#potenza della poesia
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La Speranza è una creatura alata di Emily Dickinson: Un canto silenzioso che riscalda l'anima. Recensione di Alessandria today
Emily Dickinson celebra la resilienza e la forza interiore della speranza in una delle sue poesie più iconiche e potenti.
Emily Dickinson celebra la resilienza e la forza interiore della speranza in una delle sue poesie più iconiche e potenti. La Speranza è una creatura alata è una delle poesie più celebri di Emily Dickinson, un’opera che incarna perfettamente la sua capacità di esprimere con semplicità i sentimenti più profondi. Attraverso l’immagine di un uccello che si annida nell’anima e canta melodie senza…
#anima e speranza#bellezza nella semplicità#canto silenzioso#conforto interiore#Emily Dickinson#Emily Dickinson opere#forza d&039;animo#forza dell&039;anima#Forza Interiore#grandi poesie#immagini poetiche#Introspezione poetica#ISPIRAZIONE#La speranza è una creatura alata#letteratura americana#lettura di poesie#melodie senza parole#metafora dell&039;uccello#metafore di speranza#Poesia#poesia americana#poesia eterna#poesia sulla speranza#poesia sull’anima#poesie brevi#poesie di Emily Dickinson#potenza della poesia#resilienza#Resilienza umana.#speranza
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+++Consigli per gli acquisti+++
Invece di insegnare le boiate globaliste dell'Agenda 2030 fate scoprire ai ragazzi la bellezza della poesia, la profondità della prosa, la potenza ancestrale del mito.
Altro che educazione affettiva. Innalzateli invece di trascinarli nel vostro squallido nichilismo del cazzo.
Matteo Brandi
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“La vita è una sorpresa meravigliosa a ogni età. Io ho 81 anni, e vi assicuro che quando ci arriverete non sentirete differenze.
La differenza si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo.
Ma se si rimane ancorati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sorprese a ogni età.
Alla mia si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza. L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età.
Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo, forse l’amore è più forte.
Ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo.
L’ amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé. Quindi, che siate giovani o anziani, state sicuri, l’amore non ha età”...
Roberto Vecchioni
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“La vita è una sorpresa meravigliosa a ogni età.
Io ho 80 anni, e vi assicuro che quando ci arriverete non sentirete differenze.
La differenza si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo.
Ma se si rimane ancorati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sorprese a ogni età.
Alla mia si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza.
L’amore non cambia mai.
Quando uno si innamora, non importa l’età.
Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo, forse l’amore è più forte.
Ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero.
Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo.
L’ amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé.
Quindi, che siate giovani o anziani, state sicuri, l’amore non ha età”...
Roberto Vecchioni
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Non ho mai avuto una tendenza particolare a mantenere un atteggiamento ragionevole, forse semplicemente perché ragionevole non lo sono per niente, o forse dipende dal fatto che provo nei confronti degli atteggiamenti sani e ragionevoli una ripugnanza quasi fisica. Se e quando nella vita ho combinato qualcosa di cui vergognarmi, sono sempre state cose che ho combinato per voler essere ragionevole. No grazie, difendetemi dalla peste, dal tifo e dalla ragionevolezza, ragionevolezza sono i manifesti contro l'alcolismo e gli stati centralisti, ragionevolezza sono i preservativi e i televisori, ragionevolezza è la poesia al servizio di un ideale positivo, risparmiatemi per carità la ragionevolezza, con la mia vitalità sono in grado di sopportare più di chiunque altro, ma di ragionevolezza potrei morire entro una settimana della morte più triste che esista, la ragionevolezza liquida dentro di me tutto ciò che in me abbia un senso, la ragionevolezza mi priva della potenza, di qualsiasi potenza, da quella erotica a quella intellettuale. Mi si creda quindi quando dico che non è la ragionevolezza ciò che mi induce a pensare che se staremo insieme sarà in seguito a una riflessione veramente libera. Ma proprio perché non ho neanche un pizzico di questa oscura qualità così altamente stimata e riverita in questo mondo irrazionale, proprio per questo quindi non sono in grado di pormi alcun limite, non voglio pormelo. Non è parte del mio mondo. Se sento il Tuo bacio, voglio essere baciata ancora e penso che vada bene così.
(Jana Cerna)
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E l’amore guardò il tempo e rise.
Un sorriso lieve come un sospiro,
come l’ironia di un batter di ciglio,
come il sussurro di una verità scontata.
