#regalando i 6 punti da noi
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Il vecchio cuore bianconero non solo ci fa il cambio modulo per la prima volta proprio a Torino, ma ci offre un Politano titolare a tutta fascia
#lui gli consegnerà questo nuovo scudetto#regalando i 6 punti da noi#e battendo le sue rivali#parrucchino ha un obbiettivo#ssc napoli#football#antonio conte
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Accendiamo il Natale 2022
Accendiamo il Natale 2022
Al via "Accendiamo in Natale 2022": una rassegna di iniziative che si svolgeranno nel territorio della città di Pescara durante le festività natalizie
a cura dell’assessorato all’associazionismo sociale Undici appuntamenti con eventi/iniziative natalizie ad elevata rilevanza sociale. COMUNICATO STAMPA Su iniziativa dell’assessore Nicoletta Di Nisio nel mese scorso è stato emanato un Avviso pubblico per la concessione di contributi economici straordinari relativi alla realizzazione di iniziative/eventi natalizi concernenti i settori: umanitario e sportivo; culturale e formativo; turismo e promozione della città e ambientale. Sono state individuate, tra le proposte pervenute, undici iniziative che si svolgeranno nel territorio della città di Pescara nel periodo natalizio e sino al 6 gennaio 2023.
«Si tratta di una serie di appuntamenti rivolti a tutti i cittadini con particolare attenzione ai bambini che vogliono vivere e con/dividere con noi lo spirito del Natale. Sono iniziative che sono aderenti alle linee guida e di programmazione dell’amministrazione - ha dichiarato l’assessore Nicoletta Di Nisio - che sono programmate su tutto il territorio e privilegiando i punti di incontro esistenti nei quartieri cittadini o, come nel caso del Palatenda che si installerà in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, in nuovi spazi di aggregazione. Vogliamo anche quest’anno, come nelle passate due edizioni svolte, creare momenti di aggregazione e inclusione sociale oltre che nelle aree centrali del territorio comunale, anche nelle cosiddette periferie che mai ho inteso tralasciare. Nella selezione delle proposte pervenute abbiamo innanzitutto dato spazio ai proponenti che non erano stati già, nel corso dell’anno, destinatari di altri contributi e che si prevedesse il coinvolgimento anche di persone svantaggiate. Abbiamo inoltre consentito la presentazione di un solo Progetto per ciascun concorrente oltre a concedere un contributo massimo del 70% della spesa complessiva effettivamente sostenuta. In questo modo, abbiamo voluto incentivare l’organizzazione di micro eventi che sviluppano la partecipazione della comunità pescarese e favoriscono occasioni di vera inclusione sociale». Il Primo appuntamento sarà venerdì 16 dicembre prossimo presso lo stabilimento Niki Beach in viale della riviera nord 104 a Pescara dalle ore 10:30. Il Comitato regionale UISP Abruzzo e Molise ha organizzato “Sport Gioco Magia” una attività per gli Utenti dei Centri di Salute Mentale. Dal 19 dicembre poi e sino a venerdì 6 gennaio 2023, con l’appuntamento “La Befana che viene dal mare”, sono programmate le altre iniziative che verranno più ampliamente descritte a ridosso delle stesse. Calendario terza edizione Accendiamo il Natale 2022 Venerdì 16 dicembre 2022 Stabilimento balneare Niky Beach Comitato regionale UISP Abruzzo e Molise “Sport Gioco Magia” attività per gli Utenti dei Centri di Salute Mentale Lunedì 19 e venerdì 23 dicembre 2022 Auditorium Cerulli Associazione Culturale La favola Bella “La storia del Grinch che rubò il Natale” rivolto agli studenti dei plessi scolastici dei quartieri San Donato, Fontanelle, Villa del Fuoco da martedì 20 a venerdì 23 dicembre 2022 Piazza Duca degli Abruzzi e Zona stadio ENDAS Abruzzo Pescara “Christmas Time” Villaggio con la casa di Babbo Natale sia a Piazza Duca degli Abruzzi che in Zona stadio mentre la Christmas Marching Band attraverserà i quartieri di Villa del Fuoco e Fontanelle Mercoledì 21 dicembre 2022 Mercato coperto Porta Nuova Ass Cult Ulisse 2000 “Babbo Natale arriva al mercato” regalando doni ai bambini e ricevendo le letterine con richieste che saranno premiate con cesti di frutta. Prevista anche Tombolata Sabato 24 dicembre 2022 Circolo Nautico Banchina Sud ASD Porto Antico Pescara “Babbo Natale in barca a remi sul fiume” che arriverà al Circolo Nautico sulla banchina sud del Porto canale su un barca a remi per distribuire doni ai bambini Mercoledì 28 dicembre 2022 Area di Risulta Croce Rossa Italiana Progetto Senza Dimora Giovedì 29 dicembre 2022 Borgo Marino sud – Auditorium Cerulli APS Cuntaterra “Natale a Borgo Marino Sud” canti e musiche della tradizione popolare e il Quartetto Petra in concerto all’Auditorium Cerulli Giovedì 29 dicembre 2022 Teatro Madonna del Rosario Associazione Insieme Note di Natale Domenica 01 gennaio 2023 Palatenda via Carlo Alberto Dalla Chiesa Associazione Nuova Idea Capodanno in Musica Giovedì 05 gennaio 2023 Palasport Giuliante (Fontanelle) ASD Black MMamba Team “Special Fight - Diversamente Box” Sport e attività motorie. Concorso di combattimento per allievi diversamente abili Venerdì 06 gennaio 2023 Porto Turistico Soc Naz Salvamento Pescara “La Befana che viene dal mare” doni ai bambini presenti
Assessore Nicoletta Di Nisio Palazzo del Comune (ex INPS) Piazza Italia,13 - 65121 Pescara Pari opportunità - Politiche per la disabilità - Ascolto del disagio sociale - Associazionismo sociale Mare e fiume - Politiche età d'oro - Tutela del mondo animale - Villa del Fuoco, Rancitelli, Fontanelle [email protected] segreteria +39 085 4283 516 assessore +39 085 4283 515 mobile +39 338 521 19 39 15 /12 2022 Read the full article
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Interviste YouTrade: L’innovazione all’interno delle pareti
Il Direttore Commerciale di Ermetika, Roberto Spinazzola, racconta a Youtrade la sua idea di evoluzione del mercato distributivo. Di seguito l’articolo che potete ritrovare per interno qui (versione online della rivista). Ermetika ha ridefinito la propria strategia di approccio al mercato attraverso una politica flessibile in continua evoluzione, che la vede costantemente coinvolta in attività di ricerca e sviluppo. Altro focus importante è l’attenzione all’ampliamento dell’offerta e all’integrazione del prodotto con il servizio. Ermetika, azienda produttrice di controtelai per porte a scomparsa, si è adattata alle esigenze del mercato grazie all’ampliamento della propria gamma di prodotti e all’integrazione di questi con una serie di accessori performanti. DOMANDA: Che cosa produce Ermetika, quanti dipendenti ha e quanto è il fatturato? RISPOSTA: Ermetika – Inside Walls è un’azienda pugliese localizzata a Barletta (BT) che conta circa 30 dipendenti, con un fatturato in costante crescita che si attesta intorno ai 6 milioni di euro. Da oltre 30 anni produciamo controtelai per porte a scomparsa con l’obiettivo di migliorare la vivibilità degli spazi ed elevare il comfort della vita domestica. Per farlo abbiamo investito in tecnologia e know-how, in modo da rendere sempre più efficienti i nostri controtelai che, nascosti all’interno della parete, permettono di sfruttare al meglio i muri divisori e trasformarli da spazi inutilizzati a elementi funzionali. D. Come sta andando il mercato 2018? R. I trend negativi che hanno caratterizzato negli ultimi anni il mercato dell’edilizia hanno relegato in secondo piano il mercato del nuovo, lasciando spazio quasi esclusivamente a ristrutturazione e riqualificazione. Fortunatamente, si è osservato un leggero miglioramento dei tassi di crescita nel corso degli ultimi due anni, con conseguente ridimensionamento di queste dinamiche, che hanno