#ruggisce
Explore tagged Tumblr posts
silviadeangelis · 11 months ago
Text
UN DI' PERFETTO
Astrazione favorita del mattino nell’irrequieto fiore di liofilizzate essenze vacanti in quel giaciglio ancora caldo. Ruggisce fuori il giorno acrobata sospeso su tessere appaiate a dismisura e fuori misura trafugate a una discarica di grovigli insormontabili. Lievita il profondo irreali e zampillanti metafisiche da calibrare in un abito a doppio petto idoneo all’indosso in un dì…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
ma-pi-ma · 2 months ago
Text
Tumblr media
Questo balcone si affaccia sul mare. Tocco la schiuma
vagabonda, inesauribile, della spiaggia.
Sul balcone, davanti a La Costilla,
i miei occhi si sono rivolti al mare.
                                     Lontano, la nebbia
disegna un orizzonte che naviga
ne l mio cuore.
                                     Conosco ogni granello
di quella sabbia, il suo nome, la sua estate,
il suo cognome. E l'acqua mi viene offerta
giovane e dolce al mattino. E canta
il suo settembre soleggiato.
                                     Nei vetri
cresce il fiore leggero dei coralli,
ruggisce l'azzurro della gola scolastica
del giorno.
E appare quel bambino, quell'insonne
che ero un tempo. E guarda.
                                     E a Rota
questa finestra è il mare. E il gabbiano
che gli restituisce la parte più bella del cielo.
Ángel García López, da Mester Andalusí, 1978
20 notes · View notes
mucillo · 1 month ago
Text
"Consigli per una donna forte” di Gioconda Belli
( DIS. by Tanino Liberatore )
Tumblr media
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
................
"Gioconda Belli è nata in Nicaragua nel 1948. Ha partecipato attivamente alla lotta del Fronte sandinista contro la dittatura di Somoza".
Scrittrice e attivista nicaraguense .Annoverata tra le più importanti scrittrici dell’America Latina, è stata attiva in politica sin dalla giovinezza:
14 notes · View notes
klimt7 · 4 months ago
Text
Tumblr media
Consigli per una donna forte”
[ Gioconda Belli -Nicaragua]
Se sei una donna forte proteggiti dai parassiti
che vorrebbero mangiare il tuo cuore.
Essi usano tutti i travestimenti
dei carnevali della terra:
si vestono da colpe, da opportunità,
da prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano l’anima, insinuano il trapano
dei loro sguardi o dei loro pianti
nel più profondo magma della tua essenza
non per accendersi con il tuo fuoco
ma per spegnere la tua passione,
l’erudizione delle tue fantasie.
Se sei una donna forte
devi sapere che l’aria che ti nutre,
trasporta anche parassiti, batteri, minuti insetti
che cercheranno di abitare nel tuo sangue
e nutrirsi di quanto è solido e grande in te.
Non perdere la compassione
ma temi tutto ciò che conduce
a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga ad addolcirti
e ti promette un regno terrestre
in cambio di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte preparati alla battaglia:
impara a stare sola
impara a dormire nella più assoluta oscurità
senza paura, impara che nessuno ti lancerà
corde quando ruggisce la tempesta,
impara a nuotare controcorrente.
Allenati alla riflessione e all’intelletto.
Leggi, dialoga con la tua anima, fà l’amore
con te stessa, costruisci il tuo castello,
circondalo di fossi profondi, però fai anche
ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie,
e che coloro che ti circondano
e che ti amano, sappiano chi sei
fatti un cerchio di roghi
e accendi nel centro della tua stanza
una stufa sempre ardente,
dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte
proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno urlando
i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i relitti.
Tu proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa.
Mantieni le distanze.
Costruisciti. Abbi cura di te.
Conserva il tuo Potere.
Difendilo.
Fallo per Te
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
[ Gioconda Belli - Nicaragua ]
20 notes · View notes
kon-igi · 1 year ago
Note
Ma fammi capire perchè tieni così tanto ai tuoi cani?
