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PRIMA PAGINA Il Resto Del Carlino di Oggi martedì, 13 agosto 2024
#PrimaPagina#ilrestodelcarlino quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi resto#carlino#nazionale#imola#appronta#emergenza#west#boom#casi#ricoveri#evitare#zanzare#regala#fermi#chiama#leader#italia#francia#inghilterra#nota#congiunta
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NEM Flowers 20 - Curated by Gianluca Ricoveri
FEATURED ARTWORKS BY: Rosalie Heller, Janis Brandenburg Lee, Jane Schultz, Lee Atwell, Tim Creamer, Laurence Brugerie, Ammeliese We, Donna Donato and Allyson Marie.
#Gianluca Ricoveri#Rosalie Heller#Janis Brandenburg Lee#Jane Schultz#Lee Atwell#Tim Creamer#Laurence Brugerie#Anneliese Wi#Donna Donato#Allyson Marie
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Tipo che passo le ore a spalare merda, spazzare, rastrellare, sollevare pesi, trasportare carriole enormi piene di fieno e annaffiatoi enormi pieni di acqua, a costruire cose, cancelli, recinzioni... poi mi fermo e sto con gli animali, li osservo e controllo stiano bene, gli faccio le coccole se sono di loro gradimento, gli preparo la pappa e mi occupo delle terapie tipo pastiglie o iniezioni per chi sta male e ne ha bisogno, li sveglio quando sorge il sole e li accompagno a nanna nei ricoveri notturni tutti puliti, caldi e comodi. Loro sono i miei compagni di vita, migliori di tutte le persone che mi circondano al momento.
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UNA NUOVA TERAPIA PER L’ASMA DOPO 50 ANNI RIDUCE DI UN TERZO LE CRISI

Una nuova applicazione terapeutica studiata dall’Oxford University Hospitals ha mostrato che un farmaco, già disponibile, può essere utilizzato per ridurre del 30% la necessità di trattamenti e ricoveri per l’asma.
Il benralizumab è un anticorpo monoclonale che prende di mira gli eosinofili, un tipo di globulo bianco che svolge un ruolo chiave nell’infiammazione associata all’asma. Gli eosinofili possono accumularsi nelle vie aeree e contribuire a peggiorare i sintomi della malattia. L’anticorpo testato dai ricercatori del Regno Unito, agisce legandosi a una proteina sulla superficie degli eosinofili, inducendo il sistema immunitario a distruggerli. Gli studi clinici hanno dimostrato che il benralizumab è significativamente più efficace dei trattamenti tradizionali. In particolare, è stato osservato che riduce gli attacchi d’asma di quattro volte rispetto ai corticosteroidi orali esistenti.
“Potrebbe essere un punto di svolta per le persone con asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il trattamento per l’asma e le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva non è cambiato in 50 anni” ha dichiarato Mona Bafadhel ricercatrice presso il King’s Centre for Lung Health. Il benralizumab viene somministrato tramite iniezione sottocutanea ogni otto settimane. Questo regime di trattamento, oltre a migliorare il controllo dell’asma, riduce anche la necessità di corticosteroidi orali che possono avere effetti collaterali significativi a lungo termine, come il diabete e l’osteoporosi. “La broncopneumopatia cronica ostruttiva è la terza causa di morte in tutto il mondo ma il trattamento per questa condizione è bloccato nel 20° secolo” spiega Sanjay Ramakrishnan primo autore dello studio clinico pubblicato sulla rivista scientifica Lancet.
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Fonte: University of Oxford; Lancet Respiratory Medicine; King’s College London; immagine di Nessa Nidhi
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Mettiamola così
L'amministrazione trump ha azzoppato (eufemismo) le istituzioni di sorveglianza sanitaria USA. Quei pochi report che arrivano da altri canali indicano che:
In diversi Stati i ricoveri e decessi per influenza sono fortemente oltre la media degli ultimi tre anni.
