#robert legato
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Trigun Stampede Fashion Week.
#trigun stampede#trigun#vash the stampede#nicholas d wolfwood#meryl stryfe#robert de niro#millions knives#zazie the beast#legato bluesummers#livio the double fang#erendira the crimson nail
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Storia Di Musica #341, Bee Gees, Main Course, 1975
Per le storie di musica con almeno tre fratelli coinvolti non potevano mancare. Oltre questo motivo importante, mi spinge a scrivere di loro anche il fatto che, come poche altre band, sono fisse nell'immaginario collettivo per un disco, la colonna sonora de La Febbre Del Sabato Sera. Sebbene il disco sia uno dei più venduti di tutti i tempi (probabilmente oltre 40 milioni di copie vendute), legato non solo al mondo musicale ma anche a quello cinematografico, si finisce per dimenticarsi di tutto il resto, cioè di una delle band più longeve e più di successo di tutti i tempi, che nella loro carriera lunga 60 anni ha sperimentato di tutto.
Barry, Robin e Maurice Gibb nascono appena dopo la guerra (Barry nel 1946, Robin e Maurice gemelli nel 1949, hanno anche una sorella maggiore, Leslie, nata nel 1945) sull'isola di Man. Si trasferiscono piccolissimi nei sobborghi di Manchester, dove Barry è coinvolto in numerosi episodi di vandalismo, che gli valgono una condanna con la condizionale. I genitori decisero di emigrare nei pressi di Brisbane, in Australia, nel 1958, dove nel marzo di quell'anno nacque Andy, l'ultimo dei fratelli Gibb. Lì sviluppano, in maniera spontanea, una grande intesa canora e musicale, tanto che i tre fratellini cantano in trio in una radio privata, Radio Brisbane. il deejay che li annuncia si chiama Bill Gates, l'autista che li va a prendere per portargli agli studi radiofonici si chiama Bill Goode. Pensando anche che fossero i Brothers Gibb, decidono di chiamare la band B.G.'s, poi scritto Bee Gees.
Sarebbe lunghissimo scrivere tutta la loro carriera, ma alcune cose le voglio ricordare: nel 1966, dopo una serie di successi in Australia, decidono di tornare in Gran Bretagna, il loro manager Robert Stigwood aggiunge al trio Vince Melouney alla chitarra e Colin Peterson alla batteria. In pochi anni collezionano successi a ripetizione, tra il 1967 e il 1969 pubblicano 4 album e decine di singoli, che vanno in classifica in tutto il mondo, Italia compresa. Tra questi dischi spicca il bellissimo Odessa, un concept album sulla scomparsa di una fittizia nave nel Mar Nero nel 1899, disco che ebbe brutta critica all'epoca, ma che oggi è considerato un capolavoro nascosto di quegli anni. E portò anche ad una rottura tra i fratelli: in disaccordo sull'idea di musica da fare, Robin si allontana dai due fratelli e sceglie di scrivere musica da solo. Barry e Maurice scelgono di proseguire senza di lui: esce così Tomorrow Tomorrow che è superato in quanto a vendite dal singolo di esordio di Robin, Saved By The Bell; Robin pubblicò anche due singoli cantati in lingua italiana, Agosto Ottobre e Un Milione Di Anni Fa. Più tardi provò a bissare il successo con One Million Years ma senza riuscirci, mentre il suo primo album, Robin's Reign, uscì nel 1970. A fine anni '70 ci fu la reunion, che venne considerata alla stregua di una rifondazione, e qui inizia il periodo d'oro della band.
Iniziano a collaborare con il grande produttore Arif Mardin, della etichetta Atlantic, che intuisce che per sfruttare al meglio le perfette armonie canore di cui sono capaci devono virare su suoni più decisi. Li avvicina alle sonorità soul, r'n'b, al funk e alla nascente disco music per farli diventare il gruppo bianco più famoso del genere. Il disco che ho scelto oggi è quello che i critici considerano il primo passo verso questo percorso.