Una notte ero fuori con loro, nel bosco.
La luce della luna filtrava appena tra i rami, quando a un certo punto mi accorgo che entrambi si sono immobilizzati e puntano una macchia di vegetazione fitta, ringhiando sommessamente.
Improvvisamente i rami si schiantano e un orso bruno si avventa su di me, coprendo i pochi metri che ci separavano a una velocità tale da non lasciarmi scampo.
L'orso alza una zampa dagi artigli lunghissimi e io ho solo il tempo di chiudere gli occhi e sussurrare un ringraziamento a Crom per la lunga vita concessami.
Un ruggito di dolore.
Otto è appeso all'enorme zampa dell'orso e ne sta dilaniando muscoli e i tendini, scuotendosi nell'aria col suo corpo minuscolo e sventagliando sangue attorno.
L'orso lo azzanna sulla schiena, uno scricchiolio d'ossa ma Otto non molla la presa.
E a quel punto Cthulhu spicca un balzo e affonda i denti nella gola scoperta dell'orso, che ruggisce di dolore e schizza bava sanguinolenta.
Otto ha la schiena spezzata e Cthulhu l'addome lacerato dalle unghiate ma tutti e due continuano a mordere le carni della bestia.
Ho solo questa occasione.
La punta in bronzo seghettato della lancia che affondo con furia attraversa la folta pelliccia e penetra nel petto dell'orso, spaccandogli il cuore in due e facendolo crollare a terra.
Otto e Cthulhu uggiolano, entrambi accasciati a terra coperti di sangue, l'uno accanto all'altra ma mi rendo conto che con le loro ultime forze stanno scodinzolando gioiosamente come per dire 'Hai visto? Ce l'abbiamo fatta!'
Lascio cadere la lancia e mi inginocchio accanto a loro.
Con le mani gli accarezzo delicatamente il muso e poi appoggiando la fronte sui loro nasi sussurro 'Finché sarete con me nessuno vi farà mai più del male...'
E l'attimo dopo non ci sono più.
Ecco... tredicimila anni dopo intendo continuare a mantenere questa mia promessa.
Nessuno farà mai più loro del male.
Tumblr media
37 notes · View notes
donaruz · 2 months ago
Text
Tumblr media
Ruggisce, ribolle, cupo si infrange su spiagge inermi.
Gioca con il vento, ma assomiglia al giocare di gatti, e lesto può tirare fuori le unghie.
Eppure ti attrae, ti chiama, ti avvolge di salsedine, spegne i pensieri e l'anima diventa sua, avvinta.
Non ci sono filtri, la pelle è permeabile, ti entra dentro.
E diventi mare.
Libero, feroce, selvaggio, diretto, immenso.
Solo.
Annamaria Barone 🖋💙
14 notes · View notes
ninfaribelle · 1 year ago
Text
Tumblr media
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
(Gioconda Belli - Ph. Io)
26 notes · View notes
occhietti · 11 months ago
Text
Tumblr media
Passiamo una vita a spegnere.
Di tutto.
Emozioni, sogni, sorrisi, urla, sguardi. Il fuoco che abbiamo dentro.
Per poi renderci conto, ad un certo punto, che siamo nati per accendere.
Abbiamo una tigre dentro di noi
che ruggisce per essere liberata.
La teniamo in gabbia, al guinzaglio. Stiamo ben attenti a tenerla buona, a bada il più possibile. E se inizia a muoversi, la puniamo.
La vogliamo far zittire, immobilizzare, morire. Spegnere.
Non sappiamo più come si fa ad accendere.
L'entusiasmo, la saggezza, la quiete.
Perché siamo abituati a buttare acqua sul fuoco. Subito!
Crediamo di doverlo controllare per paura di bruciarsi. E ci perdiamo così tutto lo spettacolo delle sue scintille.
Per spegnere, dobbiamo impiegare una marea di energie.
