Tumgik
#rambo non sei nessuno
jose-rossetti · 2 years
Text
UNO
Dovevate capire quando li avete visti ballare festosi, negli ospedali, mentre la gente moriva nelle corsie laddove avrebbero dovuto trovarsi questi signori, mentre, invece di curare, ballavano.
Allora dovevate capire. Invece niente.
DUE
Dovevate capire quando vi hanno conteggiato anche i suicidi, quelli messi sotto da un camion e, persino, i morti di freddo.
Tutti, anche quelli deceduti durante le guerre puniche.
Allora dovevate capire. Invece niente.
TRE
Dovevate capire quando hanno bruciato i morti e vi hanno detto che lo facevano per il vostro bene.
Hanno eliminato le prove, per il vostro bene, s'intende.
Allora dovevate capire. Invece niente.
QUATTRO
Dovevate capire quando non hanno cercato le cure ma i sieri.
Hanno detto che c'era emergenza e l'hanno affrontata con la prevenzione.
I sieri, ammesso e non concesso, servono a prevenire, ma, ripeto, ci dicevano che eravamo in emergenza, e pur tuttavia non cercavano cure.
Allora dovevate capire. Invece niente.
CINQUE
Dovevate capire quando hanno detto che si trattava di malattia nuova e sconosciuta e Ve l'hanno detto mentre la chiamavano SARS-COV 2, e ci hanno messo il 2 perché era proprio simile alla SARS-COV 1.
Come Rambo 1 e Rambo 2.
Una malattia nuova e sconosciuta uguale ad una che già c'era e conoscevamo.
SARS-COV 1 e SARS-COV 2, Ve l'hanno anche detto esplicitamente.
Allora dovevate capire. Invece niente.
SEI
Dovevate capire quando avete visto ambulanze che giravano - a sirene spiegate - senza meta e senza paziente a bordo e, poi, si fermavano senza apparente motivo, magari davanti ad un bar.
Allora dovevate capire. Invece niente.
SETTE
Dovevate capire quando hanno giurato e spergiurato che non c'erano cure.
E invece c'erano ed erano anche molto efficaci.
E loro negavano.
Allora dovevate capire. Invece niente.
OTTO
Dovevate capire quando hanno messo il Segreto di Stato sugli atti del Comitato Tecnico Scientifico.
Segreto di Stato su ciò che si dicevano questi signori nelle loro riunioni.
Allora dovevate capire. Invece niente.
NOVE
Dovevate capire quando hanno detto che, per combattere la malattia, era necessario acquistare costosissimi banchi a rotelle.
E, poi, li hanno acquistati davvero.
Allora dovevate capire. Invece niente.
DIECI
Dovevate capire quando hanno detto che era regolare un uomo solo al comando.
Un uomo (di fa per dire) solo, che vi annientava quotidianamente a colpi di DPCM, fatti un passare per legittimi e costituzionalmente corretti.
Allora dovevate capire. Invece niente.
UNDICI
Dovevate capire quando vi dicevano che gli ospedali erano straboccanti di malati e, invece, non c'era nessuno.
I pronto soccorso erano incredibilmente vuoti.
Allora dovevate capire. Invece niente.
DODICI
Dovevate capire quando hanno consentito ai Medici di Base di nascondersi come topi di fogna e di non rispondere nemmeno al telefono.
Il tutto mentre i pochi Medici coraggiosi che curavano - e guarivano! - venivano minacciati di radiazione.
Allora dovevate capire. Invece niente.
TREDICI
Dovevate capire quando hanno istituito il Numero Telefonico Verde 1500 per l'Emergenza e, poi, non hanno mai risposto a Nessuno, 😊, nemmeno per sbaglio.
Allora dovevate capire. Invece niente.
QUATTORDICI
Dovevate capire quando creavano ansia parossistica dicendo che i posti in terapia intensiva scarseggiavano e che c'era il pericolo di dover scegliere chi curare, e, poi, in tre anni, non hanno costruito nemmeno un posto letto in più. In nessun ospedale d'Italia.
Nemmeno uno in tre anni.
Allora dovevate capire. Invece niente.
QUINDICI
Dovevate capire quando l'Inventore dei Tamponi ha detto che non potevano essere usati per diagnosticare la malattia.
E, invece, li hanno sempre usati per diagnosticare la malattia.
E così diagnosticata la malattia, vi tenevano agli arresti domiciliari, in attesa di inocularvi.
Ripeto: il tutto per mezzo di un Tampone che il suo stesso Inventore aveva detto che non poteva essere usato così.
Allora dovevate capire. Invece niente.
SEDICI
Dovevate capire quando il Dott. Giuseppe De Donno - nonostante avesse trovato un cura pressoché miracolosa (il plasma iperimmune) - fu costretto a girare un video vergognoso in cui si "sottometteva" (parola Sua!) alle cosiddette Istituzioni Sanitarie, a Mattarella, al Papa, all'anima de li mejo mortacci loro, a tutti, e, per di più, appariva spaventato a morte, spaventatissimo.
E guarda caso, mori qualche settimana dopo.
Allora dovevate capire. Invece niente.
DICIASSETTE
Dovevate capire quando hanno iniziato a negare violentemente gli effetti avversi e, a maggior ragione, allorquando hanno insistito nella negazione di migliaia di evidentissimi effetti avversi.
Negazionisti (della Verità).
Allora dovevate capire. Invece niente.
DICIOTTO
Dovevate capire quando mettevano la mascherina solo per le foto di rito e poi - immediatamente dopo il click del fotografo - la toglievano.
Attori.
Allora dovevate capire. Invece niente.
Avv. Domenico Monteleone
Bisogna ricordarglielo perché noi ci siamo risvegliati prima di tanti, e siamo diventati e saremo per sempre "noi e loro" con i non risvegliati ..
