#produzioni locali
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Coldiretti Alessandria: un sit-in davanti a Palazzo Lascaris per difendere l'agricoltura locale
Più di mille agricoltori e allevatori si sono radunati davanti al Consiglio regionale a Torino per chiedere regole chiare e sostenibili per salvaguardare le aziende agricole e le stalle.
Più di mille agricoltori e allevatori si sono radunati davanti al Consiglio regionale a Torino per chiedere regole chiare e sostenibili per salvaguardare le aziende agricole e le stalle. Coldiretti Alessandria ha giocato un ruolo di primo piano nell’evento, portando la voce del territorio e ottenendo risultati importanti per il settore. Un grido di protesta per il futuro…
#abbruciamenti residui vegetali#agricoltura Alessandria#agricoltura di qualità#Agricoltura e ambiente:#agricoltura Piemonte#Agricoltura Sostenibile#Alessandria today#aziende agricole#Biodiversità#biodiversità agricola#Coldiretti Alessandria#Coldiretti Piemonte#concimaie#crisi agricola#Davide Nicco#economia agricola#economia rurale#eventi Coldiretti#filiere agroalimentari#Google News#italianewsmedia.com#Matteo Marnati#Mauro Bianco#normativa agricola#Normative regionali#Palazzo Lascaris#Paolo Bongioanni#Pier Carlo Lava#Produzione alimentare#produzioni locali
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Storia Di Musica #347 - Sonny Rollins, Tenor Madness, 1956
Le Storie Di Musica toccheranno il traguardo delle 350 puntate questo mese. Come ormai da prassi, il numero tondo è dedicato ad un disco di Miles Davis. E questa volta, in ossequio al filo rosso degli album legati tra loro, ho deciso di raccontare il rapporto tra Davis e una grande etichetta discografica, la Prestige Records. La Prestige fu fondata da Bob Weinstock nel 1949: appassionato di musica jazz, vendeva dei dischi per corrispondenza in maniera così incisiva che ben presto affittò un locale e lo trasformò in un grande negozio di dischi, il Jazz Record Center, sulla quarantasettesima strada di New York. Frequentando i locali jazz che lì vicino iniziavano a diventare famosi, legò con molti musicisti fino a fondare prima la New Jazz Records che dopo pochi mesi diventa la Prestige Records. Weinstock è stato un personaggio leggendario, dalle mille manie, alcune delle quali racconterò in questi appuntamenti novembrini, ed è stato negli anni '50 uno dei fari della musica jazz mondiale con la sua etichetta indipendente, insieme alla Blue Note, alla Riverside, alla Impulse! prima che anche i grandi gruppi discografici entrassero nel jazz in maniera decisa.
Weinstock era oltre che un appassionato un grande uomo d'affari, capace di intuire le potenzialità degli artisti e di essere per loro trampolino di lancio e di ottimizzare tempi e costi delle produzioni: pochissime prove per le registrazioni, e leggenda vuole che si registrasse due volte sui nastri di alcune take per risparmiare, leggenda nata dal fatto che per quanto la produzione Prestige fosse numericamente grandiosa, esistono pochissime alternative takes dei loro lavori. Nonostante come ingegnere del suono ci fosse una leggenda: Rudy Van Gelder, che non lavorava solo per lui ma anche per la Blue Note, famoso per la sua accuratezza e maniacalità. Le prime registrazioni avvenivano nel garage della casa di famiglia di Hackensack, nel New Jersey, luogo che divenne mitico tanto che Thelonious Monk dedicò al grande ingegnere un brano, Hackensack, per poi spostarsi di qualche km a Englewood Cliffs, sempre nel New Jersey.
In quello studio a Hackensack Sonny Rollins registra il 24 Maggio del 1956 il disco di oggi. Rollins all'epoca è già riconosciuto un gigante del sassofono, tanto che è famosa il commento di Max Gordon, leggendario proprietario del jazz club più famoso del mondo, Il Village Vanguard, che sosteneva: I critici e gli appassionati hanno pareri molto discordi sulla bravura di alcuni musicisti jazz, ma non su Sonny Rollins. Lui è il più grande, il più grande sax della sua generazione. Theodore Walter Rollins nasce a New York nel 1930 da una famiglia di origini caraibiche, i cui "suoni" influenzeranno la sua carriera futura. Fa un apprendistato breve ma intensissimo, suonando con i più grandi: J.J Johnson, Monk, Bud Powell, Max Roach e soprattutto Miles Davis e Charlie Parker. È il primo che trasporta la rivoluzione del bop sul sax tenore. Con Davis dimostra anche le sue già ottime capacità compositive scrivendo pezzi diventati famosi, come Airgin e Oleo. Però ha un difetto: ad un certo punto sparisce, per i motivi più strani. Nel 1954 si ritira a Chicago, per non cadere in tentazione tra soldi e droga, per continuare a studiare facendo lavori manuali. Quando ritorna a New York, suona per la Prestige in uno dei primi 33 giri del jazz, Dig. Nel 1955, tornato nel gruppo di Davis, poco prima di un'importante serie di concerti al Teatro Bohemia, sparisce di nuovo, stavolta per disintossicarsi. Ritorna nel 1956, quando sempre l'amico Roach lo scrittura per un disco portentoso: Sonny Rollins Plus 4 è all'apice della creatività, tanto che ancora come innovatore impone nel jazz il tempo in tre quarti (la storica Valse Hot). Nel frattempo però il suo posto nel gruppo di Davis è preso da un giovane che di lì a poco diventerà un gigante, John Coltrane, ma Davis gli vuole bene e per delle registrazioni del 1956 per la Prestige gli offre la sua sezione ritmica, che nel jazz è ricordata come "The rhythm section" per quanto