però profondamente mutato i tratti caratterizzanti di domanda e offerta all’interno del nostro comparto. Dal lato della domanda abbiamo assistito a una totale trasformazione del cliente tipo: oggi il privato è sempre più informato e competente, e sempre meno incline a fidarsi ciecamente dei consigli del rivenditore. È critico, attivo ed esigente. Per far fronte a questa evoluzione, dal lato dell’offerta le aziende produttrici e i rivenditori non possono più puntare a un’unica efficiente offerta predeterminata, ma devono essere in grado di adeguarsi alla crescente complessità del mercato, sempre più mutevole e parcellizzato. Attraverso l’ampliamento della loro offerta e l’integrazione con servizi che ne accrescano il valore percepito dal cliente. D. Qual è la linea o il prodotto di punta dell’azienda? R. Ermetika ha ristrutturato la propria offerta adattandosi alle mutevoli esigenze del mercato, ampliando la propria gamma e integrandola con una serie di accessori che contribuiscono a rendere i propri prodotti più performanti. Attualmente la nostra gamma prodotti è composta dalla linea per interni, la linea filo muro e la linea per esterni. La linea filo muro Ermetika è la naturale evoluzione del controtelaio che, coniugando praticità ed estetica, trasforma un sistema funzionale in un elemento stilisticamente unico: di questa linea fanno parte il controtelaio Absolute Evo (filo muro scorrevole), Absolute Swing (filo muro battente) e Absolute Smart (sportellini filo muro). D. E le porte non filo muro? R. La linea interni, invece, è un evergreen che permette di recuperare lo spazio di apertura delle tradizionali porte regalando comfort e praticità all’ambiente. I sistemi per interni, progettati con le più moderne tecniche industriali si adattano a qualsiasi tipologia di arredo. Oltre al capostipite della famiglia, Evolution, questa gamma è composta anche da telai in grado di adattarsi alle esigenze più disparate: ad esempio Luminox è un telaio predisposto per l’installazione di punti luce nella parete che lo ospita, mentre Staffetta è in grado di ospitare ante sovrapposte che scorrono simultaneamente. Infine, Arkimede è il controtelaio curvo brevettato dall’azienda nel 1996. Dall’esperienza maturata nel settore interni nasce la linea di controtelai per esterni, che permette di integrare nella parete di tamponamento grate di sicurezza, persiane e alzanti scorrevoli. D. Quanto conta il design nelle porte? E la tecnologia? R. Il controtelaio è un prodotto invisibile, ma strettamente funzionale alla resa estetica. Di conseguenza, design e tecnologia sono gli elementi cardine alla base della nostra offerta: il primo è ciò che colpisce chi acquista il prodotto e lo spinge a scegliere una marca piuttosto che un’altra, mentre la seconda è presupposto necessario a far sì che l’elemento di design esprima totalmente il suo potenziale. D. Secondo voi come sta evolvendo il mondo della distribuzione? R. Il rivenditore di materiale per l’edilizia vede la sua storica posizione minacciata dal sempre maggior peso che sta assumendo la grande distribuzione, comparto capace di rivolgersi in maniera diretta al consumatore finale. Una strada potenzialmente percorribile è quella del network, un gruppo d’acquisto che fornisce supporto strategico e di marketing alla singola realtà supportandola nel processo di transizione necessario ad adattarsi alle nuove dinamiche di mercato. L’alternativa è il riposizionamento della singola rivendita in ottica innovativa, creando una solida relazione con le aziende produttrici per pianificare una comune strategia di sviluppo che permetta a entrambe le realtà di fronteggiare con maggior peso il mutevole mercato odierno. D. Qual è il vostro rapporto con i rivenditori di materiali per l’edilizia? R. Il nostro obiettivo è creare un’azienda 100% customer-oriented. Per farlo abbiamo bisogno di creare costanti partnership con i rivenditori che rappresentano l’anello di congiunzione con il cliente. I nostri punti di forza nel supporto al rivenditore si concentrano principalmente sulla flessibilità produttiva, che consiste nell’adeguamento ai suoi bisogni, con riduzione del time-to-market, e sull’assistenza tecnica, ovvero la presenza di figure dedicate al supporto dei rivenditori nell’elaborazione delle offerte, senza mai prevaricarne la centralità nelle logiche commerciali. Noi crediamo che il rivenditore debba essere innanzitutto un partner e non un semplice intermediario. Un soggetto intenzionato a creare una relazione duratura con l’azienda per pianificare assieme una strategia di sviluppo. E proprio da questo pensiero è nato il format Ermetika Point, parete espositiva finalizzata alla promozione della linea filo muro attualmente installata presso lo showroom di circa 20 distributori partner di Ermetika a livello nazionale. L’Ermetika Point rappresenta l’anello di congiunzione tra il mondo Ermetika e il cliente finale, uno spazio creato ad hoc per supportare showroom e rivenditori nella fase di presentazione dei nostri prodotti ai propri clienti. D. Che caratteristiche ha il distributore numero uno della vostra azienda? R. È un distributore dinamico e proattivo, non più esclusivamente concentrato sull’acquisto di pochi prodotti generici rivolti alle grandi imprese, bensì un soggetto in grado di offrire un mix prodotti allargato, rivolto a target differenziati, sia alle piccole imprese sia al privato stesso. È un soggetto capace contemporaneamente di riposizionarsi e di riorganizzarsi. Riposizionarsi in termini di offerta, in modo da rivolgersi a nuovi target, con un mix prodotti ampio e strutturato capace di soddisfare allo stesso tempo le esigenze di ristrutturazione della grande impresa e la voglia di fai da te del privato. In più, riorganizzarsi in termini di struttura e approccio, per poter fronteggiare al meglio la grande distribuzione, in modo da prevedere uno spazio di contatto diretto con il cliente finale, come ad esempio uno showroom, ma anche un know-how e un servizio che vadano ad integrare l’offerta così da evitare di doverla banalizzare in una semplice rivisitazione del prezzo. In breve, il distributore del futuro dovrebbe riconcepire la propria figura e trasformarsi da semplice fornitore di imprese a vetrina per le più variegate esigenze del consumatore. D. Infine, come si prepara l’azienda alle sfide del futuro? R. Il 2019, in particolare, vedrà coinvolta l’azienda nel lancio di diverse soluzioni studiate per supportare i diversi soggetti della filiera. La prima novità è una nuova linea produttiva improntata al mondo dell’industria 4.0, che vedrà l’integrazione di software e strumenti in grado di integrare il digitale nei processi produttivi per renderli sempre più efficaci ed efficienti. La seconda soluzione innovativa consiste nella riproposizione della gamma prodotti in formato multimediale grazie agli oggetti Bim, già disponibili sul portale Bimobject per offrire al mondo dei progettisti la costante possibilità di utilizzare i prodotti della gamma Ermetika direttamente sui loro programmi di progettazione digitale.
L'articolo Interviste YouTrade: L’innovazione all’interno delle pareti proviene da Ermetika.
Articolo originale: https://www.ermetika.com/it/blog/interviste-youtrade-linnovazione-allinterno-delle-pareti/
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Iosif Brodskij scrive all’agnostico Milan Kundera: “L’arte nessuno la possiede e tu non hai capito nulla di Dostoevskij”
Mi girano le palle perché ci sono ragazzi che tengono prigioniere le loro ragazze regalando sotto Natale diari da riempire. In realtà così la donna si svuota, l’uomo non ne ha bisogno (usa altre strade) e la tiene sotto catena e sott’occhio.
