#biodinamica
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stelladilemmen · 6 months ago
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July, Harvest Time
Our neighbor Luciano told us that wheat was once cultivated in Lemmen. He reported that the community square, where the small church now stands (originally a farmhouse ruin donated to the people of the village to make it their chapel), was once slightly concave precisely to allow for the threshing of wheat.
This supports the hypothesis that Lemmen was one of the primordial settlements in the area that later gave rise to the village of Riomaggiore. Some of its terraces, exceptionally wide compared to the average, allowed for the sowing of wheat for the community.
We wanted to conduct an experiment to commemorate ancient times and to add another small piece to the biodiversity and varied food production of Stella di Lemmen.
Wheat has always been the food of man. The collection of spontaneous species that constituted its origins - a natural hybridization between pseudocereals and grasses - began with Paleolithic man and stabilized in the Neolithic with the practice of agriculture. Today wheat is cultivated all over the world - it is the second most produced cereal after corn and hundreds of species are counted - but it was already placed in Egyptian tombs as "food to take to the afterlife", and described in the Gospel of John by Jesus as a symbol of resurrection, through the analogy of the grain that dies to give the ear, survival, eternal life.
We wanted to reintroduce the cultivation of wheat in our farm, as a symbol of rebirth linked to food, nutrition, and prosperity. We have sown an ancient Lucchese wheat that has grown healthy and strong. Now that we have harvested and threshed it, all that remains is to make bread. We hope it is a good omen of growth and transformation for all humanity.
Luglio, tempo di mietitura
È stato Luciano (Bonanni n.d.r.) a raccontarci che a Lemmen un tempo si coltivava il grano. Ci ha riferito che la piazzetta della comunità, dove si affaccia ora la piccola chiesa (in origine un rudere contadino donato alle genti del borgo perché ne facessero la loro cappella), un tempo era leggermente concava proprio per permettere la battitura del grano.
Questo avvalora l’ipotesi che Lemmen fosse uno degli insediamenti primordiali della zona che in seguito diedero origine al paese di Riomaggiore. Alcune delle sue fasce, eccezionalmente larghe rispetto alla media, consentivano di seminare il grano per la comunità.
Noi abbiamo voluto fare un esperimento che commemorasse i tempi antichi, per aggiungere un altro piccolo tassello alla biodiversità e alla variegata produzione alimentare di Stella di Lemmen.
Il grano è da sempre il cibo dell’uomo. La raccolta delle specie spontanee che costituirono le sue origini - una naturale ibridazione tra pseudocereali e graminacee - iniziò con l’uomo del Paleolitico e si stabilizzò nel Neolitico con la pratica dell’agricoltura.
Oggi il grano è coltivato in tutto il mondo - è il secondo cereale per produzione dopo il mais e se ne contano centinaia di specie - ma venne già riposto nelle tombe egizie in quanto “alimento da portare nell’aldilà”, e descritto nel Vangelo di Giovanni, da Gesù, come simbolo di resurrezione, attraverso l’analogia del chicco che muore per dare la spiga, la sopravvivenza, la vita eterna.
Ci tenevamo a riproporre la coltura del grano nella nostra azienda, come simbolo di rinascita legato al cibo, all’alimentazione, alla prosperità. Abbiamo seminato un grano antico lucchese che è cresciuto sano e forte. Ora che l’abbiamo mietuto e battuto, non resta che fare il pane. Speriamo sia buon auspicio di crescita e di trasformazione per l’intera umanità.
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chenetlu · 2 days ago
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Accompagnare l'uva: il segreto del buon vino
Alle Driadi, l’uva è il bambino re. La vite è la regina madre. Il viticoltore è un pastore. Il suo compito è accompagnare. Come interpretiamo questo approccio in questa ottica? Da parte nostra abbiamo sempre cercato di conciliare la nostra vita con la nostra filosofia e allo stesso tempo cerchiamo di integrare il nostro lavoro nel rispetto della natura. Questo è l’obiettivo personale che ci…
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grunerrenewable01 · 10 days ago
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How Does Setting Up a Bio CNG Plant Contribute to Sustainable Waste Management?
setup a bio cng plant is a crucial step toward sustainable waste management. Here’s how Gruner Renewable’s projects contribute to a more sustainable future. 