Continuano a saltare fuori cluster di H5N1 in allevamenti
Ci sono sempre più umani contagiati, solitamente lavoratori di suddetti allevamenti/veterinari
Vengono riscontrati sempre più mammiferi infetti
I virologi lamentano la scarsa gestione e la difficoltà di accesso alle informazioni
Tutto questo unito alla stagione influenzale forma un cocktail esplosivo per una nuova possibile pandemia.
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Quello che non sopporto della narrazione circa le relazioni e superare i propri vissuti traumatici è che ti senti stronzo tu se sei completamente disfunzionale e un terreno minato per l’emotività poi parli con queste persone fautrici della crescita personale e ti raccontano della loro infanzia e dei loro genitori il cui massimo litigio girava intorno al passare le vacanze alle Maldive o in Sardegna e pensi pure (sommessamente perché altrimenti sei appunto stronzo) grazie ar cazzo zi’ a casa mia volano coltelli e se non sono finita a Rebibbia è per puro miracolo ora son pure d’accordo sul migliorarsi andare in terapia curarsi etc etc - roba che mi viene da essere pazza scocciata solo perché mi sono frantumata i coglioni di questa auspicabile perfezione -, però se nasci tondo mica muori quadrato, c’è pure da capire che se fino a ieri l’altro tu’ padre ti prendeva a calci e tua madre stava lì a guardare forse anche solo il fatto di continuare a esistere e di volere un po’ di bene autentico qua e là è già il massimo a cui posso aspirare. Uno non può sempre vivere guardando il punto d’arrivo senza considerare il punto di partenza perché poi il tizio cresciuto tra litigi carabinieri coltelli volanti e ricoveri un giorno te la dà la sveglia mentre tu parli e vaneggi circa qualche stronzata psuedopsicologica odierna e c’avrebbe pure ragione.
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Ho avuto un'infanzia meravigliosa. Con i monti e i torrenti e gli alberi e le lucertole assolati del mio Paesello. E Dio che ci sorvegliava, sonnacchioso dentro ai tabernacoli delle chiese, insieme alle vecchiette con la bocca piena di caramelle Rossana e canti sacri nella luce colorata che filtrava attraverso le vetrate della Matrice.
A undici anni, il declino. Abusato il primo anno di scuole medie da un compagno di classe pluri-ripetente. Mi costringeva a masturbarlo di fronte a tutti. Nessuno mosse un dito. Temo che qualche professoressa sapesse; ma meglio non andarsi a infilare in faccende più grandi di sé... soprattutto se ti ritrovi disgraziatamente a buscarti il pane nel quartiere più violento e feroce di Palermo, a pochi anni della guerra e delle stragi di Mafia. Nessuno si vergognò. Né l'abusante, né i compagni, né chi sapeva e non ha mosso un dito. In compenso mi vergognai io. Questo causò una timidezza patologica, una goffaggine che superava il ridicolo. E di conseguenza il bullismo, il male minore fra quelli sopportati, mi costrinse a chiudermi in casa. Ad uscire solo per andare a scuola e incontrare giorno per giorno il mio carnefice. Perché conoscevo già cos'erano i doveri. La mia famiglia mi ha sempre amato - le uniche persone ad averlo mai fatto - e li ho ripagati essendo sempre ligio ai miei doveri di figlio.
Le superiori andarono un po' meglio. Ma anche qui, amicizie superficiali che si basavano sulla simpatia che sucitava il mio essere goffo e ridicolo e brutto - avevo denti sporgenti e pesavo quanto una vacca - e per il resto cinque anni passati in casa a leggere narrativa fino alla nausea.
En passant: Prima e unica esperienza sentimentale. Rifiutato e umiliato.
Botta di culo. Passo i test di medicina. Volo a Pavia. Ci resto sei anni.