Viva la democrazia tra i generi, ancora. Viva i diari da sommergere di fesserie giorno dopo giorno. Ma perché non leggiamo i diari altrui? Dico, un po’ per pigrizia e un po’ per vojeurismo? Potremmo sentirci anche migliori che ne so, leggendo che per Stendhal il massimo era farsi una milf: “13 ottobre 1808. Stile della Storia. – La gravità, la gravità… Il mio stile avrà una fisionomia tutta particolare, si burlerà un po’ di tutti, sarà esatto, e soprattutto non farà addormentare. Perché è necessaria la gravità? – Per trasformare gli storici in predicatori e fustigatori dei vizi. Vuol forse istruire, la storia? – Kings. Loro se ne fottono. Mettine in ridicolo gli strumenti, e diventerà loro difficile o impossibile ciò che hai tentato invano di render loro odioso. E io dovrei astenermi dal rubare una bella donna al marito perché lo stimato autore di nome Tacito, un tipo serio, bolla tale crimine? Che bella ragione!”.
Così ci avviciniamo al Novecento che coi diari ci dice sicuramente di più, la sessualità di uno dell’Ottocento è bella e sepolta. Ma la scocciatura non finisce qui. Va avanti. Perché nemmeno nella mia civile Inghilterra l’editoria è sana. Vendono libri quasi solo le soubrette della cucina. Gente come Nadija Hussain – e voi a dire ‘ecchiminchia è?’. Intanto. Autrice per l’infanzia. Cioè come dare da mangiare feccia alle speranze del futuro. Una che se la tira perché oggi vanno di moda i cuochi, anche e soprattutto se scrivono.
E poi. L’alternativa ci sarebbe. Ci sono anche premi Nobel della letteratura che hanno scritto per bambini. Uno tra tutti: Brodskij. Uno che scriveva poesie per i bambini americani per spiegare la scoperta dell’America, del Nuovo Mondo. “In he beginning there were just waves/ hammering at the obstacles./ The stars were starring to constant raves/ but had no Oscars”. “All’inizio c’erano solo onde/ a battere il martello sugli ostacoli./ Le stelle brillavano come feste interminabili/ ma non prendevano l’Oscar”.
Per dire. Se poi diamo ai bambini i libri dei cuochi, tanto peggio. Mancherà il brivido e la rottura. Solo Brodskij cantava ai bambini cose come “When you are a continent, you don’t mince/ words and don’t crave attention”. “Quando sei un continente, non risparmi mica/ parole e non cerchi l’attenzione degli altri”.
Caspita. Altro che le menate della diarista-cuoca-autriceperinfanzia. Ecco perché il poema per bambino Discovery di Brodskij non se lo fila nessuno e lo trovi in nota al fondo delle edizioni inglesi delle sue poesie. Meglio infischiarsene. Invece no, io prendo la birra e scrivo al telefono, sullo smartphone la traduzione di Brodskij che in Italia viene schivato. Perché di lui il lettore italiano ancora non conosce questa tirata di orecchie che fece a Milan Kundera, lo scrittore figo della borghesia avvilita nel buco della storia che prima votava Lega e dopo vent’anni legge Houllebecq. Sempre in ritardo. Ma bene! E allora, ritardo per ritardo, vediamo che diceva Brodskij sul New York Times nel febbraio del 1985.
Gioverà tenere a mente che il testo Adelphi non lo fila perché Kundera è un suo cocco. Puliti puliti… Su Pangea facciamo palle di neve e facciamo finta che sia fango.
Dimenticavo. Da noi gli intelligentoni di Repubblica, dietro le spalle di Sofri, ebbero un refolo di questa buriana su Dostoevskij, era il 2008. Meglio rileggere l’originale.
Andrea Bianchi
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Perché Milan Kundera riguardo a Dostoevskij sbaglia
Il saggio recente di Milan Kundera pubblicato su The Book Review (“An Introduction to a Variation”, Jan. 6) conteneva diversi punti che richiedono replica. Qualsiasi disputa sul gusto porta alla stasi. Tuttavia, le preferenze mostrate da Kundera non si basano sull’estetica quanto sul senso della storia. E sulla storia poggiamo sul solido. Terreno fermo, addirittura. Solido abbastanza da reggere contro malevoli agenti che influenzano il fato di un artista. Sufficientemente solido, forse, per immaginare che determina una postura etica come quella di Kundera. E però si scivola sui propri piedi se le estetiche che scegliamo ci rendono responsabili. Così, uno subordina l’arte alla struttura del suo credo, al sistema filosofico, agli interessi di gruppo. Alla fine, all’ideologia. L’arte però è più antica e più inevitabile di queste altre cose.
Può portare ad abbellire cattedrali, mettere le tesi in rima, dare al tiranno un anatema idoneo, magari un mausoleo. Però l’arte nessuno la possiede. Né i suoi patroni né gli artisti. Ha dinamiche sue proprie, sue logiche, suoi pedigree. Un suo futuro. Uno ha la sua estetica che germoglia da tutte queste cose, non dai patroni. E le sue estetiche e il suo senso della storia fanno l’arte – nessuna scorciatoia.
Una delle cose peggiori che possa capitali artisti è di percepirsi come padroni dei loro mezzi, dei loro strumenti. Ma questo è frutto di sensibilità da economia di mercato. Un’attitudine molto vicina a quella del patrono che paga il suo impiegato. Ed entrambe le cose postulano e rendono noto un linguaggio specifico (punto di vista dell’artista) o uno scopo, una volontà (da parte del patrono). Queste uscite si basano sull’esperienza di altri. Un artista smonta le concezioni dei suoi rivali. Un patrono rappresenta la commissione, denuncia uno stile o decreta il Realismo e magari degenera e imprigiona (o esilia) l’artista. In questi casi l’arte ci perde. E allo stesso modo la specie umana, che ne esce con una nozione ridotta di se stessa.
Ma se un patrono o uno Stato lo si può scusare perché non ne sa nulla, un artista (uno scrittore) invece deve render conto. Perché lui non ha le necessità storiche di uno Stato. Lui non può nascondersi dietro gli eventi. Ci sono centinaia di migliaia di persone spaesate, espatriati, boat people, senzatetto che stanno peggio dello scrittore in esilio. Non fosse che per una contraddizione in termini, lo scrittore potrebbe invocare la necessità dell’estetica. Ma questa non è un fenomeno lineare. Non ha potere retroattivo, non lo si può ammettere.
Ora senza usare superlativi, già l’economia di mercato vi indulge. Anche i topi pensano all’eternità. Anche uno scrittore stagionato sente che un soldato lo ferma in macchina, un affronto personale da parte della Storia. Così Kundera nei confronti della Cecoslovacchia nel 1968. Possiamo compatirlo, ma quando poi lui prende a generalizzare sul soldato e la sua cultura, proprio no! Paura e disgusto sono comprensibili, ma i soldati non sono emblemi di cultura e nemmeno di letteratura – imbracciano fucili, mica libri.
Il testo di Iosif Brodskij su Milan Kundera è pubblico sul ‘New York Times’ il 17 febbraio 1985
In uno scrittore che padroneggia la sua arte, incontri simili risvegliano senso di insicurezza e di qui il linguaggio della necessità storica, nulla di artistico. In altre parole, Kundera cerca qualcuno a cui dare la colpa. Confida nel suo autocontrollo, trova colpevoli quelli che non può influenzare, hanno un idioma ostile. Un idioma che lo minaccia, con la sua autostima. Ora è sfortunato, sa a chi dare la colpa. Tutte queste cose le ha perpetrate Kundera puntando il dito contro Dostoevskij.
Era il 1968. Sovietici in Cecoslovacchia. Un direttore di teatro chiede a Kundera di metter in scena L’Idiota. I libri di Kundera erano proibiti, non poteva campare. Eppure. Scrive Kundera, “lo rilessi, crepavo di fame ma nulla. Non ci riuscivo. Era un mondo di gesti gonfiati, profondità sporche, sentimenti aggressivi. Mi faceva provare nostalgia per Diderot”.