1. Organic Waste Utilization
Agricultural Residues: Converts rice straw, Napier grass, and other biomass into Bio CNG. 
Municipal Waste: Processes food scraps and garden waste to reduce landfill burden. 
2. Energy Production
Bio CNG plants produce clean energy from organic waste. 
Vehicle Fuel: Bio CNG is a sustainable alternative to fossil fuels. 
Power Generation: Biogas can be used to produce electricity for local communities. 
3. Environmental Benefits
Methane Capture: Prevents methane from escaping into the atmosphere. 
Carbon Footprint Reduction: setup a bio cng plant production is carbon neutral, making it an eco-friendly fuel source. 
4. Economic Benefits
Job Creation: Biogas plants provide employment opportunities in rural areas. 
Revenue for Farmers: Encourages the sale of agricultural residues. 
Conclusion
setup a bio cng plant play a vital role in sustainable waste management, converting organic waste into renewable energy and supporting local economies. 
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frisus · 1 month ago
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scienza-magia · 8 months ago
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La biodinamica ottiene un prodotto di migliore qualità
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Il problema della biodinamica non è l'esoterismo, ma la comunicazione.A cento anni dalla prima conferenza sulla biodinamica, nasce la necessità di un nuovo linguaggio: "Meno romantico e più vicino alla scienza" afferma Luciano Mallozzi della Fis. Per Cristina Mercuri non ci sono dubbi: "Non è stregoneria: bisogna spiegarlo meglio". Esoterismo o vino di qualità? Il mondo del vino si spacca sul tema della biodinamica. Cento anni dopo le conferenze di Koberwitz, il metodo di coltivazione teorizzato da Rudolf Steiner è entrato in diversi vigneti di tutto il mondo. Nella lunga lista che ne hanno adottato i dettami non mancano nomi illustri.
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Uno tra i tanti: il Domaine de la Romanée-Conti, tra le più importanti realtà vitivinicole della Borgogna che alla fine degli anni ’90 ha iniziato a sperimentare su 6 ettari, per  poi convertire l'intero dominio in biodinamica nel 2006. Eppure rimane una profonda vena di scetticismo che la guarda con sospetto. Nel 2022 le rimostranze del premio nobel Giorgio Parisi e della biologa Elena Cattaneo sono state l’espressione di un forte dissenso nell’ascrivere una qualsiasi validità scientifica alla biodinamica che infatti è stata esclusa dalla legge quadro del biologico. Più voci però mettono in evidenza i limiti di questa visione che relega la biodiniamica a un insieme di “stregonerie”, evidenziandone i punti di forza. La biodinamica non è stregoneria «Per la biodinamica si può parlare di un approccio che ha a che vedere con la scienza» dice Cristina Mercuri, wine educator, in lizza per diventare la prima donna Master of Wine italiana. «È stato osservato, infatti, come questo metodo porti a una maggiore moltiplicazione dei microrganismi e una maggiore fertilità del suolo». «C’è molto di raccontato e poco di reale su come funziona la biodinamica» dice Luciano Mallozzi, docente della Fis (Fondazione Italiana Sommelier). «Sull’esoterismo è facile arrivarci perché certi aspetti, come l’uso delle fasi lunari, il corno letame, sono pratiche che danno questa idea. Si parla di energie cosmiche, ma anche dell’uso di materiali non comuni durante la vinificazione». Mallozzi riporta l’esempio dell’azienda di Champagne Leclerc Briant, che lascia il vino in barrique a contatto con una lamina d’oro.
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«Nella biodinamica il metallo è associato al fuoco e rimanda alla fermentazione alcolica come energia vitale. A qualcuno potrà sembrare che si stia facendo una pozione magica, ma è probabile che alcune pratiche portino dei benefici». L’esoterismo sarebbe quindi solo una copertina di superficie e che toccherebbe approfondire. «Non è una stregoneria, non c’è magia nella biodinamica, è un insieme complesso di elementi che quindi a volte è difficile da capire e da spiegare. C’è una parte di una parte di energia, ma non c’entra niente con bacchette magiche o incantesimi» spiega Mercuri. Il problema della comunicazione Un problema centrale è quindi quello di comunicare cosa sia veramente la biodinamica, aldilà delle singole pratiche. «Credo ci sia una scientificità dimostrabile» afferma Mallozzi «anche se i produttori biodinamici sono legati a una vena di romanticismo che li fa dire “è così, fidati”. Perché ci sia il timbro della scienza, però, quest’ultima deve entrare nel mondo della biodinamica, ma non saprei dire chi non apre questa metaforica porta a chi».
