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TOCATI' 2023: inaugurato oggi il lungo fine settimana dei giochi antichi
TOCATI' 2023: inaugurato oggi il lungo fine settimana dei giochi antichi. Verona, una piazza Santa Anastasia gremita ha festeggiato questo pomeriggio l’avvio ufficiale della 21^edizione del Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato dall’Associazione Giochi Antichi in collaborazione con il Comune di Verona. Presenti, ad arricchire la cornice del patrimonio storico-artistico di Verona, le comunità di gioco e sport tradizionale presenti al Festival, riunite per festeggiare il Portogallo ospite d’onore di questa edizione. Una partenza speciale per il Gioco Antico, che sigilla l’entrata di Tocatì nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ufficialmente avvenuta, in Marocco, il 1° dicembre 2022, durante il 17° Comitato intergovernativo della Convenzione UNESCO del 2003, di fronte a ben 2000 delegati provenienti da 180 Stati. Un ampio programma di appuntamenti animeranno piazze e vie della città fino a domenica 17 settembre. Da oggi, per veronesi e turisti, si è aperto un lungo fine settimana di gioco e di opportunità di divertimento. “Quest’anno la cerimonia di apertura ha un sapore particolare – ha detto il sindaco Damiano Tommasi – perché è la prima dopo il 1° dicembre dell’anno scorso, quando è stato riconosciuto questo patrimonio e valore universale della pratica del Tocatì, dei giochi di strada e degli sport tradizionali. È una grande soddisfazione perché si è partiti da uno s-cianco e un piccolo locale, ed oggi ci troviamo qui con rappresentanti istituzionali di massimo livello a riconoscere, e a riconoscerci, in questo patrimonio che, da quest’anno in particolare, ma comunque in generale, è certificato che va difeso. Abbiamo una responsabilità in più, lo dobbiamo valorizzare, portare avanti e difendere perché credo che, quello che è stato riconosciuto anche attraverso la partecipazione degli altri quattro paesi, Croazia, Belgio, Cipro e Francia a questo progetto, dica molto di quello che le nostre comunità devono tenere in considerazione per sentirsi comunità. Ritengo che i giochi abbiano doppia valenza, quello di riprendersi gli spazi, in silenzio, e soprattutto di riprendersi un tempo, che ci riporta a noi bambini, che ci fa giocare con i nostri nonni, con le nostre diverse generazioni su uno spazio che va ripreso, rioccupato. Soprattutto dopo i due anni di pandemia ne abbiamo apprezzato ulteriormente il valore e mi fa piacere che oggi siano presenti le istituzioni nazionali e le massime autorità territoriali. In questo riconoscimento credo che ci sia l’orgoglio di una comunità. Verona è una città bella, accogliente, stupenda e turistica, ed essere riconosciuti anche per qualcosa che si fa, e non solo che si è, è un ulteriore atto di responsabilità nei nostri confronti, che ci viene dato e che impegna noi cittadini e cittadine futuri a difendere questo patrimonio. Per questo bisogna ringraziare chi è partito con il Tocatì qualche decennio fa, e chi negli anni ha invitato tantissime comunità ad essere presenti e trasferirci le loro passioni, le loro tradizioni e il loro entusiasmo. Non posso che augurare un buon Tocatì, consapevoli che abbiamo tutti una responsabilità in più”. Presenti all’inaugurazione, oltre al sindaco Damiano Tommasi, il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi, l’assessora alla Cultura e ai Rapporti Unesco Marta Ugolini, la vice presidente della Regione Veneto Elisa De Berti, il vicario Prefetto Daniela Chemi, il presidente della Provincia di Verona Flavio Massimo Pasini, per l’Università di Verona Olivia Guaraldo. Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Il Tocatì è il primo esempio in Italia a ottenere questo prestigioso riconoscimento e ad assumere il ruolo di riferimento mondiale per tutti gli appassionati di giochi e sport tradizionali. Programma completo della manifestazione sui siti www.tocati.it e www.comune.verona.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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NASCE LA PIÙ GRANDE RISERVA MARINA D’EUROPA
La riserva naturale di Ilhas Selvagens, situata a sud dell'arcipelago di Madeira, in Portogallo, è diventata la più grande area marina protetta d’Europa.
Con la decisione di estendere l’area totale sottoposta a tutela da 95 km2 a 2.677 km2, la riserva è ora la più estesa dell'intero Atlantico settentrionale e uno dei tesori ecologici meglio conservati al mondo. Istituita 50 anni fa come una piccola area grande poco più grande della città di Brescia, il nuovo quadro normativo approvato dal governo locale la rende ampia quanto lo Stato del Lussemburgo. Tutte le specie all'interno della riserva saranno protette dalla pesca o da altre attività estrattive o di sfruttamento di qualsiasi genere.
Il progetto della Riserva Naturale di Ilhas Selvagens è un passo verso il raggiungimento dell'obiettivo della Strategia Europea per la Biodiversità, in cui l'Unione Europea si è impegnata a proteggere il 30% dei suoi mari e renderli aree protette entro la fine del decennio. La grande riserva è stata creata con il supporto della Fondazione Oceano Azul, della National Geographic Society e del Waitt Institute.
Le Isole Selvagens, inserite nel 2017 come sito patrimonio mondiale dell'UNESCO, sono un piccolo arcipelago di isolette situato tra Madeira e le Isole Canarie. Per la loro posizione geografica, l'isolamento e le difficili condizioni di colonizzazione, offrono habitat rappresentativi e importanti per la conservazione della biodiversità marina e terrestre, in particolare per le specie endemiche minacciate e vulnerabili su scala mondiale, come uccelli, tartarughe caretta caretta e molti invertebrati unici al mondo.
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Fonte: Regiao Autonoma de Madeira; Unesco - 29 novembre 2021
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Verso Santiago: "Ce la posso fare"
Il diario di Chiara Nocchetti, 25enne napoletana, lungo il "Camino"
C'è chi lo fa per fede, chi per sfida. O chi, semplicemente, per calcare splendidi sentieri, passeggiando e osservando. In silenzio. Piedi a terra, zaino in spalla, il Cammino di Santiago di Compostela, antichissimo crocevia di pellegrini e appassionati, oggi Patrimonio Unesco, attira mediamente 320mila persone l'anno. Che scelgono un percorso specifico, di difficoltà e lunghezza variabile, alcuni con partenza anche in Francia o Portogallo. Tra borghi di campagna, vecchie mulattiere e paesaggi straordinari, Chiara Nocchetti, 25enne napoletana, ha optato per gli ultimi 320 chilometri del "Cammino francese". Si muove di posto in posto, affidandosi alle indicazioni con la conchiglia (simbolo per eccellenza del "Camino"). Nel suo diario quotidiano, che Repubblica aggiornerà di volta in volta, la ragazza annota sensazioni e immagini. E segue il suo obiettivo: raggiungere la catterdale di Santiago di Compostela
DIARIO GIORNO 1 :
Sono le cinque e mezza del mattino e mi saluta così un ragazzo dai capelli lunghi che lavora alla reception del mio ostello di Leon. Ho dormito avvolta nel sacco lenzuolo che mi impedisce un qualunque movimento e, il mio, più che un risveglio sembra la riesumazione di un faraone mummificato. Metto il naso fuori dalla porta e penso che fa un freddo che non avevo previsto. Traballo sotto il peso dello zaino, le racchette sono ancora attaccate alla tasca sinistra e non so se usarle subito, o aspettare di uscire dal centro abitato. Segui le frecce, ha detto il ragazzo. Sono gialle, non deve essere difficile, mi dico io.
