#repubblica di Venezia
Explore tagged Tumblr posts
Text
speculation on more costumes they should wear
#[.art]#oleander honey#[.oc]#see the thing is I don't want it to be down to militia country fashion but I could keep that for specific scenes#because H.'s kingdom doesn't quite have the same influence they're a bit repubblica di venezia coded
41 notes
·
View notes
Text
Detail of the Doge's Palace in Venice, built in the Venetian Gothic style. The palace was the residence of the Doge of Venice, the supreme authority of the former Republic of Venice. It was built in 1340 AD and enlarged and modified in the following centuries.
(English / Español / Italiano)
Detalle del Palacio Ducal de Venecia, construido en estilo gótico veneciano. El palacio fue la residencia del Dux de Venecia, la autoridad suprema de la antigua República de Venecia. Fue construido en 1340 d.C. y ampliado y modificado en los siglos siguientes.
-------------------------------------------------------------------------
Particolare del Palazzo Ducale di Venezia, costruito in stile gotico veneziano. Il palazzo era la residenza del Doge di Venezia, l'autorità suprema dell'ex Repubblica di Venezia. Fu costruito nel 1340 d.C. e ampliato e modificato nei secoli successivi.
#venice#venezia#venecia#palazzo ducale#palacio ducal#doge's palace#s.XIV#14th century#gotico#gothic style
18 notes
·
View notes
Text
Il segno della storia
Barovier&Toso vetrerie artistiche in Murano
Barovier&Toso, Murano 2005, 32 pagine ,17x15cm
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Le creazioni Barovier&Toso sono opere uniche, in Cristallo Veneziano soffiato a bocca e realizzate a mano da maestri vetrai di Murano, depositari di una tradizione secolare che solca la storia da generazioni. È ad Angelo Barovier che si deve l’invenzione di una rivoluzionaria formula che permise di ottenere un materiale inedito, dalle straordinarie caratteristiche di estrema trasparenza e brillantezza. Fu con decreto della Repubblica di Venezia, intorno al 1455, che Angelo Barovier ottenne addirittura l’esclusiva nella produzione del “Cristallo Veneziano”. Ciò che ancora oggi rende unica quella ricetta materica, giunta fino a noi e ulteriormente perfezionata, è la totale assenza di piombo e arsenico. Questo distingue il nostro Cristallo Veneziano da qualunque altro cristallo in commercio e rende la tecnica del cristallo soffiato, come anche tutto il processo produttivo, eseguibile in totale sicurezza da parte dei maestri vetrai. Il Cristallo Veneziano è un materiale unico, sostenibile e sicuro, capace di dar forma ad opere di grande valore artistico, le creazioni Barovier&Toso.
24/11/24
2 notes
·
View notes
Text
Sì, viaggiare (28 settembre 1786)
Sul libro del destino era dunque scritto alla mia pagina che il 28 settembre 1786, alle cinque di sera secondo la nostra ora, entrando dal Brenta nella laguna, avrei visto per la prima volta Venezia, e subito dopo avrei toccato e visitato questa meravigliosa città insulare, questa repubblica di castori. Così, a Dio piacendo, Venezia non mi è più una mera parola, il nome vuoto che per me, nemico giurato delle vacue sonorità, fu tante volte motivo d'angoscia. Quando la prima gondola si accostò alla nave (lo fanno per trasportare più presto a Venezia i passeggeri che hanno fretta) mi ricordai d'un giocattolo della mia infanzia al quale non avevo più pensato da almeno vent'anni. Mio padre aveva portato con sé dall'Italia una bella gondola in miniatura, che teneva molto cara, ed era per me un gran privilegio quando mi si permetteva di baloccarmi con essa. Tutto, dai primi rostri di lamiera lucida ai felze neri, mi salutava come una vecchia conoscenza, mi dava una piacevole sensazione di gioventù non più provata da lungo tempo.
J. W. von Goethe, [Italienische Reise, 1816-17], Viaggio in Italia, Milano, Mondadori, 1985 [Trad. E. Castellani]
Goethe aveva compiuto 37 anni esattamente un mese prima.
Immagine: da ebay.