iconica e grande è stata, e con questa registra il disco di oggi. Rollins è insieme a Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria quando inizia a suonare Tenor Madness, che contiene nella title track un incontro unico ed eccezionale. Essendo lì per una sessione con il quintetto di Davis, in quello che diventerà il più famoso chase della storia del jazz, John Coltrane si unisce a Rollins in quel brano, da allora uno dei capisaldi del jazz. Cos'è però un chase? è un incontro dove due strumentisti colloquiano con lo stesso strumento su un dato canovaccio, una sorta di dialogo musicale dove si fronteggiano a suon di assoli. Tenor Madness è un piccolo blues, che si rifà a Royal Roost di Kenny Clarke and His 52nd Street Boys, registrato nel 1946, ma qui diviene il brano che mette insieme i due più grandi e influenti sassofonisti della storia del jazz, con il timbro squillante e luminoso del primo Coltrane (che debutterà come solista solo l'anno successivo nel 1957) e il suono più cupo e leggero di Rollins, che all'epoca aveva già più esperienza. Il resto di Tenor Madness è altrettanto iconico: When Your Lover Has Gone, classico di Einar Aaron Swan, divenuto famosissimo per la sua apparizione nel film La Bionda E L'Avventuriero del 1931 di Roy Del Ruth e interpretato da James Cagney e Joan Blondell, che solo nel 1956 ebbe una ventina di incisioni; Paul's Pal è un omaggio di Rollins a Paul Chambers, uno dei più geniali bassisti di tutti tempi, uno che ha suonato in almeno 100 capolavori del jazz; My Reverie è la ripresa dell'arrangiamento che nel 1938 Larry Clinton fece si un brano di Claude Debussy, Rêverie, del 1890; chiude il disco una cover spettacolare di The Most Beautiful Girl In The World, opera del magico duo Rodgers and Hart e presente nel musical Jumbo, che trasformava un teatro di Broadway in un mega circo con acrobati, trapezisti e giocolieri durante lo spettacolo. Il disco, un capolavoro, ne anticipa un altro, Saxophone Colossus, dello stesso anno, uno degli apici creativi di quegli anni incredibili e altro gioiello della collezione Prestige.
Rollins fu attivo per la lotta dei diritti civili e politici degli afroamericani, tanco che nel 1958 firma in trio con Oscar Pettiford e Max Roach, il disco The Freedom Suite, uno dei primi album-manifesto sulle discriminazioni razziali del jazz, e continuò ad avere costanti le sparizioni dalle scene. Sempre dovute alle sue dipendenze dalle droghe, la più famosa riguarda un suo disco, il suo maggior successo commerciale, The Bridge del 1962: ancora insoddisfatto della sua musica, decide si andare a suonare sotto il ponte Williamsburg, quello che divide Manhattan da Brooklyn, provando per 12-13 ore al giorno, in tutte le stagioni.
Scontroso (si dice che abbia licenziato il maggior numero di colleghi, più di Mingus), dalla personalità labirintica, non seguì le rivoluzioni degli anni '60 e '70, scriverà ancora grandi album (What's New con Jim Hall, un altro gioiello) e parteciperà con attenzione anche a contaminazioni con altri generi, e famosissimo è il suo assolo per i Rolling Stones in Waitin' On a Friend, da Tattoo You del 1981. È l'ultimo dei grandi a sopravvivere, ritiratosi nel 2012 dalle scene, un gigante che ha segnato un periodo irripetibile della musica.
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NU ARTS AND COMMUNITY 2024 (I)
È incominciata giovedì 26 settembre, al Circolo dei Lettori, la nuova avventura di “Nu Arts and Community”, edizione 2024, il gioiellino di Ricciarda Belgiojoso, musicista, scrittrice, animatrice culturale che ha sempre mostrato una grande attenzione per Novara tanto da mettere in piedi un festival multidisciplinare, di grande raffinatezza, che ormai ha fatto breccia in una città, un po’ diffidente verso ciò che non è strettamente di produzione locale. “Nu” è riuscito a coniugare produzioni internazionali e locali e, come si dice ora, ha fatto rete in maniera intelligente, senza cedimenti al provincialismo e aprendo gli orizzonti , ma soprattutto facendoli aprire ai novaresi. I “Boom Boom Beckett”, come si è già detto nella sede del Circolo dei Lettori, all’interno del Castello Visconteo Sforzesco, hanno portato in scena “Compagni di sbronze: La storia di Charles Bukowski” un reading in musica delle pagine più belle del più maledetto degli scrittori maledetti, vicino e lontano alla “Beat Generation”, insofferente a tutto e a tutti, tranne che al sesso, all’alcol e soprattutto alla scrittura, per lui tre ragioni di vita (e di morte). Ad impersonare il grande Chinaski, ecco un bravissimo Roberto Beccaria, accompagnato da un trio (sax, chitarra, contrabbasso), che hanno magnificamente reso ancora più intense le atmosfere dell’autore di “Taccuino di un vecchio sporcaccione” e di tanti altri libri ad alto contenuto trasgressivo per così dire. Beccaria, in omaggio all’amicizia di Bukowski con Tom Waits, altra anima nera della cultura americana, ha regalato al pubblico una sopraffina ed inaspettata magnifica interpretazione di “Waltzing Matilda”. “Quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri…”, scriveva Bukowski, e questa ficcante citazione letta da Roberto Beccaria, potrebbe essere adottata come motto di questo bellissimo festival. Nella seconda parte della serata, eccoci ospiti di “Nòva” (ormai cuore pulsante di molte attività di “Nu”, ma anche di “Novara Jazz Festival”), per un appuntamento con la musica elettronica e le riflessioni