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Anche il mondo della comunicazione dovrebbe riportare maggiormente «l’aspetto scientifico» dice Mercuri, «perché ci sono dei report scientifici che dimostrano alcuni aspetti positivi, ma la scienza non è brava a fare marketing e  giustamente i giornalisti non sono degli scienziati e non sono obbligati a spulciare tra cose anche difficili da trovare» afferma Cristina Mercuri. «Dovrebbe esserci molto più comunicazione tra mondo scientifico e mondo della comunicazione per distinguere tra pratiche che sono frutto di un ragionamento olistico che si basano su alcune energie e pratiche che hanno una basi scientifiche». La biodinamica non deve giustificare i difetti In relazione al cambiamento climatico un metodo che salvaguarda la fertilità del suolo è sicuramente un punto da tenere a mente. «É uno sguardo intelligente sul futuro, perché premia la vitalità del suolo e quindi si lavora nell’ottica che possa aiutare la pianta nei momenti difficili ad essere più resiliente» dice Mercuri, ma vanno tenute in mente diversi aspetti. «In questo momento storico è un’alternativa e un percorso migliorativo, sempre che non la si usi solo per una questione di moda - le fa eco Mallozzi - Va sottolineato che scegliere la strada della biodinamica comporta una necessità di maggiori attenzioni e rischi per portare a casa il risultato. Ma trovo  che sia doverosa una premessa: un vino deve essere buono, senza difetti. Non mi piace mettere la biodinamica sull’altare della purezza.
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Sono a favore di un interventismo minimo, ma il problema è l’uomo e molto spesso la usa come mezzo per vendere prodotti non ottimali dal punto di vista organolettico. Dico questo perché la biodinamica si lega al territorio, all’autoctono, alla tipicità, a un aspetto di non interventismo, ma a volte si trovano prodotti che presentano difetti. Prima, pensando alla biodinamica la si associava a una mela bitorzoluta e con il verme e indicandola come “naturale”, ma non è così. Con questa pratica si possono ottenere vini di ottima qualità e più digeribili di altri in quanto non viene addizionato quasi nulla al prodotto». Read the full article
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veggiechannel · 2 years ago
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Dopo la sua recente intervista apparsa nel numero di maggio di Terra Nuova, approfondiamo il tema dell'agricoltura biodinamica insieme all'esperto, agronomo ed enologo Adriano Zago. Cosa significa questo nuovo metodo e soprattutto quali risultati permette di ottenere?
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infoerba · 12 days ago
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CITOVIGOR è uno dei prodotti con attività complementare e sinergica dell’Integrazione Nutraceutica Biodinamica ed è utili per un apporto energetico particolarmente efficace.
In caso di bisogno energetico specifico, può essere utilizzato da solo secondo la posologia indicata. I substrati molecolari e i numerosi coenzimi (Vitamine e Aminoacidi essenziali) in esso contenuti sono utili per sostenere le attività enzimatiche cellulari, con particolare riferimento al metabolismo glucidico e mitocondriale (Glicolisi aerobica, Ciclo di Krebs e metabolismi correlati: ciclo dell’urea, beta-ossidazioni degli acidi grassi, gluconeogenesi, ecc.), oltre a favorire i processi metabolici fondamentali per la sintesi delle proteine (per le membrane cellulari, il tessuto muscolare, proteine complesse come i recettori di membrana o enzimi stessi, ecc.)
CITOVIGOR fornisce importanti amminoacidi: Istidina, Metionina, Fenilalanina, Isoleucina, Valina, Tirosina.
#citovigor#energetici#erboristeria_arcobaleno_schio
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mediequipusa · 30 days ago
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alephsblog · 1 month ago
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dailygreenit · 8 months ago
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Terra non guerra!