Bene dai, va tutto bene. Ma che vuoi che sia, lo fa tanta gente, ce la puoi fare anche tu. Controllo sulla guida, la prima tappa è di 25 chiilometri. Non so esattamente quanti siano 25 chiloetri, ma mi dico che Alessandro Magno alla mia età aveva conquistato la metà del mondo conosciuto. Quindi la mia non sembra poi una sfida così ardita. Faccio dunque l'unica cosa possibile in questa situazione: comincio a camminare. Dopo qualche passo intravedo delle frecce gialle, le seguo con attenzione e intanto mi guardo intorno. Non ho mai camminato per strada a quest'ora, c'è un silenzio assordante e nessuno nei paraggi. Dopo una mezz'ora mi accorgo che le frecce che sto seguendo portano sotto un simbolo diverso dalla conchiglia che indica le tappe del Cammino Francese. Leon-Oviedo, dice la freccia. Ecco qua, lo sapevo, sto seguendo il percorso sbagliato. Chiamo in ostello, il ragazzo mi conferma che la direzione per il cammino francese è esattamente opposta a quella che sto seguendo io. Fantastico. Nella vita reale a questo punto mi verrebbe una crisi di nervi o chiamerei un taxi, ma qui sto facendo la pellegrina pacifica e aperta ai segnali dell' universo, quindi faccio un bel respiro e torno indietro. I 25 chilometr previsti diventano 27. Bene così. Una volta lasciata la città, il panorama cambia poco a poco. La strada asfaltata cede il posto ad un sentiero di ciottoli marroni. Si sale e si scende a ritmo regolare e ogni tanto, sul ciglio della strada, compare una conchiglia o il numero dei chilometri mancanti. Oggi sono 320. Alla mia destra c'è un gigantesco campo di girasoli. Sono già tre ore che cammino e comincio ad avere fame. Mi fermo in un piccolo bar, mangio una ciambella secca e zuccherina. "Buen camino!" "Gracias".
Mentre cammino, penso, ho il cellulare spento e non ho le cuffie per ascoltare la musica, non passo mai tutto questo tempo con i miei pensieri e alcuni fanno più rumore di altri. Dopo chilometri che mi sembrano infiniti, incontro due pellegrini. Francesca è di Trieste ma vive a Bruxelles, ha fatto un pezzo del cammino qualche anno fa e ora vuole finirlo. Se vuoi non ti disturbo, mi dice, qui alcuni preferiscono camminare da soli. Io se faccio un altro passo in silenzio urlo, quindi sono felice di ascoltarla parlare. Pedro invece è spagnolo, è separato e si è messo in marcia dopo 20 anni dal suo primo Cammino. Ha un bastone con sé, lo stesso che aveva trovato 20 anni prima sulla strada per Santiago. Camminiamo, un po' insieme e un po' no. Le ore passano lente, il fresco del mattino è solo un ricordo. Il sole batte forte e mi fanno male le gambe. Pensa ad Alessandro Magno, mi ripeto. A mezzogiorno, dopo 6 ore di cammino ecco la prima tappa. È un paesino minuscolo in mezzo al nulla. Su internet scopriamo che ci sono due ostelli. Mamma mia le gambe. Che male. Ci accoglie una ragazza sorridente, in spagnolo esclama: "Benvenuti pellegrini!" Il rito è lo stesso del giorno prima, carta d'identità, credenziale, timbro. La stanza ha otto posti letto. Conosco un altro italiano, una tedesca , due spagnoli e rincontro l'avvocato intravisto il giorno prima a Leon. Mangiamo, con 10 euro ci portano baccalà con patate, insalata e vino. Parliamo una lingua che non esiste perché io non parlo spagnolo, gli spagnoli non parlano inglese e nessuno capisce l'italiano. Mi faccio una doccia e lavo con una saponetta con cui lavo anche me i vestiti in un lavandino comune.
Poi mi sdraio sull'erba con le gambe all'aria e penso ad Alessandro Magno. Ce la posso fare. Sento i miei compagni dire che la tappa di domani è dura, sono 30 chilometri senza pause nel mezzo. Mi chiedono se voglio cenare con loro stasera, sorrido e dico di sì. In tempi di pace mi sarei offerta di fare una pasta ma sono stanca e fingo di non saper neanche accendere il fornello. "Venite - urla qualcuno - È il momento di raccontare perché siete partiti, sono sicura che avete una storia. Il mio turno è l'ultimo, per ora mi metto in un angolo ad ascoltare. Si respira molta vita da queste parti. Piedi stanchi compresi.
Buen Camino
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. Belém Tower is a fortified tower located in the civil parish of Santa Maria de Belém in the municipality of Lisbon. It is a UNESCO World Heritage Site because of the significant role it has played in the Portuguese maritime discoveries of the era of the Age of Discoveries. The tower was commissioned by King John the second to be part of a defense system at the mouth of the Tagus River and a ceremonial gateway to Lisbon. La Torre di Belém è una torre fortificata situata nel circondario di Santa Maria de Belém nel comune di Lisbona. È un patrimonio mondiale dell'UNESCO a causa del ruolo significativo che ha svolto nel periodo delle scoperte marittime portoghesi. La torre è stata commissionata da Re Giovanni II per far parte di un sistema di difesa alla foce del fiume Tago e per accoglienze cerimoniali ai notabili in arrivo a Lisbona. #lisboa #lisbona #lisbon #portogallo #portugal 🇵🇹 #BelémTower #tower #TorredeBelém # WorldHeritageSite #TagusRiver #rioTejo #lisboalive #lisboa_pt #lisboalovers #lisboaélinda #belemportugal #hoboh @hoboh #hoboh_pt @hoboh_pt @visitportugal #visitportugal @super_europe_channel #igersportugal #super_portugal #ig_portugal #topportugalphoto #holiday #tourist #instatraveling (presso Torre De Belem, Lisboa, Portugal)
#lisbona#lisboa_pt#ig_portugal#portugal#belemportugal#topportugalphoto#tourist#tower#lisboaélinda#riotejo#hoboh_pt#lisboa#visitportugal#super_portugal#lisbon#lisboalive#belémtower#torredebelém#portogallo#tagusriver#hoboh#lisboalovers#instatraveling#holiday#igersportugal
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La Passeggiata, che da anni realizziamo nell’area per raccontare il luogo e le storie in esso racchiuse, ha visto sinora la partecipazione di oltre 60.000 persone, spesso provenienti da altre città, tanto da meritare ed il riconoscimento di Passeggiata patrimoniale da parte di Unesco. La convenzione di Faro (Portogallo) così la presenta:
“La Passeggiata patrimoniale ha come obiettivo principale la promozione della consapevolezza tra i cittadini, residenti e turisti, intesi come soggetti culturali, della loro interazione con il patrimonio culturale in cui si vive, e del beneficio che deriva dal vivere immersi in questo patrimonio, tanto per la sua portata storica, quanto per le attività attuali. Durante la passeggiata sia i partecipanti che gli organizzatori agiscono tanto come residenti quanto come testimoni dell’uso attuale del patrimonio culturale, e delle sue possibili trasformazioni future.”
DA https://www.chille.it/evento/giornate-europee-del-patrimonio/?instance_id=23282
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Il “Palazzo di Mafra” e il Bom Jesus a Braga sono i due nuovi monumenti portoghesi dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Unesco lo scorso 7 luglio in Azerbaigian, dove si è tenuta la 43a Sessione del Comitato Patrimonio Mondiale Unesco. Con “Palazzo di Mafra”, la classificazione comprende il Palazzo, la Basilica, il Convento e il Giardino del [...]→ https://ift.tt/2NKpEe8 Portogallo, palazzo di Mafra e Santuario de Bom Jesus patrimonio Unesco Il “Palazzo di Mafra” e il Bom Jesus a Braga sono i due nuovi monumenti portoghesi dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Unesco lo scorso 7 luglio in Azerbaigian, dove si è tenuta la 43a Sessione del Comitato Patrimonio Mondiale Unesco. Con “Palazzo di Mafra”, la classificazione comprende il Palazzo, la Basilica, il Convento e il Giardino del [...]→ Il "Palazzo di Mafra" e il Bom Jesus a Braga sono i due nuovi monumenti portoghesi dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Unesco lo scorso 7 luglio
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Cosa fare a Porto, la città portoghese più amata dai viaggiatori
Ideale per chi cerca una vacanza all’insegna dell’arte, della storia e del cibo. Porto, famosa per il suo vino, è la città che si contende con Lisbona, la capitale, lo scettro di città regina di bellezza del Portogallo. Collegata perfettamente con l’Italia, grazie all’aeroporto, risulta sempre la scelta primaria dei navigatori, che decidono di visitare l’allegra nazione a bordo di una barca, così da godere appieno delle offerte e dei servizi del Paese della Penisola Iberica al confine con la Spagna. Una volta giunti nella bella cittadina, le cose da vedere sono tutte a portata di click. Ogni angolo, ogni viale è perfetto per scattare una foto indimenticabile. Per gli amanti delle camminate, tra salite e zone pianeggianti, è possibile optare per un tour a piedi, mentre per visitare la zona dei vigneti, da cui proviene il noto vino liquoroso, è possibile spostarsi in autobus. Il Portogallo è una di quelle nazioni che non conosce stagionalità, ed è visitabile in qualunque periodo dell’anno, in particolar modo per gustare la cucina tipica, tra pasteis de nata (dolcetti di pasta sfoglia), tripas à moda do Porto (la trippa con i fagioli bianchi) o, semplicemente, per una scorpacciata di dolci della tradizione.
