#prevenzione ustioni
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pier-carlo-universe · 26 days ago
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Ustioni: i principali rischi sono in casa. Cause, tipologie e prevenzione
La maggior parte delle ustioni si verifica tra le mura domestiche. Scopri quali sono le principali cause, le tipologie più comuni e come comportarsi in caso di emergenza. Articolo:Le ustioni rappresentano uno degli incidenti domestici più frequenti, con un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita. Secondo i dati riportati, la maggior parte degli episodi avviene in ambienti…
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safetyandpromo · 4 years ago
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trilussaparrucchiera · 5 years ago
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Un'idea di schiarire il capello???
Per ottenere certi risultati di schiariture,il capello viene altamente schiarito,e per evitare di danneggiarlo,il capello richiederebbe già un fondo di prevenzione,nutrimento,ricostruzione..
Perché prima??? Per evitare il più possibile che la sua fibra interna venga altamente danneggiata..
Un capello sano,ti permette qualsiasi servizio di schiaritura,un capello già precedentemente danneggiato,potrebbe rompersi,spezzarsi,anche irrimediabilmente..da dover prendere decisioni drastiche,tipo taglio esageratamente corto..
Premessa:"" EVITATE IL FAI DA TE""
in questi casi...purtroppo anche può sembrare duro il commento,ma minimo si deve tagliare corto,a effetto Naya..ma che non si creino Ustioni Chimiche..
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fondazioneterradotranto · 5 years ago
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Calimera, 13 giugno 1960: il sacrificio di sei operaie, una tragedia annunciata (I parte)
  “Na bruciate, ci cu rraggia; se stia bbona e bbessia lia sparare”.
Calimera, 13 giugno 1960: il sacrificio di sei operaie,
una tragedia annunciata
  di Salvatore Coppola
La storia delle tabacchine salentine è stata segnata da momenti di grandi lotte e di altrettanto grandi conquiste sociali, ma anche da immani tragedie, le più gravi delle quali sono state, in epoca fascista, la repressione a Tricase della manifestazione del 15 maggio 1935 (quando vennero uccise Maria Nesca, Cosima Panico e Donata Scolozzi), e, negli anni della democrazia, l’incendio che si sviluppò nel magazzino di proprietà di Giuseppe Lefons di Calimera, gestito (per le sole operazioni di disinfestazione del tabacco), dalla ditta Villani Costantino & C.[1].
Il 13 giugno del 1960 un incendio divampò all’interno del locale provocando la morte di cinque operaie, quattro delle quali (Natalina Tommasi di anni 30, Luigia Bianco di anni 34, Luigia Tommasi di anni 22 e Maria Assunta Pugliese di anni 46) perirono a causa delle gravi ustioni patite tra il 13 e il 14 giugno; un’altra (Epifania Cucurachi, di anni 27) morì il 16 luglio a causa dell’intossicazione, e l’ultima (Lucia Di Donfrancesco, di anni 30 al momento della catastrofe) cessò di vivere il 14 gennaio del 1962, dopo un lungo periodo di malattia e di ricoveri in diversi ospedali. Luigia Bianco, Natalina (Lina) Tommasi e Lucia Di Donfrancesco erano nubili. Luigia Tommasi (moglie di Pantaleo Garrisi) lasciava orfani Brizio Antonio di anni 5 e Domenico di anni 1; Maria Assunta Pugliese (moglie di Paolo Greco) lasciava un figlio di anni 20; Epifania Cucurachi (moglie di Pasquale Palano) lasciava orfani Carmelo di anni 7 e Antonio di anni 2. Rimasero ferite le tabacchine Gaetana Tommasa, Cristina Di Mitri, Elvira Castrignanò, Cesaria Lucia Perrone, Paola Lucia Montinaro e gli operai Achille Murra di San Pietro in Lama (aiutante del tecnico Raffaele Martina preposto alle operazioni di disinfestazione del tabacco) e Paolo Greco (marito della Pugliese) che cooperava a dette operazioni. Restarono leggermente feriti anche Paola Lucia Montinaro (madre di Lina Tommasi), Vincenzo Gabrieli e il sindacalista della CGIL, nonché assessore comunale, Brizio Niceta Di Mitri, tra i primi ad accorrere sul luogo del disastro per prestare soccorso.