Insomma Kundera non è il primo. Nabokov metteva Dostoevskij al livello dello sporcaccione parigino Eugene Sue (insostenibile, davvero). Erano le vedute di Nabokov, su Joyce, Faulkner e altri – senza storia, e rimarranno per sempre sulla sua coscienza.
Continua Kundera. “Perché? Era un trauma da ceco verso i Russi sovietici? No. Amavo ancora Cechov. Dubbi sull’arte? No, troppo improvvisa come cosa, senza oggettività. Era il clima di Dostoevskij. Tutto era un sentimento. Promosso a valore e virtù”.
Di qui l’invettiva. Perché il sentimento per Kundera ci porta di sotto. Lui vuole i Lumi. Non un reame con criteri di verità e spiegazioni di comportamenti – tutto basato sui sentimenti come in Dostoevskij. Il quale giustifica tutti gli orrori, l’uomo, il suo petto e il suo sudore, con fervore lirico. Atrocità in nome del sacro amore, per Kundera.
Bene. Non è vero. Tutto al contrario. Nulla di ciò in quel reame, nulla in nome dell’amore ma della necessità storica. La quale arriva in Russia dall’Europa. L’idea del nobile selvaggio (Diderot), la natura umana malmenata dalle istituzioni, lo stato ideale, giustizia sociale e simili – nulla di simile è venuto dalle sponde del Volga
Va bene. Inefficienze degli illuministi da salotto e parassiti hanno portato allo stato di polizia. Non dimentichiamo però che Il Capitale è stato tradotto dal tedesco in russo, mica il contrario. Non è un merito dell’occidente, lo spettro del comunismo. Ma la Russia, I demoni di Dostoevskij e la guerra civile e il terrore hanno fatto resistenza. E non è finita ancora.
Questo spettro ha messo in difficoltà Kundera tra 1945 e 1968. Tutto frutto del razionale Occidente e del radicalismo emotivo orientale. Se vedi un carro armato russo in strada è merito di Diderot. Presumo. Kundera confonde la geografia con Dostoevskij e la presenza del russo lo rende insicuro. Sì è così. È un professionista Kundera. Una distorsione sentimentale sul povero Dostoevskij – sentimenti che diventano valore e verità.
Questa l’offerta di Kundera. Questa la sua gerarchia riguardo i sentimenti. Una reazione a pensieri espressi in Europa. I romanzi di Dostoevskij sono ricordi di episodi europei, il principe Myshkin torna da lì, anche le visioni di Ivan Karamazov. Questa la fonetica del giovane cospiratore Verkhovensky.
Questo vuole Dostoevskij. Assioma – unità spirituale. Battaglia tra fede e utilitarismo, oscillare tra abisso del bene e del male. Qui c’è sporco per Kundera. Un’esagerazione, sostiene. Ma Dostoevskij non è miope come vuole Kundera. Più complesso. Meno gestibile. Kundera sente poco o nulla di ciò. Dostoevskij sorge contro gli agnostici stile Kundera. È prodotto da loro, da questi riduzionisti. E va come una furia.
Vero. Da est sono venuti i carri armati contro Kundera. Ma questi non vede che l’Occidente non ha ancora espresso una figura spessa come Dostoevskij. E perciò la colpa è della Russia. Che geografia. Per Kundera sentimenti o ragione. Per Dostoevskij la propensione umana al malvagio. I cechi mi capiranno. 1938, 1968. Che può dire Diderot? I cechi lo avrebbero fulminato. Ma prima di incensare la Ragione. Lei, lei cosa ha scoperto? La Ragione da sola può giusto articolare le conoscenze che già possiede. La storia è più vecchia di così. Ma continua – e Dostoevskij la fa andare avanti, all’interno dell’avanzata letteraria.
Kundera manca di immaginativa? Di pensieri astratti? Purtroppo no. Triste che lui e altri dell’est siano vittime della geopolitica. Dividono est e ovest. Ma per un ceco non c’è nord e sud (Polonia? Germania? Ungheria?). Certo ci perdiamo la parte tragica, ma non siamo deficienti. Non vogliamo baggianate ragione-sentimento e Diderot-Dostoevskij. Non vogliamo scegliere. C’è del pericolo in ciò. Chi sceglie si sentirà un eroe. Ma che limitazione. Quando è solo un ‘o… Oppure’.
Spesso queste decisioni ci cambiano la vita o almeno così pensiamo dopo. Retropensieri. Fatti sotto la pressione delle circostanze, le scelte limitate e iniziali ci trasformano in primitivi a caccia di archetipi. Nulla di sbagliato. Ma riduciamo il potenziale così. E allora ci spingiamo a vedere tutte le conseguenze della prima scelta. Rifiutiamo una nozione umana più comprensiva, generosa. E non andiamo lontano.
Kundera su Dostoevskij è quindi semplicemente ridondante. Se la sua idea valesse qualcosa ci troveremmo del sale. Invece non va a fondo. Che dobbiamo rispondergli? Se la letteratura ha un merito sociale questo è il parametro ottimale che ci mostra, il maximum spirituale. E qui l’uomo metafisico di Dostoevskij vale di più del razionalista ferito, di Kundera, per quanto questi sia moderno e comune.
Milan Kundera, nato nel 1929, emigra in Francia dalla Cecoslovacchia nel 1975. Tra l’altro, è autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”
Non è colpa di Kundera. Dovrebbe solo esserne consapevole come ceco vis- a-vis con Dostoevskij. Kundera è ristretto, parla per metafore sessuali. Non ci deve parlare di carri armati. Deve prevederli. In questo secolo, soprattutto. E poi. L’agnosticismo targato Lutero e Kundera non ci fa capire cosa sia il giudizio finale. Questi signori sono più severi di dio. Sentono di saperla più lunga di lui su se stessi. E da veri razionali si danno ai piaceri colpevoli, non hanno la grazia, smettono di farsi del male.
Infine. Kundera vive sul continente. Non sa osservarsi da altre angolature. Si guardano da prospettive europee per meglio apprezzarsi. L’Europa è bella stratificata e l’uomo qui è quello che Dostoevskij conosceva, stesso ambiente capitalista. E quest’uomo si espande e si percepisce come irrilevante. L’uomo europeo è così sedentario ma così nomade. Odia il confine. Sul continente tutto è definito da confini. Nazioni comunità classi tradizioni gerarchia. Da perderci la testa. Stato burocratico, nessuna contingenza. Mai un’alternativa (tranne quella est-ovest). Magari il nostro europeo diventa scrittore. Deve spezzare i confini allora. Sarà avanguardia. Ma gli altri sono in un cul-de-sac stilistico.
Chiaro. Kundera vuole essere più Europeo degli Europei che lo hanno accolto da così tanto tempo. Ora può vedere bene dentro il suo passato! Meglio che un esiliato qualunque. E può fare il maestrino dell’Europa e di chi non si accoda all’Europa e ai suoi ‘valori’. Gli siamo grati del punto di vista. Limitato. Asimmetrico. È una vittima dell’est. Gli piace il suo carnefice occidentale. Attenzione! Diventerà anche lui carnefice europeo.
In sintesi. La civiltà tradisce, abbassa, erode ogni standard. La civiltà espelle, butta fuori liquami, degenera, si rigenera. Le parti che marciscono pagano per l’evoluzione. E poi. La purezza della vittima è cosa innaturale, una cosa artificiale. Non vale le nostre libertà. Non facciamo occhi dolci alle vittime. Appartengono a un passato snervato nel freezer dal tiranno. Lasciate che i pesci mandino puzza. I pesci del congelatore puzzano quando sono cucinati. Kundera, un tragico della democrazia occidentale. Non vede che la cultura muore solo se non c’è chi la padroneggia. La moralità è soppressa dai libertini come lui.