tecnologiche-ecologiche di Alex Braga, novarese di nascita, ma formatosi musicalmente altrove, che ritorna sulla scena della città con il suggestivo “Automatic Impermanence”, progetto che ingloba in sé una originale colonna sonora di musica ed effetti visivi elettronici accompagnata da profonde considerazioni sul potere distruttivo e costruttivo della tecnologia e sull’ormai onnipresente IA (intelligenza artificiale). Le informazioni sui “numeri” della tecnologia sono, come prevedibile, veramente impressionanti, ma Alex Braga, sa condire questa mole di dati con la giusta ironia: uno dei brani dal testo in lingua italiana ci parla di “cani randagi che ravanano nei database” o di “schede madri che diventano nonne”, coniugando il linguaggio, ormai comune del nostro universo informatico, a massicce dose di surreale umorismo. Alex Braga, un po’ Matrix e un po’ sciamano, si muove assai bene sulla scena con una apprezzabilissima capacità di tenere insieme grevi riflessioni e una visione positiva sul futuro della nostra umanità, aiutata da una eco-tecnologia. Musica originale, spesso potente, mai invasiva ed ossessiva.
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Un importante giro di boa verso la manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma
Nonostante un tempo inclemente, oltre duemila persone hanno sfilato dalla basilica di San Piero a Grado sino alla base militare di camp Darby, sino ad arrivare alle reti della base del CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari), dove pende il progetto di insediamento di una base dei Gruppo di InterventI Speciali dei carabinieri.
Una manifestazione preparata da tempo dal Movimento contro la base a Coltano ed altrove, per dire no alla nuova base che il governo Draghi prima e il governo Meloni adesso intendono costruire nel cuore di un parco naturale già occupato da queste due servitù militari statunitense ed italiana.
L’emergenza palestinese di queste ultime settimane, riesplosa con l’insurrezione popolare del 7 ottobre, ha profondamente condizionato il clima e le parole d’ordine del corteo, orientando tutte le componenti che hanno incarnato la manifestazione ad esprimere la propria solidarietà con il popolo palestinese e la sua resistenza contro Israele, con contenuti diversi ma convergenti sul no al massacro in atto a Gaza.
Una manifestazione importante, che ha visto sfilare molte soggettività provenienti dal centro e nord Italia, impegnate sia nella lotta contro la guerra, sia su tematiche ambientali territoriali riconducibili al clima di “guerra interna” che subiscono i territori, martoriati dal produzioni nocive, discariche e scandali continui, che vedono amministratori locali di tutti gli schieramenti politici coadiuvare e coprire imprese private nell’interramento abusivo di residui cancerogeni.
Insieme alle questioni ambientali sono state agitate le tematiche della militarizzazione della formazione e dell’Università, anche grazie alla forte presenza dei giovani di Cambiare Rotta e di OSA (organizzazione Studentesca di Alternativa), che insieme alla Rete dei Comunisti hanno animato la manifestazione con uno striscione che recitava: “Con la Palestina fino alla vittoria – no basi no guerre no NATO – sabato 4 novembre tuti a Roma”.
Forte la presenza di Potere al Popolo, con la presenza della portavoce nazionale Marta Collot, intervenuta ai microfoni e sulla stampa sui temi del No alla guerra, alla NATO e all’invio delle armi in Ucraina, oltre che alla solidarietà con la resistenza palestinese.
Infine ma non per ultima l’Unione Sindacale di Base, che nel suo intervento al microfono ha evidenziato il clima di guerra “interna” che si sta vivendo a livello continentale con l’arresto di un sindacalista della CGT francese per “apologia di terrorismo” per aver solidarizzato con la resistenza palestinese.
Anche in Italia si susseguono provvedimenti liberticidi contro il diritto di sciopero e contro le mobilitazioni studentesche. Una guerra fatta di tagli enormi alla spesa sociale e ai salari per pagare missioni militari e invio di armi, ma anche di centinaia di morti sul lavoro e decine di migliaia di invalidi.
A Pisa abbiamo vissuto un momento importante di mobilitazione, che ha portato in piazza istanze generali e territoriali.
Ora si tratta di mettere a valore la forza espressa contro basi militari, militarizzazione della società e devastazioni territoriali, orientandola contro il primo responsabile di queste politiche: il governo Meloni e il suo allineamento totale con l’euroatlantismo NATO, che sta portando il paese nell’occhio del ciclone di un escalation pericolosissima per la pace nel mondo.
Per questo siamo scesi in piazza indicando nella manifestazione nazionale del 4 novembre come ulteriore passaggio, insieme a tutte le mobilitazioni che si svolgeranno in quel giorno in altre città, per dare una nuova prospettiva al movimento contro la guerra nel nostro paese.
Ci vediamo a Roma il 4 novembre!
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali.
Com'è andata la tua estate?
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group?
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound?
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato?
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica?
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
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COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali.