Quando invece basterebbe osservare quel fuoco scoppiettante, gustarsi il calore e accarezzare la nostra tigre arrabbiata per sentirci vitali, traboccanti di forze, accesi di vita.
È il momento di lasciare galoppare libero il nostro cuore, di farlo andare verso praterie sconfinate, di fidarci del suo saggio intuito, di farlo nitrire di gioia incontenibile!
È ora di sfamare di vita la nostra belva interiore!
- Elena Bernabè
15 notes · View notes
francescacammisa1 · 5 months ago
Text
on ce l'ho con gli amanti della verità, ma con la Verità stessa. Quale sostegno, quale consolazione nella Verità, a paragone di una storia? A che giova la Verità a mezzanotte, al buio, quando il vento ruggisce nel comignolo come un orso? Quando il lampo sprigiona ombre sulla parete della stanza e la pioggia bussa alla finestra con le sue lunghe unghie? No: quando paura e freddo ti immobilizzano a letto come una statua, non aspettarti che la scarna e ossuta Verità accorra in tuo aiuto. Quello che ci vuole è il pingue conforto di una storia: sentirti placare, cullare dalla sicurezza di una bugia.
Diane Setterfield - La tredicesima storia
Ph Sally Mann
6 notes · View notes
pettirosso1959 · 1 month ago
Text
TOUCH ME...
Le sfioro il cuIone e, nonostante la montagna di anni che mi porto sulle spalle, la cosa non passa inosservata ai piani bassi.
Abbiamo passato una vita insieme. La verità è che mi auguro di poterle toccare il sedere anche nel corso della prossima.
Lei sorride compiaciuta, malgrado questo mio gesto da teenager in calore sia di cattivo gusto, soprattutto in pubblico.
I nostri figli sono diventati genitori, e i loro figli - i nostri nipoti - sono già alle prese con i primi amori, corrisposti e non, come da copione.
Non sento più come una volta. Sessant'anni fa il rumore prodotto dalle onde contro gli scogli era la mia sveglia mattutina. Oggi, se voglio fare due chiacchiere con gli amici, devo infilarmi uno stupido aggeggio nell'orecchio, una specie di alveare impiantato nel cervello.
Con lei è diverso.
Ci parliamo con gli occhi, noi due.
Basta uno sguardo ed è già tutto chiaro, poche parole, solo quando è necessario. Praticamente mai.
Dopo cinquant'anni di matrimonio, almeno un milione di sacchi di immondizia gettati nei cassonetti e altrettanti rimproveri per non aver fatto ciò che dovevo, o per averlo fatto in modo sbagliato, siamo ancora qui, nel pub di un paesino di provincia a bere birra, mentre il sabato pomeriggio sfuma lentamente nella sera.
Parlano di qualche mese.
Tre, forse addirittura sei. Probabilmente quattro. So che non dovrei prendermela troppo, in fondo ho vissuto a sufficienza.
Ci sono migliaia di bambini che muoiono ogni giorno, proprio ora, in questo preciso istante. Se potessi regalare a ciascuno di loro un po' dei miei anni passati, beh, me ne andrei via più tranquillo.
Ma non è così che funziona.
Perché non esiste alcun contratto dove sta scritto che la vita è una questione di numeri. Non esiste alcun contratto, in verità.
Lei non lo sa ancora. Non ho il coraggio di dirglielo.
Come si reagisce alla notizia che il tizio con cui dormi da più di mezzo secolo, tra qualche mese sarà solo un cuscino vuoto? Non lo so.
Ho paura. Non solo per me, anzi, soprattutto per lei.
La verità è che non siamo fatti per morire.
Lo so che sembra un ragionamento infantile, ma vi posso assicurare che le cose stanno proprio così.
Ogni giorno vivi la vita ai cento all'ora con una voglia matta di alzare il piede dall'acceleratore. Poi, senza alcun preavviso, si accende la spia rossa e sei costretto a fermarti per fare rifornimento. Quando sali di nuovo in macchina e giri la chiave, però, non accade nulla. Il motore non ruggisce più. È morto.
