#policardo
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enricopolicardo · 5 months ago
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One frame and two halves Photo scan of Efke film, masked with a page from The Guardian. Srebrenica, 2004 / London, 2024
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“When I was contacted by the organisers and they informed me of the exhibition's theme, my mind immediately went to this image. I remember how struck I was at the time, walking through the streets of Srebrenica, still raw and covered in bullet holes on every single surface of every single building. A few months ago, I had a conversation with a fellow photographer. 'I am worried,' they told me. 'Photography no longer means anything. Everything can be simulated, faked, counterfeited. Even war reporters will have to go back to shooting on film. Otherwise, no one will believe them, no one will believe that what they are capturing is real, that they were there. Shooting on film is our last hope to prove we are still alive.”
The project BEYOND THE SCREEN - ART INVADES THE CITY is funded by the Friuli Venezia Giulia region. It is organised by ANAC (National Association of Cinematographic Authors) in collaboration with Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma, and Altreforme. Policardo's work is displayed in Pordenone on Via Oberdan and in Trieste on the corner of Via dell'Istria and Via Baiamonti.
The billboard in Pordenone, Italy - July 2024
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--- --- --- --- --- --- “Quando sono stato contattato dagli organizzatori e mi hanno comunicato il tema della mostra, la mia mente è andata subito a questa immagine. Ricordo quanto fui colpito all’epoca, mentre giravo per le strade di Srebrenica, ancora grezze e coperte di fori di proiettile su ogni singola superficie di ogni singolo edificio. Qualche mese fa ho avuto una conversazione con un collega fotografx. ‘Sono preoccupatx’, mi ha detto. ‘La fotografia non significa più nulla. Tutto può essere simulato, falsificato, contraffatto. Anche i reporter di guerra dovranno tornare a scattare in pellicola. Altrimenti nessuno gli crederà, nessuno crederà che quello che stanno riprendendo è reale, che loro erano lì. Le riprese su pellicola sono la nostra ultima speranza per dimostrare che siamo ancora vivi.”
Il progetto OLTRE LO SCHERMO - L’ARTE INVADE LA CITTÀ è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. È organizzato da ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) in collaborazione con Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma e Altreforme.
L’opera di Policardo è esposta a Pordenone in via Oberdan e a Trieste all’angolo tra via dell’Istria e via Baiamonti.
--- --- --- --- --- --- The billboard in Trieste, Italy - August 2024 photos courtesy of Piero Iuretig
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Press Press_00 / ENG Press_01 / ITA Press_02 / ITA Press_03 / ITA
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lunamagicablu · 4 months ago
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Nel nostro cammino non possiamo che liberarci dei pesi che ci rallentano, dei condizionamenti non nostri e semplicemente abbandonarci alla nuda verità della nostra perfezione, restare in ascolto delle supreme bellezze del creato, attendere il ricordo compiuto del nostro Essere e permanere nello spazio sacro all’interno di noi, facendo della nostra vita un miracolo di condivisione, servizio, testimonianza. Gabriele Policardo art by SlizkoAi *********************** On our journey we can only free ourselves from the burdens that slow us down, from the conditionings that are not ours and simply abandon ourselves to the naked truth of our perfection, remain listening to the supreme beauties of creation, await the complete memory of our Being and remain in the sacred space within us, making our life a miracle of sharing, service, testimony. Gabriele Policardo art by SlizkoAi 
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ambrenoir · 6 months ago
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La danza della relazione❤️
[Armando] Il nostro amatissimo Bert Hellinger pronunciò una frase divenuta virale sul web a proposito delle relazioni: «Ciò che non è reciproco è tossico». Lo penso da sempre. La relazione è una danza che deve accadere nella reciprocità e l’amare senza desiderare nulla in cambio è un concetto insidioso, irrealistico e quasi non umano, che ci predispone ad amari raccolti. Su che base potremo mai scegliere con chi relazionarci, se non valutando la sussistenza o meno di una giusta misura fra il dare e l’avere? Perché mai dovrei stare in un rapporto squilibrato ove io do a piene mani, mentre l’altro prende, mi dà per scontato e non compie mai atti di generosità verso di me?
[Gabriele] Infatti quasi tutte le relazioni sono caratterizzate da un ciclo che somiglia a quello dell’azoto (un modo poetico per dire che finiscono nella m.). Vale a dire, non sono - come un organismo vivente - una creatura che cresce poiché entrambi la nutrono e la amano. Per far funzionare un legame, non basta amarsi, occorre anche amare il legame stesso. E capire in che direzione si sta andando. Bert diceva sempre che quando la persona che ami ti dà di più, tu ti senti sotto pressione e a tua volta restituisci un pochino di più: questo fa crescere la relazione e la consolida. Quindi il motore è la pressione, quella lieve colpa che ci fa sentire a disagio nel prendere e più leggeri quando ricambiamo con un po’ di più. Cosa succede se uno dà e l’altro prende, ovvero, se dà sempre di meno? La relazione s’ingiallisce come una pianta senz’acqua e prima o poi si inaridisce e muore. Allora un amore felice è anche l’arte del saper prendere. Che è nettamente più difficile del dare. Soprattutto, crescendo nell’alveo del peccato, del sacrificio, della rinuncia.