Perché sapeva di non averne bisogno.
Perché sapeva l’infinita potenza del cuore
e la sua poesia e la magia di un universo perfetto,
al di là dei limiti del tempo e dello spazio.
E le ragioni dell’uomo, fragile come un pulcino,
smarrito come un uccello,
cannibale come un animale da preda.
Perché conosceva la tenerezza di una madre,
l’incanto di un bacio, il lampo di un incontro.
Poi finse di morire per un giorno,
nella commedia della vita,
nell’eterno gioco della paura,
nascosto, con il pudore della sofferenza,
con la rabbia della carne,
con il desiderio di una carezza.
Ma era là, beffardo, testardo, vivo.
E rifiorì alla sera,
senza leggi da rispettare,
come un Dio che dispone, sicuro di sé,
bello come la scoperta, profumato come la luna.
Ma poi si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva
e il tempo cercò di prevalere,
nel grigio di un’assenza senza musica, senza colori.
E sbriciolò le ore nell’attesa,
nel tormento per dimenticare il suo viso, la sua verità.
Ma l’amore negato, offeso,
fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
perché la memoria potesse ricordare
e le parole avessero un senso
e i gesti una vita e i fiori un profumo
e la luna una magia.
Perché l’emozione bruciasse il tempo e le delusioni,
perché la danza dei sogni fosse poesia.
Così mentre il tempo moriva, restava l’amore.
Luigi Pirandello
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Io ho 80 anni, ma vi assicuro – a voi che ne avete molti meno – che quando arriverete alla mia età non sentirete differenze. La differenza arriva e si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati e aggrappati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sempre delle sorprese.
Alla mia età si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza. L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo forse l’amore è ancora più forte a cinquanta o sessant’anni. Io ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. (…)
Credo anche che la mentalità di un cinquantenne è più attrezzata per cogliere i sottintesi, le metafore e la verità delle emozioni di chi canta. Anzianità non è sinonimo di saggezza. Però è più facile che i cinquantenni siano allenati culturalmente, più equipaggiati. A me piace moltissimo cantare davanti a persone che hanno più di quaranta o cinquant’anni perché hanno la predisposizione a immergersi in quello che sentono e si crea una forte empatia.
Roberto Vecchioni
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Poesia di https://www.tumblr.com/scorcidipoesia
…mi hai trovato, mi è venuta questa febbre che non so curare. Le parole addormentate sono rinate e mentre ti vivo di nascosto, nella tua indifferenza di uomo cieco e sicuro di se’ , io sono fiume. Ho margini che vogliono trattenerti, sono spina che vorrebbe pungerti, sono una spiaggia che aspetta il tuo corpo per offrirti le dune su cui combattermi e poi dormire, sono il fianco che vorrebbe l’impronta della tua mano e il sentiero morbido che vorrebbe diventare trapunta di brividi e stelle. Chiudere gli occhi e dimenticare, ricostruire la mia città interiore con le tue mura, diventare una fortezza inespugnabile in cui essere noi senza ricordi o smarrimenti poiché tutto è andato. Tutto si è risolto. La sola verità è ciò che ancora deve avvenire, senza metafore o gonfie attese ma potessi ora sentire la mia mano, potessi averla sul volto e toccare il tessuto della mia pelle che ti inventa, potessi disegnare il tuo volto si, fingerei di essere cieca e ancora continuare a inventarti mentre finalmente inizieresti a guardarmi e a scoprirmi prima che la potenza della vita e dei giorni veloci mi porti via, lontana da te, distratta da te ora così materiale e al primo posto nel mio sentire, rimani così a dominare i miei pensieri, metti i tuoi punti sul mio corpo e segna le frontiere , i mondi , l’eternità
2022
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Quattro di Coppe.
"La Bellezza del Dono Originale".
Ci avviamo a chiusura di una "maratona esistenziale" piuttosto impegnativa.
Da giorni siamo impegnati in una revisione potente di temi emozionali legati all'"Amare".
Ci siamo avventurati nelle profondità di noi stessi ed abbiamo scoperto di aver confuso più e più volte i piani del legame di Relazione con gli "schemi" di cui essi erano rappresentanti.
E' crollata "l'identificazione con il Trauma" ed è riapparsa chiara e limpida la nostra immagine, priva di maschere e trucco, riflessa allo specchio. Nitida. A tratti impietosa.
Ed essa ci ha ricordato chi siamo veramente.
