#questa vital
Explore tagged Tumblr posts
Text
Pèredur, el qui perdura en la questa. Perceval, el qui es val per si sol. El cavaller del Greal cerca eixerit el sentit de la Vida, i fent aital cerca fa el Camí del Greal.
#Greal#cavaller del Greal#sentit de la vida#viure vibrant#grealenc#esotèric#esoterisme#Peredur#Perceval#questa vital#questa grealenca#Tradició primordial
1 note
·
View note
Text
-----
Nessuno "paga le pensioni" a nessuno.
Se credete a questa formula siete completamente avviluppati nella truffa della Narrazione di Stato anche peggio di quelli che pensano che le tasse paghino i servizi.
L' INPS possiede il 5% di Bankitalia...quindi può creare moneta dal nulla ( moneta fiat) e pagare le pensioni.
Chi dice che non ci sono i soldi mente sapendo di mentire.
Provate a fare una ricerca e non solo chi dice "non ci sono i soldi" ma anche chi dice "se tu non versi io non percepirò..."
Infatti, oramai sono propenso a credere che questo sistema sia volutamente vessatorio atto a succhiare l' energia vitale degli uomini.
121 notes
·
View notes
Text
Nel discorso di capodanno Mattarella ha commentato la cifra record di 2.443 miliardi di dollari per spese militari nel mondo. "Otto volte di più di quanto stanziato alla Cop 29 per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione". Ancor più sconfortante se pensiamo il 55% della spesa militare mondiale è fatto dagli Stati appartenenti alla NATO. La giustificano con la "deterrenza", ma mostra una sola cosa: l'influenza ormai pervasiva del complesso militare-industriale e finanziario nelle politiche dei Paesi occidentali. @giorgioberetta.bsky.social
55 notes
·
View notes
Text
Senza ironia alcuna avrei preferito la secessione a questa roba, perché io col cazzo che voglio condividere lo status d'italiana con gente che ci teneva proprio a togliere servizi necessari per la sopravvivenza al Mezzogiorno
Mi dispiace per voi del nord Italia che non siete d'accordo con questa porcata e tra le varie generalizzazioni ci andate di mezzo, ma purtroppo dovete capire che a me della locomotiva d'Italia attualmente non frega un cazzo e nel mio mondo ideale la Padania sarebbe una grande palude abitata da rospi e salamandre. Milano, Brescia, Torino, Lodi, Pordenone, no frega niente, spazio vitale tolto alle ranocchie che sarebbero state vicine di casa più gradevoli dei leghisti
81 notes
·
View notes
Text
Lo sai quale è la pietra più potente in assoluto?
La 🖤Tormalina nera🖤
Questa pietra dal colore nero opaco è fra le più potenti per proteggere dalle energie negative e distruttive: è in grado, infatti, di pulire l’energia e favorire un’energia più positiva. Ma non solo, perché elimina le energie negative dal possessore o a chi la indossa e le restituisce al proprietario di tali energie.
È anche una pietra utile per rafforzare la connessione con la Madre Terra e per attivare il chakra della radice, Muladhara, eliminando le energie stagnanti e i blocchi energetici che favoriscono ansia, paura e stress. Allo stesso tempo, agendo sul primo chakra, aiuta a radicare la propria energia. Chi soffre di conflitti e tormenti interiori dovrebbe tenere una tormalina vicino: aiuta infatti anche a sciogliere i nodi emotivi, che spesso rubano energie e e forza vitale.
È utile anche da tenere in casa, posizionandola vicino a computer, televisori e altri strumenti elettronici, poiché crea uno scudo protettivo contro le onde elettromagnetiche.
