#propaganda sovietica
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“ I raggi delle torri non erano destinati ai degenerati. Agivano sul sistema nervoso di tutti gli esseri umani che abitavano su quel pianeta. Il meccanismo fisiologico non era ancora stato individuato, ma gli effetti principali dell'irradiazione si potevano riassumere così: il cervello perdeva la propria capacità di analisi critica. Ogni individuo pensante si trasformava in un individuo credente e, come se non bastasse, credente in maniera fideistica e fanatica, a dispetto dell'evidenza della realtà. A chi si trovava nel campo di irradiazione si poteva far credere qualsiasi cosa con i mezzi più elementari, e costui recepiva ciò che gli veniva inculcato come l'unica verità possibile ed era disposto, in suo nome, a vivere, soffrire e morire. E questo campo era onnipresente. Invisibile, onnipervasivo, eterno. A irradiarlo ininterrottamente era la gigantesca rete di torri che copriva il Paese. Come un enorme aspirapolvere, risucchiava da decine di migliaia di anime qualsiasi dubbio riguardo a ciò che strombazzavano giornali, radio, televisione, opuscoli, ciò che sostenevano gli insegnanti a scuola e gli ufficiali nelle caserme, ciò che splendeva sulle scritte al neon nelle strade e che predicavano dai pulpiti delle chiese. I Padri Ignoti dirigevano a loro piacimento la volontà e l'energia di milioni di persone. Potevano costringere le masse ad adorarli (e lo facevano); potevano suscitare in esse un odio imperituro nei confronti dei nemici interni ed esterni; avrebbero potuto trasformarli a milioni in carne da cannone e da mitragliatrice, e quei milioni sarebbero andati a morire senza batter ciglio; avrebbero potuto obbligarli ad ammazzarsi l'un l'altro in nome di qualsiasi cosa; avrebbero potuto scatenare un'epidemia di suicidi, se gliene fosse punta vaghezza... I Padri potevano tutto. “
Arkadij e Boris Strugackij, L'isola abitata, con una postfazione di Boris Strugackij, traduzione e saggio critico di Valentina Parisi, Carbonio editore (collana Cielo stellato n° 42), 2021¹, pp. 205-206.
[1ª Edizione originale: Обитаемый остров (versione censurata) sulla rivista letteraria sovietica Neva nel 1969, numeri 3, 4 e 5]
#L'isola abitata#Strugackij#Strugatsky#Strugatzki#leggere#letteratura fantascientifica#Strougatski#letture#fantascienza#letteratura sovietica degli anni '70#utopia#distopia#narrativa#letteratura degli anni '60#Valentina Parisi#oppressione#libri#citazioni letterarie#assolutismo#tirannia#rivoluzione#Urss#romanzi di fantascienza#militarismo#propaganda#eversione#autodeterminazione#libertà#ipnosi#controllo mentale
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Il 9 maggio 1945 dovrebbe essere considerata come una delle più importanti e cruciali date di tutto il Novecento e anche dell’intera storia umana. Quel giorno memorabile le forze dell’Armata Rossa e delle brigate partigiane sovietiche sconfissero definitivamente i criminali eserciti nazifascisti sul vasto fronte orientale. Senza la straordinaria resistenza sovietica, l’esercito tedesco avrebbe potuto dilagare a Est, impadronirsi delle più preziose materie prime e sconfiggere gli alleati anglo-franco-americani. La Germania nazista era vicina alla realizzazione della bomba atomica e disponeva di una scienza missilistica di almeno 15 anni più avanzata di quella dei suoi nemici. Verosimilmente l’Europa sarebbe diventata un campo di morte, una terra disseminata di campi di sterminio, di camere a gas e forni crematori, non un solo ebreo sarebbe sopravvissuto, i popoli slavi avrebbero conosciuto una nuova schiavitù. Per contrastare questo incubo, i popoli sovietici hanno sacrificato 27 milioni di vite, di cui 12 milioni russe, hanno patito distruzioni e sofferenze inenarrabili e hanno affrontato una guerra il cui scopo era lo sterminio totale, questo era l’intento dichiarato di Adolf Hitler, soggiogare i popoli slavi, sterminare il popolo russo. L’eroismo dei combattenti dell’Armata Rossa e dei cittadini sovietici sfida le più iperboliche narrazioni di epopee eroiche. Si pensi a Stalingrado e se è possibile ancora di più a Leningrado, assediata per tre anni. Nella Venezia del Nord la resistenza dei cittadini oltre che dei combattenti fu sovrumana. In questa grandiosa città gli abitanti e chi li guidava riuscirono a concepire l’inaudito, edificarono una strada, la famosa “Via della Vita”, sul lago ghiacciato Ladoga per portare rifornimenti alla città martoriata. In seguito, a guerra non ancora terminata, appena morto Roosevelt, Henry Truman, nuovo presidente Usa individuò nell’Unione Sovietica il nemico ideale del dopoguerra. Gli apparati di propaganda del governo, del Pentagono e dei servizi segreti statunitensi approntarono un infernale campagna di propaganda basata su una miscela tossica di russofobia e anticomunismo isterico per rappresentare l’Urss come il regno del male. Alcune istituzioni, create espressamente, seminavano le menzogne più infami. L’Europa comunitaria progressivamente sintonizzandosi sulla temperie stelle e strisce ha finito con l’allinearsi alla stessa propaganda, sulla spinta di governi fascistoidi di alcuni paesi dell’Europa dell’Est, fino alla perversione di apparentare comunismo e nazismo con l’intenzione di criminalizzare la Federazione Russa. Tutto ciò ha portato a ignorare artatamente la ricorrenza del 9 di maggio, a gettare l’oblio sul sacrificio di 27 milioni di cittadini russi e sovietici. È nostra intenzione riparare a questa vergogna per restituire onore e giustizia a quegli straordinari esseri umani a cui ogni cittadino europeo e non solo deve imperitura gratitudine.