Com'è andata la tua estate?
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group?
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound?
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato?
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica?
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
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COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali.
Com'è andata la tua estate?
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group?
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound?
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato?
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica?
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
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COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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Hamdi Dridi in residenza per Dan(s)e house and constellations
27 Agosto 2024 - 08 Settembre 2024
Inizia domani la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Hamdi Dridi / Cie Chantiers Publics (TUN/FR). La compagnia selezionata per l’undicesimo tandem di produzione che vede coinvolti come co-produttori: Occitanie en Scène – Montpellier (France) & Théâtre + Cinéma, Scène Nationale Grand Narbonne (France), Transversal & Teatre Principal de Vilanova i Geltru (Spain), L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino (Italia).
Dan(s)e house and constellations è l’undicesima di dodici produzioni internazionali che sono state realizzate e coprodotte da altrettanti tandem produttivi nella cornice del progetto europeo Stronger Peripheries: A Southern Coalition, sostenuto da Europa Creativa. L’arboreto – Teatro Dimora è stato scelto come luogo di residenza creativa per sette di queste produzioni.
Dopo la prima residenza creativa a Narbonne e la seconda a Vilanova i Geltru durante le quali Hamdi si è concentrato sulla creazione del solo performato da Ewa Bielak e ha lavorato con le comunità locali di donne (in Francia) e di pescatori (in Spagna), dal 27 agosto all’8 settembre proseguirà le ricerche per Dan(s)e house and constellations presso il Teatro Dimora di Mondaino incontrando e lavorando con la comunità locale e focalizzandosi sull’estensione del solo per comporre un trio.
Dan(s)e house and constellations
coreografo, creatore del suono, scenografo Hamdi Dridi performers Ewa BIelak, Débora N’jiokou, Lucia Oliveira tecnico del suono Lucas Prud’homme ` assistente e responsabile di produzione William Petit tecnico luci Lucas Prud’homme, in collaborazione con William Petit video Léo Vuoso
coprodotto da Occitanie en Scène – Montpellier (France) & Théâtre + Cinéma, Scène Nationale Grand Narbonne (France), Transversal & Teatre Principal de Vilanova i Geltru (Spain), L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino (Italia)
Un’opportunità luminosa per colmare il divario. Una celebrazione per i vivi. Un evento globale di musica, cucina e danza per riunire le persone in un gesto comune, di incontro, abbraccio, sentimento, cura, condivisione. Una celebrazione gioiosa come manifesto, ognuno coinvolto nello stesso processo di stare insieme alla Dan(s)e house.
#residenza creativa#danzacontemporanea#stronger peripheries#Hamdi Dridi#performing arts#Cie Chantiers Publics#progetto europeo
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Verona tornano le "Piazze dei Sapori": le eccellenze della tradizione enogastronomica italiana
Verona tornano le "Piazze dei Sapori": le eccellenze della tradizione enogastronomica italiana Dal 9 al 12 maggio le eccellenze dell'enogastronomia veneta e italiana saranno in piazza Bra e in via Roma per la XXII edizione delle Piazze dei Sapori. Un'edizione dedicata al made in Italy, ma di respiro internazionale, con la promozione congiunta di prodotti e territori d'origine ad opera di oltre 60 aziende partecipanti con ospite speciale la Spagna. Un evento all'insegna della sostenibilità con un ricco programma di eventi e attività per grandi e piccini. Via Roma si conferma area dedicata al sociale, per valorizzare quanto fanno per Verona le tante associazioni che operano senza scopo di lucro al sostegno dei più deboli. Ad attendere i numerosi visitatori in piazza Bra la nuova area dinamica "Lounge Teatro Ghiotto", pensata per gustare, apprendere, divertirsi e stare insieme. Una novità attiva tutti i giorni dalle 10 alle 22, con un evento in programma ogni 45 minuti. Dagli show cooking, alla presentazione di libri, ai momenti di approfondimento con le masterclass per finire con attività dedicate alle famiglie e bambini. L'altra news della XXII Edizione è il ritorno del paese europeo, la Spagna, che sarà presente alla "Promo territori", l'area di rappresentazione dei territori, che vedrà dopo 2 anni di stop la presenza di un Paese europeo rappresentato da due prodotti tradizionali: churros e sagria. Un evento ad impatto zero, grazie all'impegno di Confesercenti, per rendere il programma attrattivo e al tempo stesso attento all'ambiente: previste stoviglie bio-compostabili, di energia pulita da fonti rinnovabili, l'uso di acqua pubblica e l'abbattimento delle barriere architettoniche. La manifestazione è stata presentata questa mattina dall'assessore al Commercio del Comune di Verona, dal Presidente AMIA, insieme al Presidente e al Direttore Generale di Confesercenti e a numerosi rappresentanti di enti e associazioni del territorio. "Una festa attesa dai veronesi e amata dai turisti che affollano la città – ha dichiarato l'assessore al Commercio – La XXII