#residenti in Italia
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giuliabuilds · 1 year ago
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Hello everyone, Giuliabuilds here!
Here's another build using the brand new #HorseRanch EP: it's a winery inspired by Italy, built with no CC!
It’s built in the new world of Chestnut Ridge on a 64x64 lot, with everything you'd need for a couple of horses (but also cows, chickens, cats/dogs) + a wine cellar in the basement. It has 4 bedrooms and 5 bathrooms and plenty of space for a big family 💜
I’ve used no CC gallery art by: Katrindekleine, Cribea9, Cicosims, dbraydenmeyers, AliasLTS.
It’s CC free and all the packs I’ve used are listed down below + all the instructions to download it. I hope you’ll like it!
CHECK OUT THE SPEEDBUILD VIDEO AND TOUR ON MY CHANNEL!
Use the moveobjects cheat before placing the lot!
You can find this one on the gallery by searching my ID giuliabuilds ✨ (or by clicking here)
or:
DOWNLOAD GOOGLE DRIVE DOWNLOAD SFS
How to download:
Choose the mirror you prefer between SimFileShare and Google Drive (both ad-free).
Download the file and unzip it.
Place all the files in your Tray folder (…Documents\Electronic Arts\The Sims 4\Tray).
That’s it! Load your game and this lot will be in your library✨
It contains objects from:
Horse Ranch.
Growing Together.
High School Years.
Cottage Living.
Snowy Escape.
Eco Lifestyle.
Discover University.
Island Living.
Seasons.
Cats&Dogs.
City Living.
Get Together.
Get to Work.
Werewolves.
My Wedding Stories.
Dream Home Decorator.
Jungle Avdenture.
Parenthood.
Dine Out.
Spa Day.
Outdoor Retreat.
Paranormal Stuff.
Tiny Living.
Moschino.
Romantic Garden.
Perfect Patio.
Booknook Kit.
Greenhouse Haven Kit.
Bathroom Clutter Kit.
Everyday Clutter Kit.
Pastel Pop Kit.
Desert Luxe Kit.
Little Campers Kit.
Blooming Rooms Kit.
Free Holiday Pack.
@maxismatchccworld ❤
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between-shadow-and-soul · 6 months ago
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details..
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lucatavera · 6 months ago
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Venezia, Luglio 2023
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simplypaola · 2 years ago
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- Dove stiamo andando?
- Stiamo cercando un po' di felicità.
- Ma sei scema? E dove si trova la felicità?
- Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili.
dal film "La pazza gioia"
Buona domenica...
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primepaginequotidiani · 4 months ago
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PRIMA PAGINA Ciociaria Editoriale Oggi di Oggi domenica, 28 luglio 2024
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conceptproperties · 1 year ago
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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⚠️ Popolazione carceraria in Italia
👉 Il 31% dei detenuti è straniero
👉 Ben il 41% dei detenuti per il reato di violenza sessuale è straniero
👉 Gli stranieri ormai hanno il monopolio dello sfruttamento della prostituzione
N.B. Tra immigrati regolari e clandestini, gli stranieri rappresentano il 9% della popolazione residenti in Italia.
Via Francesca totolo su telegram
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abr · 7 months ago
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In Italia il numero medio di figli per donna nel 2023 è stato di 1,20, una media tra 1.18 delle italiane e 1,87 delle straniere (coi sigg. Egonu vari che contano come italiani, ndr.) Quindici anni fa il tasso di fecondità era circa 1,4 per le italiane e 2,5 per le immigrate.
In Danimarca lo scorso anno è accaduto qualcosa di inusuale: per la prima volta le donne immigrate da paesi “non occidentali” hanno avuto meno figli delle danesi, 1,4 contro 1,6.
Rispetto a 30 anni prima il calo per le straniere è stato superiore al 50%. (...) Anche le donne di origine straniera, cioè, vogliono ricevere un’istruzione adeguata, entrare nel mercato del lavoro, sposarsi solo quando è il momento. (...) Ovviamente ci sono una serie di concause ma (...) la spiegazione dell’adeguamento agli stili di vita occidentali è quella che riscuote più consensi ed è interpretata come una vicenda di successo.