Nel pomeriggio del 13 giugno, la Prefettura informò il Ministero degli Interni sulla tragedia che si era consumata a Calimera:
Verso ore 7.30 stamane, Comune Calimera, mentre procedevasi, con regolare licenza, at disinfestazione tabacco in foglie fabbrica Villani Costantino, mediante impiego solfuro carbonio, per cause non ancora accertate, sviluppavasi violento incendio causato da combustione gas. Circostanza sette persone riportavano gravissime ustioni et intossicazione, per cui venivano ricoverate presso Ospedale Civile con prognosi riservata. Di esse due versano imminente pericolo vita, mentre condizioni altre permangono gravissime. Successivamente altre cinque persone venivano ricoverate stesso nosocomio per intossicazione, ma loro stato non est preoccupante. Sul posto si sono recati immediatamente Vigili Fuoco per operazioni soccorso et spegnimento incendio. Autorità Giudiziaria, collaborazione Organi Polizia, procede accertamenti per stabilire cause grave sinistro. Ho visitato degenti Ospedale Lecce et disposto assistenza at favore famiglie infortunati […][2].
  Il Comune (era sindaco Giovanni Aprile) si accollò le spese per i funerali delle povere vittime[3].
Si trattò di una tragedia annunciata, come risulta dal verbale redatto dall’ingegnere Antonino Fiorica, comandante dei Vigili del Fuoco di Lecce, che denunciò la mancata osservanza delle più elementari norme in materia di sicurezza e di prevenzione degli infortuni sul lavoro, con riferimento soprattutto al DPR n. 547 del 27/4/1955 e al R.D. n. 147 del 9/1/1927; nel verbale inviato al Ministero degli interni e alla Prefettura, si legge, tra l’altro:
[…] Il locale dove si effettuava la disinfestazione è costituito da due grandi vani al primo piano ai quali si accede attraverso un vano di disimpegno che comunica con un’unica scala. Essi vani sono sovrastanti ad abitazioni ed i locali del pianoterreno adiacenti a queste ultime sono anch’essi adibiti ad abitazioni. Ai magazzini del primo piano si accede attraverso una scala a sbalzo in pietra leccese, che smonta ad un pianerottolo antistante al vano di disimpegno. I locali per disposizione dell’Ufficio Compartimentale Tabacchi sono dotati di un solo accesso e privi quindi di altra uscita, che, in caso di sinistro, possa servire come uscita di sicurezza nell’eventualità che venga a trovarsi ostruita la normale via di accesso (art. 13 del decreto DPR 27/4/1955, n. 547). Ciò si è verificato nel caso che si espone. Quella mattina si stava procedendo alla disinfestazione del locale con solfuro di carbonio, il quale venendo adoperato per le specifiche proprietà tossiche, è soggetto alla regolamentazione di cui al R.D. 9/1/1927 n. 147. Il titolare del magazzino, pertanto, in ottemperanza a quanto disposto dal sopracitato R.D. si era rivolto alla ditta Perrone e Colopi al fine di disinfestare sia il locale che il tabacco con solfuro di carbonio, il quale passando allo stato gassoso emette vapori tossici ed infiammabili. Essi vapori mescolandosi all’aria in determinate percentuali possono provocare anche esplosioni […]. Le operazioni relative all’impiego del gas tossico erano state iniziate alle ore sette circa, in assenza del Direttore Tecnico, e senza aver provveduto ad allontanare dai locali il personale non abilitato alla esecuzione delle operazioni relative all’impiego del gas tossico, come disposto dall’art. 46 del sopracitato R.D. Sembra anzi che gli operai si trovavano nell’interno del locale per aiutare il sig. Martina, unico abilitato alle operazioni di impiego del gas tossico, a trasportare e depositare sulle ballette di tabacco i recipienti contenenti solfuro di carbonio. E’ stato rilevato inoltre che nessun cartello con lo scritto “E’ vietato l’ingresso, Pericolo di morte”, […] era stato apposto all’ingresso dei locali. Gli operai non erano stati dotati di apparecchi per la protezione individuale contro l’azione tossica del gas (art. 40 R.D. sopracitato) e nemmeno tali apparecchi si trovavano nel locale, come prescritto dall’art. 369 del decreto del Presidente della Repubblica del 27/4/1955, n. 547. I recipienti in cui era stato trasportato il solfuro di carbonio non portavano i contrassegni relativi all’infiammabilità e alla tossicità del gas. L’incendio del solfuro di carbonio che ha causato le ustioni e le intossicazioni degli operai che si trovavano all’interno del locale si è verificato mentre si procedeva al travaso del liquido infiammabile da un fustino metallico in recipienti di latta. Detta operazione di travaso veniva effettuata sul pianerottolo della scala, antistante all’unico accesso ai locali per cui gli operai che si trovavano nell’interno si sono venuti a trovare con l’unica uscita sbarrata dalle fiamme e tutte le finestre chiuse e sigillate all’interno, con carta convenientemente incollata (per evitare fuoruscita dei vapori del solfuro di carbonio) e sbarrate con rete metallica e robusta cancellata in ferro all’esterno […][4].