Il primo anno, fantastico. I miei sono lontani. Mi sento in diritto di mollare la presa sulle mie remore morali. Inizio a fumare tabacco e a bere, quasi ogni sera. Passo alla marijuana. Sembra la svolta. Ma dietro l'angolo c'è il baratro. Divento dipendente dall'erba - sì, gente, come si può essere dipendenti da quella porcheria che è il porno si può benissimo essere dipendenti da un fumo magico che fa svanire le proccupazioni - fumo fino a 15 canne al giorno; e le fumo solo, uscendo fuori dalle grazie di Maria. Dimentico che sto lì per studiare e inizio a mandare a troie la possibilità di laurearmi, dicendomi c'è tempo, e raccontandomi un fottìo di fregnacce. Ma sono consapevole delle fregnacce e per tre anni non faccio niente, se non spendere soldi in droga, vedere film d'essai su megavideo e masturbarmi fino a stordirmi, perdere i sensi e finalmente dormire.
Un gruppi di belle persone mi raccatta dal fango a 22 anni. Tra i 22 e 24 finalmente vivo, mi diverto, sono felice, quasi quasi mi viene pure voglia di studiare e dare una bella ordinata alla mia vita... ma i traumi dell'infanzia sono troppo pesanti e mi ammalo. Esordio psicotico acuto. Fottuto. Per 10 anni passo la vita, tra ricoveri, farmaci, psicologi, psichiatri, testi di roschark (o come cazzo si scrive) e le urla, i pianti e la depressione di tutti i miei familiari.
Per 10 anni lotto... e ne vengo fuori. Trovo lavoro a Milano, le miei poesie vengono pubblicate da una piccola casa editrice di Roma che crede in me, mi metto in forma, da dipendente pubblico ho tutte le agevolazioni del mondo e uno stipendio che farebbe invidia al mio psicologo.
Ma perché questa carrellata sulla mia vita? Perché ieri ho visto questo angolino di luce che mi sono costruito a calci e mozzichi e mi sono detto: non ho nessun diritto ad essere così fortunato. E pensavo a Gaza, all'Ucraina, alle carceri libiche, alla barista del mio paese morta a 40 anni, senza aver mai visto la Luce.
Fortunato? Porca Madonna, l'unica fortuna è essere nato in un paese del primo mondo, avere una famiglia che mi ama, ed essere molto meno stupido della media. Tutte cose niente affatto scontate. Ma la Fortuna, cazzo, è un'altra roba.
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Storia Di Musica #319 - Black Country Communion, Black Country Communion, 2010
Il mese delle storia degli album delle band con "black" nel nome si conclude oggi. Vorrei ringraziare i suggerimenti, alcuni davvero interessanti, come Federica che mi ha suggerito i Beast Of Black (un gruppo heavy metal scandinavo che ama inserire le tastiere stile anni '80 nelle loro canzoni, e fa cover di qualsiasi cosa, persino di Michael Jackson e non solo dei Manowar), ma ho scelto per chiudere questa carrellata, necessariamente parziale e soprattutto cercando di andare oltre le scelte più ovvie (i Black Sabbath, già protagonisti di questa rubrica, o i Black Keys) un gruppo che ritengo estremamente interessante. L'ultima storia riguarda un supergruppo, che i più attenti hanno già percepito essere un'altra di quelle piccole passioni musicali personali. Questo è uno dei più recenti, e soprattutto uno tra i meglio amalgamati e capace di cose, a mio avviso, davvero notevoli. Tutto nasce quando, per una serie di concerti, Glen Hughes e Joe Bonamassa iniziano a suonare insieme nel 2009. Sono due personaggi grandiosi: Hughes, bassista, è stata una delle voci più belle degli anni '70. Iniziò con i Trapeze, prima un quintetto, poi un trio, che pubblicò nel 1970 due dischi bellissimi, Trapeze e Medusa, quest'ultimo uno dei dischi "tesoro nascosto" di quel periodo, poi nel 1973 viene chiamato a sostituire Roger Glover e Ian Gillian nei Deep Purple: è la seconda voce con David Coverdale in Burn, grandioso disco della band inglese, sebbene non venga accreditato tra gli autori per problemi legali. Continuerà nei Deep Purple fino al 1976, poi deciderà a lungo di andare a suonare un po' a piacere (i suoi anni da zingaro li ha sempre definiti), dischi solisti, cantante anche dei Black Sabbath al posto di Ozzy Osbourne e tante altre cose tra cui ricoveri, dipendenze, collaborazioni. Joe Bonamassa è uno dei più grandi chitarristi rock\blues di questa generazione, collezionista di strumenti vintage, amante del suono puro della chitarra con pochissimi effetti, fondatore e presidente della Keeping The Blues Alive Records, etichetta che permette ai giovani di avvicinarsi al genere e produce i più talentuosi giovani performer. Insieme a loro c'è il grande produttore Kevin Shirley (conosciuto come The Caveman, produttore e ingegnere del suono tra gli altri di Aerosmith, Iron Maiden, Journey, Rush, gli ultimi dischi dei Led Zeppelin) che è incaricato di trovare altri musicisti per un progetto di supergruppo. Shirley chiama due suoni amici: Derek Sherinian, tastierista ex Dream Theater, che furono prodotti da Kevin, e Jason Bonham, figlio del leggendario John "Bonzo", batterista come il padre. Scelgono come nome, in questa sorta di unione anglo americana (Hughes e Bohnam sono inglese, Bonamassa e Sherinian americani) Black Country Communion, dal nome della contea delle West Midlands che si chiamana così per l'effetto dello smog provocato sia dalle miniere che dalle fabbriche che usavano il carbone per l'energia.