Ci piaccia o no, l'Essenza di chi siamo è un Dono.
E se anche avessimo distorto questo prezioso "Talento Originale", l'avessimo svenduto, umiliato, ridicolizzato, sottostimato o addirittura rifiutato, esso oggi torna per definire i prossimi passi nella Materia e per accompagnarci nel nostro imminente ingresso al Varco.
Forse avremmo voluto una Vita diversa, un Destino "normale": la Mente si era immaginata un cofanetto pre-confezionato, pieno zeppo di "illusioni" e "identificazioni".
Ed invece è crollato tutto. Tutto ciò che inseguivamo, ma non ci apparteneva nel profondo, si è allontanato da noi. O noi lo abbiamo respinto con forza e rabbia.
Molti, ancora oggi, non conoscono o ri-conoscono il linguaggio del loro Dono.
Non lo valorizzano.
Pretendendo di "essere altro".
Combattendo magari per appropriarsi del Dono "del vicino".
Perché sembra essere "più speciale" del nostro, perché attira più Amore, più Attenzione, più Visibilità. Perché è prestigioso agli occhi della società.
O solamente perché non si ha la piena consapevolezza di essere portatori di una potenza ancora più grande, seppur nascosta tra le pieghe della poca autostima.
All'oggi, ri-conoscere il proprio Dono ed espanderlo, è sintomo di Guarigione profonda. Sentirsi liberi di manifestare "chi siamo veramente" è un privilegio assoluto. Accordarsi con le note del proprio Strumento Interiore è Risoluzione.
I Doni degli Altri appartengono alla loro Struttura. Ed insieme al nostro possono creare un'Orchestra sinfonica.
Neppure il Direttore dell'Orchestra è "migliore" del musicista. Senza di esso, senza la presenza di tutti gli strumenti, non può esprimere pienamente la sua capacità innata di coordinamento del suono.
Accettare di vibrare secondo una particolare frequenza ed impegnarsi per esprimere un suono intonato è la nostra Missione.
In ogni istante, manifestare l'Armonia e la Precisione di vibrato, è pura poesia per noi stessi e per l'Universo.
E non è "sbagliato" aver creduto di voler essere qualcun altro, aver anelato la sua stessa vita, aver invidiato i successi altrui.
Faceva parte della nostra "gabbia di disfunzione emozionale". Il nostro Schema interiorizzato non conosceva altro modo per attirare gli sguardi di Affetto ed Amore dei nostri Genitori, Fratelli, Sorelle, Compagni, Figli.
Magari abbiamo pensato che, se ci fossimo "traditi" e fossimo divenuti "più attraenti e attrattivi", sodisfando i bisogni, le preferenze, i desideri dell'Altro, avremmo avuto una possibilità in più di "essere visti" e "riconosciuti".
Ed in molti hanno tradito loro stessi per anni, indossando una squallida maschera da "giullare", o da "bravo bambino", o da "campione dello sport", o da "futuro genio della fisica quantistica".
In pochi sono riusciti a rimanere fedeli al loro Sentito più profondo. E spesso, quei pochi, hanno pagato un prezzo altissimo.
Oggi è diverso.
Possiamo entrare nel nostro Autentico e Naturale Movimento d'Anima e di Struttura. Senza pagare dazi, senza ribellione, senza dover offrire spiegazioni e senza bisogno di Benedizione e Riconoscimento da parte del "genitore di turno".
Siamo liberi di Essere.
E presto, questo "restare nel Dono", ci porterà a trasformare tutta la Materia che ci circonda, ponendo definitivamente fine alla "prigionia di Schema".
Ovunque saremo, "saremo noi".
Nessun altro.
E intanto lo slittino ci trascina a Valle. Dove troveremo ristoro, una cioccolata calda e tanti sorrisi vecchi e nuovi.
Buona scivolata! Dritti dritti verso il Nuovo entusiasmante Anno...