  La relazione indicava come possibili cause dell’incendio «l’incauto uso di fiamme libere sulla scala e nell’androne di ingresso sito al piano terreno», o le scintille provocate dallo «strofinio dei cerchi metallici del fustino con il pavimento del pianerottolo», o quelle provocate «dall’urto del fusto con i barattoli metallici» oppure le scintille provocate «dall’urto di scarpe chiodate o forzate con il pavimento in cemento»[5].
Lucia Di Donfrancesco, costretta a continui ricoveri negli Ospedali di Lecce, Bari e Napoli a causa dell’intossicazione patita, il 13 gennaio del 1961 indirizzò un accorata appello al prefetto per lamentare le gravissime condizioni di salute ed economiche in cui versavano lei e i propri genitori (Brizio Maria e Maria Addolorata Lefons che erano entrambi anziani e pensionati):
[…] Sua Eccellenza signor Prefetto, anzi tutto mi scuso se mi rendo seccante, avevo saputo che doveva venire la Signoria Vostra a Calimera ed avevo mandato la mamma sul municipio ma invece le hanno detto che per questa domenica non l’è stato possibile, le cerco una preghiera quando verrà a Calimera che vorrei parlarle direttamente, sono sempre la solita martire che venne a trovarmi all’ospedale di Lecce, mi portarono di nuovo a Napoli credendo di migliorare, ma invece ho peggiorato son tornata di nuovo a Calimera che proprio oggi sono trascorsi 7 mesi di pene, è già un mese che sono a casa mia, con la mia vecchia mamma che mi assiste e mio padre pure è vecchio, ci campiamo con la loro vecchiaia, fin adesso ho avuto solo il suo aiuto e pregherò sempre per la sua bontà, non dimenticate che una sua visita è forse la mia salvezza desidererei tanto vederlo un’altra volta giacché speravo una mia guarigione per venire io personalmente a ringraziarlo di tutto, ma non ho più speranza sto peggio di prima, e di nuovo con l’ossigeno, e non so ancora quando finisco di soffrire, sono molto stanca. Le chiedo con tutto il cuore un suo conforto e se non le sarà possibile almeno un suo scritto che da oggi conto i giorni che ho scritto, aiutatemi. Distinti saluti, Lucia Di Donfrancesco, via Martano n. 55 […][6].
  Il successivo 17 marzo, Lucia scrisse nuovamente al prefetto:
[…] Sua Eccellenza signor Prefetto. Anzi tutto chiedo scusa se mi rendo seccante, sono Lucia Di Donfrancesco l’operaia che sono stata la più grave di tutte, credo che si ricorda quale sono, che Sua Eccellenza è venuta pure a trovarmi all’ospedale di Lecce, avevo scritto due mesi or sono ma non ho avuta riposta, se fossi in condizioni un po’ migliorate sarei venuta a trovarlo personalmente, ma le condizioni di salute non lo permettono, la prego ancora di non dimenticarmi che ho tanto bisogno ci campiamo con la vecchiaia dei miei vecchi genitori, non so a chi rivolgermi, la prego aiutarmi, non credo che non si ricorda chi sono, l’operaia del magazzino incendiato di Calimera […][7].
