#sballo
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Sapete perché buona parte dei ragazzi o delle ragazze (ma non solo) amano lo "sballo" in discoteca o in generale l'andare in posti molto caotici? Perché questo permette loro di spegnere anche solo per una serata la vita che c'è all'esterno. Permette loro di sopprimere mancanze, disagi, fragilità. E questo è molto diverso dal recarsi in tali luoghi in maniera più "sana".
Peccato che poi, una volta passato quel momento, la vita torna a mostrarsi per quello che è. Le mancanze tornano a farsi sentire, e stesss cosa i vari disagi e la fragilità. Conseguenza? Si torna a stare male come prima, se non peggio.
La cura per i problemi della vita non è mai l'andare a sballarsi o cercare con il rumore di spegnere i pensieri, ma lavorare seriamente su se stessi interiormente. E questo non è per tutti. Si preferisce sviare facendosi ancora più del male e rischiando conseguenze ben poco positive.
#pensieri#riflessioni#scrittori#scrittura#frasi#frasi tumbrl#frasi pensieri#vita#sballo#discoteca#fragilità#disagio#ragazzi#ragazze
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PRIMA PAGINA Tutto Sport di Oggi lunedì, 05 agosto 2024
#PrimaPagina#tuttosport quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi potassio#sballo#doppio#storia#pazzi#legge#delirio#primato#onore#chiesa#spada#furia
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in tutto questo in mezzo al macello di oggi ci siamo totalmente scordati di commentare il video rivelatore di aprilia con aleix che apre le porte scorrevoli e martino che entra con lo stacchetto tipo una roba grande fratello vip su canale 5
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comunque se non mi dò una sveglia questa sessione sarà un incubo, devo trovare un modo per riuscire ad addormentarmi prima di mezzanotte così poi posso svegliarmi per le 8/8:30 e studiare fino allo sfinimento😃
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Natale dei sogni? ☃️🎄
proprio dei sogni sogni sarebbe tipo: saluto veloce al parentame (magari proprio il 24), poi baita in montagna, trascorrere l'80% del tempo a fare l'amore in modi vari ed eventuali, e il restante tra amici, facendo passeggiate e mangiando cibo buono.
se devo renderlo un sogno più realistico toglici la baita in montagna che we don't have that kinda money here lol
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Vieni a tavola così? Vestita solo di quegli addominali da sballo e con un seno che grida: "torturami, leccami, succhiami?" Dio se mangerei te, adesso. Ma... ho una fame da lupo! Che delizia per gli occhi, sei... Poi per uscire indosserai quel vestitino che... Mmmhhh...
Aliantis
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Soltanto colleghi, io e Anna
Lavoriamo nella stessa azienda da anni entrambi. Io ho più di cinquant'anni e un po’ di… sana pancetta. Anna, il mio capo, ne ha un po’ meno di cinquanta ma è sempre una vera bellezza: piccolina ma con tutte le sue cose a posto e ben soda. Una vera sportiva. In azienda non c'è nessuno che non le sbavi dietro. Malgrado queste differenze, siamo comunque sempre andati molto d'accordo. Tra noi e con gli altri colleghi: battute, frizzi e lazzi quanti ce ne possono stare in una giornata d'impegno costante. Concentrati ogni giorno fianco a fianco, lavorando molto, ma allo stesso tempo stimandoci e aiutandoci reciprocamente. Ognuno poi a casa con la sua famiglia.
Nell'ambito di cambiamenti di rilievo nella nostra area aziendale di competenza, nell'autunno di due anni fa abbiamo dovuto trasferirci in gruppo in Spagna per un paio di mesi di aggiornamento. Eravamo una decina di colleghi e prendemmo alloggio tutti nella stessa struttura, che offriva stanze attrezzate con cucinino a prezzo conveniente. La sera poi: o tutti al ristorante lì vicino, oppure ci si arrangiava; si comperava qualcosa in rosticceria o al supermercato, quindi si cucinava e mangiava in stanza. Due fili di spaghetti, un petto di pollo, inslata: cose così.
