#sacrilegio
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ourecycledyouth · 2 months ago
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𝙽𝚎𝚡𝚝 𝚝𝚎𝚊𝚛𝚜 𝚢𝚘𝚞 𝚌𝚛𝚢 𝚜𝚑𝚘𝚞𝚕𝚍 𝚋𝚎 𝚋𝚎𝚌𝚊𝚞𝚜𝚎 𝚝𝚑𝚎 𝚕𝚘𝚛𝚍 𝚑𝚊𝚜 𝚕𝚒𝚜𝚝𝚎𝚗ed 𝚝𝚘 𝚢𝚘𝚞𝚛 𝚙𝚛𝚊𝚢𝚎𝚛𝚜
Currently workin on this project called "sacrilegio" it's drivin me crazy but i like it and i'm really excited to share it soon with you all , just look at this beautiful crown of thorns we made ! :)
@_albertolara
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sacrilllegio · 5 months ago
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sacrilegio
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nugothrhythms · 1 year ago
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"Sacrilegio" by Spanish-language, Berlin, Germany-based deathrock and post-punk-inspired solo act Naturata Brutalismus off of their 2023 album Manifesto
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daletraesp · 8 months ago
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Letra de la canción “Sacrilegio” de Christian Chávez
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wolfman75 · 8 months ago
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Gilles de Montmorency-Laval, conosciuto principalmente con l'appellativo di Gilles de Rais[1] (Champtocé-sur-Loire, 1404[2] – Nantes, 26 ottobre 1440), è stato un generale, criminale e nobile francese che fu barone di Rais, signore di varie località in Bretagna, Angiò e Poitou, capitano dell'esercito francese e compagno d'armi di Giovanna d'Arco. È conosciuto per l'accusa di essere stato coinvolto in pratiche alchemiche e occulte, in cui avrebbe torturato, stuprato e ucciso almeno 140 bambini e adolescenti.
Dal 1427 al 1435 servì come comandante nell'esercito reale francese e combatté contro gli inglesi durante la guerra dei cent'anni; fu nominato maresciallo di Francia nel 1429. Accusato di praticare l'occulto, dopo il 1432 venne implicato in una serie di omicidi di bambini. Nel 1440 una violenta controversia con un religioso aprì un'indagine ecclesiastica che lo portò a essere accusato dei reati sopra citati. Durante il processo i genitori dei bambini scomparsi e i servi di Gilles testimoniarono contro di lui, facendolo condannare a morte per una vasta serie di reati. Venne impiccato a Nantes il 26 ottobre 1440.
Si pensa che Gilles de Rais abbia ispirato lo scrittore francese Charles Perrault per la fiaba del 1697 Barbablù (Barbe bleue). La storia narra infatti di un crudele signorotto che uccide brutalmente le proprie mogli e ne nasconde i cadaveri in una stanza segreta del proprio castello.
Di nobile casato (i Montmorency-Laval erano due fra le più potenti famiglie di Francia, imparentate con il connestabile Bertrand du Guesclin), a soli undici anni rimase orfano di entrambi i genitori (la madre morì di malattia ed il padre ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia), e fu allevato dal nonno materno, Jean de Craòn.
Jean de Craòn lo fidanzò a tredici anni con Jeanne Peynel, una ricca ereditiera, poi con Beatrice de Rohan, nipote del duca Giovanni IV di Bretagna. La morte prematura di entrambe le giovani impedì il matrimonio. Sposò infine un'altra ereditiera, Catherine de Thouars (1409-1462), il 30 novembre 1420.
Nel 1427, agli ordini di Arturo III di Bretagna, entrò al servizio di Carlo VII di Francia combattendo alla testa di un proprio contingente in svariati episodi della guerra dei cent'anni e finanziando il futuro re nelle sue campagne militari. Grazie alla parentela con Georges de La Trémoille, gran ciambellano di Francia, entrò nelle grazie del sovrano combattendo poi contro gli inglesi al fianco di Giovanna d'Arco, ad Orléans, a Jargeau, a Meung-sur-Loire e a Beaugency.
Divenuto pari di Francia, consigliere e ciambellano di re Carlo VII, presenziò alla consacrazione di quest'ultimo, avvenuta a Reims il 17 luglio 1429, dopo essere stato elevato al titolo di maresciallo di Francia il precedente 21 aprile. Continuò a combattere prima sulla Loira quindi in Normandia, alla testa di un piccolo esercito personale da lui stesso mantenuto.