Moni Ovadia in un brano dell'intervento per la celebrezione della vittoria dell’Armata Rossa sui nazifascisti tenuto nella sede dell'Ambasciata Russa a Roma.
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La crociata dell'antifascismo dell'America di Roosevelt e dalla Russia sovietica non fu solo propaganda di guerra contro l'Asse ma una campagna diffamatoria volta a creare senso di colpa eterno nell'anima delle nazioni europee paralizzandone la volontà di lotta.
-Adriano Romualdi
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“siamo contro il sionismo, non contro gli ebrei" :<
**affermazione del medioman, il quale procede condividendo trita e decotta propaganda nazi e sovietica sul popolo ebraico,
** crede davvero che gli ebrei sian tutti ricchi banchieri lobbyizzati (come dire che gli italiani sono tutti mafiosi),
**non ha la più pallida idea della geografia, quale fiume e mare intendano i palestinesi,
**diffonde l'idea che l'unica democrazia dell'area, Israele, sia uno stato etnico e teocratico: il ribaltamento della realtà più incredibile,
**condanna la violenza israeliana mentre assiste passivo al terrorismo di Hamas e al suo sfruttamento brutale dei Gazawi.
**L'antisemitismo di per se sarebbe negativo, afferma, ma subito aggiunge MA -
** se la vanno a cercare, afferma come un vecchio bavoso rivolto a ragazzine in minigonna,
**supporta e condivide post contenenti ridimensionamenti o negazioni dell'olocausto,
**tace riguardo al massiccio aumento dell'antisemitismo e della violenza contro gli ebrei nell'Occidente, causato dall'attivismo di cellule di immigrati arabi che condivide e rilancia,
**nulla sa riguardo alle deportazioni di ebrei dai paesi arabi che circondano Israele, sulla violenza, sui pogrom che han superato nei numeri e atrocità quanto subito dai palestinesi sfollati,
** nulla sa del destino degli arabi che, invece di dirsi "palestinesi", rimasero in Israele alla sua fondazione: sono cittadini israeliani integrati, e, unici tra tutti i musulmani della regione, godono di tutti i diritti e vantaggi di una democrazia matura,
**indica ebrei e condivide elenchi abitazioni ed esercizi commerciali, senza capire come ciò rispecchi l'inizio dell'antisemitismo di massa del passato,
**usa frasi tipo "era meglio se Hitler avesse finito il lavoro" e si crede spiritoso nel dirlo,
**nega i legami tra hamas e l'ente Onu Unrwa,
**molesta i creatori di contenuti pro ebrei,
**ignora il colonialismo e schiavismo arabo e la invasione musulmana della regione,
**non comprende lo stretto legame tra terrorismo propal e degrado da migrazioni in atto in Occidente,
** non si preoccupa delle intimidazioni e violenze islamiche dirette agli ebrei in casa nostra, non comprende che non si fermeranno a loro.
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Da almeno sessant’anni, molti sedicenti progressisti strumentalizzano e contestano la presenza dello Stato ebraico denunciandone i presunti tratti nazisti. Spesso usando lo stesso vocabolario di chi marcia sulle pietre d’inciampo
Da almeno sessant’anni l’esistenza di Israele è la causa pretestuosa dell’inesausta rimonta antisemita. È quella, è l’esistenza di Israele, a camuffare e rendere presentabile l’odio antisemita. È quella, l’esistenza di Israele, a far comporre la giudiziosa condanna del gesto antisemita nella puntuale cornice storicizzante dei “ma” e dei “tuttavia”. È quella, l’esistenza di Israele, a fare alternativamente tremebonda o recessiva la condanna dell’antisemitismo. È quella, l’esistenza di Israele, a nutrire il negazionismo che liquida al rango di una fungibile inurbanità la stella disegnata sulle case degli ebrei, e che indugia sulla differenza fondamentale tra decapitazione e sgozzamento e sul numero effettivo delle donne stuprate il 7 ottobre.
E si noti che l’esistenza di Israele è sempre stata la causa pretestuosa della violenza antisemita a prescindere dal fatto che a governare il Paese fosse questo o quello, e a prescindere da come il Paese è stato governato.
Questo è il motivo per cui l’antisemitismo politico, costituzionale, strutturale, risiede a sinistra, e in particolare nella sinistra comunista e post comunista. La quale è politicamente, costituzionalmente e strutturalmente incapace di assolversi dall’antisemitismo che tradizionalmente la affligge perché non ha mai risolto il proprio rapporto disturbato con l’esistenza stessa di Israele. La sinistra, e quella comunista e post comunista in particolare, è impregnata della propaganda sovietica (la stessa adoperata oggi da Mosca contro l’Ucraina) che ormai più di mezzo secolo fa contestava l’esistenza di Israele denunciandone i presunti tratti nazisti, ed è una propaganda che in vernacolo post comunista risuona nei silenzi davanti agli attentati antisemiti e nelle complessità argomentative sistematicamente tirate in mezzo quando si tratta di occuparsi non della legge elettorale israeliana, ma della bomba fatta esplodere su uno scuola bus pieno di bambini.