’agricoltura biodinamica compie 100 anni. E da Roma, presenta il “Manifesto Terra non guerra” per una nuova agroecologia. Già Sottoscritto da numerosi esponenti mondiali dell’agroecologia, il mondo del biologico si compatta al 38° Convegno Internazionale della Biodinamica , per ripensare un sistema agroalimentare costretto oggi a fronteggiare una piena economia di guerra. Occhi puntati al 2027,…
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stelladilemmen · 1 year ago
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A heart-pounding craft
This is it: the last bunch of grapes is nabbed by the de-stemmer. Once the journey of the grapes is over, the journey of the wine begins.
This fleeting moment is the "rien ne va plus" of the wine-growing year, the work in the field, the harvest and the move to the winery: the wine's ultimate home. Ah, what a sigh of relief!
The end of a journey made of a thousand unknowns one after another, a thousand decisions to be made, day after day.
The winemaker's trade is a heart-stopping one. Harvesting is a birth that occurs, precisely, in the ninth month of pregnancy. If managed naturally, until the very last moment one does not know when it will occur.
Once filled, the boxes of grapes at Stella di Lemmen go from arm to arm and finally down the mountain: they rendezvous where the rack begins, are loaded and have a nice ride with a sea view, not without a few jolts and a few extra heart palpitations for the driver because of the weight and speed of the convoy on the steepest sections of monorail, almost as if they were on a roller coaster.
Up and down, up and down. Each journey ends with the heartening sight of the Litoranea road and the final comfort due to the slowing of the end of the ride. Saved, once again - we load the Ape and off with the transport to the cellar.
In the de-stemmer, the disappearance of the bunches follows at a rapid pace and each evening the day's grapes already rest in their tank, the cradle of the must.
The succession of seasons, weather patterns and the attention lavished on the vineyard, as well as the land that hosts it, turn to the final gathering, its florilegium: the wine.
He will express his past, the summary of the last vintage.
"In vino veritas," said the Latins. Wine does not lie, and it should help us not to lie. That is why we like it, why it intrigues us: because truth, for all of us, is vital, is sacred.
What to say? Thank you all guys, it was great once again. Thank you for your participation, your generosity, the effort, the synergy, the moment of life spent together, the tension as well as the laughter shared.
Bravo to all of us, from the oldest to the youngest. Thank you and...cheers!
I forgot: now, Konstantin, you take care of it! And the heartbreak continues...
Un mestiere al cardiopalma
Ci siamo: anche l’ultimo grappolo viene acciuffato dalla diraspatrice. Finito il viaggio dell’uva, inizia quello del vino.
Questo istante fuggente è il "rien ne va plus" dell’anno viticolo, del lavoro in campo, della vendemmia e del trasferimento in cantina: la casa del vino. Ah, che sospiro di sollievo!
La fine di un percorso fatto di mille incognite una dopo l'altra, mille decisioni da prendere, giorno dopo giorno.
Il mestiere del vignaiolo è un mestiere al cardiopalma. La vendemmia un parto che si verifica, appunto, al nono mese di gravidanza. Se gestito in modo naturale, fino all’ultimo non si sa quando avverrà.
Una volta riempite, le cassette di uva a Stella di Lemmen passano da braccia a braccia e infine scendono dalla montagna: si danno appuntamento dove inizia la cremagliera, vengono caricate e si fanno un bel viaggio con vista mare, non senza qualche scossone e qualche palpito del cuore in più per il conducente, per via del peso e della velocità del convoglio nei tratti di monorotaia più ripidi, quasi fossimo su un ottovolante.
Su e giù, su e giù. Ogni viaggio termina con la rincuorante vista della Litoranea ed il conforto finale dovuto al rallentamento del fine corsa. Salvi, ancora una volta - si carica l’Ape e via col trasporto in cantina.
Nella diraspatrice la sparizione dei grappoli si sussegue a ritmo veloce ed ogni sera le uve della giornata già riposano nella loro vasca, la culla del mosto.
Il susseguirsi delle stagioni, dell’andamento climatico e delle attenzioni elargite alla vigna, così come alla terra che la ospita, volgono all’adunata finale, il suo florilegio: il vino.
Lui ci restituirà il suo trascorso, il riassunto dell’ultima annata.