Ma com'è possibile? ti chiedi. Stavo viaggiando alla velocità della luce fino a un attimo fa. Avevo dei progetti, degli assi nella manica da giocare al momento giusto, e ora mi ritrovo con le mutande calate all'altezza delle ginocchia in attesa di essere punito per chissà quale colpa.
Credetemi: anche a ottant'anni si fanno progetti. E uno di quelli più ricorrenti, ironia della sorte, è quello di non morire.
Comico, no?
«Ci facciamo un altro giro?» mi fa lei.
La osservo e sorrido. È bellissima. Con il vestito a pois e gli occhiali in tinta.
«Perché no!» esclamo. «In fondo...» Lascio la frase a metà e lei aggrotta le sopracciglia.
Forse ha capito.
Forse no.
Forse... chissà.
Faccio segno al barista di portarne altre due.
Lui annuisce.
- Hai ancora un gran bel cuIo - le dico aggiustandomi il berretto.
Lei sorride.
Una carezza sulla guancia.
Chiudo gli occhi e mi preparo al prossimo giro.
Di Birra.
Di Vita.
-----
Ogni giorno pubblico sulla pagina un racconto breve ispirato da un'immagine. Unisciti a noi!
(Illustrazioni by Pete McKee)
#alessandrocasalini #libri #romanzo #libro #book #leggere #scrivere #noeap #scrittore #acasaliniscrittore #racconti #shortstories #illustrazioni #raccontibrevi #istantaneeaocchiaperti
Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes
musicaintesta · 1 year ago
Text
Tumblr media
“Le tocco il cuIo(ne) e mi rendo conto che, nonostante la montagna di anni che mi porto sulle spalle, la cosa non passa inosservata ai piani bassi.
Lei sorride.
Per quanto di cattivo gusto, soprattutto all'interno di un locale pubblico, questo mio gesto da teenager in calore sembra farle piacere.
Abbiamo passato una vita insieme.
La verità è che mi auguro di poterle toccare il cuIo anche nel corso della prossima.
I nostri figli sono diventati genitori.
I loro figli, i nostri nipoti, sono invece alla prese con i primi amori.
Corrisposti e non.
Tutto come da copione.
Non sento più come una volta.
Sessant'anni fa il rumore prodotto dalle onde del mare contro gli scogli era la mia sveglia mattutina. Oggi, quando voglio fare una chiacchierata con gli amici, devo mettermi uno stupido aggeggio nell'orecchio.
Una specie di alveare pieno di api isteriche impiantato nel cervello.
Con lei è diverso.
Noi ci parliamo con gli occhi.
Basta uno sguardo ed è già tutto chiaro.
Poche parole.
Solo quando è necessario. Praticamente mai.
Dopo cinquant'anni di matrimonio, almeno un milione di sacchi di immondizia gettati nei vari cassonetti, e altrettanti rimproveri per non aver fatto, o per aver fatto ma non nel modo corretto, siamo ancora qui: nel pub di un paesino di provincia, aspettando che un sabato pomeriggio qualunque si trasformi in oscurità.
Lo so che fa ridere.
Due più che ottantenni seduti al banco di un bar a bere due pinte di Guinness.
Alla faccia della gastrite e della prostata ingrossata.
Sembra la scena di un film di Fellini.
Parlano di qualche mese.
Tre, forse addirittura sei.
Probabilmente quattro.
So che non dovrei prendermela troppo.
In fondo ho campato parecchio. Ci sono migliaia di bambini che muoiono ogni giorno. Anche ora: in questo preciso instante.
Se sommando le loro giovani età fino a raggiungere i miei anni, avessi la certezza che questa mia uscita di scena potesse salvare loro la vita, beh... me ne andrei più tranquillo.
So che non è così.
Non lo sarà mai.
Non esiste alcun contratto dove sta scritto che la vita è una questione di algebra.
Non esiste alcun contratto, per la verità.
Lei non lo sa ancora.
Non ho il coraggio di dirglielo.