Morto il nonno, nel 1432 ereditò un'immensa fortuna, consistente soprattutto in proprietà terriere in Bretagna, nel Maine e nell'Angiò, cui si aggiungevano le ricchezze dei de Rais e quelle della moglie, ritrovandosi così ad essere uno degli uomini più ricchi del suo tempo.
Grazie a questa fortuna finanziò Carlo VII nelle sue campagne, con denaro che non gli venne mai restituito.
Ritiratosi dal servizio militare (l'ultima azione cui prese parte ebbe luogo nell'estate 1432 a Lagny-sur-Marne, assediata dalle truppe di Giovanni Plantageneto, I duca di Bedford), iniziò a condurre una vita dispendiosa e raffinata, circondandosi di manoscritti preziosi e finanziando sfarzosi spettacoli teatrali.
Si sa che nel corso di una visita ad Orléans il suo seguito di 200 persone occupò tutte le locande della città, e in pochi mesi la spesa arrivò a 80 000 corone d'oro. Non mancò di interessarsi di religione, costruendo una sfarzosa cappella privata e finanziando opere caritatevoli.
Dissipò così in breve tempo il patrimonio di famiglia, fino ad essere costretto a ricorrere a prestiti e a svendere i propri possedimenti per somme irrisorie.
In seguito agli sperperi, fra il 1434 e il 1436 la moglie lo abbandonò, il fratello prese possesso dell'avito castello di Champtocé e Carlo VII giunse su richiesta dei familiari a emanare nei suoi confronti un atto di interdizione, dichiarando nulle ulteriori vendite. Giovanni V di Bretagna non rese nota tuttavia l'interdizione nei propri domini e con il vescovo di Nantes Jean de Malestroit, ansiosi entrambi di opporsi alla politica del sovrano e soprattutto interessati all'acquisto dei terreni, nominò de Rais luogotenente generale di Bretagna.
Fu probabilmente in quel periodo che, per cercare di ritrovare la perduta fortuna, Gilles de Rais cominciò a interessarsi alla creazione della pietra filosofale, motivo per cui affidò al suo cappellano Eustache Blanchet il compito di procacciargli alchimisti. Fu proprio Blanchet a recarsi a Firenze e a incontrare, nel 1439, Francesco Prelati, un giovane monaco spretato toscano dedito all'occultismo, che assoldò e portò con sé nel castello di Tiffauges.
Prelati, impegnato nel tentativo di ottenere la pietra filosofale, disse a de Rais di avere al proprio servizio un demone personale, di nome "Barron". Davanti all'inquisizione Prelati dichiarò che, non essendo in grado di soddisfare i desideri del suo mecenate, ogni giorno più bisognoso di denaro, richiese a nome del demone il sacrificio di un bambino.
Il 15 maggio 1440 de Rais riprese armi alla mano il castello di Saint-Étienne de Mermorte, che egli stesso aveva venduto al tesoriere di Bretagna Guillaume Le Ferron (prestanome del duca). Ciò facendo non solo violò un contratto, ma infranse anche le leggi della Chiesa entrando in armi in un luogo sacro e prendendo in ostaggio il canonico Jean Le Ferron (fratello del proprietario), che stava celebrando la messa. Il fatto indusse il vescovo di Nantes, competente sul territorio, ad aprire un'indagine.
Dopo la liberazione di Le Ferron, nel settembre dello stesso anno de Rais fu arrestato insieme a servitori e amici, e il 28 settembre cominciò il processo inquisitoriale di fronte al vescovo e al viceinquisitore di Nantes, Jean Blouyn. Quel giorno deposero otto testimoni a suo carico, seguiti poi da altri due, tutti lamentando la scomparsa di bambini e attribuendone il rapimento a una serva di Gilles de Rais, Perrine Martin soprannominata "la Meffraye", all'epoca in prigione a Nantes.
Il 13 ottobre il processo riprese; nel frattempo furono stilati 49 capi d'imputazione: de Rais fu accusato di avere, con l'aiuto di complici, rapito numerosi bambini, averli uccisi nei modi più perversi, smembrati, bruciati, averli offerti in sacrificio ai demoni, di aver condotto con Prelati pratiche stregonesche, ecc.
Il vescovo e l'inquisitore lo minacciarono di scomunica, e gli diedero 48 ore di tempo per preparare una difesa.
Il 15 ottobre Gilles de Rais ricomparve davanti al tribunale, mentre il 16 e il 17 furono raccolte le deposizioni dei presunti complici.
Gilles de Rais inizialmente si scagliò con violenza contro i giudici, accusandoli apertamente di volerlo processare per sottrargli le sue ricchezze (de Rais si era già distinto in precedenza per l'atteggiamento polemico o apertamente violento nei confronti del clero); quindi, sotto tortura, confessò nei giorni successivi una quantità enorme di crimini di incredibile efferatezza.
