#schermo rotto
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Cinese super tech dice che cambiare lo schermo del mio telefono costa troppo e che è più conveniente tenerlo così finché non si degrada troppo...
Bro hai ragione eh (ho controllato anch'io e solo lo schermo viene 200 e rotti euro), ma speravo che tirassi fuori qualche magia dal cilindro 😭
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Ciao Liam,
Ti scrivo questa lettera qui, dove non la leggerai mai, perché ho bisogno di buttare fuori quello che sento e penso che questo sia il posto migliore per farlo.
E te la scrivo in italiano perché so che dove sei adesso non ha davvero importanza.
Ti ho conosciuto tardi nella vita, avevo già 30 anni ed ero incinta del secondo figlio quando ho scoperto te e i tuoi fratelli. Non avete fatto parte della mia infanzia o della mia adolescenza, ma questo non rende la perdita meno dolorosa, anzi. Sono una vostra coetanea (una manciata di anni in più, ma l'età non si chiede mai a una signora) e proprio per questo, forse, mi sento così incredibilmente vicina a voi in un modo che non mi sarei mai onestamente aspettata.
Liam, anima fragile, ho assistito con gioia al tuo periodo in riabilitazione e mi ricordo i sorrisi genuini e pieni di vita che ci regalavi in quel periodo. Stavi bene e si vedeva.
Ma il mondo in cui vivevi ha deciso che tu non ne valevi la pena, perché alla fine questo è. La stessa industria che non ha pietà per nessuno e ha triturato gente del calibro di Michael Jackson e Withney Houston ti ha gettato sul fondo del mare con un'ancora al collo. Ho assistito, impotente e distrutta dietro a uno schermo dall'altra parte del mondo, alla spirale di distruzione che ha ti condotto esattamente là dove avevo previsto che ti avrebbe condotto.
Ti hanno isolato dalla tua famiglia e dai tuoi affetti, portandoti in un paese sconosciuto dalla lingua sconosciuta e senza riferimenti culturali né affettivi, circondandoti di persone che erano lì solo per un contratto e non perché veramente interessati al tuo cuore dolce e buono. Ti hanno tenuto lontano dai tuoi fratelli acquisiti, gli unici che potevano davvero capirti. Ti hanno boicottato la musica, impedendoti di fare una delle poche cose che ti teneva in vita. Avevi un figlio, e da madre so che il suo volto deve averti dato una ragione per svegliarti più di una volta, ma ti hanno tolto pure quello, chissà con quale lavaggio del cervello. Ti hanno fatto credere di non valere niente, di non essere abbastanza, che nessuno ti amasse più. Ti hanno fatto credere di essere un peso e che il mondo, compresi i tuoi genitori che ti hanno messo al mondo, i tuoi fratelli - di sangue e non - che ti hanno amato infinitamente e il tuo bambino, sarebbe stato meglio senza di te. E lo hanno fatto alimentando le tue debolezze, fornendoti la droga e l'alcool con cui potevano controllarti.
So che sicuramente hai sbagliato nella vita, commettendo errori più o meno gravi anche con le persone a cui volevi più bene, ma eri malato, Liam. Non eri rotto, eri malato e meritavi di essere curato. Meritavi una sincera e seria possibilità di uscirne e fare ammenda dei tuoi sbagli, qualunque siano stati, tornando a fare parte della vita delle persone che ti hanno sempre amato. Meritavi la possibilità di riabbracciare la tua famiglia e i tuoi ragazzi e di dare altri baci al tuo bambino.
Ti hanno fornito corda e sgabello e poi hanno aizzato il popolo dei social a dirti di ucciderti.
Non ho mai vissuto quello che hai vissuto tu, né conosco di persona qualcuno che abbia sofferto della tua stessa malattia. Non ti biasimo per aver cercato la via più facile, la colpa non è tua. Ci hai provato a dirci come stavi e a chiederci aiuto, hai gridato forte con tutto il cuore, e vorrei che fosse bastato.
Dovunque tu sia, spero che troverai la pace e la serenità che quaggiù ti era stata rubata. Non perdonarli, Liam, perché non lo meritano.
Però, se puoi, veglia su chi è rimasto quaggiù e ti piangerà per sempre.
Vorrei aver potuto fare di più per te e, anche se so che non ero nella posizione per farlo, è un rimpianto che mi accompagnerà a lungo.
Riposa in pace 🤍
- Sara -
#rip liam#liam payne#rip liam payne#one direction#1d#harry styles#louis tomlinson#industry abuses#fake narrative#liam#niall horan#zayn malik#grief#loss#personal letter
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Raga mi dispiace non poter condividere con voi lo schermo rotto del mio cellulare
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Era il 14 ottobre 2018 alle 14:33 nasceva "La ragazza dal cuore nero♡".
Dopo un po' di tempo a decidere cosa farne di quel profilo con un nome che gli avevo dato perché un anno prima il mio cuore si era rotto in mille pezzi per aver perso la prima persona che mi aveva amato con il vero amore.
