#romanzi di Joanne Harris
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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La classe dei misteri: intrighi e segreti in una scuola prestigiosa nel romanzo di Joanne Harris. Recensione di Alessandria today
Un thriller psicologico tra passato oscuro e misteri accademici in un’ambientazione suggestiva e inquietante
Un thriller psicologico tra passato oscuro e misteri accademici in un’ambientazione suggestiva e inquietante La classe dei misteri di Joanne Harris è un romanzo che fonde suspense, intrighi e atmosfere gotiche, ambientato in una prestigiosa scuola dove i segreti sembrano annidarsi in ogni angolo. La trama ruota attorno a Roy Straitley, professore di latino vicino alla pensione, che si trova…
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bibliotecasanvalentino · 2 years ago
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è “Il Maialino di Natale" di J. K. Rowling.
Jack adora il suo maialino di pezza, Mimalino, detto Lino. È sempre lì per lui, nei giorni belli e in quelli brutti. Una vigilia di Natale, però, succede una cosa terribile: Lino si perde. Ma la vigilia di Natale è il giorno dei miracoli e delle cause perse, è la notte in cui tutto può prendere vita, persino  i giocattoli! Jack e il suo nuovo pupazzo, il Maialino di Natale (fastidioso sostituto fresco di negozio), si imbarcano in un piano audace. Insieme intraprenderanno un viaggio mozzafiato nella Terra dei Perduti, dove – con l’aiuto di un portapranzo parlante, di una bussola coraggiosa e di un essere alato di nome Speranza – cercheranno di salvare il miglior amico che Jack abbia mai avuto dal terribile Perdente: un mostro fatto di rottami che divora ogni cosa…
La storia ha tutti gli ingredienti per piacere: il protagonista, Jack, è un bambino delle elementari i cui genitori hanno deciso di separarsi. Questo grande cambiamento, unito anche al trasferimento in una nuova scuola, lo getta come prevedibile nello sconforto. Anche se non lo dà molto a vedere, l’unico suo compagno di confidenze lo sa. L’unico che lo conosce davvero e lo ascolta nel calore delle coperte: è Lino il maialino. Il suo pupazzo di sempre, amico di mille avventure. È talmente consunto e scalcagnato da essere quasi imbarazzante portarselo ancora dietro, ma per Jack è un punto fisso, il solo in questo momento di incertezze. Quindi quando lo perde il mondo gli crolla sotto ai piedi. E a nulla vale il tentativo di risolvere la situazione ricomprandogli una nuova versione dello stesso pupazzo. Perché di Lino ce n’è uno solo. Il nuovo arrivato gli propone di accompagnarlo nella Terra dei Perduti, dove finiscono gli oggetti smarriti. È l’unica notte all’anno in cui può succedere, la notte di Natale, proprio la notte in cui tutte le cose possono animarsi. E così ha inizio il viaggio che cerca di salvare il povero Lino dalle sgrinfie del perfido mostro Perdente, Re della landa degli oggetti perduti. E per farlo tocca loro passare da tre città diverse, “Usa e Getta”, “Dove Sarà Mai” e la “Città dei Rimpianti” (descritta come Venezia). In ognuna di queste città “vivono” oggetti diversi a seconda del valore che hanno, dell’attaccamento dei loro padroni e delle probabilità che possano tornare nel mondo reale perché “ritrovati”.
Nonostante qualche rimando a "Toys" e ad "Alice nel Paese delle meraviglie", nella trama la Rowling riesce con garbo a raccontare quanto ci si possa affezionare anche alle cose, oltre alle persone. E quanto i cambiamenti spaventino i bambini, anche quando non ce ne accorgiamo. Con la delicatezza che la contraddistingue, la Rowling è riuscita a trattare temi come la perdita e il dolore emotivo in un libro adatto a tutti, carico di fantasia e avventura. Il romanzo è suddiviso in nove parti, ciascuna composta da capitoli brevi e accompagnati dalle illustrazioni di Jim Field. Joanne Rowling (1965) è una scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica. La sua fama è legata alla serie di romanzi di Harry Potter, che ha scritto firmandosi con lo pseudonimo J. K. Rowling (in cui "K" sta per Kathleen, nome della nonna paterna), motivo per cui la scrittrice è spesso indicata impropriamente come "Joanne Kathleen Rowling". Nel 2013 pubblica la sua prima opera con lo pseudonimo di Robert Galbraith. Nel 2011 è stata inserita da Forbes nella classifica delle donne più ricche del Regno Unito.