Il 25 ottobre fu emessa la sentenza: in nome del vescovo e dell'inquisitore, Gilles de Rais fu dichiarato colpevole di apostasia e invocazione demoniaca; a nome del solo vescovo fu dichiarato colpevole di sodomia, sacrilegio e violazione dell'immunità della Chiesa e quindi condannato a morte per impiccagione e al rogo post mortem.
Il 26 ottobre de Rais, insieme ai due servitori e complici, Henriet Griart e "Poitou", fu quindi impiccato, ma poiché restava il membro di una famiglia potente, aveva chiesto e ottenuto che il suo corpo, dopo la morte per impiccagione, non venisse arso, bensì tumulato nella cappella dei Carmelitani di Nantes, luogo di sepoltura dei duchi di Bretagna.
La vicenda giudiziaria non si estinse con l'esecuzione: in due lettere scritte da Carlo VII nel 1442 è riportato che Gilles de Rais aveva inoltrato appello al re e al Parlamento di Parigi, senza che ciò fosse stato considerato dai giudici, ragion per cui, su istanza dei familiari, Pierre de l'Hôpital, presidente del tribunale di Bretagna, e gli altri giudici, erano chiamati a comparire davanti al Parlamento, e il sovrano chiamava il Parlamento e i balivi di Maine, Angiò e Turenna all'apertura di un'inchiesta sulle circostanze della condanna. Le due lettere, tuttavia, non furono mai spedite per motivi ignoti, anche se è significativo il solo fatto - per quel che concerne le accuse a Gilles de Rais - che Carlo VII le abbia scritte.
Dal matrimonio con Catherine de Thouars nacque una figlia, Marie (1433 o 1434-1457) sposata con l'ammiraglio Prigent de Coëtivy, e in seconde nozze con il cugino maresciallo André de Lohéac.
La sua vedova, un anno dopo la morte di Gilles, contrasse nuovo matrimonio con Jean de Vendôme. La famiglia si estinse nel 1502.
Fonte: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gilles_de_Rais
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cristianesimocattolico · 2 years ago
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La Comunione non è il cibo per coloro che sono morti alla vita di grazia
Nessuno, neanche il Papa, può dispensare dalla legge di Dio. (more…) “”
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leoridano · 2 years ago
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El sacrilegio.
Esta es una foto que guardo hace meses. Me encantó porque lo que para esta persona puede llegar a ser algo absolutamente normal, para mi es algo así como el sacrilegio a la vida misma. Aunque el mouse ese, sea pedorro, chino y barato, la sola idea de que me acerques ese guante me produce escozor. Y todo esto sin pensar en que luego volverá a seguir preparando el relleno de las empanadas, pero…
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annakwashere · 1 month ago
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Edoardo, Carlotta, Gianni, Leone, Nadia e Bo(h)
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Oh my god guys no way 🤯
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foreveryournameonmylipss · 2 years ago
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I didn't realize I was listening to the album on shuffle🥲
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pluma-de-colores · 10 months ago
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My Dear God...
Spanish
Querido dios, a quien le debo mi vida, a quien le debo mi muerte... Soy un simple mortal, con una simple coincidencia, ser el ultimo de su especie
...
¿Fui concebido para fallecer ante tu mano? o ¿Victima de tan cruel destino que es cargar la cabezas de tantos como yo?
...
Manteniendo mi cabeza en su lugar, me diste un proposito mas puro que el sacrificio... me diste vida y valor pintado de mi sangre y tu icor, mi Dios, ¿quien podria rechazar tal ofrenda? ¿que Dios otorga un regalo como este?
...
Me asusta... Me asusta el hecho de tener tu propia fe en mis manos, el proposito, la vida y la corona que me otorgaste...
Pero con los años, el susurro del pecado se vuelve mas una extension de mi ser, el miedo se siente tan ajeno, un ardor momentáneo en mi nuca...
Sintiendo esto más mío que tuyo
Pero ¿Como puedo ser un gran dios?, ¿como puedo llegar a igualar su destello mi señor?, ¿como se hace un dios?, ¿Estoy cometiendo sacrilegio?
...
Tu toque es divino, tu elocuencia llega a mis oidos con cada muerte
El dolor de verte de nuevo se siente tan mortal...
Anclando la diferencia entre tu y yo...
...
¿Como se mata al dios de la muerte?...
¿Le entregas tu vida?...
¿Le ofreces una vida?...
... ¿O le traes a la vida?...
...