29 notes · View notes
sandnerd · 6 years
Text
Sword art online: alicization - Ep 12
Finalmente un poco di ciccia, in questo dodicesimo episodio, le spiegazioni sono state tante, anche se una base di domande resta, ma trovo che abbiano fatto bene a cominciare con le spiegazioni, altrimenti si rischiava di perdere l'attenzione, c'è troppa carne al fuoco e qualcosa va spiegata per forza. Non è stato spiegato tutto tutto, ma cominciamo ad intravedere qualcosa di chiaro sulla genesi dell'Underworld non dal punto di vista dei creatori del team Kikuoka, quella spiegazione l'abbiamo già avuta, bensì dal punto di vista degli abitanti interni, e di come sia nato l'Indice dei Tabù e le divinità come gli underworldiani le conoscono. Innanzitutto: Kirito ed Eugeo si trovano davanti al cavaliere senza macchia e senza paura, un tale Eldrie, nome familiare ad Eugeo ma non capiamo perchè, e Kirito sfodera la sua capacità di leggere nel pensiero durante il combattimento come faceva con Asuna durante uno scontro, perchè i loro attacchi combinati hanno una sincronia che è spiegabile solo con la legilimanzia. Dopo colpi di frusta e di catene Eugeo si ritrova a farsi un bagno nella fontana, mentre Kirito è gravemente ferito al petto, ma figuriamoci se lui accusa il colpo. Succede però una cosa strana, e cioè che mentre Eldrie stava sferrando il colpo finale Eugeo si ricorda perchè questo nome gli fosse familiare: il motivo è che questo simpaticone tempo prima aveva vinto un grosso torneo che riuniva chissà quali regni e aveva pure vinto alla lotteria di fine anno, Eugeo essendo non proprio ricco certi dettagli li ricorda eccome. Ma quello non ne vuole sapere di essere d'accordo col biondo, dice che di cognome fa 31 e comincia ad urlare. E ti credo, ti dicono che hai vinto alla lotteria e non ti ricordi dove hai messo i soldi, sarei alterata pure io. Ma a me non spunterebbe di certo un cristallo viola dalla fronte, come succede al cavaliero, che cade in ginocchio per la troppa angoscia di avere un prisma che gli esce dalla fronte. Kirito capisce che questa cosa sta succedendo perchè questo prisma deve avere in qualche modo oscurato la sua vera memoria (spiegando in un sol colpo la perdita di memoria di quella benedetta ragazza di Alice), istituendo una nuova identità, e chiede a Eugeo di continuare a fargli tornare la memoria raccontandogli elementi della sua vita, come ad esempio il nome della madre...Eugeo lo stalkeravi a questo, dì la verità. Ad ogni modo l'esorcismo viene interrotto da un'armatura rossa su un drago rosso pure lui, che scaglia una freccia e colpisce Kirito al piede, ma figuriamoci se a questo importa, infatti subito dopo afferra Eugeo e si mette a correre come se il suo piede fosse in perfetta salute facendo una pernacchia al rosso. Che uomo, Kirito, Rambo ti supplicherebbe di insegnargli le tue tecniche. Inoltre Kirito scopre di avere un'altra capacità, e cioè i capelli parlanti. Roba che Pinocchio e il grillo parlante sono invidiosi. Una ciocca di capelli si alza e lo guida con voce femminile verso una strada, dove compare una porta illuminata con una mano che dice loro di saltare dentro. I due non se lo fanno ripetere e l'armatura rossa resta a fissare il pavimento in pietra e a compiangersi. Ma chi è che ha salvato i nostri eroi?una bimba con una tunica, un sombrero e gli occhiali, con un bastone che ogni volta che lo muove tintinna, adatto solo ai sordi. Questa bambina li porta ad una biblioteca, che a me ha ricordato la biblioteca della cittadella del Trono di Spade, biblioteca che mi ha fatto brillare gli occhi tra l'altro. La bambina dice di chiamarsi Cardinal, e di essere l'ultimo Saggio posto a custode della storia dell'Underworld; la biblioteca contiene infatti tutta la storia di questo mondo, dalla genesi fino ai giorni attuali. Eugeo però è costretto ad allontanarsi perchè il freddo che si è preso cadendo nella fontana gli ha causato una reazione allergica e ora starnutisce come se non ci fosse un domani, e quindi se ne va a farsi un bagno e lascia soli Cardinal e Kirito. I due cominciano quindi a parlare delle cose serie, e cioè di come stanno realmente le cose, perchè Cardinal sa bene che Kirito non è un underworldiano, in effetti la situazione di Kirito non è stata ancora spiegata del tutto, e gli svela che in realtà la storia degli dei è stata inventata per controllare il popolo e legittimare la condotta della Chiesa Assiomatica. Innanzitutto il nome del saggio della biblioteca per esteso è Cardinal System, un programma che gestisce il mondo virtuale, ed inoltre veniamo a sapere che l'attuale capo della Chiesa Assiomatica è un'entità gemella di Cardinal, ma molto più potente, vedremo perchè. Con ordine, in principio ci furono 4 esseri umani, membri della Rath, che hanno fatto log in nell'Underworld e qui hanno allevato otto bambini e hanno insegnato loro i concetti utili per la vita, dalla conoscenza, alla tecnica in ogni cosa, agricoltura, allevamento, ogni genere di mestiere. Uno dei quattro però era il cattivo della situazione, per cui mise in mezzo a questa bella situazione la conoscenza del male e dell'egoismo. I discendenti di questi otto bambini sono il popolo che adesso vive nell'Underworld e sono i nobili e i prelati. Fatto ciò, i quattro umani primordiali fecero log out e tanti saluti. Secoli dopo ci fu il primo matrimonio nobile combinato della storia di questo mondo, e da esso nacque una bella bimba di nome Quinella, che cavolo di nome, ci credo che poi succedono i guai. Quinella si vede incaricata del compito di indagare sulle arti divine, che all'epoca non erano conosciute; comincia quindi a parlare inglese sostanzialmente, dato che le arti divine sono comandi in inglese. Ma soprattutto si accorge che togliendo la vita a delle poveri volpi che non avevano fatto niente di male aumentava la propria autorità di controllo sulle cose. Può quindi essere in grado di curare e di fare molte altre cose, per cui viene cominciata ad essere venerata come una sorta di sacerdotessa degli dei, accrescendo il proprio potere e controllo. Il problema è però che se qualcun altro si accorge che basta uccidere un animale per accrescere la propria autorità lei si troverebbe ben presto ostacolata, per cui si inventa l'Indice dei Tabù come una serie di regole che la dea Stacia le ha ordinato di scrivere e di distribuire a tutto il popolo. Ma non era finita perchè la nostra simpatica Quinella invecchiava ogni giorno che passava, e sul letto di morte riesce a dire così tante parole in inglese che riesce ad aprire una finestra con il catalogo di tutti i comandi possibili, a modificare quindi il proprio livello vitale ed a rigenerarsi in modo perenne, restando una dolce fanciulla, cose che Dorian Gray può solo accompagnare. Ma non bastava alla nostra cara Quinella, lei doveva essere la migliore di tutti, e con una lunga frase sempre in inglese cercò di rubare l'autorità al Cardinal System, imprimendosela nella propria anima e diventando qualcosa che non è più un essere umano. Con questo potere si costituì, lei da sola, senza un minimo di votazione per alzata di mano, come capo della Chiesa Assiomatica e di tutto il cucuzzaro, e si diede l'adorabile nomignolo di Administrator. Cominciò quindi a gestire una pagina facebook, chissà che mi credevo io, ma vedi tu queste mire che poi non portano a nulla. Un ultimo sguardo a quei begli occhioni da cerbiatta di Quinella e ci vediamo al prossimo episodio. Abbiamo quindi scoperto chi sia quella tizia dai capelli viola della opening e la tizia della biblioteca, adesso alcune cose sono state spiegate, ma c'è ancora da capire quanto di quello che è successo in realtà sia farina del sacco di Quinella e quanto sia stata aiutata dall'esterno, dato che Cardinal ci ha detto che Quinella è riuscita ad ottenere il controllo finale con una coincidenza impossibile, e che solo Quinella è in grado di comunicare con l'esterno. Come ho già detto alcune cose devono ancora essere spiegate, come la situazione di Kirito, il perchè non si ricordi come è finito nell'Underworld, cosa è successo a Eugeo quando l'occhio gli ha sanguinato Sasuke style, e poi onestamente a me l'idea del signor Kikuoka, e cioè quella di creare anime in un videogioco e poi una volta adulte impiantarle in robot per mandarle a combattere le varie guerre non piace molto, stiamo parlando comunque di anime, ognuna è unica e preziosa, quindi dovrà esserci uno scontro finale anche con il mondo esterno. Rimandiamo quindi tutti i dubbi alla prossima settimana!
