#prestazioni energetiche negli edifici
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Verona: concentrazione PM10, prosegue l'allerta rossa. Probabili precipitazioni nel fine settimana
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Verona: concentrazione PM10, prosegue l'allerta rossa. Probabili precipitazioni nel fine settimana. Nessun cambiamento meteorologico significativo, con il perdurare dell'assenza di precipitazioni che ormai persiste dal 20 gennaio scorso. Una situazione che condiziona la qualità dell'aria cittadina che resta a livello allerta 2 – rosso. Dal bollettino Arpav di oggi salgono a nove le aree che da martedì 6 febbraio, oltre alla città scaligera, saranno in rosso: Venezia, Treviso, Vicenza, Castel Franco Veneto, Mirano, San Donà di Piave, San Bonifacio, Chioggia, Cittadella. Peggiora quindi complessivamente la situazione nella Regione Veneto, in attesa di una variazione meteorologica prevista probabilmente per il fine settimana. Fino a mercoledì 7 febbraio compreso resta il divieto di circolazione anche per i veicoli commerciali diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 12.30. Inoltre, rimane in vigore il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, per tutte le auto a gasolio private fino a Euro 5, i veicoli a benzina fino Euro 2, i diesel commerciali fino Euro 4 e i ciclomotori Euro 1. Il bollettino è emesso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Per limitare la produzione di PM10 serve l'impegno da parte di tutti. La cittadinanza è invitata a rispettare i divieti già in essere, e ad adottare stili di vita virtuosi e comportamenti rispettosi dell'ambiente al fine di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria nella nostra città. Si consiglia, quindi, di utilizzare il meno possibile l'auto, preferendo i mezzi pubblici, di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e non tenere accesi i motori durante la sosta. Per quanto riguarda le abitazioni, il consiglio è quello di ridurre gli orari di funzionamento degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici, classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici, deve essere  mantenuta a 18° C. Con l'allerta arancio e rosso, è in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Divieto di effettuare combustioni all'aperto. Sfalci, potature ed altri residui agricoli non vanno bruciati, dato che le combustioni all'aperto incrementano ulteriormente la produzione e la diffusione di polveri e componenti inquinanti. Viabilità. Spostamenti casa – lavoro. Resta consentita la  circolazione, limitatamente al percorso più breve casa – lavoro, ai lavoratori, che per distanza od orari particolari di inizio e fino turno, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Solo i veicoli adibiti al trasporto merci alimentati a gasolio Euro 5 possono effettuare carico e scarico delle merci su tutto il territorio comunale nella fascia oraria dalle 8.30 alle 11. Via libera alla circolazione di tutti i veicoli bifuel, ossia con impianti gpl o metano, alimentati sia a benzina che a diesel, purché utilizzino negli spostamenti rigorosamente gpl o gas metano; possono inoltre circolare le auto a metano, gpl, elettriche, ibride e quelle a benzina sopra Euro 2. Consentito il car-pooling, ossia 3 persone a bordo per le macchine più grandi e 2 per le biposto. Via libera anche per i veicoli di portatori di disabilità muniti di contrassegno, e a quelli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari in visita domiciliare urgente. Nessuna limitazione alla circolazione nei tratti stradali. Tangenziale Est - da Via Valpantena all'altezza dello svincolo di Poiano fino al raccordo verso il casello autostradale di Verona Est e la vicina Tangenziale Sud. Tangenziale Sud - dal raccordo del Casello autostradale di Verona Est fino a quello del Casello di Verona Nord. Tratti autostradali ricadenti in territorio comunale. Ancora, possibilità di circolazione per raggiungere Fiera, Stadio e Palazzetto dello Sport, limitatamente ai percorsi da e per tangenziali e caselli autostradali più vicini, oltre al percorso da tangenziali e autostrade, per raggiungere aree camper a Porta Palio e in via Belfiore. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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fdenergyconsulting-blog · 6 years ago
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La Certificazione Energetica dei nuovi edifici
Molti paesi tra cui l’Italia richiedono il certificato energetico per la pratica di fine lavori, come mezzo per garantire la conformità ai regolamenti ed agli standard edilizi, e promuovere edifici più efficienti dal punto di vista energetico.
Progettare orientati verso l'efficienza energetica
E' il modo più economico per migliorare le prestazioni energetiche negli edifici, incoraggiando la realizzazione di standard più elevati. Una volta completata la costruzione, la certificazione energetica APE può essere utilizzata per verificare la conformità ai regolamenti ed agli standard edilizi, e garantire prestazioni energetiche accurate. Tuttavia, la conoscenza della classe energetica post costruzione ha un impatto indiretto in quanto costringe a considerare l'efficienza energetica, adottando i miglioramenti necessari per raggiungerla. Nonostante i costi aggiuntivi associati a questo processo, la valutazione della classe energetica dovrebbe in modo ottimale essere applicata sia in fase di progettazione (per influenzare positivamente i progettisti) e al completamento (per aumentare la conformità edilizia).
Le classi energetiche visualizzate sul certificato energetico
La valutazione dell'edificio include le classi energetiche dalla A4 (la classe energetica più efficiente, che corrisponde ad un bassissimo consumo energetico) alla G (la classe energetica meno efficiente, involucro edilizio con consumi elevati).
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ictadmin · 6 years ago
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Nuova detrazione fiscale per la sostituzione degli infissi
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Sostituire gli infissi ha molti vantaggi da un punto di vista pratico: taglio dei costi di riscaldamento, migliore controllo sul rumore esterno, più efficace gestione della manutenzione, ecc. Negli ultimi anni, a questi vantaggi di tipo pratico, si è affiancato anche un vantaggio di tipo fiscale.