L’occidente si basa sul sacrificio. Sull’uomo che muore per i suoi sbagli. L’occidente sa battere i suoi avversari, anche quando sono interni. L’ultima guerra è stata una guerra civile. Spargere sangue non dà gioia. Non ci rende simili a Cristo. E finché si muore per un ideale, e questi ideali vivono, anche la civiltà si mantiene in salute.
È troppo presto per dire addio alla civiltà occidentale. Almeno non ora, non per Jan Palach, lo studente che dandosi fuoco si è immolato nel 1969 contro i russi invasori. La notte in cui è piombata la Cecoslovacchia da allora è la stessa oscurità di quando Jan Masaryk è stato defenestrato dal Servizio sovietico nel 1948. La civiltà occidentale ha aiutato Kundera a sopravvivere in queste circostanze. In questa oscurità lui si è messo a ridere con Diderot e il canonico Sterne. Risate di un letterato che legge letterati – quella risata che è privilegio di uomini liberi, come le tristezze di Dostoevskij.
Iosif Brodskij
L'articolo Iosif Brodskij scrive all’agnostico Milan Kundera: “L’arte nessuno la possiede e tu non hai capito nulla di Dostoevskij” proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2FMtYUW
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10 GIOCHI SOTTO L’OMBRELLONE (Switch Edtn.)
Ormai la console ibrida della grande N giapponese è entrata a far pare di molte tasche italiane. La portabilità è da sempre il più grande vantaggio della console, che si appresta soprattutto quest’anno a far parte delle nostre vacanze e con l’uscita di Mario Tennis Ace, si ha la possibilità di giocare ad un nuovo party game di ottima qualità.
Ci siamo così chiesti quali fossero i giochi più “estivi”/giocabili sotto alle infinite ore di caldo rovente sulla spiaggia, così da arrivare a scrivere questa breve lista. Ecco quindi i 10 giochi da portarsi sotto l’ombrellone, o direttamente sugli scogli (a vostro rischio e pericolo!)
#1 OWLBOY
Il platform gufesco di casa D-PAD ormai si è fatto notare grazie alle sue ottime qualità sia a livello di gameplay, che di grafica (strizzando un occhio a tutti i giochi NEO-GEO che ci hanno cresciuto), ma è anche la sua caratterizzazione dei personaggi e della storia a rendere il tutto più interessante e bello, così da regalarvi un’esperienza unica. Preparatevi quindi a combattere i pirati del cielo con ghiaccioli e estathè freschi, perchè è probabile che vi dimenticherete anche di fare il bagno.
19,99€
#2 CELESTE
Valutato già come uno dei migliori giochi dell’anno, Celeste rappresenta quello che vorremmo di più dal mondo videoludico: sfide di un certo livello e interessanti storie. Creato da Matt Makes Games (autore di Towerfall), l’obbiettivo è quello di aiutare Madeline a scalare la vetta del monte Celeste in più di 20 livelli e sfide di livello molto alto, ma suscitando quella voglia di divertirsi e passare le ore davanti alla console fino a tardi con la scusa del “eh aspè, che c’ho da finì il livello dai”. E poi, cosa c’è di meglio dell’immaginarsi direttamente su una montagna nevosa, quando fuori ci sono 39°?
19,99€
#3 OVERCOOKED
Se la solitudine non fa per voi, o la vostra ragazza/vostri amici non accettano il fatto che preferite essere dei sociopatici o più semplicemente vi piace condividere la possibilità di giocare tutti insieme, Overcooked è esattamente ciò che state cercando. Deliziose (in tutti i sensi) sfide fino a 4 giocatori, dove dovrete gestire una cucina in modo da poter servire i piatti in tempo. Affettare, cucinare, impiattare e lavare i piatti, il tutto pompato alla massima potenza grazie al sistema RUMBLE HD di Switch, che ti permette di sentire tutti i dettagli, come la zuppa che si muove nella pentola quando la sposti o il coltello che affetta i pomodori evitando così di far bruciare tutto! Un ottimo modo di passare anche le tendate o direttamente ferragosto con i vostri amici!
19,99€
#4 KAMIKO
Se non avete lunghissime ore da spendere sotto il sole, Kamiko è l’arcade/action-game che fa al caso vostro. Vi ritroverete nei panni delle sacerdotesse chiamate KAMIKO affrontando demoni ed enigmi per progredire nei livelli tutto condito con una preziosa e coloratissima grafica pixel-art che accompagnerà il vostro viaggio nel Giappone feudale. Ottimo prezzo per chi ha pochi soldi sulla carta.
4,99/2,99€ (a sconto)
#5 DOOM
Sappiamo tutti quanti quanto questo gioco non abbia effettivamente bisogno di presentazioni. Un’ottima remastered del videogame che ha creato insieme a Wolfenstein gli FPS. Doom è sicuramente la vostra scelta migliore se avete voglia di scaricare un po’ di nervoso causato dalle lunghe ore di viaggio per arrivare al mare, trovare a fortuna un posto per l’ombrellone dopo aver litigato con il mondo e magari trovarsi accanto pure delle persone estremamente fastidiose.
59,99€
#6 SKYRIM
E’ stato portato su qualsiasi console possibile ed immaginabile insieme ai suoi imbarazzanti bug che da sempre lo hanno contraddistinto, l’RPG di mamma Bethesda non può assolutamente mancare in questa lista dei giochi sotto l’ombrellone. Penso che la storia ormai sia giusto un poco nota a chiunque, anche alle persone che hanno vissuto dentro una caverna per millenni. Se non avete voglia di socializzare ma preferite sognare voi stessi in un mondo parallelo al fresco a cavallo di un drago, Skyrim è ciò che fa per voi.
59,99€
#7 MARIO TENNIS ACE
Nuovo arrivo in casa Nintendo che colleziona molti punti a suo favore. Come ogni episodio di questo franchise, avremo la possibilità di sfidare i nostri amici in un 1v1 o un 2v2, usando power ups non del tutto convenzionali. La formula è come sempre vincente e Mario Tennis Ace si appresta a diventare un must per tutte le persone che tra un bagno e un altro o tra una birra fresca e un altra, decidono di fare qualche match.
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#8 DONKEY KONG: TROPICAL FREEZE
Nonostante il gioco sia solo un reboot della versione 2014 uscita per WiiU, la portabilità di Switch ci dà la possibilità di giocare con Kong e i suoi amici direttamente sulla spiaggia, regalando così un briciolo di freschezza. Unitevi quindi a tutta la famiglia Kong + il nuovo personaggio Funky e nuota, pendola, salta e fai surf in isole piene di pericoli, oggetti nascosti e scontri con boss indimenticabili. Un platform divertente e rinfrescante da giocare da solo o con un amico.
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#9 HYRULE WARRIORS: DEFINITIVE EDITION
Ancora una volta il delicato equilibrio della Triforza è stato rotto e il Regno di Hyrule è minacciato da una forza oscura guidata da Cia, la maga nera. In questo Hack’n’slash di casa Nintendo, si ha la possibilità di usare Link ed i suoi amici, posizionandoli strategicamente per riuscire a superare ogni livello e difficoltà che si mostrando davanti a noi. La cosa bella? Potrete sconfiggere i nemici in coppia con chi volete sotto l’unico briciolo di spiaggia coperto dal vostro ombrellone.
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#10 WOLFENSTEIN: THE NEW COLOSSUS
Diciamocelo: uccidere nazisti è sempre bello, se poi fatto durante le vacanze sotto l’ombrellone, con un filo di Libeccio e magari una bella birra ghiacciata è ancora meglio. In questo FPS saremo trasportati in un passato distopico dove i nazisti hanno vinto la guerra e saremo trasportati nei panni di BJ Blazkowicz. Siete pronti per spaccare il culo a qualche nazista?