1 note · View note
hoilcollobloggato · 4 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 22)
Solo un altro pezzetto… Più piccolo… L’ultimo…! …L’ultimo…Ti prego…!!?
Guarda quei biscotti al cioccolato… li trovi interessanti ,vero? E se ti dicessi che ognuno di questi biscotti al cioccolato è una bomba che corrisponde a migliaia di calorie, ti farebbe cambiare idea? E, no! Neanche a me. Ed è normale. Tutti in fondo siamo mortalmente attratti, amiamo le cose che ci fanno male. Chissà perché i cibi più dannosi per la nostra salute, sono così buoni? Dev’essere qualcosa che ha a che fare con la storia della mela là, nel Giardino dell’Eden. Subiamo il fascino del pericolo per questo coltiviamo abitudini malsane. Alcune sono sicuramente più difficili di altre da scusare… La maggior parte di noi è convinta di sapere come controllare i propri impulsi, ma sfortunatamente per altri, la forza di volontà si rivela carente per la lotta agli istinti oscuri. Io, ad esempio, quando sono alle prese con un vassoio di pasticcini, mi proietto nel futuro, li divoro il più velocemente possibile. Non vedo l’ora di mangiare l’ultimo. Non riesco neppure a gustarmeli, l’unica cosa che voglio è finirli per buttare via il vassoio e non pensarci più. Preferisco avere una cosa subito o sapere di non poterla avere mai, per non doverci pensare. Un po’ come quelle persone che senza rendersene conto hanno un aspetto da vecchio nonostante siano giovani; questo, per non dover pensare che un giorno avranno l’aspetto di un vecchio.
Il richiamo verso le proprie ossessioni per alcuni è troppo forte per essere ignorato; e non riescono a far a meno di quei desideri. Fino al momento in cui ci rendiamo conto che, nel raggiungere le cose che più ambivamo nella nostra vita, siamo rimasti senza niente. Senza una vita. Ma alla fine, le nostre ossessioni sono ancora lì, anche dopo che ci hanno portato quasi alla morte, o ci hanno condotto verso luoghi terribili e inimmaginabili.
Non sono affatto convito che la forza di volontà possa essere addestrata… Mi spiego meglio: ci sono periodi in cui l’enorme massa muscolare di cui si compone il mio corpo erculeo non è perfettamente simmetrica. Il pettorale di destra è impercettibilmente più moscio di quello di sinistra, ad esempio… capita, e se capita è un problema. Allora sono solito preparare un workout mirato, con carichi calcolati al μg microgrammo (sottomultiplo del grammo e corrisponde esattamente a 1 milionesimo di grammo, o equivalentemente a 1 miliardesimo di chilogrammo: 1 μg = 10-6 g = 10-9 kg) , che nel giro di alcune sessioni di allenamento, permetterà alla simmetria, in questo caso del mio petto, di ritornare perfetta. La domanda che mi pongo spesso è: anche la volontà può essere allenata? È possibile definire, aumentare di un microgrammo alla volta la propria volontà? Della serie più ne possiedi e meno probabilità avrai di adoperarla… (questa mia ultima affermazione, potrebbe benissimo essere una delle leggi di Murphy).
Prendiamo il caso dell’amore. Una mia amica che fa l’avvocato divorzista, ama ripetere spesso che l’amore non è altro che il più grande contratto non applicabile, poiché necessita di venir continuamente rinegoziato nel tempo. Anche una persona proiettata verso il futuro come me, che si divora un vassoio di pasticcini in un attimo, pensa che questa definizione sia arcigna ed inespugnabile come un blocco di giaccio antartico… ma, che si tratti dell’amore di un marito per la propria moglie, di un genitore per un figlio, o anche di un innamorato per la sua amata devo ammettere che, l’avvocato ha ragione, e arriva sempre il momento di rinegoziare. L’inevitabile, l’infausto giorno in cui l’accordo, quelle clausole incantevoli che definiscono una relazione cambiano. Dipende dal tempo, dall’intimità, o a volte solo dal naturale, inevitabile corso degli eventi. Il grande teatro, il grande cinema, tutti i grandi libri che sono stati scritti sull’amore potrebbero farci credere che il sangue non è acqua, ma nella vita vera spesso la carenza di quella facoltà propria dell'uomo di tendere con decisione e piena autonomia alla realizzazione di fini determinati, chiamata volontà viene a meno. Non è sufficiente.
Sì, lo so, nessuno tocca il cielo con tutte e dieci le dita, ma è dura da mandar giù. Le vicende umane e naturali si identificano con il trascorrere del tempo. Durante la transumanza degli eventi in successione lungo la nobile autostrada della vecchiaia a bordo dell’automobile esperienza, io ho compreso che la volontà difficilmente è espandibile. Aver a che fare con le altre persone, la necessità sociale, richiede una dose di determinazione continua. È sfiancante, lo so, ma solo così è possibile affrontare necessità, nevrosi e compromessi, e comunque qualche iniezione di indulgenza e due supposte di calma sono sempre un ottimo tonico… durante il ménage tra me e mia moglie, l’andamento della mia vita domestica, io ne faccio largo uso. Il mio diario di oggi è più alienante del solito, retto da un filo balzellante costantemente turbato dal vento… Mi scuso. Succede, quando l’attività principale nella vita di una persona si riduce al riflettere e allo scrivere, oltre all’ossessiva cura e mantenimento di un corpo finito e ineccepibile come il mio.
Giorno dopo giorno mi guardo allo specchio e finisco sempre per trovarci qualcosa… I miei deltoidi sono lievitati almeno di 0,12/0,13,5 millimetri negli ultimi mesi. Faccio un paio di mosse da Mr.Olimpya e poi assumo delle espressioni solo per me. Storco le labbra come a dire: E ALLORA…?, inarco le sopracciglia in modo alternato e poi, solitamente concludo con la scena finale di Rambo 1.