Questo vantaggio è un incentivo statale per favorire il risparmio sulle emissioni nocive da parte delle caldaie ed ha la forma di generosa detrazione fiscale per stimolare la sostituzione degli infissi vetusti.
Quest’anno, con la Legge di Stabilità 2017, è stata ripetuta la proroga della detrazione per tutti gli interventi di riqualificazione energetica, compresi tutti gli interventi finalizzati a un miglioramento dei consumi nelle case tra cui la sostituzione degli infissi.
Ovviamente la detrazione richiede determinate condizioni per essere concessa, le quali sono:
La sostituzione deve riguardare edifici già esistenti o già in corso di costruzione
Il livello di efficienza energetica deve essere aumentato dalla sostituzione garantendo un complessivo miglioramento delle prestazioni energetiche dell’abitazione.
Gli infissi devono riguardare il volume riscaldato dell’abitazione, quindi eventuali infissi perimetrali riguardanti locali non riscaldati non posso rientrare nella detrazione.
Gli infissi devono essere in linea con i requisiti di trasmutanza previsti dalla legge del 2010
Le detrazioni coprono anche spese per interventi di sostituzione di portoni di ingresso a patto che, ovviamente, rispettino almeno gli ultimi due punti sopra elencati per l’ottenimento dello status di detraibile, anche tutte le strutture accessorie agli infissi sono detraibili, come scuri persiane, cassonetti per tapparelle incorporate al serramento.
L’agevolazione riguarda la detrazione delle spese sostenute dall’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e dall’IRES (Imposta sul reddito delle società).
L’importo della detrazione va ripartito in dieci rate annuali di pari importo, la percentuale è del 65% delle spese sostenute dal 6 Giugno 2013, mentre per singole unità immobiliari si passa al 50% dopo il 1 Gennaio 2018.
Indipendentemente dai lavori, la detrazione parte dalla data del pagamento o alla data di termine della prestazione, nel caso di imprese società e enti.
Per la sostituzione degli infissi di casa il tetto massimo della detrazione è di 60.000 Euro e non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali, quali ad esempio quelle previste per la ristrutturazione edilizia.
Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti residenti e non residenti, anche se titolari di reddito d’impresa possessori dell’immobile, le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, le associazioni di professionisti, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, i titolari di un diritto reale sull’edificio, i condomini per le parti comuni, gli inquilini, coloro che hanno l’unità immobiliare in comodato d’uso, i familiari conviventi con il possessore dell’immobile oggetto di intervento che sostengono e compartecipano alla spesa per i lavori.
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yeschanneltech · 5 years ago
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DATA4: aumento di capitale e raddoppio ricavi entro il 2024
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DATA4: aumento di capitale e raddoppio ricavi entro il 2024
DATA4 annuncia un aumento di capitale al fine di accelerare la strategia di crescita internazionale e il raddoppio dei ricavi entro il 2024. L’operazione è stata realizzata da un gruppo di investitori guidato da AXA IM-Real Assets.
Questo investimento sottolinea la volontà dei nuovi azionisti di sostenere lo sviluppo dei data center, che rappresentano oggi il fondamento del mondo digitale.
L’investimento previsto per i prossimi 5 anni è di 650 milioni e l’approccio strategico che si è scelto di adottare è ecologicamente sostenibile.
Il Gruppo DATA4, specializzato nello sviluppo, progettazione e gestione di data center proprietari, mette a disposizione dei propri clienti – operatori cloud internazionali, grandi operatori di telecomunicazioni, aziende tecnologiche innovative e multinazionali – infrastrutture digitali allo stato dell’arte e soluzioni di data hosting ad alte prestazioni, sicure e rispettose dell’ambiente. Creato in Francia nel 2006 e acquisito nel 2018 da AXA IM – Real Assets, DATA4 gestisce attualmente 19 data center in Francia, Lussemburgo, Italia e Spagna, situati all’interno dei più potenti Campus Data Center in Europa.
Negli ultimi tre anni DATA4 ha avuto un incremento di business guidato sia dalla crescita esponenziale dei dati prodotti sia dalle esigenze sempre maggiori delle aziende in termini di trasformazione digitale e connettività. Questo si è tradotto in un aumento dei ricavi, nello stesso periodo, di circa il 50% e un quintuplicarsi del portafoglio clienti. DATA4 è dotato di un significativo potenziale di crescita grazie a riserve fondiarie ed energetiche (123 ettari e 204 MW disponibili), uniche che sono molto ricercate dai clienti, in particolare gli operatori Cloud e le aziende multinazionali.
Il Data Center di DATA4
In più, la pandemia globale COVID-19 ha sottolineato l’importanza nella società moderna del data storage in molti modi, fra cui, in particolare, mediante la diffusione dell’adozione del remote working e l’espansione della penetrazione dell’ecommerce, accelerando così i trend strutturali già prevalenti.
Grazie ad ulteriori finanziamenti, DATA4 mira a raddoppiare i propri ricavi entro il 2024 accelerando lo sviluppo nei mercati esistenti e in quelli internazionali, attraverso l’espansione della propria rete e la costruzione di 23 nuovi Data Center.
Il Gruppo sta perseguendo nuovi obiettivi di acquisizione allo scopo di svilupparsi a livello internazionale, in particolare in Germania, Europa centrale e Scandinavia. DATA4 prevede quindi di investire più di 650 milioni di euro nei prossimi 5 anni per lo sviluppo internazionale e l’innovazione, importo che è pari a quello allocato negli ultimi 13 anni.