Può sembrare sciocco definire il dodicesimo album di un gruppo con una serie di otto anni di dischi d'oro alle spalle una "svolta", ma è questo che è stato Main Course, che esce nel 1975. In copertina, un bellissimo disegno di Drew Struzan, famoso disegnatore, autore dei più famosi manifesti cinematografici. Main Course ha segnato un enorme cambiamento nel sound dei Bee Gees, abbandonando la forma ballata per un disco fresco, pieno di sonorità innovative e che ha altri primati che scopriremo tra poco. Registrato, su consiglio dell'amico Eric Clapton che lì si era trasferito (al 461 di Ocean Boulevard di Golden Beach, vicino Miami, come il titolo di un suo bellissimo disco) in Florida, le ballate dei dischi precedenti ci sono ancora, come Songbird e Country Lanes, ma la scrittura era più semplice e il resto era composto da orecchiabili melodie dance fortemente influenzate dalla musica soul di Philadelphia del periodo. Trainato dai singoli Jive Talkin', Nights On Broadway, la prima canzone a sfoggiare il falsetto che li renderà iconici e Fanny (Be Tender With My Love), attirò milioni di nuovi ascoltatori. La voce in falsetto di Barry Gibb divenne oggetto di scherno negli anni successivi, ma funziona: riusciva ad essere credibile in senso romantico quanto piuttosto una conquista per la serata, il che era in linea con i costumi sessuali della metà degli anni '70. Arif Mardin aveva convinto i Bee Gees a volgere il loro talento verso una direzione musicale che avevano sempre amato ma mai abbracciato, e basta ascoltare Wind Of Change o Edge Of The Universe per capirne il risultato eccellente. Barry, Robin e Maurice Gibb erano affascinati da R&B e soul da anni (To Love Somebody era stata scritta perché Otis Redding la cantasse), ma, in quanto britannici bianchi, temendo che potessero sembrare ridicoli, non avevano mai adattato quei suoni da soli. Non solo non sembravano ridicoli, ma divennero gli interpreti principi di questo stile, segnando un'era. In Main Course li accompagnano fior di musicisti: Blue Weaver, alle tastiere elettroniche, un marchio di fabbrica di qui in avanti, e calderone di idee infinite, Alan Kendall, che suonava in uno stile di chitarra funky e il batterista Dennis Byron, che suonava pattern più complicati di quanto gli fosse stato chiesto negli anni, furono anche loro felici della nuova direzione e costituirono il nucleo strumentale della band per i successivi sei anni.
Tra i record dei Bee Gees: oltre 250 milioni di copie vendute, un ruolo non sono da interpreti, ma da autori fondamentale (Barry ha scritto sedici "numeri uno" in America, come produttore quattordici). Sono presenti nella Rock and Roll Hall Of Fame (1997), nella Songwriters Hall Of Fame (1994), nella Vocal Group Hall Of Fame (2001) e hanno vinto otto Grammy Award tra cui il Grammy Legend Award. Sembra abbastanza per non essere coverizzati per la pubblicità dei fermenti anticolesterolo.
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10 Fandoms / 10 Characters / 10 Tags
Tagged By: @kylo-wrecked
I have to admit I needed a few minutes to assemble ten fandoms, and a few minutes more for each one to think of ten characters for a couple of them! Fortunately, having an RP blog means I already interact with a few...