14 notes
·
View notes
Note
Sono 46 anni che avrei bisogno di un gatto, di sapere com' è vivere la vita con un animale e provare quello che tutti chiamano "amore incondizionato". Si, non ho figli e sarei a detta di molti nella fase del ciclo vitale "donna-single=gattara". Ho paura. Non ho mai vissuto questo tipo di esperienza e ho mille paure: e se muore perché involontariamente lo uccido? e se soffre perché lo costringo in un ambiente non suo? Se perdo la mia libertà e sto male e lui idem? E quando morirà sarà l'ennesimo dolore da affrontare. Mi faccio mille paturnie e mille problemi sia pratici che iper fantasiosi. Vedo gatti ma non mi decido e secondo me mi avranno presa anche un po' sul cazzo pensandomi come pazza inconcludente. Ecco, mi sento così. Tra l'altro faccio una vita abbastanza regolare e non avrei neanche il problema di essere in quella fase "pepe sul culo" per cui esco moderatamente e faccio robe moderate (più che altro non avrei proprio più le forze di andare tipo ad un rave...per dire eh). Detto ciò, secondo te, esiste qualcuno al mondo che si possa essere mai pentito di aver fatto questa scelta (escludendo le merde umane che puntualmente abbandonano animali per strada)?. Può succedere che una persona mediamente sana di mente si possa accorgere che questa scelta è in realtà per lei insostenibile a diversi livelli e per altrettante ragioni? Grazie per aver letto fin qui sto pippone paranoico incredibile. Sarei curiosa e felice di leggere una tua risposta. Ti seguo sempre e ti stimo un botto.
Stai parlando di uno degli esseri con il quale ci siamo scelti per sentirci meno soli nel cammino attraverso i secoli.
Finché ci sarai tu, sarà il suo ambiente e la tua e la sua libertà saranno sempre proporzionate a quella dell'altro.
Non credo che lo ucciderai e quando arriverà il suo momento di riposare nel prato in fondo al sentiero del mondo, sono sicuro che da lui avrai imparato molto sulla vita e tutto sui rimpianti... quanto sia stata unica e piena la prima insieme a lui e come non ci sia bisogno dei secondi, se si è vissuto ogni nuovo giorno con intensità.
Loro lo sanno fare divinamente, gioendo delle piccole cose (che poi tanto piccole non sono) e quindi credo che tu non debba privarti di una connessione così profonda e bella con una creatura che ti insegnerà una nuova sfaccettatura di quella strana cosa che molti chiamano 'vita'.
27 notes
·
View notes
Text
Questa è la ragione per cui, deforestare anche solo l'erba provoca siccità e frane del terreno.
L'erba evita l'erosione del suolo causata dalle piogge, riducendo considerevolmente l'erosione del terreno e aiutando a mantenere l'acqua nel sottosuolo. Questo non solo previene la perdita di nutrienti essenziali, ma contribuisce anche a mantenere l'umidità, vitale per la salute dell'ecosistema. Rimuovendo queste piante, anche se si tratta solo di prati, si interrompe questo equilibrio naturale, lasciando il terreno esposto a frane, siccità e altri problemi ambientali. La presenza di radici profonde non solo sostiene il suolo, ma permette all'acqua di filtrare e trattenersi, creando un sistema di autoregolazione che protegge dalla degradazione del suolo.
Web
Fonte fb
12 notes
·
View notes
Text
Sto provando delle strane sensazioni in questo periodo della mia vita. Un cambio repentino in quello che è stato il mio ciclo vitale fino a oggi. Ora provo la chiara consapevolezza di ciò che non ho fatto quando avrei potuto farlo. Non più credere di essere ancora in tempo, no, ma la percezione di aver perso il tempo giusto. Io, che ho sempre mostrato meno "danni" di quelli che avevo, sembro aver accelerato per portare in parità anima, corpo e anni di vita trascorsi.
Tutto quello che penso ha una connotazione ben precisa nel tempo, i miei frutti cresciuti e in fase di maturazione, mettono a nudo le mie radici datate. Scoprendo le fragilità che il tempo ti presenta come conto, alla fine di tutto, da pagare come pegno.
I fatti del passato, le persone che ne hanno fatto parte, si annebbiano come quando si tratta di personaggi che non sono più presenti in questa vita. Ma i significati e il senso di azioni, situazioni e parole sembrano mantenere colori, seppur un po' sbiaditi come quelli di Pompei, restano evidenti e più chiari. Comprensibili. Che sia la famosa età della consapevolezza. O della mestizia?
16 notes
·
View notes
Text
In tutte le donne, soprattutto quando entrano nell'età matura, alberga una forza sotterranea e invisibile che si esprime attraverso intuizioni improvvise, esplosioni di energia, acute percezioni, slanci appassionati: un impulso travolgente e inesauribile che le spinge ostinatamente verso la salvezza, verso la ricostruzione di qualsiasi integrità spezzata.
Come un grande albero che, per quanto minacciato dalle malattie, colpito dalle intemperie, aggredito dalla furia dell'uomo, non muore mai ma miracolosamente e pazientemente continua a nutrirsi attraverso le proprie radici, si rigenera e rinasce per mantenere il proprio spirito vitale così da poter generare nuovi germogli cui affidare questa eredità inestimabile.