Ho sempre avuto la passione per la scrittura e nei miei tanti sogni del cuore,si del cuore perché nel cassetto ci sono tutti quei brutti ricordi che un po' vorrei riuscire a dimenticare mentre nel cuore voglio portare tutte le cose belle,c'è(ra) anche fare la scrittrice.La lettura mi ha sempre fatto compagnia e nonostante non sia amante dei libri di poesia a me piace scriverle,o almeno ci provo.
La scrittura mi è sempre servita per tirare fuori tutto quello che ho dentro;nonostante sembri una tempesta sempre in piena molto spesso preferisco nascondere tutto dietro un bel sorriso e far finta che sia sempre forte.
In questi anni qui su questo blog ho reso pubblico un po' tutti i miei pensieri,la mia rabbia,i miei dubbi,le mie storie assurde e tutte le cose che mi rendo me stessa.Qui ho trovato chi,in questi anni,mi ha dato tanto bene;persone che mi hanno regalato tanti sorrisi,tanti momenti belli e anche tanti momenti di vera emozione,persone che hanno conosciuto pezzi di me anche solo tramite uno schermo.
Però in questo ultimo periodo sento un po' di voler tornare "dietro le quinte",sento un po' il bisogno di restare in disparte nonostante abbia un vulcano dentro che vorrebbe esplodere.Sento un po' il bisogno di trovare un po' di tranquillità,calma,riflessione in me stessa e trovare un posto "vero" per tutto quello che ho dentro.
Non sto dicendo che ti abbandono Tumblr.Sei e resterai il mio "posto segreto" dove posso essere la versione triste e anche un po' bambina di me.Sarai solo un po' in pausa ma presto ritornerò con tutti i miei sfoghi,pensieri e tutto ciò di cui ti voglio raccontare.
-la ragazza dal cuore nero♡
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io manuel e neena non li voglio vedere sul mio schermo mi hanno rotto il cazzo
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ragazzo in stanza che ha il cellulare con lo schermo rotto e non può staccare la fottuta sveglia che suona ogni mattina alle 6:30
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Parigi, agosto 2024. Mi si è rotto il cavo dell’i-phone. Quale occasione migliore per entrare alla Apple Champs Elysées per comprarne uno nuovo e fare un giretto esplorativo. La commessa (genius) mi riceve col solito smagliante sorriso e mi chiede se ho un account Apple. Rispondo di sì e lei, tra mio sconcerto, mostra il suo i-phone e mi chiede “un bisou” (un bacio). La guardo sgomento ma in realtà voleva dire solo di accostare il mio i-phone al suo. Compiuta l’operazione la ragazza guarda lo schermo e mi dice “Bonjour Mario!” Chiedo il cavo che mi occorre, lei me lo dà e mi saluta, poiché avevo già pagato senza saperlo… Meno male che non ho chiesto un Mac… Altro che raccomandate e ceralacca
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La terza: dimentica le strade
È strano pensare che da qualche parte esistono i nostri vecchi posti, senza di noi. C’è qualcosa nella natura di noi esseri umani che ci costringe a sentirci speciali perfino per i luoghi - questo albero esiste perché lo guardo io ogni giorno; questo bar non chiude soltanto grazie all’euro e dieci che ogni mattina esce dalle mie tasche, prego, non c’è di che; e la sola idea che altre persone aprano lo stesso portone, mentre non le vediamo, mentre siamo lontanissimi e forse dall’altra parte della galassia, ci dilania dall’interno, come un discorso insopportabile su cui il nostro corpo opera la sua migliore forma di censura (non pensarci, dimenticare).
Poi a un certo punto la realizzazione, la terribile presa di coscienza: sono in macchina e non so se girare a destra o a sinistra, e mentre ci penso do settanta centesimi a qualcuno che mi lava male il vetro, per sentirmi migliore di lui e cominciare a far capire a tutti chi comanda (sei fortunato che li avessi, questi soldi con cui può cambiare la tua vita). Giro a destra e vedo strade che non ho mai visto, posti che hanno vissuto senza di me fino ad oggi: un albero senza foglie, il portone rotto di un palazzo in cui si entra senza suonare, un bar che sta per chiudere per oggi o per sempre.
Cerco un posto dove fermarmi, mentre qualcuno che ha cento volte la mia età mi indica come parcheggiare, e quanto ancora posso andare indietro. Vieni, vieni, fa dalla sua maschera di anni: basta. Lo ringrazio come se ci conoscessimo, e mentre cerco sullo schermo il punto esatto in cui devo andare o in cui devo essere, vedo sulla parete davanti a me l’ombra di qualcosa che ha esattamente la mia altezza, ma molti, molti anni di più.
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Buongiorno, la mia casa è infestata da fantasmi o qualcosa del genere
Fumavo una sigaretta sotto al camino e suonava una sveglia dal nulla, era di un mio telefono del 2015 che ha lo schermo rotto e che nessuno tocca da 7-8 anni
INQUIETANTE
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Ovunque la gente continua ad essere priva di tatto, a parlare troppo quando non sa nulla, ad essere superficiale ed impicciarsi della vita degli altri.