Un sabato, tutti erano più o meno in giro per la città più vicina, tranne noi due, che avevamo deciso di prenderci una pausa. Comperata un po' di roba, ci siamo trovati quindi a spadellare e mangiare nella sua stanza da soli, io e lei. Dopo una buona cena, a dispetto delle minime condizioni organizzative, un po' di ottimo vino spagnolo, abbiamo fatto due chiacchiere in libertà e un certo grado di antica confidenza ci ha portati a superare la sottile linea di confine che separa la normale amicizia tra colleghi da sentimenti esclusivi di intimità a due.
Durante una pausa, le ho chiesto a bruciapelo: "Senti un po’: prima che me ne vada a letto, dopo tanti anni, con tutto l'affetto che c'è tra noi due, lontani da casa… me lo dai un bacio?"
"Ma che cazzo dici? Sei scemo?"
"E dai: che ti costa… non lo saprà mai nessuno…"
"Smettila: mi stai imbarazzando e facendo diventare rossa. Ora mi sto arrabbiando. Seriamente…"
"Che scema che sei… sono tristissimo; vabbè: adesso me ne vado."
"No, dai… Con quel muso da bambino deluso... Porca zozza, dai non mi far sentire in colpa… vieni qua… (e mi diede un bacio veloce e leggerissimo sulla bocca)"
"E quello che era? Che siamo: due scolaretti?"
"Porca troia, stasera… Guarda: basta che la finisci. E mi raccomando: che la cosa resti qui, chiaro?"
Quindi mi gettò le braccia al collo e mi diede un bacio da sballo, succhiandomi la lingua e lavorandosela a lungo.
"Mmmmh… va un po’ meglio…"
"Va un po’ meglio? Cazzo dici: t'ho dato un bacio che avrebbe resuscitato un morto… Mo’ mi incazzo…"
"Ma io per la verità volevo baciarti altro: le tue labbra più private… Quelle in basso…"
"Senti: adesso vai dritto dritto a fare in culo, vai… Stasera propriooo…"
"Va bene, un ultimo disperato tentativo: giuro che se me la fai solo vedere, poi me ne vado nella mia stanza… Cazzo: ci conosciamo da quasi venti anni, che c'è di male a vedersi nudi…"
"Dai, smettila: adesso veramente non sei più divertente. E togliti dalla faccia quell'espressione da cane bastonato… Mannaggia la zozza… (Fissandomi muta per venti secondi) Guarda: solo perché ti stimo, perché mi hai sempre aiutato in mille maniere… poi però ti levi subito dal cazzo, ok? Che stasera mi stai proprio a far girare i coglioni ad elica… Ti faccio licenziare, sai? Mando un'email al Personale appena esci..." A quel punto, seduta sul letto si tolse le scarpe. Guardandomi fisso negli occhi, si sfilò i sexy-jeans a pelle, poi le mutandine che mi gettò in faccia e infine allargò le sue gambe: bellissime e nude. Un miracolo d'erotismo proprio lì, davanti ai miei occhi sgranati.
Io allora scesi in ginocchio come se avessi visto la Madonna e mi avvicinai alla sua fica. Ne sentivo l'odore meraviglioso, che era per me un vero e proprio afrodisiaco.
"Aaaah… devo dire che sei proprio stupenda anche qui sotto… sei una strafica, te l'ho sempre detto… sei un vero capolavoro della natura. Sia benedetta tua madre!"
"Seeee: bonasera… Grazie, scemo… Dai… Adesso smamma…"
Anna aveva le guance rosse come un peperone, mentre si scherniva; ma comunque le si leggeva in viso che era molto lusingata dal mio apprezzamento sincero e che era intrisa di un sottile e sensuale piacere, nel sentirsi così manifestamente desiderata. E non accennava a rivestirsi. Muoveva le gambe a destra e sinistra e così facendo apriva e chiudeva la fica.
Era un gioco erotico sottilissimo, insolito e bellissimo: per me e per lei. Bellissima, Anna: che ora si trovava in una dimensione nuova, per giunta a fica nuda, esposta e con qualcuno che non era suo marito, un uomo certamente buono, ma che la dava per scontata, come mi aveva confessato più volte. E tutto ciò le piaceva: non avrebbe mai voluto che me ne andassi, ne ero sicuro. Era felice di farsi ammirare la fica e l'ano nudi dal suo collega fraterno e protettivo. Era diventata in quel momento una docile e indifesa peccatrice, ma si sentiva tranquilla e al sicuro, con me; pur trovandosi lontana da casa e dalla sua immagine ufficiale integerrima di moglie e madre di famiglia.