Spesso in piena malafede, sempre con inescusabile superficialità, quella sinistra assume il contegno presunto equanime che dice “no all’antisemitismo” mentre discute delle inappropriatezze israeliane: e quando è solo superficiale non si accorge che in tal modo si presta a quel gioco di veicolazione dell’odio antisemita, mentre quando è in malafede lo conduce spregiudicatamente, uniformandosi all’abecedario filo-terrorista che mette la rubrica “resistenza” sulla notizia di una sinagoga devastata a Seattle e sulla scena dei cortei che in nome della pace inneggiano alla caccia agli ebrei. Non a Ramallah, ma a Berlino, a Londra, a Roma, in allegra marcia democratica sulle pietre d’inciampo.
Domani assisteremo al trionfo di questo scempio, che dal 7 ottobre è andato confezionandosi in una perfezione sinora inedita e che trova in quella sinistra un elemento collaborazionista che non solo accetta, ma promuove, vagheggiamenti di soluzione finale light cannibalizzati nella giudiziosa denuncia dell’oltranza israeliana. E, l’Aia aiutando, lo spettacolo avrà anche il suo bell’addentellato di diritto. Il sigillo dell’antisemitismo democratico.
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Baltici.
Conosciamo tutti la storia e sappiamo che l'unione sovietica era una dittatura e che i paesi del blocco sovietico vivevano nel terrore e costretti a restrizioni di ogni tipo. Poi cadde il muro di Berlino e quei paesi si liberarono da questa tirannia, ma molti non sanno che tanti russi restarono perché erano nati in quei paesi e non nella federazione russa che da li a poco sarebbe nata. Una cosa che notai quando venni la prima volta in Estonia (1999) fu proprio questa, una fetta di popolazione era russa, parlava russo e viveva in un circolo ristretto dove erano tutti russi, ma russi nati in Estonia. Questa cosa non è cambiata nel tempo anche se molti di loro, quelli delle generazioni dai millenials in poi si sono adeguati alla lingua e sono usciti dal cerchio, questo perché comunque sono nati qua e non in russia, quindi in molti casi si sentono più estoni che russi. Stessa cosa negl'altri due paesi baltici. Nel 2004, per farvi un esempio, nacque mio figlio qua in Estonia e in ospedale le infermiere, non proprio giovani, mi parlavano in russo perché se non sei estone sei russo, nella loro testa. Oggi leggo una notizia molto propagandistica, direi, che putin ha minacciato i paesi baltici che stanno espellendo i russi, sempre quelli nati in loco in special modo in Lettonia. Partendo dal fatto che non si sa se vladimiro abbia minacciato o meno le piccole repubbliche perché non abbiamo sentito le sue parole direttamente, ed è probabile che sia indispettito per questa cosa e niente di più, però il tempo dove ho letto la notizia non specifica la fonte, quindi potrebbe essere una bufala, sempre per la propaganda contro i russi, perché ricordiamoci che putin è uno solo e che dietro di lui c'è la duma e i magnati del gas e del petrolio. Quindi cerco notizie in locale attraverso ERR che è il principale stumento informativo estone e leggo che il patriarca della chiesa ortodossa russa in estonia è stato espulso e deve andare via entro il 6 Febbraio, questo perché può minare la sicurezza pubblica, poi trovo un articolo che parla di un professore dell'università di Tartu che è stato licenziato perché indagato dal servizio interno come spia dei russi, quindi arrestato. Nell'articolo parla di una ricerca forsennata di altre persone che potrebbero essere spie al soldo di Mosca. Poi c'è un articolo molto lungo che è un'intervista ad un capoccia della sicurezza interna a cui viene chiesto svariate cose su come reclutano una spia, come si becca e cattura e cose del genere.
Poi ci sono vari articoli sulla guerra in ukraina, sul fatto che lo stato estone paga parecchi dindini per quella guerra, cosa che a molti estoni non è gradita per il fatto che il paese non è così ricco e leva soldi a loro stessi per le infrastrutture. Insomma una situazione non proprio delle più ideali, ma l'espulsione dei russi e sta cosa delle spie sembrano più propaganda che altro. Sono risalito alla notizia di un giornalaccio americano che è il primo che ha detto sta cosa che "putin in un futuro potrebbe attaccare le repubbliche baltiche per proteggere i suoi cittadini", bella cazzata, dove la mettete la questione "allargamento della nato ad est?". Se questi tizi, nel mio caso gli estoni, non volevano tutta sta caciara perché non si dichiaravano neutrali ma con la protezione nato così da fare da stati cuscinetto tra i due schieramenti? Lo sapevano benissimo che prima o poi sarebbe successa qualcosa e che c'è il rischio che sono i primi ad essere attaccati perché confinanti con la russia. La paura è normale, l'estonia non ha una popolazione grossa, più o meno quanto quella di Milano, e non ha delle forze armate che possono contrastare quelle russe, quindi per forza di cose da conigli si sono alleati con lo zio sam, il demonio in persona, ma allo zio non frega un cazzo se vi invadono, anzi a lui fa comodo così può dimostrare quanto il suo nemico sia cattivo.
Che sia vero o meno che la russia ha quest'idea di invadere un paese della nato mi sembra un pò na cazzata, per quanto stronzi i russi non sono stupidi e sanno benissimo che potrebbero tirarsi dietro tutti i paesi del patto atlantico, ma potrebbe essere una mossa strategica una volta iniziata la guerra a taiwan (che è sicuro che scoppierà a questo punto visto quello che sta succedendo in medio oriente, si è tutto collegato), oppure altra ipotesi è che è un bluf, perché una volta iniziata la guerra con la Cina sia i russi che i nord coreani si potrebbero coalizza contro gli yankee per dargli un colpo di grazia, ricordo sempre che la russia e l'alaska sono molto vicine, il bluf porterebbe gli yankee a proteggere con uomini e armamenti i confini qua e sottrarrebbero risorse dall'altra parte. Si vede che sono un bravo giocatore di risiko eh?
