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PRIMA PAGINA Il Piccolo di Oggi martedì, 30 luglio 2024
#PrimaPagina#ilpiccolo quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi piccolo#limito#macchi#sfiora#tifo#ioni#meloni#cina#nord#sfida#svolta#efficaci#rapidi#botte#soldi#abbandonato#futuro#porto#vecchio#pronto#investitore
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mmm. tummy hurts.
#this is because of the cold thingy whatever#rude#today has been very annoying#like overall it was mostly fine there werent any huge problems#but the little annoying things are quite rapidy adding up and i'm just -_-#rambles from the floor
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Controlli dei Carabinieri nei parcheggi dell’Outlet e del Retail park a Serravalle: denunciato un irregolare con tre smartphone rubati per oltre 2.000 euro. Scopri di più su Alessandria today.
#Alessandria today#azione Carabinieri#Carabinieri#Carabinieri Novi Ligure#Centri commerciali#contrasto microcriminalità#controlli nei parcheggi#Controlli su strada#Controllo del territorio#cronaca Alessandria#cronaca giudiziaria#Cronaca nera#cronaca Novi Ligure#cronaca Piemonte#cronaca Serravalle#furto La Spezia#Giustizia#Google News#immigrato irregolare#interventi rapidi#investigazioni Carabinieri#italianewsmedia.com#Lava#Operazioni sicurezza#Outlet Serravalle#pattugliamento#permesso di soggiorno#Pier Carlo#Prevenzione reati#reati predatori
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Quali sono i vantaggi principali del bonebending rispetto alla rigenerazione ossea alveolare tradizionale?
I vantaggi principali dell’espansione alveolare con le tecniche di bonebending rispetto alla rigenerazione ossea tradizionale, come la Rigenerazione Ossea Guidata (GBR), includono: 1. Minore necessità di innesti Il bonebending riduce significativamente l’uso di materiali d’innesto, sia autologhi che eterologhi. Mentre la GBR spesso richiede l’applicazione di osso sintetico o organico per…
#Alternative alla GBR#Bonebenders#bonebending#Ernesto Bruschi#Espansione Ossea Naturale#Espansione Tridimensionale Ossea#Esperienza Paziente Migliore#Guarigione Veloce#Implantologia Efficiente#Innovazione in Implantologia#Minore Morbidità#Minore Uso di Innesti#Procedure Meno Invasive#Riduzione Complicazioni#Riduzione Dolore Post-Operatorio#Successo Impianti Dentali#Tecniche Avanzate Chirurgiche#Tempi di Recupero Rapidi#Tessuto Cheratinizzato#Vantaggi Bonebending#Volume Osseo
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Idraulico Milano Service è un'azienda specializzata in servizi idraulici a Milano, disponibile 24 ore su 24 per interventi rapidi e professionali. La ditta offre soluzioni per ogni tipo di problema idraulico, dalle riparazioni di emergenza all'installazione e manutenzione di impianti. Con un team di tecnici esperti, garantisce interventi tempestivi, trasparenti e di alta qualità, risolvendo ogni esigenza sia per privati che per aziende. Go To: https://idraulicomilanoservice.it Idraulico Milano | Idraulico Milano Service | Pronto intervento idraulico Milano 24 ore | Servizi Rapidi e Professionali per la Tua Casa | Riparazione di Perdite d’Acqua
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Scorciatoie di Windows 10 e 11: la guida definitiva ⚡
Stanco di perdere tempo a cercare le funzioni di Windows?
Impara le scorciatoie da tastiera e diventa un ninja della produttività!
In questa guida completa:
Elenco completo di tutti i tasti rapidi per Windows 10 e 11 ⌨️
Sezioni dedicate a tasti Windows, Generali, Esplora File, Prompt dei comandi e altro
Spiegazioni chiare e concise per ogni scorciatoia
Tabella riassuntiva per una consultazione rapida
Suggerimenti bonus per diventare un maestro delle scorciatoie
Impara a:
Aprire il menu Start, il Centro notifiche e la Ricerca in un lampo
Navigare tra le finestre e le app come un professionista ️
Copiare, tagliare, incollare e formattare il testo in un attimo ✍️
Scorrere tra le schede del browser e attivare la navigazione privata
Effettuare screenshot e stampare con un semplice clic
E molto altro ancora!
Apri Menu Start: Tasto Windows
Apri Centro Notifiche: Tasto Windows + A
Apri Esegui: Tasto Windows + R
Cerca: Tasto Windows + S (o Q)
Visualizza e nascondi il desktop: Tasto Windows + D
Passa da un'app aperta all'altra: ALT + TAB
Visualizza attività aperte: Tasto Windows + TAB
Apri Jump List di un'app: Tasto Windows + ALT + Numero (da 1 a 9)
Ingrandisci finestra: Tasto Windows + Freccia Su
Riduci finestra: Tasto Windows + Freccia Giù
Chiudi finestra: ALT + F4
Affianca finestre: Tasto Windows + Freccia Destra/Sinistra (per affiancare a destra o sinistra)
Massimizza finestra: Tasto Windows + MAIUSC + Freccia Su
Ripristina finestra: Tasto Windows + MAIUSC + Freccia Giù
Chiudi tutte le finestre: Tasto Windows + D (premere due volte)
Blocca PC: Tasto Windows + L
Mostra il desktop: Tasto Windows + D
Scorrere le notifiche: Tasto Windows + MAIUSC + V
Cambia layout tastiera: Tasto Windows + BARRA SPAZIATRICE
Scorrere le app sulla barra delle applicazioni: Tasto Windows + T
Apri menu contestuale del desktop: Tasto Windows + Clic Destro
Apri prompt dei comandi come amministratore: Tasto Windows + X + A
Apri Esegui come amministratore: Tasto Windows + X + R
Apri Esplora file: Tasto Windows + E
Apri Impostazioni: Tasto Windows + I
Apri Centro di sicurezza di Windows: Tasto Windows + X + W
Apri Cerca con Cortana: Tasto Windows + Cortana (cerchio)
Attiva Cortana in ascolto: Tasto Windows + H
Scorciatoie Generali:
Copia: CTRL + C
Taglia: CTRL + X
Incolla: CTRL + V
Annulla: CTRL + Z