Clarissa Pinkola Estes
La danza delle grandi madri
11 notes
·
View notes
Text
" [Giacomo Matteotti] Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo. È soreliana la sua intransigenza. La concezione riformista di un sindacalismo graduale invece non era tanto teorica quanto suggeritagli dall'esperienza di ogni giorno in un paese servile che è difficile scuotere senza che si abbandoni a intemperanze penose. Egli fu forse il solo socialista italiano (preceduto nel decennio giolittiano da Gaetano Salvemini) per il quale riformismo non fosse sinonimo di opportunismo. Accettava da Marx l'imperativo di scuotere il proletariato per aprirgli il sogno di una vita libera e cosciente; e pur con riserve poco ortodosse non repudiava neppure il collettivismo. Ma la sua attenzione era poi tutta a un momento d'azione intermedio e realistico: formare tra i socialisti i nuclei della nuova società: il Comune, la scuola, la Cooperativa, la Lega. Così la rivoluzione avviene in quanto i lavoratori imparano a gestire la cosa pubblica, non per un decreto o per una rivoluzione quarantottesca. La base della conquista del potere e della violenza ostetrica della nuova storia non sarebbe stata vitale senza questa preparazione.
E del resto, troppo intento alla difesa presente dei lavoratori, Matteotti non aveva tempo per le profezie. Più gli premeva che operai e contadini si provassero come amministratori, affinché imparassero e perciò nei varii Consigli comunali soleva starsene come un consigliere di riserva, pronto a riparare gli errori, ma voleva i più umili allo sperimento delle cariche esecutive. Non ebbe mai in comune coi riformisti la complicità nel protezionismo, anzi non esitò a rimanere solo col vecchio Modigliani ostinato nelle battaglie liberiste, che per lui non erano soltanto una denuncia delle imprese speculative di sfruttatori del proletariato, ma anche una scuola di autonomia e di maturità politica concreta nella sua provincia. Così procede tutta la cultura e tutta l'azione di Matteotti, per esigenze federaliste, dalla periferia al centro, dalla cooperativa al Comune, dalla provincia allo Stato. Il suo socialismo fu sempre un socialismo applicato, una difesa economica dei lavoratori, sia che proponesse sulla "Lotta" di Rovigo o nella Lega dei Comuni socialisti dei passi progressivi, sia che parlasse dall' "Avanti!" o dalla "Giustizia" a tutto il proletariato italiano, sia che come relatore della Giunta di Bilancio portasse nella sede più drammatica e travolgente il suo processo alle dominanti oligarchie plutocratiche. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 25-27.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
#Giacomo Matteotti#Piero Gobetti#antifascismo#socialismo#PSU#PSI#marxismo#Gaetano Salvemini#Hegel#Georges Sorel#Henri Bergson#riformismo#riformisti#Veneto#Polesine#Rovigo#Partito Socialista Unitario#politica italiana#Storia d'Italia#XX secolo#gradualismo#sindacalismo#Karl Marx#proletariato#rivoluzione#intellettuali italiani del '900#Regno d'Italia#primo dopoguerra#letture#leggere
21 notes
·
View notes
Text
Il guscio della lumaca
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca». «Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata». È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale. Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie. L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata. «Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo. Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative. L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
23 maggio 2024
22 notes
·
View notes
Text
Fai solo quello che ti nutre davvero. Il resto abbandonalo. Non perdere tempo con attivit�� per te noiose, con persone che non riescono ad arricchirti, con situazioni fastidiose. Stai perdendo il tuo tempo. E con esso anche le energie. Le tue preziose energie vitali. Quelle che ti permettono di evolvere, di crescere, di comprendere. Ma se sono impegnate in altro come puoi trovare la tua via? Come puoi seguire la strada se sei stanco, triste, abbattuto, svuotato? Hai mai visto un cavaliere stanco della vita vincere la sua battaglia? Si vince se si è centrati, presenti, attenti e vitali. E per esserlo bisogna abbandonare ciò che non fa per noi. Anche se è la rassicurante ma paludosa abitudine, anche se ci fa sembrare egoisti, anche se va