DATA4 porta avanti una strategia d’innovazione basata sull’attenzione all’ambiente e sull’impegno ecosostenibile. I Data Center sono il fondamento dell’economia digitale e devono, quindi rispondere alle sfide di connettività, sicurezza, governance e protezione ambientale con cui sono chiamate a confrontarsi le aziende. Per questo motivo il Gruppo sta progettando edifici intelligenti o ‘smart data center’ che combinano il miglioramento dell’esperienza utente con la garanzia di eccellenza operativa, l’ottimizzazione del consumo energetico e l’utilizzo delle risorse dei data center.
Olivier Micheli CEO DATA4 spiega l’interesse verso l’aumento di capitale e l’operazione messa a punto per portare al raddoppio dei ricavi entro il 2024
Grazie all’offerta Smart DC, DATA4 offre un approccio innovativo e proprietario per sensibilizzare i clienti sull’impatto ambientale delle loro infrastrutture. I clienti possono utilizzare indicatori di performance e rilevazione ambientale come temperatura, igrometria, consumo di acqua, energia, emissioni gas a effetto serra, per monitorare in real-time le prestazioni e l’impatto ambientale dell’hosting e dei sistemi adottati durante tutto il ciclo di vita (dalla produzione al riciclo), e quindi seguire pratiche più sostenibili.
Olivier Micheli, CEO di DATA4 Group, conclude: “Sono molto felice della fiducia che AXA IM – Real Assets ci ha rinnovato, favorendo l’accelerazione nella crescita degli ultimi anni. Il rafforzamento del loro sostegno ci consentirà di fare un importante passo avanti nel nostro sviluppo. Quello che ci siamo prefissati è chiaro: raddoppiare i ricavi in 5 anni, consolidando il nostro posizionamento come operatore Data Center leader nativo europeo. DATA4 si trova nella condizione ideale di beneficiare della crescita di questo settore sia nei mercati esistenti sia in quelli internazionali. Forti di un approccio eco-responsabile, continueremo a investire pesantemente nello sviluppo di edifici intelligenti per portare sempre più innovazione ai nostri clienti.”
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
Fonti:
http://www.nextville.it/normativa/1033/direttiva-parlamento-europeo-e-consiglio-ue-2010-3/
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http://www.cened.it/lombardiapiu
“LombardiA+. L’edilizia a consumo quasi zero in Lombardia”- realizzato dall’Organismo di accreditamento con il contributo del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano.
Autore: Maria Antonientta Giffoni, http://www.nextville.it/news/1365
http://fonti-rinnovabili.it/mainn/
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Tecnopoli, la Regione investe oltre 3,5 milioni di euro per ampliare e potenziare le strutture di Bologna, Ferrara e Ozzano dell'Emilia
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Tecnopoli, la Regione investe oltre 3,5 milioni di euro per ampliare e potenziare le strutture di Bologna, Ferrara e Ozzano dell'Emilia Via ai primi tre progetti nell'ambito del Programma regionale Fesr per investimenti in ricerca e sviluppo, miglioramento degli spazi, maggiore efficienza energetica e produzione da rinnovabili Oltre 3,5 milioni di euro per ampliare le infrastrutture del tecnopolo di Bologna Cnr e per quelli di Ferrara e Ozzano (Bo). Partono i primi tre progetti finanziati dalla Regione che, con un finanziamento di quasi 29 milioni di euro, ha stanziato risorse, con un apposito bando, per il potenziamento infrastrutturale dei Tecnopoli, rete che va da Piacenza a Rimini, nell'ambito del Programma regionale Fesr 2021-2027. Ventidue milioni per infrastrutture di ricerca e 6,7 milioni per efficientamento energetico ed energie rinnovabili. I progetti dovranno prevedere misure di espansione, di qualificazione di spazi da mettere a disposizione dell'attività di ricerca e trasferimento delle conoscenze, anche alle imprese, di acquisizione di nuove tecnologie per la realizzazione di laboratori di ricerca, connettendo la strategia di specializzazione regionale con le filiere produttive, l'organizzazione di spazi per la presenza delle imprese e la collaborazione con organismi di ricerca. E questi progetti saranno integrati da interventi finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche, con conseguente riduzione dei consumi negli edifici pubblici e privati. "Con questi interventi- affermano gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e green economy) e Paola Salomoni (Università e Ricerca) - la rete dei Tecnopoli emiliano-romagnola potenzia la propria dotazione infrastrutturale e di attrezzature, mettendo a disposizione degli spazi che possano ospitare nuove opportunità di ricerca a disposizione delle Università, dei laboratori e centri di ricerca e delle imprese. Così aumenta la nostra capacità di affrontare le grandi sfide e rispondere ai nuovi bisogni delle società, affermando un nuovo paradigma di innovazione per la transizione economica, verso modelli di produzione e consumo più equi e sostenibili finanziando anche interventi di riqualificazione e favorendo l'utilizzo di energie rinnovabili. Questo in coerenza con quanto fissato dal Patto per il Lavoro e il Clima". I progetti finanziati Per l'ampliamento del Tecnopolo di Ozzano, presentato da Fondazione Iret, è stato concesso un contributo 1,5 milioni di euro. L'intervento consentirà una estensione della infrastruttura esistente e l'acquisizione delle relative attrezzature scientifiche per potenziare le attività di ricerca nell'ambito delle scienze della vita, con particolare riferimento ad alcune aree di competenza quali lesioni e patologie del sistema nervoso centrale, malattie rare, medicina rigenerativa, farmaci innovativi. Al Tecnopolo di Ferrara, per la sede del Cnr-Stem, risorse per 520mila euro che consentiranno l'adeguamento dell'infrastruttura e l'acquisto di nuove attrezzature scientifiche e software collegati per il potenziamento di infrastrutture e diversi ambiti di ricerca. Dallo sviluppo e verifica di sistemi