Questa trasformazione culturale, in Danimarca, si è però manifestata anche in virtù di precisi indirizzi politici. Nel 2002, ad esempio, è stata introdotta una norma per limitare i matrimoni a scopo di ricongiungimento, consentendo le nozze tra residenti e stranieri solo ad aspiranti coniugi con almeno 24 anni di età (...). (Oltre ad altre leggi sui sussidi che) hanno aumentato l’occupazione femminile (delle migranti) ma hanno ridotto il tempo per dedicarsi ai figli.
Il caso danese è emblematico perché delinea bene i contorni di un paradosso che emerge nei contesti sviluppati. Da un lato la nascita di figli dovrebbe risultare agevolata da scenari in cui sono effettivamente disponibili servizi di cura, misure che favoriscono la conciliazione tra famiglia e lavoro per entrambi i genitori, alti tassi di occupazione maschili e femminili, buoni sostegni. Dall’altro invece, (dove ciò accade davvero come in Danimarca) e nonostante un welfare familiare considerato tra i più evoluti, sono soprattutto le donne appartenenti ai gruppi a basso reddito, e con istruzione inferiore a decidere di avere meno figli (...).
via https://www.avvenire.it/mondo/pagine/le-donne-immigrate-hanno-meno-figli-delle-danesi
Avvenire evidenzia un aspetto non noto e molto interessante, Fallisce però la diagnosi: del resto é house organ del clero decotto, collaborazionista e rassegnato al (quindi agevolatore del) cupio dissolvi Occidentale.
Il tema vero qui evidenziato è il crollo del cardine accoglione: ma quali lavori (ciulare) che i nostri non voglion più fare, ma quali pensioni ci pagheranno; di più, chi li porta qui perché costan poco, sappia che i costi sociali di codesti saran costantemente crescenti.
In Danimarca si vede bene: più benessere (relativo) e servizi sociali per i povery, più questi fan come mediomen e arricchity: meno figli (mentre i veri ricchy ne fan sempre) e non viceversa (1,6 é meglio che 1,2 nostrano ma sta sempre sotto il tasso naturale di sostituzione). Si adeguano al finto edonishmo in realtà livore, incazzatura, passività aggressiva, ignoranza priva di speranza quindi perdente.
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mezzopieno-news · 9 days ago
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L’ITALIA È SEMPRE PIÙ LONGEVA: +30% I CENTENARI IN 10 ANNI
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I centenari in Italia aumentano sensibilmente; in 10 anni sono oltre il 30% in più.
Al 1° gennaio 2024 i centenari residenti in Italia sono 22.552, di questi l’81% è di sesso femminile. Alla stessa data, i residenti con almeno 105 anni di età sono 677, mentre sono 21 quelli che hanno raggiunto la soglia dei 110 anni, tra cui un solo uomo.
A ottobre 2024 il decano d’Italia ancora in vita ha superato i 110 anni e risiede in Basilicata; la decana risiede in Emilia-Romagna e, nello stesso mese, ha spento 114 candeline. La regione con la concentrazione più elevata di centenari è la Liguria (61 ogni 100 mila residenti), seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). Per la popolazione semi-super centenaria (oltre 110 anni) è il Molise la regione con la maggiore concentrazione, con 3,1 ogni 100mila residenti, seguita dalla Liguria (2,4) e dalla Basilicata (2,1).
La speranza di vita media in Italia rimane tra le più alte al mondo, ottava a livello globale e seconda in Europa (dopo la Spagna); nel 2023 è arrivata a 83,1 anni (85,2 per le donne e 81,1 per gli uomini), contro la media mondiale di 73,3 anni. Nel 1900 l’aspettativa di vita alla nascita di una persona nel mondo era 32 anni.
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Fonte: Istat; immagine di Mehmet Turgut Kirkgoz
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VERIFICATO ALLA FONTE Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
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fridagentileschi · 1 year ago
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Il SOLITO Marocchino🇲🇦.