L'idea della band è di riprendere il suono vintage del rock anni '70 e di catapultarlo in una atmosfera contemporanea. Non sempre le individualità favolose dei singoli nei supergruppi funzionano come le aspettative vorrebbero, ma stavolta l'amalgama e la musica non lasciano dubbi: sebbene non sia un disco innovativo, Black Country Communion, che esce nel Settembre del 2010 è un disco di grande rock "classico", registrato in poco tempo, con pochi aggiustamenti, sincero, fiero e suonato alla grande. Basta l'intro di Black Country e la sua evoluzione hard rock, per capire che questo non è solo un omaggio ad uno dei periodi storici del rock, ma è la voglia di mostrarsi ancora capaci: sono tre minuti e quindici da antologia. One Last Soul, che fu il singolo di promozione, è più leggera ma prepara il terreno per una prima parte di disco stupenda: The Great Divide, Down Again, Beggarman con assolo favoloso di Bonamassa, ma soprattutto la stupenda Song Of Yesterday, che parte come uno slow blues, sale fino in cima e negli ultimi minuti sfodera una cavalcata che sa di ore passate a suonare insieme. Nella second parte, la bella No Time, la ripresa di uno dei brani che Hughes scrisse con i Trapeze, Medusa, che perde l'atmosfera folk prog della sua versione originale, diviene più muscolare e potente ma si mantiene convincente. Il disco si chiude con due brani molto particolari: Stand, che fa della complessità dei ritmi e della stratificazione degli stili (è il brano più progressive in repertorio) il suo fascino, Sista Jane è un brano in stile AC\DC e gli 11 minuti di Too Late For The Sun sono il commiato jam rock di questo disco, tra acrobazie strumentali da pelle d'oca. In tutto il disco, la voce di Hughes giganteggia, a ricordare che negli anni '70 era soprannominato The Voice of Rock, con la solidità tecnica di Bonamassa, di Bonham e di Sherinian a creare un suono che rimane convincente. Il progetto continuerà con un Black Country Communion II nel 2011, un tour in Europa, racchiuso in parte nello splendido Live Over Europe (con alcune gemme, tipo Burn dei Deep Purple, The Ballad Of John Henry di Mississippi John Hurt suonata dal solo Bonamassa, l'intro di Won't Get Fooled Again degli Who prima di Sista Jane) ma dopo Afterglow del 2012 Bonamassa si chiama fuori. Durerà poco, perchè il piacere è così tanto che già nel 2016 ritornano insieme, e proprio di questi giorni è l'uscita del loro ultimo lavoro, V, a 7 anni da BCCIV.
Questi sono i miei auguri di Pasqua. Decisamente rock.