Cosa vedere a Porto
Che si raggiunga Porto in barca o in aereo, il road trip in città è immancabile. Infatti, basta solo addentrarsi nella Ribeira per respirare la vera aria portoghese. Patrimonio UNESCO, il quartiere è famoso per i colori delle casette che si riflettono nelle acque del fiume Douro, che lo attraversa. Tra le vie de borgo, tanti piccoli negozi si susseguono in un mix fantastico di suoni, voci, profumi e viaggiatori curiosi. Sempre sul fiume Douro, poi, si erige uno spettacolare ponte di 170 metri, unico nel suo genere, progettato proprio dall’allievo di Gustave Eiffel, Teophile Seyrig. Una struttura a due piani, uno destinato ai mezzi pubblici e l’altro ai pedoni, consacrata come simbolo della città di Porto. Un’altra imperdibile tappa è la Chiesa di San Francesco che, durante il periodo barocco, fu ristrutturata e rinnovata con legno intarsiato ed una lamina d’oro. Quindi davvero una chiesa di oro, dalla luce così forte da dare un impatto visivo fortissimo ai visitatori.
Le tappe cardine di Porto
- Cattedrale di Porto Dal gusto gotico, le sue azulejos bianche e azzurre raccolgono ogni giorno milioni di visitatori strabiliati dalla bellezza degli episodi di vita della Madonna raffigurate. La cattedrale si affaccia sul ponte e sul fiume e, ad ogni ora del giorno, regala uno spettacolo incredibile. - Mercado do Bolhão Il mercato di Porto è il luogo migliore per poter annusare, degustare ed acquistare le tipicità del territorio, immergendosi proprio nel cuore della vita portoghese. Esso è ospitato in una struttura ottocentesca e raccoglie commercianti di formaggi, olive, verdure, prodotti alimentari e oggettistica. - Libreria Lello Nel core della bella città, è possibile trovare la famosa libreria milleottocentesca. Scale a forma di otto, scaffali in legno ed un clima magico la rendono un luogo degno di nota e di visita, tanto da aver ispirato la scrittrice di Harry Potter, JK Rowlings ,durante la stesura del libro. Read the full article
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Reposting @emanuelesanzone: La torre di Belém (in portoghese: torre de Belém) è la famossisima torre fortificata a Lisbona, in Portogallo. Insieme al vicino Monastero dei Jerónimos è un patrimonio mondiale dell'UNESCO, a memoria dell’epoca delle grandi di esplorazioni in cui il Portogallo evve un ruolo importante. La Torre, ordinata dal re Giovanni II come parte di un apparato di controllo alla foce del fiume Tago e come porta cerimoniale di Lisbona, nei primi anni del XVI secolo. 🇬🇧 The tower of Belém is the famed fortified tower in Lisbon, Portugal. Together with the nearby Jerónimos Monastery it is a UNESCO World Heritage Site, in memory of the era of great explorations in which Portugal plays an important role. The Tower, ordered by King John II as part of an apparatus of control at the mouth of the river Tagus and as a ceremonial door of Lisbon, in the early sixteenth century. · · · · · · · #travelphoto #tower #europe_gallery #instatravel #lisboncity #europe #portugal #architecture #travelphotography #beach #lisbon #portugal_em_fotos #belem #lisboa #ocean #travelgram #lisbonlovers #nature #belemcity #sea #europe_vacations #toplisbonphoto #lisbonlife #travel https://www.instagram.com/p/BtMcItyFkCF/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1n11gbijmibve
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La torre di Belém (in portoghese: torre de Belém) è la famossisima torre fortificata a Lisbona, in Portogallo. Insieme al vicino Monastero dei Jerónimos è un patrimonio mondiale dell'UNESCO, a memoria dell’epoca delle grandi di esplorazioni in cui il Portogallo evve un ruolo importante. La Torre, ordinata dal re Giovanni II come parte di un apparato di controllo alla foce del fiume Tago e come porta cerimoniale di Lisbona, nei primi anni del XVI secolo. 🇬🇧 The tower of Belém is the famed fortified tower in Lisbon, Portugal. Together with the nearby Jerónimos Monastery it is a UNESCO World Heritage Site, in memory of the era of great explorations in which Portugal plays an important role. The Tower, ordered by King John II as part of an apparatus of control at the mouth of the river Tagus and as a ceremonial door of Lisbon, in the early sixteenth century. · · · · · · · #travelphoto #tower #europe_gallery #instatravel #lisboncity #europe #portugal #architecture #travelphotography #beach #lisbon #portugal_em_fotos #belem #lisboa #ocean #travelgram #lisbonlovers #nature #belemcity #sea #europe_vacations #toplisbonphoto #lisbonlife #travel — view on Instagram http://bit.ly/2FEWJCL
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E se l’Ilva di Taranto diventasse patrimonio Unesco? La storia – straordinaria e inquietante – del Villaggio industriale Crespi d’Adda
Chissà se un giorno anche l’Ilva di Taranto diventerà patrimonio dell’Unesco. Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Uno scenario possibile? La strada non mi sembra poi inaccessibile. Come? Non diversamente dal villaggio operaio Crespi d’Adda, “esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”, patrimonio Unesco dal 1995. C’è stato un tempo in cui al benessere degli operai si guardava con uno sguardo paterno, forse anche con uno sguardo di troppo. Il villaggio operaio, poi, un set cinematografico perfetto, già predisposto. L’immobilità del passato ufficializzata dallo status di “Bene storico appartenente all’umanità intera”, sancito dall’Unesco. Qui, sembra tutto così tranquillo. Ordinato, pulito, britannico. Lo schiamazzo che si sente, in questi giorni di scuola, è il “lieto rumore” degli studenti in gita scolastica. Interessati, annoiati, stanchi. Smuovono lo strano silenzio che aleggia, che accenna a qualcosa d’altro, allude a una vita operosa passata, al suo segreto ben celato.
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Anzitutto il villaggio Crespi è isolato, giace in una sorta di culla, un bassopiano dalla forma triangolare, creato dai due fiume confluenti – manzonianamente, l’Adda e il Brembo – e da un dislivello del terreno, una costa che lo abbraccia da nord. I due fiumi hanno formato quest’“Isola Bergamasca” dove si situa il Villaggio Crespi mentre, lungo la costa fino al 1797, si collocava il “Fosso bergamasco”, la decisa linea di confine tracciata tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta, alla quale Bergamo apparteneva prima. Intanto, una prima delusione: quando si arriva qui, la fabbrica è chiusa e l’ingresso proibito, si può ammirare l’opificio da fuori, posare lo sguardo sulle lancette dell’orologio all’ingresso, ai piedi della snella ciminiera. Sono le 16,51. Vale a dire: saranno quasi le cinque del pomeriggio, per molto tempo ancora. È quest’ora precisa da qualche anno, da quando, nel 2005, lo stabilimento tessile del settore cotoniero ha chiuso i battenti.