Comunque, personalmente che invadano o meno non mi frega un cavolo, fosse per me venderei la casa e me ne andrei comunque da sto posto di merda, per andare dove non lo so, a me basterebbe andare via da qui e non tornarci mai più, peccato che la mia compagna è nativa e che difficilmente si vorrà spostare, e non penso che potrò convincerla semplicemente dicendole che i russi invaderanno forse un giorno.
Resto dell'idea che l'Europa dovrebbe scrollarsi di dosso questa relazione tossica con gli yankee e iniziare a marciare per fatti suoi, ma la vedo difficile per via di un servilismo acuto, che si potrebbe anche dire "per un pugno di mosche corrotte", a nessuno fa comodo che il vecchio continente sia forte perché potrebbe determinare grossi cambiamenti a livello globale, com'è stato in passato.
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Chi ritiene paradossale che AfD trionfi nell’ex Germania orientale forse non ha chiaro cosa ha rappresentato la DDR oltre la propaganda dei suoi media: uno Stato post-fascista. Può sembrare una provocazione, ma non lo è. All’ombra dei manifesti e dei discorsi pubblici, molti tedeschi dell’est (non tutti) hanno continuato a pensare come i loro genitori e nonni, cresciuti in un Paese isolato, sotto la guida di un solo partito, in cui ogni aspetto era controllato dalla polizia segreta e non abituato alla presenza di stranieri. I lavoratori provenienti dalla Polonia o dalle nazioni africane nell’orbita sovietica erano oggetto di insulti ripetuti, talvolta di attacchi violenti. Circostanze nascoste dai notiziari, che giudicavano impossibile che simili fenomeni avvenissero in uno Stato socialista. La narrazione ufficiale scaricava su Bonn tutte le colpe per quanto avvenuto nella Seconda guerra mondiale, Olocausto compreso. Vi sorprende, in fondo, che i livelli di antisemitismo in Germania siano più alti laddove non c’è stata una riflessione autentica sulle responsabilità di fronte alle deportazioni e ai massacri?
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AVVOCATESSA IRANIANA VS I PACIFINTI - PARTE 3: LA PROPAGANDA SOVIETICA N...
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Sport e Guerra: Un connubio complesso e controverso
Lo sport e la guerra sono due concetti che, all'apparenza, appaiono diametralmente opposti. Lo sport celebra l'abilità fisica, la disciplina, il fair play e la cooperazione, mentre la guerra rappresenta la violenza, il caos, la distruzione e la sopraffazione. Tuttavia, nel corso della storia, questi due mondi si sono spesso intrecciati in modi complessi e controversi. Lo sport come strumento di propaganda e di potere Fin dall'antichità, lo sport è stato utilizzato come strumento di propaganda e di potere. Le prime Olimpiadi, ad esempio, erano strettamente legate alla religione e alla cultura greca, e servivano a celebrare la forza e la supremazia del popolo greco. In tempi più recenti, regimi totalitari come la Germania nazista e l'Unione Sovietica hanno utilizzato lo sport per promuovere la propria ideologia e per rafforzare il senso di identità nazionale. Lo sport come strumento di pace e di riconciliazione Nonostante il suo utilizzo per scopi nefasti, lo sport può anche essere un potente strumento di pace e di riconciliazione. Eventi sportivi internazionali come i Giochi Olimpici e i Mondiali di calcio possono riunire persone di diverse culture e nazionalità, creando un senso di unità e di fratellanza. Lo sport può anche essere utilizzato per promuovere il dialogo interculturale e per abbattere le barriere tra gruppi in conflitto. Esempi di sport e guerra nella storia La storia è ricca di esempi di come lo sport sia stato utilizzato sia in tempo di guerra che di pace. Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, diverse partite di calcio furono giocate tra soldati nelle trincee. Le Olimpiadi del 1936 a Berlino furono utilizzate da Hitler per propagandare la sua ideologia nazista. Al contrario, i Giochi Olimpici del 1992 a Barcellona furono un simbolo di unità e di pace dopo la fine della Guerra Fredda. Il dibattito attuale Oggi, il dibattito sul rapporto tra sport e guerra continua. Alcune persone sostengono che gli atleti e le squadre sportive non dovrebbero essere coinvolti in conflitti politici o militari. Altri, invece, ritengono che gli sportivi abbiano la responsabilità di utilizzare la loro piattaforma per promuovere la pace e la giustizia. Il rapporto tra sport e guerra è complesso e sfaccettato. Lo sport può essere utilizzato sia per scopi positivi che negativi, e il suo impatto sulla società può variare a seconda del contesto storico e politico. È importante essere consapevoli delle diverse implicazioni dello sport e di utilizzarlo in modo responsabile per promuovere la pace e la comprensione tra le persone. Foto di ds-grafikdesign da Pixabay Read the full article
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Se sapessimo che il PIL della Russia è grande quanto quello della Spagna ...