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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi sabato, 10 agosto 2024
#PrimaPagina#corriereumbria quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi corriere#ricoveri#emergenza#urgenza#perugia#accessi#soccorso#stremati#caldo#olimpiadi#colpire#nemici#politici#recuperato#tesoro#industria#stop#declino#rurale#muore#palestra
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NEM Flowers 18 & 19 - Curated by Gianluca Ricoveri
Nem Flowers 18
FEATURED ARTWORKS BY: Janis Brandenburg Lee, Catherine Schell Caddigan, Kate Zari Roberts, Becky Menzies, Lee Atwell, Allyson Marie, Rosalie Heller, Bruce Murphy and Alexis Rotella.
Nem Flowers 19
FEATURED ARTWORKS BY: Bruce Murphy, Anneliese We, Bob Natalini, Laurence Brugerie, Tim Creamer, Catherine Schell Caddigan, Julia Badakhshan. Anndrea Lewis and Patrick Shourds.
#Gianluca Ricoveri#Janis Brandenburg Lee#Catherine Schell Caddigan#Kate Zari Roberts#Becky Menzies#Lee Atwell#Allyson Marie#Rosalie Heller#Bruce Murphy#Alexis Rotella#Anneliese Wi#Bob Natalini#Laurence Brugerie#Tim Creamer#Julia Badakhshan#Anndrea Lewis#Patrick Shourds
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Uno dei classici, per noi insegnanti, è trovare l’ex alunno/a praticamente ovunque. Io ho una lunga esperienza di ricoveri di mia madre in ospedale, con l’apparizione dell’ex alunno di turno, deus ex machina medico, infermiere, radiologo…che sistema tutto a tempo di record . Aggiungo questo episodio alla saga del bene che ritorna, quando meno te lo aspetti.
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2020.
Questo sono io allora.
...
Già dall'estate 2019 a casa avevamo dovuto familiarizzare con tutte le norme di comportamento per il contenimento di possibili infezioni/malattie, sopratutto io ero il rompicazzo in famiglia gestendo visite/medicinali/ricoveri di mia madre immunodepressa. Diciamo che mascherine, guanti, disinfettante, camici usa e getta non erano cose nuove per noi. Il peso psicologico, mentale e fisico del terrore misto a responsabilità con la consapevolezza che la pandemia fosse già una realtà anche da noi ben prima degli annunci istituzionali - arrivati dopo il circo dei vari (città)nonsiferma.
Quando al lavoro decidemmo di istituire pratiche e controlli prima che lo richiedesse lo Stato, ci guardammo tutti perplessi perché non avevamo scorte di dpi e i prezzi stavano già salendo alle stelle.
Questo sono io che controllo gli accessi del mattino col termometro e il questionario sintomi.
Così per mesi con una media di minimo tre volte in ospedale a settimana per mia madre.
Non so perché mi stiano tornando in mente queste cose, forse è finito l'effetto del hard reset che mi fece la psicologa per gestire il lutto, forse è scattato qualche parallelismo mentale essendo in questi giorni forzato a casa.
Ci sono comunque molta amarezza e schifo sedimentati in me verso varie persone e istituzioni.
Capire per molti non è stato possibile, né mai lo sarà.
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“Venghino siori, venghino…”
IL GRANDE INGANNO
Ci hanno portato via dalla Terra,
Con la scusa della rivoluzione industriale,
illudendoci di un rinnovato benessere,
per poi alla fine chiuderci dentro fabbriche e uffici,
mentre loro contano i soldi a fine mese.
Ci hanno detto di andare a vivere in città,
per essere più comodi e alla moda,
per poi ritrovarci a vivere dentro
alveari bunker con il prato sul balcone.
Ci danno da mangiare antichi sapori
fatti con nuove ricette
e tirati a lucido da maghi del marketing,
per poi ritrovarci i carrelli pieni di coloranti e pesticidi.
Ci hanno convinti che siamo malati,
sempre più vulnerabili e cagionevoli
e che per il nostro bene ci curano e ci vaccinano,
per poi trovarci schiavi come provette ambulanti
di manager senza scrupoli,
che basano il loro business plan sui nostri ricoveri e starnuti.
Ci hanno messo un ipoteca sull'anima,
ancor prima di venire al mondo,
perché di certo avremmo peccato,
noi figli di peccatori,
promettendoci un paradiso
che nessuno di loro ha visto
e probabilmente vedrà mai.