contro la recita che stiamo mettendo in atto da sempre. Segui ciò che ti appassiona, ciò che ti ricarica, quello che non ti stanca e tutto ciò che ti rapisce completamente e amorevolmente. Ubriacati delle tue passioni. Senza sensi di colpa, senza ragionamenti, senza alcun tipo di paura. Il mondo ha bisogno di persone vive, creative, vere. Non farti distrarre da notizie, eventi o persone che vogliono bloccare la tua vitalità imprigionandoti nella paura, nella vergogna o nella disperazione. Svegliamoci e andiamo nel mondo fieri, vigili ed entusiasti. Fai solo quello che ti nutre davvero. In modo spietato. Senza se e senza ma. Questa è la vera rivoluzione, dentro e fuori di noi. Elena Barnabè art on Pinterest ********************* Only do what truly nourishes you. Abandon the rest. Don't waste time with activities that are boring for you, with people who can't enrich you, with annoying situations. You're wasting your time. And with it also your energy. Your precious vital energy. The energy that allows you to evolve, to grow, to understand. But if they are busy with something else, how can you find your way? How can you follow the road if you are tired, sad, dejected, empty? Have you ever seen a knight tired of life win his battle? You win if you are centered, present, attentive and vital. And to be so, you have to abandon what is not for us. Even if it is the reassuring but swampy habit, even if it makes us seem selfish, even if it goes against the play we have always been putting on. Follow what you are passionate about, what recharges you, what does not tire you and everything that completely and lovingly captivates you. Get drunk on your passions. Without guilt, without reasoning, without any kind of fear. The world needs living, creative, real people. Do not be distracted by news, events or people who want to block your vitality by imprisoning you in fear, shame or desperation. Let's wake up and go into the world proud, alert and enthusiastic. Do only what really nourishes you. Ruthlessly. Without ifs and buts. This is the real revolution, inside and outside of us. Elena Barnabè art on Pinterest
10 notes
·
View notes
Text
Cos'è questa sensazione strana ogni volta che porto a termine qualcosa?! Una sensazione di vuoto subito dopo quella di soddisfazione come se avere una marea di cose da fare mi rendesse viva e concluderne una mi togliesse qualcosa di vitale, è una sensazione assurda perché allo stesso tempo se tengo cose da fare in sospeso o accumulate mi metto ansia, non c'è mai pace insomma 😅
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#pensieri random#pensieri#stranezze#ansia#sensazione#cose da fare#soddisfazione#termine
14 notes
·
View notes
Text
I grandi contrasti nascono spesso da grandi amori. Quante volte l'ho visto accadere.
Ci si innamora di una persona che diventa immediatamente l'oggetto di ogni nostro pensiero e desiderio. Vederla, sentirla è vitale come l'ossigeno per i polmoni. Quando non c'è, ne sentiamo la mancanza che pulsa nel plesso solare. Le nostre emozioni sono completamente rivolte a lei spesso trascurando ogni altra cosa. Tutto quello che lei fa è meraviglioso, ogni sua caratteristica rientra in un disegno di perfezione.
Se fossimo già in grado di osservarci minuziosamente, ci renderemmo subito conto di quanto squilibrato sia tale stato d'animo e cercheremmo di bilanciarlo con un'egual dose di distacco. In circolo però ci sono potenti droghe, gli ormoni, che ottundono ogni nostro raziocinio impedendoci la consapevolezza del processo che è in atto. Questa infatuazione prima o poi raggiunge il suo acme e da lì comincia la discesa. Sarebbe bello che ciò si risolvesse quanto meno con l'iniziale indifferenza dove lei torna ad essere una sconosciuta tra tante ma così non è, anzi:
tanto l'hai desiderata, tanto adesso ti darà fastidio. Le caratteristiche che tanto ti sorprendevano lasciano il posto ad una profonda delusione. I "Credevo che... " si sprecano. Ecco perchè è tanto difficile mantenere la promessa di un amore eterno che sconfigga ogni avversità. Nel momento in cui l'abbiamo fatta eravamo già sotto l'effetto di narcotici. In fin dei conti, nessuno ha colpa quando si dorme in quanto tutto accade secondo leggi puramente biologiche e chimiche.
Il lavoro su di sé è vincere la sola biologia permeandola con la chiara luce della coscienza.