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La storia del piccolo Villaggio Crespi vanta la sua gloria operaia. Un fiore all’occhiello dei Crespi. E la memoria di questo sogno di grandezza resta nelle vestigia ben conservate dell’intelaiatura urbanistica. Ma questa ragnatela architettonica, di superba fattura, posa le sue radici dentro un’idea di utopia sociale e pragmatismo aziendale, portata alla luce dalla famiglia Crespi. Anzitutto dal padre, Cristoforo Benigno Crespi: capelli ricci, baffoni e pizzetto, nato a Busto Arsizio, nel 1833. Dopo aver lasciato gli studi classici, si diploma in ragioneria. È lui a fondare gli opifici di Vaprio, Vigevano, Ghemme e Crespi d’Adda, dove introduce i più moderni sistemi di filatura, tessitura, finitura. Nonostante gli studi, era un collezionista d’arte di prim’ordine: Tiziano, Canaletto, Rubens figurano tra le opere della sua ricca collezione. Cristoforo Benigno fu anche console del Portogallo, Cavaliere del Lavoro, Commendatore della Corona d’Italia e Cavaliere della Legione d’Onore. Dalla sposa Pia Travelli ebbe ben quattro figli. Tra cui Silvio Benigno Crespi, nato a Milano, nel 1868, il vero benefattore del Villaggio. Un bell’uomo: azzimato, sguardo vigile, capelli a spazzola e i baffoni di famiglia, marchio di fabbrica. Laurea a soli ventun’anni in Legge, studia, in mezza Europa, gli sviluppi dell’industria cotoniera. Nominato sottosegretario agli approvvigionamenti durante la Prima Guerra Mondiale, Silvio Benigno Crespi ha rappresentato l’Italia alla firma del trattato di Versailles, ha firmato insomma la celebre “vittoria mutilata”. Scrive di suo pugno opere per prevenire gli infortuni sul lavoro: Dei mezzi di prevenire gli infortuni e garantire la vita e la salute degli operai nell’industria del cotone in Italia, nel 1894 e firma molti brevetti e invenzioni, come quella del telaio circolare. Dal punto di vista politico: un liberale, cattolico, con fervore si occupava delle condizioni di vita degli operai, voleva abolire il lavoro notturno nelle fabbriche, intendeva garantire il diritto al riposo festivo settimanale, voleva ridurre le ore di lavoro degli operai. Diremmo: altri tempi. Ma al Villaggio la musica era leggermente diversa: “La vita in fabbrica era molto dura. Qualcuno ricorda che si lavorava senza sosta anche dodici ore, si mangiava in piedi, senza staccare neanche un minuto… Alla macchina la giornata non finiva mai”. La vita in fabbrica era sorvegliatissima: “Il controllo dei capi reparto e degli assistenti era molto rigido: controllavano con gli orologi il rendimento e la produttività di ognuno e spostavano di reparto a seconda delle personali capacità. Quando si era promossi assistenti non si pagava più l’affitto di casa, neanche la luce e l’acqua. Da qui la grande competitività che portava tutti a dare il massimo”.
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A parole, Silvio Benigno Crespi intendeva tutelare ed evitare il lavoro minorile: “Bisogna dunque non ammettere a tale mestiere i ragazzi troppo giovani. Non si devono poi accettare assolutamente ragazzi troppo gracili o che abbiano tendenze congenite al rachitismo, e si deve prescrivere, pei giovani almeno, l’uso delle scarpe”. Eppure, a soli dodici anni, la maggior parte dei bambini, finite le scuole elementari, iniziava il lavoro in fabbrica, secondo le testimonianze. Ma senza pidocchi, perché quello dell’igiene un vero e proprio culto. Il Villaggio Crespi conserva ben salda l’impronta di questo illuminato padre-padrone che scriveva appunto: “La casa operaia modello – ricordiamo le città operaie inglesi – deve contenere una sola famiglia ed essere circondata da un piccolo orto, separata da ogni comunione con altri”. L’idea di benessere domestico è calata dall’alto, dettagliatamente: “A pian terreno vi è una camera, per i lavori domestici, e una cucina: al primo piano corrispondono due camere da letto: nel solaio si pratica un ripostiglio”. Non manca nulla nel piccolo universo domestico operaio così concepito dall’industriale illuminato: “Dietro la casa si ha un piccolo porticato con un lavatoio, e in seguito la latrina che è così completamente staccata dall’abitato”. Non manca neanche lo sguardo volto ai turni di lavoro e al parentado, per garantire un buon vicinato e prevenire questioni: “Si cura che quelle famiglie siano composte di lavoratori di un solo turno diurno o notturno, e che siano legate fra loro da vincoli di amicizia o di parentela, in modo che esse si usino reciprocamente i maggiori riguardi”. In altre parole: un operaio lavora di più e meglio se non è invischiato in aspre beghe condominiali.
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Su tutto il Villaggio Crespi dominano, dall’alto di un colle, due ville signorili, tra loro alterne e complementari, sono lo sguardo vigile del padrone: la casa del prete e del medico, i due occhi che vegliano – in modo certamente specifico – sulla comunità. Parroco e dottore sono gli unici che non pagano l’affitto – altrimenti irrisorio per gli operai – della loro casa. C’era anche la security, formata dalle guardie assoldate da Silvio Crespi in persona. Silvio Benigno Crespi aveva pensato proprio a tutto: oltre alla scuola e all’asilo (le maestre selezionate dall’imprenditore), c’era il lavatoio con mattoni a vista e splendide decorazioni geometriche, i bagni pubblici con la piscina coperta, il dopolavoro con biblioteca annessa, lo spaccio alimentare e un campo da bocce. E la chiesa di stile bramantesco, opera del Brunati, una copia esatta, a pianta centrale, della chiesa di Busto Arsizio. La casa degli impiegati, nota bene, si presenta diversa da quella degli operai. Nella strada che conduce al camposanto, verso sud, si trovano le ville liberty degli anni Venti, in stile eclettico, alcune identiche (quelle dei “capireparto”) e poi altre sette, più austere, aristocratiche, erano definite le “ville dei dirigenti”.
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E la casa del padrone? Parva, sed apta mihi: il possente “Castello”, un progetto particolarmente affascinante del giovane architetto Ernesto Pirovano, era la residenza estiva dei Crespi (la dimora ufficiale dei Crespi era a Milano, in via Borgonuovo). Un imponente castello medievale con un’alta torre che svetta (la seconda torre era un serbatoio d’acqua), con merlature e loggiato, in abbondanza di bifore e ariose stanze. Il progetto paternalistico e utopico di Crespi allontanava di fatto alcune piaghe sociali, come l’alcolismo. Chi ama essere controllato a vista? La ricetta per il villaggio operaio sembrava funzionare, dal punto di vista produttivo. La vita fuori dal villaggio: lontana dagli occhi e dal cuore, disincentivata al massimo. Senza libertà, gli operai vivevano alla larga anche dalla felicità. Si può vivere felici dentro la tela di ragno di un’esistenza scandita da regole predisposte da altri? “È difficile dire se la gente fosse felice, certamente mostrava di esserlo, visto che pochissimi furono quelli che abbandonarono il Villaggio per andare a stabilirsi altrove. Sotto una crosta di relativa tranquillità vi erano, comunque, gelosie e competitività: nella vita sociale si riflettevano i ruoli e le mansioni ricoperti in fabbrica”, come si legge nelle interviste di Crespi d’Adda, memorie di un’utopia, a cura di Giorgio Carrion.
*
Sono davvero mutati i tempi dal villaggio Crespi all’ex Ilva di Taranto? Il lungo viale – Corso Donizetti – dall’ingresso della fabbrica si trasforma in un “viale del tramonto”: una strada alberata che porta all’ingresso del cimitero. La pianta a gradoni e lapidi a forma di croce riflette la cultura anglosassone cui miravano, con desiderio di emulazione, i Crespi. Domina qui una piramide esotica – ricorda un tempio maya – il famedio dei signori Crespi, con una strana statua di donna seduta con le braccia aperte. Una doppia fila di tombe ospita bambini, strappati dalle braccia delle madri, nel primo fiore degli anni. La morte nel villaggio operaio fantasma cela qualcosa di enigmatico, sussurra un monito. La tomba, uno status symbol. Come sempre, del resto. La posizione postuma del sepolcro riflette, qui più che altrove, la condizione sociale: le tombe dei dipendenti sono umili lapidi, ordinate e uguali, rivolte le une verso le altre, messe a disposizione della direzione (chi voleva poteva pagarsi una tomba differente). Tutti i sepolcri venivano figurativamente avvolti dall’abbraccio del mausoleo della famiglia Crespi. Un abbraccio troppo paterno scalda, un abbraccio uccide. Le fredde braccia avvolgono i corpi, più che una premura, un assillo. La morsa della protezione? Per ogni singolo operaio. Un tenero strangolamento, postumo.