Come si reagisce alla notizia che il tizio con cui dormi da più di mezzo secolo, tra qualche mese sarà solo un cuscino vuoto?
Non lo so.
Ho paura.
Non solo per me. Anche per lei.
La verità è che non siamo fatti per morire.
Lo so che sembra infantile come ragionamento, ma vi posso garantire che le cose stanno proprio così. Ogni giorno vivi la vita ai cento all'ora con la voglia matta di alzare il piede dall'acceleratore. Poi, senza alcun preavviso, si accende la spia rossa e allora ti fermi a fare rifornimento. Sali di nuovo in macchina, giri la chiave e – colpo di scena – non accade nulla. Il motore non ruggisce più. È morto. Ma com'è possibile? Ti chiedi. Stavo viaggiando alla velocità della luce proprio un attimo fa. Avevo dei progetti, degli assi nella manica da giocare al momento giusto, e ora invece mi ritrovo con le mutande calate all'altezza delle ginocchia in attesa che un corpo estraneo penetri nelle mie stanze e faccia piazza pulita.
Credetemi: anche a ottant'anni si fanno progetti.
E uno di quelli più ricorrenti, ironia della sorte, è proprio quello di non morire.
Comico, no?
- Ci facciamo un altro giro?
La guardo. E' bellissima. Con il vestito a pois e gli occhiali in tinta.
- Perché no! - esclamo - In fondo...
Lascio la frase a metà.
Lei aggrotta le sopracciglia.
Forse ha capito.
Forse no.
Forse... chissà.
Faccio segno al barista di portarne altre due.
Lui annuisce.
- Hai ancora un gran bel cuIo - le dico aggiustandomi il berretto.
Lei sorride.
Una carezza sulla guancia.
Chiudo gli occhi e mi preparo al prossimo giro.
Di Birra.
Di Vita.
Alessandro Casalini
10 notes · View notes
mucillo · 5 months ago
Text
Gioconda Belli (Managua, 9 dicembre 1948) è  poetessa,scrittrice, attivista nicaraguense.
Tumblr media
Lei stessa scrive: “Nessuno, vedendomi, sospetta che un giorno sono stata giudicata e condannata al carcere da un tribunale militare in quanto rivoluzionaria”.
Gioconda Belli nelle sue opere ci regala un pezzo di se stessa, una grande confessione. Ci racconta di valori forti che non passano mai e di tante battaglie che ancora dovremmo e dovremo combattere.
Sono i versi di una scrittrice che si batte per i diritti e l’emancipazione della donna e che ha sempre celebrato il corpo femminile.
"CONSIGLI PER UNA DONNA FORTE”
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
Gioconda Belli
6 notes · View notes
lunamagicablu · 2 years ago
Photo
Tumblr media
Se sei una donna forte proteggiti dai parassiti che vorrebbero mangiare il tuo cuore. Essi usano tutti i travestimenti dei carnevali della terra: si vestono da colpe, da opportunità, da prezzi che bisogna pagare. Ti frugano l’anima, insinuano il trapano dei loro sguardi o dei loro pianti nel più profondo magma della tua essenza non per accendersi con il tuo fuoco ma per spegnere la passione, l’erudizione delle tue fantasie. Se sei una donna forte devi sapere che l’aria che ti nutre, trasporta anche parassiti, mosconi, minuti insetti che cercheranno di abitare nel tuo sangue e nutrirsi di quanto è solido e grande in te. Non perdere la compassione, ma temi ciò che conduce a negarti la parola, a nascondere chi sei, ciò che ti obbliga ad addolcirti e ti promette un regno terrestre in cambio del sorriso compiacente. Se sei una donna forte preparati alla battaglia: impara a stare sola, impara a dormire nella più assoluta oscurità senza paura, impara che nessuno ti lancia corde quando ruggisce la tempesta, impara a nuotare controcorrente. Allenati alla riflessione e all’intelletto. Leggi, fà l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi, però fai ampie porte e finestre. È necessario che coltivi grandi amicizie, che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei fatti un cerchio di roghi e accendi nel centro della tua stanza una stufa sempre ardente, dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni. Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi e invoca la memoria di donne antiche. Devi sapere che sei un campo magnetico verso il quale viaggeranno urlando i chiodi arrugginiti e l’ossido mortale di tutti i relitti. Proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa. Mantieni le distanze. Costruisciti. Abbi cura di te. Conserva il tuo Potere. Difendilo. Fallo per Te Te lo chiedo in nome di tutte noi. Gioconda Belli art by_thiagobeti_ *********************** If you are a strong woman protect yourself from parasites that would like to eat your heart. They all use disguises of the carnivals of the earth: they dress up as faults, as opportunities, as prices that must be paid. They search your soul, they insinuate the drill of their looks or their tears in the deepest magma of your essence not to ignite with your fire but to extinguish the passion, the erudition of your fantasies. If you are a strong woman you must know that the air that feeds you, it also carries parasites, blowflies, minute insects that will try to inhabit your blood and feed on what is solid and large in you. Don't lose compassion, but fear what leads to denying yourself the word, to hide who you are, what forces you to soften and promises you an earthly kingdom in exchange for the complacent smile. If you are a strong woman get ready for battle: she learns to be alone, learns to sleep in absolute darkness without fear, learn that no one throws you ropes when the storm roars, she learns to swim against the current. Train reflection and intellect. Read, make love to yourself, build your castle, surround it with deep ditches, but make wide doors and windows. You need to cultivate great friendships, that those who surround you and love you know who you are make a circle of fires and light them in the center of your room a stove that is always burning, where the ardor of your dreams is maintained. If you are a strong woman protect yourself with words and trees and invokes the memory of ancient women. You must know that you are a magnetic field towards which the rusty nails will travel howling and the deadly oxide of all wrecks. Protect, shelter, but protect yourself first. Keep your distance. Build yourself. Take care of yourself. Keep your Power. defend it. Do it for you I ask you in the name of all of us. Gioconda Belli art by_thiagobeti_
28 notes · View notes
bicheco · 1 year ago
Text
Non ride più
Giorgia Meloni è una romanaccia simpatica. Battuta pronta, risata contagiosa e un po’ di sana autoironia. Anche sulla statura non proprio slanciata, eterno cruccio dell’altro nano ancor più della calvizie (“Sono alto un metro e 71, cribbio!”). Ma, nelle ultime uscite pubbliche, di quella Giorgia non rimane neppure l’ombra. La sostituisce una donna truce, torva, astiosa, biliosa, minacciosa, in una permanente crisi di nervi. Non ride né sorride: ghigna e digrigna. Non parla: ruggisce. Non c’è più l’underdog che, dopo un’infanzia difficile e una carriera costruita con le sue mani, ce l’ha fatta. Ora c’è una capetta che fa la spavalda per nascondere l’insicurezza e attacca per difendersi da nemici immaginari. Come se fosse ancora lì col 4% a fare opposizione sola contro tutto e tutti. Invece è a Palazzo Chigi con un potere smisurato, il 99% dei media che canta le sue lodi e le opposizioni che balbettano (quando non la fiancheggiano). E il travestimento da San Sebastiano non suscita solidarietà, ma ilarità. Dalle praterie dell’opposizione solitaria alle strettoie del governo, dai voli della campagna elettorale all’atterraggio sulla realtà, c’è un bel salto. Che però non basta a spiegare una metamorfosi che può costarle cara. Ci dev’essere dell’altro. Forse si rende conto di quanto sia scadente il personale politico di cui si circonda (e giustamente diffida). Forse in cuor suo soffre a fare o a subire tutto ciò che rinfacciava agli “altri” (migranti, accise, austerità, condoni, politiche anti-sociali e anti-legalitarie, riverenze a Usa e Ue, Mes, draghismo, Figliuolo, Panetta, scandali di ministri gaffeur o impresentabili). La “pacchia” che doveva finire per l’Ue è finita per lei. E questo suo primo luglio al governo lo ricorderà e lo ricorderemo tutti. Ci rammenta quello di un altro neo-premier che Montanelli immortalò sulla Voce nel luglio ’94, nei giorni del “Salvaladri”: “Uno strazio aggiuntivo di questi torridi giorni sono per me le apparizioni sul video del Cavaliere che, avendone a disposizione sei tra pubblici e privati, non perde occasione di abusarne… A opprimermi è il sorriso con cui Sua Presidenza accompagna le parole: tirato, stirato, studiato col consueto puntiglio cosmetico, ma ormai completamente estraneo a un volto non più bene ambrato come una volta, ma lucido di sudore. Non erano questi i sorrisi di Berlusconi quando non era ancora ‘il Cavaliere’. Anzi, quelli non erano nemmeno sorrisi, ma risate: belle, aperte, squillanti, a gola spiegata… Ecco perché mi fa tanto male vederlo sul video con quel sorriso fasullo. Quasi un ghigno, che non ricorda neanche da lontano la bella risata fresca e squillante del Silvio di Arcore, non ancora Cavaliere”. Era il ritratto di Silvio. Pare quello di Giorgia.