E questo è solo l’ultimo caso.
I marocchini sono una emergenza nazionale🇮🇹.
Uccidono quasi UN ITALIANO AL GIORNO.
Se includiamo stupri e altri reati,ne commettono molti di più al giorno.
E non c’è distinzione tra "REGOLARI" e CLANDESTINI.
La nazionalità straniera più rappresentata negli istituti penitenziari italiani è infatti quella MAROCCHINA, che rappresenta il 19,9% dei detenuti stranieri reclusi.
Vi è poi la rumena🇷🇴(11,9%),
l’albanese🇦🇱(10,7%),
la tunisina TUNISIA🇹🇳(10,2%),
e la nigeriana🇳🇪(7,5%). Poi tutte le altre: Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, tribali africani ecc ..
Parliamo di UN ESERCITO di oltre 3mila immigrati su 398mila residenti marocchini in Italia,che sono l’11,8% dei residenti stranieri in Italia.
Quindi,i marocchini delinquono IL DOPPIO rispetto alla media di TUTTI gli immigrati.
Questa propensione al crimine dei marocchini la dobbiamo alla LORO composizione demografica:
il 30% sono minori.
Le baby Gang.
Questa è un'immigrazione di ripopolamento.
Non c’entra NULLA col lavoro,visto che TUTTI vivono di sussidi.
Urge rimpatriare le culture dello stupro e della violenza: quelle che non si possono nominare perché sono la casta che i globalisti vogliono intoccabili...
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t-annhauser · 2 years ago
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Ogni cittadino è chiamato al suo dovere
Specialmente verso i primi di febbraio, in Italia, a noi uomini di ingegno viene richiesta come a tutti la partecipazione al rito collettivo del Festival di Sanremo, soprattutto se ci troviamo calati in un contesto familiare e non invece ritirati nella quiete del nostro eremo celeste a leggere Arturo Schopenhauer. Bisogna solo accettare di indossare una maschera, fare come i giapponesi, che in pubblico offrono una facciata socialmente rispettabile (tatemae), e dentro tengono nascosti i loro veri sentimenti (hon'ne). Io credo che molti dei problemi di socializzazione di noi timidi introversi nascano dal non accettare di indossare questa maschera in pubblico, vuoi per dignità, vuoi per manifesta incapacità di recitazione, vuoi perché vorremmo che in noi l'individuo sociale coincidesse quanto più possibile con quello interiore: non è possibile. Al festival di Sanremo, qui da noi, non ci si può sottrarre, forse abitando all'estero, ma all'estero-estero, che non vale essere di San Marino o Città del Vaticano, siamo tutti coscritti noi residenti dello italico stivale, e chi non partecipa è un disertore, un ladro o una spia, russa, ovviamente. Detto questo, quest'anno proprio non ce la faccio a fare l'italiano, a pipparmi ancora Benigni, gli applausi a Mattarella e tutta l'autocelebrazione farlocca e vanagloriosa della patria (ma quale patria? disse raccogliendo a tulipano le cinque dita della mano destra, altalenando quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli), la maschera mi scende, nemmeno a tenerla su con gli elastici dietro alla nuca, quelli che non tirano le orecchie, non ce la faccio, per quest'anno mi chiamo fuori, sono out.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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between-shadow-and-soul · 6 months ago
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🤌🏻
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bu1410 · 7 months ago
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Good afternoon TUMBLR - April 21th - 2024
''Mr. Plant has owed me a shoe since July 5, 1971."
Mohammedia, Morocco – 2002
It was beginning of June and I got a call from Rome: the kind Mrs. Sette - HR Representative of TECHNIP Italy - asks me if I am interested to on mission to Mohammedia, Morocco. Of course I am! Was my answer. A week later, I am summoned inside the mega headquarters of Technip Italia, in Rome, to carry out the medical examinations and sign the employment contract. At the time I had just bought a new car, an Alfa Romeo 147, so we organized a trip to Rome with my family. It was a pleasant trip and stay, and we had the opportunity to visit Sperlonga and Gaeta.