~*~*~*~
Marvel Universe Eddie Brock / Venom Beta Ray Bill Peter Parker / Spider-Man Phil Coulson Groot Stephen Strange Vision {Seriously, did anybody expect the first seven to be any different?} Curt Connors / The Lizard Kurt Wagner / Nightcrawler Henry McCoy / The Beast
DC Universe Clark Kent / Superman Barry Allen / The Flash James Gordon Alfred Pennyworth Dick Grayson / Nightwing Tim Drake / Red Robin Kyle Rayner / Green Lantern Jimmy Olsen J'onn J'onzz / Martian Manhunter Victor Stone / Cyborg
Star Trek Universe Data Julian Bashir Saru Wesley Crusher Spock Miles O'Brien The Doctor Nog Worf Jadzia Dax
Star Wars Universe (yes, I count Legends, come at me) Corran Horn The Dark Woman Plo Koon Luke Skywalker Han Solo Anakin Skywalker Chewbacca Leia Organa Wedge Antilles Din Grogu
Trigun Nicholas D. Wolfwood Vash the Stampede Hoppered the Gauntlet Milly Thompson B.D.N. Rem Saverem Midvalley the Hornfreak Meryl Strife Dominique the Cyclops Legato Bluesummers
Yu-Gi-Oh! Joey Wheeler Tristan Taylor Yugi Muto Yami / Pharaoh Atem Rafael Mai Valentine Duke Devlin Mahad Odion Mako Tsunami
Power Rangers Universe Billy Cranston Zack Taylor Kimberly Hart Trini Kwan Jason Lee Scott Adam Park Robert James Anubis Cruger Lord Zedd Tommy Oliver
Teenage Mutant Ninja Turtles Donatello Leonardo Michelangelo Splinter Raphael Casey Jones Bebop Rocksteady Mondo Gecko Muckman
Babylon 5 Stephen Franklin Zack Allan Vir Cotto Lennier G'Kar Lorien Marcus Cole Michael Garibaldi Jeffrey Sinclair John Sheridan
The West Wing Josiah Bartlet Charlie Young Toby Ziegler Sam Seaborn Dolores Landingham C.J. Cregg Margaret Hooper Leo McGarry Debbie Fiderer Josh Lyman
~*~*~*~
Tagging: @brooklynislandgirl @nightmarefuele @illbringthechaosmagic @itmeanspeace @morgansmornings @sokovianfortune @defectivexfragmented @yggdrasilushxrt @tabbyrp @corinnebaileyrp
#The Fourth Wall | out of character#Getting to Know Me | about the mun#{ when I can't write I'll at least respond to a tag or two }
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Mean Streets (Martin Scorsese, 1973)
Siamo a New York. Charlie (interpretato da Harvey Keitel) è un giovane italo-americano che trascorre la sua vita nel quartiere di Little Italy tra feste, partite di biliardo e risse nei bar e svolgendo qualche lavoretto non proprio lecito per lo zio mafioso. Ma Charlie non si sente proprio a suo agio in questa situazione soprattutto a causa della sua forte fede religiosa. Tra gli amici del quartiere Charlie legato particolarmente a Johnny Boy (interpretato da Robert De Niro), un ragazzo scapestrato che non fa altro che mettersi nei guai, indebitandosi con tutti. Sarà proprio Charlie a cercare di proteggere Johnny Boy che deve restituire una grossa somma di denaro a Michael, un loro amico che stanco delle ripetute scuse del debitore comincia a minacciarlo.
Il primo film di Scorsese che tocca la tematica gangster ma in maniera più grezza con una fotografia sgranata ma azzeccata, una regia più caotica e meno curata dei film successivi ma che senza dubbio non deluderà gli ammiratori.
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Rossy de Palma
La poesia è stato il mio primo amore. I poeti dadaisti mi hanno aperto una dimensione di pensiero completamente nuova, grazie alla quale in un solo momento mi sono resa conto che mi aspettava un altro mondo. L’arte ci cura e ci aiuta a sopravvivere.
Attrice, modella, scultrice, pittrice, scrittrice, cantante e regista di video e spot, Rossy de Palma è una delle più importanti protagoniste del cinema di Pedro Almodóvar.
Dotata di una bellezza fuori dagli schemi, un viso dai lineamenti irregolari e atipici, di cui ha fatto il suo punto di forza e che sfoggia con grande ironia, è una personalità poliedrica, difficile da etichettare.
Nata il 16 settembre 1964 col nome di Rosa Elena García Echave a Palma di Maiorca da una famiglia di origine asturiana e basca, è cresciuta nelle Baleari per poi trasferirsi a Madrid, negli anni Ottanta, seguendo il suo gruppo musicale, Peor impossible. Il suo nome d’arte era Rossy Peor, poi modificato in Rossy Von Donna.
È stato in quel periodo che, frequentando l’ambiente artistico madrileno, è entrata in contatto con Almodóvar che, nel 1987 le ha chiesto di partecipare al film La legge del desiderio. Da allora è diventata una delle sue protagoniste preferite, tanto da volerla ancora in Donne sull’orlo di una crisi di nervi del 1988, Légami! del 1990, Kika del 1993 e Il fiore del mio segreto del 1995. Per questi due ultimi ruoli è stata nominata al Goya (l’Oscar spagnolo). È anche apparsa in un cameo di Gli abbracci spezzati.