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soullessseraphim · 1 month ago
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*whispering* (if you ever feel like it, it'd be interesting to see how Italian Vulgora would react to seeing a pineapple pizza... no pressure...)
(in Italy we call that "pizza all'ananas", or also "Crimine" or "Sacrilegio". just in case you need those/j)
Instant execution 👍
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"I-it has come to our attention that certain… restaurants would propose a-a dish, a pizza t-to which was added pineapple. Th-the court has decided t-t-to make pineapple on pizza -wh-which is an affront to the whole world’s cuisine- a-and all its possible variants illegal i-i-in all of the realm. A-any violation of this new law w-w-will result in trial and d-death penalty-"
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raiberryz · 7 months ago
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Gouenji x My Melody es todo lo que esta bien en esta vida te lo aseguro.
Después le sigue Kaze con Cogimyun
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olderthannetfic · 5 months ago
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IDK about how it's in English circles, but I can bet they're pretty same-y as the hispanic ones when is about anime dudebros.
This, to say that, with the incoming Ranma½ remake, there are now anime dudebros crying that the remake is censorship (not that's censored, no, it's censorship itself) because in one scene in the trailer Ranma, when transformed into woman, doesn't... show The Nipple™️. That's it. That's censorship to them and being "politically correct" (god fucking dammit I hate this fucking notion so much). ¡Sacrilegio! (The same scene in the manga doesn't have a nipple either, only the first anime adaptation.)
--
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misdedostienenvidapropia · 20 days ago
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Lluvia de frases incoherentes.
Un luto anticipado, un reloj de arena puesto de costado, dentro de él, el tiempo perdido, futuro y pasado, una brújula extraviada que no sabe hacia dónde apuntar, un calendario en la pared con los días desordenados. La vida es un sepulcro abierto, hay un muerto que se mira en un espejo, y a cada amanecer le sigue un cortejo fúnebre, procesión de mis sonrisas lúgubres, los recuerdos como alfombra para limpiarse los pies, el sacrilegio cometido, divinidad a la que renuncié, en un basurero los sueños excedidos en su fecha de caducidad; guarde un poquito de sus restos en algún cajón para mi recurrente imbecilidad. Piedras que ruedan por las mejillas, la sangre no se coagula en la herida, no quiere ser cicatriz lo que deseaba ser vida, un náufrago flotando en el desierto, pirañas que nadan bajo la arena, así es extrañarte, ponerme de carnada, morderme la lengua, absurdos escritos para aclarar lo que más se oscurece, no hay donde escapar, chacales en medio del mar, son tus ojos dándome mordiscos cada vez que veo tu foto inclinada en mi buró, una flor de papel que no podía germinar, pero que igual se marchitó. Hay una luz al final del túnel que me atrae y enceguece, mientras que sigiloso, un suspiro de Troya por dentro me estremece. Todo tiende a teñirse de ese color negro azabache de tu cabello, la inicial de tu nombre grabada en la mitad de un corazón colgando de mi cuello. La ausencia pesa; me tiene mirando hacia el piso, o será que ando caminando invertido; será quizá por eso que se me satura la memoria y no me acuerdo del olvido. Memoria Selectiva.
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astrvia · 1 year ago
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' se supone que los laberintos son algo matemático, o una cosa así. no tengo idea' pero si el truco funcionaba, entonces no estaría tan alejado de ello. ante pregunta, suspira. ' ver gente o cosas que no deberían estar aquí, por lógica' señala, mientras frunce la nariz. ' te creo. siento un escozor en la nariz desde hace rato. ¿talvez hay alguna sustancia dando vueltas?' cuestiona, bufando un poco ante el comentario del maquillaje. ' con más razón deberíamos salir pronto. vamos' @mayuuchi
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sus pasos se detienen lentamente con la advertencia, consiguiendo sonreír a medias. “con que hay trucos y todo eso, eh” por algún motivo le divierte la idea de que haya un truco para todo, porque sabe que la vida no es tan sencilla. “¿a qué te refieres con ver cosas?” responde pregunta ajena con otra pregunta. “siento como si tuviera alergia, por suerte mi maquillaje es a prueba de agua” seca una lágrima rebelde que no quiere abandonar sus pestañas.
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rinconliterario · 2 months ago
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Hay noches que no ocurren nunca Hay noches que no ocurren nunca y tú las buscas moviendo la boca. Después te imaginas sentada en el lugar de los dioses. Y no sabes decir dónde está el sacrilegio: si en el repudio  de la edad adulta —que nada perdona— o en el afán  de ser inmortal para vivir infinitas  esperanzas de noches que no ocurren nunca.
Alda Merini, 1931 - 2009.
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