Ho risposto in modo educato ad un commento, o almeno ci ho provato, ma mi ha irritato parecchio. Perché in quello sfogo parlavo di uno squarcio della mia inutile vita, di come sono arrabbiato, di come sto lasciando andare tutto e della mia solitudine che mi accompagna costantemente. NON si tratta di pessimismo e NON si tratta di ciò che alla gente piace, perché (allarme spoiler) non me ne frega un cazzo di ciò che piace alla gente. Che devo ostentare sempre un falso sorriso per piacere alle persone, sono quasi 23 anni che lo faccio e mi sono rotto i coglioni. Non mi ha portato a nulla.
A chi sta leggendo, ricordatevi che dall'altra parte dello schermo c'è una persona di cui non sapete NULLA, se non quel poco che lascia trapelare qui. Perciò, pensateci due volte prima di commentare e giudicare in modo superficiale. Grazie.
Devo togliere anche la possibilità di commentare sotto ai miei deliri?
@al-sapore-di-sigarette
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Team Voltron Heroes. Capitolo 2: Matt
Gotham city, anno 2134
Il suono della sveglia lo fece alzare di colpo, riportandolo nel mondo reale. Rimase un po’ a letto, guardando il vecchio soffitto in mattoni e sospirando, sentendo che sarà un’altra giornata uguale a tutte le altre. Mattew Holt sapeva che la quotidianità era il suo forte tanto quanto lo erano i computer e la tecnologia, quindi per lui ripetere le stesse azioni ogni giorno e nello stesso preciso ordine e tempo era rilassante. Per quanto potesse essere sempre curioso e affascinato da molte cose, era anche un uomo preciso e ordinato, soprattutto durante la sua routine.
Alzandosi e dirigendosi verso il vecchio bagno, zoppicando lentamente sulle gambe indebolite dalla notte, aprendo un mobiletto in acciaio con alcuni foglietti verdi dove si appuntava le cose, prendendo oggetti per la piccola barbetta che aveva e che tagliava senza pietà ogni fine settimana. Sbadigliando aprì un prodotto per capelli e massaggiò il cuoio capelluto, seguendo rigorosamente ciò che scrivevano sul foglietto della confezione.
Passato poi dal piccolo ma comodo angolo cottura, si fece del caffè amaro e lo bevve con calma alla vista della luna avvicinarsi sempre di più all’orizzonte, e alla grande piazza di Gotham che si svuotava man mano della gente notturna. Matt ridacchiò tra sé e sé, nonostante vivesse letteralmente al centro della città con il tasso di criminalità più alto del mondo, non aveva per nulla paura dei criminali, e anche se avesse i giusti poteri, non voleva diventare un supereroe.
Solo la classica e tranquilla normalità, ecco cosa gli piaceva.
Si mise una felpa verde e dei jeans marroni, scese poi le traballanti e scricchiolanti scale in acciaio che conducevano dalla sua piccola abitazione al secondo piano al negozietto di elettronica e riparazioni al piano terra.
“Buongiorno BaeBae, nessuno è venuto a derubarci stanotte, vero?”: sorrise Matt, vedendo la cagnolina scodinzolare alla sua entrata, accogliendolo cercando gi leccargli le scarpe. Lui l’accarezzò sorridendo, buttando via il giornale del giorno prima sbuffando leggendo nuovamente il titolo della prima pagina. Aperte le saracinesche, si sedette alla scrivania lavorando su un computer rotto preso a pochi dollari a un’asta. Buco sullo schermo che aveva danneggiato completamente i circuiti interni, irriparabile anche secondo i migliori. Matt sogghignò. Toccandolo, emettendo una lieve luce verdasta, il buco si chiuse senza lasciare una minima traccia o graffio. Le zampe anteriori appoggiate alla scrivania mentre scodinzolava vedendo l’intero processo.
“Shh… Non lo dirai a nessuno, vero vecchiona?”: lui le fece l’occhiolino, scrivendo su un foglietto il prezzo del computer ora riparato e posizionandolo in mostra su uno scaffale e mettendosi fieramente le mani sulla vita. Eppure, proprio in quel momento, sentì un forte tondo che fece vibrare leggermente il pavimento, affacciandosi alla porta in vetro del negozio, vide tutti i supereroi riuniti nella piazza, insieme a quella che sembrava un’astronave aliena sconosciuta. Dal centro di quella astronave, si poteva vedere una sfera di potenza crescere gradualmente, e la mente tecnologica e intelligente di Matt sapeva che stava preparando un attacco imminente, che avrebbe probabilmente distrutto la piazza e il suo negozio. Eppure c’erano i super, potevano proteggerli, dovevano proteggerli.
Poteva sentire BaeBae piagnucolare spaventata vicino alla porta che conduceva alla cantina, un luogo protetto che aveva costruito come se fosse un bunker sotterraneo.
“BaeBae, vai dento”: ordinò lui, e il cane non se lo fece ripetere due volte, correndo con la coda tra le gambe, aprendo la porta con la zampa e scendendo le scale.