Ripeti: CTRL + Y
Trova: CTRL + F
Sostituisci: CTRL + H
Seleziona tutto: CTRL + A
Deseleziona tutto: CTRL + MAIUSC + A
Formatta testo: CTRL + B, I, U
Allinea testo: CTRL + E, L, R, J, C
Annulla formattazione: CTRL + SHIFT + Z
Apri menu Start: Tasto Windows
Esegui: Tasto Windows + R
Cerca: Tasto Windows + S
Visualizza e nascondi il desktop: Tasto Windows + D
Passa da un'app aperta all'altra: ALT + TAB
Chiudi finestra attiva: ALT + F4
Ingrandisci/Riduci finestra: CTRL + +/-
Massimizza/Ripristina finestra: Tasto Windows + MAIUSC + Freccia Su/Giù
Scorrere tra le finestre aperte di un'app: CTRL + TAB
Cambia lingua di input: ALT + SHIFT + CTRL
Mostra la tastiera su schermo: Tasto Windows + .
Attiva/Disattiva Sticky Keys: Tasto Windows + MAIUSC + 5
Attiva/Disattiva Tasti F1: Tasto Windows + MAIUSC + F1
Attiva/Disattiva Schermo intero: F11
Cattura schermata: Prt Scrn
Cattura schermata di una finestra attiva: Alt + Prt Scrn
Apri Stampante: CTRL + P
Apri proprietà del sistema: Tasto Windows + Pausa/Interrompi
Apri Task Manager: CTRL + MAIUSC + Esc
Apri Prompt dei comandi: Tasto Windows + X + C
Apri Esegui come amministratore: Tasto Windows + X + R
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Apple Home: programmazione condizionale con l'app Comandi
Un approfondimento dell’articolo precedente in cui si parlava dei vari livelli di compatibilità di un dispositivo domotico con la piattaforma Apple Home. Nel caso in cui fosse supportato il framework di Apple, si apre un mondo di automazioni, anche complesse, basate sui comandi rapidi. A differenza della programmazione condizionale tramite app EVE, che abbiamo già trattato in un precedente…
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IO E IL MIO LINFOMA NON HODGKIN
Ho 51 anni e me la sto vedendo brutta.
Circa nove mesi fa ho scoperto di avere un Linfoma Non Hodgkin. Il referto della biopsia diceva: linfoma a pattern follicolare di grado 3A.
Per ottenere chiarimenti ho compiuto la tipica azione che una persona dotata di buon senso dovrebbe sempre evitare. Invece di aspettare la spiegazione dell'ematologo, ho interpellato un'intelligenza artificiale. E lei mi ha risposto: «Il grado 3A indica l'aggressività. Di solito un linfoma follicolare cresce lentamente. Nel tuo caso è più aggressivo».
Più aggressivo. Questa cosa mi ha fatto preoccupare. L'aggressività non mi è mai sembrata una bella cosa, ve lo confesso.
Poi l'ematologo mi ha spiegato che il grado 3A non sempre richiede un intervento immediato, anche se non va sottovalutato.
L'urgenza scatta sempre di fronte al grado 3B. In quel caso la scritta "attenzione" comincia a lampeggiare e si parte con le terapie senza temporeggiare. I trattamenti efficaci esistono e vanno somministrati in tempi rapidi.
Per me hanno dipinto uno scenario diverso. Forse il grado 3A è difficile da inscatolare in categorie rigide. Me l'hanno descritto come una patologia che nelle fasi iniziali consente di aspettare per vedere quello che succede.
E quindi, cosa hanno deciso?
All'inizio avevo masse tumorali solamente all'inguine. Nel torace e nell'addome non c'era nulla.
In casi simili la strategia medica è controintuitiva. È la cosiddetta vigile attesa. Uno pensa, di fronte a un tumore, che la cosa migliore sia puntargli subito addosso tutte le armi disponibili. Ma la pratica ha evidenziato situazioni in cui tale scelta non è conveniente, quando il linfoma non è ancora diffuso. E ciò vale soprattutto per i linfomi follicolari di grado I e II. Ma anche il grado 3A, benché più aggressivo, è ormai trattato allo stesso modo.
Questo fatto è difficile da spiegare alle persone che ti vogliono bene. Non riescono a crederci. Non sanno dare un senso all'attesa. Fanno tutte la solita domanda: "Hai un tumore maligno. Perché non ti curano subito?".
La realtà è che i tumori non sono tutti uguali.
I medici mi hanno indicato il piano ottimale: concedermi la massima qualità di vita, senza terapie debilitanti, per il maggior tempo possibile. E infatti sono stato congedato così: «Ci rivediamo fra un po' di mesi per fare il punto. Avvisaci in caso di sintomi. Va eseguita una TAC prima della prossima visita».
Poi l'appuntamento è stato posticipato a causa del declino inesorabile della sanità pubblica. La TAC da fissare prima della visita si è rivelata una sorta di chimera. Il grande Centro Ospedaliero che mi ha preso in cura, per colpa dei budget, ha il braccino corto quando si parla di TAC. C'è sempre posto solo per i clienti. Hanno scaricato su di me il compito di cercare una data disponibile in un qualsiasi ospedale con un posto libero. E potete immaginare il finale. Non ho trovato nessuna data prima di quella prevista per la visita. Ho confessato ai medici il mio fallimento, ma il grande Centro Ospedaliero non si è fatto commuovere e ha mantenuto la linea dura: "La TAC non fa parte della nostra offerta. Devi pensarci tu".
La data trovata da me è stata considerata accettabile e hanno spostato la visita oncoematologica diverse settimane dopo il giorno fissato inizialmente.
Come ho trascorso i mesi dell'attesa? All'inizio ho vissuto senza pensare alla mia condizione. Il tumore era un argomento di conversazione disimpegnato quando uscivo con gli amici. Niente di più. La scelta del mio cervello era chiara: rimozione di qualsiasi traccia cosciente della malattia fino al momento della TAC. Erano del tutto assenti sintomi sistemici come febbre, sudorazione notturna, stanchezza, prurito diffuso. Vivevo la mia solita vita. Andavo alle manifestazioni contro il governo e sfottevo il duo Meloni-Salvini su Facebook nel tentativo di preservare la salute del mio fegato. Proteggere il fegato è importante, soprattutto quando hai già una malattia.