59,99€
Siccome sappiamo di non aver sicuramente inserito i vostri giochi preferiti, fatecelo sapere scrivendoci qualche messaggio anche minatorio! Accettiamo tutto!
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SAN BENEDETTO – Si saprà solo mercoledì pomeriggio 29 marzo al termine della riunione del Gos presso la Questura di Teramo se i tifosi della Samb potranno seguire Pezzotti e compagni al Piano d’Accio. Eloquente al riguarda il comunicato stampa del club abruzzese. “Il Gruppo Operativo di Sicurezza analizzerà mercoledì 29 marzo, alle ore 12, presso la Questura di Teramo, le criticità dell’incontro Teramo – Sambenedettese, programmato per le ore 18:30 di sabato 1 aprile”.
Intanto questa mattina all’ auditorium Tebaldini si è tenuto il terzo incontro tra calciatori e dirigenti della Samb e gli studenti delle scuole medie rivierasche per il progetto “Il Calcio e le Ore di Lezione”. Erano presenti la classe 2^E delle Curzi, la 1^A delle Manzoni e la 1^A delle Sacconi, con i ragazzi che hanno interagito con il dirigente della Scuola Calcio e del Settore Giovanile rossoblù Pasqualino Provaroni, i calciatori Loris Damonte, Fabrizio Grillo, Davide Di Pasquale e Adolfo Andres Ovalle e allo SLO Pietro Bassi.
Proprio Bassi ha iniziato la “lezione” spiegando, ai piccoli studenti, la sua figura, un anello di raccordo tra la tifoseria ed il club, attraverso la quale si trovano i punti di contatto e si cercano di avviare iniziative. “Ieri, ad esempio, i tifosi della Reggiana – ha illustrato Pietro Bassi – nel piazzale antistante la Curva Sud, hanno pranzato insieme ai terremotati di Arquata, ospitati all’Hotel Relax, offrendo loro i prodotti locali dell’Emilia Romagna e regalando loro un momento di convivialità e di divertimento. E’ questo lo spirito che deve animare i tifosi, lasciando da parte la violenza e tutti gli altri aspetti negativi su cui si va spesso leva, tralasciando, invece quelli positivi come, per l’appunto, quello della solidarietà”.
Il terzino Fabrizio Grillo ha parlato del mestiere di calciatore. “Il calcio è divertimento e, come qualsiasi altro sport, deve dare una formazione. Noi siamo fortunati a fare questo mestiere e ancor di più ad aver vissuto un’infanzia divertente con la palla tra i piedi e con i compagni. Il tutto accompagnato dal rispetto delle regole e dalla propria passione che, non è detto, porti necessariamente ad un lavoro”.
Sul rispetto delle regole è intervenuto il centrocampista Loris Damonte che ha illustrato il concetto di FairPlay: “Sia sugli spalti che in campo bisogna sempre avere un atteggiamento positivo e non trascendere dalle regole sia nei confronti dei nostri compagni che degli avversari. Come avviene tra le tifoserie, così deve avvenire in campo contro i ragazzi delle squadre avversarie che incontriamo di domenica in domenica. Il tifoso deve fare il tifo per la propria squadra ed incitare i propri giocatori e non insultare. Allo stesso modo deve comportarsi il calciatore e cioè incitare i propri compagni ma mai andare oltre e sfocare nell’invettiva”.
“Rispettare le regole –gli ha fatto eco il difensore Davide Di Pasquale– è la cosa più importante all’interno di uno spogliatoio. In primis bisogna rispettare il proprio compagno, bisogna aiutarlo nei momenti di difficoltà. Il rispetto è uno dei valori più importanti che può insegnarti il calcio, sin da bambino, formandoti come giocatore e come uomo”.
A tal proposito è stato proiettato ai ragazzi il video della lettera di Roberto Baggio indirizzata ai giovani, a cui è seguito uno scrosciante applauso ed è stato spunto di riflessione da parte dei piccoli studenti. “Roberto Baggio è stata una leggenda del calcio – ha affermato un alunno – ed un calciatore importantissimo. Quello che dice nel video è bellissimo ed ha ragione a dare dei consigli a noi giovani che molto spesso li ignoriamo”.
Dopo un piccolo dibattito è stato proiettato il video dal titolo “Un calcio al razzismo”, atto ad affrontare il tema dell’integrazione: ragazzi di nazionalità diversa si passavano la palla per raggiungere un unico obiettivo, quello di segnare. “Nel video si parla di integrazione – interviene il dirigente Pasqualino Provaroni – , intesa come ragazzi che provengono da città diverse, nazioni diverse e noi abbiamo degli esempi nella Samb con, ad esempio, il qui presente Adolfo Ovalle. Ma si parla anche delle diversità, ovvero bambini e bambine che giocano insieme, senza alcun tipo di distinzione. Noi finora non abbiamo mai avuto una scuola calcio femminile a San Benedetto, ma, a partire da settembre ne avremo una anche noi, con bambine a partire dai 6 anni in su”.
“Episodi di razzismo –prosegue Provaroni- accadono sia nelle grandi che nelle piccole città. Sta nell’intelligenza dei genitori e dei dirigenti fare in modo che queste cose si spengano subito. Il bambino che recepisce gli insulti sta male e bisogna aiutarlo a fargli capire che è stato solo un gesto del momento. Molto spesso sono gli stessi genitori ad istigare questi atteggiamenti e le società devono intervenire sul genitore stesso”.
A prendere la parola, infine, è stato Adolfo Ovalle, il diretto interessato: “Fortunatamente –ha analizzato- io non sono mai stato vittimo di razzismo. Mi sono trovato molto bene qui in Italia, non ho mai avuto problemi. Nella squadra dove ho giocato in America, alla Real Salt Lake, eravamo 10 ragazzi di nazionalità non americana. Il mister ci parlava sempre di non badare al razzismo, ma di fare gruppo con i nostri compagni”.
Al termine della “lezione” i calciatori si sono concessi alle foto di rito e agli autografi con i piccoli alunni regalando loro un portachiavi della Samb. Il club del Riviera delle Palme ringrazia, infine, l’Assessorato allo Sport del Comune di San Benedetto, nelle persone di Pierluigi Tassotti ed Alessandro Amadio, per aver contribuito all’ottima riuscita dell’evento grazie alla messa a disposizione dell’ auditorium Tebaldini e del servizio scuolabus.