La situazione è ancora peggiore se guardiamo alla prosperità pro capite. La Russia è paragonabile al Messico o al Brasile:
De Ficchy Giovanni La spesa militare è molto importante e non dispone di fondi sufficienti per realizzare tutti i piani di modernizzazione previsti e diffusi dalla propaganda. Ha un esercito importante ma con molte carenze rilevanti. La Russia vive in gran parte della reputazione dell’Unione Sovietica. C’è stato un tempo in cui l’Unione Sovietica era una potenza mondiale. Aveva la seconda…
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Uomo, natura e società [pt.2]
E' vero però che la tecnica e la scienza moderna, le conoscenze acquisite dall'umanità in questi ultimi decenni, sono anche tali da poter garantire quasi sempre condizioni di integrità fisica e di benessere ai lavoratori, ed a tutta la popolazione. Se le nuove tecniche comportano sempre dei rischi, la differenza sostanziale fra un sistema politico-sociale al servizio dell'uomo ed un sistema che asservisce l'uomo sta nella previsione e nel controllo di questi rischi. Per esempio, l'industria moderna crea ogni anno migliaia di sostanze chimiche nuove: è essenziale che prima di essere introdotte nella produzione siano studiate nei loro effetti biologici, analizzate, sperimentate in laboratorio su animali. Ed è essenziale il loro dosaggio, il limite della quantità di tali sostanze che può essere assorbita dall'uomo. Ebbene, se si paragonano i MAC (cioè le massime concentrazioni di sostanze tossiche ammesse dalle leggi sull'igiene del lavoro) negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica, si vede che nell'atmosfera delle fabbriche americane vengono tollerate concentrazioni di materie nocive in percentuali 5-10 volte superiori di quelle ammesse dalla legislazione sovietica. Poiché << è la dose che fa il veleno >>, è chiaro che nel primo caso il danno all'organismo è grave, nel secondo caso è minimo oppure inesistente. Un altro esempio: gran parte della legislazione previdenziale, e della stessa struttura del salario, nei paesi capitalistici, tende a risarcire in moneta i danni alla salute degli operai, e ad evitare le misure di prevenzione. Pagando una aliquota del salario all'assicurazione infortuni, il padrone si sente tranquillo: nessuno gli chiederà più conto degli incidenti accaduti nella sua fabbrica. Pagando un'indennità di rischio agli operai, si può continuare a farli lavorare in ambiente nocivo. Nell'Unione Sovietica, sono le aziende che devono corrispondere le indennità per infortunio; e se residua un'invalidità, l'azienda dove è avvenuto l'incidente deve integrare per tutta la vita dell'operaio l'indennità statale, fino al livello dell'interno salario. In questo modo, l'azienda è cointeressata e quasi costretta ad adottare le misure di prevenzione. Un terzo esempio, abbastanza noto perché colpisce subito chiunque visiti una fabbrica sovietica, è che i ritmi di lavoro sono più lenti che da noi, maggiori le piccole pause, minore la pressione per ridurre i tempi morti. E' chiaro che l'Unione Sovietica rischia così in certe fabbriche di produrre meno di analoghe fabbriche capitalistiche, e paga così un prezzo di termini di produttività immediata del lavoro, ed anche di competitività economica internazionale. Ma il fatto che nell'URSS non vi sia stato negli ultimi dieci anni, un aumento delle nevrosi fra gli operai, il fatto che i lavoratori sovietici non rischiano di essere vecchi a quarant'anni, compensa largamente altri svantaggi, mostra chiaramente che la vita dell'uomo, la sua salute, la sua libertà devono stare al di sopra di ogni altra considerazione. E poi, se si guarda all'economia con criteri meno miopi, l'incremento della produzione a lungo termine, il ritmo complessivo (e non solo aziendale) dello sviluppo economico di un paese può derivare solo dal dispiegamento totale delle possibilità scientifiche e dall'utilizzazione << umana >> delle risorse umane, non certo dallo sfruttamento brutale dei lavoratori; può derivare solo dall'automazione delle macchine, non certo dalla riduzione degli uomini ad automi.
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione centrale stampa e propaganda del PCI
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In una sala gremita, presso Francavilla al Mare, Rino Rocchelli sorride alla platea e ringraziando, dopo aver ricevuto un premio dedicato alla memoria del figlio, dice una frase molto significativa: “La Verità è stata trovata, non la Giustizia”. Non si può riassumere meglio quello che è successo il 24 maggio del 2014. Andy Rocchelli era un talento fotografico riconosciuto, i suoi reportage dai territori dell’ex Unione Sovietica erano precisi nello stile e riconoscibilissimi, la stima del suo lavoro era evidente e non deve essere riscoperta. Coprendo la questione del Donbas nei mesi dei referendum non riconosciuti del 2014, Rocchelli morirà insieme al collega e amico Andrej Mironov sotto il fuoco dalla parte ucraina nei pressi di Slovjiansk. Rimarrà ferito ma vivo il corrispondente francese William Roguelon. La notizia sconvolse l’industria fotografica nel profondo, furono tantissimi i presenti al funerale di Rocchelli a Pavia, e il ricordo addolorato dei ragazzi e delle ragazze di Cesuralab, realtà fotografica che Andy fondò anni prima insieme ad un pugno di altri fotografi, è un’immagine fortissima che rimarrà impressa a tutti i presenti. Il caso Rocchelli purtroppo si evolverà in una questione politica, da una parte i filo ucraini in Italia considereranno la questione argomento di propaganda filorussa, dall’altra molti canali simpatizzanti proprio dei filorussi useranno Rocchelli per descrivere gli ucraini come atroci assassini. È un’ingiustizia nell’ingiustizia, poiché la morte di Rocchelli rimane un dolore umano: un collega è rimasto brutalmente ucciso mentre faceva il suo mestiere, e chiunque abbia voluto indagare per capire chi fosse il colpevole di quest’atrocità ha fatto il suo sacrosanto dovere. Invece le indagini saranno sempre inquinate dalle urla di varie tifoserie, in particolare quando verrà arrestato Vitalij Markiv nel 2017. Il soldato ucraino venne accusato dell’uccisione dei reporter poiché era presente sulla collina da dove sono partiti i colpi, la quale era presieduta dal reparto della Guardia Nazionale di cui Markiv faceva parte e da uno dell’esercito. Il processo sarà piuttosto teatrale, ucraini presenti sempre in aula accoglieranno ogni volta Markiv con l’urlo “Slava Ukraïni!” e la risposta “Heroiam slava!” (Gloria all’Ucraina! Gloria agli Eroi!). Secondo il governo ucraino Markiv è vittima di un processo persecutorio fatto nell’isterismo di trovare un colpevole. Dall’altra parte le autorità italiane denunceranno chiaramente gli ostacoli posti dalle autorità ucraine durante le indagini nel tentativo di sabotarle. Il processo, il 3 novembre del 2020, finisce con l’assoluzione di Markiv che arriva per un errore formale. In un battito di ciglia Markiv se ne torna in Ucraina accolto da eroe. Il suo paese è già governato dal presidente Zelenskiy, che su questo tema non ha mai pronunciato una sillaba negli incontri oramai super amichevoli tra i nostri paesi. Solamente lo sforzo di due reporter italiani, Giuseppe Borello e Andrea Sceresini, porterà nuovi dettagli che metteranno luce su chi è colpevole di quello che è successo.