14 notes
·
View notes
Text
Il Leone di San Marco ad Istanbul
Il Palazzo di Venezia, oggi sede del Consolato Generale d'Italia ad Istanbul, un tempo era la sede del Bailo di Costantinopoli. Il bailo era un diplomatico della Repubblica di Venezia, quindi questa sede, dal 1454 (Bartolomeo Marcello primo bailo) al 1797 (Francesco Vendramin ultimo bailo) ha ospitato i diplomatici della Serenissima.
A parte tutta la Storia legata a questo edificio che prima o poi scriverò, è interessante notare che sul fronte dell'edifico compare il Leone di San Marco che al posto del Vangelo ha quella che sembrerebbe una ruota. Esistono varie versioni del leone di San Marco, come segnalato dallo storico Alberto Rizzi, autore di importanti studi sul leone marciano. Secondo Rizzi, esistevano oltre cento varianti della figura, raffigurate su materiale scultoreo o pittorico. Purtroppo non sono riuscito a contattare lo storico (ha oltre 80 anni) per avere maggiori informazioni su questo leone in particolare. Ho letto, ascoltato varie versioni sul motivo di questo particolare simbolo. Si tratterebbe dello stemma dei nobili veneziani Molin. Il leone è stato scolpito quando il nobile Alvise Molin era in carica come Bailo a Costantinopoli (XVII secolo). Lo stemma può essere stato asportato da un altro edificio o proviene dalla vecchia sede bailaggia perché l'edificio attuale é successivo alla caduta della Serenissima.
Ecco il simbolo araldico della famiglia Molin
Ringrazio il mio amico Agostino per la foto.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città.
Scrivi una e-mail a: [email protected]
Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
3 notes
·
View notes
Text
STORIA DEL CORNETTO: INTERESSANTISSIMO!!!
La tipica forma a mezzaluna viene, in modo forse leggendario, correlata alla battaglia di Vienna del 1683 che pose fine all'assedio della città da parte dell'Impero Ottomano. La città era stata posta sotto assedio il 14 luglio del 1683 da 140.000 turchi guidati dal gran visir Mustafa pascià. L'assalto turco fu durissimo e molti furono i tentativi di penetrare in città. Si narra infatti che per conquistare definitivamente Vienna, abbattendo le sue poderose mura, l'esercito ottomano andava scavando nottetempo delle gallerie sotterranee al di sotto di queste per minarle e farne saltare così le fondamenta. I rumori delle pale e dei picconi furono udite dagli unici lavoratori svegli a notte fonda: i fornai, che diedero tempestivamente l'allarme sventando l'imminente pericolo. L'11 settembre 1683 Giovanni III Sobieski, re di Polonia, giunse a Vienna guidando la coalizione cristiana e i turchi vennero rovinosamente sconfitti. Per celebrare l'importante vittoria Giovanni III chiese ai panettieri di ideare un dolce che ricordasse l'avvenimento. Secondo la tradizione sembra sia stato un fornaio di nome Peter Wendler a inventare la specialità a forma di mezzaluna. La ricetta era simile a quella attualmente usata per il cornetto: uova, farina, burro, zucchero, lievito, acqua tiepida. La particolare forma rimandava chiaramente al simbolo della bandiera turca: la nuova golosità venne chiamata kipferl, mezzaluna in tedesco proprio come in francese il termine croissant. Mangiando il kipferl simbolicamente si mangiava il turco.
La specialità si diffuse in Italia e più specificatamente in Veneto subito dopo il 1683, grazie agli intensi rapporti commerciali tra l'allora Serenissima Repubblica di Venezia e Vienna. Bisognerà attendere invece il 1770 perché anche la Francia, con il matrimonio tra l'austriaca Maria Antonietta e il futuro re Luigi XVI, scopra il cornetto. La sua ricetta venne modificata dai pasticceri di Versailles, che lo arricchirono di burro e lo battezzarono croissant.
Nel 1797, con il trattato di Campoformio e successivamente con l'istituzione del Lombardo Veneto, il kipferl o cornetto, insieme ai krapfen e al gulasch, accrebbe ulteriormente la propria popolarità. L'arte di prepararli divenne patrimonio di maestri fornai veneti.