  Lucia Di Donfrancesco cessò di vivere il 14 gennaio del 1962. Fu la sesta vittima dell’immane tragedia che aveva colpito Calimera il 13 giugno del 1960; non risulta che alle sue accurate lettere il prefetto avesse mai risposto. Qualche giorno dopo la sua morte, egli comunicò al sindaco che aveva disposto a favore dei genitori (74 anni il padre e 68 la madre) l’erogazione di un contributo di lire 50.000 e lo pregò di porgere loro il proprio cordoglio[8].
Note
[1] Sul drammatico episodio di Tricase, S. Coppola, Quegli oscuri martiri del lavoro e della libertà, Giorgiani, Castiglione 2015.
[2] Asle, Prefettura, Gabinetto, II versamento, b. 266, fasc. 3111 (telegramma del prefetto Di Cuonzo).
[3] Ivi, comunicazioni del prefetto e del comandante della Compagnia provinciale dei Carabinieri Aldo Favali; la Prefettura e l’APTI erogarono un contributo alle famiglie delle vittime e a quelle di coloro che erano stati ricoverati.
[4] Ivi, relazione redatta il 20/6/1960.
[5] Ibidem.
[6] Ivi, lettera del 13/1/1961.
[7] Ivi, lettera del 17/3/1961.
[8] Ivi, lettera del 15/1/1962.
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teamevolutionformazione · 6 years ago
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beautyscenario · 6 years ago
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Dal contorno occhi ai sieri anti macchia, i migliori prodotti di skincare che ho avuto modo di testare nel 2018
Ho 48 anni ma, secondo tutti quelli che conosco, ne dimostro non più di 35, merito dei geni ma soprattutto perché da vent’anni mi prendo cura del mio viso in modo maniacale. A letto truccata sarò andata a dormire due volte in vita mia, e con grandi complessi di colpa, e da più di dieci anni evito il sole d’estate,  se non negli orari sicuri, e sempre protetta da SPF 50.
Diceva Coco Chanel “La vita ti da la faccia che hai a 20 anni: è compito tuo meritarti quella che avrai a 50 anni”, e non posso che essere perfettamente d’accordo perché la pelle del viso va curata costantemente, già dopo i 25 anni, per ritardare la comparsa delle prime rughe e la perdita di tonicità. Per quello che mi riguarda tendo a variare periodicamente brand e prodotti, mi strucco sempre prima di andare a dormire, e non lesino sulla quantità di crema che applico giornalmente. Ho sempre preferito poi texture ricche e cremose, anche quando da ragazza avevo la pelle mista.
Questo 2018 ho avuto modo di testare diversi prodotti di skincare ma quelli che ho amato di più, e che hanno funzionato di più per la mia pelle matura sono:
Miglior crema anti-age Augustinus Bader in versione ricca (The Rich Cream). Se cercate il suo nome in rete troverete solo delle recensioni positive, perché chi ha avuto modo di provare questo nuovo brand di antiage ha visto che mantiene ciò che promette.  La sua formula, studiata da un professore esperto in medicina rigenerativa e dell’ingegeneria tissutale, é stata testata su pazienti che hanno subito ustioni, e i risultati sono stati incredibili. Io ero scettica quando mi é stata presentata in occasione del lancio sul mercato italiano, però ero curiosa di provarla. Ho iniziato ad applicarla picchiettandola spesso, in particolare, su una ruga sul contorno labbra, insensibile ai diversi trattamenti provati. A distanza di un mese dall’utilizzo ho notato la differenza sulla pelle del viso, che risultava rimpolpata, idratata, morbida. Ma quello che mi ha colpito é che la ruga sul contorno labbra che prima era decisamente evidente non si notava quasi per nulla, e questo mi ha naturalmente stupita! La crema di Augustinus Bader é perfetta anche sulle pelli acneiche perché riduce le cicatrici. Unico neo il costo, €225 per 50 ml ma ne vale la pena, usandola ogni sera, la versione ricca dura quasi due mesi.