Ci stordiscono con giochi a quiz,
serial killer e medici in corsia,
distraendoci ancora una volta,
da quanta gente sta cambiando il mondo.
Siamo in pieno colonialismo moderno,
una partita a Risiko senza regole e confini.
È il grande inganno dei tempi moderni,
quello che ha portato l'uomo sulla luna,
ma non ancora nel suo cuore.
Rossana Castiglia
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Un mondo strano
Ma che mondo strano!
Un ragazzo uccide la sua ex fidanzata e passiamo giornate intere ad interrogarci sul perché di tanta violenza, ad indagare la psiche del giovane, i suoi condizionamenti sociali, a enunciare proclami e propositi politici e morali su tutte le TV, con la consueta galleria di esperti, che ci tocca comunque sopportare qualsiasi cosa accada.
Nel frattempo migliaia di ragazzi ucraini e russi, palestinesi o israeliti si massacrano giorno e notte, stuprano ordinariamente le donne dei nemici, distruggono città, ospedali, scuole, ricoveri, e ogni genere di costrutto umano, e nessuno si interroga sulla psiche di questi poveri assassini, e tutto si riduce a freddi ragionamenti geopolitici o economici.
Eppure dovrebbe essere giunto il tempo di chiederci anche per loro: ma come si educa un giovane a concepire lo sterminio come strumento legittimo di confronto politico o storico? che maestri hanno avuto? in che società sono vissuti? quali programmi televisivi hanno visto per anni e anni? e così via....
Possibile che i nostri arguti commentatori non capiscano che la violenza e l'omicidio, qualunque ne sia la motivazione, sgorgano sempre e comunque dallo stesso cuore umano, dal nostro cuore? e che quindi è esso che va curato, e non solo per non commettere femminicidi, ma anche per non uccidere e depredare e mentire e violentare, sempre e comunque, come questo mondo fa senza pudore alcuno?
Insomma non possiamo più alimentare una società strutturalmente violenta e omicida, fondata sulla predazione, la rapina, la menzogna, la pubblicità più oscena, la comunicazione di massa più abbietta, e poi piangere lacrime di coccodrillo per le conseguenze che produciamo.
Etty Hillesum, aggredita da un ragazzo della Gestapo nella primavera del 1942, perché continuava a sorridere pur dentro l'inferno della persecuzione razziale, scrisse subito dopo: "Avrei voluto cominciare subito a curarlo, ben sapendo che questi ragazzi sono da compiangere fintanto che non sono in grado di fare del male, ma che diventano pericolosissimi se sono lasciati liberi di avventarsi sull'umanità. E' solo il sistema che usa questo tipo di persone e a farne criminali. E quando si parla di sterminare, allora che sia il male nell'uomo, non l'uomo stesso."
Solo una prospettiva di tale profondità potrà confrontarsi in modo nuovo e onesto con la violenza e l'omicidio che abita ogni persona umana, superando questa fase di spaventosa ipocrisia, in cui si piange la morte di una giovane ragazza, mentre si legittimano a cuor leggero gli assassini di migliaia di altre ragazze e ragazzi, giustificandoli magari con la ragione di stato.
Marco Guzzi
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Summer morning
It's a blessing! Such a morning rarely happens. No one passes by on the trail, the guests are still asleep, it is Sunday, and therefore the crew didn't come to work: no motorcarts or brush cutters, no vociferating in the vineyards, all is silent at Stella di Lemmen.
All that can be heard is the song of the little birds and that of the roosters, which, freed from their night shelters, call out to each other from afar, competing to see who can sing best. They are joined by the tenuous hum of a few bumblebees on the lawn (they are the first to get to work) and the gentle rustle of olive tree branches around the house, moved by the breeze.
The sun has not yet emerged from behind the hill, and without its presence the silvery light offers a rare intimacy and heralds a glorious day. The sky screen lights up in anticipation.
The light rain two days ago has made the endless shades of green around us more intense: vines, trees, bushes - everything seems to quiver in the early morning light.