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gianninoruzza · 4 years ago
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Totalitarismo del pensiero…l’opinione di Rita Faletti
Totalitarismo del pensiero…l’opinione di Rita Faletti
Rita Faletti – Gennaio 3, 2021 – 15:58 commenti: 3visualizzazioni: 858 Siamo nell’era della tecnologia, l’era dominata da GAFAM, che non è una divinità pagana, né un eroe creato da Joanne Rowling, la scrittrice e sceneggiatrice britannica diventata famosa grazie alla serie di romanzi di Harry Potter. GAFAM è l’acronimo delle cinque multinazionali che controllano il mondo: Google, Apple,…
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ildopogiornalino-blog · 6 years ago
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Giulia Tonello - La Nascita Di “Harry Potter”
J.K. Rowling l’anagrafe Joanne Rowling, ha iniziato a scrivere “Harry Potter” in un momento disperato della sua esistenza: era povera ed era una “ragazza madre”, le case editrici si rifiutavano di pubblicare isuoi romanzi e lei era costretta ad usufruire dei sussidi statali. Mentre nei ritagli di tempo cercava di uscire dalla depressione scrivendo quello che molti consideravano solo un romanzo per bambini, ma che poi si sarebbe rivelato il caso editoriale più famoso al mondo. Dal 1997 la sua vita è  cambiata, è il caso di dire, come per MAGIA! “Harry Potter”è diventata una delle saghe letterarie più famose          
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Curarsi coi libri. Rimedi letterari per ogni malanno
Raffreddore, mal di gola, tosse... Son malanni di stagione, si sa. Di questa stagione. Ma tranquilli, abbiamo la cura per voi. Ebbene si. Non ci credete? Leggete con noi Curarsi con i libri : rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin e scoprirete che è davvero così. Qui potrete trovare le prescrizioni più originali e consigli che mai vi aspettereste. Perché i libri non solo sono un passatempo e un nutrimento per la mente. Sono persino curativi. "Rime di rapido effetto, per anima e cuore, che risolvono catastrofi sentimentali lievi e mediamente gravi. Salvo diversa prescrizione, si consiglia la somministrazione su più giorni in un dosaggio ben tollerabile (da 5 a 50 pagine). Se possibile effettuare il trattamento con i piedi caldi e/o un gatto in grembo". Quest’inconsueta 'prescrizione medica' è contenuta, invece, nel libro Una piccola libreria a Parigi, della tedesca Nina George. Di cosa stiamo parlando? Ma della biblioterapia! E che cos’è? Già Aristotele credeva che la letteratura potesse guarire le persone e gli antichi romani riconobbero l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura. Nel 1937, lo psichiatra W.C. Menninger iniziò a parlare di libro-terapia utilizzando la tecnica nel trattamento della malattia mentale.
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"La biblioterapia è intesa in vari modi: come terapia psicologica vera e propria, come strumento per risolvere problemi, come confronto con altre esperienze. Io preferisco pensare ai libri come occasione di crescita personale", dice Barbara Rossi, psicoterapeuta di Milano e curatrice del libro Biblioterapia. La lettura come benessere. "E' un'evidenza clinica, ma anche pedagogica e culturale, che chi legge acquisisce un maggior numero di parole per esprimersi, affina la capacità di mettersi nei panni degli altri, la sua sensibilità, la capacità di tradurre ciò che sente”.
Vorreste cambiare qualcosa nella vostra vita ma non ci riuscite? Fanno al caso vostro i romanzi Per puro caso di Anne Tyler, Memorie di una geisha di Arthur Golden e Mangia, prega, ama di  Elizabeth Gilbert, diventati successi anche cinematografici.
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È finito un amore? Leggete Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes. Avete perso il lavoro? Vi consigliamo Chi ha spostato il mio formaggio? di Spencer Johnson. Avete problemi di depressione?  Raccontarsi : l'autobiografia come cura di sé di Duccio Demetrio fa al caso vostro.
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Una storia semplice ma deliziosa, che descrive i momenti difficili della quotidianità, e la rabbia, dandoci anche la possibilità di risolvere il senso di colpa che ne consegue, è il bellissimo Urlo di mamma, di Jutta Bauer, solo in apparenza un libro per bambini. In realtà uno spaccato di vita vera, un ritratto di tutte le difficoltà, di tutta la fatica  (e di tutto l’amore) dell’essere mamme di giovanissimi cuccioli. Un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e verso l'equilibrio dei sentimenti ce lo offre Robin Norwood con il suo famosissimo  Donne che amano troppo. Perché amare diviene "amare troppo"? Quando accade? Perché alcune donne, pur riconoscendo il loro partner come inadeguato, non riescono a chiudere? Sono storie di dolore e di rabbia, quelle che ci vengono presentate. Ma anche di speranza. Di apertura alla possibilità di un cambiamento. Il nostro.
“Il dolore non è onnipotente. Ma lo può diventare. Se ogni volta che lui passa tu t’inchini”. Con 28 anni sulle spalle e 35 chilogrammi di speranza dentro al cuore, Vera ci restituisce la sua, dolorosa, esperienza dell’anoressia. Rabbia che implode, rifiuto che esplode in 360 gradi di rabbia, di Elena Mearini.