Riccardo Sadè
23 notes
·
View notes
Text
Il cuore del mondo non è a destra né a sinistra, il cuore del mondo è allo sbando. Il cuore del mondo è fatto della somma del cuore di tutti, ricchi e poveri dal punto di vista materiale, cosa facile da definire, ricchi e poveri sul piano spirituale, e qui la faccenda si complica. In America, da un certo punto di vista, le elezioni erano tra un mostro e un faro, ma la realtà ci ha detto che si trattava di un punto di vista che non è il più diffuso. E allora si tratta di capire chi risponde meglio all’insofferenza, perché è questa la vela che spinge gli umani nel mare della loro esistenza. E si tratta di una insofferenza che non va letta solo in termini politici, ma anche in termini culturali e direi anche teologici. Si è insofferenti per la nostra vita che è sempre la stessa. E se l’operaio è schiacciato da quello che fa, c’è chi è schiacciato dalle proprie fortune, nel senso che non gli bastano mai. Il capitalismo religioso in cui viviamo ha sacerdoti molto diversi tra loro, ma chi si è sfidato in America apparteneva alla stessa religione, la stessa di tutti i leader in campo sulla scena mondiale. È chiaro che poi ognuno nel presente rovescia un suo passato o quello del suo popolo, è chiaro che Putin e il capo coreano hanno una lettura diversa della storia: c’è chi si sente derubato e c’è chi pensa di aver fatto doni che non ha mai fatto. Trump ragiona come se l’America dovesse smettere di fare regali agli altri e ovviamente ignora che lui non guida nessun processo, ma è il risultato dello stato delirante degli umani.
Oggi non sono gli ideali e le utopie a governare il mondo, ma la paura, e vince chi meglio sa manipolare la paura. Però attenzione a pensare che ci sia solo questo filo, nel groviglio i fili sono tanti, compreso un certo esaurimento del buon senso e della ragionevolezza. Musk e Trump confinano in maniera sbagliata con esigenze giuste, l’esigenza di un mondo meno grigio e burocratico, più proteso verso la pura energia vitale che verso i cavilli di una democrazia sfinita. E tra l’altro loro sono sembrati combattenti di un sistema apparendo magicamente ignari che è proprio il sistema che gli ha assicurato grandi ricchezze.
Ogni prossima elezione, da un piccolo paese a una regione, all’intera nazione, deve tenere conto non solo di quello che hanno in tasca i cittadini, ma dei loro miti assai confusi, della bancarotta antropologica che mette assieme ricchissimi e poverissimi contro l’umanità dei colti, o di quelli che si dicono buoni ma alla fine descrivono la luce senza darla.
Per ottenere buoni risultati bisogna aiutare la vita degli altri, non pretendere che riconoscano il valore della nostra. Forse è arrivato il momento di considerare che tra le tante miserie presenti nel mondo c’è anche quella di un certo universo di sinistra che viene visto come poco autentico, vicino ai propri interessi che con arroganza si vuole far passare come gli interessi di tutti. In America non ha vinto il male e non ha perso il bene. Si è solo arrivati a un altro momento di questa pericolosa commedia in cui vince chi tuona meglio, ma i fiori crescono non grazie ai tuoni, ma grazie all’acqua e al sole.
7 notes
·
View notes
Text
La malattia
"Io sono convinta che il cancro sia un malanno intelligente. E questa storia dell’intelligenza mi è venuta in mente perché, quando mi tolsero quello grosso, dissi: voglio vederlo, mettetelo da parte, è roba mia, voglio vederlo. E due giorni dopo la operazione andai all’ospedale a guardarlo al microscopio. Mi fece un’impressione enorme perché era un sassolino, nient’altro che un sassolino. Bianco, molto pulito, grazioso. Sezionato, invece, appariva una piazza impazzita. C’era qualcosa di vitale e di intelligente in queste cellule che lottavano fra loro. Mi fece pensare a creature di un altro pianeta.
Cominciai a chiamarlo Alieno e da allora è cominciato un silenzioso dialogo con lui, una sfida a questo nemico che è in me, una specie di Bin Laden: non si sa mai in che caverna sia. Ogni tanto viene fuori e lì non c’è l’esercito americano. Ci sono solo io. Quando viene fuori, viene fuori per eliminarmi. E allora io gli faccio un discorso. Gli dico: tu esisti perché esisto io, sei un mio parassita, per vivere hai bisogno di me. Se mi ammazzi muori anche tu. Questa sfida è diventata così personale e così umana che ho continuato a fumare come prima e più di prima."
Oriana Fallaci da un'intervista rilasciata a Lucia Annunziata e Carlo Rossella il 16 dicembre 2001
21 notes
·
View notes