Dopo quattro mesi la situazione era quasi invariata: nessun sintomo, a parte la crescita visibile della mia massa all'inguine. Si trattava di una massa completamente indolente, ma era così ingombrante che non potevo ignorarla.
E un tarlo ha cominciato a scavare buche nel mio cervello.
Il momento della TAC si avvicinava. La paura ha determinato la fine del mio periodo spensierato. L'idea di essere seriamente malato mi accompagnava dalla mattina alla sera.
Tre settimane prima della TAC è successo qualcosa. Ho cominciato a sentire una specie di blocco nella pancia. All'inizio era un piccolo fastidio che mi sembrava meteorismo. Alcuni miei amici, proprio nello stesso periodo, pativano le conseguenze di un virus gastro-intestinale. "Sarà quello", mi dicevo. Ma i giorni passavano e la situazione peggiorava. Non era una cosa risolvibile con i fermenti lattici. Nel giorno della TAC, fissata due settimane prima della visita, il fastidio era ormai terribilmente molesto. I respiri profondi mi procuravano fitte e camminavo con grande fatica. Sentivo una morsa nell'addome.
Il referto della TAC è arrivato il primo aprile. Ma non era uno scherzo. Era la realtà e mi ha gettato nello sconforto. Nel mio corpo c'erano diverse masse sparse. Ma soprattutto c'era un'enorme massa nell'addome. Una mostruosità. Nel gergo tecnico una massa molto grande si definisce "bulky".
"Alla faccia del tumore aggressivo ma non troppo", ho pensato. Non mi aspettavo tanta cattiveria.
Dato che non imparo nulla dal passato, ho usato di nuovo l'intelligenza artificiale. E non ho ottenuto parole di conforto. Non si dovrebbe mai leggere il referto di una TAC in compagnia di asettiche intelligenze artificiali. Un medico compassionevole dovrebbe materializzarsi per impedirtelo.
Lo so che può suonare melodrammatico, ma mi sono detto: "Per me è la fine". Ovviamente non era vero. Ma non ero lucido. Mesi prima, al momento della diagnosi iniziale, avevo percepito una melodia triste di pianoforte, di quelle che Studio Aperto usa per creare atmosfere commoventi. Dopo l'ultima TAC, la musica è ricomparsa. Ma era "Profondo rosso" dei Goblin. Quando arriva il turno dei Goblin, la faccenda è seria.
Fiaccato dalla sofferenza fisica e psicologica, ho lasciato un messaggio strappalacrime alla segreteria del reparto di ematologia. Per effetto della mia telefonata, hanno anticipato l'incontro con l'ematologo. Ho guadagnato una trentina di ore.
Nel giorno della visita il dolore era insopportabile. Camminare era una tortura. Ma da tempo ero sofferente anche in posizione sdraiata. E infatti su di me gravava una grande mole di sonno arretrato.
Ho affrontato una trafila burocratica di accettazioni multiple in diversi reparti (dovevo fare anche le analisi del sangue) col timore di svenire. Ma alla fine ho ottenuto qualcosa di prezioso: gli antidolorifici. Toglietemi tutto, ma non i miei carissimi amici antidolorifici.
Aggiungo un dettaglio un po' tragicomico. Mi sono presentato alla visita con una valigia perché avevo un grande sogno: volevo essere ricoverato per fare tutti gli esami in un colpo solo e poi accedere immediatamente alle terapie. Ma mi hanno fatto capire che ero un tipo troppo ambizioso. Hanno guardato la mia valigia con uno sguardo compassionevole. Io ho detto: "Va bene, ci ho provato".
In passato esisteva il mitologico "ricovero per esami". Ora non più, a quanto pare.
Ho pensato di fare il classico pernottamento al pronto soccorso per ottenere subito un ricovero e guadagnare qualche giorno. Ma ero troppo stanco, troppo dolorante. Ci ho rinunciato.
Ho anche pensato al danno provocato dal differimento della TAC, per colpa di un ospedale che non riesce a garantire gli esami diagnostici necessari ai malati di tumore. Ma non ce l'avevo con i medici. L'ho chiarito con grande convinzione: "Non mi sto lamentando per darvi la colpa. So che siete dalla mia parte. La colpa è del sistema".
La PET fatta l'11 aprile, quindici giorni dopo la TAC, ha mostrato una situazione ulteriormente peggiorata. Il tumore continuava a crescere, non si fermava un attimo, non voleva prendersi una pausa. I tumori non sanno godersi la vita, parliamoci chiaro. E se la prendono con gli altri, invece di fare autocritica.
Mi hanno detto: "Forse il tuo linfoma è diventato qualcosa di diverso. Un linfoma più cattivo. A volte succede".
E allora il 24 aprile ho finalmente fatto la biopsia che chiarirà la sua nuova natura.
Le terapie potranno iniziare solo quando arriverà il risultato della biopsia. Di solito ci vuole un mese, ma mi hanno fatto una mezza promessa: "Cercheremo di accelerare i tempi, perché non puoi aspettare. Peccato per le festività".
Bene. Non solo il grande Centro Ospedaliero mi ha negato la TAC, ma ha tentato di mettere in cattiva luce il 25 Aprile e il Primo Maggio. Con me però è fatica sprecata. Quei giorni di lotta sono sacri, nel senso laico del termine.
Nell'attesa della cura vera e propria, è stata prevista una terapia di contenimento a base di cortisone.
Il 25 aprile, invece di manifestare come ogni anno, ero in piazza solo col pensiero. Il mio corpo era spiaggiato sul divano e cullavo l'idea di dedicare accorate poesie ai miei più grandi amici: gli antidolorifici.
E ora aspetto. Ma è difficile. Siddharta sapeva pensare, digiunare e aspettare. Io non sono Siddharta, poco ma sicuro. Forse so pensare, ma solo quando non sono afflitto dal dolore.
La situazione è questa, amiche e amici.
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Impellenze di una moglie