COLONNELLO: … è questo che vuoi? È finita Jonny! È finita!!! IO: non è finito niente. Niente!!! Non è un interruttore che si spegne, non era la mia guerra… e io, ho fatto quello che dovevo fare per vincerla. Ma qualcuno ce l’ha impedito! E il giorno che torno a casa mia, trovo un branco di vermi all’aeroporto che mi insultano e mi sputano addosso. Mi chiamavano assassino e dicono che ho ammazzato vecchie e bambini… Chi sono per urlare contro di me? Chi sono per chiamarmi assassino? [ + enfasi]: PER ME LA VITA DA CIVILE NON ESISTE!
Qui, ci troviamo di fronte a una delle più belle frasi degli ultimi cinquant’anni, e di solito arrivato a questo punto mi viene sempre il magone…. E ancora:
… Io là, pilotavo gli elicotteri, guidavo un carro armato, disponevo delle attrezzature migliori [ di certo questa cosa delle “attrezzature migliori” andrebbe indagata. Ho sempre avuto il sospetto che si tratti di un errore di traduzione]… Qua, non riesco nemmeno a trovare un lavoro come parcheggiatore. [accenno di pianto trattenuto]: Ma perché? Dove sono finiti, dove sono finiti tutti quei ragazzi? Avevo un sacco di compagni… erano amici miei. Qui non c’è più nessuno [espressione arcaica di dolore misto a sofferenza]: Che cosa devo fare? [John James Rambo esce in manette. Camminata fiera, è scortato dal colonnello. Dissolvenza lenta a nero] E… musica: “Its’a long road” cantata da Don Hill (link nei commenti).
MIA MOGLIE: Amoooo…?!!! Si può sapere cosa cavolo stai facendo? È un ora che sei in bagno…
IO: “PER ME LA VITA DA CIVILE NON ESISTE!”, le urlo….
MIA MOGLIE: Eheee…? Dai, datti una mossa che c’è il pattume da portar via!
Ecco l’inevitabile corso degli eventi, il momento di rinegoziare.
Un’iniezione di indulgenza… due supposte di calma. OK… Posso farcela. Its’a long road…
Fine giorno22
0 notes
dipaleo · 4 years
Text
‘accordi’ e momenti
Tumblr media
Canzoni, segnano periodi, più o meno lunghi, attimi, sensazioni, qualsiasi cosa. Nella mia vita hanno sempre segnato dei periodi, soprattutto legati a momenti  di amori, di quelli desiderati, vissuti, finiti oppure momenti con amici o comunque eventi che in qualche modo hanno significato un qualcosa. In pnl, potrebbero essere ancora.
Ascolto una canzone e mi ricordo un periodo. Non so con precisione quale possa essere la prima canzone, forse Azzurro di celentano insieme al film rambo, ero un bambino. Be anche con i film è la stessa cosa, basti pensare ad una poltrona per due, mi viene in mente il capodanno, quando ero ragazzo lo mandavano sempre a capodanno, ultimamente a natale.
Non ricordo come si chiamava quella bambina, però ricordo che ascoltavo azzurro e pensavo a lei. Ero proprio piccolo c’erano le cassette, i ragazzini non sanno neanche cosa sono…
Questo piccolo amore di baglioni era associata ad ilaria, ma solo per me, ahahahahhaha
Lei non mi scagazzava per nulla, avevo 12 o 13 anni. Alle superiori c’erano i gun’s, ligabue, vasco, i queen, marooo i queen, gli u2, una marea di roba, gli scorpions con wind of change, gli 883, i metallica.
Quando ascolto mille giorni di te e di me, mi viene in mente alessandra, ricordo la cassetta, che mi aveva dedicato, all’epoca ci dedicavamo le canzoni nelle cassette. Si ascoltavano all’infinito nei walkman
I maroon 5 a giada. Gli articolo 31 ad ale e ale. Leggero a coni, al militare la dedicava alla sua ragazza e ho questa ‘ancora’
Tozzi a lele e guarino con la 126
L’album domani smetto e sere nere al primo anno che ho lavorato al fellini, a manetta con la 206 di mio papà in autostrada, al ritorno alle 5 di mattina era più sere nere e senza dubbio
Estate dei negroamaro quell’estate strana con l’ale da trombamici, che estate strana, figa, bella divertente, strana.
Illegal con la manu, a fine lavoro,  quando doveva chiudere le serate, iniziava a mettere i lenti, metteva su questa e in pista il dj e il cameriere a ballare abbracciati.
2009/2010 amala, il top, poi il 22 maggio, il top dei top
puff daddy estate 1998, insieme con nessuno degli articolo 31, estate splendida
Con le ragazze con le quali ho avuto storie importanti c’erano le ‘nostre canzoni’, con daniela no, eravamo fuori sincro, per lei era una canzone, per me un’altra, per me l’inizio della nostra storia era associata ad una, per lei un’altra. Questa cosa mi ha fatto sempre un po’ specie, un po’ pensare.
Ci sono momenti in cui i sensi di colpa sono così forti che vorrei prendere, andare, dire tutta la verità, giuro di dire tutta la verità, ma poi ? a cosa serve? Solo a sentirsi  in pace con se stessi, credo
Asicrono, incredibile, mezza mela, con mezzo kiwi.
A volte credi tanto in una cosa, sei convinto di quella cosa, la vuoi cosi tanto che…. metti insieme un kiwi e una banana, in un frullato possono anche andar bene, ma non si è frullato, forse è  mancato il latte, lo zucchero, o chissà quale altro ingrediente.
Come dice Gabbani:’ Se dovessimo spiegare in pochissime parole il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore, basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
A posto ….ora passa su youtube( una volta passava alla radio) fai rumore, come non detto...
Sto leggendo  ora il testo e la sto ri-ascoltando , per la prima volta la sto ascoltando. Credo di aver capito di non aver capito nulla. Ecco adesso l’ho trovata, proprio ora. Asicrono, appunto.