Linda Terziroli
*Nelle fotografie: dall’ingresso alla fabbrica al cimitero, la storia del Villaggio industriale Crespi d’Adda, patrimonio Unesco dal dicembre 1995
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Verona: TOCATI' 2023, dal 14 settembre torna il Festival dei giochi antichi
Verona: TOCATI' 2023, dal 14 settembre torna il Festival dei giochi antichi. Primo Festival dopo l'iscrizione nel registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Ospite d'onore della ventunesima edizione è il Portogallo. Inaugurazione venerdì 15 settembre, alle 18 in piazza Santa Anastasia. Proposto un ampio programma di appuntamenti consultabile su su questo sito. Giocare, giocare, giocare. Dal 14 al 17 settembre, in piazze e vie cittadine, torna il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato dall'Associazione Giochi Antichi in collaborazione con il Comune di Verona. Inaugurazione venerdì 15 settembre, alle 18 in piazza Santa Anastasia. Una grande festa speciale del Gioco Antico, per una ventunesima edizione epocale, che sigilla l'entrata di Tocatì nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ufficialmente avvenuta, in Marocco, il 1° dicembre 2022, durante il 17° Comitato intergovernativo della Convenzione UNESCO del 2003, di fronte a ben 2000 delegati provenienti da 180 Stati. Le parole del sindaco di Verona Damiano Tommasi. "Il Tocatì fa parte della storia di Verona, ma con uno scopo in più: superare la barriera intergenerazionale, in un momento in cui il dialogo e l'ascolto tra generazioni sono sempre più complicati. Il Tocatì è la dimostrazione di come spesso le cose belle nascano oltre le amministrazioni e i colori politici, perché si basano sulle persone che vivono la città, sui nostri legami affettivi, sulle nostre tradizioni e su quello che di più prezioso abbiamo che è sempre immateriale". "Da quest'anno – sottolinea l'assessora alla Cultura e ai rapporti con l'Unesco Marta Ugolini – anche l'Unesco è tra gli organizzatori del Tocatì, che rappresenta il momento centrale e più visibile di un lavoro che si va a sviluppare lungo tutto l'anno e che coinvolge istituzioni e associazioni diverse in una grande squadra dedicata alla salvaguardia di saperi, di pratiche che sono in pericolo di scomparire, perché la globalizzazione e la proliferazione dell'intrattenimento digitale minano la sopravvivenza non solo dei giochi tradizionali ma anche di quelli 'normali' che tutti noi abbiamo usato da bambini. Quindi, come dice il sindaco Damiano Tommasi, abbiamo una grande responsabilità perché dobbiamo alzare l'asticella sia della qualità del progetto culturale che delle relazioni che si vanno a instaurare tra le comunità ludiche coinvolte nella manifestazione. Il gioco, infatti, ha la straordinaria capacità di unire le persone, di metterle in dialogo tra loro, facendo superare loro barriere intergenerazionali e interculturale, all'insegna del divertimento e della voglia di stare insieme". "Gli anni di pandemia – ricorda il presidente dell'associazione Giochi Antichi Giorgio Paolo Avigo – sono costati molto alle organizzazioni, con una diminuzione in termini di partecipati di quasi il 30 per cento, infatti invece di contare 15 mila giocatori ne contano 4-5 mila. Speriamo che il riconoscimento ottenuto dia maggior vigore a tutto il lavoro che stiamo facendo. Questa ventunesima edizione è la prima realizzata sul modello pre-pandemia, quindi con un ospite d'onore che è il Portogallo. Attendiamo a Verona una ottantina di portoghesi che si confronteranno nel gioco con le realtà italiane". Il programma della manifestazione è stato presentato questa mattina dall'assessora alla Cultura e ai rapporti con l'Unesco Marta Ugolini insieme al presidente dell'associazione Giochi Antichi Giorgio Paolo Avigo. Presenti per l'Università di Verona Olivia Guaraldo, il presidente della Fondazione Giorgio Zanotto, Paolo Zanotto e il vicepresidente di Confcommercio Nicola Baldo. Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Il Tocatì è il primo esempio in Italia a ottenere questo prestigioso riconoscimento e ad assumere il ruolo di riferimento mondiale per tutti gli appassionati di giochi e sport tradizionali. Quest'anno, il Tocatì dà il benvenuto al Portogallo come "Ospite d'Onore", il quale porterà, a Verona, Giochi e Sport Tradizionali impressi nella memoria e nella cultura musicale della sua gente ma più che mai vivi tra le comunità locali. Tocatì 2023. Le piazze e le strade di Verona faranno da cornice a una decina di Giochi e Sport Tradizionali spettacolari. Fra questi: Jogo del Beto, un gioco spontaneo svolto anche nelle scuole durante la pausa dalle lezioni o durante altri eventi ricreativi che vedono coinvolti sia bambini che ragazzi che famiglie. Si tratta di difendere una postazione, costituita da tre bastoncini di legno convergenti, con un altro bastone molto simile a quello da hockey, che viene utilizzato per lanciare all'avversario una palla di pezza. Jogo Do Pau, un combattimento divenuto arte marziale portoghese, una specie di scherma lusitana che utilizza, come unico strumento di pratica, un bastone di legno di un metro e mezzo chiamato 'varapau' o 'bastao'. Jogo das Malhas, che ha trovato nello sviluppo locale declinazioni espressive come 'Na Base' e 'Chinquilho' che verranno portati proprio al Tocatì. Tra le comunità ludiche italiane, invece, saranno presenti comunità che praticheranno, tra tanti altri, il gioco bellunese del To' Vegna, nel quale, giocatori e giocatrici, possono colpire una pallina di gomma solo utilizzando avanbracci e gambe. Il Gioco delle Noci, un tempo unicamente trasmesso di madre in figlia, oggi è una pratica senza limiti di genere e di età il cui intento è di procacciarsi un ricco bottino con il con il patrocinio di 'botto' cioè una noce che non rimbalza. Il gioco ciociaro prettamente femminile della Corsa con la Cannata che riprende l'usanza antica delle donne di portare un'anfora colma di acqua sul capo senza l'utilizzo delle mani e quello del Bastone Pugliese, un'arte marziale vicina a quella del bastone siciliano come tecniche e combattimento e tante altre pratiche ludiche. Teatro Romano. Non solo il centro della città sarà animato dagli eventi di Tocatì ma incontri e concerti saranno incorniciati dallo spazio del Teatro Romano con ospiti di pregio come le cantanti Ginevra di Marco, una delle più interessanti interpreti del panorama italiano, e Teresa Salgueiro, cantante dei Madredeus dal 1987 al 2007, voce poetica portoghese, sensibile e profonda. Musica e Tocatì. L'onda musicale del Tocatì raggiungerà anche altre zone di Verona proponendo la magia del Fado e del Canto Lantejano. La musica come linguaggio artistico, è uno degli ambiti, tra i beni immateriali, che l'UNESCO ha riconosciuto come universale. Infatti, rispettivamente nel 2011 e nel 2014, il Fado e il Canto Lantejano, sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità. Recitazione e teatro. All'interno del Cortile di Castelvecchio, verrà organizzato il nuovo spettacolo teatrale 'Ianez! Io, Sandocan e Salgari' portato in scena da Bam!Bam! Teatro. Osteria del gioco. A Palazzo Forti tornerà l'osteria del gioco, spazio conviviale dove vengono offerti prodotti tipici del veronese; gestito dai volontari storici del festival è sempre molto apprezzato dai giovani. Per loro, ma non solo, giovedì 14 settembre alle 21.30, Palazzo Forti, sede dell'Osteria del Gioco, ospiterà Donpasta – Food Sound System, un cuoco poeta, ecologista e stralunato, che con il suo progetto multimediale in cui si mescolano cucina salentina, musica, racconto popolare e immagini, propone uno spettacolo tra il teatro contemporaneo e le favole di un vecchio cantastorie. Simposio internazionale "Tocatì, un patrimonio condiviso – Patrimonio vivente e turismo, le sfide della sostenibilità". Anche quest'anno, il Forum della Cultura Ludica, in Cortile Mercato Vecchio, ospiterà incontri tra comunità ludiche, territori e istituzioni; momenti fondamentali per discutere di esperienze, buone pratiche e, soprattutto, progetti futuri che prenderanno una nuova dimensione sotto l'ombrello UNESCO. Riconfermata, dal 15 al 17 settembre, la tanto apprezzata cornice delle Riflessioni di Tocatì con incontri, proiezioni e presentazioni in cui docenti universitari, pedagogisti, psicologi e