[...]
In tutto questo sulla famigerata lista ‘Myrotvorec’ il nome di Rocchelli era presente e orribilmente segnalato come: “liquidato”. Come se fosse stato un nemico politico, non un giornalista che svolgeva il suo lavoro. Ma su quella lista molti corrispondenti italiani ci finiscono ancora oggi, le autorità ucraine dicono che non la ritengono ufficiale e non ha peso, ma i nomi ci sono e uffici stampa, comandanti, soldati, fixer che sono legati a ideologie di estrema destra invece la leggono come fosse il Vangelo.Sulla morte di Rocchelli bisogna rimanere solidi “rompicoglioni”: quello che gli è successo è un crimine di guerra ed essere obiettivi significa che, se piangiamo i colleghi morti in Donbas sotto i bombardamenti dell’artiglieria russa, si deve anche puntare il dito su chi è responsabile nella Difesa ucraina, perché una famiglia ha perso un figlio, un’attivista che era voce autorevole per i diritti umani come Mironov non c’è più, colleghi si stringono nel dolore di un fratello ucciso ed è semplicemente insopportabile che su mille strette di mano e abbracci non venga detta la frase: la questione va chiusa per il bene della Giustizia. Qualcuno potrà pensare che Rocchelli si sia trovato nel posto sbagliato e queste cose capitano quando ci si immischia in una guerra. Questo pensiero è sbagliato e può esserlo per due motivi: o non fai il reporter e non conosci le dinamiche oppure sei fazioso, perché un reporter è sempre nel posto giusto quando la sua esperienza e il suo intuito lo portano dove la storia è presente. Gli incidenti capitano, ma qui parliamo di un’uccisione intenzionale.
[...]
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The only thing collapsing are the theories the west likes to make up when bored
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🤪 OGNI CICLO DELLA "CHINA COLLAPSE THEORY" SI È CONCLUSO CON IL COLLASSO DELLA TEORIA STESSA, E ANCHE QUESTO CICLO NON FARÀ ECCEZIONE 😂
💬 «La cosiddetta "China Collapse Theory" è riemersa ultimamente nell'opinione pubblica occidentale. È interessante notare che, mentre queste persone fanno del loro meglio per denigrare l’attuale Economia Cinese, riconoscono le prestazioni e i risultati ottenuti dall’Economia Cinese nel passato, creando un confronto in cui venerano il passato e trascurano il presente» 🤦♀️
💬 «La verità è che sono, o appartengono, allo stesso gruppo di persone che da oltre 40 anni sostiene la "China Collapse Theory". Le loro conclusioni sono state tratte molto tempo fa e la loro logica rimane la stessa. [...] Ogni ciclo della "China Collapse Theory" si è concluso con il collasso della teoria stessa, e questo ciclo non farà eccezione» 😂
一 Editoriale "The development of China will shatter all bad-mouthing voices" del "环球时报", tabloid di proprietà del Partito Comunista Cinese 🇨🇳
😂 Ma tranquilli, cari 小丑, potete continuare da bravi 奴隶 con la vostra propaganda. Essa attecchisce solo in Occidente, e convince sempre meno persone, ma è chiaro che i giornali occidentali devono rispondere alla chiamata del proprio 主人 😂
😂 意大利期刊与法国或德国期刊一样,都是美利坚合众国的奴隶。它们不断重复美国对中国的宣传。读意大利期刊对中国经济的 "分析 "非常有趣,因为意大利经济就是个笑话,被债��、可怕的基础设施和糟糕的市场环境摧毁了 🇮🇹 🇫🇷 🇩🇪 😂
🤔 A dire la verità, il fatto che l'Occidente sbagli sempre le analisi sulla Cina, in ogni settore, è un grande punto a favore per la Cina. Inoltre, è sempre molto comico leggere anche solo i titoli degli "esperti di Cina" che non sanno neanche contare fino a cinque in Cinese, e che - se anche volessero - non riuscirebbero a trovare neanche un articolo su Baidu, figuriamoci un documento di importanti economisti Cinesi 😂
😂 Se già «essere dei Gordon G Chang» era ridicolo negli anni '90, pensate ora. Le persone che ogni giorno pubblicano articoli, in Occidente, incentrati sulla "China Collapse Theory", con i classici mantra da terrorismo psicologico in stile «trema l'economia mondiale», ripetono da anni le stesse sciocchezze, che non si sono mai avverate 😂
😂 Tuttavia, questi 小丑 non hanno mai corretto le proprie posizioni, ma - anzi - continuano a rilasciare le medesime menzogne propagandistiche. Inoltre, sono gli stessi "esperti" che davano per morta in poche settimane l'Economia della Russia. 笨蛋 è uno dei modi con cui possono essere descritti 👍
🔍 Approfondimenti sulla ridicola "China Collapse Theory":
😂 "China will collapse" / "China is the biggest world threat" - il dualismo ridicolo della propaganda anti-Cinese 🤡
"Ogni previsione dell'Occidente sul "Collasso della Cina" è fallita" 😂
⭐️ «Dopo la Riforma e Apertura (改革开放), dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica [...], l'opinione pubblica internazionale si è costantemente scagliata contro la Cina e non c'è stata fine alle teorie del "collasso della Cina", eppure la Cina non è crollata. Al contrario, la nostra forza aumenta di giorno in giorno»- Xi Jinping, "Sostieni e sviluppa il Socialismo con Caratteristiche Cinesi" 🚩
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🤪 EACH CYCLE OF THE "CHINA COLLAPSE THEORY" HAS ENDED WITH THE COLLAPSE OF THE THEORY ITSELF, AND EVEN THIS CYCLE WILL BE NO EXCEPTION 😂