Ha lavorato anche in Italia con Aldo, Giovanni e Giacomo, Giancarlo Giannini, Rupert Everett e Ornella Muti.
Ha avuto un ruolo in Prêt-à-Porter di Robert Altman e nel musical grottesco Franchesca Page, diretto dalla fotografa Kelley Sane, dove ha ricoperto uno dei ruoli più memorabili della sua carriera, interpretando una sadica e psicopatica produttrice teatrale decisa a far fallire lo spettacolo chiave della pellicola, al quale fa perno la rivalità tra madre e figlia (interpretate da due drag queen).
Parallelamente alla carriera di attrice, saltuariamente, si produce come cantante ed è stata modella di stilisti come Louis Vuitton e Jean-Paul Gaultier. Per la primavera/estate 2012 è stata, insieme a Pedro Almodóvar e a Mariacarla Boscono, protagonista della campagna Missoni, ambientata in Spagna. È stata anche madrina di A Shaded View On Fashion Film, festival di cortometraggi sulla moda, creato e curato da Diane Pernet.
Ha anche realizzato una linea di profumi e di make up che portano il suo nome.
Spesso ha legato il suo nome a campagne sociali sostenendo le battaglie per le persone migranti, contro la violenza sulle donne e per i diritti lgbtq+.
Nel 2015 è stata nella giuria del Festival di Cannes.
Rossy de Palma, ironica, intelligente e talentuosa, ha dimostrato che si può diventare un’icona di fascino anche con una bellezza che va fuori dai classici canoni estetici.
Il suo naso strano è stato, a sua detta, il segreto del suo successo.
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Rinvenni al buio, con un gran male, legato mani e piedi, e assordato da molti rumori insoliti (Robert Louis Stevenson, Il fanciullo rapito, Milano, Rizzoli, 1953).
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“Compativa Tobler, lo disprezzava e al contempo aveva paura di lui. Erano tre sentimenti bruttissimi, tutti quanti naturali, ma anche ingiusti. Che cosa lo riduceva a restare ancora l’impiegato di quell’uomo? Gli arretrati di stipendio? Sì, anche. Ma c’era anche dell’altro, e più importante: amava con tutto il cuore quell’individuo. La purezza di questo sentimento faceva impallidire la macchia degli altri tre. E a motivo di questo solo sentimento si erano manifestati, quasi fin dall’inizio, anche gli altri tre, e con tanta più intensità. Sì, perché ciò che uno aveva caro, cui si sentiva legato e unito, era appunto ciò che lo angustiava, con cui conteneva, di cui parecchio non gli andava a genio e che talora detestava perché se ne sentiva potentemente attratto.”
Robert Walser, “L’assistente”
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started trigun stampede and first of all i am in no way capable of commenting on this series in an even remotely objective way because trigun was one of my first ever manga back in the day it was a staple of my childhood and i will try to eat this shit up even if it’s the worst anime ever made
that said, it’s not bad! it, uh, it could have been worse!