Rimase lì alla porta, stupidamente, ma curioso di vedere per la prima volta gli eroi in azione dal vivo e durante il giorno, perché proprio dietro l’astronave si vedeva il sole crescere sempre di più e alzarsi in cielo. L’astronave nemica attaccò, lanciando un raggio laser e distruggendo una buona parte della piazza, i corpi di quelli che erano lì carbonizzati.
“Merda…”: dopo quella visione, Matt si precipitò verso la porta, ma un colpo vicino lo fece cadere, rompendo molte mensole. Si rialzò, sentendo la testa pulsare e vedendo la porta davanti a lui bloccata da pezzi di acciaio caduti dalle mensole. Tirò con tutte le sue forze, ignorando i continui tremolii e colpi che pian piano distruggevano quasi tutto, meno che la sua piccola palazzina. Forse era fortuna, o forse i supereroi stavano combattendo, ma non importava adesso. Voleva solo mettersi in salvo e sopravvivere. Da dietro la porta poteva sentire i piagnucolii di BaeBae mentre raschiava il legno, cercando di aiutare il più possibile.
“BaeBae, torna dentro!”: Sibilò, provando a tirare o spingere con tutte le sue forze o cercando addirittura di sfondarla. E poi, sentì un forte dolore al fianco quando venne violentemente spinto nella strada insieme alle macerie di quello che prima era la sua casa e il suo negozio. Mentre la sua visione era soggetta a flash bianchi e neri, poteva vedere la piazza e le strade distrutte, il suo corpo dal fianco in giù completamente immerso da detriti pesanti e cavi d’acciaio. Il sole aveva già preso posto nel cielo, dicendo a Gotham che era mattina e mentre Matt stava lentamente svenendo, vide una figura in un’armatura nera e rossa, un mantello viola e capelli neri.
Un supereroe. Forse l’unico supereroe a essere sopravvissuto. E lo conosceva. Zarkon. Non era mai stato molto altruista nei confronti dei cittadini, conosciuto per la sua sete di vendetta verso Sendak, ma forse…
Allungò il braccio, cercando di urlare nonostante la debolezza, viaggiando tra la coscienza e l’incoscienza. Solo quando lo vide girarsi e correre verso di lui, finalmente, chiuse gli occhi.
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Quando Matt aprì gli occhi, non era più circondato di macerie o in mezzo alla strada. Sbattendo gli occhi un paio di volte, aveva pensato fosse solo un incubo, ma poi, guardando meglio il soffitto, verdastro e oro con un lussuoso lampadario, diverso dal puzzolente mattone vecchio, si ritrovò parecchio confuso.
“Non pensavo lo avessi salvato…”: due voci maschili stavano dialogando, l’annebbiamento alla testa gli impediva di capire chi erano o dov’era.
“Non avevo altra scelta…”: rispose un’altra voce, abbastanza più giovane:” Mentre tu e Kosmo eravate a fare l’ispezione con Sanda e Iverson, io l’ho portato qui ma… è strano… non ho avuto bisogno di curarlo…”
“Keith?”: L’uomo più grande disse con voce di rimprovero.
“E’ stato ferito con un spesso filo di acciaio, quando lo portavo sanguinava ma appena sono arrivato qui… la ferita si era già ricucita da sola…”: si giustificò l’altro:” Era… verde…”
Matt strizzò nuovamente gli occhi, strofinandoseli e gemendo, facendo rimbalzare i due uomini.
“Sei sveglio”: disse il primo, avvicinandosi al letto comodo della stanza degli ospiti e guardandolo:” Ti ricordi come ti chiami o cosa è successo?”
“Mi chiamo Matt…”: rispose lui, sedendosi senza troppa difficoltà e strofinandosi gli occhi:” Ricordo che un’astronave ha attaccato la piazza e i super”
“Oh… wow… non male…”: disse sorpreso l’altro, che se stava a braccia incrociate vicino al letto, ma più distante rispetto al primo. Matt lo guardò sgranando gli occhi. Capelli lunghi e neri. Occhi viola.
“Tu sei Zarkon”: disse guardandolo dalla testa ai piedi, con una giacca rossa, leggins e maglietta nera.
“Sì, sono io. Keith Kogane”: lui allungò il braccio, con un debole sorriso.
“Beh, grazie per avermi salvato… immagino…”: balbettò, stringendo saldamente la mano:” Sei l’unico sopravvissuto?”
L’uomo annuì, mordendosi il labbro, guardando l’altro uomo. Aveva accenni giapponesi, inoltre i suoi vestiti curati ed eleganti dicevano che probabilmente lui viveva in quella casa lussuosa. Guardandosi intorno poteva vedere le pareti dello stesso colore del soffitto, mobili e oggetti abbastanza rustici e costosi e la villa della città all’orizzonte.
“Come hai fatto?”: chiese improvvisamente Keith, guardandolo con uno sguardo leggermente curioso e intimidatorio.
“A fare cosa?”: lui alzò un sopracciglio, scuotendo la testa confuso, mentre l’altro faceva uno scatto in avanti, alzandogli la maglietta per vedere dei piccoli addominali e una cicatrice che stava lentamente guarendo da sola nel fianco.
“Keith-“: l’uomo più anziano si lasciò sfuggire uno sbuffo.