📖🔥«Perché ti fa soffrire? Le 3 terribili domande sulla coppia»
di Armando Zoff Jivan Sahi-Autore e Gabriele Policardo
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susieporta · 5 months ago
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Le persone devono guadagnarsi ogni giorno il diritto di restare nella nostra vita, come noi nella loro. Le relazioni non restano mai immobili, cambiano insieme a noi, ogni istante. Quelle in cui non si costruisce qualcosa di buono, si indeboliscono, franano, si spengono, finiscono. È giusto così. Altre relazioni arrivano. Nuovi amici, nuovi partner, nuovi conoscenti. Il cambiamento è inevitabile. Alcuni pretendono di essere amati e accettati per come sono.
Mostrano solo fragilità, richieste, punti deboli e spesso, divengono aggressivi, rabbiosi, esigono e pretendono, fanno sceneggiate ma non compiono mai azioni o gesti per i quali valga la pena mantenerli nella propria esistenza.
Umanamente, sono vuoti a perdere. Non possiamo fare nulla per loro: scelgono da sé di non esprimere il proprio pieno potenziale, di non onorare la divinità che abita in loro; decidono ogni giorno il conflitto, la malattia, la rabbia e l’opposizione: sono abilissimi nel mettere le dita nelle nostre ferite e non hanno alcun rispetto in questo. Per me non sono maestri di nulla, perché non siamo venuti in questo piano d’esistenza solo per soffrire e tediarci.
Infatti, guardano sempre indietro, rimuginano, covano, si crogiolano nell’autocommiserazione e fanno le vittime. Noi dovremmo sempre guardare avanti e andare verso le direzioni che la vita ci mostra. Esigere molto da noi stessi, nel modo e nell’intensità con cui ci diamo agli altri e al contempo, esigere molto anche da chi fa parte del nostro mondo.
Ci amiamo anche nelle scelte che compiamo con le nostre relazioni.
Ci amiamo solo quando coloro che abbiamo accanto portano in noi la pace, la crescita, l’abbondanza, la gentilezza, la cooperazione.
Ci amiamo solo se chi ci circonda vuole il nostro bene come noi il loro.
Chi non è in pace, chi porta solo conflitti, aggressività, problemi, è bene che si allontani ed è nostro diritto allontanarci, per il bene della nostra salute e per la sicurezza del nostro cammino. Possiamo rispettare i nostri limiti, tenerci a distanza da chi ha dinamiche violente o tossiche, dire con amore, ma con fermezza, «no, in questo momento della mia vita non posso proprio avere a che fare con te».
È un diverso, ma più saggio, modo di Amare.
Gabriele Policardo
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cocchina · 3 months ago
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Dunque i chili di troppo sono, in tante esistenze, pesi che si portano a nome di altri, per amore loro. Si porta il peso di un lavoro che piaceva al padre, di un uomo che piaceva alla madre, di un matrimonio accettato per salvare le apparenze; si porta il sintomo di qualcuno che vogliamo salvare, la croce di uno che desideriamo alleggerire; la solitudine, l’essere dei “bravi bambini” che fanno sempre il proprio dovere, che hanno imparato a non chiedere mai; l’ansia di tenere tutto sotto controllo, il non saper dire di «no», il dover arrivare sempre primi per non deludere; l’inseguire un modello astratto e irrazionale, irraggiungibile, per dimostrare qualcosa a qualcuno, per farci accettare, per non perdere l’amore, per non sentirci esclusi.
È difficile perdere peso, se prima non si sono lasciati questi fardelli. Per ogni peso lasciato, è necessario introdurre uno slancio creativo, una nuova stanza nell’anima, una frequenza dello spirito che sia un innamoramento. Non importa se di una persona o meno. Occorre innamorarsi di più cose e persone possibile, far entrare nel corpo l’energia verticale e abbattere il bisogno di cibo. La vera dieta non è solo privarsi di cibo: è eliminare i sentimenti, le situazioni, le relazioni e tutto ciò che è tossico per noi. L’antidoto va dato prima allo spirito che al corpo.