i do admittedly have some complaints/concerns (primarily WHERE IS MILLY WHY IS MERYL’S CHARACTERIZATION SO WACK WHO TF IS ROBERT DE NIRO)
but overall i’m looking forward to seeing more while keeping my expectations quite low
looking at the cast list it seems legato and zazie (of all people?) will be involved in this in some way, so i guess there’s that to look forward to at least! i get the vibe that i’m not going to be in love with the original choices this series makes, but i’ll take any little crumbs of joy that are here
the cgi is... not to my taste but imo it’s bearable, and i do actually like this design of vash (though i’m not so big on the meryl design)
i’m trying so hard to be positive about this lmao but i’ll just say it, this is definitely in no way what i wanted but i will continue watching and trying to enjoy it for what it is (nostalgia is a hell of a drug)
realistically, i’m not hoping for anything that’ll thrill the trigun manga lover in me. at this point i’m just hoping for some truly sexy and unhinged knives/legato moments, because the original anime was deeply lacking in that regard imo
and i’ll continue wishing for an adaptation that actually covers the whole manga, which will probably never happen at this rate but hey let me dream
#crab watches#trigun stampede#despite my best efforts to be gung-ho about this (pun very much intended)#i'm kinda#i'm struggling#i want to love it i want to love it so bad#but i'm old and tired and sick of change#well#it's only been an episode#let's see how it goes#ALL I WANT#ALL I'VE EVER ASKED FOR#IS TO SEE MY WIFE ELENDIRA#ANIMATED#I HATE IT HERE#ok tantrum over i'm going to go back to#trying to be belligerently positive about this even if it's not good
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BOB JAMES
Nella storia dei linguaggi musicali jazzistici, il nome del pianista e tastierista Bob James è saldamente legato al mondo della fusion e del cosiddetto smooth jazz, di cui è stato uno dei primi e più strutturati campioni, a partire dai primi anni Settanta fino alla celebrata avventura con i Fourplay. Non meno interessante, specie per chi ama esplorare i percorsi un po’ carsici dello svilupparsi di un segno espressivo, è indagare i primi anni di carriera del musicista americano, quando, ben prima di comporre la fortunata sigla della sitcom Taxi (quella con Danny DeVito, i meno giovani magari la ricorderanno) e di accomodarsi tra i vincitori del Grammy insieme a Earl Klugh o David Sanborn, il nostro bazzicava ambiti ben più avanguardistici e sperimentali. Musicista dotato di una sorprendente facilità esecutiva e compositiva, James si fa infatti notare all’epoca del college, intrecciando le proprie vicende con quelle dei compositori che bazzicano a Ann Arbor, compositori come Rober Ashley, Gordon Mumma o Roger Reynolds che formeranno lo ONCE Group, ma anche di jazzisti trasversali come Eric Dolphy. Non è un caso la presenza di James come esecutore nel bellissimo cofanetto della New World Music From The ONCE Festival 1961-1966. Il debutto discografico jazzistico nel 1963, sotto lo sguardo lungimirante di Quincy Jones, avviene invece per la Mercury: si chiama Bold Conceptions, in trio con Ron Brooks al contrabbasso e Robert Pozar alla batteria.
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Le leggende della Dance Anni 90
Avevo questa idea da diverso tempo. In realtà ero partito con la creazione di una playlist di max. 50 brani. Una scelta ristretta alle tracce più calde dell'epoca, ma è stato complesso perché in realtà, seguendo questo paradigma, i brani di successo sono molti di più. La scelta si basa su tre punti cardine: la loro posizione in classifica, l'indice di ascolto nei social e quello che realmente ho vissuto in prima persona quando uscirono tutti questi brani (e non solo) in disco, nessuno escluso. Gusti soggettivi? No, non credo. Ci sono tracce che piacciono, altre meno, altre che mi vanno strette, ma mi sono tenuto su ciò che realmente la nostra generazione cavalcava in questo decennio. Io sono stato un appassionato accanito della dance, collezionando singoli e anche compilation. Se non il 100%, ho raccolto almeno il 99% delle hit che hanno segnato il nostro decennio, ma ci sono da precisare alcuni aspetti oggettivi e storici.
Le fasi della dance anni 90 possono esser divisi in 4 momenti cruciali.
'90-'92 La nascita e diffusione della eurodance ed eurohouse.
L’esplosione dal 1993 al 1997.
La nascita della progressive italiana, collocata nel 1995 (prodotto di matrice italiana, nostro vanto, con il nostro padre fondatore, Gigi D’ag.)
Il declino, stimato dal 1998.