Marco Travaglio
12 notes · View notes
jackspanto · 2 years ago
Text
Tumblr media
fiori d’orgasmi sparsi sulle lenzuola sfatte
cammini nel contrasto della penombra di questa stanza
la carne scossa dei tuoi seni ciondoloni imbandisce i miei occhi
cadente e bianca si fa protervia amorosa nella bocca tra i denti
due parentesi graffe serrano la tua algebra convulsa e fradicia
ne trattengono i resti vischiosi della lezione appena appresa
la mente ruggisce quando il tuo corpo caldo aderisce al mio
davanti a quel lavandino
affogo ogni verità nell’acqua dei tuoi occhi
nello specchio guardi il cazzo poggiato sul bordo
fissi le mie mani a sciacquarlo
carne e pelle che allungo e strofino
modello come creta dalla radice alla punta
copro e scopro fino a sboccarne il meato
la tua bocca s’indora di saliva
labbra rosse offerte, sbavate e forzate con lode
i seni schiacciati su me, ti godi lo spettacolo
lavo via il tuo sudicio
i capezzoli come sassi sulla schiena
codeste mani tappezzano di stelle il mio corpo
carezzano, mi rigano, serrano
petto, addome, fianchi
saccheggi, poi rilasci la sacca scrotale
intrisa d’acqua e sapone attraversi i peli e risali
t'infili in bocca e intingi, poi giù nell’ansa del culo
baci il collo mentre spingi il medio nello sfintere
ti stringi forte a me e affondi fino alla nocca nel mio calore
i tuoi occhi sono un campo di battaglia, la fica è in fiamme
nello sguardo ora hai l’alba del mio cazzo
ti stacchi, la schiena e il tuo culo sono il blasone della fermezza
t’appoggi sul vaso e allarghi le cosce
la fica si scolla e apre il coagulo, mi guardi
-mettimelo in bocca
-voglio farti un pompino mentre piscio
la pietà del tuo corpo arreso è una burrasca di spasimi
il peso del cazzo all’imbocco delle tue labbra corrotte
aliti calda sulla cappella, m’ingoi fino ai coglioni
le guance incavate, la calce viva dei tuoi denti a esaudire il mio fotterti
mugoli mentre mi graffi e deglutisci a fatica la piena di sborra
muoio straziato nello scroscio violento della tua fica nel vaso
perdi roba dalla bocca, e ancora dal culo
14 notes · View notes
tuttabirra · 1 year ago
Text
Tumblr media
Le tocco il cuIo(ne) e mi rendo conto che, nonostante la montagna di anni che mi porto sulle spalle, la cosa non passa inosservata ai piani bassi.
Lei sorride.
Per quanto di cattivo gusto, soprattutto all'interno di un locale pubblico, questo mio gesto da teenager in calore sembra farle piacere.