Mirtilla Esmeralda
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Oggi mi fermo a pensare all'improvvisazione che è " uno svolgimento o esecuzione che si realizza con facilità e immediatezza inventiva". Mi occorre sapere, conoscere per improvvisare. L'improvvisazione teatrale "è una forma di teatro dove gli attori non seguono un copione definito, ma inventano il testo improvvisando estemporaneamente. Questa tecnica mescola la perizia tecnica degli attori con spunti presi dall'immaginazione degli stessi, dal pubblico e dall'ambiente circostante mediante interazione diretta (es. conversazione) o indiretta (es. biglietti compilati dal pubblico prima dello spettacolo). A seconda della tipologia di spettacolo e della modalità improvvisativa degli attori, gli spunti esterni potrebbero essere ridotti o nulli o, al contrario, essere continuamente incorporati nel corso dell'esecuzione (es. il grido di una persona dal pubblico, il suono di un cellulare, il malfunzionamento di una luce del palco, ecc)". Per improvvisare bisogna avere, possedere, essere all'altezza, godere di conoscenza, di sensibilità come quando improvviso una pietanza se non ho gli elementi come faccio, posso giocare d'immaginazione e creare un nulla con il nulla. I cinici non possono improvvisare, perché ci vuole amore per improvvisare. A me piacciono le sfumature, gli incontri come quello di Milton Greene nel 1953 con Marilyn Monroe. In queste foto c'è tutta la capacità di un fotografo che coglie tutta potenza di una donna, una attrice che aveva in sé la grande maestria di essere attrice pur essendo tormentata. Ubriaco si e allo stesso tempo poeta, la poesia è una virtù che si costruisce, la capacità non si può ne comprare, ne confondere perché è una risorsa costruita nel tempo. Possiamo cucinare in mezzo in boschi o in mezzo al mare se siamo capaci di farlo e soprattutto se abbiamo la materie prime oltre la capacità, con quel pizzico di fantasia che l'elemento segreto. In caso contrario noi a Catania diciamo "arrunziamo" generalmente si dice mpapocchiare. Apro la riflessione a riguardo
Marilyn Monroe photographed by Milton Greene, 1953
#youtube#salvatoregrecodj#teatro#passion#parloconlamusica#amore#sicilia#anima#catania#fede#marylin monroe#milton greene
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youtube
Poi ci sono note che sono come carezze che sembrano abbracciare tutta la tua giornata e ti danno forza. Credo sia la potenza della poesia.
.🦋.
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La ragione ha bisogno dell’immaginazione e delle illusioni ch’ella distrugge; il vero del falso; il sostanziale dell’apparente; l’insensibilità la più perfetta della sensibilità la più viva; il ghiaccio del fuoco; la pazienza dell’impazienza; l’impotenza della somma potenza; il piccolissimo del grandissimo; la geometria e l’algebra, della poesia.
(Zibaldone, 4 ottobre 1821)
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Joy Harjo
La poesia di Joy Harjo �� “linguaggio dell’anima” ed è fatta di paesaggi, storie, visioni, tempi che si intrecciano e si confondono, legami vivi tra le generazioni, canti e musica. “Dentro di me c’è un vecchio Creek che spesso partecipa al mio lavoro quando scrivo,” ha dichiarato. “È il mio bisnonno, Henry Marsey Harjo, che cammina con me in questo mondo, sebbene non con sembianze terrene e in questo tempo”. È una poesia che si nutre di storia, sogno, mito, realtà archetipiche, fede, e dà voce alle tradizioni dei nativi in una lingua contemporanea di grande potenza espressiva. Le sue radici affondano nel mondo naturale e dello spirito e attingono a una forza salvifica che sa trasformare il trauma in guarigione.
"Ricordati" Joy Harjo
Ricordati del cielo sotto il quale sei nato,
conosci tutte le storie delle stelle.
Ricordati della luna, sappi chi è.
Ricordati della nascita del sole all’alba, è il punto
più forte del tempo. Ricordati del tramonto
che si dona alla notte.
Ricordati della tua nascita, come tua madre lottava
per dare forma e respiro a te. Tu sei l’evidenza della
sua vita, di quella di sua madre e della madre di questa.
Ricordati di tuo padre. Anche lui è la tua vita.
Ricordati della terra, tu sei la sua pelle:
pelle rossa, pelle nera, pelle gialla, pelle bianca,
pelle bruna, siamo terra.
Ricordati delle piante, degli alberi, della vita degli animali che
hanno tutti le loro tribù, famiglie, storie. Parla con loro,
ascoltali. Sono poesie viventi.
Ricordati del vento. Ricordati della sua voce che conosce
l’origine dell’universo.
Ricordati che tu sei tutti gli uomini e che tutti gli uomini
sono tu.
Ricordati che tu sei l’universo e che questo
universo sei tu.
Ricordati che tutto è in movimento, tutto cresce, tutto è tu.
Ricordati che la lingua nasce da tutto questo.