A few breaths of air sway the tops of the trees and the highest shoots of the vines: they look like arms that, raised, wave from afar. It is likely that later the wind will strengthen, but for now it is only a timid hint that gently envelops us in coolness and stillness and sends us back to breath, the foundation of our life.
The sea sheds its purple dress, that of farewell to darkness, and changes to cobalt, preparing to welcome the sun.
It appears motionless from here, but if you pay attention you can make out the succession of long waves driven by a last breath of the mistral. Soon it will become an expanse of glistening blue.
What enchantment is all this beauty, what joy, what wonder! An instant of magic that reflects our intimacy. Nature - thriving, vibrant, disarming - offers itself for what it is: an impassive, immovable, untouched mirror.
For beauty, peace, love and what some call "the kingdom of heaven" are all here, exclusively within us.
Mattina d'estate
È una benedizione una mattina così, capita di rado. Nessuno passa sul sentiero, gli ospiti dormono ancora, è domenica e di conseguenza i ragazzi non sono venuti al lavoro: niente motocariole o decespugliatori, né vociare nelle vigne, tutto tace a Stella di Lemmen.
Sì sente soltanto il canto degli uccellini e quello dei galli, che liberati dai loro ricoveri notturni si chiamano da lontano facendo la gara a chi canta meglio. Si aggiungono tenui il ronzio di qualche bombo sul prato (sono i primi a mettersi al lavoro) ed il fruscio dei rami degli ulivi intorno a casa, mossi dalla brezza.
Il sole non è ancora spuntato da dietro la montagna, e senza la sua presenza la luce argentea offre una rara intimità e annuncia una giornata gloriosa. Lo schermo del cielo si accende nell'attesa.
La leggera pioggia dell’altro ieri ha reso le infinite tonalità di verde che ci circondano più intense: vigne, alberi, cespugli, tutto sembra trepidare nella prima luce mattutina.
Qualche alito d'aria fa dondolare le cime degli alberi e i tralci più alti delle vigne: paiono braccia che, levate, salutano da lontano. È probabile che più tardi il vento si rafforzi, ma per ora è solo un timido accenno che ci avvolge delicatamente di frescura e di quiete e ci rimanda al respiro, il fondamento della nostra vita.
Il mare si spoglia del suo vestito violaceo, quello di addio alle tenebre, e si veste di cobalto preparandosi ad accogliere il sole.
Appare immobile da qui, ma se si presta attenzione si scorge il susseguirsi delle lunghe onde sospinte da un ultimo alito di maestrale. Presto diventerà una distesa di rilucente blu.
Che incanto tutta questa bellezza, che gioia, che meraviglia! Un istante di magia che riflette la nostra intimità. La natura - prospera, vivace, disarmante - si offre per quello che è: uno specchio impassibile, inamovibile, intatto.
Perché la bellezza, la pace, l'amore e quello che qualcuno chiama “il regno dei cieli” sono tutti qui, esclusivamente dentro di noi.