“Non ora Takashi!”: ringhiò Keith:” Come puoi farlo? Sei stato trafitto da un filo d’acciaio, diavolo, e non ho nemmeno dovuto disinfettare niente!”
“Lo posso fare?”: Le sue sopracciglia si alzarono sorpreso, la bocca in un leggero sorriso, solo fissando i due uomini spaventati scosse la testa e si scusò.
“L’importante è che ti sei ripreso…”: Takashi sorrise gentilmente, trasmettendo una calma confortante. Quell’uomo lo incuriosiva molto, dandogli un’aura di calma e tranquillità, ma soprattutto mistero, sentendo nella sua mente acuta e logica che lo aveva già visto da qualche parte.
“Kosmo! Che cavolo!”: esclamò Keith, mettendo le mani alla testa quando un enorme lupo corse nella stanza, interrompendo entrambi da quell’attimo di contatto visivo confortante. L’animale, che sembrava più una gigante palla di pelo, sbatté contro un piccolo comodino, facendolo traballare e cadere, rompendo l’elegante vaso in vetro che c’era sopra, seguito da niente meno che BaeBae.
“Vecchiona!”: esclamò Matt, tendendo le braccia aperte e, quando lei lo vide, si fermò scodinzolando allegramente dal gioco, saltando con molta fatica sul letto e leccandogli tutta la faccia.
“Io e Kosmo l’abbiamo trovata chiusa dentro una cantina-bunker mentre facevamo un giro di pattuglia con Iverson e Sanda, avevamo intenzione di portarla in canile oggi pomeriggio se non trovavamo il preopetario…”: Spiegò Takashi calmamente:” Beh… li chiamerò che non ci sarà più bisogno…”
Lui annuì, accarezzandola e facendole le coccole, contento e felice di vederla di nuovo con sé e viva, la paura di perderla un’altra volta.
“Grazie… Grazie davvero…”: sorrise, abbracciando la cagnolina e guardando nuovamente l’uomo seduto ai piedi del letto.
“Un supereroe deve aiutare…”: sorrise, mentre Keith brontolò un’altra volta alzando gli occhi al cielo, Matt annuì, asciugandosi delle lacrime salate che erano scese dalle sue guance, accarezzò nuovamente le orecchie di BaeBae.
“Va bene… Ti ho salvato, ma voglio lo stesso sapere comunque come hai fatto”: l’altro si avvicinò, alzando un sopracciglio con aria impaziente e autoritaria:” A curarti, intendo”
“Ecco… io non sapevo potessi farlo…”: rispose, sorridendo nuovamente guardando la cagnolina:” Ho un… ehm… chiamiamolo superpotere? Posso modificare e manipolare le tecnologie a mio piacimento… ma non pensavo potessi curarmi…”
“Le tecnologie, eh?”: Keith alzò un sopracciglio, muovendo la testa agitato:” E non hai mai pensato che forse avresti potuto diventare un supereroe e salvare vite? Avevi paura?”
“Non avevo paura, se questo intendi!”: ringhiò Matt, cercando di sembrare minaccioso:” Ho solo preferito la normalità, cosa c’è di male?”
“Cosa c’è di male? Hai aperto un negozio di elettronica, egoista!”: strinse i denti, avvicinandosi cercando di sembrare minaccioso, tuttavia la mente acuta dell’uomo più grande vide come stranamente zoppicava cercando di camminare normalmente per acquisire una forma minacciosa.
“Non voglio combattere”: disse semplicemente, senza sembrare troppo arrabbiato o infastidire:” Ed essere supereroi non è un obbligo, e io non sono di certo egoista!”
“Pensala come vuoi”: Keith strinse nuovamente i denti, sistemandosi la giacca e uscendo dalla stanza zoppicando. L’uomo scosse la testa quando BaeBae gli leccò nuovamente la guancia, riportandolo alla realtà.
Matt aveva sempre saputo, come lo sapevano tutti a Gotham, che Zarkon era un po’ scorbutico, e chi si nascondeva dietro la maschera non poteva essere da mano, tuttavia notava che allo stesso tempo, il ragazzo che si definiva come Keith Kogane, sotto la sua natura antipatica e crudele, si celava un segreto delicato e fragile; una debolezza che era la causa di tutto. E lui sapeva come ci sentiva, lui lo sapeva perché tutti gli uomini, anche quelli più potenti la hanno.
“Quanto tempo sono stato fuori?”: chiese infine, guardando nuovamente Takashi.
“Tre giorni… La città è un po’ nel caos, e anche tutto il mondo… Servono dei supereroi”: lui rispose, parlando con quella calma confortante nel tono, che faceva rilassare ogni muscolo.
“Tu conosci Zarkon, perché non combatti?”: Alzò un sopracciglio, notando la cicatrice sul naso e il ciuffo di capelli bianchi, e il braccio protesico in metallo.
“Io ho perso troppo, il mio supereroe non esiste più…”: raccontò con un sospiro, la voce leggermente tremante, mentre tirava fuori dalla mente un ricordo tutt’altro che piacevole.
“Capisco…”: Matt riflettè, guardando nuovamente l’uomo:” Tu eri Shiro, giusto?”