8 notes
·
View notes
Text
In Veneto il Capodanno era celebrato il 1° marzo. Questa tradizione aveva antiche origini: festeggiare il Capodanno ai segnali di fine dell'inverno e di ripresa dei lavori agricoli era consuetudine dei popoli indoeuropei.
I festeggiamenti prendevano il nome di "Bati Marso". La festa prevedeva di girare per le strade e le piazze, battendo pentole, coperchi e altri strumenti rumorosi per far scappare l'inverno e propiziarsi la primavera.
Con l'entrata in vigore del calendario gregoriano nel 1582, gli Stati europei adottarono nuove modalità di datazione. La Repubblica di Venezia, tuttavia, decise di mantenere il Capodanno il 1° marzo: nei territori della Serenissima, gennaio e febbraio erano l'undicesimo e il dodicesimo mese dell'anno, non il primo e il secondo. Si diceva datazione "more veneto". La Serenissima mantenne questa pratica di datazione fino alla sua caduta nel 1797.
adattato da https://www.veronasera.it/social/perche-il-1-marzo-e-capodanno-dei-veneti.html
28 notes
·
View notes
Link
10 notes
·
View notes
Note
I'm really intrigued by your ocs. Could I ask for a bit of lore about them?
do count that most of it is in the process of being re-written. They're for a four-act play I was toying with a while ago.
The short of it is, O. (lighter haired one) is ruling prince of one of the states that are part of the same federation as the state H. (black haired one) is direct ruler of. The former is one of the bigger states, whose claim to fame has become the efficiency of its military after the reforms O. put in place when his sister was still ruling princess. She has recently been poisoned, hence why he's head of state now - he was never directly introduced to the federation council before because he wasn't the firstborn child, so him dealing with diplomatic relations directly is a new development. The latter is instead a more commerce-central kingdom - I think of it like the repubblica di Venezia (it also helps because H. is head of the church for the kingdom as well as temporal ruler) - and H. has been in charge for enough time that he's well-established as a figure in the federation despite his kingdom's small size. And they know each other because of said diplomatic relations taking place! Their respective lands fought a war years prior, under different rulers, so it was significant that they would be friends.
#there's more to it because of how the federation works - and why two states that are part of it can be at war with each other - but#I am still figuring that bit out#also because this is a play a lot of it wouldn't be explored in the actual text lol#[.asks]#[.oc]#Oleander#oleander honey#I'm also thinking it would be better if the ex-princess wasn't dead but rather had gone insane/was severly sick due to the poison
26 notes
·
View notes
Text
On the corner of the Doge's Palace
En la esquina del Palacio Ducal
(English / Español / Italiano)
On the corner of the Doge's Palace is this relief showing the biblical 'Judgement of Solomon'.
Venice was considered by all European states to be the Homeland of Justice. This was no small boast since even Doges, sons of Doges and patricians could be and were sentenced to death.
Justice at the Serenissima was something very serious! Considered incorruptible and absolutely impartial, it did not look anyone in the face, in the name of the most crystal-clear legality. The Republic, in fact, held a real hard fist towards malefactors and delinquents, whatever their social background.
------------------------------------------------------------------------------
En la esquina del Palacio Ducal se encuentra este relieve que muestra el bíblico "Juicio de Salomón".
Venecia era considerada por todos los estados europeos como la Patria de la Justicia. No era para menos, ya que incluso los Dux, hijos de Dux y patricios podían ser y eran condenados a muerte.
La justicia en la Serenísima era algo muy serio. Considerada incorruptible y absolutamente imparcial, no miraba a nadie a la cara, en nombre de la más cristalina legalidad. La República, de hecho, mantenía un verdadero puño duro hacia los malhechores y delincuentes, fuera cual fuera su extracción social.
-----------------------------------------------------------------------------
Sull'angolo del Palazzo dei Dogi spicca questo rilievo che mostra il biblico "Giudizio di Salomone".
Venezia era considerata da tutti gli Stati Europei la Patria della Giustizia. Non era un vanto da poco visto che anche Dogi, figli di Dogi e Patrizi potevano essere e furono condannati a morte.