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Sperlonga.
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Gaeta.
I left for Casablanca at beginning of July, returning to work in Morocco after 11 years. I arrived at Mohammed V airport and with the ''excuse'' that Technip was aware of my past in Morocco, no one was there to welcome me. A Grand taxi took me to the Hotel Sabah as was previsiosly agreed - I would stay there for a few days, until I'll find a suitable accommodation. In the late afternoon I was joined by the Mission's Head, Mr. De Sanctis, a Roman guy, an elderly person with some walking problems. At dinner he explained to me that the team would be made up of a total of 4 people: a civil supervisor, a mechanic, and an electro-instrumental supervisor
THE PROJECT. The SAMIR refinery in Mohammedia, about 20 km north of Casablanca, was built by Italian Snamprogetti/SAIPEM in the '70s. The property had more recently been acquired by a Joint Venture between a Swedish Investment Fund and a wealthy Saudi investor. The new ownership had decided to modernize the complex, building new production plants next to the existing refinery. For this purpose, TECHNIP was contacted to follow up the partial demolition of the existing plants and part of the Tank Farm, and prepare the areas where the new plants would be built. Our mission was to supervise the demolitions of the tanks, and the preparation of the areas with selected materials capable of withstanding the considerable loads of the new installations. SAMIR had not yet appointed the Main Contractor of the new plants - a contract worth 316 million dollars - TECHNIP Italia had agreed to follow the preparatory works to try to ''get a foot in'' the refinery and undermine others competitors.
MISSION TASK FORCE. In addition to the aforementioned Mr. De Santis, the following people were part of the mission: Mr. Rinaldo Cozzi: originally from Cerro Maggiore (North of Italy). He was our electro-instrumental expert. A decent person, even if a little closed off. He only went out with us during the visits of the Technip manager Ing. Petrillo. I will meet Cozzi again in Shah – Abu Dhabi, where he had a position with SAIPEM pipeline. Mr. Mario Maggi, from Piacenza - a jovial and open guy, he was coming from a previous experience in Senegal. Expert in turbines, compressors etc, in truth he didn't have much to do since we were only talking about demolitions.
LIFE IN MOHAMMEDIA. Mohammedia is the seaside city of Casablanca. Equipped with somewhat old hotels, it is made up of residential areas of holiday villas built in the early 1980s. The city has therefore become a destination for medium-low level tourism, also following the construction of the refinery and the Power Plant overlooking the Atlantic Ocean.
LOGISTIC. After an initial period in which I slept in hotel, I found a decent oceanfront apartment through a real estate agency. Inserted in a beautiful park, the apartment was on the first floor of a holiday condominium. The local owner was living abroad, and had entrusted the agency with the task of managing the rent from the apartment. I really enjoyed it, and I stayed in the same apartment for the entire ten months of my stay in Mohammedia.
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Mr. De Sanctis lived in a villa on the Plage Manesmane.
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Mr. Cozzi in another house near De Sactis, while Maggi had chosen to stay secluded in a villa further inside the city.
SUB-CONTRACTOR The Contractor that would carry out the work was chosen directly by the Technical Management of the refinery. Mr. Berrada, the Site Manager was a competent and approachable young engineer. The history of this Company is intertwined in a curious and surprising way with the attack that King Hassan II suffered on 16 August 1972, when the Royal Boeing 727, returning from an official trip to France, was attacked by military jets of the Force Armee Royale. According to the reconstruction of the event, the plane was hit on one of the engines, but the pilot managed to make escape the jet unscathed, and thus saving the life of the Sovereign. That pilot's brother was the owner of a small building Contractor from Casablanca. The pilot's exploits made the fortune of his brother, who in a short time became one of the largest entrepreneurs in the construction sector in Morocco, going so far as to build the so-called ''Twin Towers'' of Casablanca, which with their height of 128 meters are have long been the tallest skyscrapers in Morocco.