"Ora per finire la serata in bellezza, posso baciartela rapidamente? Daiiii…. fammelo fare…"
"Noooooo, pazzo! Ma che cazzo dici… non puoi fare sul serio…"
Intanto, allargava un po’ di più le gambe, alzando contemporaneamente il bacino. Avanzava sul bordo del letto fino quasi a cadere, offrendosi chiaramente al mio viso sempre più vicino a quella meraviglia. Ne percepivo l'odore e la vedevo evidentemente umida, palesemente preda del suo desiderio.
"Guarda, Anna: te le sfioro soltanto e rapidamente con la bocca, queste tue labbra deliziose. Poi mi alzo e me ne vado: giuro… fammelo fare: ti prego… ne ho bisogno, stasera… sono lontano da mia moglie, tu da tuo marito… non puoi farmi morire così: mi struggerò di passione, nel letto…"
"Dai, allora. Uffaaaa… ma tu guarda che cazzo mi tocca fare a me, stasera! Sbrighiamo ‘sta cazzo di faccenda. Vai molto veloce, stronzo…"
Non me lo sono fatto ripetere e ho immediatamente incollato le labbra alla sua fica, mettendo le mie mani sui suoi fianchi nudi per attirarla e stringermela tutta. E non intendevo sfiorarla romanticamente: ho iniziato direttamente a succhiarla forte e a mangiarla. Non mi sarei staccato da quel vero paradiso in Terra per tutto l'oro del mondo. Lei diceva debolmente:
"Dai, su: ma che cazzo fai… non dobbiamo… adesso staccati e vattene… daiii…. oooooh... maledetta testa di cazzo: eravamo d'accordo… suuu… dai: alzati…. aaaah…
E sussurrava quelle parole tenendo ben ferma la mia testa contro il suo bacino, che cominciava deliziosamente e sensualmente a muovere. La adoravo letteralmente. Sarei morto, pur di non staccarmi da lei. L'ho odorata, leccata, succhiata e ingoiata per una buona mezz'ora: se la meritava tutta. Giocavo con le sue grandi e piccole labbra; gliele aspiravo forte e le trattenevo, per poi rilassargliele e continuare a leccarla e mangiarla.
Le infilavo la lingua dentro, la penetravo e guizzavo ovunque. Giocavo con la sua clitoride. In breve, avevo il viso cosparso dei suoi dolcissimi umori ma non riuscivo a saziarmene. Inghiottivo tutto. Respiravo l'aria che sapeva della sua fregna: una vera cura per i polmoni e per l'anima, altro che passeggiata in montagna! Anna mugolava di puro piacere, alzando e abbassando di continuo le anche, pur di farsi leccare dall'alto in basso e in profondità. Mi diceva: “continua, cazzo! Non smettere… si: lecca bene la mia passera e il mio buco del culo. Lo desidero tanto… ooooh, se mi piace... mio marito non me l'ha mai fatto… ma tu d'ora in poi non farmelo mancare mai... ti odioooo… ooooh... bastardo...”
Venne a più riprese, inondandomi ogni volta il viso di puro miele di donna. Poi non ce la feci più: mi alzai e crollata ormai ogni barriera scopammo nudi come se fossimo marito e moglie che non si vedevano da un anno. Ci conoscevamo troppo, per non desiderarlo entrambi. La stimo moltissimo e quindi con estremo rispetto e impegno le sfondai letteralmente quella piccola fregna stupenda che avevo sempre desiderato. Lei si concedeva tutta e godendo mi diceva: “non dovrà saperlo mai nessuno, mi raccomando… intanto ficcamelo tutto bene dentro… mmmmmh… dai, mettici anche i coglioni…” Le dissi che poteva stare tranquilla: non avrei mai corso il rischio di sputtanare entrambi in azienda e di rovinare due famiglie.