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La guarigione dal pregiudizio e dal preconcetto possono essere facilitate dalla lettura di  romanzi quali Chocolat di Joanne Harris o da Il buio oltre la siepe di Harper Lee, mentre La magia di Ultima di Rudolfo Anaya può aiutarci ad  apprendere la compassione e a meditare sugli aspetti che non possiamo governare della nostra vita. 
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E per il senso di solitudine? Quando ci si sente prigionieri di una vita che non ci appartiene fino in fondo? Capita a tutti, in effetti, di sentirsi un po’ come Meursault -  il protagonista de Lo straniero di Camus. Ma, proprio leggendo Camus, possiamo renderci conto che, in realtà, siamo tutti un po' stranieri. Volete un romanzo positivo, che mette di buon umore e fa bene al cuore? Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen fa al caso vostro. Soffrite d’ansia? Ecco il simpatico Vincere l’ansia per negati di Charles H. Elliott e Laura L. Smith, un manuale accurato, documentato, completo, pieno di consigli utili e anche molto divertente.
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La biblioterapia non è però utile solo nel caso di malesseri psicologici: può davvero esserlo anche in caso di malattie organiche, da quelle oncologiche a quelle cardiologiche. Lo ha ben spiegato il presidente dell’Anmco (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) e direttore dell’UO Cardiologia dell’Ospedale Campo di Marte di Lucca, Francesco Bovenzi,  che, fra i ricoverati nel suo reparto, ha condotto uno studio per verificare se la lettura di poesie potesse avere effetti positivi sui malati. “Magari la poesia non dilata direttamente le coronarie, ma certamente può aiutare il paziente a stare bene, a recuperare un dialogo di fiducia con il curante e, di conseguenza, a seguire di più le terapie” spiega Bovenzi.
La biblioterapia è inoltre adatta a tutte le età e altamente formativa anche per i giovani, giovanissimi lettori. Anche perché, come precisa la dottoressa Minnino "Le persone che leggono hanno una mente più plastica e dinamica, guardano dentro sé stessi, sanno riconoscere i problemi ed eventualmente chiedere aiuto”.
Per finire, vi segnaliamo il blog di Marco Dalla Valle, infermiere ed esperto di biblioterapia e il sito, un bellissimo progetto di promozione della lettura ad alta voce ai bambini, nato dall'alleanza tra pediatri e bibliotecari. Che ha molto a che fare con la biblioterapia, anche se non sembrerebbe. Dateci uno sguardo, e fateci sapere che ne pensate.
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cmplus-me · 6 years ago
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Un Gatto, Un Cappello, Un Nastro
Il nuovo post è stato pubblicato su https://ebook-mania.net/un-gatto-un-cappello-un-nastro/
Un Gatto, Un Cappello, Un Nastro
CHE COSA VI PORTERESTE SU UN’ISOLA DESERTA? L’autrice di Chocolat non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. Tre oggetti in apparenza comuni che all’occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l’immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita.
I racconti di Joanne Harris raccolti in Un gatto, un cappello e un nastro sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà; una madre a caccia del figlio perduto fra le maglie insidiose di Twitter; un attore alla ricerca di una nuova vita e di una nuova casa che si rivelerà già occupata da una famiglia di fantasmi; un aspirante investigatore più portato all’avanspettacolo.
Ancora una volta dopo Profumi, giochi e cuori infranti Joanne Harris torna alla forma, a lei più che congeniale, del racconto. Mondi lontani e vicini, atmosfere calde e coinvolgenti, personaggi ironici e incredibilmente veri: ci sono tutti gli elementi che permettono all’autrice di dare voce al suo straordinario talento, concentrando in poche pagine una forza narrativa che nulla ha da invidiare ai suoi romanzi più amati.
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Sinossi
CHE COSA VI PORTERESTE SU UN’ISOLA DESERTA? L’autrice di Chocolat non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. Tre oggetti in apparenza comuni che all’occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l’immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita.
I racconti di Joanne Harris raccolti in Un gatto, un cappello e un nastro sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà; una madre a caccia del figlio perduto fra le maglie insidiose di Twitter; un attore alla ricerca di una nuova vita e di una nuova casa che si rivelerà già occupata da una famiglia di fantasmi; un aspirante investigatore più portato all’avanspettacolo.
Ancora una volta dopo Profumi, giochi e cuori infranti Joanne Harris torna alla forma, a lei più che congeniale, del racconto. Mondi lontani e vicini, atmosfere calde e coinvolgenti, personaggi ironici e incredibilmente veri: ci sono tutti gli elementi che permettono all’autrice di dare voce al suo straordinario talento, concentrando in poche pagine una forza narrativa che nulla ha da invidiare ai suoi romanzi più amati.
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