Ora ho un rumore silenzioso, inaspettato
To be continued
0 notes
tergestin · 7 years
Quote
RAMBO KILLER NEL PAESE DEI BALOCCHI... Proviamo a ricapitolare. Le nostre strade sono infestate da tutor e autovelox utili più a far cassa per i comuni che a difendere il codice della strada dai contravventori. Vigili e finanzieri solerti multano la parrucchiera che si fa la piega da sè, il barista che nel proprio bar consuma un caffè, le mamme che al parco spalmano marmellata sulle fette di pane per darle ai bambini, l'imprenditore che scarica un metro fuori dal proprio cancello. Equitalia ci corre dietro senza pietà chiedendo milioni per pochi centesimi. Dei grandi evasori però nessuna traccia. E dei delinquenti nessuna traccia. Degli immigrati clandestini svaniti nel nulla sul nostro territorio nessuna traccia. Dei fantasmi dai tanti alias che fra barconi e centri accoglienza e campi rom vivono da predoni di poveracci nessuna traccia. Persino dei criminali passati per le patrie galere e poi scarcerati senza averne ricostruito una identità nessuna traccia. Ma se Caino assalta e Abele si difende, vale più il nessuno tocchi Caino. E chi se ne fotte di Abele se è vivo o se è morto, a meno che non abbia mostrato i muscoli e allora meglio punirlo. E se ti prendono con trecento dosi di droga in tasca, vivi tranquillo: dopo dodici ore sarai libero di andare in discoteca e massacrare a calci e pugni il primo che ti passa davanti. Il buonismo esasperato ha confuso il garantismo con l'impunità e lo Stato si fa forte con i deboli e debole con i forti. Siamo il Bengodi della criminalità, dove le leggi non funzionano e servono a nulla contro i delinquenti. Dove sotto inchiesta va l'agente che fa il suo dovere e non il malfattore cui spetta ogni attenuante. L'ultimo esempio è il killer di Budrio, Rambo dell'est in fuga da Molinella. Passato per i centri accoglienza e le prigioni italiane e regolarmente scarcerato per buona condotta senza sapere neppure come si chiamasse realmente nè dove sarebbe andato a far danni. Igor? Ezechiele? Paperino? È russo? E' serbo? E' un profugo sbarcato a Topolinia? E' un ex militare? E' un ex mercenario? E' uno degli Avengers ribelli? Ha ucciso un uomo? Ha ucciso più uomini e stuprato una donna? Ha fatto strage di tutto il cucuzzaro? Nessuno lo sa. Intanto vive fra muschi e licheni, sfugge a mille uomini che lo cercano e terrorizza due province. E se ti entra in casa, secondo la giustizia italiana, gli devi offrire il caffè e farlo mettere comodo perchè se per sbaglio gli spari o sei un uomo morto o sei rovinato per sempre: i webeti da corteo ti diranno che sei un assassino, mentre i magistrati da libro 'Cuore' ti prenderanno la casa e prosciugheranno i conti per risarcirlo dello spavento. Come in un romanzo di Valerio Varesi fugge fra nebbie e delitti, paludi e casolari. Lì si aggira un mostro sanguinario che tiene in scacco un esercito. Si ciba di bacche e di sangue. Mentre questo Stato insegue uno scontrino e una finta misericordia, la brava gente è schiacciata fra una morale immonda che protegge i cacciatori e sadici tribunali che vessano le prede. Igor, Ezechiele o come cazzo si chiama è un uomo già morto perchè disposto a morire, che sta mettendo a nudo la paura di un popolo che vorrebbe invece vivere ma è schiacciato dalla inefficienza e dalle ideologie. Chissenefrega se il panettiere regala a un povero una pagnotta e non batte il registratore di cassa. Siamo in piena Pulp Fiction, ostaggi di una politica pagliaccia, dei suoi profeti pacifisti col culo degli altri e di pazzi psicopatici pronti a tutto, coccolati da teorie sociologiche e sbornie da politicamente corretto. Sparate a vista. E' l'ultima occasione per tornare un paese civile, mentre ancora i negrieri si arricchiscono su sconosciuti giovinotti muscolosi e nativi digitali prelevati al largo e trasformati in profughi un tanto al chilo...
Fb
2 notes · View notes
giancarlonicoli · 6 years
Link
1 ott 2018 19:10 IL PRODUTTORE A 90 ANNI RACCONTA ANEDDOTI GUSTOSISSIMI E CRUDELI: '''IL TASSINARO' DI SORDI? UNA NOIA MORTALE. ALBERTO FECE CERTI SALAMELECCHI AD ANDREOTTI… NESSUNO OSAVA DIRGLI CHE NON SI DOVEVA CIMENTARE NELLA REGIA'' - ''TROISI? I GIOVANI SONO TERRIBILI. QUANDO LO INTERVISTARONO DISSE…'' - IL 'NO' A 'RAMBO', IL PRIMO BUD SPENCER E TERENCE HILL CEDUTO A UNA CIFRA IRRISORIA. ''IL CASO BRIZZI? FORSE QUALCOSA DI VERO C'È, MA MI RICORDA QUANDO UNA RAGAZZA RESTO' NUDA DAVANTI A ME. LE DISSI CHE MIA MOGLIE…'' 
Malcom Pagani per Vanity Fair
Fino a un paio d’anni fa, dice il novantenne Fulvio Lucisano: «Non mi ero accorto di essere così vecchio. Sciavo regolarmente e salivo in moto. Ora che Paola e Federica, le mie figlie, me l’hanno sequestrata mi tocca pedalare clandestinamente in bicicletta». Fondò la IIF, 600 film prodotti o distribuiti, nell’agosto del 1958.
Da allora, nell’epopea di un cinema inclassificabile in cui il genere (l’horror e il fantascientifico, il giallo e la farsa, i poliziotteschi e le commedie sexy) si è affiancato ai premi Oscar e alle avventure con Ferreri, Zeffirelli e Comencini, molti incontri, qualche litigio e ondate di ricordi che indietreggiano e avanzano come una marea: «Per Due marines e un generale con Franco e Ciccio, andai a ingaggiare Buster Keaton in America».
Più Viale del tramonto che Luci della ribalta: «Keaton aveva superato i 70 da un pezzo e qualche impellente necessità economica. Prese 20 mila dollari, ma fu molto professionale. “Questi due hanno talento”, diceva di Franchi e Ingrassia, magari appaiono un po’ naïf, ma sono molto bravi».
Era un po’ naïf anche lei?
«Volevo fare l’avvocato come mio padre, ex seminarista cresciuto con 16 fratelli e tornato dalla guerra, dove era stato assistente del supremo tribunale militare, incazzatissimo con il re che non aveva proclamato lo stato d’assedio contro il duce. “È un vigliacco”, diceva. A casa erano tutti antifascisti, a partire da mia nonna, una calabrese analfabeta che veniva dall’Aspromonte ma aveva le idee chiare: “Ma questo Musolino, esattamente, cosa vuole?”».
Lei che cosa voleva?
«Rendermi indipendente. L’occasione me la diede un produttore americano, Samuel Bronston. Nel ’49 lo vidi spuntare nell’ufficio di mio padre. Cercava aiuto per girare un documentario sull’Anno Santo. Pagavano benissimo. Tre volte lo stipendio di un impiegato. Cercai di farmi ingaggiare, ci riuscii e da allora indietro non sono più tornato».
Pochi anni dopo fondò la IIF.
«Per poter lavorare in autonomia e distribuire i film che producevo. Mi chiudevano sempre le porte in faccia, così riunii alcuni agenti regionali e partimmo».
Fu per reazione?