A quel punto si girò a pancia in sotto, mise un cuscino sotto il bacino che così si sollevò, e allargò le natiche con le mani per offrirmi il culo. Il suo ano, per la magia che solo una donna d'esperienza e innamorata sa fare, si schiuse da solo davanti ai miei occhi stupefatti: era evidente che voleva essere inculata. Quando si dice “ha un culo che parla.” Avevo dato fuoco a un vero vulcano di passione. Volle che le venissi in culo e le sborrai lentamente dentro non so quanti getti! Una dolcissima, insospettabile, nuova puttana era incredibilmente tutta a mia disposizione! Da allora scopiamo almeno una volta a settimana. Non vi dico quanto è brava a succhiarmelo e a ingoiare tutto il mio cazzo! Riesce a farmi venire quando dice lei. Mi è entrata in testa. Sul posto di lavoro massima formalità: nulla di più delle solite battute e assolutamente nessun contatto fisico. Ci bastano gli sguardi di mezzo secondo. E i messaggi di fuoco tramite la nostra chat segreta su Telegram.
RDA
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maurizio
i personaggi italiani durante le trattative
quelli che credono che marc non possa fare le cose da solo
gli odiatori
quella che "Pecco si scazza"
il quarant'enne medio
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il canone del chiasmo per un kallipygos da sballo
Per rendere sensuale una figura, e in special modo nella parte posteriore, mi sono imbattuto per puro caso in una regola antica (e guarda caso greca), la regola del chiasmo, cioè della forma a "chi", cioè a "X". Il mio deretano - cioè quello che stavo idealmente disegnando e non il mio proprio che pure può vantare una bellezza pari a quello del Doriforo di Policleto -, aveva una certa fissità che non riusciva a convincermi, abbassatolo da un lato e tenendolo teso dall'altro, ecco emergere quella particolare e conturbante torsione che così ben conosciamo, istillataci nell'inconscio come una seconda natura a noi fruitori dell'arte occidentale. Quei maledetti greci conoscevano tutti i trucchetti, e noi umilmente ci inchiniamo rendendo omaggio ai nostri maestri.
Venere callipigia, I-II secolo da originale greco del III sec. a.C.
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Ma che bella idea.. (del cazzo)!
Quindi ricapitolando per andare in nave in Giappone da Busan.
DUE ORE DI TRENO VELOCE PER RAGGIUNGERE BUSAN DA SEOUL.
RICHIESTA DI ESSERE AL TERMINAL DIVERSE ORE PRIMA DELL'IMBARCO CHE AVVERRÀ ALLE 7:40PM.
PER POI SALPARE ALLE 22:30PM.
ARRIVANDO A FUKUOKA ATTORNO ALLE 5:30AM MA SENZA POTER SBARCARE CHE L'UFFICIO IMMIGRAZIONE E DOGANE APRE ALLE 7:30AM
Si dirà, almeno l'esperienza della traversata nello Stretto di Corea, su una nave giapponese con standard giapponesi..
Proprio con in mente la qualità giapponese il sottoscritto aveva preso una cabina notte in prima classe (ma è uno sballo! Cit.) da 4 persone in stile giapponese con futon annessi e connessi.
La realtà: la nave è vecchia. Gli interni sono vecchi. I bagni - in comune - sono vecchi. Solo il lenzuolino e la federa del cuscino sono lavati il resto è sporco e macchiato. Il cibo del ristorante di bordo ha pessime recensioni quindi tutti comprano dal mini kombini di bordo o dai distributori automatici. Ci sono una cinquantina di carrelli e messaggi attaccati un po' a cazzo ovunque con il nastro adesivo.
Praticamente un gemellaggio con i servizi di navigazione per le grandi isole in Italia.
La cosa più assurda però resta che dopo aver dormito essenzialmente su un pavimento ci siamo svegliati bene. Sarà stato il medicinale contro il mal di mare? La posizione? O è semplicemente il Giappone ad avere proprietà curative basta arrivarci?
Non lo sapremo mai. Per il resto Giappone mio come ti ho lasciato ti trovo, parafrasando non ricordo quale comico sei "La maggior ragione a sostegno sull'uso delle armi nucleari". Questo naturalmente se ci limitiamo a una visione superficiale stile barzelletta sul turismo di Pennac.