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WORK PROGRESS. The rafinery plot was overlooking the Atlantic Ocean. The progress of the works was quite regular, the demolition of old tanks continued apace and so did the creation of new areas for the new plants. To the South of the plant, divided only by a reception wall, stood the coal power plant built in the 1980s by the Italian Cimi Montubi Group.
FLOOD DISASTER - NOVEMBER 2002. Everything went well until the beginning of November. Yes, it's true, sometimes we had some problems getting the refinery operators out of their offices before proceeding with their demolition. But it had been raining cats and dogs for three days, even though they told me it was the season. On a Saturday morning the SAMIR management received a call from a dam Director, located approximately 45 km away from the plant. The Director warned that since the water inside the artificial reservoir of Barrage Oued El Maleh had now reached the overflow point, it had been decided to open the gates of the dam, and let part of the water flow into the Oued El Maleh , whose course, after reaching the refinery, flowed into the Atlantic between the refinery itself and the Royal Golf Club. The Dam Director estimated that the flood wave would reach the refinery towards the late afternoon of the same day. As a precaution, operations at the plant should have been stopped. A consultation with Saudi ownership categorically ruled out shut down onthe entire complex. The costs of shut down, lost production, and start-up were the reasons given for refusing to stop operations. Never was a decision more wrong.
At 3.00 PM order had been given to leave the plant. The water from the Ouadi El Maleh had already overcome the barrier set up at the entrance to the plant, and was spreading throughout the area. The area of our offices, lower than the rest of the refinery, was already heavily flooded. We returned to Mohammedia with in mind the worried faces of the operators who were preparing to spend the night in the plant. It was around 9.45 in the evening when the first explosions were heard. I went out onto the apartment balcony and looked towards the South: I could see some flashes that lit up the dark night. Firefighter and Red Crescent sirens. And then an explosion louder than all the others: we then learned that a diesel tank had been blown up. We would find the roof of the tank thrown like a giant frisbee 150 meters away. The fire had attacked the power station, and triggered the explosion when the water reached the high voltage bars. Most of the utilities were destroyed that night. Thanks to the work of firefighters who also came from Casablanca, and of the refinery operators, the fire was contained and did not reach the fuel depot area where there were dozens of tanks full of oil and diesel: it would have been a Biblical disaster.
Two operators lost their lives in the accident, and numerous were injured. When the refinery was made safe, the highest authorities in Morocco came to visit, first and foremost King Mohammed VI. The refinery management asked us to participate in the damage assessment, alongside a specially established insurance team. At the end of the survey, which lasted weeks, the damages were estimated at 157 million dollars. During the cleaning operations from the mud that had invaded the entire area of the plant, many teams of volunteers showed up after King Mohamed VI's appeal on TV. What remained was the regret of a disaster caused once again by a decision dictated by mere selfishness. The questions I asked myself at the time was: ''In his country, would the Saudi owner of the refinery have made the same decision, that is, not to stop the plant?''
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END OF MISSION. At the end of April, the enormous cleaning operation of the refinery had been completed, even if production had not been able to resume due to the enormous damage caused by the flood and the subsequent fire. Our work to prepare the areas was coming to an end, and the most disparate rumors were circulating about the name of the Main Contractor who would win the contract for the new installation. The sentiment was that they would not be awarded to TECHNIP Italia, regardless of our performance during the Early Works.
Italian Giant SAIPEM was awarded the project.
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simmy93sims4creations · 8 months ago
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Old Italia Pier Apartments - (Anchorpoint Wharf - San Sequoia)
Residential Rental - 4 Multi-story Apartments + Shared Ground floor amenities.
"The Old Italia Pier Apartments have seen generations of people come to SimNation to make their fortune. Originally built to house an influx of Sims from the Old Country, it has played host to families from across the world. The final residents left knowing their former homes would tell their stories. The previously commercial ground floor was repurposed and now boasts a laundromat, pool complex, gym and hobby centre."
