Andrea Campucci nasce a Firenze, nel 1983. Qui si laurea in filosofia e inizia a collaborare con vari editori. Nel 2009, tramite il sito ilmiolibro.it, esce il suo primo romanzo, Naive. È poi la volta di un saggio filosofico, Nietzsche, la fine della ragion pura, 2011, per l’editore Mimesis. Nel 2012 pubblica, per Arduino Sacco, la raccolta di racconti Cupio dissolvi, per poi arrivare, nel 2013, al romanzo La scampagnata, sempre per l’editore Arduino Sacco. Nel 2016 approda alla Leone edizioni con il romanzo Plastic shop. Per lo stesso editore, nel 2018, pubblica infine il romanzo Porn food.
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Ingmar Bergman e Davide Brullo
Per scrivere cerco il cortocircuito del dolore, il nodo delle vipere, e metto il dito lì, senza alternativa che una reazione a morsi. Ingmar Bergman, il grande regista, era un traditore, un vampiro: nei film le sue amanti si azzannavano per dimostrare adesione di suddito. In Persona, ad esempio, sadicamente, Bergman mette in sfida, sotto l’occhio da voyeur della telecamera, Liv Ullmann, che da poco gli ha dato una figlia, e l’amante, Bibi Andersson. Siamo nel 1966, e in quell’anno Bergman è ufficialmente sposato con la quarta moglie, Käbi, una pianista, che segue Else, Ellen e Gun. Nello stesso tempo, prosegue la relazione con Ingrid, che ha conosciuto nel 1957, che sposerà nel 1971, e da cui, nel 1959, ha una figlia. La figlia, Maria, fu cresciuta da Ingrid nella casa del marito – anche lei era sposata, come Ingmar – a cui aveva dato tre figli: solo più avanti, ben più tardi, da ragazza, scoprirà che il suo vero padre era Bergman. Questo groviglio di “relazioni incomprensibili”, come scrive Bergman, trova tragica sintesi nel 1994: a Ingrid viene diagnosticato un cancro allo stomaco. L’episodio sconvolge il regista, che comincia a scrivere un diario. Contestualmente, la moglie, che morirà nel maggio del 1995, e la figlia, Maria, scrivono il loro diario. Nel 2004 Bergman pubblica questi materiali con il titolo Tre diari. Gesto a testimonianza di un amore estremo o estrema voluttà di un uomo ‘pubblico’, di un artista che spettacolarizza il proprio dolore? Proprio questo – contraddizione, vitalismo, morte, dolore che ammutolisce i mortali e raddoppia la lingua dell’artista – è il prediletto per scrivere un libro. Il libro, Ingmar Bergman: la vita sessuale di Franz Kafka prenda atto di questo diario anomalo e dell’anomalia del desiderio di Bergman: fare un film sull’opera di Kafka – ne scrive in Lanterna magica. Così, ho immaginato il soggetto e il diario scritto intorno a questo film ipotetico, ipnotizzante, gestendo il romanzo come un saggio, curato dalla figlia Maria. Ognuno ha i propri autori magistrali, che sono capitati senza opzione né scelta – io direi: Rudyard Kipling e la Bibbia, il libro dei Re, poi Dylan Thomas e Rainer Maria Rilke, Cormac McCarthy e Hermann Broch e Herman Melville – ma lì il dolore è dettato con suprema tenerezza (“Cerchiamo di vivere nel presente e non nel domani”; “Conterò i giorni fino a quando la serenità non scenderà su di noi (in un modo o nell’altro). Conterò i giorni, dovessi contare fino alla fine dei tempi” – e con tenaglia, nell’aspro e nel limpido.
Ingmar Bergman: la vita sessuale di Franz Kafka (2015) fa parte del “Ciclo del Tradimento”, cominciato da Davide Brullo con la pubblicazione di Rinuncio (2014), proseguito con Pseudo-Paolo. La lettera di San Paolo Apostolo a San Pietro e Un alfabeto nella neve (entrambi 2018). Dal romanzo l’autore ha tratto un testo teatrale, Ingmar, per Daniela Giovanetti e Silvio Castiglioni, che ha debuttato a Rimini nel 2018.
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Antonio Tabucchi e Paolo Di Paolo
È curioso, ma posso ricordare il pomeriggio di marzo del 2001, quando mi presi una pausa dai compiti, per cominciare a leggere il nuovo libro di Antonio Tabucchi, appena uscito per Feltrinelli. Copertina bellissima, fotografia misteriosa di un abbraccio. Titolo molto tabucchiano: Si sta facendo sempre più tardi. Quando lessi il più breve dei racconti, Lettera da scrivere, ebbi forse per la prima volta questo pensiero: mi piacerebbe saper scrivere così. E sulle pagine del giornale scolastico, per gioco, provai a imitare quel racconto nei modi, nel tono, nella formulazione epistolare. Su quella linea di confine fra la scuola superiore e il mondo incognito del dopo, la lettura di quel Tabucchi (di cui avevo già amato molto Sostiene Pereira) mi spinse a immaginarmi più concretamente scrittore. E devo perciò riconoscere che un anno dopo, concentrandomi sull’impresa di una mia prima raccoltina di racconti, Nuovi cieli, nuovissime carte, Empiria, la fascinazione per quello stile – lirico, direi, liquido, avvolgente, musicale, molto “letterario” – ebbe un peso più che consistente. Imitavo, sì. Dico apertamente che imitavo. E quando Dacia Maraini, senza saperlo, nella generosa prefazione scrisse che le mie pagine ricordavano quelle di Tabucchi, sobbalzai. Tana. Aveva visto bene.
Paolo Di Paolo è nato a Roma, il 7/6/1983. Nel 2003 entra in finale al Premio Italo Calvino per l’inedito, con i racconti Nuovi cieli, nuove carte. Ha pubblicato libri-intervista con scrittori italiani come Antonio Debenedetti, Raffaele La Capria e Dacia Maraini. È autore di Ogni viaggio è un romanzo. Libri, partenze, arrivi (2007), Raccontami la notte in cui sono nato (2008). Ha lavorato anche per la televisione e per il teatro: Il respiro leggero dell’Abruzzo (2001), scritto per Franca Valeri; L’innocenza dei postini, messo in scena al Napoli Teatro Festival Italia 2010. Nel 2011 pubblica Dove eravate tutti (Feltrinelli, vincitore del premio Mondello, Superpremio Vittorini e finalista al premio Zocca Giovani), nel 2012 nella collana di ebook “Zoom” Feltrinelli La miracolosa stranezza di essere vivi. Nel 2013 con Mandami tanta vita (Feltrinelli), è finalista al Premio Strega 2013. Nel 2016 pubblica con Einaudi Tempo senza scelte e con Feltrinelli Una storia quasi solo d’amore.
L'articolo Da Ingmar Bergman a Osamu Dazai, da Bret Easton Ellis ad Antonio Tabucchi, Beppe Fenoglio e James Ellroy, 9 scrittori italiani confessano i loro debiti letterari (stuzzicati da Matteo Fais) proviene da Pangea.
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