Ricordati della lingua della danza, che la vita c’è.
Ricordati.
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Io fui,e sono.
E così sarò fino alla fine dei tempi.
Ho solcato i vasti spazi dell’infinito, librandomi in mondi fantastici, e avvicinandomi al cerchio di luce lassù.
Eppure sono qui, prigioniero della materia.
Ho seguito gli insegnamenti di Confucio, e ascoltato la saggezza di Brahma, e mi sono seduto al fianco di Buddha sotto l’albero della conoscenza.
Eccomi qui, ora, a combattere contro l’ignoranza e lo scetticismo.
Ero sul Sinai quando il Signore si mostrò a Mosè. Sulle rive del Giordano ho ammirato i miracoli del Nazareno. A Medina ho udito le parole del Profeta d’Arabia.
Eccomi ora prigioniero del dubbio.
Fui testimone della potenza di Babilonia, della gloria dell’Egitto e della grandezza della Grecia, ma ho anche visto la debolezza e la pochezza delle loro opere.
Mi sono seduto insieme alla maga di Endor, ai sacerdoti assiri e ai profeti della Palestina, e non smetto di inneggiare alla verità.
Ho appreso la sapienza che discese sull’India, acquistato la padronanza della poesia scaturita dal cuore dell’Arabo e ascoltato la musica dei popoli d’Occidente.
Eppure sono cieco e non vedo; le mie orecchie sono chiuse e non sento.
Ho sopportato l’asprezza di conquistatori insaziabili, e provato l’oppressione dei tiranni e la schiavitù dei potenti.
Eppure ho ancora la forza di combattere con i giorni.
Tutto questo ho udito e veduto, ma sono ancora un bambino.
In verità, sentirò e vedrò le gesta della giovinezza, e invecchierò per raggiungere la perfezione e tornare a Dio.
Io fui, e sono.
E così sarò fino alla fine dei tempi.
Perché io non ho fine.
Kahlil Gibran
...per tornare a Dio.
cywo
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L'80% del bilancio regionale è sulla sanità, la sanità è in declino e quindi questa classe dirigente ha fallito. Come fare per sopravvivere, per mantenere in vita la retorica autocelebrativa del "buon amministratore"?
Facile: bisogna parlare d'altro. 640mila veneti sono senza medico di base, la salute mentale è' al collasso, 3000 anziani che ne avrebbero diritto non trovano posto nelle case di riposo, le visite specialistiche erogate dal pubblico sono diminuite del 13% in un anno, dati Agenas, così i veneti devono andare nel privato? Se non ne parliamo la realtà non esiste. Non si narra più la realtà, la narrazione crea la realtà.
Zaia di sanità non parla più, ma oggi ci parla di Bob Dylan. È il politico che diventa influencer, le ragioni della perdita dei diritti vengono sostituite dalle emozioni a buon mercato. Lo statista viene sostituito dall'uomo marketing, che evoca stili di vita, produce suggestioni narrative, ci parla della sete di libertà degli Stati Uniti degli anni '60, della forza emancipatrice del rock, della potenza della poesia.
Ci sono molti modi per manipolare le coscienze. Quando il leader sostituisce il partito (la lista Zaia ha preso il 40%) e il marketing l'ideologia ( quella di Zaia è la narrazione del "buon amministratore", retorica vuota, quasi antipolitica), la propaganda funziona attraverso la distrazione. Armi di distrazione di massa operano quotidianamente per parlare di tutto a parte di quello che conta.
Il 70% dei nuovi poveri in Italia lo diventano perché devono affrontare spese sanitarie impreviste. Milioni di italiani hanno smesso di curarsi. Tragico. Tu non pensarci, non protestare, smetti di ragionare. Pensa a Bob Dylan: "Il successo arriva nel 1963 interpretando le proteste per la pace contro la guerra fredda e gli orrori del Vietnam".
Questo Zaia è proprio bravo, è proprio Rock! Un bravissimo amministratore.
Carlo Cunegato, Zaiastan e la propaganda che diventa distrazione, Facebook 11/04/2023
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La vita è una sorpresa meravigliosa a ogni età. Io ho 80 anni, e vi assicuro che quando ci arriverete non sentirete differenze. La differenza si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sorprese a ogni età. Alla mia si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza. L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo, forse l’amore è più forte. Ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. L’ amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé. Quindi, che siate giovani o anziani, state sicuri, l’amore non ha età...
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