A parte la sorpresa di aver trovato i maggiori templi chiusi a Fukuoka (perché? Boh) e il non esser riusciti a condividere un taxi con le due ragazze italiane, o l'aver dovuto camminare al buio totale sotto una statua del Buddha.. l'esperienza giapponese è stata esattamente come me la ricordassi.
Pulizia, educazione, qualità, ordine, gentilezza. Per dire il centro commerciale della stazione di Fukuoka è come Harrods ma senza la boria e i prezzi da ricconi sauditi.
A Kyoto siamo finiti in un quartiere pieno di hotel così che incontriamo più occidentali che altri.
E devo ammettere che fa strano perché allontanarsi dalla nostra dimensione emiliana, italiana, europea sta aiutando.
Cerco di non aprire le notifiche e gli aggiornamenti delle notizie dal mondo.
Certo farlo da un appartamento grande la somma di tutti quelli avuti in Giappone (che botta di cù) fin'ora aiuta.
Bonus domanda a la "Il giovane Holden" ma come farà lo spruzzino del bidet automatico a sapere sempre esattamente dove si trova il bùs?
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Guardo il Milan e correggo le verifiche. Il mio sabato da sballo
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L’ansia cerca di mangiarmi vivo l’ossicodone e la codeina tengono viva la mia anima in essa mi battezzo, il diavolo lo attiro creando la mia rovina, volta dopo volta… Quando finisce la scorta, mi sembra di morire… L’ossicodone intorpidisce la mia anima, mi rende completo melodie di morte nel mio stereo tengo stretti i miei demoni, ma devo lasciarli andare resto a sognare ad occhi aperti, un ragazzo sempre a pianificare… Non ho bisogno di una penna per esprimere i miei pensieri dammi solo qualche pillola e un microfono, il fatto è che tutta questa medicina probabilmente sta rovinando i cromosomi cercando i miei sintomi, stressato su Google Chrome… Colore preferito, lasciami indovinare, sono le pillole blu la lean mi fa girare, ruota panoramica di codeina e mi sballo da quando ero al liceo e saltavo la scuola.
Avevi un anno in meno di me e da tossicodipendente di opiacei in parte posso capire il piacere e il dolore ma alla fine gli oppiacei ti hanno portato via a 21 anni quando eri all’apice del tuo successo, oggi è uscito il tuo ultimo disco post morte ed è tutto il giorno che lo ascolto. Eri e sarai un artista come pochi e per questo la morte ti ha portato via così giovane. RIP Juice WRLD 1998-2019
#juice wrld#oxycodone#canzone#traduzione#citazioni#riflessioni#pensieri#musica#rip#new album#ken kaneki#gif anime#Spotify
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Questo ragazzo venne trovato morto su una panchina di un giardino pubblico a Milano.
Si era fatto di eroina. Aveva 16 anni.
Erano i fine anni 70 inizi anni 80.
Io gli anni 80 ebbi la fortuna di viverli da adolescente, nel 1980 iniziai il mio lungo impegno politico nel Fronte della Gioventu', incontrai gli amori della mia vita, avevo i miei svaghi, i miei divertimenti.
Ma furono anche gli anni di una grande diffusione di droghe come l'hashish, la marijuana e di quelle sintetiche come le Roipnol e via di questo passo.
Passai i miei anni nel FDG a condurre battaglie contro ogni droga, comprese quelle che oggi vengono chiamate "leggere".
Ho sempre respinto quella che viene chiamata "cultura dello sballo".
E fino a quando avro' forza, mi opporro' sempre a qualsiasi liberalizzazione di qualsiasi droga a scopo ricreativo.
Persi in quegli anni un cugino e due amici d'infanzia, i quali iniziarono con una semplice canna per finire la loro vita buttati su una panchina con un ago nella vena, esattamente come questo povero ragazzo ritratto in foto.
Ancora oggi mi chiedono come e' possibile che non mi sia mai fatto una canna.
Be', la risposta e' sempre la stessa: quella merda nel mio ambiente non circolava.