edizione delle Piazze dei Sapori, con la consolidata collaborazione di Confesercenti, si presenta ricca di novità, eventi ed iniziative. Una manifestazione sostenibile, attenta all'ambiente e al sociale grazie alla presenza di realtà che operano sul territorio. L'Amministrazione è a fianco delle Associazioni di categoria grazie alla promozione dei prodotti locali che passa certamente da queste grandi manifestazioni, ma che richiede un'attività costante di diffusione e valorizzazione delle nostre eccellenze". L'evento è patrocinato dal Ministero della Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, dall'Ente Nazionale del Turismo Italiano ENIT, dalla Regione Veneto, Provincia di Verona e Comune di Verona con il contributo della Camera di Commercio di Verona. Le Piazze dei Sapori - edizione 2024 Più di 60 aziende della tradizione gastronomica tricolore, accuratamente selezionate tra centinaia di imprese del settore, proporranno il meglio delle loro produzioni, accompagnate da eventi collaterali aperti al pubblico in collaborazione con Enti, Istituzioni, Associazioni ed Aziende. Nel centro di Verona saranno esposti i prodotti tipici e le produzioni eno-gastronomiche più ricercate d'Italia. Le piazze più famose della città si colorano di espositori e rivenditori accuratamente selezionati, che rappresentano il sapore di tutte le regioni italiane. Prodotti Dop, Docg, Doc, ma anche particolarità sconosciute al grande pubblico che risvegliano, in questo modo, gusti dimenticati. Inoltre, per rimanere nella promozione della veronesità, è stata inserita nella brochure ufficiale una sezione dedicata, contenente l'indicazione anche geolocalizzata, dei ristoranti che sono insigniti della targa "Ristorante tipico Verona" che proporranno per il periodo un menù a tema. Presenti anche le 269 "botteghe storiche" di Verona, per valorizzare tutte le eccellenze e le attività che tengono alto la cultura e le tradizioni della città. Per il terzo anno consecutivo via Roma si colora con uno spazio dedicato alla solidarietà e al sociale con stand senza scopo di lucro. Il viaggio tra i sapori e le tradizioni enogastronomiche anche quest'anno non dimentica l'impegno verso le realtà attive a sostegno dei più bisognosi. E grazie alla collaborazione con alcune associazioni, giovedì e venerdì sono previsti due tour turistici gratuiti alla scoperta delle bellezze di Verona, per persone con disabilità, per promuovere una cultura senza barriere. I numeri della manifestazione Oltre vent'anni di successi, che hanno visto più di 2.470.000 presenze, 1.668 aziende coinvolte, 1.100 studenti coinvolti nel progetto Teatro Ghiotto, 760 laboratori del gusto, 2 sfilate di moda, 700 spettacoli musicali e culturali, 19 progetti sviluppati a promozione turistica, produttiva, culturale. Sviluppo di B to B in Italia e all'estero e B 10 to C sui territori locali, 118 milioni di euro di indotto sul territorio veronese. Un evento che porta indotto economico importante alla città e alle attività coinvolte. Città e Paesi coinvolti: Verona e provincia, Vicenza, Venezia-Mestre, Lago di Garda, Milano, Bari, Scarparia del Mugello, Norimberga, Londra, Istanbul, Budapest, Katakolon, Izmir, Dubrovnik, Nimes e Cracovia. Il taglio del nastro è previsto giovedì 9 maggio alle ore 17.30 in piazza Bra alla presenza delle Istituzioni. Seguirà un momento conviviale con il taglio della forma di Parmigiano Reggiano invecchiato 60 mesi, frutto del lavoro dei maestri artigiani. La manifestazione aprirà al pubblico giovedì 9 maggio dalle 12 alle 23, venerdì e sabato dalle 10 alle 23, domenica dalle 10 alle 22. L'ingresso è gratuito. Per informazioni: www.lepiazzedeisapori.com Instagram: @lepiazzedeisapori Facebook:@lepiazzedeisapori ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Agricoltura al bivio: l’Assemblea nazionale Cia celebra i produttori agricoli
A Roma, il 28 e 29 novembre, confronto su competitività, scenari futuri e il valore dell’agricoltura italiana
A Roma, il 28 e 29 novembre, confronto su competitività, scenari futuri e il valore dell’agricoltura italiana “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce” è il titolo dell’Assemblea nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, che si terrà a Roma il 28 e 29 novembre 2024 presso l’Auditorium Antonianum (Viale Manzoni 1). Questo importante appuntamento riunirà istituzioni, esperti del settore e…
#agricoltura e sviluppo#agricoltura italiana#Agricoltura Sostenibile#agroalimentare italiano#Alessandria today#Assemblea Cia 2024#Assemblea nazionale Cia#assemblea produttori agricoli.#Cia Alessandria#Cia-Agricoltori Italiani#competitività agricola#conferenze agricoltura#crisi climatica e agricoltura#Cristiano Fini#Denis Pantini#dibattito pubblico agricoltura#economia agricola#eventi agricoli Roma#eventi nazionali agricoltura#Francesco Lollobrigida#Google News#Innovazione Agricola#italianewsmedia.com#logistica agricola#Maurizio Leo#Nomisma agricoltura#Pier Carlo Lava#produzioni locali Alessandria#rappresentanza agricola#scenari futuri agricoltura
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Il Tesoro dei Merletti di Cogne: Un'Eredità di Quattro Secoli
Il Tesoro dei Merletti di Cogne: Un'Eredità di Quattro Secoli.
Nei villaggi alpini di Cogne, tra i maestosi paesaggi della Valle d’Aosta, un'arte antica si perpetua attraverso sottili trame e abili mani: l'arte del pizzo al tombolo. Questo tesoro prezioso narra una storia che affonda le sue radici nell'anno 1665, quando monache benedettine, fuggite dal monastero di Cluny, trovarono rifugio in questa regione montuosa.