«Alla Titanus, per dire, neanche mi ricevevano. Goffredo Lombardo, il capo, dal suo trono ci guardava con aria di sufficienza. Era piccolo e basso, Lombardo. Ma sul trono sembrava altissimo».
All’epoca il cinema italiano era un’industria fiorentissima.
«Si producevano più di 300 film all’anno. Si sperimentava. C’era febbre, fame, curiosità».
Lei conobbe bene Andreotti. Per alcuni censore senza fantasia, per altri, tra tutti lo sceneggiatore Rodolfo Sonego, un benemerito: «Non avete capito niente, Andreotti forse ha ucciso 5 film, ma ha permesso di realizzarne 5.000».
«Sonego, un comunista intelligente, aveva capito. Avrebbero dovuto fare tutti un monumento ad Andreotti. Da sottosegretario con delega allo spettacolo fece approvare una legge in cui gli americani erano costretti a lasciare il 50 per cento dei proventi dei loro film in Italia».
Una manna.
«Poi arrivò quel coglione del suo successore e la legge venne massacrata. Dino De Laurentiis per protesta lasciò l’Italia e fece bene».
Lei è l’ultimo esponente dei capitani coraggiosi che come Ponti e De Laurentiis segnarono una stagione del cinema italiano.
«Dino era un mio amico. Pensi che l’ultima telefonata, prima di morire, la fece a me. Persi la chiamata e non risposi. Il giorno dopo non c’era più il tempo».
Che uomo era?
«Un personaggio difficile che a stare zitto proprio non riusciva. Nel 1992 comprai Indocina, un film che aveva vinto l’Oscar per il miglior film straniero e che prima di distribuire ero intenzionato a tagliare perché troppo lungo. Mi serviva il permesso del regista, Régis Wargnier, e così con mille diplomazie lo invito a Roma per parlarne. Sulla porta della moviola incontriamo Dino, che senza chiedere permesso si siede con noi e comincia a commentare il film ad alta voce: “Questa scena è inutile, quest’altra è leziosa, qui c’è un controcampo di troppo” e così via. Wargnier si innervosisce e alla fine se ne va irritatissimo decidendo di non tagliare neanche un secondo. Piano miseramente fallito, il mio».
Le è capitato spesso?
«È la vita. Vinci, perdi, pareggi. A volte hai intuizioni luminose e altre fai delle cazzate veramente plateali».
Esempi?
«Mi offrirono il primo Rambo a una cifra irrisoria. Vidi il film e lo trovai stupendo, ma c’era una carica di violenza così profonda che non me la sentii. Esitai nel comprarlo e ancora me ne pento».
Ha altri rimpianti?
«Nel 1969 avevo prodotto Dio perdona... io no!, il capostipite di tutta la saga con Bud Spencer e Terence Hill, ma il regista Giuseppe Colizzi, con il quale avevo rapporti burrascosi, mi indusse a cedergli i diritti del film per 50 milioni. Non ero del tutto persuaso, ma mi feci convincere da mia moglie: “Prendi i soldi, che ti importa?”. Il film uscì e incassò un miliardo e 200 milioni dell’epoca. Praticamente lo regalai. Terence Hill iniziò così, per caso. L’attore che avevamo scelto si ruppe la gamba, anzi venne scaraventato giù dalle scale da una fidanzata gelosa e fummo costretti a sostituirlo».
Con i registi ha avuto rapporti faticosi?
«Se il regista non si monta la testa è un conto, ma quando se l’è montata non lo recuperi più. In certe occasioni capitava di litigare. Con Marco Ferreri, per Diario di un vizio, discutemmo aspramente sulla scelta degli attori. Su Sabrina Ferilli eravamo entrambi d’accordo, invece Jerry Calà proprio non mi convinceva».
Diario di un vizio, il penultimo film di Ferreri, andò a Berlino in concorso e venne fischiato. Ferreri tenne la conferenza stampa da Roma in pieno stile Ferreri: «Sono un genio. Se fossi nato adesso sarei uno di quei bambini superdotati che sono padroni di tutte le discipline dell’universo. E infatti ho fatto film superdotati».
«Marco un genio lo era davvero, ma era anche intrattabile e molto presuntuoso. Gli suggerivo una soluzione e lui diceva solo: “Nun se po ffà”. Mi trattava come un bambino».
Diario di un vizio fu anche il penultimo film di Ferreri.
«Feci anche uno degli ultimi film di Comencini dopo essere stato in causa con lui per vent’anni. Girammo in Calabria, con Volonté e Abatantuono, anche se Comencini di girare in Calabria non voleva saperne: “Ambientiamolo a Calcata, a Sud rischiamo che ci rapiscano tutti”. Per rassicurarlo dovetti portarlo da Lessona, il prefetto di Reggio, figlio di un ministro delle colonie fasciste».
Lei è del 1928. Il fascismo l’ha vissuto in pieno.
«Le botte che mi diedero i fascisti davanti all’edicola quando mi sorpresero a comprare L’Osservatore Romano me le ricordo ancora e non mi sono dimenticato di quel tipo che uscì per le strade di Roma in camicia nera, come se niente fosse, il 25 luglio del ’43. Volevano linciarlo. Lui correva e intanto si girava verso gli inseguitori gridando: “Ma che volete?”. Non aveva ascoltato la radio e nessuno aveva avuto la grazia di avvertirlo».
A proposito di figli del ’900. Lei lavorò a lungo con Alberto Sordi.
«Dopo un paio di film a tinte malinconiche, Alberto doveva tornare a far ridere. Così convocai Age e Scarpelli e mettemmo in piedi Il tassinaro. Sordi guidava Zara 87 e tra un semaforo e l’altro ascoltava le storie dei suoi passeggeri, dal marito in crisi ad Andreotti. La comparsata del divo Giulio era prevista per il primo agosto. Lo avevo avvertito: “Saremo cattivissimi con te”. E lui, da uomo di mondo, aveva risposto soltanto: “Mi fido di voi”.
Una volta sul set però, Sordi, che per Andreotti aveva una venerazione, si mise sull’attenti. Batté letteralmente i tacchi e tagliò di sua iniziativa la battuta “Presidente, quanto è veloce a occupare i posti” che avevamo scritto per l’occasione. Il cameo si rivelò, un po’ come il film, di una noia mortale. Avrebbe dovuto graffiare, ma era tutto un salamelecco.  Un inchino. Un’occasione mancata».
Perché?
«Perché nessuno diceva a Sordi, che come tutte le divinità aveva una sua corte di yes­man: “Alberto, sei un grande attore, ma non dovresti cimentarti nella regia”. Qualsiasi fesseria facesse scattava l’applauso. Fellini, altro ospite prestigioso del film, l’aveva capito. Ci promise: “Se lo fa Andreotti lo faccio anche io”. Mantenne la parola, ma una volta sul set, resosi conto della trappola, ci disse: “Mi avete fregato”».