psichiatri, redattori ed editori, scrittori e illustratori e personalità del mondo dello spettacolo racconteranno il tema del gioco con varie sfaccettature ed esempi. Programma completo della manifestazione sul sito www.comune.verona.it. "La in dialetto significa la parola 'Tocatì' significa 'tocca a te' – spiega Olivia Guaraldo – spesso dimentichiamo il significato di questa parola, che per quanto riguarda l'Università diventa un messaggio verso la società, ma soprattutto verso le ragazze e i ragazzi più giovani, un passaggio generazionale di saperi e di pratiche antichi che devono essere trasmessi, condivisi e goduti. Mi pare che questo elemento del piacere del gioco sia sempre presente in Tocatì che, anche se diventa sempre più importante e internazionale, non perde questo suo spirito originario". "Cosa è accaduto tra il 2004 e il 2007, quando è cominciata e si è rafforzata questa meravigliosa iniziativa? – ricorda Paolo Zanotto presidente Fondazione Giorgio Zanotto, ed ex sindaco negli anni di avvio della manifestazione –. Siamo partiti dalla considerazione che la città di Verona ha una caratteristica formidabile: il centro storico non ha solamente due o tre piazzette, che sono vivaci per il turismo e per i cittadini, ma ha una presenza e una vitalità fisica molto diffusa. Tutta la città viene coinvolta e riservata ai giochi, e questo contatto delle persone che giocano resta una novità assoluta, un fatto sociale, educativo e pedagogico meraviglioso, che ha resistito nel tempo, rafforzandosi sempre di più". Tocatì e Amia. Giochi, stand e gadget per bambini e famiglie nel segno dell'ambiente. Informare, sensibilizzare e coinvolgere le nuove generazioni in percorsi ludico-didattici all'insegna del rispetto e della sostenibilità ambientale, della raccolta differenziata e del riuso dei materiali, attraverso piccoli, ma importanti gesti quotidiani. Questo l'obbiettivo che anche quest'anno Amia trasmetterà alle famiglie veronesi in occasione di Tocatì. Lo farà attraverso una serie di simpatici e divertenti giochi appositamente ideati che permetteranno di far conoscere a giovani e meno giovani le caratteristiche di vari materiali e le loro possibili tecniche di riuso. Sempre all'interno dell'area "Play Smart" sito in piazza Bra sarà presente uno stand dove saranno distribuiti gadget e materiale informativo, dando utili e preziose informazioni e messaggi su una corretta raccolta differenziata.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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I NUOVI PATRIMONI DELL’UMANITÀ DEL 2021
A dicembre, come da tradizione, si è riunito il comitato dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, per valutare le proposte avanzate dagli Stati firmatari della Convenzione del 2003 sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale e approvare i beni e i luoghi da proteggere per l’umanità.
Anche quest’anno la lista dei nuovi ingressi è lunga e variegata: dalla Rumba congolese, alla ricerca e raccolta del tartufo in Italia, dalla Durga Puja in India (festival hindu), alla Fiesta Grande de Tarija (Bolivia), così come la gustosa soup joumon haitiana o la melodia Falak del Tajikistan. Per alcuni Paesi si è trattata della prima volta che l’UNESCO ne accetta le proposte: è il caso di Micronesia, Montenegro, Repubblica Democratica del Congo, Danimarca, Seychelles, Timor Est, Islanda e Haiti.
Quest’anno ha visto anche l’approvazione di due domande presentate da un ampio consorzio di Paesi uniti da patrimoni che li accomunano: la prima è la calligrafia araba, nata per “trasmettere armonia, grazia e bellezza”, candidata da Arabia Saudita, Algeria, Bahrain, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Mauritania, Marocco, Oman, Palestina, Sudan, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen. La seconda, invece, è la falconeria, arte millenaria, proposta da Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Kazakistan, Corea del Sud, Kirghizistan, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Pakistan, Polonia, Portogallo, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Slovacchia, Spagna e Siria.
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Fonte: Unesco - 31 dicembre 2021
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MACERATA – E’ giunta questa mattina in città la delegazione dei rappresentanti Unesco delle Città Creative delle Media Arts. Ad accoglierli, ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi, il sindaco Romano Carancini e l’assessore alla Cultura e vicesindaca Stefania Monteverde.
La mattinata di lavori della delegazione, riunita nella splendida Sala dell’Eneide per avviare un confronto sullo sviluppo culturale e sulle città creative, è iniziata con un intervento del sindaco che ha illustrato la politica culturale della città partendo dal suo figlio più illustre, Padre Matteo Ricci.
“C’e un filo conduttore lungo centinaia di anni tra la genialità di Padre Matteo Ricci, la sua umanità e il racconto attuale di una piccola città come Macerata” ha affermato il sindaco Romano Carancini dopo un’introduzione in lingua inglese. “Per raccontare di noi, sento che devo iniziare proprio dal figlio più illustre di questa terra, padre ispiratore della nostra identità”.
L’intervento del sindaco è partito dalle fondamenta della storia umana e culturale della nostra città per raccontare la nuova consapevolezza acquisita nel tempo, frutto di tre concetti chiave proposti e attuati negli ultimi dieci anni, la fiducia, la partecipazione e la coralità.
“Padre Matteo Ricci, è annoverato dalla rivista americana Life come una delle cento personalità che hanno saputo influenzare di più il secondo millennio, un talento dell’umanità che ha trasmesso, grazie alle conoscenze e alle sue produzioni tecnologiche, scientifiche e letterarie, il valore dell’amicizia e l’importanza della scoperta come strumento di buone relazioni tra tutti gli uomini” ha affermato il sindaco.
“Per un periodo però la città ha dimenticato il talento e la produzione creativa e culturale di cui è capace. Per questo negli ultimi 10 anni abbiamo provato a riappropriarci del ruolo di “Atene delle Marche”, di terra ideale per l’elaborazione di cultura e produzione creativa e di proiettarci forti delle nostre fondamenta, verso il futuro. Lo abbiamo fatto attraverso la fiducia, scaturita dal riconoscimento di “Città con la miglior qualità di vita”, con il primo posto della classifica dell’ Ecosistema urbano e con l’inserimento nella short list delle 10 città finaliste a Capitale della Cultura 2020, con la partecipazione che è il tratto che ci ha distinto per metodo di lavoro. Gli Stati generali della Cultura, il progetto Macerata In-Nova e Macerata estroversa sono infatti le evoluzioni di un percorso partecipato dalla città intera.
La coralità dell’azione ha poi messo in luce il ruolo fondamentale di grandi protagonisti della città che, lavorando sinergicamente si sono sentiti parte di un tutto. Tra essi, in particolare, l’Università di Macerata, tra le più antiche in Italia, la prima impresa culturale creativa che si pone ai più alti livelli nazionali e internazionali. L’Accademia di Belle Arti, istituzione fondamentale per le politiche di sviluppo della città, spazio ideale di formazione di giovani creativi.
E ancora il Macerata Opera Festival, importante incubatore creativo per tutte le performing arts, prima scena internazionale della città e l’Istituto Confucio, ponte ideale di cammino culturale e creativo, patrimonio da preservare nel segno di Padre Matteo Ricci”.
“Abbiamo un sogno” ha concluso Carancini “quello di poter entrare a far parte della famiglia delle Città Creative Unesco, per questo oggi potrete apprezzare il talento espressivo di alcuni dei grandi protagonista cittadini. Abbiamo perso questa sfida nel 2014 forse perché non ancora pronti, ma oggi Macerata, nella sua nuova consapevolezza, vuole manifestare tutto il suo talento e prestare la sua storia e la sua esperienza a beneficio della meravigliosa ricchezza di cui l’Unesco è voce.”
Un breve saluto anche da parte del Prefetto Iolanda Rolli. “Vedete da soli quanta bellezza è presente a Macerata. Io vi auguro di approfondire tutto ciò che la città può offrire perché pur ancorata a radici profonde, Macerata è proiettata verso il futuro”.