a guida autonoma alla progettazione e sviluppo di dispositivi funzionalizzati 4D flessibili, fino allo sviluppo di materiali innovativi e sensori per gas con area polifunzionale e al rinnovamento e ampliamento del laboratorio di caratterizzazione elettrica. Per l'ampliamento del Tecnopolo di Bologna Cnr viene concesso un contributo di 1,5 milioni di euro. Sarà costituito con Mister smart innovation solution un istituto ad alta specializzazione per la realizzazione della proposta progettuale. Il progetto prevede la realizzazione di una 'sala immersiva/laboratorio' per la sperimentazione di tecnologie ed eventi, la realizzazione di un laboratorio multifunzionale di ricerca industriale sugli 'impatti antropici', la realizzazione di un'infrastruttura tecnologica per sviluppo prototipi e up-scaling processi. Questo qualificando ulteriormente questo Tecnopolo come polo per l'innovazione e il trasferimento tecnologico incentrato sui materiali e sull'ambiente.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Concentrazione Pm10, prosegue l’allerta rossa a Verona
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Concentrazione Pm10, prosegue l’allerta rossa a Verona. Sul fronte PM10 la situazione a Verona resta da bollino rosso. Nell’ultimo bollettino Arpav sono cinque le aree che, oltre alla città scaligera, restano al livello di allerta 2 – rosso: Venezia, Treviso, San Bonifacio, San Donà di Piave e Chioggia. Peggiora complessivamente la situazione nella Regione Veneto e nove aree passano da domani al livello di allerta 1 - arancio, aggiungendosi alle sei che vi sono già. Al livello di allerta 0 - verde risultano solo le aree di Belluno, Feltre, Schio e Bassano del Grappa. Fino a lunedì 5 febbraio compreso resta il divieto di circolazione anche per i veicoli commerciali diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 12.30. Inoltre, rimane in vigore il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, per tutte le auto a gasolio private fino a Euro 5 , i veicoli a benzina fino Euro 2, i diesel commerciali fino Euro 4 e i ciclomotori Euro 1. Il bollettino è emesso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Per limitare la produzione di PM10 serve l'impegno da parte di tutti. La cittadinanza è invitata a rispettare i divieti già in essere, e ad adottare stili di vita virtuosi e comportamenti rispettosi dell'ambiente al fine di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria nella nostra città. Si consiglia, quindi, di utilizzare il meno possibile l'auto, preferendo i mezzi pubblici, di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e non tenere accesi i motori durante la sosta. Per quanto riguarda le abitazioni, il consiglio è quello di ridurre gli orari di funzionamento degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici, classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici, deve essere  mantenuta a 18° C. Con l'allerta arancio e rosso, è in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Divieto di effettuare combustioni all'aperto. Sfalci, potature ed altri residui agricoli non vanno bruciati, dato che le combustioni all'aperto incrementano ulteriormente la produzione e la diffusione di polveri e componenti inquinanti. Viabilità. Spostamenti casa – lavoro. Resta consentita la  circolazione, limitatamente al percorso più breve casa – lavoro, ai lavoratori, che per distanza od orari particolari di inizio e fino turno, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Solo i veicoli adibiti al trasporto merci alimentati a gasolio Euro 5 possono effettuare carico e scarico delle merci su tutto il territorio comunale nella fascia oraria dalle 8.30 alle 11. Via libera alla circolazione di tutti i veicoli bifuel, ossia con impianti gpl o metano, alimentati sia a benzina che a diesel, purché utilizzino negli spostamenti rigorosamente gpl o gas metano; possono inoltre circolare le auto a metano, gpl, elettriche, ibride e quelle a benzina sopra Euro 2. Consentito il car-pooling, ossia 3 persone a bordo per le macchine più grandi e 2 per le biposto. Via libera anche per i veicoli di portatori di disabilità muniti di contrassegno, e a quelli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari in visita domiciliare urgente. Nessuna limitazione alla circolazione nei tratti stradali. Tangenziale Est - da Via Valpantena all'altezza dello svincolo di Poiano fino al raccordo verso il casello autostradale di Verona Est e la vicina Tangenziale Sud. Tangenziale Sud - dal raccordo del Casello autostradale di Verona Est fino a quello del Casello di Verona Nord. Tratti autostradali ricadenti in territorio comunale. Ancora, possibilità di circolazione per raggiungere Fiera, Stadio e Palazzetto dello Sport, limitatamente ai percorsi da e per tangenziali e caselli autostradali più vicini, oltre al percorso da tangenziali e autostrade, per raggiungere aree camper a Porta Palio e in via Belfiore. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Verona, prosegue l’allerta rossa: buone pratiche per limitare la produzione di Pm10
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Verona, prosegue l’allerta rossa: buone pratiche per limitare la produzione di Pm10. L'area di Verona dopo le rilevazioni effettuate oggi da Arpav resta in allerta rossa. Fino a venerdì 2 febbraio prosegue quindi il divieto di circolazione per i veicoli commerciali diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 12.30. Rimane in vigore il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, per tutte le auto a gasolio private fino a Euro 5 , i veicoli a benzina fino Euro 2, i diesel commerciali fino Euro 4 e i ciclomotori Euro 1. Il bollettino è emesso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Buone pratiche per limitare la produzione di PM10. Come già evidenziato nei giorni scorsi dall'Amministrazione, la cittadinanza è invitata a rispettare i divieti già in essere, e ad adottare stili di vita virtuosi e comportamenti