Miglior fondotinta:   Bibi-NOVA di Mi-Rê non ho mai amato il fondotinta perché ho sempre percepito la sua presenza fastidiosa sulla pelle, ragion per cui l’ho usato pochissimo fino a quando non sono comparse delle macchie sul viso. Quando ho notato che le macchie durante l’estate si erano ingrandite, nonostante l’uso di cappello e protezione solare, ho deciso di correre ai ripari e ho iniziato ad applicare il fondotinta in coppia con il correttore, per camuffare meglio le macchie. Poi é arrivato Bibi-NOVA di Mi-rê che mi ha cambiato la vita. La formula, con tecnologia cushion e SPF 50, é un ibrido tra fondotinta e correttore, dimenticavo di dire che Mi-rê un brand coreano.  Quello che mi piace é che é facile da applicare, modulabile, unisce l’effetto di fondotinta e correttore in un unico prodotto e protegge dai raggi UV grazie all’SPF 50, il tutto con un effetto naturale sulla pelle. La texture é impalpabile, e ha un leggero profumo floreale molto piacevole, e la pelle rimane idratata tutto il giorno, con un finish impeccabile fino alla sera.
Miglior contorno occhi: Contorno Occhi & Labbra Caviale e Bava di Lumaca di Caracalla Cosmetici a pari merito con The Ultra Time Return Eye Serum di A by Bom. Il primo, é di un brand italiano di skincare naturale che mi ha sorpreso. Ha una formula molto ricca e nutriente dal leggero profumo talcato. E’ super idratante e contiene burro di Karité, vitamina E, olio di enothera, olio di argan, rosa mosqueta e acido alfa lipico, bava di lumaca e caviale.  Il secondo é un siero per il contorno occhi, per pelli mature, di un brand coreano. È formulato con ingredienti botanici e di qualità farmaceutica. Estratto di foglie di camelia sinensis (tè verde), ricca di antiossidanti, e ottimo come ingrediente calmante e lenitivo, aloe vera, per l’alta umidità e niacinamide, dagli effetti schiarenti, ma anche olio di bergamotto e camomilla (Anthemis Nobilis Flower Oil), che ha proprietà anti-infiammatorie e idratanti e altri ingredienti ancora. Il siero ha una consistenza che é un mix tra un olio e un gel, si assorbe rapidamente e lascia la pelle molto idratata per ore.
Miglior Trattamento d’urto:  Susanne KaufmannTM Pollution Skin Defence System é pensato per proteggere la pelle dall’aggressione degli agenti esterni: inquinamento atmosferico, raggi ultravioletti e le luci blu degli schermi di computer e cellulari. 15 fiale in vetro di tre diverse tipologie da utilizzare per tre settimane: cinque fiale di Vitamin C, cinque di Ectoina e cinque di Q10. Le fiale Vitamin C, le prime da utilizzare, contengono un potente complesso antiossidante in grado di proteggere dai radicali liberi generati dai fattori di stress ambientale ed eliminare i processi infiammatori, promuovendo la naturale detossinazione della pelle e rendendo l’incarnato più uniforme. Al terzo giorno dell’applicazione la mia pelle ha iniziato a diventare luminosa. La fiala Ectoin contiene Ectoina per la prevenzione del danno dovuto all’invecchiamento prematuro, si usa dal sesto al decimo giorno e migliora la densità cutanea, aumentando l’abilità della pelle nel trattenere l’idratazione. La texture è più densa di quella della vitamina C e il profumo è fiorito. Mi ha stupito molto perché alla fine del massaggio, il secondo giorno di applicazione, la pelle appariva morbidissima e liscia al tatto. Per tutta la durata dell’applicazione di queste fiale mi sembrava di avere la pelle di un’adolescente!! Infine la fiala Q10, a base di Coenzima Q10, incrementa la produzione di collagene, accelera il metabolismo cellulare e protegge dallo stress ossidativo. Si tratta della terza e ultima fiala del protocollo Susanne Kaufmann Pollution Skin Defence System. Anche in questo caso a fine massaggio la pelle risultava liscia, morbida e idratata. Tutti i sieri contenuti nelle fiale hanno un profumo molto piacevole, tra talcato e fiorito. L’intero trattamento ha un prezzo di  € 265. Si tratta di una cifra importante ma a mio parere ben spesa nel caso di una pelle matura, spenta e tendente al secco come la mia, sono circa 18 euro per ogni giorno di trattamento ma i risultati sono notevoli.