Allora si può perdere acqua, peso e pesantezza, cominciando a prendere dentro di sé energia da una fonte più grande. Scoprendo che quel ricatto morale — «io sto con te e tu mi devi ringraziare, perché tanto nessuno ti vorrebbe perché sei grassa» — in realtà nasconde la piccolezza del ricattatore, il suo bisogno di protezione, di amore, di salvezza; la sua disperazione, incapacità di vivere e di amare, di trovare in sé una ragione per la propria esistenza.
Gabriele Policardo
IO SONO D’ORO - IL VALORE DELLA DONNA NELLA RELAZIONE
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franronc · 2 years ago
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Io ti vedo.
E ti accolgo nel mio cuore.
Esattamente così come sei.
Non potresti essere altrimenti.
M’inchino a te e ti ringrazio.
Oltre ogni rabbia.
Oltre il perdono,
la divisione
e il giudizio.
Per sempre uniti.
In un Amore
Più grande.
Gabriele Policardo
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vavvapy · 4 years ago
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IO NON ASPETTO
 «Io non subordino il mio tempo all’indecisione di un altro, a maggior ragione della persona che amo. Io non mi annullo in una lunga, umiliante attesa, in cui a ogni istante fronteggio il dubbio di essere meno, di valere meno dell’alternativa a me, di essere più vecchia della precedente relazione, meno stimolante di quella in cui non c’erano stimoli. Un disperato passatempo, uno svago senza impegno. C’è un tempo sacro, e c’è un tempo della convenienza. Il tempo sacro è quello in cui, anche con grande comprensione, si dà a una persona amata il tempo di riordinare la propria vita, di apportare i giusti cambiamenti, di ristabilire i propri ruoli, rimettere in ordine la gerarchia, limitare al minimo i danni, i conflitti, le sofferenze e gli aspetti più spiacevoli. C’è al contrario un tempo della convenienza in cui si crede a una promessa di cambiamento che non viene mai esaudita: rimandata in eterno, essa viene alimentata dall’indebolimento della stima in sé di chi è disposto ad attendere, fino a rassegnarsi.»
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onnarcissismdisorder · 2 years ago
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ESASPERAZIONE
"Non credere alle persone che dicono di voler cambiare e non lo fanno. Intendo, le persone che si lamentano, che sono in una "trappola" che hanno costruito intorno a sé, che hanno davanti la soluzione e non la accettano. Queste persone non sono cattive, sono semplicemente non ancora esasperate. È l’esasperazione a produrre il cambiamento, a innescare il primo vero passo verso la liberazione. Non tutti coloro che hanno problemi, che soffrono, che vivono pesanti conflitti, sono giunti a questa soglia.
È lì che si concentra la forza maggiore.
Quella che spinge in avanti e scatena il primo passo. È l’esasperazione a richiamare le risorse, a liberare le energie compresse, a trasformare profondamente gl’individui. A lasciare ammutoliti quelli che credevano che “non avresti mai avuto il coraggio”. Quasi sempre, ci vuole molta più energia nel restare prigionieri del problema, che non nel tentare una fuga.
Se tuttavia la persona non ha ancora raggiunto l’esasperazione, non temere. Il tuo aiuto può comunque essere prezioso. E forse, ancora più che l’aiuto, il tuo esempio. È l’esempio, la nostra personale esperienza, il più grande atto d’amore verso gli altri."
Gabriele Policardo
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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DESTINI
Si lasciano e si prendono molti treni e sono tutti treni giusti. Possiamo stare su un solo vagone in un dato tempo — apparentemente — ed è curioso che nel nostro viaggio guardiamo più ai treni mancati che a quelli presi. Se smettessimo di dire «mi manca» e iniziassimo a dire «desidero», se pensassimo di aver fatto «la scelta migliore» invece del «solito sbaglio», ci apriremmo alla comprensione che ovunque sia la nostra vita si trova anche il nostro movimento. E finché siamo in movimento, la nostra vita si trasforma e continua a portarci avanti.
Qualunque sia la prossima fermata.
Ogni treno preso è quello giusto.
Ogni treno perso era storia di altri.
Tutti i binari conducono ciascuno di noi al proprio destino.