La giustizia alla Serenissima era qualcosa di molto serio! Considerata incorruttibile e assolutamente imparziale, non guardava i faccia a nessuno, in nome della più cristallina legalità. La Repubblica, infatti, teneva un vero pugno duro verso malfattori e delinquenti, di qualsiasi estrazione sociale questi fossero.
Fonte: VENEZIA Storia e Storie by Maurizio Biscaro
#venice#venezia#venecia#sestiere san marco#palazzo ducale#gotico veneziano#14th-15th century#ss.XIV- XV
5 notes
·
View notes
Text
Il segno della storia
Barovier&Toso vetrerie artistiche in Murano
Barovier&Toso, Murano 2005, 32 pagine ,17x15cm
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Le creazioni Barovier&Toso sono opere uniche, in Cristallo Veneziano soffiato a bocca e realizzate a mano da maestri vetrai di Murano, depositari di una tradizione secolare che solca la storia da generazioni. È ad Angelo Barovier che si deve l’invenzione di una rivoluzionaria formula che permise di ottenere un materiale inedito, dalle straordinarie caratteristiche di estrema trasparenza e brillantezza. Fu con decreto della Repubblica di Venezia, intorno al 1455, che Angelo Barovier ottenne addirittura l’esclusiva nella produzione del “Cristallo Veneziano”. Ciò che ancora oggi rende unica quella ricetta materica, giunta fino a noi e ulteriormente perfezionata, è la totale assenza di piombo e arsenico. Questo distingue il nostro Cristallo Veneziano da qualunque altro cristallo in commercio e rende la tecnica del cristallo soffiato, come anche tutto il processo produttivo, eseguibile in totale sicurezza da parte dei maestri vetrai. Il Cristallo Veneziano è un materiale unico, sostenibile e sicuro, capace di dar forma ad opere di grande valore artistico, le creazioni Barovier&Toso.
20/11/24
2 notes
·
View notes
Text
Appello al presidente della Repubblica per i ragazzi di ULTIMA GENERAZIONE
Al Presidente della Repubblica
Ci rivolgiamo a Lei dopo avere ascoltato il suo discorso, pronunciato nell’ultimo giorno dell’anno, in cui abbiamo colto l’evidente preoccupazione per il destino cui sembrano condannate le nuovissime generazioni.
Nei giorni successivi tre ragazzi hanno espresso la loro protesta e, ancor più, lo sgomento, provato ormai dalla maggioranza dei giovani di fronte all’incedere dell’apocalisse climatica. Lo hanno fatto disegnando, con vernice lavabile, una cascata di geroglifici sul portone del Senato. Non si dovrebbe in nessun caso sfuggire al compito di interpretare questo messaggio enigmatico e clamoroso!
Il Presidente del Senato ha invece ritenuto di rispondere a questa azione sostanzialmente innocua con una denuncia penale del tutto sproporzionata: essa pretende un’immediata sanzione contro i sentimenti e le manifestazioni della generazione che, con amara ironia, definisce se stessa come “ultima” ma che, nonostante tutto, concentra la propria attenzione vitale sul futuro del genere umano.
La nostra attività professionale ci ha permesso in questi anni di misurare gli effetti psichici indotti dalle condizioni in cui questa generazione è cresciuta: precarietà lavorativa, percezione di una crescente intollerabilità delle condizioni climatiche e ambientali, trauma prolungato dell’isolamento sanitario, spettacolo atroce di una guerra che promette di estendersi in ogni luogo della terra.
Queste condizioni hanno prodotto e stanno producendo effetti catastrofici su una generazione che sembra votata a vivere un malessere depressivo permanente prima di venire estinta dall’olocausto climatico. Il comunicato diffuso dagli “imbrattatori” del portone contiene più volte la parola disperazione. Un minimo di sensibilità dovrebbe consigliare a coloro che si sentono investiti del ruolo di governanti di prestare orecchio a un segnale tanto inquietante.
Di fronte a questo non è possibile accettare che si anteponga l’esercizio di una volontà punitiva insensibile e insensata alle azioni urgenti di contenimento della catastrofe climatica e di quella psichica che sta colpendo i nostri figli e i nostri nipoti.