Sims 4 Gallery: https://www.ea.com/en-gb/games/the-sims/the-sims-4/pc/gallery/7ADA558610F54770BC00977979535727?category=all&searchtype=ea_origin_id&sortby=downloads&time=all&searchquery=Simmy93&max=50&maxis=false
A Tour of the Lot
The Exterior:
Designed to preserve the exterior design of the original property, the four apartments are accessed by two dedicated yards with trash access. The 'main street' of the now quiet pier was once host to hundreds of sims a day but is now a shared space for the tenants to enjoy some outdoor time together. The name 'Old Italia' is inspired by the patriotic paintjob left by the original inhabitants way back when the Pier was still an active fish market.
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The Communal Spaces:
Although the outside of the former shops and services have remained unchanged, the interiors could not have changed more. Unlike the upstairs homes, the commercial property had no prospect of enduring and has since been repurposed for truly luxurious living.
Long Game Gym / Formerly Granny Beth's Bits n' Bobs
Once owned by the final inhabitant of the apartment above, Granny Beth's Bits n' Bobs was once the one stop shop for anything craft related in the local area. After a lucrative creative career Elizabeth 'Beth' McCann set about spreading her pink vision of the world. Unfortunately her rival and neighbour would have the last laugh as her grandson bought out the craft shop and replaced it with a gym inspired by his grandmother's domino aesthetic.
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Adriatic Laundry Services / Formerly The Red Crane
Renowned as the best Asian cuisine this side of the Simissippi, the Red Crane was once the favourite spot of celebrities far and wide. Despite the fame, the owner never took advantage and became well known for his fair prices and wholesome family image.
Once attached to the apartments above, the Red Crane's kitchen still exists in the private residence and aspiring Chefs from across the country bid to stay for as long as they can, hoping they absorb some of that magic.
Now however, the once booming restaurant is providing services which removes grease from clothes, rather than contributing to it!
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The Green Dragon / Formerly Bountiful Bouquets
Few people know, but San Sequoia used to be the source of many flower imports into SimNation, and no where else could the freshest and most exotic flora be found. Taking advantage of this luck was Bountiful Bouquets who it is said created the bouquets for a Royal Wedding!
Nowadays the shop has been converted into a community hobby centre; chess, painting, archaeology, woodwork and of course, flower arranging are available to any resident.
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The Hidden Oasis / Formerly Giuseppe's Fishmonger
The heartbeat of the local economy was appropriately nestled in the middle of the main street trading in the best that came off the fishing boats. It was the only commercial endeavour that saw the start of the pier, and the end.
Afterwards it underwent the largest renovation of the four properties and was developed into a community pool. Decadence awaits you as you descend into a desert oasis amongst the busy suburban life. Equipped with pool, adult hot tub area and even a kids activity room, every member of the family can enjoy their day hiding from the desert sun.
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The Apartments:
The Pink Lady - 2 bed, 1 bath. Unit Value: §75,628
One half of the most famous duo to be residents at the Old Italia Pier was Elizabeth 'Beth' McCann, a woman who it can safely be said, enjoyed pink. After a glittering career with her sister in the silent era of film she made the transition to the talkies, and then to colour films unlike her sister who seemed to be unable to keep up.
This lifelong resentment led to a bitter rivalry between the siblings, although most of it was aimed at Beth who for all intents and purposes was living her best life. Never marrying, Beth would adopt a son with her long time partner though they would later part ways causing scandal in the tabloids.
Tragedy would touch the McCann household despite Beth's happy disposition and she would end up raising her grandchildren after the death of her son and his wife necessitating some remodelling to accommodate such a lofty task.
No longer able to tread the boards or walk the red carpet, Beth consolidated her royalties and opened her 'Granny Beth's Bits n' Bobs' craft store and settled in for a quiet life.
The home has seen a lot of love, a lot of tears and a lot of knitting. It is perfect for an elder sim, or a small family of comfortable means.