Gabriele Policardo
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artwort · 7 years ago
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Afterlife / Enrico Policardo
http://www.artwort.com/2017/11/07/fotografia/afterlife-enrico-policardo/
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enricopolicardo · 10 months ago
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This Was Tomorrow
or C₃S, C₂S, C₃A, C₄AF - Pt.1
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lunamagicablu · 4 months ago
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La parte più difficile è comprendere che non c'è nulla di cui avere angoscia, terrore, paura. Questo è il più grande spartiacque. Uscire dall'idea del "male". Significa allontanarsi da un intero mondo e modo di pensare. E anche scendere in quell'ascolto profondo che è l'inizio della vera guarigione. I processi interiori sono molto più complessi e benevoli di quanto noi li consideriamo. Ci vuole anche un po' di tempo perché il movimento possa avvenire. Solo l'amore risolve. Gabriele Policardo ************************ The hardest part is understanding that there is nothing to be anxious about, terrified about, or afraid of. This is the greatest watershed. Getting out of the idea of ​​"evil". It means moving away from an entire world and way of thinking. And also going into that deep listening that is the beginning of true healing. Inner processes are much more complex and benevolent than we consider them. It also takes a little time for movement to happen. Only love solves. Gabriele Policardo 
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ambrenoir · 6 months ago
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"PROTOCOLLO TIROIDEO"
Una bambina che da molto piccola inizia a prendersi cura della propria madre, con un processo che viene definito simbiosi inversa, avvia un vero e proprio “protocollo tiroideo” perché da subito avrà bisogno di molta tirossina per occuparsi di sé e della propria mamma, di afferrare ciò che può essere utile (aumento di funzione del lobo destro della tiroide) e scansare ciò che costituisce un pericolo (aumento del lobo sinistro).
In questo schema in cui lei sente di dover fare tutto da sola, di doversi far carico del mondo intero, finirà con lo scegliere un lavoro e un partner con cui ripetere questo schema.
Troverà una professione (come l’infermiera o l’insegnante) in cui spesso le viene richiesto qualcosa che va molto oltre i suoi limiti, e un uomo con problemi e pesi sulle spalle, se non addirittura malattie o dipendenze.
La sua tiroide la assisterà fino a che il limite imposto dal corpo glielo consentirà.
Fino ad oggi, senza una comprensione logica e bio-logica, abbiamo ragionato in termini di disfunzione e di malattia.
Con questo livello in più, osserviamo che la soluzione non può essere solo farmacologica o psicologica.
È necessario prima invertire quella simbiosi inversa e riportare quella bambina, e oggi quella donna, entro i confini del suo ruolo di figlia ed, eventualmente, partner, lavoratrice, mamma.
Abbiamo potuto vedere molte guarigioni spontanee da sintomi relativi alla tiroide, solo alleggerendo il carico personale e modificando il proprio atteggiamento di salvataggio collettivo.
Gabriele Policardo
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susieporta · 2 years ago
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È il nostro amore a cambiare le persone.
Non la volontà, non la forza, non le richieste, non le pretese, né la rabbia, né la gelosia.
È l’amore che proviamo per loro a renderle migliori, ad aiutarle a essere quello che sono davvero, a lasciare che plasmino da sé il proprio corpo, la propria mente, il proprio spirito. È l’amore che le ama come sono. È l’amore che le rende libere creando un legame d’appartenenza, che le rende uniche senza alcun bisogno di scegliere, che rinunciando a ogni cosa, può ottenere tutto.
L’amore del rispetto, della parità, dello scambio reciproco; l’amore che non si aspetta niente, perché tutto ciò che uno si aspetta, deve ancora riceverlo dai genitori e non potrà mai trovarlo altrove. L’amore che non addossa responsabilità, che non esprime giudizi, che non richiede prove, conferme, confutazioni.
Se amo una persona, la cambio per sempre. Se mi ama, mi cambia per sempre. Perché mentre tutto il mondo si aspetta qualcosa da me e mi vuole in un certo modo, quella sola, unica, mi dice soltanto «Sì».
Gabriele Policardo
Io sono d’oro – il valore della donna nella relazione
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vecchiorovere-blog · 3 years ago
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Essere leggeri per principio. Trovare dentro di sé ciò che serve, sempre. Perché c’è. Comprendere che se si depongono le armi, sparirà ogni nemico. Accogliere che la perfezione non solo è di questo mondo, ma è la nostra causa e non l’effetto. Aprirsi al miracolo che ciò che non si sa di sé contiene i semi della guarigione. Fare amicizia con il destino, Dio e la morte. Aver sempre presente che oltre al dovere esiste il volere. Diffidare di chi ti vuol cambiare. Diffidare di chi non vuol cambiare. Chiedere a chi viene prima, dare a chi viene dopo. Trovare riparo dalla pioggia nel proprio cuore, in questo istante. Avere rispetto della vita in ogni sua forma. Scegliere di poter scegliere. Fare la pace. Respirare. Gabriele Policardo
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voglioscriveredite · 6 years ago
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Io sono d'oro.
Io sono d’oro.
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Sono donna. Ho da più di vent’anni relazioni sentimentali all’attivo e sento il bisogno di ritrovarmi nella pagine di un libro, di una metaforica pacca sulla spalla.
E’ un periodo in cui mi sto interrogando sul mio cammino, sto cercando di manifestarmi, di vivere secondo il mio sentire. Difficile, ma eccitante.
Gabriele Policardo, facilitatore in  costellazioni familiari, fondatore delle…
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