L’assessore e vice sindaca Stefania Monteverde ha infine illustrato le tappe della giornata. “Avrete oggi la possibilità di incontrare stakeholder più importanti perché abbiamo costruito questa giornata pensando ad una crescita reciproca. Scoprirete tanti aspetti di Macerata, tanti talenti, ma anche il suo cibo e le sue fabbriche culturali”
Subito dopo ha preso il via la riunione del cluster con i delegati provenienti da Linz (Austria), Toronto (Canada), Changsha (Cina), Enghien Les Bains e Lione (Francia), Sapporo (Giappone), York (Inghilterra), Tel Aviv-Giaffa (Israele), Guadalajara (Messico), Braga (Portogallo), Dakar (Senegal), Kosice (Slovacchia), Gwanju (Sud Corea) e Austin (USA).
Dopo una breve pausa per il pranzo al via il tour della città con due stakeholder sul tema delle Media Arts, l’Università degli studi e l’Accademia di Belle arti. L’Ateneo ha organizzato incontri con due delle realtà UniMc più significative nel campo della creatività e del rapporto con altre culture e civiltà.
Il primo appuntamento si è svolto al Creabub con PlayMarche, la prima spin-off nata in seno all’ Università e attiva nel campo della valorizzazione territoriale e culturale attraverso le nuove tecnologie Michele Spagnuolo, amministratore delegato di PlayMarche, ha illustrato le più recenti realizzazioni come l’app PlayMarche 2.0 (in collaborazione con la Rainbow) per scoprire la provincia di Macerata attraverso il gioco, l’installazione multimediale a Casa Leopardi, la ricostruzione in modelli tridimensionali delle aree archeologiche.
PlayMarche ha consolidato la propria collaborazione anche con altre imprese creative come Luca Agnani Studio, che ha curato l’allestimento multimediale proposto per questa sera a Palazzo Buonaccorsi, la Rainbow e Net Cubo, per creare una rete di imprese sempre più competitiva nel settore.
Il secondo appuntamento del pomeriggio è stato con l’Istituto Confucio di UniMc, autorevole nodo di connessione con la Cina per tutto il territorio, grazie alla fitta rete di insegnamenti attivati nelle scuole superiori, non solo regionali, al coinvolgimento in progetti internazionali, ad iniziative spettacolari come l’annuale Capodanno Cinese per promuovere la conoscenza di una Paese sempre più centrale nello scenario mondiale.
Ultima tappa la visita all’Accademia di Belle Arti, anch’essa stakeholder sul tema delle Media Arts. Nell’Auditorium Svoboda la delegazione è stata accolta dalla docente di inglese Eleonora Sarti, da Francesca Cecarini, docente di Light design e da Matteo Catani docente di Applicazioni digitali per l’arte. L’ Energia creativa dell’Accademia maceratese è stata illustrata attraverso video e installazioni multimediali che hanno presentato tutte le tipologie di corsi.
Illustrato anche il nuovo progetto di Light design riguardante lo Sferisterio che come quello già realizzato al Monumento della Vittoria, nasce dalla collaborazione tra Accademia e Comune di Macerata. “Fare un investimento sulla luce è una grande sfida” ha detto l’assessore Stefania Monteverde “Ci siamo ispirati alle altre città, come Toronto, che hanno già adottato la Light Strategy perché dal confronto si ha l’opportunità di crescere”.
L’intensa giornata di lavoro delle delegazioni Unesco, che oggi hanno fatto tappa oltre che a Macerata anche in altre sette città si concluderà in serata con un evento spettacolare ispirato al mondo delle arti, della musica e dell’innovazione che si svolgerà in contemporanea nei teatri e nelle piazze di Urbino, città patrimonio dell’UNESCO, Ancona (Cinema), Ascoli Piceno (Design), Fermo (Artigianato), Macerata (Media Arts), Pesaro (Musica), Recanati (Letteratura), Senigallia (Gastronomia). Gli eventi saranno tutti collegati in diretta video con il palcoscenico del Teatro Gentile di Fabriano dove a tessere le fila sarà il talento di Neri Marcoré.
Appuntamento finale quindi alle 20,15 al cortile di Palazzo Buonaccorsi per lo spettacolo del Comune di Macerata e del Macerata Opera Festival “Imagine Opera. Dalla tradizione al futuro”. Un suggestivo percorso musicale con l’opere liriche, con la partecipazione della pianista Cesarina Compagnoni e il soprano Francesca Benitez, sulle arie delle opere in cartellone quest’anno al MOF, “Carmen” e “Rigoletto”.
Nella seconda parte la Salvadei Brass porterà in scena l’overture e il trionfo dell’Aida mentre sui muri del settecentesco palazzo scorreranno le suggestive immagini del video mapping appositamente creato per l’occasione da Luca Agnani, visual designer di fama internazionale, vincitore del terzo premio al concorso di viedo mapping in 3D “Circle of Light” tenuto a Mosca nel 2013 e di una serie di riconoscimenti internazionali.
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Sintra, Castle of the Moors The Castle of the Moors is a hilltop medieval castle located in the central Portuguese civil district of Santa Maria and São Miguel, in the municipality of Sintra, about 25km northwest of Lisbon. Built by the Moors in the 8th and 9th centuries, it was an important strategic point during the "Reconquista", and was taken by Christian forces after the fall of Lisbon in 1147. It is classified as a National Monument, part of the Sintra Cultural Landscape, and is an UNESCO World Heritage Site. The restored castle has retained the charm of an old ruin, surrounded by dense forests and crumbling ramparts that offer spectacular views of the Sintra region. Sintra, il castello dei Mori Il castello dei Mori è un castello medievale in cima a una collina che si trova nella distretto portoghese di Santa Maria e São Miguel, nel comune di Sintra, a circa 25 km a nord-ovest di Lisbona. Costruito dai Mori nei secoli VIII e IX, fu un importante punto strategico durante la "Reconquista" ed è stato preso dalle forze cristiane dopo la caduta di Lisbona nel 1147. È classificato come un monumento nazionale, parte del paesaggio culturale di Sintra, e patrimonio mondiale dell'UNESCO. Il castello restaurato ha mantenuto il fascino di una vecchia rovina, circondata da fitti boschi e foreste che offrono una vista spettacolare della regione di Sintra. #sintra #portugal 🇵🇹 #portogallo #CastleofMoors #medieval #castle #World_Heritage_Site #hoboh @hoboh #hoboh_pt @hoboh_pt @visitportugal #visitportugal @super_europe_channel #igersportugal #super_portugal #ig_portugal #topportugalphoto #holiday #tourist #instatraveling #Portugalagramas #Portugal_a_gramas @Portugal_a_gramas #portugalalive (presso Moorish Castle)
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Novità dell’estate 2018 e appuntamenti tradizionali attesi per tutto l’anno: ecco le opportunità da non perdere con gli eventi offerti dalle città europee a partire dai prossimi giorni. Musica, sport, arte, cultura, enogastronomia, mercatini, mostre, feste in costume, folklore. Dall’Islanda alla Spagna, ce n’è per tutti i gusti.
SCOZIA Edimburgo Evento: Dal teatro alla commedia, passando per l’opera. L’arte è protagonista del Fringe festival, che nel 2017 ha ospitato più di 53mila esibizioni di 3mila spettacoli. Molti eventi si svolgono nel centro della città, dichiarato patrimonio Unesco. Dal 3 al 27 agosto. Dove: Centro città. Glasgow Evento: Campionati europei 2018 di nuoto dal 3 all’8 agosto. Dove: Glasgow, Edimburgo.
GERMANIA Lipsia Evento: Dal 13 al 22 giugno, per celebrare la musica classica, la città organizza il festival di Bach. Un viaggio alla scoperta del compositore tedesco attraverso più di 150 eventi. Dove: Oltre 35 location. Bonn Evento: Ludwig van Beethoven protagonista del Beethoven festival, dal 31 agosto al 23 settembre; in scena opere come Fidelio, Egmont e The Ruins of Athens. Berlino Evento: 24esima edizione dei Campionati europei di atletica leggera dal 7 al 12 agosto. Dal 20 al 26 agosto, invece, sarà la volta degli atleti paralimpici. Dove: Olympic Stadium. Berlino Evento: Il 16 settembre più di 40mila runner saranno ai nastri di partenza per la 45esima edizione della Maratona, tra le più importanti al mondo. Dove: Colonna della Vittoria. Monaco di baviera Evento: Dal 1810 è sinonimo di Oktoberfest, fiumi di birra, specialità locali, musica e abiti tradizionali dal 22 settembre al 7 ottobre.