Non ne poteva più. Maria era sul punto di fare una vera pazzia e tradirlo, a rischio di combinare un macello. La frequentazione della sua amica Lorella, conosciuta da poco, pian piano l'aveva cambiata. Radicalmente. Quella ragazza, più giovane e molto ma mooolto più disinvolta di lei, le raccontava delle sue avventure piccanti con altri uomini all'insaputa del coniuge, di ben quindici anni più anziano di lei. Comunque fosse, Maria non voleva tradire Alfio: era più che altro una questione di carne che bolle. Aveva degli scrupoli morali. Anche se ci pensava sempre più spesso. E si macerava, si struggeva dalla voglia tutto il giorno; non pensava ad altro, ormai.

Si vestiva, truccava e profumava in modo forse esagerato, per le semplici faccende quotidiane. E facendo la spesa al supermercato, cercava in modo sfacciato gli sguardi e i complimenti degli altri uomini. Di questo tormento Alfio non si rendeva conto. Ma una sera tornando dal lavoro la trovò sul letto nuda, culo alzato e ben aperto. Pronta a ricevere il maschio. E passarono una notte sorprendente: egli si dedicò con scrupolo a fotterla senza posa e a scoprire una donna completamente nuova, assai diversa da quella che aveva sposato. Iniziò quindi con lei un periodo di sesso sfrenato. Meravigliose ore.

