#scala chiocciola
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Vestibule - Mudroom Vestibule idea: medium-sized contemporary vestibule with a medium-tone wood floor, white walls, and a gray front door.
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Magnifica scala a chiocciola dei Musei Vaticani a Roma, Lazio, ITALIA
#magnifica#scala#magnificent#chiocciola#spiral staircase#gradas espirales#musei#museum#museo#musei vaticani#vaticani#vatican#vaticano#roma#rome#lazio#italia#italy#europe#europa
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Come nasce la scala elicoidale in cemento Rizzi https://www.design-miss.com/nasce-la-scala-elicoidale-cemento-rizzi/ L’affascinante genesi della #scala elicoidale
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https://www.atelier111.cz/rodinny-dum-v-jinonicich
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Mudroom Milan Inspiration for a mid-sized, modern entryway remodel with wainscoting, a gray floor, brown walls, and a white front door.
#mudroom#scala a chiocciola di metallo#seggiole moderne#librerie#pareti attrezzate#hall#libreria legno
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Loft-Style Living Room Mid-sized trendy loft-style light wood floor and brown floor living room library photo with white walls, a standard fireplace and a brick fireplace
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Library in Milan Living room library - mid-sized modern open concept porcelain tile, gray floor, wainscoting and tray ceiling living room library idea with a media wall and white walls
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Library - Living Room
Mid-sized minimalist open concept porcelain tile, gray floor, wainscoting and tray ceiling living room library photo with a media wall and white walls
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“ La Scala a chiocciola più imponente e pregevole di Venezia durante il carnevale.” ❤️
Scala Contarini del Bovolo, Venezia 🇮🇹💟
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QUANDO NOSTRO PADRE COMINCIA A MORIRE
Quando il padre invecchia e comincia a trotterellare come se fosse nella nebbia. Lento, lento, impreciso.
È quando uno dei genitori che ti teneva stretta la mano quando eri piccolo non vuole più restare solo. È quando il padre, un tempo fermo e insormontabile, si indebolisce e fa due respiri prima di alzarsi dal suo posto.
È quando il padre, che un tempo aveva comandato e ordinato, oggi non fa altro che sospirare, solo gemere, e cerca dove siano la porta e la finestra: ogni corridoio è ormai lontano.
È quando un genitore precedentemente volenteroso e laborioso non riesce a indossare i propri vestiti e non ricorda i farmaci che ha preso. E noi, da bambini, non faremo altro che accettare di essere responsabili di quella vita. Quella vita che ci ha dato i natali dipende dalla nostra vita per morire in pace.
Forse la vecchiaia del padre e della madre è curiosamente l'ultima gravidanza. Il nostro ultimo insegnamento. Un'opportunità per ricambiare la cura e l'amore che ci hanno donato per decenni. E proprio come abbiamo adattato la nostra casa per prenderci cura dei nostri bambini, bloccando le prese della luce e montando dei box, ora cambieremo la distribuzione dei mobili per i nostri genitori.
La prima trasformazione avviene nel bagno.
Saremo i genitori dei nostri genitori che ora metteranno una sbarra sotto la doccia. Il bar è emblematico. Il bar è simbolico. La sbarra inaugura il “detemperamento delle acque”. Perché la doccia, semplice e rinfrescante, è ormai una tempesta per i vecchi piedi dei nostri protettori. Non possiamo lasciarli per nessun momento.
La casa di chi si prende cura dei propri genitori avrà dei rinforzi ai muri. E le nostre braccia saranno estese sotto forma di ringhiere. Invecchiare è camminare aggrappandosi agli oggetti, invecchiare è anche salire le scale senza gradini. Saremo estranei a casa nostra. Osserveremo ogni dettaglio con paura e ignoranza, con dubbio e preoccupazione. Saremo architetti, designer, ingegneri frustrati. Come non prevedere che i nostri genitori si sarebbero ammalati e avrebbero avuto bisogno di noi?
Rimpiangeremo i divani, le statue e la scala a chiocciola. Rimpiangeremo tutti gli ostacoli e il tappeto. E a nostro padre si saluta un po' tutti i giorni...