rispettosi dell'ambiente al fine di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria nella città. Si consiglia, quindi, di utilizzare il meno possibile l'auto, preferendo i mezzi pubblici, di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e non tenere accesi i motori durante la sosta. Per quanto riguarda le abitazioni, il consiglio è quello di ridurre gli orari di funzionamento degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici, classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici, deve essere  mantenuta a 18° C. Con l'allerta arancio e rosso, è in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Divieto di effettuare combustioni all'aperto. Sfalci, potature ed altri residui agricoli non vanno bruciati, dato che le combustioni all'aperto incrementano ulteriormente la produzione e la diffusione di polveri e componenti inquinanti. Viabilità. Spostamenti casa – lavoro. Resta consentita la  circolazione, limitatamente al percorso più breve casa – lavoro, ai lavoratori, che per distanza o orari particolari di inizio e fino turno, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Solo i veicoli adibiti al trasporto merci alimentati a gasolio Euro 5 possono effettuare carico e scarico delle merci su tutto il territorio comunale nella fascia oraria dalle 8.30 alle 11. Via libera alla circolazione di tutti i veicoli bifuel, ossia con impianti gpl o metano, alimentati sia a benzina che a diesel, purché utilizzino negli spostamenti rigorosamente gpl o gas metano; possono inoltre circolare le auto a metano, gpl, elettriche, ibride e quelle a benzina sopra Euro 2. Consentito il car-pooling, ossia 3 persone a bordo per le macchine più grandi e 2 per le biposto. Via libera anche per i veicoli di portatori di disabilità muniti di contrassegno, e a quelli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari in visita domiciliare urgente. Nessuna limitazione alla circolazione nei tratti stradali. Tangenziale Est - da Via Valpantena all'altezza dello svincolo di Poiano fino al raccordo verso il casello autostradale di Verona Est e la vicina Tangenziale Sud. Tangenziale Sud - dal raccordo del Casello autostradale di Verona Est fino a quello del Casello di Verona Nord. Tratti autostradali ricadenti in territorio comunale. Ancora, possibilità di circolazione per raggiungere Fiera, Stadio e Palazzetto dello Sport, limitatamente ai percorsi da e per tangenziali e caselli autostradali più vicini, oltre al percorso da tangenziali e autostrade, per raggiungere aree camper a Porta Palio e in via Belfiore. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Pm10 sopra i limiti, a Verona scatta l'allerta rossa: le misure antismog
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Pm10 sopra i limiti, a Verona scatta l'allerta rossa: le misure antismog. Da domani Verona entra in allerta 2-rosso, che prevede l'adozione di alcune limitazioni aggiuntive rispetto al livello arancio, volte a contenere la dispersione di polveri sottili in atmosfera. Fino a mercoledì 31 gennaio compreso, si dovranno fermare anche i veicoli commerciali diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 12.30. Rimane in vigore il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, per tutte le auto a gasolio private fino a Euro 5 , i veicoli a benzina fino Euro 2, i diesel commerciali fino Euro 4 e i ciclomotori Euro 1. Il bollettino è emesso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Buone pratiche per limitare la produzione di PM10. Come già evidenziato nei giorni scorsi dall'Amministrazione, la cittadinanza è invitata a rispettare i divieti già in essere, e ad adottare stili di vita virtuosi e comportamenti rispettosi dell'ambiente al fine di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria nella nostra città. Si consiglia, quindi, di utilizzare il meno possibile l'auto, preferendo i mezzi pubblici, di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e non tenere accesi i motori durante la sosta. Per quanto riguarda le abitazioni, il consiglio è quello di ridurre gli orari di funzionamento degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici, classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici, deve essere  mantenuta a 18° C. Con l'allerta arancio e rosso, è in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Divieto di effettuare combustioni all'aperto. Sfalci, potature ed altri residui agricoli non vanno bruciati, dato che le combustioni all'aperto incrementano ulteriormente la produzione e la diffusione di polveri e componenti inquinanti. Viabilità. Spostamenti casa – lavoro. Resta consentita la  circolazione, limitatamente al percorso più breve casa – lavoro, ai lavoratori, che per distanza od orari particolari di inizio e fino turno, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Solo i veicoli adibiti al trasporto merci alimentati a gasolio Euro 5 possono effettuare carico e scarico delle merci su tutto il territorio comunale nella fascia oraria dalle 8.30 alle 11. Via libera alla circolazione di tutti i veicoli bifuel, ossia con impianti gpl o metano, alimentati sia a benzina che a diesel, purché utilizzino negli spostamenti rigorosamente gpl o gas metano; possono inoltre circolare le auto a metano, gpl, elettriche, ibride e quelle a benzina sopra Euro 2. Consentito il car-pooling, ossia 3 persone a bordo per le macchine più grandi e 2 per le biposto. Via libera anche per i veicoli di portatori di disabilità muniti di contrassegno, e a quelli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari in visita domiciliare urgente. Nessuna limitazione alla circolazione nei tratti stradali. Tangenziale Est - da Via Valpantena all'altezza dello svincolo di Poiano fino al raccordo verso il casello autostradale di Verona Est e la vicina Tangenziale Sud. Tangenziale Sud - dal raccordo del Casello autostradale di Verona Est fino a quello del Casello di Verona Nord. Tratti autostradali ricadenti in territorio comunale. Ancora, possibilità di circolazione per raggiungere Fiera, Stadio e Palazzetto dello Sport, limitatamente ai percorsi da e per tangenziali e caselli autostradali più vicini, oltre al percorso da tangenziali e autostrade, per raggiungere aree camper a Porta Palio e in via Belfiore. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Verona. Situazione Pianura Padana. La persistenza di temperature elevate in quota, con valori nettamente superiori alla media del periodo, sta generando condizioni di inversione termica che, ostacolando il ricambio dell'aria nella Pianura Padana, mantengono alta la concentrazione dei livelli di PM10 nella maggior parte del territorio regionale. Per questo motivo, oltre a Verona, da domani sono in allerta 2-rosso le aree di Venezia, Treviso, San Donà di Piave, San Bonifacio, Chioggia. In allerta 1-arancio, invece: Padova, Vicenza, Castel Franco Veneto, Mirano, Adria, Badia Polesine, Este, Monselice, Piave di Sacco, Cittadella, Legnago.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Bologna, presentato il progetto del nuovo nido d’infanzia Cavazzoni
Bologna, presentato il progetto del nuovo nido d’infanzia Cavazzoni.   Si è concluso il percorso di dialogo e partecipazione tra Comune e residenti del Savena per la collocazione del nuovo nido Cavazzoni. Dopo le Commissioni di Quartiere ed il Consiglio aperto, ieri sera gli assessori alla Scuola Daniele Ara e ai Lavori Pubblici Simone Borsari e la presidente Marzia Benassi hanno partecipato, insieme ai tecnici del Comune, alla Commissione Scuola ed Educazione dove è stata illustrata la proposta progettuale che prevede la collocazione del nuovo nido a fianco alle scuole dell'infanzia Walt Disney e un progetto di riqualificazione complessiva di tutta area. Con i 4.152.000 euro ottenuti dal PNRR verrà realizzato un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building) come la scuola per l’infanzia Cerini inaugurata sabato scorso sempre al Savena: con alte prestazioni energetiche e caratteristiche architettoniche studiate in base alla ricerca didattica degli spazi dedicati ai bambini della fascia di età 0-3 anni. Rispetto agli attuali 58 posti del nido Cavazzoni, ubicato in via Bezzecca 10, il nuovo edifico avrà 84 posti. L’edificio sarà realizzato a un solo piano fuori terra in modo da non precludere alcuna vista agli edifici residenziali attigui. “Il progetto, che inizialmente era rimasto fuori dalla graduatoria, è stato riammesso ai finanziamenti PNRR - spiega l’assessore Daniele Ara-. E’ una notizia importante per Bologna grazie a cui riusciremo a compiere un ulteriore passo avanti per l'abbattimento della lista d'attesa”. “Un'importante opportunità di finanziamento – aggiunge l’assessore Simone Borsari - che cogliamo per aumentare la qualità ambientale e pedagogica del nostro patrimonio scolastico, migliorando al contempo l'assetto dello spazio pubblico circostante”. La costruzione del nuovo nido non comporta l’abbattimento di alberi ma prevede anzi la piantumazione di nuove piante, che contribuiranno alla mitigazione dell’effetto isola di calore e al mantenimento di un microclima confortevole. Negli spazi dove è prevista la demolizione dell’esistente Asilo Cavazzoni, il Comune intende inoltre avviare una riqualificazione delle aree creando un parco attrezzato ed eseguendo interventi di manutenzione all’esistente. Il cronoprogramma prevede l’aggiudicazione della gara entro il 31 maggio 2023, l’avvio dei lavori entro il 30 novembre 2023 e la conclusione entro il 30 giugno 2026. La collocazione proposta dal Comune – dopo aver esaminato 6 possibili soluzioni diverse - ha i diversi vantaggi: è vicina alle scuole dell'infanzia Walt Disney ma a una distanza adeguata per non disturbare in sede di cantiere, è presente un’area verde, vi sono già molti parcheggi lungo via Savigno, la viabilità consente un percorso circolare e nel giardino Domenico Acerbi è presente anche un'area verde senza alberature dove i ragazzi possono giocare a calcio. Le altre soluzioni esaminate sono state scartate per diversi motivi: La proposta 1, a destra rispetto alla scuola Walt Disney, sarebbe sorta in un’area dove nel 2021 furono piantati molti nuovi alberi, inoltre l'accesso sarebbe stato in prossimità di una curva, con il bus 27 che passa lungo la via. Da quella strada inoltre entrano ed escono già tutti gli alunni delle scuole Guercino. La proposta 2 (nel parco/giardino scolastico della scuola secondaria di primo grado Guercino, al confine con gli orti sociali), è stata scartata dato che in futuro è previsto l’ampliamento o la sostituzione delle scuole Guercino; occorre pertanto mantenere un'area verde dove potere prevedere la realizzazione del nuovo intervento. La proposta 3 (area a verde pubblico tra via Venezia e via Sesto S. Giovanni, giardino Enrico Boschi), pur abbastanza funzionale, sarebbe stata in un’area distaccata rispetto alle scuole dell'infanzia Walt Disney e quindi sarebbe venuto meno il presupposto di realizzare un nido prossimo alla scuola d'infanzia per realizzare anche progetti pedagogici di continuità, oltre che prevedere abbattimento di diverse piante di grande interesse e prevedere modifiche essenziali dal punto di vista della viabilità oltre che diversi parcheggi in più. La proposta 4 prevedeva la realizzazione del nido su via Cavazzoni, soluzione non possibile per il rispetto del clima acustico. Inoltre sarebbe molto vicino all'attuale nido Cavazzoni, con problemi di cantiere, rumore, polveri. La proposta 5 prevedeva la realizzazione del nido in adiacenza al nido attuale ed anche questa ipotesi non è proponibile per problemi connessi alla cantierabilità della nuova opera, troppo vicina al nido attuale che ospita ancora bambini e bambine. Sono inoltre presenti diversi alberi tutelati e 5 alberi di grande rilevanza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Verona: prosegue l'allerta rossa e resta alta la concentrazione di PM10. Continuano le restrizioni per i veicoli più inquinanti