Miglior peeeling The Ordinary AHA + BHA 2% Peeling Solution. Avevo già provato dei prodotti di The Ordinary, il brand cult di skincare low price ma questo prodotto mi aveva particolarmente colpito perché, durante il mio ultimo viaggio a Londra, ho scoperto che nei due monomarca era out of stock. Si tratta di un peeling da usare un paio di volte a settimana sul viso pulito, lasciandolo in posa per non più di dieci minuti, evitando il contorno occhi. Contiene alfa idrossidi acidi al 30% (acido glicolico / lattico / tartarico / citrico), betaidrossiacido al 2% (acido salicilico), acido ialuronico, vitamina B5, carota nera e peperone della Tasmania. Gli alfa idrossi acidi (AHA) esfoliano la superficie più superficiale della pelle i beta idrossi acidi (BHA) esfoliano la pelle e liberano i pori. Questo peeling dal colore vinaccia, che ha un tempo di posa come una maschera, offre un’esfoliazione profonda e una volta eliminato con l’acqua la pelle risulta decisamente più morbida e molto luminosa.
Miglior rimedio SOS, anche per bambini.  Skin Rescue di Lovely Botanicals, un olio 100% naturale per pelle problematica, pelle secca e squamosa, pelle irritata, pelle sensibile, per calmare i rossori e per chi soffre di acne, non ultimo si può usare dopo i trattamenti AHA e BHA. Tra gli ingredienti l’olio di argan, il primrose oil e il Blue Tansy, quest’olio ha un effetto antibatterico, antivirale, anti-istaminico, anti-infiammatorio, analgesico e anti-prurito, quindi molto lenitivo. Skin Rescue ha un buon odore, leggermente balsamico, ed effettivamente una volta applicato calma il prurito, in caso di irritazioni. L’ho usato anche per lenire il prurito di alcune irritazioni che mio figlio si era fatto leccandosi di continuo la pelle sotto le labbra, come spesso capita con i bambini, e in pochi giorni la pelle é ritornata perfetta.
Miglior prodotto illuminante: A pari merito la combinazione tra Truth Serum di OLEHENRIKSEN e Bakel Even Siero Rinnovante. Il primo é un siero dalla consistenza in gel, dal colore arancio, che contiene Vitamina C e collagene, estratti di arancia e tè verde, al leggero profumo di arancia. La formula, illumininante e idratante, é leggera e si assorbe rapidamente. Il secondo é un siero trasparente che contene acido malico, acido mandelico, acido tartarico e acido salicilico che insieme attivano un processo di rinnovamento cutaneo ed accelerano il turnover cellulare. Ho usato per quasi due mesi il primo la mattina e il secondo la sera, e già dopo un paio di settimane la pelle appariva decisamente più luminosa, le macchie vicino al contorno occhi, comparse nei mesi estivi, a fine trattamento praticamente scomparse, senza parlare dei commenti positivi delle amiche sul mio aspetto rilassato e luminoso.
Migliori maschere i tessuto: non c’é dubbio, tra le maschere in tessuto provate non poteva essere che un brand coreano quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni, e parlo del  Dr. Jart+. Le ho testate praticamente tutte e non c’è nessuna che non mi sia piaciuta, senza contare che oltre alla grande qualità hanno un packaging irresistibile!
I migliori prodotti di skincare testati nel 2018 Dal contorno occhi ai sieri anti macchia, i migliori prodotti di skincare che ho avuto modo di testare nel 2018
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scuola-italia · 7 years ago
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L'importanza della prevenzione: il II Municipio contro le ustioni con un corso per bambini ed insegnanti http://www.diggita.it/v.php?id=1624862
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tuttolionssicilia2015 · 8 years ago
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Palermo Normanna   – Convegno su: “Biobanche – Unità di servizio senza scopo di lucro”.