Sul primo punto, la diffusione delle tracce dei primi anni '90 era legato molto su ciò che mettevano i DJ in disco, pertanto buona parte dei tormentoni sono rimasti confinati in quegli ambienti, non figurando le alte posizioni delle classifiche che erano fino ad allora dominio della pop, musica italiana, rock e rap. Solo una nicchia di artisti figura in queste classifiche, ma pezzi grandiosi (alcuni dei quali soprattutto all’estero) ci sono stati eccome! Basterebbe pensare agli Snap! Double You o Robin S. E' bene anche ricordare che la produzione di un brano, all'epoca, non era supportata da una tecnologia evoluta come al contrario lo sono stati i brani che vanno dal '94 in poi, pertanto si presentano poveri di sound, spesso ripetitivi e con la voce al centro delle tracce. Molto spesso alla cantante si accostava un rapper che nella gran parte dei brani presenti arricchiva la traccia con dei ritornelli brevi, ma energici. L’esplosione della dance anni '90 è andata di pari passo con la privatizzazione delle radio e la loro diffusione nell’etere, con annessi palinsesti dedicati a questo genere. Anche le emittenti televisive private hanno permesso tutto ciò, con programmi dedicati. Nel '95 si raggiunge l’apogeo del successo, dove entra di scena anche la Progressive, un genere con radici italiane di cui tra i fondatori figura un'artista di fama globale e di successo come Gigi D'Agostino. In questa fase, le classifiche dei singoli più venduti erano quasi interamente di dominio della musica dance, con tracce che arrivavano ad occupare stabilmente le prime posizioni anche per mesi: ci viene da pensare a Corona, La Bouche, Robert Miles, Underworld, Ti.Pi.Cal e tanti altri. E' bene poi precisare che alcuni di questi sono riusciti persino a varcare i confini nazionali spopolando persino negli USA (tipo Robert Miles e Corona). Buona parte della crescita esponenziale dei successi e dei brani di questo genere in questo periodo è stato favorito da una sempre più rapida crescita tecnologica. Il processo di digitalizzazione ha permesso di fatto una produzione più rapida e consistente dei brani e costi minori per i produttori sullo sviluppo, permettendo a DJ ed artisti di proporre tracce con una cadenza temporale minore. Possiamo però dire che la digitalizzazione è stata purtroppo anche una delle cause del declino o meglio dire l'inizio della fine della eurodance, meglio nota come musica commerciale. L'arrivo del digitale con gli mp3, la pirateria musicale, le web radio, i podcast e altri "attori" della nuova era che non sto qui ad elencare, hanno dato luogo ad un mutamento generale della società e della musica stessa che nello stesso periodo è stata investita da una forte crisi industriale. I brani dance hanno continuato e continuano ad esistere, ma con una cadenza molto più blanda e una popolarità molto più soffocata dall'ascesa di altri generi. Si può dire tranquillamente che la commerciale nel 2004 è stata soppiantata dal genere house, che coi suoi prodotti sperimentali è sempre riuscita a produrre tracce di successo allineate coi tempi e mode del momento. A testimonianza del grande successo della dance, oggi si assiste spesso a tracce dell'epoca rivisitate o remixate: una conferma di come la dance anni '90 sia un'icona che abbraccia diverse generazioni, o meglio dire un genere senza età scalfito nelle nostre memorie e che tuttora riesce con l'energia delle sue tracce a far esplodere ancora oggi le discoteche.
Ho sia la playlist su Spotify che Youtube, ma la seconda risulta più completa grazie ai tanti dj ed appassionati che hanno conservato pezzi introvabili che a mio parere hanno contribuito a rendere la 90's Dance un genere musicale senza età.
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VFX Artists React to Bad & Great CGi 132 (ft. Robert Legato)
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Inversamente
L'altro giorno @hope-now-and-live aveva chiesto, in maniera ironica ma molto interessante, quante volte ci si è chiesti perchè Orfeo si gira a guardare se Euridice lo segua, nella sua catabasi (nel mondo greco, la discesa dell'anima nell'oltretomba), perdendo definitivamente la sua amata, ritenendolo per questo uno stolto. Il Mito è famosissimo, ed è uno dei più potenti racconti sulla proibizione simbolica.