FRANCIA Parigi Evento: Dal 27 maggio al 10 giugno i tennisti più grandi si affrontano a Parigi sulla terra rossa del Roland Garros, che presenta nuovi campi e un rinnovato villaggio con terrazze. Parigi Evento: Delacroix (1798–1863) è la retrospettiva di 180 opere in collaborazione con il Metropolitan di New York, dedica al pittore francese fino al 23 luglio. Dove: Louvre. Lille Evento: Pezzi vintage e cianfrusaglie sulle bancarelle del mercato delle pulci Braderie de Lille, il più grande d’europa; 1 e 2 settembre.
BELGIO Boom Evento: Tomorrowland è tra gli appuntamenti di musica elettronica più importanti d’Europa. Celebre per coreografie fantasy dei palchi, fuochi d’artificio e giochi di fumo e di acqua; 20-22 e 27-29 luglio. Leuven Evento: Per gli amanti del rock, dal 1974 c’è Rock Werchter. Sul palco sono passati artisti del calibro di David Bowie, R.E.M., Daft Punk, Radiohead. Dal 5 all’8 luglio.
SVEZIA Stoccolma Evento: Due città, un obiettivo: unire l’Europa sotto i colori della bandiera arcobaleno della comunità Lgbt: Stockholm Pride dal 27 luglio al 5 agosto e Gothenburg Pride 14-19 agosto
IRLANDA Dublino Evento: Il 16 giugno è il Bloomsday, giorno dedicato a James Joyce. La festa in costume rievoca gli eventi dell’Ulisse, il suo romanzo più celebre. Tour dedicati, letture in luoghi significativi, pasti tratti dal libro.
UNGHERIA Budapest Evento: Frida Kahlo protagonista con più di 30 capolavori. La mostra, dal 6 luglio al 4 novembre, include opere, autoritratti disegni e fotografie dell’artista messicana. Dove: Hungarian National Gallery.
OLANDA Terschelling Evento: Oerol festival culturale, sull’isola di Terschelling dal 15 al 24 giugno: spettacoli dal vivo, teatro pubblico, musica e arti visive; uno dei più importanti eventi di arte del paesaggio in Europa.
NORVEGIA Oslo Evento: Andy Warhol – After Munch, mostra dell’artista americano delle opere di Munch, tra cui disegni, stampe e dipinti. Era uno degli artisti preferiti di Warhol, che visitò il museo nel 1983. Dal 26 maggio al 26 agosto. Dove: Munch Museum. Circolo Polare Evento: Traena Music, rassegna musicale tra due piccole isole collegate da un traghetto. A 12 ore da Oslo dal 5 all’8 luglio. Dove: Circolo polare artico.
AUSTRIA Salisburgo Evento: Oltre 200 esibizioni per la 98esima edizione del Salzburg festival dedicato alla musica classica dal 20 luglio al 30 agosto. Direzione affidata a Markus Hinterhäuser, che eseguirà Mozart, Strauss e Tchaikovsky con la Filarmonica di Vienna e l’attore e registra teatrale Tobias Moretti.
ISLANDA Reykjavik Evento: La rassegna musicale più cara al mondo è il Secret Solstice dal 21 al 24 giugno, unica kermesse che gode del sole 24 ore al giorno e con eventi in location suggestive, come la grotta di origine vulcanica o quella del ghiacciaio Langjökull. Il biglietto più caro costa un milione di dollari e comprende un viaggio per sei persone nel mondo in jet privato, un set di valigie, autisti, maggiordomi e chef.
SERBIA Novi sad Evento: Dal Duemila Exit è tra i principali festival di tutta l’Europa dell’est dedicato alla musica. Ideato dal movimento giovanile del Paese per chiedere maggiore democrazia, riunisce oltre 170mila persone e più di 600 artisti da tutto il mondo. Dal 12 al 15 luglio. Dove: Fortezza di Petrovaradin, Novi Sad.
GRAN BRETAGNA Daresbury Evento: Nel Cheshire, dal 23 al 27 agosto c’è Creamfields, tra gli appuntamenti di dance music più importanti con performance dal vivo e dj set. Dove: Silo, Daresbury. Newport Evento: Isle of Wight Festival è la mitica tre giorni dedicata al rock. Dal 21 al 24 giugno si esibiranno artisti come Depeche Mode, Kasabian, Liam Gallagher, Van Morrison, Blossoms. Dove: Seaclose Park. Londra Evento: Dal 25 al 27 agosto c’è il Carnevale. Costumi, danze e street food in tema caraibico per questa manifestazione che si tiene ogni anno dal 1965. Dove: Notting Hill. Londra Evento: Picasso 1932: Love, Fame, Tragedy è la mostra dedicata al pittore spagnolo. Più di 100 tra dipinti, disegni, sculture, scatti di famiglia e rari scorci di vita personale. Fino al 9 settembre. Dove: Tate Modern. Londra Evento: Dal 16 giugno il colorato guardaroba di Frida Kahlo lascia il Messico per il Victoria&Albert Museum, dove verranno esposti vestiti e accessori, fotografie e lettere della pittrice messicana. Dove: Victoria&Albert Museum. Londra Evento: A Wimbledon, dal 2 al 15 luglio, la più prestigiosa competizione tennistica al mondo.
FIANDRE Anversa Evento: Anversa Barocca 2018. Rubens Inspires rappresenta l’occasione per vivere Rubens e il barocco in tanti modi diversi. Dal 1° giugno per tutto l’anno.
SPAGNA Barcellona Evento: Musica elettronica e arte multimediale dal 14 al 16 giugno; tra gli artisti Gorillaz, Lcd Soundsystem, Diplo, Thom Yorke dei Radiohead. Dove: Sonar. Buñol Evento: Tutto iniziò l’ultimo mercoledì di agosto del 1945 quando due ragazzini diedero inizio alla battaglia dei pomodori, oggi nota come Tomatina. Si tiene il 29 agosto e nel 2002 è stata dichiarata di interesse turistico internazionale. Pamplona Evento: San Firmino. Si inizia il 6 luglio col lancio del chupinazo dal balcone del Municipio; il primo encierro è il giorno dopo: alle 8 del mattino si aprono le porte del cortile di Santo Domingo e centinaia di persone corrono davanti ai tori fino all’arena. Fino al 14 luglio. Tarragona Evento: I XVIII Giochi del Mediterraneo si svolgeranno dal 22 giugno al 1° luglio. Partecipano le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo: 26 i Paesi presenti; per la prima volta Portogallo e Kosovo. Dove: Tarragona e altre 15 città.
SVIZZERA Zurigo Evento: Musica a tutto volume sparata da 30 love mobile, dj set e coreografie nella Street Parade l’11 agosto tra i principali eventi techno e house al mondo con un milione di persone. Lugano Evento: Lugano si tinge arcobaleno con il Pride 2018 dal 28 maggio al 3 giugno, il primo LGBT+ pride nella Svizzera italiana. Lugano-Mendrisio Evento: Artisti come Miles Davis, Ray Charles e Noa hanno incantato il pubblico di Estival Jazz. A Lugano dal 12 al 14 luglio e a Mendrisio il 6 e 7 luglio. Locarno Evento: Dall’1all’11 agosto torna il cinema d’autore del Locarno festival. La kermesse renderà omaggio a Ethan Hawke con l’Excellence Award; L’attore, regista, sceneggiatore e scrittore statunitense sarà ospite per la prima internazionale del suo film Blaze, presentato al Sundance Film festival 2018.
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Dal teatro alla musica rock, da Frida Kahlo a Picasso scopri quali eventi ti aspettano questa estate in Europa Novità dell’estate 2018 e appuntamenti tradizionali attesi per tutto l’anno: ecco le opportunità da non perdere con gli eventi offerti dalle città europee a partire dai prossimi giorni.
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