E quando pizzicammo un camerata con una canna, provammo a capire il perché di quel gesto, cercammo di aiutarlo, ma niente, non servì' a nulla, era sempre "fatto" perso, rubava anche i pochi soldi della nostra cassa per comprarsi il "fumo", quindi fummo costretti ad emarginarlo fino a quando non lascio' la sezione.
Dopo un po' la madre ci disse che aveva cominciato a frequentare ambienti di sinistra ed era diventato un tossico. Si faceva di eroina.
Combattere la droga e' un atto di civilta'.
Non esistono droghe "leggere" o "pesanti", esiste la droga, e la droga e' merda.
E non saranno certamente quattro radicali e quattro progressisti del cazzo a farmi cambiare idea.
Lo Stato non può dire ai giovani che drogarsi, che farsi le canne, tutto sommato, e' normale.
Cosa volete che sia una "cannetta", vero?
E' come fumarsi una sigaretta, la solita risposta imbecille che danno in questi casi. Francesco Maverick
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Ieri sera mi sono scopato Lucia.
- Ma dici sul serio?
- Siii! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io le ho detto "guarda, qua c'è casa mia", e così è salita su.
- Cazzo che storia! Che culo! E… scopa bene o… Allora?
- Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh... me la sono scopata tre volte. Cioè... Ho fatto quello che mi andava eh eh…
- E stamattina? Te la sei scopata ancora?
- Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa… Oh, appena s'�� svegliata, quando ha visto dov'era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
- E le tette? Come sono?
- sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche se n'è accorta! Adesso te le mando…
- Manda! Manda! Che figata!
La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo.
Sono attuate da una persona conosciuta,
e in questo dialogo che ho appena descritto ci troviamo con tre protagonisti.
Un violentatore, una donna violentata e un complice.
E la cosa più strana di tutte è che di sicuro nessuno dei tre pensa che quello che è successo si chiama VIOLENZA, ma che sia un qualcosa accaduto ad una festa. Cose da "messi male", cose di una notte da sballo.
E la cosa più normale è che le persone che leggeranno questo penseranno che la colpa sia di Lucia, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo.
Quando ho scritto queste cose i commenti non son tardati ad arrivare. Commenti in cui si scriveva che una ragazza non dovrebbe ubriacarsi, perché poi succede quel che succede.
Allora: immaginate che Lucia stanotte non beva. Si stanca della festa e decida di prendere un taxi che la lasci sotto casa e quando è al portone arriva un tipo, la butta dentro e la violenta. Ma se non beve e prende un taxi qualcuno dirà che Lucia non dovrebbe andare in giro a certe ore della notte.
Immaginate che neanche questo fa. Un pomeriggio esce a correre da sola in un parco. E uno la violenta. E ci sarà gente che dirà che doveva fare più attenzione. Non si esce a correre da sole.
Immaginatevi che non beve, non va in giro di notte, nemmeno esce a correre.
Ma ha un fidanzato, che una notte vuole scopare e lei no. Avete capito come va a finire.
Ehhhh… Allora qualcuno dirà che dovrebbe scegliere meglio i suoi fidanzati.
Il problema non è Lucia, quello che lei fa o smette di fare.
Il problema è il patriarcato.
Il problema è il maschilismo.
E finché tutti non avremo ben chiaro questo, non termineremo mai con questa cosa.
Lucia porta sulle spalle uno zaino pieno di colpe e vergogna: "Non dovevo bere tanto…
Mi fidavo di lui… La colpa è mia per non essere andata a casa prima… etc... etc"
Lucia ha bisogno che le dicano che la colpa di una violenza non è dell'alcool, ne di andare in giro sola, né di vestirsi in un modo o nell'altro, né di uscire la notte.
Lucia ha bisogno di avere chiaro che la colpa di una violenza è di colui che la commette e che lei è una donna LIBERA.
La società deve toglierle questo zaino e metterlo addosso a chi lo dovrebbe portare invece di caricarla come sempre, ancora di merda, che già abbastanza se ne porta addosso.
Dal web
Photo Daniele Deriu
#Noallaviolenza
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Ancore... ancora.