Il Sordi uomo? Avaro come raccontano?
«Testardo sicuramente, avaro forse. Effettivamente saremo andati a pranzo un milione di volte e mai che abbia pagato un caffè».
Lucisano, la critica non era benevola con i suoi film.
«Hanno sempre sparato a zero, ma non me ne è mai importato niente».
A Venezia, durante una retrospettiva che le dedicò la Biennale, Quentin Tarantino venne a salutarla. Sotto il braccio aveva la pizza di Cosa avete fatto a Solange?, uno dei suoi gialli prodotto all’inizio degli anni ’70.
«Ci sono state riscoperte tardive e oggi film come quello o Terrore nello spazio di Bava sono incensati. Per Nicolas Winding Refn Terrore nello spazio è pura Pop art. Con Bava che era figlio di Eugenio, un vero maestro, faceva film sottili e inquietanti e nella vita aveva paura anche della sua ombra, discutevamo spesso, ci appassionavamo e parlavamo fino a notte. Oggi non succede più. Oggi si mandano le mail».
Lei produsse anche Ricomincio da tre di Massimo Troisi. 15 miliardi di incasso.
«Insieme a Ottavio Jemma, il vero sceneggiatore del film, suggerii a Troisi di ripetere le battute due volte perché alla prima, il napoletano era così stretto da risultare incomprensibile. Troisi era giovane, non facilmente indirizzabile. Gli presentai Sordi e convinsi Alberto a concedere un’intervista in cui lodava lui e la nuova comicità napoletana. Passano due mesi e finalmente tocca anche a Troisi concedere un’intervista. Gli domandano di Sordi e lui: “È un vecchio trombone”. I giovani sono terribili».
Il cinema italiano si è perso?
«Dall’80 in poi, con l’avvento delle tv commerciali, ha subìto un notevole peggioramento. Ci sono talenti come Max Bruno che mi permettono di non disperare però».
Il film più difficile della sua vita?
«Il giovane Toscanini di Zeffirelli. Costò molto più di quanto incassò, ma per contenere Zeffirelli ci sarebbe voluta la mano di Dio. Ci feci certe litigate in Portogallo, con Franco, che tremavano le mura dell’albergo. Liz Taylor, poi, sembrava la principessa sul pisello. Altera, scostante, si dava arie insopportabili. Io non capivo. Pensavo: ma come? Ti do un sacco di soldi, vuoi almeno dire buongiorno?».
Altri caratteri difficili?
«Massimo Girotti. In uno dei miei primi film, I quattro del getto tonante, aveva un pessimo rapporto con l’attrice protagonista. Era sempre incazzato. “Mi sono stufato di questa cretina”, urlava fuori dall’albergo. “Se voglio, io lo metto nel culo anche al cavallo che sta in piazza”. “Massimo, il cavallo è di bronzo”, rispondevo. “Mi sembra imprudente”».
Lei ha lavorato anche con Fausto Brizzi. Cosa pensa delle accuse di molestie che lo hanno investito prima di vederlo assolto?
«Che forse qualcosa di vero poteva anche esserci, ma per saperlo senza ombra di dubbio bisognerebbe esser stati lì. A metà degli anni ’60, per dirle quanto è antica la storia, venne da me in ufficio una ragazza bellissima. Si sfilò l’impermeabile e restò nuda. Rimasi imperturbabile: “La ringrazio signorina, ma le consiglio di rivestirsi. Mia moglie è al piano di sopra e potrebbe scendere in qualsiasi momento”» (ride).
Dove si vede tra vent’anni?
«All’altro mondo».
0 notes
nofilterilblog · 6 years
Photo
Tumblr media
Arriviamo subito al dunque: questo film mi è piaciuto. Non l'avevo mai visto prima (non ho visto tutti i film della Marvel) e quindi ero davvero curioso di sapere come avrei reagito nel vedere un film del genere per la proima volta dieci anni dopo. L'impatto è stato positivo fin da subito. Premetto che Hulk non è uno dei miei personaggi preferiti preso singolarmente, quindi non aveva nessuna aspettativa per la pellicola, anzi a dirla tutta ero un po' prevenuto credendo che quello che avrei visto di li' alle successive due ore sarebbe stata noia allo stato puro. Invece, come gia' detto, mi è piaciuto e lo è stato fin dall'inizio perchè la trama e la caratterizzazione dei personaggi è tutto tranne che superficiale. Non vi nego che questo Hulk, interpetato da Edward Norton che a mio parere fa un buon lavoro, è un personaggio molto combattutto e, se lo si guarda con attenzione, un'eterna anima in pena. Ho subito provato un senso di pietas nei suoi confronti. Abbiamo essenzialmetne due personaggi che sono uno la causa dell'altro. Da una parte Bruce Banner, l'uomo ormai costretto all'eterna solitudine, causata dalla sua prima ossessione: la creazione di un superuomo; superuomo che sara' appunto Hulk. Dall'altra abbiamo proprio Hulk, che è vero essere un mostro ma, se non ci si ferma solo alla sua immensa stazza e forza, ci si accorge che dentro di lui alberga una grande umanita', umanita' che non viene vista da nessuno se non appunto da chi lo osserva e lo approccia con sensibilita' e delicatezza. Lui stesso, anche se viene negato dall'umano Banner, è consapevole del suo essere mostro e, questo è quello che ci sembra, vorrebbe non esserlo o perlomeno non essere percepito come tale dai piu'. Il film riesce a trasmettere entrambe le due facce del personaggio mostrando anche quelli che sono i pro e i contro. Per me è impossibile non affezionarsi a Hulk e a non provare un senso totale di vicnanza e di compassione nei suoi confronti. Poi ovviamente abbiamo i personaggi clichè che male non fanno per imbastier una trama piu' da fumetto che da film tout court: il colonello Ross (ossessionato solo e unicamente dal avere un'arma indistruttibile) e Blonsky alias Abominio (soldato alla Rambo che vede nella guerra e nella violenza la sue uniche ragioni di vita). Tolti gli effetti speciali che soffrono un po' (solo a me Hulk sembra fintissimo con quella faccia orrenda e quel senso di gelatinoso che trasmette?) tutto gira bene senza annoiare con un buon utilizzo dei tempi, tanto che sembra piu' una pellicola da mettere sotto la categoria "Drammatico" che "Action". Lo scontro finale tra i due mastodontici titani è pure figo, senza esagerare e senza svaccare troppo. Insomma, tutto è credibile. A proposito di credibilita' c'è solo una cosa che davvero non puo' essere perdonata ma che solo poche persone, sopratutto podisti, possono accorgersi: il battitto cardiaco di Banner. Nel film viene mostrato che Bruce si trasforma in Hulk quando i suoi BPM (batti per minuto) raggiungono quota 200 e il suo cardiofrequenzimetro da polso (strumento per lui essenziale) inizia a dare l'allarme a 150...ecco, chiunque corre o ha un minimo di dimestichezza con il mondo cardio, sa che a 200 sei in pieno stato da infarto e che 150, invece, basta davvero poco per raggiungerlo...tolto questo non ci sono fattori particolari che mi hanno spinto a non gustarmi la pellicola. Gli attori poi devo dire che girano bene ecceto la Tyler (consiglio sempre di vedere i film in lingua originale per capirne davvero la prestazione recitativa) che con la sua voce soffusa e al limite della Barbie, viene voglia di abbatterla di mazzate dopo pochi minuti nonstante sia l'amata di Bruce. Quindi si', 'L'incredibile Hulk' è un film che consiglio e che non nego mi piacerebbe rivedere un'altra volta. #mcu #film #incredibilehulk #viaggionelmcu https://ift.tt/2ok1kjH