💬 «The so-called "China Collapse Theory" has recently resurfaced in Western public opinion. Interestingly, while these people try their best to denigrate the current Chinese economy, they acknowledge the performance and achievements of the Chinese economy in the past, creating a comparison where they revere the past and neglect the present"
💬 «The truth is that they are, or belong, to the same group of people who have been supporting the "China Collapse Theory" for over 40 years. Their conclusions were drawn a long time ago and their logic remains the same. [...] Every cycle of the "China Collapse Theory" has ended with the collapse of the theory itself, and this cycle will be no exception» 😂
一 Editorial "The development of China will shatter all bad-mouthing voices" of the "环球时报", tabloid owned by the Communist Party of China 🇨🇳
😂 Don't worry, dear 小丑, you can continue as good 奴隶 with your propaganda. It only takes root in the West, and convinces fewer and fewer people, but it is clear that Western newspapers must answer the call of their own 主人 😂
😂 意大利期刊与法国或德国期刊一样,都是美利坚合众国的奴隶。它们不断重复美国对中国的宣传。读意大利期刊对中国经济的 "分析 "非常有趣,因为意大利经济就是个笑话,被债务、可怕的基础设施和糟糕的市场环境摧毁了 🇮🇹 🇫🇷 🇩🇪 😂
🤔 To tell the truth, the fact that the West always gets its analysis wrong about China, in every sector, is a big plus point for China. Furthermore, it is always very comical to read even the headlines of "China experts" who can't even count to five in Chinese, and who - even if they wanted to - couldn't find an article on Baidu, let alone an important document. Chinese economists 😂
😂 If "being Gordon G Chang" was already ridiculous in the 90s, think now. People who publish articles in the West every day focusing on the "China Collapse Theory", with the classic psychological terrorism mantras in the style of "the world economy is shaking", have been repeating the same nonsense for years, which never came true 😂
😂 However, these 小丑 have never corrected their positions, but - on the contrary - continue to release the same propaganda lies. Moreover, it is the same "experts" who gave Russia's economy for dead in a few weeks. 笨蛋 is one of the ways they can be described 👍
🔍 Insights into the ridiculous "China Collapse Theory":
😂 "China will collapse" / "China is the biggest world threat" - the ridiculous duality of anti-Chinese propaganda 🤡
"Every prediction of the West about the "Collapse of China" has failed" 😂
⭐️ "After the Reform and Opening Up (改革开放), after the dissolution of the Soviet Union [...], international public opinion has constantly railed against China and there has been no end to theories of the "collapse of China", yet China did not collapse. On the contrary, our strength increases day by day» - Xi Jinping, "Uphold and Develop Socialism with Chinese Characteristics" 🚩
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Lavrov accusa la Nato di voler 'combattere' in Ucraina in quanto 'l'Alleanza ha dimostrato di non voler fermare le ostilità'
Lavrov accusa la Nato di voler 'combattere' in Ucraina in quanto 'l'Alleanza ha dimostrato di non voler fermare le ostilità' Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato la Nato di voler "combattere" in Ucraina in quanto l'Alleanza ha dimostrato di non voler fermare le ostilità. Durante la sua visita ufficiale a Minsk, in Bielorussia, Lavrov ha sottolineato che "per bocca" del segretario generale della Nato, Jens Stolteberg, Mosca sa che gli alleati dell'Ucraina "sono contrari al 'congelamento', come si suol dire, del conflitto in Ucraina". "Quindi vogliono combattere. Bene, lasciamoli combattere. Siamo pronti per questo", ha proseguito Lavrov, che ha incontrato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e gli omologhi dei Paesi che compongono l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva. Lavrov, citato dall'agenzia Interfax, ha assicurato che la Russia conosce gli obiettivi della Nato in Ucraina da "molto tempo" e che ora cerca di metterli in pratica. "Allo stesso tempo dichiarano che non stanno conducendo una guerra contro la Russia", ma "riconoscono che se non avessero fornito armi al regime di Kiev, tutto sarebbe finito - ha detto - Questo è un riconoscimento de facto che sono un partecipante diretto alla dichiarata guerra ibrida contro la Russia". Un “villaggio americano” alle porte di Mosca, dove ospitare i fan occidentali di Putin desiderosi di trasferirsi in Russia. È il nuovo progetto a cui sta lavorando il regime e che è stato presentato in questi giorni su Izvestija, il quotidiano controllato da Gazprom e megafono del Cremlino. “Decine di migliaia di cittadini dei paesi a noi ostili dell’Europa, della Nato e degli Stati Uniti stanno per trasferirsi in Russia e sono pronti ad adottare tutte le misure necessarie. Non hanno origini russe ma pensano che la Russia sia un’arca di tranquillità e decenza, dove vivere e far crescere i propri figli secondo i valori umani più tradizionali”. L’annuncio è venuto da Evgenij Primakov - nipote omonimo di colui che negli anni di Eltsin fu ministro degli Esteri e capo del governo, alfiere