Ieri, 4 marzo 2017, in una tiepida serata quasi primaverile, nel grande salone del Mondello Palace, presente il 2° Vice Governatore Distrettuale  Dottor Vincenzo Leone, il Presidente di Zona Dottor Vittorio Di Carlo, tanti officer distrettuali e di Club e numerosi soci Lions e Leo, il LC Palermo Normanna , ha promosso un convegno, organizzato dai soci Dottor Nino Sutera, Prof.ssa Valeria Torregossa, Prof. Nicolò Bonacasa, Dott.ssa  Erminia Bentivegna e Dottor Nicolò Monteleone,  su: “Le Biobanche – Unità di servizio finalizzate alla raccolta ed alla conservazione di materiale biologico per la ricerca scientifica.”
Così dopo l’ascolto degli inni e la presentazione da parte del Dottor Guglielmo Bellavista, elegante e forbito cerimoniere,  il Presidente del Club, ing. Francesco Vitale ha porto un breve indirizzo  di saluto ai presenti, spiegando i motivi di questo incontro, che vede l’impegno del L.C.Palermo Normanna, nell’ambito del tema di studio nazionale sulla salute. Lo scorso due dicembre , infatti, ci eravamo lasciati, mestamente, dopo che i relatori avevano brillantemente affrontato il tema “la malattia di Alzheimer, conoscerla per saperla affrontare”e avevano chiarito, dopo alcune “bufale” apparse sui giornali, che la scienza brancola ancora nel buio e che, per questo male, per ora non ci sono speranze. Ma, come ha scritto Claude Bernard, <<il giorno dell’ultima ipotesi sarebbe il “tramonto della scienza”>>, perché, nel nikilismo scientifico imperante, qualsiasi ipotesi deve essere verificata.
Così oggi il Club, quasi a voler esorcizzare quelle tre negazioni, né, più, mai, di foscoliana memoria, che accompagna ogni caso conclamato di Alzheimer, affronta il tema: “Le Biobanche, unità di servizio senza scopo di lucro, finalizzate alla raccolta ed alla conservazione di materiale biologico per la ricerca scientifica; una preziosa fonte di risorse per la diagnosi, la sperimentazione di terapie, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico”.
Dopo una breve introduzione del Dottor Nino Sutera, moderatore del convegno, che pleonasticamente si è chiesto:”che cos’è la Biobanca? I lavori sono entrati nel vivo con la relazione della Dott.ssa Annalisa Guercio, Direttore dell’area Diagnostica Virologica, responsabile della Biobanca del Mediterraneo, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, che ha detto:”Sono  lusingata di essere stasera qui con voi, perché so che il Vostro We Serve Vi porta ad occuparvi di un progetto che l’IZS, porta avanti da anni.” Indi ha affrontato il tema: “Le Biobanche in medicina Veterinara”. Dopo aver tracciato una breve storia dell’IZS, sorto a Palermo nel 1928, sotto la presidenza del Prof. Adelmo Mirri, con compiti istituzionali che spaziano dalla tutela della sanità pubblica, alla prevenzione della malattia degli animali, alla tutela della sicurezza degli alimenti, sia animali che vegetali ed alla attività di ricerca scientifica. A tale scopo l’IZS “ospita”: batteri, virus, parassiti, linee cellulari, sieri, acidi nucleici, plasmidi e tessuti patologici. Elementi questi che costituiscono la Biobanca, i cui obiettivi sono quelli di stoccarli in sicurezza, per poter sviluppare studi e ricerche di contenuto scientifico e tecnologico, in modo da poter fornire “strumenti necessari per un approccio integrato e pluridisciplinare per la prevenzione e lo studio delle malattie tra gli esseri umani e gli animali e per il controllo della qualità delle produzioni e dell’ambiente, secondo il concetto “One Healt”.
L’Istituto garantisce e certifica, previa analisi, tutti i cibi che arrivano sui mercati; coordina i Nas e i servizi veterinari e previene malattie di animali. Esemplificando ha parlato di Brucellosi, Microbatteri, Ricketsia, Bartonella, Leishmania, Encefalopatia Spongiforme (Mucca Pazza) ed ha concluso parlando del manuale operativo che mostra tutti i documenti e le procedure necessari alla gestione di una Biobanca, compreso il <<Disaster Plan>>, un documento che indica come comportarsi in caso di disastri vari, sia provocati dall’uomo che da calamità naturali. Con la creazione del Bioware House Network, Biobanca diventa un motore di supporto tecnologico per gli studiosi che fanno attività di ricerca e formazione.