Nel chiacchierare con lei, mi è venuto in mente che Robert Browning, poeta, scrittore e drammaturgo britannico dell'età vittoriana, si ispirò a questo quadro di Frederic Leighton, Orfeo e Euridice (1864)
dove è chiaro come sia Euridice che cerca "di farsi guardare" da Orfeo, che tiene disperatamente gli occhi chiusi, per scrivere questi versi:
Sì, dammi la bocca, gli occhi, la fronte, e insieme mi prendano ancora – un solo sguardo ora mi avvolgerà per sempre per non uscire mai dalla sua luce, anche se fuori è tenebra. Tienimi sicura, avvinta al tuo sguardo eterno. Le pene d’un tempo, dimenticate, e il terrore futuro, sfidato – non è mio il passato né il futuro – guardami! Robert Browning, Eurydice to Orpheus, da Dramatis Personæ , 1864
Per chi non lo ricorda, il Mito è diverso: Orfeo s’innamora, ricambiato, della ninfa Euridice, e la sposa. Come racconta Virgilio nelle Georgiche, di Euridice s’invaghisce anche il pastore Aristeo, che l’insegue per farla sua e, mentre scappa, Euridice è morsa fatalmente da un serpente. Nelle Metamorfosi Ovidio sceglie di eliminare dalla scena Aristeo: Euridice è spensierata, in compagnia di una schiera di ninfe, quando viene morsa al tallone dal rettile. Appena Orfeo apprende la notizia, piange la sposa e con coraggio decide di recarsi negli inferi per riaverla. Scende fino allo Stige, vince ogni ostacolo grazie alla lira e si presenta a Persefone e a Ade, i signori dell’oltretomba. Canta il suo amore per Euridice e chiede che gli venga data la possibilità di continuare a vivere con lei. Tale è la forza del suo amore e del suo canto che Persefone, Ade, il cane Cerbero e perfino le implacabili Furie si commuovono. Gli viene quindi accordato di portare con sé Euridice, ma a un patto: lui andrà avanti, lei lo seguirà, e Orfeo non potrà mai girarsi indietro, perché altrimenti Euridice tornerà per sempre tra le ombre dei defunti. Nella risalita, infatti, mentre i due amanti sono quasi arrivati alla luce, Orfeo non resiste alla tentazione e si volta per controllare che la sua amata sia veramente con lui. Nel tempo di un attimo Euridice scompare per sempre nell’abisso. Distrutto e impietrito, Orfeo non trova più pace e vaga per la terra, sublimando nel canto un passato che non può più tornare. Continua a emozionare, sì, ma rifiuta la vita e l’amore delle altre donne; per questo le Menadi – o Baccanti – si vendicano di lui, che pure era legato a Dioniso, e lo fanno a pezzi gettandone i resti nel fiume Ebro. Tutti lo piangono, uccelli, alberi, sassi, ma Orfeo potrà tornare a riabbracciare la sua Euridice.
Molti nel '900 riprenderanno il Mito, soprattutto dal punto di vista di Euridice. Il magnifico Orfeo, Euridice, Hermes di Rainer Maria Rilke, aggiunge la figura del dio dal piede alato che è messaggero delle anime (Psicopompo, uno dei suoi più famosi attributi), con Euridice che non riconosce più Orfeo:
E quando a un tratto il dio la trattenne e con voce di dolore pronunciò le parole: si è voltato –, lei non comprese e disse piano: Chi?
Ma avanti, scuro sulla chiara porta, stava qualcuno il cui viso non era da distinguere. Immobile guardava come sull’orma di un sentiero erboso il dio delle ambasciate mestamente si volgesse in silenzio per seguire lei che tornava sulla stessa via, turbato il passo dalle bende funebri, malcerta, mite nella sua pazienza.
Giganti si sono cimentati con questa storia (tra gli altri, Campana, Pavese, Yourcenar, Magris, Calvino) ma cito Gesualdo Bufalino, che in un racconto beffardo, Il ritorno di Euridice (1986), fa dire alla Ninfa:
L’aria non li aveva ancora divisi che già la sua voce baldamente intonava “Che farò senza Euridice?”, e non sembrava che improvvisasse, ma che a lungo avesse studiato davanti a uno specchio quei vocalizzi e filature, tutto già bell’e pronto, da esibire al pubblico, ai battimani, ai riflettori della ribalta.
In pratica, l'aveva fatto apposta!
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Shantaram - Gregory David Roberts
Shantaram – Gregory David Roberts Incipit Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la…
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