di un maggior protagonismo internazionale della Russia e poi influente consigliere di Putin - che oggi dirige l’agenzia governativa Rossotrudnichestvo. Formalmente dedicata alla “cooperazione umanitaria internazionale” e in particolare “ai compatrioti che vivono all’estero”, l’agenzia è in realtà erede diretta di quella che ai tempi dell’Urss fu la Voks, la celebre “Associazione sovietica per i legami culturali con l’estero”. Attraverso la Voks, fondata quasi un secolo fa dalla sorella di Trockij e moglie di Kamenev, passava il coordinamento delle tante “società di amicizia con l’Urss” diffuse in Occidente e la realizzazione dei bollettini di propaganda sovietica da distribuire ovunque nel mondo. Ma anche e soprattutto la cura - tra contatti, prebende, ospitalità e vigilanza quotidiana - degli intellettuali occidentali che venivano invitati a visitare la “patria del socialismo”: quei “pellegrini politici”, nella definizione di Paul Hollander, che in buona o cattiva fede prestavano nome e credibilità alla diffusione delle falsità sovietiche oltre la cortina di ferro. Ossessionato dal sogno di ricostruire la potenza perduta, Putin torna quindi ad utilizzare gli strumenti che furono dell’Urss. Non solo quelli di repressione politica e sopraffazione militare, ma anche quelli che ieri facevano leva sulla più classica propaganda e che oggi integrano e allargano la strategia della “guerra ibrida” già teorizzata da Valerij Gerasimov, da gennaio al comando dell’invasione russa in Ucraina.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Elodia Manservigi, la fiera comunista che conobbe il Gulag ma non condannò l' operato di Stalin
Non dovevo avere ancora compiuto i dodici anni quando conobbi Elodia Manservigi (1893-1968) che si era da poco trasferita a Roma dalla Urss dove aveva passato più di metà della vita, e buona parte nei campi di lavoro forzato al tempo delle purghe staliniane. Me ne avevano parlato i miei genitori, annunciandola come persona che aveva avuto una vita piena di tormenti. Era stato effettivamente così ma lei non ne aveva l'aria. Era una robusta plurisessantenne dai capelli bianchi, di buon umore e sempre con la sigaretta in bocca alla sovietica, cioè la immancabile 'Bielomor kanal' dal lungo bocchino di cartone. Aveva stretto amicizia con mia madre Fulvia, con la quale lavorava in una associazione collaterale del PCI. Ne aveva passate tante, ma era rimasta una militante di ferro, devota al Partito comunista ai suoi ideali di gioventù. Emiliana di Pontelagoscuro, nella bassa pianura ferrarese, di famiglia socialista, si era iscritta al PCI fin dal 1921. Operaia tessile, dopo l'espatrio clandestino del marito Angelo Valente, fu arrestata a Torino, e nel 1923 raggiunse l' Urss assieme al piccolo figlio Sergio. Da quel momento la vita di Elodia si fuse con quella del 'primo stato socialista del mondo' : studiò alla università Zapada, fu inviata dal PCI a Parigi, lavorò come dattilografa e annunciatrice delle trasmissioni di propaganda in lingua italiana. Nel 1936 prese la cittadinanza sovietica. La sua esuberanza e sincerità di espressione, che disapprovava apertamente i difetti di regime, e la tragica vicenda di suo fratello Lino Manservigi -condannato a morte nel 1938 come 'agente trotzkista', poi riabilitato-precipitarono la situazione all'inizio della guerra. Arrestata il 31 ottobre 1940 con l'accusa di "propaganda antisovietica e diffusione di invenzioni calunniose antisovietiche", Elodia Manservigi, fu internata nelle carceri del NKVD, condannata a 5 anni di lavori forzati nel campo di Karaganda (Kazachistan). Nel 1946, scontata la pena, lavorò a Tokarevka, in Kazachstan, fu inserviente in un bagno pubblico e infine operaia in un calzaturificio di Karaganda. In questo periodo venne a sapere che anche suo figlio Sergio, militare della Armata Rossa, era stato confinato in una località siberiana dove era morto. La pena per le sorti familiari accompagnò la vita di Elodia Manservigi fin dopo la morte di Stalin. L'avvento di Krusciov le consentì di fare valere le sue ragioni: venne riabilitata nella estate del 1955 e le fu assegnata una pensione. Giunta in Italia Elodia Manservigi non smise di battersi per le sue idee. Si riteneva sempre una 'rivoluzionaria di professione'; e a me che le domandavo curioso spiegazioni sul regime in URSS, Elodia rispondeva con una sicurezza sorridente, quasi 'gogoliana'. La sua prima preoccupazione era difendere la Urss da ogni attacco, e temeva che si potesse approfittare del suo 'caso personale' per condannare il regime sovietico, e non solo quello...Stalin restava per lei un grande rivoluzionario: ' era bravo ed aveva tante buone ragioni-ripeteva- ed ha molte meno colpe di quelle che si dicono: è stato vittima della burocrazia e dei personaggi altolocati del regime'. Era piena di fiducia, e di tenacia, Elodia Manservigi. E la trasmetteva a chi la stimava e le era vicino. Di comuniste così, ma soprattutto di donne così, oggi se ne trovano poche... Morì a Roma nel 1968.
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