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Verona: prosegue l'allerta rossa e resta alta la concentrazione di PM10. Continuano le restrizioni per i veicoli più inquinanti. A quasi un mese dall'ultima precipitazione restano invariate fino a venerdì le condizioni meteorologiche sul territorio cittadino, da giorni attanagliato da una qualità dell'aria critica, che resta a livello allerta 2 – rosso, anche dall'ultimo bollettino Arpav di oggi sulle rilevazioni delle PM10. Una situazione che dovrebbe tendenzialmente migliorare grazie all'arrivo, dalla giornata di venerdì, di una perturbazione atlantica, che sulla nostra regione porterà le prime precipitazioni e un'intensificazione dei venti, condizioni nettamente più favorevoli alla dispersione delle polveri sottili. Fino a venerdì 9 febbraio compreso resta il divieto di circolazione anche per i veicoli commerciali diesel Euro 5 dalle 8.30 alle 12.30. Inoltre, rimane in vigore il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, per tutte le auto a gasolio private fino a Euro 5, i veicoli a benzina fino Euro 2, i diesel commerciali fino Euro 4 e i ciclomotori Euro 1. Il bollettino è emesso il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Per limitare la produzione di PM10 serve l'impegno da parte di tutti. La cittadinanza è invitata a rispettare i divieti già in essere, e ad adottare stili di vita virtuosi e comportamenti rispettosi dell'ambiente al fine di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria nella nostra città. Si consiglia, quindi, di utilizzare il meno possibile l'auto, preferendo i mezzi pubblici, di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e non tenere accesi i motori durante la sosta. Per quanto riguarda le abitazioni, il consiglio è quello di ridurre gli orari di funzionamento degli impianti di riscaldamento. La temperatura degli edifici, classificati come residenza e assimilabili e degli edifici pubblici, deve essere mantenuta a 18° C. Con l'allerta arancio e rosso, è in vigore anche il divieto di utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive che non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Divieto di effettuare combustioni all'aperto. Sfalci, potature ed altri residui agricoli non vanno bruciati, dato che le combustioni all'aperto incrementano ulteriormente la produzione e la diffusione di polveri e componenti inquinanti. Viabilità. Spostamenti casa – lavoro. Resta consentita la circolazione, limitatamente al percorso più breve casa – lavoro, ai lavoratori, che per distanza od orari particolari di inizio e fino turno, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Solo i veicoli adibiti al trasporto merci alimentati a gasolio Euro 5 possono effettuare carico e scarico delle merci su tutto il territorio comunale nella fascia oraria dalle 8.30 alle 11. Via libera alla circolazione di tutti i veicoli bifuel, ossia con impianti gpl o metano, alimentati sia a benzina che a diesel, purché utilizzino negli spostamenti rigorosamente gpl o gas metano; possono inoltre circolare le auto a metano, gpl, elettriche, ibride e quelle a benzina sopra Euro 2. Consentito il car-pooling, ossia 3 persone a bordo per le macchine più grandi e 2 per le biposto. Via libera anche per i veicoli di portatori di disabilità muniti di contrassegno, e a quelli adibiti a compiti di soccorso, compresi quelli dei medici in servizio e dei veterinari in visita domiciliare urgente. Nessuna limitazione alla circolazione nei tratti stradali. Tangenziale Est - da Via Valpantena all'altezza dello svincolo di Poiano fino al raccordo verso il casello autostradale di Verona Est e la vicina Tangenziale Sud. Tangenziale Sud - dal raccordo del Casello autostradale di Verona Est fino a quello del Casello di Verona Nord. Tratti autostradali ricadenti in territorio comunale. Ancora, possibilità di circolazione per raggiungere Fiera, Stadio e Palazzetto dello Sport, limitatamente ai percorsi da e per tangenziali e caselli autostradali più vicini, oltre al percorso da tangenziali e autostrade, per raggiungere aree camper a Porta Palio e in via Belfiore. Tutte le informazioni sul sito del Comune di Verona.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
Fonti:
http://www.nextville.it/normativa/1033/direttiva-parlamento-europeo-e-consiglio-ue-2010-3/
https://ift.tt/2pH1CBJ
http://www.cened.it/lombardiapiu
“LombardiA+. L’edilizia a consumo quasi zero in Lombardia”- realizzato dall’Organismo di accreditamento con il contributo del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano.
Autore: Maria Antonientta Giffoni, http://www.nextville.it/news/1365
http://fonti-rinnovabili.it/mainn/
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
Fonti:
http://www.nextville.it/normativa/1033/direttiva-parlamento-europeo-e-consiglio-ue-2010-3/
https://ift.tt/2pH1CBJ
http://www.cened.it/lombardiapiu
“LombardiA+. L’edilizia a consumo quasi zero in Lombardia”- realizzato dall’Organismo di accreditamento con il contributo del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano.
Autore: Maria Antonientta Giffoni, http://www.nextville.it/news/1365
http://fonti-rinnovabili.it/mainn/
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renzanandsinghramananda · 7 years ago
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
Fonti:
http://www.nextville.it/normativa/1033/direttiva-parlamento-europeo-e-consiglio-ue-2010-3/
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“LombardiA+. L’edilizia a consumo quasi zero in Lombardia”- realizzato dall’Organismo di accreditamento con il contributo del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano.
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Edifici Near Zero Energy e dai materiali riciclati, obiettivi a portata di mano
Obiettivo edifici ad energia quasi zero, obiettivo riciclo materiali: l’edilizia oggi ha tutte le carte in regola per centrarli. Normativa, informazione e compentenze sono le chiavi.