Maria però bramava con tutta l'anima essere conquistata e posseduta da un maschio che non fosse suo marito; possibilmente con foga. E voleva finalmente anche lei godere delle gioie del sesso segreto. Quello scorrettissimo, quello che inizia di contrabbando e che ti dà il brivido del rischio. Con tutto il suo essere, lei desiderava proprio tradire suo marito, farlo cornuto e se possibile fargli del male, farlo soffrire, sperimentare. Facendosi scopare da qualcun altro. Spesso, preferibilmente. Ogni volta che fosse stato possibile. Così, inevitabilmente ci fu il primo frettoloso tradimento, grazie anche alla perseveranza paziente e complice di Lorella.

In centro infatti aveva casualmente incontrato un suo amico d'infanzia. Entrarono in un bar elegante, per un caffè e due chiacchiere. Dopo alcuni rapidi convenevoli, Maria andò in bagno e si consultò per telefono con l'amica, che la spinse a darsi una mossa. Perché le occasioni vanno colte al volo. Eccheccazzo: forza, datti da fare, puttana! Seppur inizialmente titubante, finì comunque per fargli soltanto una sega, ben nascosti nel separé più nascosto al secondo piano del locale. L'uomo viveva in un'altra città e si trovava nel quartiere nativo soltanto per le passate feste natalizie. Sarebbe ripartito la sera stessa. Quindi lei, rassicurata da queste cose, elettrizzata e felice di provare il brivido dello scorretto, gli regalò così un bellissimo e appassionato arrivederci.

Nascosti opportunamente alla vista degli unici altri due tavoli occupati nel piano, vicinissima a lui alzò appena la gonna, lo masturbò e quando egli stava per venire, piegandogli il cazzo in maniera opportuna lo fece sborrare sulle sue calze. Poi, sempre fissandolo negli occhi, pian piano raccolse la sborra con le dita e se la gustò tutta, ingoiandola con voluttà. Infine, chinandosi rapida, gli prese il glande in bocca e lo ripulì con due colpi di lingua, sempre guardandolo fisso negli occhi. In pratica, gli fece un mezzo pompino rapido. Inghiottì golosa le ultime gocce di sborra residue nel cazzo dell'uomo. Lui intanto, completamente instupidito da quella femmina, se la guardava rapito. Era in completa ed estatica trance erotica.

Maneggiare il cazzo di un altro uomo, sentirlo totalmente in suo potere e infine vedere il suo amato compagno di scuola sborrarle sulle calze però le aprì la mente e gli orizzonti. Realizzò che dopo l'episodio, a cui ripensava di continuo durante le sue giornate, malgrado i suoi complessi di colpa interiori non successe assolutamente nulla di spiacevole! Perché nessuno si lamentò, non scoppiò alcuno scandalo. Il sole sorgeva ancora tutte le mattine. Soprattutto, molto importante, suo marito continuava a scoparsela felice ogni sera, con gran gusto e ignaro di tutto. Maria cominciò allora la caccia alla prossima trasgressione. Quanto lo desiderava fare!

Nella sua mente passava in rassegna tutti i possibili candidati, soppesandone qualità fisiche e gradevolezza generale. Voleva trovare la prima preda non appena se ne presentasse l'occasione. E poi nel tempo a seguire un'altra e un'altra ancora. Avvalendosi degli smaliziati ed esperti consigli di Lorella, ovviamente. Con lei comunque, se non avevano nessun maschio tra le cosce o nel mirino, dopo la spesa mattutina o comunque quando in mattinata erano sole per qualche ora, in casa dell'una o dell'altra avevano preso l'abitudine di accarezzarsi vicendevolmente in maniera ardita. Molto. Avanzavano ogni volta di più verso l'inevitabile intimità totale tra loro.

Arrivò per lei quindi molto presto il culmine della trasgressione: iniziò perciò e senza ulteriori remore, a far l'amore dapprima con la stessa Lorella: fu bellissimo, eccitante e gustarono entrambe il frutto più proibito e immorale. Da quel momento, Maria perse ogni freno inibitore. Poi spinsero il pedale dell'acceleratore e in una stessa sessione lesbica introdussero un giovane stallone. Che spomparono letteralmente. Ripeterono la cosa altre volte insieme. Maria per conto suo però iniziò a fare pompini ai ragazzi e agli uomini che riusciva ad acchiappare in giro. Non le era difficile, vivendo in una grande città e usando i siti e le app di annunci erotici.

Le piaceva moltissimo lavorare il cazzo e ingoiare la sborra: quando la vedeva schizzare fuori, sentiva in sé una specie di ebbrezza erotica che la gratificava moltissimo. Infine, senza più scrupoli, iniziò a fare l'amore con due uomini contemporaneamente. Le sensazioni che provava prendendo due cazzi in corpo nello stesso momento erano qualcosa di mai provato prima e totalmente appagante. Suo marito non lo seppe mai. Era molto accorta, nel gestire i suoi affari privatissimi. Anche perché aveva organizzato le cose in modo da scopare regolarmente proprio con i due amici più stretti di Alfio: due gemelli omozigoti, entrambi scapoli e non sposati!