Ospitate in vari comuni della Valle d’Aosta, le monache condivisero il loro sapere con le donne locali, insegnando loro l'antica arte del pizzo al tombolo. Questa tradizione, trasmessa di generazione in generazione, ha resistito al passare dei secoli, mantenendo intatto il suo fascino e la sua bellezza unica. A differenza di altre produzioni europee, dove i disegni sono riprodotti da cartoni, il pizzo al tombolo di Cogne è frutto dell'insegnamento diretto e dell'esperienza pratica, tramandata di madre in figlia.
Oggi, grazie a questo legame fragile ma tenace con il passato, l'arte del pizzo al tombolo continua a prosperare a Cogne, testimoniando l'attaccamento della comunità valdostana alle sue radici tradizionali. Le abili artigiane di Cogne lavorano con maestria i loro fuselli sul cuscino circolare del tombolo, intrecciando motivi intricati e sofisticati. Questo antico strumento, il "coessein", è un cerchio imbottito con paglia e lana, sostenuto dal suo caratteristico "cavalot", un mobiletto in legno scolpito con motivi ornamentali e il nome della merlettaia.
Esempio di Tesoro di Merletti.
L'intreccio dei fili di lino, eseguito con numerosi fuselli, dà vita a splendide stilizzazioni di animali, fiori e oggetti, ciascuno con un nome arcaico e suggestivo nella lingua locale. Questi capolavori di rara bellezza erano considerati l'ornamento per eccellenza, aggiungendo una nota di raffinatezza e grazia agli abiti severi e austriaci indossati dalle donne di Cogne.
Oggi, Cogne vanta una cooperativa di 40 merlettaie, che producono circa 1.500 metri di pizzo all'anno. La qualità indiscussa di questo merletto risiede nella sua complessità di esecuzione, nella bellezza dei motivi e nella straordinaria robustezza e durata. Ogni pezzo racchiude in sé secoli di tradizione artigianale e la passione delle donne di Cogne per la loro arte.
In un mondo sempre più dominato dalla produzione industriale, il pizzo al tombolo di Cogne rimane un esempio prezioso di artigianato tradizionale, un simbolo del legame tra passato e presente, e una testimonianza vivente della ricca cultura delle Valli d’Aosta.
ragncampagnin
Esempi di Prodotto Tessile Italiano
Il tesoro dei Merletti di Cogne
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WEEK DESIGN FUORISALONE 2023
A Milano mangio spesso un boccone da Princi , dove sulle t-shirt dei dipendenti c’è scritto “Spirito di Milano”. Cos’è lo spirito di Milano? È la straordinaria capacità che ha questa città, di trasformare le idee in realizzazioni, i progetti in soluzioni, la capacità di innovare, di creare, di produrre. In tre parole, la “capacità di fare soldi” e di farne tanti. In questa ottica va visto, non solo il Salone del mobile, inaugurato da un paio di giorni alla Fiera di Rho, ma anche il rutilante “Fuorisalone” della Design Week. Tutti sanno di cosa stiamo parlando, vista la grande copertura mediatica data alla manifestazione (anzi, all’evento). Dopo una prima visita alle zone Statale-Brera-Garibaldi, zone che dànno certamente più spazio al glamour, a marchi e aziende già affermate, qualche considerazione e qualche conclusione si può già trarre. Nella strabordante quantità di oggetti esposti ed eventi (più di 350 in tutta la città!), sarebbe impossibile fare delle scelte, tantomeno un’analisi ed è proprio questa enorme quantità di prodotti esposti in atelier, studi di progettazione, negozi, locali di ogni tipo, a rendere meno visibili le eccellenze. Nella sola Brera i punti segnalati dalle mappe e dalle guide sono centinaia. Chi cercasse ancora l’oggetto che abbia lo status di “oggetto di design” la cui progettazione rispetti criteri di rigore, di possibilità di essere prodotto in larga scala e ad un costo accettabile, rimarrebbe deluso. Oggi sotto l’etichetta onnicomprensiva di “design”, passano produzioni di ogni tipo in settori che vanno dall’arredamento alla moda. Quello che è più significativo è che il fine ultimo, di quel che resta del concetto di “design”, non è più la razionalità, ma è ormai la bizzarria, la ricercatezza, l’originalità a tutti i costi e per qualsiasi prodotto. Non nascondo che c’è da restare frastornati da tanta mutevole varietà. Già qualcuno sui social mi ha fatto notare che “Fuorisalone” è una sorta di baracconata dove tutto è concesso. Non è così, nel suo complesso, per quanto difficilissimo sia averne una completa visione d’insieme, ma la Design Week resta una manifestazione straordinaria che credo non abbia pari al mondo. La qualità delle produzioni è molte volte eccezionale e ben rappresenta quella capacità italiana di saper progettare e produrre oggetti esteticamente attraenti e funzionalmente validi.È però altresì evidente che in presenza di una enorme massa di prodotti, alcune trovate siano del tutto superflue, banali e anche, talvolta, un po’ stupide. Non sempre l’originalità a tutti i costi, si traduce in oggetti che possano superare la prova del tempo, tenendo conto che la durata nel tempo è sempre un ottimo indicatore della qualità, anche estetica, degli oggetti. HannoCredo anche che “Brera Design District”, sia un po’ prigioniera della sua stessa immagine in Italia e all’estero. La stessa cosa vale per il cortile dell’Università Statale, un po’ troppo vetrina e un po’ troppo poco laboratorio. Ma Fuorisalone, offre tanti, troppi luoghi da visitare e quindi non mi resta che programmare una prossima visita verso Porta Genova (Via Savona-Tortona) e soprattutto all’ex macello di viale Molise dove il Gruppo Alcova sembra essere molto molto appetibile. Peccato che la “Design Week” duri solo una settimana…