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Il sistema sanitario italiano sta vivendo una situazione di crescente difficoltà nelle aree interne e montane, con una carenza di medici di base che sta compromettendo l'accesso alle cure per molte persone, in particolare in alcune regioni del Centro e Sud Italia. Abruzzo, Marche, Molise e Umbria stanno affrontando un quadro critico, con un numero insufficiente di medici di famiglia per soddisfare le esigenze delle popolazioni residenti in queste aree, spesso isolate e difficilmente raggiungibili.Una Crisi che Colpisce le Aree più VulnerabiliLa carenza di medici di base nelle zone interne e montane non è una novità, ma negli ultimi anni la situazione si è aggravata. L’invecchiamento della popolazione, la difficoltà di attrarre giovani professionisti nelle aree meno urbane e le condizioni di lavoro difficili hanno portato a un progressivo abbandono da parte dei medici, che preferiscono trasferirsi in città o in zone più facilmente raggiungibili.In particolare, le regioni di Abruzzo, Marche, Molise e Umbria stanno vivendo una crisi sanitaria che minaccia di allargarsi se non si interviene rapidamente. Qui, le carenze di personale sanitario non sono solo un problema di numeri, ma anche di qualità del servizio offerto. Le difficoltà legate alla gestione delle emergenze sanitarie, l'assenza di specialisti e la difficoltà di garantire una medicina territoriale efficiente, mettono a rischio la salute di migliaia di cittadini che si trovano a dover percorrere decine di chilometri per una semplice visita di controllo.Le Cause della Carenza di Medici di BaseDiversi fattori contribuiscono alla scarsità di medici nelle aree interne e montane. La principale causa risiede nella difficile condizione di lavoro in queste zone, caratterizzata da una bassa densità di popolazione e, spesso, da una mancanza di infrastrutture adeguate. Molti medici, infatti, preferiscono non affrontare i disagi legati alla gestione di studi medici in aree isolate, dove le difficoltà logistiche e il carico di lavoro possono risultare eccessivi rispetto ai benefici economici.A ciò si aggiunge un altro problema strutturale: la carenza di formazione e incentivi per i giovani medici. Nonostante gli sforzi per garantire una distribuzione più equa delle risorse sanitarie, molti giovani professionisti scelgono di rimanere nelle grandi città, dove le opportunità di carriera e la qualità della vita sono percepite come superiori. Questo porta a un vuoto sanitario nelle aree più difficili da raggiungere, che spesso non riescono a competere con le offerte professionali più allettanti delle metropoli.Le Conseguenze per i CittadiniLa mancanza di medici di base nelle aree interne e montane ha ripercussioni dirette sulla salute dei cittadini. Le visite mediche preventive, i controlli periodici, la gestione delle malattie croniche e le cure primarie diventano difficili da ottenere per chi vive lontano dai centri urbani. In alcuni casi, le persone sono costrette a spostarsi per diverse decine di chilometri per ricevere cure mediche di base, con un evidente aggravio delle loro condizioni e una perdita di tempo e risorse.Inoltre, la scarsità di medici rende ancora più difficile affrontare emergenze sanitarie, come le crisi respiratorie o le malattie cardiache, che richiedono un intervento tempestivo. Il rischio è che il sistema sanitario territoriale non riesca a garantire un servizio adeguato, aumentando il numero di ricoveri ospedalieri e complicando ulteriormente la gestione sanitaria nelle strutture di emergenza, già sovraccariche in molte zone.Le Iniziative per Affrontare la CrisiAlcune regioni stanno cercando di affrontare la carenza di medici con politiche innovative e incentivi per attirare giovani professionisti. In Abruzzo, ad esempio, sono stati previsti contributi economici per i medici che decidono di lavorare nelle aree montane, offrendo vantaggi fiscali e un supporto logistico per facilitare il trasferimento. Simili iniziative sono state avviate anche in Molise e Marche, dove si cerca di favorire la formazione locale di medici di base, incentivando i giovani laureati a restare nelle loro regioni di origine.Altre soluzioni proposte includono l'adozione di tecnologie sanitarie avanzate, come la telemedicina, per garantire almeno una consulenza iniziale a distanza, senza la necessità di spostamenti continui. Tuttavia, queste soluzioni non sono sempre sufficienti a risolvere i problemi più gravi e non possono sostituire completamente la presenza di medici sul territorio.Il Futuro della Sanità nelle Aree MontaneLa situazione nelle aree interne e montane d’Italia richiede interventi urgenti e strutturali. È fondamentale che le istituzioni sanitarie e politiche lavorino insieme per creare un sistema che non solo attragga i medici, ma che garantisca anche la qualità e l'accessibilità delle cure per tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui risiedono.In questo senso, una maggiore valorizzazione delle risorse umane locali, un adeguato supporto alle strutture sanitarie esistenti e una riorganizzazione dei servizi potrebbero rappresentare la chiave per garantire che le aree più vulnerabili del Paese non vengano abbandonate e possano godere di un sistema sanitario equo e accessibile. Il rafforzamento della medicina territoriale è dunque un obiettivo prioritario, che necessita di un impegno concreto a livello nazionale e regionale. Read the full article
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