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Inciampo sullo schermo di un canale generalista privato che da quando è cominciato il conflitto trasmette molti approfondimenti e reportage. Stanno intervistando una manciata di madri, nate proprio in quel paese ma residenti in Italia, che fanno per lo più le badanti in qualche casa della borghesia dello stivale. Hanno i figli al fronte. Alcuni giovanissimi, freschi dei loro diciotto anni. “Ci hanno aggrediti,” dicono a un presentatore italiano dagli occhi bulbosi e la testa rasata. “I nostri figli stanno combattendo fino al martirio.” Le loro parole convulse grondano paura, coraggio e patriottismo. Le guardo con un misto di curiosità e apprensione. Sono donne semplici. Messa in piega impeccabile, tinta castano chiaro, gonne sobrie, camicette a fiori e qualche orecchino di bigiotteria poco vistoso ai lobi delle orecchie, qualche foulard, qualche cappello. Solo gli occhi bruciano. Come attraversati da invisibili lame di fuoco. Il presentatore italiano è disorientato da quelle donne e dal loro spirito battagliero. Ma nonostante lo smarrimento raccoglie le loro parole di guerra con estrema diligenza. Tra i tanti vocaboli utilizzati spunta anche “vincere”. Una di loro infatti dice: “Stiamo per partire anche noi, torniamo a casa. Vogliamo stare accanto ai nostri figli.” “Ma è pericoloso! Non potete,” commenta il presentatore confuso. “Sì, lo è, ma noi vinceremo.” C’è sicurezza nella sua voce. C’è quasi follia in quel “vinceremo” scandito a favore di telecamera sillaba dopo sillaba. VIN-CE-RE-MO. Davanti allo schermo io tremo per loro. Ma tremo anche per me. Mi sembra tutto un dannato déjà-vu. Ho già vissuto quella conversazione. Recentemente. Con mia madre. Io e lei da sole, sul balconcino di casa nostra. A Roma Est. Una manciata di mesi fa. Eravamo in mezzo alle piante grasse e al girasole appena spuntato, in mezzo al rosmarino e al basilico. Hooyo [mamma] si stava tagliando le unghie. E io le avevo appena chiesto: “Perché la Somalia proprio in quel momento, hooyo? Perché ti sei ficcata in una guerra civile che era nell’aria?” Proprio come quelle donne sconosciute in televisione, anche la mia hooyo ha usato la parola “vincere”. Con lo stesso tono sicuro. Sfrontato. A tratti irragionevole. Scandendo l’orrore sillaba per sillaba. “Ero sicura,” mi ha detto, “che i miei, il mio clan, la mia parte politica, il mio qabil, le ossa dei miei antenati, avrebbero vinto la guerra. Facilmente. Avevamo tante armi stoccate nei magazzini abbandonati da Siad Barre. Armi sovietiche, statunitensi e italiane. Kalashnikov di ultima generazione. Non avevo dubbi, figlia, sulla nostra vittoria. Per questo ho messo due stracci in valigia e sono salita su un Boeing della Somali Airlines senza voltarmi indietro.” La sua è stata una risposta senza tentennamenti, a cui ha poi prontamente aggiunto: “Volevo far parte anch’io della storia. Della gloria. Della nostra vittoria. Della nazione. Prendermi la mia parte di bottino e di futuro.” Gloria? Vittoria? Nazione? Bottino? Futuro? Davvero, mamma? Dici davvero? Facevo fatica a inglobare quelle parole deliranti. “Le guerre non le vince mai nessuno, hooyo!” ho urlato allora. “Le vincono solo le armi, il sangue, la morte, il pus, le lobby, i padroni, gli altri. Quelli come noi invece le perdono sempre. Wallahi! [Giuro su Dio!] Me lo hai insegnato tu, te lo sei dimenticata?” Le mie parole hanno un ritmo retorico e ridondante anche se sono la pura verità. Sono parole giuste, giustissime, quelle che rivolgo a mia madre. Ma non so perché mi sembrano inutili. Vuote. Come vuota è la vittoria. Vuota la guerra. “
Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio, Bompiani (collana Narratori Italiani), 2023¹; pp. 245-247. (Corsivi dell’autrice)
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