L’uomo giapponese annuì, guardandosi nuovamente il braccio in metallo scomodo e freddo, per poi spostare nuovamente l’occhio sulla persona seduta davanti a lui. Capelli corti castani, occhi oro, intelligente e intuitivo, gli ricordava molto qualcuno.
“Io e te ci siamo mai conosciuti?”: chiese semplicemente, un pizzico di curiosità nella voce:” Puoi ripetermi un attimo il tuo nome?”
“Matthew Holt”: rispose, lui sgranava gli occhi cercando nelle parti più remote del cervello qualcosa… e poi all’udire il suo cognome, come se so fosse accesa una lampadina, ricordò.
“Holt?”: ripetè come se fosse una domanda per accertarsi:” Come dottoressa Holt?”
“Era mia madre…”: rispose Matt, mentre anche lui iniziò a ricordare:” Tu sei… Taki? Dell’orfanotrofio?”
“Mattie”: esclamò lui, finalmente mettendo tutti i pezzi insieme, ricordando felicemente il suo amico d’infanzia. I due si scambiarono un caloroso abbraccio, ritrovati.
“Takashi… Ero rimasto che dovevi essere adottato da Bruce Wayne”: Esclamò, facendo sbattere le mani, sentendo di esservi ovviamente, e per un motivo altrettanto triste e delicato.
“Infatti”: Annuì, alzandosi dal letto e allargando le braccia, indicando tutta la stanza:” Adesso è tutto mio questo, ma non parliamo di me, amico. Eri scomparso! Per tutto l’Ohio c’erano volantini con la tua faccia sopra!”
“E’ una storia molto lunga, e non la dirò qui”: Matt sorrise quando quella temuta domanda arrivò, ma dopotutto le sue erano false speranze.
“Vedo che c’è molto da raccontare allora”: ridacchiò:” Iniziamo da me”
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Keith camminava a testa china, mani in tasca mentre passeggiava tra le strade principali, la gente dopo tre giorni si era, per fortuna, un po’ tranquillizzata, così come il misterioso nemico che aveva attaccato Gotham. Il sole si nascondeva dietro dei nuvoloni, mentre l’aria fresca gli colpiva la pelle scoperta sul collo. Il viaggio dalla villa alla città è stato piuttosto ventoso, tuttavia ha sempre trovato l’aria costante sul corpo mentre guidava la moto piuttosto piacevole.
Le strade e il marciapiede erano ovviamente affollati, e schivare tutte quelle persone, soprattutto quando era in una crisi di nervi, era piuttosto snervante. Il fatto che nessuno lo avesse ancora urtato lo stava tenendo sotto controllo, evitando che la bomba dentro di lui esplodesse.
…
Appena detto. Stava camminando vicino ad un incrocio mentre lo pensava, e in quel momento, un castano dalla pelle abbronzata gli è andato addosso mentre parlava con la ragazza bionda dietro di lui.
“Che cavolo!”: esclamò l’altro, mentre entrambi cadevano a terra sull’asfalto caldo e scomodo del marciapiede. Un attimo per guardarsi, solo per vedere chi avessero colpito, mentre la donna dai codini bassi biondi restava ferma in piedi accanto, le mani sulla bocca.
“Io ti conosco!”: esclamarono entrambi allo stesso tempo.
“Lance! Riconoscerei quegli occhi di merda ovunque!”/”Keith! Riconoscerei quella triglia orrenda ovunque!”
Ancora una volta, pronunciarono le frasi nello stesso momento, mentre Keith lo levava da dosso dandogli uno spintone. Lance perse nuovamente l’equilibrio, ma stavolta la donna di prima lo prese e lo rialzò prima di farlo cadere a terra.
“Lui è Keith?!”: esclamò lei, mettendosi di fianco a lui con un’espressione sorpresa, cambiando cercando di essere minacciosa:” Lasciaci andare, mostro!”
“E il mostro sarei io?!”: esclamò, avvicinandosi a loro, mentre lei si nascondeva dietro Lance:” Parla l’atlantideo!”
“Lascia stare, Romelle. Sono cose da uomini!”: ringhiò lui, avvicinandosi a sua volta mentre lei alzava gli occhi cielo:” Perché, cosa c’è di strano? Odi i turisti? Gotham ne è piena!”
“No, odio solo voi!”: rispose incrociando le braccia:” Tornate negli abissi!”
Riuscì a finire la frase, per poi essere colpito alla mascella. Il colpo lo fece cadere nuovamente a terra, il labbro sanguinante. Si guardò intorno, vedendo numerose persone che li circondavano, curiosi del casino che si era appena creato e Keith, che non era dell’umore giusto per una scenata, si alzò e se ne andò.
“Bastardi”: sputò del sangue per terra, tornando alla villa.
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Quando Keith tornò alla villa, l’abitazione era piena di risate provenienti dai piani superiori. Entrato nella stanza degli ospiti, vide Takashi e Matt parlare e scherzare animatamente sul letto, le mani del tecnico saldamente sul braccio protesico, gli occhi chiusi e i palmi leggermente illuminati da una lucina verdastra. Entrò senza fare rumore, vedendo BaeBae sul letto e Kosmo seduto di fianco a Takashi, entrambi che scodinzolavano alla scena.