“In vino veritas” dicevano i latini. Il vino non mente, e ci dovrebbe aiutare a non mentire. Per questo ci piace, ci intriga: perché la verità, per tutti noi, è vitale, è sacra.
Che dire? Grazie a tutti ragazzi, è stato bello ancora una volta. Grazie della vostra partecipazione, della vostra generosità, della fatica, della sinergia, del momento di vita trascorso insieme, della tensione così come della risata condivise.
Bravi a tutti noi, dai più anziani ai più giovani. Grazie e...salute!
Dimenticavo: adesso, Konstantin, pensaci tu! E il cardiopalma continua...
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chenetlu · 8 months ago
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Monologhi della vigna: in fermento
Monologhidellavigna in cantina
la cantina è in rivoluzione; il mosto sta procedendo: nel silenzio del mondo si sente il bollore della magia della trasformazione: zuccheri che diventano alcool… non posso perdere tempo nemmeno oggi anche oggi devo agire, ossigenare, muovere le bucce, affondare il cappello premendo sul follatore devo annusare, guardare, ascoltare, assaggiare…la fermentazione procede, i profumi inebriano,…
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letiziapalmisano · 11 months ago
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Guardiane delle Terra: 5 Storie di donne contadine da leggere
Rosalia Caimo Duc, che ha recuperato una felce considerata estinta nelle risaie della sua azienda agricola. Ariane Lotti, che è tornata da New York per introdurre metodi innovativi per la coltivazione biologica nei suoi campi. Anna Federici, che ha rivitalizzato con l’agricoltura biodinamica 300 ettari abbandonati e aridi alle porte della Capitale. Marta Galimberti, per cui “fare la spesa è un…
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giardinoweb · 1 year ago
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SLOW WINE FAIR 2024
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Organizzata da BolognaFiere e Sana da un’idea di Slow Food, Slow Wine Fair è l’evento internazionale dedicato al vino buono, pulito e giusto. La manifestazione ospita l’incontro internazionale della Slow Wine Coalition, la rete internazionale, inclusiva e collaborativa che unisce i protagonisti del mondo del vino: vignaioli, appassionati e professionisti della filiera. Un’occasione di confronto e dibattito tra tutti gli attori della rete, nel solco della quasi ventennale esperienza di Terra Madre. Nei tre giorni di Slow Wine Fair, centinaia di produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia e da tutto il mondo si riuniscono a BolognaFiere per confrontarsi sul futuro del vino e della viticoltura. Ma Slow Wine Fair non è solo per i vignaioli e i vigneron. L’evento è dedicato anche agli appassionati e agli operatori del settore, che possono fruire di un ricco programma di incontri e degustazioni e scegliere al banco d’assaggio tra le migliaia di etichette provenienti da tutto il mondo e selezionate da una commissione di esperti. La parte espositiva dell’evento è inoltre impreziosita dalla partecipazione di Federbio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica. La manifestazione è aperta agli appassionati nella giornata di domenica 25 febbraio, mentre le giornate di lunedì 26 e martedì 27 sono riservate ai professionisti. Read the full article
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cloudwine9 · 1 year ago
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Una scelta biodinamica nella tenuta Baron Longo di Egna (BZ): suini Kunekune in azione per sostituire trattori e macchinari.
Suini Kunekune “ottimizzatori del suolo” nella Tenuta Baron Longo.   Per strappare le erbacce nei vigneti o dissodare il terreno, l’azienda vinicola Baron Longo di Egna (BZ) si avvale da qualche tempo dei suini “Kunekune”, entrati in azione al posto di trattori e macchinari. Essendo una tenuta biodinamica, Baron Longo ha già rinunciato completamente all’impiego di sostanze chimiche e, in futuro,…
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infosannio · 2 years ago
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Come il «Prosecco», ma prodotto con i kiwi
Alexander gestisce un bed&breakfast in Val Fontanabuona, dove sta sperimentando un modo per far convivere il turismo sostenibile e l’agricoltura biodinamica (di GIULIA ARNALDI – corriere.it) – Chi si immaginava che un vino ispirato al Prosecco — prodotto Doc della Valdobbiadene, vanto di Veneto e Friuli Venezia Giulia — si potesse fare anche con i kiwi? Anzi, con qualsiasi tipo di frutta. Non…
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