foto di Alberto Cicchini
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Le migliori serie tv del 2016
Westworld
Grande serie doveva essere e grande serie è stata. Dopo passi falsi al limite del grottesco HBO è riuscita ad imbroccare la serie perfetta, probabile erede per successo e ambizioni del fenomeno Game of Thrones. In cabina di regia Jonathan Nolan, fratello di Christopher abile a portare a casa una storia dal sapore classico (fantascienza+western) ma dal risultato tremendamente innovativo. Complessità oltre ogni limite, livello di scrittura altissimo e potenza narrativa a livelli estremi sono stati i punti di forza di un prodotto adulto e ambizioso, capace di farsi guidare dalle sue stesse tematiche e di costruire un discorso profondo e multistratificato. A puntellare il tutto un cast stellare e la volontà di puntare ancora più in alto per la seconda stagione. La televisione si è ulteriormente avvicinata al cinema e, di questo passo, potrebbe pure superarlo. Voto 9
The Young Pope
La serie italiana più bella di sempre? Il lavoro più bello di Paolo Sorrentino. Quando si parla di questa serie il termine capolavoro è quasi d'obbligo. La storia del giovane papa Pio XIII rappresenterà il punto di rottura definitivo nel mondo della serialità italiana e internazionale, l'ennesimo passo di Sorrentino verso l'olimpo dei migliori. Una serie rivoluzionario sotto tutti i punti di vista, un film di 10 puntate che raggiunge profondità e complessità impossibila da ritrovare in una pellicola di 90 minuti. Merito di un cast stellare e di una storia/non storia guidata da emozioni e sentimenti e dalla storia di personaggi tanto complessi e forti da commuovere. Il tutto con la solità profondità, il solito tatto e la solita forza espressiva di un regista in costante ascesa. Serie unica nel suo genere, capolavoro da ricordare per lungo tempo, pietra miliare che non dimenticheremo facilmente. Voto 10 Speechless
La comedy dell'anno e la nuova serie di Scott Silveri (già sceneggiatore di Friends) in onda su ABC. La storia è quella di una folle famiglia americana con figlio disabile al seguito. Gli schemi sono quelli classici di una sitcom moderna, ma con l'originalità del contesto e del tema della disabilità, finalmente affrontato con spirito sagace e ironico, con quel tocco di politicamente scorretto che mancava nel fino ad ora carente racconto televisivo sulla disabilità. In questa serie si ride e lo si fa di gusto, ad una velocità folle, con personaggi ben riusciti e un coraggio fuori dal comune. A svettare su tutto una forte vena critica sugli stereotipi e il perbenismo che da sempre intrappolano la disabilità ascrivendola a problema sociale. Aspettavamo da anni una serie del genere. Voto 8 Stranger Things
La sorpresa dell'anno, la serie che non ti aspetti capace di balzare in testa a tutte le classifiche del 2016. Lanciata in piena estate da Netflix, questo thriller è diventato il caso televisivo dell'anno, un successo senza precedenti per la serie capace di farsi apprezzare dal almeno 3 generazioni diverse. Merito di una storia semplice ma raccontata alla grande per un thriller come non se ne vedevano da tempo, cristallino omaggio in chiave moderna agli anni 80 tra tematiche, citazioni e un cast di bambini che vorremmo non crescessero mai. La storia perfetta che tanti aspettavano, l'omaggio definitivo per un'epoca d'oro che non tornerà più ma che continua a scaldare i nostri cuori. Tanto di cappello ai Fratelli Duffer e al loro coraggio. Voto 8 Gilmore Girls
Lungi da noi considerare A Year in the Life la serie più riuscita dell'anno ma sarebbe ipocrita non considerare il peso che questo revival ha avuto su un numero altissimo di spettatori in tutto il mondo. Netflix si eleva per l'ennesima volta regalando agli appassionati la degna conclusione ad una serie che, nel bene e nel male, ha segnato la televisione dei primi anni 2000. I quattro film di questo finale sono stati i più discussi e criticati dell'anno: in anni dove è la nostalgia per il passato a farla da padrone non possiamo non riconoscere il valore di determinate storie sulle nostre vite, capaci di mantenere intatta la loro magia nonostante anni di silenzio. Un ritorno atteso e ben riuscito, capace di centrare il segno e fare più o meno pace con un passato ingombrante finalmente spazzato via. Ne sentiremo ancora parlare, la storia non è chiusa qui. Voto 7
The Crown
Altra serie Netflix, altro prodotto di ambizioni infinite. Quella della regina Elisabetta è una storia delicata e difficile, qui affrontata con una maestria e una cura nei dettagli maniacale. Ricostruzione storica perfetta, grandi attori, libertà narrative ben riuscite: la serie non esagera mai, setta la sua asticella in alto e mantiene inalterata la sua forza dall'inizio alla fine. Mai vista una serie capace di tenersi sullo stesso livello dall'inizio alla fine senza il minimo segno di cedimento o sbandamento. La storia, pur navigando su acque tranquille e misurate, è affascinante e interessante, curata e imponente, capace di ammaliare indistintamente ogni fascia di pubblico. Quale che sia il vostro genere di riferimento una serie assolutamente da non perdere sotto tutti i punti di vista. Voto 8
This is us
Altro caso televisivo dell'anno, amatissimo negli USA e in Italia. Successo meritato per un dramma corale potente e moderno, come non se ne vedevano da troppo tempo. Merito di Dan Fogelman e di un'idea e di un cast ricco di personaggi con cui è facile empatizzare. Quelli dei protagonisti sono i problemi della vita di tutti noi, tanto forti da stordire, tanto reali da emozionare e commuovere. Una serie di sussulti emozionali imperdibili, con un Milo Ventimiglia in grande spolvero e una vicenda ancora tutta da scrivere e da scoprire ma già interessante e appassionante. Voto 7,5
American Crime Story – The People v OJ Simpson
Prendete un caso di cronaca che ha appassionato milioni di persone in tutto il mondo, unitelo ad un brand di successo come American Horror Story e alle possibilità infinite che può regalare una serie antologica e avrete come risultato uno dei prodotti più clamorosi del 2016. The People v OJ Simpson si è distinto per un cast stellare, una cura nei dettagli manicale e una forza emotiva fortissima per un thriller bellissimo e ben strutturato che ha meritato tutti i premi e le nomination che ha ricevuto e continuerà a ricevere. Voto 8
Game of Thrones 6
Risollevare la testa dopo il fallimento più o meno totale della quinta stagione era difficile, ma Benioff e Weiss ci sono riusciti. Allontanato lo spettro ingombrante dei libri di Martin, i due autori hanno costruito la loro storia, liberando tutte le corde letterarie e spiccando il volo come mai era accaduto. La vicenda si è lanciata a grandi passi verso il gran finale, regalando ai fan momenti finalmente felici e svolte narrative che ci si aspettava da tempo. Una stagione non perfetta ma costruita per essere un totale, sincero e appagante omaggio ai fan della serie tv e della saga in generale. Dopo anni di sofferenze la seste stagione è stata l'apoteosi dei grandi momenti, mai come prima d'ora così forti e potenti. Anche nel 2016 la serie non si smentisce, elevandosi a impareggiabile e ambizioso prodotto di intrattenimento, unico nel suo genere e irripetibile per parecchio tempo. Voto 8,5
Gomorra 2
La serie italiana più internazionale si conferma la migliore anche al secondo tentativo. Le ambizioni erano tante e non sono state deluse. La storia si è fatta ancora più cupa e forte, la vicenda violenta e sempre più reale, i personaggi si sono evoluti e la reale prova del nove è stata ampiamente superata. Per ora nessuna serie italiana è riuscita a raggiungere tali vette estetiche e narrative e non ce ne vogliano I Medici se non sono stati inseriti in questa classifica: il livello di Gomorra – La Serie è ancora troppo alto e la storia troppo appassionante, potente e iconica per non essere considerata come una delle migliori del 2016. Questa serie è grande, capace di catturare un pubblico eterogeneo e variegato: sia quello più vicino al mondo della fiction italico sia quello abituato ad una serialità internazionale molto più alta. Se non è un pregio riuscire a piacere a tutti diteci voi qual è. Voto 8,5
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INTERVISTE YOUTRADE: L’INNOVAZIONE ALL’INTERNO DELLE PARETI
Il Direttore Commerciale di Ermetika, Roberto Spinazzola, racconta a Youtrade la sua idea di evoluzione del mercato distributivo. Di seguito l’articolo che potete ritrovare per interno qui (versione online della rivista).
Ermetika ha ridefinito la propria strategia di approccio al mercato attraverso una politica flessibile in continua evoluzione, che la vede costantemente coinvolta in attività di ricerca e sviluppo. Altro focus importante è l’attenzione all’ampliamento dell’offerta e all’integrazione del prodotto con il servizio.
Ermetika, azienda produttrice di controtelai per porte a scomparsa, si è adattata alle esigenze del mercato grazie all’ampliamento della propria gamma di prodotti e all’integrazione di questi con una serie di accessori performanti.
DOMANDA: Che cosa produce Ermetika, quanti dipendenti ha e quanto è il fatturato?