In effetti, ciò che viene davvero vilipeso non sono le facciate di pietra e di legno della Repubblica ma le istanze di vita presenti e future minacciate da politiche economiche e ambientali asservite alle compagnie petrolifere e ai produttori di armi.
Di fronte a tutto questo risulta grottesco e inaccettabile che si chiedano i danni per la pulizia di un portone, mentre milioni di giovani fuggono all’estero per cercare una possibilità di sopravvivenza. Di fronte allo stridente contrasto tra questi fenomeni il nostro paese rischia di sprofondare nella vergogna e nella mortificazione.
Ci rivolgiamo a Lei perché possa rappresentare le ragioni di questa inedita “disperazione” ma anche quelle del desiderio condiviso e diffuso, soprattutto tra la popolazione giovanile, di opporsi a chi, per ignoranza o per cinismo, sta distruggendo quel poco che resta del futuro di tutti.
Paloma González Díaz-Carralero, psichiatra, psicoterapeuta psicoanalítica,Madrid
Teresa Castè psicologa, Universidad de Chile, psicoanalista, Santiago del Cile
Federico Suárez, psicoanalista, Madrid
Luciana Bianchera, psico- pedagogista, docente universitaria Mantova
Margarita Bazt, psicoanalista Città del Mexico
Loredana Boscolo, psichiatra Venezia
Leonardo Montecchi, psichiatra Rimini
Francesco Berardi, insegnante pensionato, autore del libro Il terzo Inconscio
Salvatore Inglese - Psichiatra, psicoterapeuta , Catanzaro
Massimo de Berardinis, psichiatra, Roma
Martha Elva Lopez Guzmàn, Psicoanalista del Círculo Psicoanalítico Mexicano.Psicóloga Universidad de Nuevo León, México
Antonio Tari Garcia, Psichiatra, Madrid
Elisabeth von Salis, Psicoanalista ACP, Psicoterapeuta, Zurigo, Svizzera
Thomas von Salis, Dr.med. Neuropsychiatra dell'infanzia e dell'adolescenza Zurigo, Svizzera
Loredana Betti, psicoanalista, Roma
31 notes
·
View notes
Text
Finalmente la resa dei conti è arrivata. Poi toccherà all'Unità ed al Fatto Quotidiano.
Patrizia Cesaretti: Se fossero giornalisti invece che lecchini, camperebbero meglio.
Maria Stella Maltoni: Questo perché i pescivendoli non hanno più comprato Repubblica per incartare il pesce.
---------------------------------------------------------
CAOS A LA REPUBBLICA: "LA NAVE AFFONDA I CONTI VANNO MALE. QUAL' È LA LINEA EDITORIALE’’.
Libero 05/01/24
Non c��è pace a Repubblica. Dopo il durissimo comunicato di metà dicembre coi 5 giorni di sciopero paventati, il 2024 si apre con una mail esplosiva del Comitato di redazione (Cdr) a tutti i giornalisti della testata.
La sintesi è che la direzione e la proprietà si sono allontanate dall’identità del giornale.
Nel 2020 gli Elkann, proprietari di Repubblica, hanno venduto il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara.
Nel 2021 si sono liberati di MicroMega.
Nel 2022 la vendita dell’Espresso.
Poi, nel 2023, la cessione di 6 testate del Nord-Est (Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova e La Tribuna di Treviso).
Pochi giorni prima di quel comunicato, il fondatore, De Benedetti, aveva a sua volta picchiato duro contro gli Elkann, accusandoli di aver distrutto il quotidiano.
IL CDR: «L’ANNO CHE SI CHIUDE È STATO SOFFERTO E DIFFICILE, ASSAI DELUDENTE PER TUTTI NOI.
IL NOSTRO GIORNALE CONTINUA A PERDERE COPIE,
ABBONAMENTI E NON RIESCE A TROVARE UNA STRADA NEL DIGITALE. E QUESTO, A NOSTRO AVVISO
PER LA MANCANZA DI UNA CHIARA STRATEGIA DI INVESTIMENTI, MARKETIG, OBIETTIVI, COLLOCAZIONE NEL PANORAMA EDITORIALE.
NONOSTANTE GLI SFORZI TITANICI DI TUTTI NOI.