Un uomo di nome José accompagnò suo padre fino ai suoi ultimi minuti.
In ospedale, l'infermiera stava facendo la manovra per spostarlo dal letto alla barella, cercando di cambiare le lenzuola quando José gridò dal suo posto: - Lascia che ti aiuti! - . Raccolse le forze e prese suo padre sulle ginocchia per la prima volta.
Appoggiò il volto di suo padre al petto. Ha messo sulle sue spalle il padre consumato dal cancro: piccolo, rugoso, fragile, tremante. Rimase abbracciato a lungo, il tempo equivalente alla sua infanzia, il tempo equivalente alla sua adolescenza, un tempo bello, un tempo infinito.
Dondolando suo padre da una parte all'altra.
Accarezzare suo padre.
Calmare suo padre.
E gli disse sottovoce:
- SONO QUI, PAPÀ!
Ciò che un padre vuole sentire alla fine della sua vita è che suo figlio è "lì" per dirgli... Vacci piano. Ti diamo il permesso, non preoccuparti... Andrà tutto bene! 🙏🏽
Queste meraviglioso testo lo aveva trovato anni fa. Dopo la morte del mio padre. Non ho potuto arrivare in tempo prima che lui mancase.
Grazie papà ovunque la nel spazio infinito sta te e tutti mie antenati. Mi manchi.
Xiukiauitzincheko Escandon
Nagual Sciamano dell’anima
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La scala a chiocciola di Villa Farnese a Caprarola, Lazio, ITALIA
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L’albero a cui tendevi la pargoletta “ah ‘nfame!”
A volte le attese non sono ripagate. La vita probabilmente è bella proprio per questo, non sai mai cosa ti riserva ed il solo pensiero che un giorno di monotono grigiore possa essere spezzato da un lampo di luce ti pone sempre nella prospettiva che tutto sia un dono. Tranne che per il melograno che ho in giardino. In realtà è un ritaglio di terra, piena zeppa di piante di vario genere che incornicia un approssimativo rettangolo di cemento dove parcheggiamo le auto. È un cemento vissuto, pieno di crepe a loro modo poetiche, tutte indistintamente testimoni della nostra vita familiare. Quante auto hanno lasciato l’impronta dei propri pneumatici su quel cemento! Papà vende automobili, contare il numero di veicoli che hanno, anche per un solo giorno, bivaccato in quel cortiletto è per me impresa impossibile. Molte persone passano decenni con una sola macchina, noi no, non ci siamo potuti mai affezionare ad un Pandino rosso con gli interni in finta pelle o una Citroen col paraurti un po’ ammaccato come tutte le persone normali. Nossignore, un porto di mare quel cortiletto col cemento un po’ crepato. Però tutte le piante messe lì ad addolcirne la seriosa austerità hanno sempre reso il tutto un gradevole posto dove tirare due calci ad un pallone quando la mia vita era un po’ più spensierata e sicuramente meno invasa dall’elettronica di consumo. E tra quelle piante spicca un albero maestoso, di cui non mi sono mai chiesto la specie, ma che è la quintessenza della bellezza, almeno ai miei occhi. Ci passavo davanti oggi, alle sette del mattino e mi sono fermato un attimo ad osservare la deliziosa cupola verde formata dall’intreccio di rami e foglie che pian piano diradano in due tronchi, cosa assai strana invero, che si attorcigliano parzialmente uno sull’altro, sembrando ai miei occhi ormai concupiti da concetti scientifici, quasi un richiamo alla scala a chiocciola del DNA. Poi lo sguardo si è posato su un piccolo arbusto, poco distante dal mio amato albero senza nome. Un alberello smilzo, venuto su quasi a stento in quasi trent’anni, quando la zia lo pianto con ben altri intenti. Ci ha messo una vita a superare il metro e mezzo, venendo meno a tutte le promesse e le aspettative che ci eravamo fatti. Per una vita ho sognato di gustarne i frutti maturi e lui sempre lì, ogni anno impercettibilmente più alto e sempre più smunto ed anemico. Ho sempre pensato che non avrebbe mai dato frutti e già pensavo al Carducci che con lui avrebbe avuto ben poca ispirazione per la sua famosa poesia. Ed invece dopo ben 30 anni suonati il primo frutto, l’anno dopo ben due e quest’anno abbiamo voluto esagerare con ben 8 bei melograni. Li raccolgo tutto contento e li assaggio. Avrei preferito un bicchiere di cicuta, tanto erano amari quei frutti, tutto sommato gradevoli da vedere ma aspri come l’ultimo bacio che mi diede una mia ex prima di dirmi che era finita per sempre. A volte le attese non sono ripagate. Dopo tutto chi nasce melograno, non può morire tiramisù ma per me, mio caro albero, rimani un grande infame.