0 notes
sandnerd · 5 years
Text
Sword Art Online: Alicization - Ep 20 - Synthesize
https://www.vvvvid.it/show/845/sword-art-online-alicization/939/540166/synthesize
Ciao! Sono Sand ed oggi torna l'appuntamento col fantomatico duo che attualmente è diviso, ma dettagli. Puntata di transizione questa, ci ha preparato allo scontro che avrà luogo nella prossima puntata, sempre che non decidano di tornare invece alla trama nel mondo reale. Per adesso restiamo nell'Underworld, dove al posto di Eugeo c'è comunque una bionda che si comporta da zavorra, quindi la sostanza per Kirito non cambia. Infatti il nostro Rambo se l'è legata alla schiena con una catena e se l'è portata in spalla per altri 5 piani, fino a raggiungere l'ossrvatorio, ossia il 95esimo piano. I miei complimenti Kirito, ti avrà allenato Gatsu a sollevare ragazzine svenute con tutta l'armatura addosso. Alice si risveglia, pronta a vivere la vita da pirata, dopo la benda sull'occhio le manca solo il pappagallino e salperà per mari non appena si alzerà la marea. E non pensa nemmeno per un attimo a ringraziare il mulo che l'ha portata a peso morto in salvo, pensa a lamentarsi del fatto che il suddetto mulo sia vagamente sudato. Maleducato, come osi sudare sotto il mio leggiadro peso di 18enne armata di tutto punto?? Siamo alla frutta proprio. Alice, insoddisfatta del servizio, corre a mettere due stelle su booking, stelle che tra l'altro fa vedere a Kirito facendogli sbattere la fronte per terra. E muto! 
Tumblr media
Ma lasciamo stare gli amorevoli battibecchi di questi due, dicevamo di essere al 95esimo piano, ed Alice ricorda a Kirito che in teoria avrebbe un compagno, un certo Eugeo, e che questo tizio se nel frattempo ha salito le scale dal piano di Alice adesso si starebbe scontrando col più forte tra loro cavalieroni. Siiiii certo il più forte, è bastata qualche finta ed una ghiacciata per metterlo al tappeto, ci hanno messo più impegno a sconfiggere la cavaliera lucente, ma finitela. Ed infatti arrivano nella stanza del cavalierone e lo trovano a fare una gara di "un due tre stella". Ma Alice deve rovinare tutto per forza, se lo deve abbracciare piangendo e chiamandolo, e quello apre gli occhi perdendo clamorosamente la gara e dicendole che mortacci sua non c'è bisogno di fare così che sveglia tutto il quartiere. Ma chi può aver indetto la gara dato che Eugeo ha solo il potere di Elsa? si chiede Kirito; e Alice gli spiega che questa è una tecnica del pagliaccio anziano, anche se non c'è mica bisogno di arrivare alle gare di "un due tre stella", nulla giustifica una tale crudeltà. Ed il cavalierone senza battere ciglio dice a Kirito di difendere Alice ad ogni costo, chi se ne frega se è l'intruso che stanno cercando di catturare da giorni, non c'è bisogno di attaccarsi ai dettagli in questo modo. 
Tumblr media
Kirito e la bionda procedono verso la stanza successiva, senza incontrare nessuno messo lì magari come misura di sicurezza, data la storia degli intrusi. Io mi chiedo perchè hanno pensato di espugnare questo palazzone solo ora dato che sostanzialmente sono in 12 a difendere solo alcuni piani, e sono tutti scarsi. Per il resto è possibile rubare, stroncare carriere militari, avvelenare gente, ghiacciare terme, sfondare muri di pietra, prendere ascensori dove ti chiedono se vuoi pure il caffè, e nessuno che ti chieda se sei alleato o nemico. Io boh. Ma torniamo all'episodio. I due si trovano in una stanza di capsule inchiodate alle pareti, da cui si vede la testa di innumerevoli individui, tutti pallidi come lenzuola, l'Administrator non concede loro ferie per andare al mare da decenni, dove sono i sindacati quando servono? Ed in sostanza scopo di questi signori è quello di individuare le violazioni all'Indice dei Tabù e mandare l'ordine di catturare il colpevole. Per il resto stanno lì nelle loro capsule a blaterare bestemmie all'Administrator che li costringe a lavorare giorno e notte. Sono questi i cosiddetti "Anziani" tanto temuti dagli umani, ed è proprio uno di loro che Kirito ricorda essere spuntato quella volta che lui e Eugeo hanno dato ai due nobili maniaci quello che si meritavano. 
Tumblr media
La delusione per questa scoperta viene messa da parte perchè si sente una voce provenire da una stanza. E' la stanza di Chudelkin, il capo degli anziani, che sta guardando in una palla di vetro come Quinella carpisce Eugeo e non ne è contento, non si capisce perchè. Dopo una conversazione dove Alice se la prende col pagliaccio e lui in pratica le ride in faccia, il tizio sparisce in una nuvola rosa, e i due per inseguirlo finiscono in una stanza assolutamente vuota, con un buco sul soffitto. Prima che possano capirci qualcosa scende dal buco niente popò di meno che Eugeo, vestito di tutto punto come un cavaliere, che ringrazia Kirito di avergli riportato la spada (trovata nella stanza sauna ghiacciata) e gentilmente gli dice che sta per ucciderlo perchè se lo fa l'Administrator gli darà tante caramelline quindi è felice di esaudire i desideri della Magnifica. E basta, l'episodio finisce coi due pronti a darsele di santa ragione, perchè si sa, l'amore non è bello se non è litigarello. Onestamente il clichè del buono che diventa cattivo era quasi ovvio, per non dire banale, mi aspetto che dopo un episodio di mazzate e di "Ti prego, ricorda, volemosebbè" Eugeo tornerà come prima, si unirà ai due e tutti insieme diranno a Quinella un paio di cosette. Alla prossima!
Tumblr media
1 note · View note