Li aveva circuiti con pazienza e scaltra malizia. Loro avevano qualche anno in meno di Alfio ed erano abituati da sempre a scambiarsi o condividere le cose. Dapprima scopò con uno; poi si decisero e si amarono in tre. Alfio a ogni modo era tranquillo, nel menage familiare, anche perché lei non gli faceva assolutamente mai mancare il lungo e appassionato pompino mattutino al risveglio e la torrida scopata serale prima di dormire. Spesso poi, di notte lo svegliava e si faceva inculare sedendoglisi sopra, a cavallo: con le pance e i bacini a contatto, come la dominatrice e padrona che era meritava. E lui allora quanto le sborrava dentro!

Maria provava e perfezionava con Alfio ciò che avrebbe replicato in settimana con i suoi due amanti fissi segreti. Con ognuno di loro o entrambi, molto discretamente e nelle occasionali assenze protratta del marito per lavoro, amava fare l'amore proprio nel talamo coniugale. Per sentirsi femmina desiderata dal genere maschile ma traditrice e sporca al massimo. Godeva doppio, così. C'è da dire che i due coniugi in ogni caso ebbero tra loro un rapporto sereno, lungo e felice. Unione che fu benedetta dopo qualche anno dal matrimonio dalla nascita di ben tre figli. Lorella ovviamente fu la testimone di battesimo per la femmina, così come a turno per i fratellini vennero scelti i gemelli amici di Alfio.

Che erano ormai già profondi conoscitori dell'anatomia di sua moglie, ognuno più generoso dell'altro, con lei. La amavano. Maria quindi continuò per tutto il tempo in cui fu sposata con Alfio a godere della dolce, adorata fregna di Lorella. E dei cazzi arrapati e prepotenti dei suoi amanti. Dei due gemelli amici di famiglia prima di tutto e poi, quando più raramente le capitava, anche di qualcun altro. Alcuni rapporti erano soltanto occasionali e certamente non avrebbe mai più rivisto l'amante del momento, altri invece se li organizzava più o meno regolarmente: aveva infatti in parallelo coi gemelli anche una mezza storia di passione proibita col suo capo.

Un uomo di sessant'anni ben portati che comunque la soddisfaceva molto. La sfondava di dritto e di rovescio. Lui la adorava, perché con Maria ritrovava la sua gioventù, il vigore dei trent'anni. E poi lei aveva l'enorme attrattiva sessuale di una giovane donna, cosa che sua moglie ovviamente non poteva più offrirgli. Ma ciò che lei provava con i due gemelli amici di suo marito ovviamente era senza eguali. Loro man mano che la scopavano la conoscevano sempre meglio e le facevano raggiungere posti lontanissimi, pieni di genuini e soddisfacenti orgasmi. Mentre la riempivano di sborra: da soli o in coppia.

Quella donna adorava mettere le corna al coniuge. Soprattutto con i suoi stessi amici intimi. Perché, pensava, con gli altri ormai lei godeva si, ma solo a metà. Però anche per il suo capo aveva una particolare affezione: soprattutto di carattere sentimentale. Con lui infatti non era solo sesso: si sentiva protetta, adorata e amata con vera passione. E di contro anche lei gli si era attaccata. Scopavano con vero e proprio amore. Comunque, tra le altre cose scoprì subito di riuscire con relativa facilità a prenderlo in culo anche a secco, con un'infilata rapida, poi a spompinare ingerendo il cazzo fino alla radice e infine a prendere due uccelli in figa contemporaneamente.

E un po' per sentimento, un po' per le sue specialità da vera troia, veniva cercata spesso, dal suo capo. Ma l'ultima raffinatezza era una cosa che ovviamente riservava solo ai suoi due fedelissimi. Successe quasi per sbaglio: uno dei due, volendo entrare in lei in preda alla foga, non si rese conto di star puntando anche lui allo stesso orifizio in cui già era suo fratello, che era partito come un treno nella scopata. E quando lei urlò di dolore ormai era troppo tardi: aveva due uomini dentro la fregna. Era andata. Continuarono così tutti e tre, fino a un orgasmo sorprendente: caratterizzato da una cospicua eiaculazione maschile e una dolcissima, lunga, soddisfacente estasi d'amore per la donna.

Quindi, ai primi e un po' esitanti tentativi di doppia penetrazione in figa ne seguirono prestissimo molti altri. Ovviamente, seguì la doppia penetrazione anale. Che, seppur con cautela, avvenne con successo e poi ripetutamente. Adorava sentirsi una vera puttana. E usare attrezzi sadomaso, per incrementare la sua sensazione di totalmente sottomessa alle urgenze del maschio. Sperimentarono fino al perfezionamento di tutte le possibili posizioni dell'amplesso a tre. Il sesso le si era piazzato in testa e non poteva far altro che arrendersi ogni volta alla passione urgente. Che era insieme proibita e bellissima. E gli eventuali scrupoli morali venivano coperti agevolmente ormai dal callo dell'intenso godimento provato. Il sesso forte e scorretto, fuori dal matrimonio era divenuto ormai la sua vera, unica e adorata dipendenza. Dolcissima. Irrinunciabile.