 La Dott.ssa –Erminia Bentivegna, Lion , Specialista in chirurgia vascolare e radiologia diagnostica, ha parlato del salvataggio degli arti mediante la rigenerazione tessutale con l’impiego di sostituti dermici di derivazione animale. Ella ha indicato i campi di applicazione: Ustioni, Ulcere Croniche, cicatrici Retraenti, Gangrene Ischemiche e Diabetiche. Ha indicato il percorso clinico che prevede l’impiego della prostaglandina, farmaco utilizzato in campo medico per le sue proprietà vasodilatatorie, al fine di rivascolarizzare l’arto “ossigenando i tessuti di riepitelizzazione e riducendo il dolore ischemico con l’attivazione di circoli collaterali di compenso”.
Il risultato è sorprendente, perché consente di curare, anziché sopprimere l’arto con l’amputazione e questo vuol dire meno sofferenze per il paziente e ricaduta positiva di carattere economico e sociale per la collettività, che così non dovrà farsi carico di altri invalidi.
-Il Dottor Franco Di Maria,Lion, nella doppia veste di neurologo e di Delegato Distrettuale del Comitato Salute, ha relazionato su : La Ricerca Nelle Malattie Neurodegenerative, che egli ha definito “Insieme composito di Patologie del Sistema Nervoso Centrale, caratterizzate da un processo cronico e selettivo di morte cellulare a causa di neuroni per causa non definite.”
Le più note:
a) La Malattia di Alzheimer, di cui si è parlato esclusivamente nel convegno del due dicembre e di cui ho pubblicato l’articolo su Tutto Lions Sicilia , una malattia che fa paura e che getta nello sconforto e nella difficoltà, non solo il malato, ma anche chi lo assiste, nel progressivo declino delle sue capacità mnemoniche,relazionali e fisiche”. Infatti, la demenza senile diventa una realtà dal sempre maggiore impatto sociale. Questa sindrome, caratterizzata dalla perdita delle abilità cognitive acquisite e da alterazioni della sfera fisica ed emotiva, determina una perdita di gran parte della massa grigia dell’encefalo, costituita da miliardi di neuroni, ma soprattutto determina la perdita progressiva di tutte quelle connessioni che nell’arco dell’esistenza, il cervello è riuscito a creare, arricchito dalle emozioni, che rafforzano e rendono possibile la memorizzazione; l’insorgere della malattia distrugge tutto, inesorabilmente.
b) Morbo di Parkinson, malattia degenerativa che si manifesta con tremore, bradicinesia e rigidità, c) Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Malattia che colpisce i motoneuroni centrali e periferici, dal decorso imprevedibile, diverso da soggetto a soggetto, ma, con funzioni cognitive , sensoriali, sessuali, e sfinteriali che rimangono integre, fino alla fine, da cui spesso è scaturita la disperazione di chi poi ha tentato o attuato, il suicidio assistito.
Egli ha concluso tracciando le finalità della Biobanca: Favorire la ricerca per l’identificazione di mutazioni genetiche note ed altre, causa di malattie; favorire la raccolta di campioni provenienti da individui con caratteristiche utili a comprendere le basi genetiche della malattie; centralizzare la raccolta dei campioni e favorire la comunicazione e gli scambi tra i diversi gruppi di ricerca.
Il convegno si è chiuso con vari interventi, domande e richieste di chiarimenti , ai quali  i relatori e il coordinatore Nino Sutera, hanno dato risposte esaurienti e con i ringraziamenti del presidente Francesco Vitale.
Enzo Traina – Redattore della Rivista Distrettuale – Area PA
LC Palermo Normanna Palermo Normanna   - Convegno su: “Biobanche – Unità di servizio senza scopo di lucro”. Ieri, 4 marzo 2017, in una tiepida serata quasi primaverile, nel grande salone del Mondello Palace, presente il 2° Vice Governatore Distrettuale  Dottor Vincenzo Leone, il Presidente di Zona Dottor Vittorio Di Carlo, tanti officer distrettuali e di Club e numerosi soci Lions e Leo, il LC Palermo Normanna , ha promosso un convegno, organizzato dai soci Dottor Nino Sutera, Prof.ssa Valeria Torregossa, Prof.
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