La Direttiva europea 31/2010, EPBD 2 (Energy Performance of Buildings Directive), sulla prestazione energetica in edilizia, individua una chiara traiettoria di cambiamento per il settore delle costruzioni: dal 1° gennaio 2019 infatti tutti i nuovi edifici pubblici dell’UE (scuole, sedi comunali, biblioteche ecc..), e dal 1° gennaio 2021 tutti quelli nuovi privati, dovranno essere “Near Zero Energy”.
Ma cosa sono gli edifici a energia quasi zero? E che caratteristiche devono avere? Secondo la definizione piuttosto vaga fornita dalla Direttiva e ripresa dal Decreto di recepimento, l’edifico a energia quasi zero è un “edificio ad altissima prestazione energetica … con un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all’interno del confine del sistema (in situ)“. “Near zero” significa quindi garantire prestazioni di rendimento tali da non aver bisogno di apporti ulteriori per il riscaldamento ed il raffrescamento, oppure che dovranno essere soddisfatti attraverso l’apporto di fonti rinnovabili.
Un obiettivo prestazionale che comporta una innovazione profondissima rispetto alla progettazione e ai cantieri, ed anche alla gestione successiva degli edifici, i quali dovranno garantire queste prestazioni attraverso materiali, impianti e sistemi risultati certificabili.
 Dal punto divista progettuale, le scelte che riguardano gli edifici con prestazioni al limite dell’autosufficienza energetica, si inseriscono in un percorso che si è già avviato da tempo  e che ha portato anche a determinare in maniera puntuale gli interventi necessari, tra i quali si citano come esempi: 
l’uso esteso dei materiali isolanti, di sistemi vegetali ombreggianti, l’installazione di dispositivi schermanti;
la diffusione dei principi costruttivi dell’architettura bioclimatica;
l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili quali fonti energetiche primarie, da utilizzare al massimo delle loro potenzialità e l’attribuzione, per le fonti energetiche convenzionali, di una funzione integrativa e/o di backup per l’edificio;
lo sfruttamento dell’inerzia termica dell’edificio per ridurre le potenze degli impianti;
l’utilizzo della domotica per gestire in modo ottimale i servizi energetici.
Ci sono poi altre novità importanti:
La Direttiva 2008/98/CE, che riguarda invece il riutilizzo e il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione (C&D), indica con chiarezza l’obiettivo del 70% di utilizzo di materiali da riciclo al 2020, e la necessità di accompagnare nei diversi Paesi, attraverso specifici provvedimenti, il target.
A livello europeo sono stati introdotti dei criteri per il Green Public Procurement, ossia criteri da impiegare all’interno delle gare per l’acquisto di beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni (GPP Criteria for Office Building Design, Construction and Management del Maggio 2016).
Spostandosi in Italia, nel D.Lgs 50/2016, articoli 17-19 (Codice degli appalti) sono state introdotte disposizioni per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali e per agevolare il ricorso agli appalti verdi, da adottare sempre con Decreti del Ministero dell’Ambiente, attraverso la valutazione dei costi del ciclo di vita, inclusa la fase di smaltimento e recupero e l’introduzione di criteri ambientali minimi negli appalti pubblici (CAM).
In questo scenario di evoluzione normativa e scadenze a breve, molti sono i modi in cui la politica e gli enti deputati a legiferare o regolamentare, anche premiando, possono agire come volano per l’attuazione degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, dello sviluppo delle rinnovabili, del riciclo e recupero dei materiali.
L’Europa, come si è visto, questa strada l’ha già scelta ed è molto chiara, deve però essere supportata da scelte altrettanto chiare e coerenti da parte degli Stati membri che aiutino a superare le barriere tecniche e giuridiche, ma anche di informazione.
Oggi non ci sono più nemmeno motivazioni tecniche che possono essere usate come scuse per rinviare la scelta di un approccio davvero incentrato sulla sostenibilità del settore; i materali e i sistemi certificati innovativi e sostenibili da utilizzare ci sono.  Legambiente e Osservatorio Recycle hanno messo a punto un Rapporto di 100 schede, detto anche Libreria MAINN,  di tecnologie che permettono di trasformare un problema – ad esempio i rifiuti derivati dalle demolizioni, un tema di proporzioni enormi nel centro Italia dopo i terremoti recenti- in una risorsa, attraverso la trasformazione in mattoni. Oppure di materiali compositi che utilizzano materie naturali con prestazioni certificate attraverso il recupero di usi e competenze antiche. Ma anche di sistemi pensati per migliorare le prestazioni antisismiche nella riqualificazione del patrimonio edilizio – tema purtroppo di grande attualità – o per raggiungere standard energetici e ambientali elevati.
E bisogna sempre tenere presente che tutto ciò che viene ora investito in innovazione consentirà anche in futuro di abbattere i costi di intervento e di lavorare su riqualificazioni meno invasive.
Il settore dell’edilizia che fino a ieri è stato considerato tra quelli con il più alto impatto ambientale e consumo di materiali, oltre che di suolo, oggi può rappresentare un tassello fondamentale della rivoluzione dell’economia circolare e di quella energetica, con un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento atmosferico.
Attenzione, non è un tema solo per ricercatori o addetti ai lavori. Perchè solo se il settore edilizio diventerà davvero trasparente e credibile, si potrà, oltre che a diffondere questi materiali e tecnologie a beneficio dell’ambiente e della salute, rispettare il diritto di una famiglia a vivere in una casa costruita con materiali naturali e sistemi di risparmio efficaci, come magari gli è stato detto al momento dell’acquisto.
Fonti:
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“LombardiA+. L’edilizia a consumo quasi zero in Lombardia”- realizzato dall’Organismo di accreditamento con il contributo del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano.
Autore: Maria Antonientta Giffoni, http://www.nextville.it/news/1365
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