RDA
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Democrazia disattesa
C'è stato un tempo lontano in cui votare era considerato un privilegio conquistato a fatica, con lotte, sangue, sacrificio, esilio e resistenza. Oggi quel privilegio sembra diventato un fastidio, un appuntamento evitabile, un obbligo morale che non tocca le coscienze. C’è chi giustifica l’astensione come protesta. Ma una protesta senza visibilità, senza confronto è solo un vuoto che, nella realtà, non ostacola il potere, ma lo agevola. Un vuoto che non contesta l’ingiustizia, ma le lascia campo libero. Non votare non è un gesto neutro. È una resa.
Da cittadini attivi siamo diventati consumatori di opinioni. Pretendiamo cambiamenti rapidi, soluzioni perfette, rappresentanti infallibili. Ma senza esserci, senza esporci, senza prenderci alcuna responsabilità. Il paradosso è che ci lamentiamo della politica, ma le lasciamo tutto lo spazio per decidere senza di noi. E così lasciamo che la democrazia muoia: tra le mura di casa, mentre ci convinciamo che il nostro voto non serve a nulla, che “sono tutti uguali”, che tanto non cambia niente, non c'è più lavoro, non c'è più futuro. La democrazia appassisce quando smettiamo di annaffiarla, quando smettiamo di apprezzarla. Quando non ci sentiamo più parte di una storia, ma spettatori passivi, sputa sentenze dal pollice lesto, pronti a scrivere sui social il prossimo post di indignazione, ma comodamente, sulla poltrona di casa nostra.
Il referendum dell'estate del duemilaventicinque sarà per sempre ricordato per ciò che non è accaduto: un’assenza che pesa più di qualsiasi scelta sbagliata. Davanti alla possibilità e al lusso di esprimersi, milioni di persone hanno scelto il silenzio. Nessuna voce. Nessuna scheda. Nessuna partecipazione.
Non c’è bisogno di un colpo di stato, né di una dittatura esplicita: un paese che rinuncia alla propria voce non uccide solo un diritto, ma soffoca lentamente la democrazia, che non muore gridando. Si spegne.
In silenzio.
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Ieri sera si sarebbe dovuta giocare la partita Belgio-Israele qui a Bruxelles. Ma le autorità hanno preferito dire di no per "ragioni di sicurezza", tra rischio attentati e di sommosse. Il match è stato spostato a Debrecen, Ungheria, dove non hanno questi problemi. Chissà mai perché. In modo del tutto scorrelato, l'Ungheria continua ad essere nel mirino dell'Europa sul piano dei "diritti".
Adattato da https://x.com/LeonardoPanetta
Non ci sono più scuse per ignorare la correlazione tra IMMIGRATI ISLAMICI AGGRESSIVI e PALESTOFANTI. La si può vedere come la vedono i woke, fruttifera, oppure al contrario, ma non si può fingere di non vedere.
Quanto all'Ungheria: mi fa tornare alla memoria un bidello della scuola elementare dei miei tempi, emarginato, addirittura minacciato dai colleghi inviperiti con lui, perché identificava da solo le cose giuste e urgenti da fare senza attendere ordini, le faceva bene e in tempi rapidi, insomma risolveva problemi ... pàrdon, metteva tutti gli altri sindacalizzati in cattiva luce. Non v'è chi non veda come si comportasse in modo non solidale per competitività capitalishta materialishta, maledettoh.
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Alessandria: incidente davanti all'Esselunga, anziano colto da malore e trasportato in codice rosso
Un episodio che ha coinvolto un uomo di 70 anni, prontamente soccorso dai sanitari.
Un episodio che ha coinvolto un uomo di 70 anni, prontamente soccorso dai sanitari. Oggi pomeriggio ad Alessandria, davanti al supermercato Esselunga, si è verificato un incidente che ha destato molta preoccupazione tra i presenti. Un uomo di 70 anni, colpito da un malore improvviso mentre si trovava nell’area parcheggio, è stato immediatamente soccorso e trasportato al pronto soccorso in codice…
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Non toccare chi ha più di cinquant’anni. Sul serio.
Non sono solo un’altra generazione: sono veri sopravvissuti.
Duri come pane raffermo, rapidi come la ciabatta di una nonna arrabbiata —
quella che volava con precisione chirurgica.
A cinque anni capivano l’umore della madre dal rumore del coperchio sulla pentola.
A sette, avevano già le chiavi di casa e le istruzioni:
«C’è da mangiare in frigo. Scaldalo, ma non rovesciare niente.»
A nove preparavano la pastina per i fratelli.
A dieci sapevano chiudere il rubinetto dell’acqua e scappare dal cane del vicino con un secchio in testa.
Stavano fuori tutto il giorno, senza cellulare,
con un programma preciso: sbarra, campo, bicicletta, rientro a casa quando faceva buio.
Le ginocchia, coperte di croste e cicatrici, erano una mappa vivente delle loro avventure.