Abbiamo passato una vita insieme.
La verità è che mi auguro di poterle toccare il cuIo anche nel corso della prossima.
I nostri figli sono diventati genitori.
I loro figli, i nostri nipoti, sono invece alla prese con i primi amori.
Corrisposti e non.
Tutto come da copione.
Non sento più come una volta.
Sessant'anni fa il rumore prodotto dalle onde del mare contro gli scogli era la mia sveglia mattutina. Oggi, quando voglio fare una chiacchierata con gli amici, devo mettermi uno stupido aggeggio nell'orecchio.
Una specie di alveare pieno di api isteriche impiantato nel cervello.
Con lei è diverso.
Noi ci parliamo con gli occhi.
Basta uno sguardo ed è già tutto chiaro.
Poche parole.
Solo quando è necessario. Praticamente mai.
Dopo cinquant'anni di matrimonio, almeno un milione di sacchi di immondizia gettati nei vari cassonetti, e altrettanti rimproveri per non aver fatto, o per aver fatto ma non nel modo corretto, siamo ancora qui: nel pub di un paesino di provincia, aspettando che un sabato pomeriggio qualunque si trasformi in oscurità.
Lo so che fa ridere.
Due più che ottantenni seduti al banco di un bar a bere due pinte di Guinness.
Alla faccia della gastrite e della prostata ingrossata.
Sembra la scena di un film di Fellini.
Parlano di qualche mese.
Tre, forse addirittura sei.
Probabilmente quattro.
So che non dovrei prendermela troppo.
In fondo ho campato parecchio. Ci sono migliaia di bambini che muoiono ogni giorno. Anche ora: in questo preciso instante.
Se sommando le loro giovani età fino a raggiungere i miei anni, avessi la certezza che questa mia uscita di scena potesse salvare loro la vita, beh... me ne andrei più tranquillo.
So che non è così.
Non lo sarà mai.
Non esiste alcun contratto dove sta scritto che la vita è una questione di algebra.
Non esiste alcun contratto, per la verità.
Lei non lo sa ancora.
Non ho il coraggio di dirglielo.
Come si reagisce alla notizia che il tizio con cui dormi da più di mezzo secolo, tra qualche mese sarà solo un cuscino vuoto?
Non lo so.
Ho paura.
Non solo per me. Anche per lei.
La verità è che non siamo fatti per morire.
Lo so che sembra infantile come ragionamento, ma vi posso garantire che le cose stanno proprio così. Ogni giorno vivi la vita ai cento all'ora con la voglia matta di alzare il piede dall'acceleratore. Poi, senza alcun preavviso, si accende la spia rossa e allora ti fermi a fare rifornimento. Sali di nuovo in macchina, giri la chiave e – colpo di scena – non accade nulla. Il motore non ruggisce più. È morto. Ma com'è possibile? Ti chiedi. Stavo viaggiando alla velocità della luce proprio un attimo fa. Avevo dei progetti, degli assi nella manica da giocare al momento giusto, e ora invece mi ritrovo con le mutande calate all'altezza delle ginocchia in attesa che un corpo estraneo penetri nelle mie stanze e faccia piazza pulita.
Credetemi: anche a ottant'anni si fanno progetti.
E uno di quelli più ricorrenti, ironia della sorte, è proprio quello di non morire.
Comico, no?
- Ci facciamo un altro giro?
La guardo. E' bellissima. Con il vestito a pois e gli occhiali in tinta.
- Perché no! - esclamo - In fondo...
Lascio la frase a metà.
Lei aggrotta le sopracciglia.
Forse ha capito.
Forse no.
Forse... chissà.
Faccio segno al barista di portarne altre due.
Lui annuisce.
- Hai ancora un gran bel cuIo - le dico aggiustandomi il berretto.
Lei sorride.
Una carezza sulla guancia.
Chiudo gli occhi e mi preparo al prossimo giro.
Di Birra.
Di Vita.
- A. Casalini
da Sessualita' Sacra
2 notes · View notes