Fuori è buio. Ancora. Dentro è buio. Ancora. Il treno di questo viaggio direzione gianduiotto però è veloce e forse questa volta mi aiuterà ad uscirne in fretta. Non so. Ultimamente mi accorgo di non sapere più molte cose. Ho spacchettato tutto il mio pacchetto di piccole certezze messe insieme in fretta e furia e tenute insieme con lo sputo dei giorni migliori. Le ho messe in fila sul tavolo della cucina sminuzzate come la cipolla lacrimante e soffritte con la carota ma senza il bastone. Dovrei rimanere concentrato ma non ci riesco, la mia testa oh la mia testa ha ripreso a vagare. Ho bisogno di ancore. Ancora. Invece il treno corre , mentre io sono seduto fermo. Sistemi relativi che si sovrappongono, sono fermo ma mi muovo lungo l'asse delle x aspettando lo zero per affacciarmi sul lato negativo del mio equilibrio. Ah se riuscissi finalmente a lasciarmi andare nel fondo dell'asse delle Y , giù fino in fondo, scendere senza sosta. Che fatica galleggiare. Incapace di affondare , incapace di volare, fisso sulla piatta linea di un orizzonte senza colore. Sono le 06.27. Il treno mi informa che sono in orario, perché il tempo sembra non sbagliare mai, ripetendosi da sempre uguale a se stesso, incurante dei secondi , minuti, ore, giorni, anni in cui abbiamo cercato di racchiuderlo. Il tempo non si cura di me dei dinosauri, dei missili termobalistici, delle supposte alla glicerina, della pioggia acida, degli indici che salgono e scendono come la tua mano quando ti masturbi, degli acidi da sballo, di chi muore ,di chi vive , di chi nasce, dell'evoluzione e della riproduzione, se quando scopiamo io sono sopra o sotto. Il tempo è freddo ed insensibile ed io vorrei essere come lui , inconsapevole e strafottente, eterno ed inafferrabile, compenetrare il tutto senza essere niente. La pseudo alternativa maglietta blu seduta di fronte a me dice" Saving Humans" e questa coincidenza mi fa sorridere , come i suoi calzini giallo fluo abbinati alla perfezione da un terribile discromia e per questo apparentemente fuori dagli schemi socialmente noti, ma pur sempre in comoda 1^ classe con colazione servita da inappuntabili post teenagers in ordinaria divisa blu, perchè anche essere alternativi in fondo richiede i suoi sacrifici ed ha dei costi da sostenere. Oggi forse il sole si è dimenticato di sorgere che poi il sole non sorge mica, cavolo, il sole è pigro e fermo nel mezzo di uno spazio buio e freddo e noi ci giriamo intorno ma il nostro umano super ego vuole che tutto sia assoggettato alla nostra immagnifica persona. Siamo solo formiche in un terrario che litigano per la briciola di pane, la foglia di fico, un buco confortevole nella terra . Hai mai scritto di "è bello" "e' divertente"?. Non so, non ne ho ricordo, forse bello e divertente non sono in armonia con la mia faccia tagliente e seriosa e quando lo sono mi sembra uno stato così poco confortevole che trovo scomodo parlarne. Sono uomo di confine che si affaccia di qua e di la senza passaporto ed identità, sono un barbatrucco, ma anche un barbapapà, un barbafiglio, un barbaporco, un barbalacrima, un barbazitto ed altri mille insulsi personaggi da pacchetto di caramelle gommose e colorate, tutte apparentemente diverse ma tutte sostanzialmente uguali. Aggregati di molecole in ordine sparso confinate in una forma più o meno gradevole a seconda di una formula basica a forma di elica in cui ci sono i migliaia di noi che ci hanno preceduto, somma di numeri casuali battuti sulla calcolatrice mentre guardi la TV. Trovo questo "tutto" banale quasi come il "niente" come quando guardi un numero di alta magia, ma poi ti svelano il trucco e l'OOHHH si trasforma in EHM EHM. Forse dovrei lavorare di più e cazzeggiare di meno, sarebbe un buon inizio ma scoprire il colore del Barbaporco, quello si, sarebbe impagabile.
"It takes a lot to know a man.
A lot to know, to understand.
The father and the son.
The hunter and the gun"
It Takes a Lot to Know a Man - Damien Rice
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