La difesa dell’identità di Repubblica (ciò che sembra importare solo a noi giornalisti che amiamo questo quotidiano e il lavoro che facciamo)
ci ha impegnato in un anno che ha segnato la per noi traumatica disgregazione di quello che era il più importante gruppo editoriale del nostro Paese,
smembrato e dismesso da un editore il cui progetto resta per noi incomprensibile, oltre che frutto di preoccupazione».
La redazione, si legge sempre nel comunicato, attende dal direttore Maurizio Molinari il nuovo piano editoriale:
«Come sappiamo nel futuro prossimo ci sono ancora tagli, riduzione del perimetro giornalistico, mortificazione di competenze e professionalità (...)
il 2024 si preannuncia un anno di dura battaglia a difesa del nostro posto di lavoro, del nostro nome (...) dovremo affrontarlo insieme.
perché da questa caduta rovinosa non si salva nessuno.
Vedere Repubblica che viene abbandonata come una nave che affonda è motivo di particolare amarezza».
5 notes
·
View notes
Text
Il *7 gennaio 1797* nasce a Reggio Emilia il Tricolore, come bandiera della Repubblica Cispadana, costituita dai territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
A proporre che lo stendardo o bandiera cispadana, formato dai colori verde, bianco e rosso, fosse innalzato in tutti i luoghi soggetti alla sovranità della repubblica cispadana, è il sacerdote cattolico Giuseppe Compagnoni.
La bandiera rossa, bianca e verde, allora a strisce orizzontali con il rosso in alto, sarà confermata come vessillo della Repubblica Cisalpina. Adottato dai patrioti del Risorgimento già nei moti del 1821 e poi nel 1848 dal Re Carlo Alberto di Piemonte, il tricolore sarà la bandiera dell’unità d’Italia.
Ma perché vennero scelti il verde, il rosso e il bianco? L'Italia del 1796 era un agglomerato di piccole Repubbliche di ispirazione giacobina che si erano sostituite agli antichi assolutismi.
E per omaggiare la conquista delle libertà, e chiaramente il modello francese, quasi tutte le Repubbliche si dotarono di bandiere caratterizzate da tre fasce di dimensioni uguali. Mentre i tre colori derivano dalla Legione Lombarda i cui vessilli presentavano proprio con i colori verde, bianco e rosso, fortemente radicati nel patrimonio di quella regione; il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Ma anche la Legione Italiana, che accoglieva, i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, si era dotata di questi tre colori; motivo che probabilmente spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera.
Successivamente al Congresso di Vienna, il tricolore fu soffocato dalla Restaurazione. Ragione per cui assunse, nell'immaginario collettivo, un ruolo di libertà e di speranza; e ciò è testimoniato dai moti del 1831, dalle rivolte mazziniane; o lo si può ritrovare nella disperata impresa dei fratelli Bandiera e nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa. E quando giunse la stagione del '48, e della concessione delle Costituzioni, la bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale, che investì l'intera penisola: da Milano a Venezia, da Roma a Palermo.
Nel 1997, in occasione del secondo centenario del Tricolore, il parlamento proclama il 7 gennaio “giornata nazionale della bandiera”.
Oggi ricorre il 227 anniversario della Giornata nazionale della Bandiera, un simbolo codificato nell'articolo 12 della Costituzione italiana che ne definisce la foggia: "verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni".
Consacrata nella Costituzione, la Bandiera è il simbolo dell’Unità nazionale, racchiude i valori di libertà, solidarietà ed uguaglianza sui quali si fonda la nostra Patria e incarna quello straordinario patrimonio storico, culturale e identitario che universalmente viene riconosciuto all’Italia.
4 notes
·
View notes
Text
La Repubblica di Venezia during the First Crusade (1096–1099)
A lead-tipped arrow of hate for the pagans, and a golden arrow of love for another young blond boy on the field of war.
#hws veneziano#hws italy#hws north italy#aph italy#aph veneziano#he is 13 here#hetalia#I've tried to be historically accurate#so...#historical hetalia#yeah#I can't draw a horse.#sorry#holytalia#my art
10 notes
·
View notes