“Già migliori amici, eh?”: entrò, accarezzando il lupo, e sentendo il dolore alla mascella mentre si sforzava a parlare.
“Ow… Dovrebbe fare male…”: sibilò Matt, mentre l’altro uomo si metteva una mano sulla fronte.
“Sei già andato a immischiarti in una rissa?”: brontolò con un sospiro, non sapendo più che fare.
“Non era una rissa. Ho rivisto Lance”: rispose, mentre il castano gli prendeva il mento per vedere la ferita, accarezzandola con un dito.
“Non puoi sempre essere impulsivo, Keith”: lo rimproverò il giapponese:” Quando diventerai un leader metterai tutta la squadra in pericolo!”
“Ma non sono un leader!”: ribattè, sibilando per il dolore quando toccò un punto sensibile e delicato sul labbro. Matt annuì, chiudendo di nuovo gli occhi e facendo nuovamente la sua magia, i palmi verdastri mentre illuminavano la pelle troppo pallida di Keith, curando il taglio sul labbro.
“Stavolta sono serio, davvero non vuoi essere un supereroe?”: stavolta la voce era molto più dolce e gentile, ma allo stesso tempo assumeva un tono più ansioso e supplicante e non si sarebbe mai aspettato di sentirla da Zarkon. Lui si morse il labbro, ripensando a tutta la sua vita, ai suoi amici, genitori, famiglia… tutto.
“Solo perché so che la gente non ti prenderebbe sul serio”: rise, dandogli un leggero pugno sul petto quando finì:” Ma prima ti guarisco la gamba, devo fare pratica!”
“Non penso ci sia tempo”: la voce fredda, seria di Takashi fece rabbrividire entrambi, interrompendo la piccola e corta sinfonia di pace che si era creata. L’uomo più vecchio era in piedi alla finestra, le mani dietro la schiena e lo sguardo fisso verso la città.
“L’astronave si sta muovendo…”
#voltron legendary defender#keith voltron#lance mcclain#romelle voltron#matt vld#takashi shirogane#Team voltron heroes#superheroes#fanfiction#dc universe
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Ho appena fatto un volo colossale dalle scale della facoltà, una figura di m**** che peggio non si può, ho il ginocchio gonfio e ho rotto lo schermo del telefono. DICIAMO CHE INIZIAMO BENE!
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Qualcuna/o ne capisce di smartwatch?
Vorrei acquistare un nuovo smartwatch adesso ho un gts ma ho rotto lo schermo (come mio solito) mi servirebbe uno buono ma non ne capisco una ceppa chi mi aiuta? Ho visto il samsung 4 e 5 ma non capisco cosa cambia fra uno e l’altro.
So che apple watch è il migliore ma non ho iphone quindi per favore consigliatemi uno per il mondo android grazie mille
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maledetta sfortuna: si è rotto pure lo schermo del telefono
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Che nervoso sto schermo rotto che quando scrollo interagisce coi post e mi fa perdere un sacco di tempo a scrivere perché digita lettere a ripetizione
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Jim Carrey sorriso e il processo di trasformazione del sorriso di Jim Carrey, compreso il lavoro dietro le quinte coinvolto. Dalle consultazioni iniziali con esperti dentali al risultato finale, seguiamo il viaggio di Carrey mentre ci guida attraverso l'intero processo per ottenere il sorriso dei suoi sogni. Lungo il percorso, potremo assistere alle sfide e alle ricompense derivanti dalla trasformazione del sorriso e conoscere le ultime tecnologie e procedure dentali utilizzate nell'odontoiatria estetica. Unisciti a noi mentre diamo una sbirciatina dietro le quinte e seguiamo il viaggio di Jim Carrey verso il suo perfetto sorriso hollywoodiano! Se Jim Carrey dovesse sottoporsi a un restyling del sorriso e documentare il processo, il titolo implica che gli spettatori avranno uno sguardo esclusivo al processo di trasformazione del sorriso di Jim Carrey, compreso il lavoro dietro le quinte coinvolto. Ha il potenziale per attrarre i fan di Jim Carrey, così come le persone interessate alle procedure dentistiche e all'odontoiatria estetica. Come ha fatto Jim Carrey a sistemarsi il dente? Jim Carrey ha riparato il suo dente rotto, conseguenza di un incidente avvenuto durante l'infanzia, ricorrendo a una corona dentale. Questa soluzione non solo ha ripristinato la funzionalità del dente ma ha anche migliorato l'estetica del suo sorriso, permettendo all'attore di mantenere l'immagine pubblica desiderata. La corona, realizzata su misura per adattarsi perfettamente al resto dei suoi denti, ha reso il danno praticamente invisibile, conferendo a Jim Carrey sorriso impeccabile. Tuttavia, per il suo ruolo in "Scemo & più scemo" (Dumb and Dumber), Carrey ha scelto di rimuovere temporaneamente la corona, rivelando così il dente rotto per aggiungere un tocco di autenticità e comicità al suo personaggio, Lloyd Christmas. Questa mossa ha evidenziato la sua dedizione nel portare sullo schermo personaggi memorabili, utilizzando ogni aspetto