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Fuori l’8 Marzo il singolo degli Snap-Out - Drugo
Unire temi sociali e musica ed essere un esempio tangibile di inclusione
E’ la carta d’identità degli Snap-Out, band formata da cinque giovanissimi musicisti che ha al suo interno ragazzi autistici, con disturbi dell’apprendimento e bullizzati. L’8 Marzo esce “Drugo”, il loro nuovo singolo che prende spunto da episodi realmente accaduti, di orrenda quotidianità. Il brano racconta una storia di un personaggio immaginario, ma purtroppo sempre più identificabile con il classico “bravo ragazzo” della porta accanto, quello all’apparenza gentile e fidato quando è solo, ma che unendosi al “branco” può trasformarsi in mostro, scaricando odio e violenza sul più debole, sul diverso, e diventa il razzista capace di ogni atrocità. Il brano è stato scritto per raccontare la sensazione di avvilimento che si prova nell’assistere non solo all’orrore o al racconto dello stesso, quanto nello scoprire che l’attore principale era un nostro vicino insospettabile. “Drugo” è quindi una denuncia del razzismo strisciante che sta crescendo sempre più nel nostro paese, ma anche un modo per ricordare a tutti quali sono i valori della nostra civiltà. Non bisogna far passare come normalità le numerose vicende orrende di cronaca proposte dai media, non sdoganarle superficialmente come qualcosa che tanto è lontana da noi e ristretta ad uno sparuto numero di persone. “ Drugo”esiste ed è vicino, e tutti i discorsi tesi a giustificare le idee razziali, a motivarle, a dare loro una base di legittimità contribuiscono a creare più soggetti di questo tipo.
Gli Snap-Out sono formati da Emiliano Monteleone (20 anni frontman, voce e tastiere), Luca Ruggieri (20 anni batteria, violino, chitarra e voce distorta), Raul Ruggieri (18 anni basso, contrabbasso, piano, chitarra, voce) Luca Parente (20 anni chitarra e voce) e Flavio Blasi (18 anni chitarra). Il loro stile musicale viene definito un mix tra eclettico e rock alternativo perché la band è solita unire brani aggressivi e potenti a ballate più soft, anche se molte delle loro produzioni sono di tipico stampo indie, progressive o puro pop. Per il look la formazione si identifica con accenni modaioli che richiamano alla periferia metropolitana degradata, con una connotazione specifica di rimando alla loro musica. Combattono fortemente le discriminazioni, gli abusi ed il razzismo, con la loro sensibilità verso tematiche sociali, di integrazione ed inclusione sempre vicini alle cause di persone fragili. Con il loro esempio vogliono trasmettere un messaggio positivo a coloro che si sentono discriminati; nei testi affrontano i problemi dei ragazzi cresciuti in una realtà sempre più multietnica in cui i problemi personali si sommano a quelli sociali e raccontano le loro storie che parlano di scorci di vita cruda e senza filtri.
Dal 13 marzo disponibile il videoclip del brano su Youtube.
La band ha collezionato numerosissime esibizioni “live” e nel 2020 aveva già al suo attivo più di 120 serate nei locali di musica dal vivo di Roma, vincendo diversi premi della critica e qualificandosi primi in concorsi nazionali. Durante i loro show, dove si nota la stoffa di musicisti tecnicamente fortissimi, offrono uno spettacolo dinamico e coinvolgente scambiandosi spesso gli strumenti, come accadeva in altre band negli anni ’70. L’anima del loro spettacolo è un crescendo di dinamicità che finisce quasi sempre con il salto mortale all’indietro del chitarrista, che è anche un maestro di parkour, impressionando il pubblico con questa inedita acrobazia. Per ammirarli dal vivo di seguito le date del tour in programma da marzo:
Marzo Traffic Club Emergenza Live (10/3) Grooveria Fiumicino (19/3) Locanda Blues (21/3)
Aprile Absolut Roma (7/4) Glitch Roma (14/4) Grooveria Fiumicino (20/4) Locanda Blues (21/4) Comune di Fonte Nuova (27/4)
Maggio Locanda Blues (19/5) Comune di Fonte Nuova (26/5)
Giugno Locanda Blues (9/6) Parco Fluviale Teramo (26/6)
Luglio Casale Caletto Roma (12/7) Comune di Sacrofano (14/7) Giardino Verano Roma (19/7) Comune di Fonte Nuova (21/7)
Agosto Myconos Porto Cesareo (9/8) Magazzini Casotti Gallipoli (10/8) Myconos Porto Cesareo (11/8) Magazzini Casotti Gallipoli (12/8) Royal Oak Ceglie (14/8)
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Nello Simioli (Cogito Communication & Consulting) racconta la sua Art of Entertainment
Abbiamo incontrato Nello Simioli, professionista dell'intrattenimento dalla grande esperienza. Dopo aver iniziato come dj nei top club italiani, oggi è anche un direttore creativo molto richiesto. Ci ha parlato della sua estate, delle tante sfide portate avanti con incessante lavoro e onestà intellettuale. La sua Cogito Communication & Consulting Srl, di cui è Ceo e direttore creativo, ha collezionato una serie di successi negli innumerevoli mondi legati alla ristorazione e intrattenimento.