E sono sopravvissuti.
Le sbucciature si curavano con la saliva o con una foglia di piantaggine.
E quando si lamentavano, la risposta era:
«Se non c’è sangue, non è niente.»
Mangiavano pane e zucchero, oppure pane e olio.
Bevevano dal tubo dell’acqua del giardino —
un sistema immunitario che oggi farebbe scuola —
e se avevano allergie, nessuno ci badava.
Sanno come togliere le macchie di erba, di sugo, di biro o di ruggine,
perché “non si usciva di casa vestiti male”, neanche per andare a giocare.
E poi… hanno visto e vissuto cose che oggi sembrano preistoria:
– la radio col manopolone,
– la TV in bianco e nero,
– il giradischi con i vinili,
– il mangianastri, le cassette,
– il walkman e i CD…
e oggi ascoltano migliaia di canzoni dallo smartphone,
ma rimpiangono il suono della cassetta che frusciava e si riavvolgeva con una penna.
Con la patente appena presa attraversavano l’Italia con la 127,
senza aria condizionata, senza hotel, senza navigatore.
Solo una cartina stradale dell’ACI e un panino avvolto nella stagnola.
Eppure arrivavano sempre a destinazione.
Senza Google Translate. Con un sorriso e due parole in dialetto.
Sono l’ultima generazione cresciuta senza internet,
senza powerbank,
senza ansia da “batteria al 2%”.
Si ricordano il telefono a disco nel corridoio,
i quaderni di ricette scritte a mano,
e i compleanni segnati sul calendario della cucina.
Loro:
– aggiustano tutto con lo scotch, una graffetta o una molletta,
– avevano un solo canale TV (poi due), e non si annoiavano,
– “sfogliavano” l’elenco telefonico, non le notifiche,
– e una chiamata persa voleva dire solo: “Ti ho pensato.”
Sono diversi.
Hanno una specie di “amianto emotivo”,
un sistema immunitario forgiato tra freddo, strada e poco zucchero,
e riflessi da ninja metropolitano.
Non stuzzicare un cinquantenne o un sessantenne.
Ha visto più cose di te, ha vissuto più in profondità.
E in tasca ha ancora una caramella alla menta
rimasta lì “per ogni evenienza”.
È sopravvissuto a un’infanzia senza seggiolino, senza casco, senza crema solare.
Alla scuola senza LIM, senza computer, con il sussidiario in cartella.
Alla giovinezza senza social, senza filtri, senza selfie.
Non cerca risposte su Google: si fida del suo istinto.
E ha più ricordi di quanti tu abbia foto nel cloud.
Da web
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ieri, durante il sesso, mi sono disteso accanto a lei, le ho allargato le cosce e l'ho sgrillettata un po', leccandole e succhiandole i capezzoli, mentre aspettavo che il cazzo mi si ingrossasse e mi si indurisse per bene.
fatto sta che l'ho quasi portata all'orgasmo e, infatti, quando le sono entrato dentro, sentivo i veloci e leggeri spasmi della sua fica che si stava contraendo con dei rapidi "colpetti" attorno alla mia minchia, quasi un pre-orgasmo.
tutto molto bello. peccato fossi pieno fino all'orlo e quindi troppo eccitato ed eccitabile. non sono durato molto. la sborrata dentro di lei è stata colossale.
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CALANO I TUMORI IN ITALIA E CRESCONO QUELLI CHE SI RIESCONO A CURARE

Nel 2024, in Italia, sono stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore, un calo rispetto al 2022 (391.700 casi) e al 2023 (395.900 casi). La diminuzione della mortalità per cancro nei giovani adulti 20-49enni è stata costante negli ultimi 15 anni (2006-2021), scendendo del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. Uno degli elementi più significativi rilevati dall’Associazione Italiana Oncologia Medica è il calo dei fumatori che sta mostrando i suoi effetti con una diminuzione dei decessi per carcinoma polmonare in entrambi i sessi: -46,4% nelle donne e -35,5% negli uomini. Un ulteriore elemento positivo rilevato dal rapporto annuale dell’AIOM è inoltre determinato dai rapidi progressi nelle terapie e dal conseguente costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore, anche con una buona qualità della vita.
Nel 2023 si è raggiunta una copertura preventiva della popolazione che è stata del 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale. I dati dei Registri Tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, cresciuto di circa l’1,5% all’anno nell’ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). “Oggi sono quasi 3,7 milioni i cittadini, il 6,2% dell’intera popolazione. E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire” spiega Diego Serraino, Direttore SOC Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia.
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Fonte: Associazione Italiana Oncologia Medica; foto di Thirdman
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