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“ Alcune delle opere più squisite della natura sono in miniatura, come sa bene chiunque abbia osservato un fiocco di neve attraverso una lente d’ingrandimento. Basta investire pochi soldi in una lente d’ingrandimento di buona qualità per portare in vita un mondo nuovo. Insieme a vostro figlio, guardate gli oggetti che per abitudine giudicate comuni o poco interessanti. Una spolverata di granelli di sabbia può rivelare gemme scintillanti dalle sfumature rosa o cristallo, luccicanti perline nere o, ancora, un assortimento di pietre lillipuziane, spine di ricci di mare e pezzi di guscio di chiocciola. Una zolla di muschio osservata attraverso una lente si trasformerà in una fitta giungla tropicale, dove insetti grandi quanto tigri si aggirano furtivamente in mezzo a strani alberi lussureggianti. Se mettete delle alghe di palude o di mare in un barattolo di vetro e le studiate con una lente, scoprirete che sono popolate da orde di strani esseri le cui attività possono intrattenervi per ore. I fiori (soprattutto le composite), le prime gemme di foglie o di fiori di un qualunque albero, o qualsiasi altra piccola creatura, mostrano una bellezza e una complessità inaspettate se, con l’aiuto di una lente, sfuggiamo alle limitazioni della scala umana. “
Rachel L. Carson, Brevi lezioni di meraviglia. Elogio della natura per genitori e figli, traduzione di Miriam Falconetti.
NOTA: La citazione è tratta da un articolo apparso per la prima volta nel 1956 sulla rivista “Woman’s Home Companion” con il titolo Help Your Child to Wonder e poi pubblicato in volume da Harper nel 1965 (col titolo The Sense of Wonder); è il racconto intimo delle escursioni fatte dall’autrice in compagnia di Roger, il piccolo nipote di tre anni che in un’estate degli anni ‘50 le aveva fatto visita nella sua casa in riva all’oceano nel Maine.
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•Ognuno di noi ha la propria scala a chiocciola.
Ed ognuno di noi può farci salire quante più persone vuole.
Ma ognuno di noi ha una persona speciale, unica, che avrà la voglia di arrivare fino in cima e guardare il mondo dal nostro lucernario.•
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Vorrei una casa sull'albero, fatta solo di legno e grandi vetrate, con una bella scala a chiocciola che abbraccia il fusto, con una Jacuzzi rotonda, con un'altalena fuori che ondeggia sul panorama e una giraffa come animale domestico.
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"Livraria Lello", una famosa libreria situata nella città di Porto, in Portogallo. È stata fondata nel 1906 dai fratelli José e António Lello, ed è famosa per la sua bellezza architettonica e per la vasta collezione di libri rari e di pregio che ospita al suo interno. La libreria si trova in un edificio di tre piani in stile neogotico, con una facciata ornamentata da sculture e decorazioni in ferro battuto. L'interno della libreria è altrettanto suggestivo, con una scala a chiocciola in legno, scaffali di legno scuro e un soffitto decorato con affreschi.
Tra i clienti famosi che hanno visitato la Livraria Lello ci sono stati autori come J.K. Rowling, che ha tratto ispirazione per la descrizione di Hogwarts dalla bellezza della libreria. Inoltre, il negozio è stato anche utilizzato come location per il film "La casa dei libri" (2013).
Oggi la Livraria Lello continua ad essere una delle attrazioni più popolari di Porto, attirando turisti e appassionati di libri da tutto il mondo.
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