RISPOSTA: Ermetika – Inside Walls è un’azienda pugliese localizzata a Barletta (BT) che conta circa 30 dipendenti, con un fatturato in costante crescita che si attesta intorno ai 6 milioni di euro. Da oltre 30 anni produciamo controtelai per porte a scomparsa con l’obiettivo di migliorare la vivibilità degli spazi ed elevare il comfort della vita domestica. Per farlo abbiamo investito in tecnologia e know-how, in modo da rendere sempre più efficienti i nostri controtelai che, nascosti all’interno della parete, permettono di sfruttare al meglio i muri divisori e trasformarli da spazi inutilizzati a elementi funzionali.
D. Come sta andando il mercato 2018?
R. I trend negativi che hanno caratterizzato negli ultimi anni il mercato dell’edilizia hanno relegato in secondo piano il mercato del nuovo, lasciando spazio quasi esclusivamente a ristrutturazione e riqualificazione. Fortunatamente, si è osservato un leggero miglioramento dei tassi di crescita nel corso degli ultimi due anni, con conseguente ridimensionamento di queste dinamiche, che hanno però profondamente mutato i tratti caratterizzanti di domanda e offerta all’interno del nostro comparto. Dal lato della domanda abbiamo assistito a una totale trasformazione del cliente tipo: oggi il privato è sempre più informato e competente, e sempre meno incline a fidarsi ciecamente dei consigli del rivenditore. È critico, attivo ed esigente. Per far fronte a questa evoluzione, dal lato dell’offerta le aziende produttrici e i rivenditori non possono più puntare a un’unica efficiente offerta predeterminata, ma devono essere in grado di adeguarsi alla crescente complessità del mercato, sempre più mutevole e parcellizzato. Attraverso l’ampliamento della loro offerta e l’integrazione con servizi che ne accrescano il valore percepito dal cliente.
D. Qual è la linea o il prodotto di punta dell’azienda?
R. Ermetika ha ristrutturato la propria offerta adattandosi alle mutevoli esigenze del mercato, ampliando la propria gamma e integrandola con una serie di accessori che contribuiscono a rendere i propri prodotti più performanti. Attualmente la nostra gamma prodotti è composta dalla linea per interni, la linea filo muro e la linea per esterni. La linea filo muro Ermetika è la naturale evoluzione del controtelaio che, coniugando praticità ed estetica, trasforma un sistema funzionale in un elemento stilisticamente unico: di questa linea fanno parte il controtelaio Absolute Evo (filo muro scorrevole), Absolute Swing (filo muro battente) e Absolute Smart (sportellini filo muro).
D. E le porte non filo muro? R. La linea interni, invece, è un evergreen che permette di recuperare lo spazio di apertura delle tradizionali porte regalando comfort e praticità all’ambiente. I sistemi per interni, progettati con le più moderne tecniche industriali si adattano a qualsiasi tipologia di arredo. Oltre al capostipite della famiglia, Evolution, questa gamma è composta anche da telai in grado di adattarsi alle esigenze più disparate: ad esempio Luminox è un telaio predisposto per l’installazione di punti luce nella parete che lo ospita, mentre Staffetta è in grado di ospitare ante sovrapposte che scorrono simultaneamente. Infine, Arkimede è il controtelaio curvo brevettato dall’azienda nel 1996. Dall’esperienza maturata nel settore interni nasce la linea di controtelai per esterni, che permette di integrare nella parete di tamponamento grate di sicurezza, persiane e alzanti scorrevoli.
D. Quanto conta il design nelle porte? E la tecnologia?
R. Il controtelaio è un prodotto invisibile, ma strettamente funzionale alla resa estetica. Di conseguenza, design e tecnologia sono gli elementi cardine alla base della nostra offerta: il primo è ciò che colpisce chi acquista il prodotto e lo spinge a scegliere una marca piuttosto che un’altra, mentre la seconda è presupposto necessario a far sì che l’elemento di design esprima totalmente il suo potenziale.
D. Secondo voi come sta evolvendo il mondo della distribuzione?
R. Il rivenditore di materiale per l’edilizia vede la sua storica posizione minacciata dal sempre maggior peso che sta assumendo la grande distribuzione, comparto capace di rivolgersi in maniera diretta al consumatore finale. Una strada potenzialmente percorribile è quella del network, un gruppo d’acquisto che fornisce supporto strategico e di marketing alla singola realtà supportandola nel processo di transizione necessario ad adattarsi alle nuove dinamiche di mercato. L’alternativa è il riposizionamento della singola rivendita in ottica innovativa, creando una solida relazione con le aziende produttrici per pianificare una comune strategia di sviluppo che permetta a entrambe le realtà di fronteggiare con maggior peso il mutevole mercato odierno.
D. Qual è il vostro rapporto con i rivenditori di materiali per l’edilizia?
R. Il nostro obiettivo è creare un’azienda 100% customer-oriented. Per farlo abbiamo bisogno di creare costanti partnership con i rivenditori che rappresentano l’anello di congiunzione con il cliente. I nostri punti di forza nel supporto al rivenditore si concentrano principalmente sulla flessibilità produttiva, che consiste nell’adeguamento ai suoi bisogni, con riduzione del time-to-market, e sull’assistenza tecnica, ovvero la presenza di figure dedicate al supporto dei rivenditori nell’elaborazione delle offerte, senza mai prevaricarne la centralità nelle logiche commerciali. Noi crediamo che il rivenditore debba essere innanzitutto un partner e non un semplice intermediario. Un soggetto intenzionato a creare una relazione duratura con l’azienda per pianificare assieme una strategia di sviluppo. E proprio da questo pensiero è nato il format Ermetika Point, parete espositiva finalizzata alla promozione della linea filo muro attualmente installata presso lo showroom di circa 20 distributori partner di Ermetika a livello nazionale. L’Ermetika Point rappresenta l’anello di congiunzione tra il mondo Ermetika e il cliente finale, uno spazio creato ad hoc per supportare showroom e rivenditori nella fase di presentazione dei nostri prodotti ai propri clienti.
D. Che caratteristiche ha il distributore numero uno della vostra azienda?
R. È un distributore dinamico e proattivo, non più esclusivamente concentrato sull’acquisto di pochi prodotti generici rivolti alle grandi imprese, bensì un soggetto in grado di offrire un mix prodotti allargato, rivolto a target differenziati, sia alle piccole imprese sia al privato stesso. È un soggetto capace contemporaneamente di riposizionarsi e di riorganizzarsi. Riposizionarsi in termini di offerta, in modo da rivolgersi a nuovi target, con un mix prodotti ampio e strutturato capace di soddisfare allo stesso tempo le esigenze di ristrutturazione della grande impresa e la voglia di fai da te del privato. In più, riorganizzarsi in termini di struttura e approccio, per poter fronteggiare al meglio la grande distribuzione, in modo da prevedere uno spazio di contatto diretto con il cliente finale, come ad esempio uno showroom, ma anche un know-how e un servizio che vadano ad integrare l’offerta così da evitare di doverla banalizzare in una semplice rivisitazione del prezzo. In breve, il distributore del futuro dovrebbe riconcepire la propria figura e trasformarsi da semplice fornitore di imprese a vetrina per le più variegate esigenze del consumatore.
D. Infine, come si prepara l’azienda alle sfide del futuro?
R. Il 2019, in particolare, vedrà coinvolta l’azienda nel lancio di diverse soluzioni studiate per supportare i diversi soggetti della filiera. La prima novità è una nuova linea produttiva improntata al mondo dell’industria 4.0, che vedrà l’integrazione di software e strumenti in grado di integrare il digitale nei processi produttivi per renderli sempre più efficaci ed efficienti. La seconda soluzione innovativa consiste nella riproposizione della gamma prodotti in formato multimediale grazie agli oggetti Bim, già disponibili sul portale Bimobject per offrire al mondo dei progettisti la costante possibilità di utilizzare i prodotti della gamma Ermetika direttamente sui loro programmi di progettazione digitale.
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Articolo originale: https://www.ermetika.it/interviste-youtrade-linnovazione-allinterno-delle-pareti/
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