del suo aspetto fisico. Dopo la conclusione delle riprese, l'attore ha ripristinato la corona, tornando a sfoggiare un sorriso perfetto nelle sue apparizioni pubbliche e continuando a dimostrare la versatilità delle soluzioni odontoiatriche cosmetiche. La trasformazione del sorriso di Jim Carrey prima e dopo La trasformazione del Jim Carrey sorriso prima e dopo è un esempio notevole di come la tecnologia odontoiatrica possa influenzare l'aspetto di una persona. Prima della correzione, Carrey aveva un sorriso caratterizzato da un dente anteriore rotto, che contribuiva al suo aspetto unico e alla sua identità comica. Tuttavia, dopo aver optato per una corona dentale su misura, il suo sorriso è stato trasformato in un'immagine impeccabile di perfezione dentale. Questo cambiamento ha non solo migliorato l'aspetto estetico del suo sorriso, ma ha anche aumentato la sua fiducia in se stesso e la sua presentazione pubblica, consentendogli di affrontare i suoi ruoli cinematografici e le sue apparizioni con un sorriso radioso e sicuro. Questa trasformazione del Jim Carrey sorriso non ha solo un impatto estetico, ma ha anche influenzato la percezione del pubblico su Jim Carrey come figura pubblica. Il suo nuovo sorriso impeccabile è diventato un marchio distintivo della sua immagine, evidenziando il suo impegno per l'eccellenza e la sua attenzione ai dettagli. Questa trasformazione rappresenta non solo una vittoria personale per Carrey, ma anche un esempio dell'importanza di un sorriso sano e attraente nell'industria dell'intrattenimento e nella vita di tutti i giorni. Jim Carrey aveva uno spazio tra i denti? Sì, Jim Carrey aveva uno spazio tra i suoi due denti anteriori all'inizio della sua carriera. Il divario era visibile in molti dei suoi primi film e apparizioni televisive, ed è diventato una parte distintiva del suo look. Tuttavia, nel corso degli anni, ci sono stati notevoli cambiamenti nell'aspetto dei suoi denti, portando a ipotizzare che potrebbe essersi sottoposto ad alcuni interventi dentistici per correggere il divario.
È possibile che Jim Carrey abbia avuto procedure dentali cosmetiche come faccette o incollaggi per ottenere un aspetto più uniforme e dritto, ma ciò non è stato confermato da Jim Carrey o dai suoi rappresentanti. In definitiva, i dettagli di qualsiasi lavoro dentale che Jim Carrey potrebbe aver svolto sono sconosciuti e spetta interamente a lui condividere tali informazioni pubblicamente. Lema Clinica Dentistica per uno splendido sorriso da celebrità Lema Clinica Dentistica Turchia, con il suo approccio all'avanguardia all'estetica dentale, è la destinazione ideale per chiunque sogni un sorriso da celebrità. Comprendendo che ogni sorriso è unico come la persona a cui appartiene, la clinica è orgogliosa di offrire piani di trattamento personalizzati progettati per soddisfare le esigenze individuali di ciascun cliente. Sfruttando la più recente tecnologia di progettazione digitale del sorriso, Lema Clinica Dentistica Turchia garantisce che ogni piano di trattamento non solo sia personalizzato per adattarsi ai contorni precisi della bocca e alla struttura della mascella, ma si allinei perfettamente anche ai tuoi obiettivi estetici. Questo approccio digitale al 100% alla progettazione del sorriso consente una pianificazione e una visualizzazione meticolosa prima dell'inizio di qualsiasi trattamento, garantendo risultati che non sono solo belli ma armoniosamente integrati con le tue caratteristiche naturali, portandoti un passo più vicino a quell'ambito sorriso da celebrità. Inoltre, il viaggio verso il raggiungimento di un sorriso da celebrità presso Lema Clinica Dentistica Turchia è arricchito da un impareggiabile supporto ai pazienti. Riconoscendo l'importanza di una comunicazione chiara e del comfort, la clinica fornisce il supporto di un assistente personale, offrendo assistenza linguistica per soddisfare una clientela globale. Questo livello di assistenza personalizzata garantisce che ogni paziente, indipendentemente dal suo background, si senta pienamente informato e a suo agio durante tutto il processo di trasformazione del sorriso. Dalla consultazione iniziale alla rivelazione finale del tuo radioso sorriso da celebrità, la combinazione di pianificazione del trattamento su misura, progettazione digitale del sorriso all'avanguardia e assistenza personale dedicata di Lema Clinic garantisce un'esperienza dentale impeccabile quanto i risultati che offre. Sia che tu stia cercando di migliorare la bellezza naturale del tuo sorriso o di trasformarlo completamente, Lema Clinica Dentistica Turchia si impegna a trasformare il tuo sogno di un sorriso da celebrità in realtà, con trattamenti che si adattano perfettamente alla tua anatomia dentale unica e alle tue aspirazioni estetiche.
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