Cogito Communications è nata come società di servizi rivolti a strutture di intrattenimento e ristorazione che intendono posizionarsi sul mercato mirando ad un target medio e alto e, contemporaneamente, ad aziende che intendono promozionare il proprio prodotto e brandavvicinando il target di riferimento in ambienti di divertimento.
Chi sono i clienti di Cogito Communications ?
"Beach club, locali notturni, grandi emittenti radiofoniche, alberghi deluxe, strutture ricettive, ristoranti, enti per il turismo, Comuni ad economia turistica, aziende produttrici di beni legati all'intrattenimento, svago, moda, accessori, auto, etc. Data la mia esperienza pluriennale nel mondo Luxury Life Style ho pensato bene di creare una struttura polifunzionale e camaleontica, capace di aggregare energie economiche, creative, artistiche nel segno della qualità e dell'innovazione. In questi anni abbiamo prodotto una serie infinita di eventi di grande prestigio; seguendo tutte le fasi dei progetti; ideazione, creazione, direzione e gestione. Il famoso concetto di "Progetto sartoriale, chiavi in mano".
Come si è sviluppato il tuo lavoro?
"Da questo punto di partenza poi sono nate altre branchecorrelate che hanno allargato le sfere di competenza della nostra company. Così è nata Cogito Edizioni Musicali, Cogito Records e Talent Music Forge, rami della stessa società ma che curano settori diversi e specifici legati al mondo dell'entertainment".
E Talent Music Forge?
"TMF è una società che segue giovani talentuosi e motivati in un percorso…'chiavi in mano' di approccio formativo alle produzioni discografiche, promozione, booking, management e quant'altro".
Cosa ha realizzato Cogito nell'estate 2024?
L'estate appena passata è stata semplicemente pazzesca. Partendo da Sorrento, abbiamo prodotto un concerto lirico in occasione del anniversario della canzone "Torna a Surriento". Abbiamo scelto una location ricca di fascino e magia; il Chiostro di San Francesco…luogo di grande prestigio che ha registrato il tutto esaurito… due ore tra tradizione e modernità con esibizioni artistiche di svariata natura che hanno fatto da corollario al concerto.
Avete operato anche altrove?
Sì, sempre in Costiera Sorrentina, abbiamo accettato di occuparci della direzione artistica, marketing e creatività del nuovissimo Beach Club Cava Regia, a Marina D'Aequa Vico Equense; una struttura di incredibile bellezza ricavata all'interno di una Cava di pietra direttamente sul mare, completamente "green". Un vero gioiello incastonato tra rocce, vegetazione e mare. Ristorante altamente qualitativo, sound system all'avanguardia; musica profusa in ogni angolo proposta da dj professionisti… insomma un posto unico, magico oltre lo spazio e il tempo e infatti il successo di pubblico e di critica non ha tardato ad arrivare. Abbiamo programmato eventi con griffe internazionali, super private party e serate con dj guest altisonanti e live di grande prestigio.
E in Sardegna?
Per il decimo anno abbiamo seguito l'ormai famoso Fino Beach a Golfo Aranci. Un beach club divenuto anno dopo anno una delle punte di diamante di tutto il Nord Sardegna, dove oltre alla balneazione e all'ottima ristorazione proponiamo aperitivi musicali tematici con dj set, live perormers,animazioni circensi, cene spettacolo e molto altro. Un vero e proprio punto di riferimento per la bella gente "costiera". Sempre a Golfo Aranci abbiamo prodotto il GAMF (Golfo Aranci Music Festival)
Uno dei festival più imitati della bella Isola che dopo qualche anno di pausa ha ripreso vitalità con le super ospiti Nervo e il format più famoso d'Italia, Mamacita. 2 Giorni di pura euforia e divertimento con migliaia di persone partecipanti. Una festa a cielo aperto durata 48 ore.
Per la Stagione invernale avete già progetti in essere?
"A dire il vero sì infatti per la stagione invernale 2024/25, realizzeremo una serie di aventi nel periodo natalizio a Sorrento, molto probabilmente ripeteremo la nostra partecipazione a Moncaco in occasione dell'Oktoberfest, con una serie di eventi sempre legati al mondo dell'entertainment in collaborazione con i ns partner tedeschi. Stiamo lavorando al progetto Sanremo al Porto, durante il Festival di San Remo. Un'iniziativa nata lo scorso anno presso lo Yacht Club che ha riscosso un successo tale da ripeterlo per il 2025 e gli anni a seguire…Quest'anno faremo ulteriori partnership che lo renderanno ancora più unico ed inimitabile".
Vi occupate anche di grandi eventi?
A giugno '25 con molta probabilità realizzeremo un mega evento presso lo Stadio Maradona, con la partecipazione di tante superstar nazionali e internazionali. Inoltre stiamo già pensando al GAMF 2025 con molte novità; infatti proporremo sia eventi live di risonanza nazionale che serate con dj internazionali tra i più quotati del Pianeta. Stiamo producendo nuovi talenti con la nostra casa discografica e stringendo partnership con Label internazionali importantissime".
Insomma Cogito non si ferma mai…
"Sì, è un lavoro incessante e molto stancante alimentato dalla passione smodata che io e i miei collaboratori abbiamo per questo lavoro e da un'onestà intellettuale senza fine e limite".
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