#poesia 1933
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pier-carlo-universe · 8 days ago
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Tramonto di Antonia Pozzi: il dialogo struggente tra natura e anima. Recensione di Alessandria today
Una poesia che cattura la malinconia dell’inverno e il conflitto tra attesa e realtà.
Una poesia che cattura la malinconia dell’inverno e il conflitto tra attesa e realtà. Analisi del testo.La poesia Tramonto di Antonia Pozzi, scritta il 10 gennaio 1933 a San Martino, Milano, è un’opera che esprime con intensità il contrasto tra le aspettative primaverili e l’ineluttabile realtà invernale. I fili neri di pioppi e nubi creano un’immagine cupa e statica, resa ancor più drammatica…
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mycristinafeliciano · 7 months ago
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Hoje, Dia Internacional da Criança.
Quando as crianças brincam
Quando as crianças brincam
E eu as oiço brincar,
Qualquer coisa em minha alma
Começa a se alegrar.
E toda aquela infância
Que não tive me vem,
Numa onda de alegria
Que não foi de ninguém.
Se quem fui é enigma,
E quem serei visão,
Quem sou ao menos sinta
Isto no coração.
5-9-1933
Fernando Pessoa (1888-1935), in Poesias.
Meninos no Balanço (1955), Candido Portinari (1903-1962).
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tarditardi · 11 months ago
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24 & 25 gennaio 2024: El Mal Querer (Il Malamore) allo Spazio Teatro No'hma - Milano
In occasione del terzo appuntamento con la XV Edizione del Premio Internazionale, lo Spazio Teatro No'hma di Milano offre al suo pubblico una nuova occasione per scoprire il lavoro di Federico Garcia Lorca, poeta, scrittore e drammaturgo, una delle voci più importanti della letteratura del Novecento.  
Mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio la compagnia venezuelana Afrodiartes porta in scena un adattamento di "Bodas de sangre", ovvero "Nozze di sangue", il celebre dramma in tre atti, scritto da Lorca nel 1933 e ispirato a un fatto di cronaca avvenuto nella sua Andalusia nel 1928.  
La compagnia venezualena Afrodiartes si addentra nella trama originale rimanendone fedele ma offrendo una propria visione e cambiando il titolo in "Il Mal Querer", preso dall'omonimo album uscito nel 2018 della cantante spagnola Rosalia.
Su questa colonna sonora fatta di coinvolgenti intermezzi cantati e ballati, prendono vita i personaggi di Lorca tra conflitti familiari, affanni e inganni. 
Sul palcoscenico di via Orcagna un cast di dodici attori diretti dal regista Andrès Moros. 
La drammaturgia firmata da Jeizer Ruiz riprende un classico del teatro con l'intento di farlo conoscere alle nuove generazioni attraverso punti di vista legati al nostro presente e un impianto musicale in cui le tradizioni del flamenco incontrano il pop e il trap. 
Il tema dell'amore impossibile, del tradimento, della vendetta e della fuga,  e ancora la passione dirompente fino al sangue del titolo originale: gli elementi che caratterizzano l'universo tragico di  Garcia Lorca restano gli stessi in "El Mal Querer" ma Jeirez Ruiz li racconta con un nuovo sguardo, trasformando la vicenda in una tragedia moderna e conferendo ad essa un colpo di scena finale. 
"In Bodas de sangre – spiega la compagnia - la sposa fugge prima delle nozze con un altro uomo. Ma se invece non fosse questo il finale della storia?". 
"Ci ha colpito l'originalità di questo lavoro e la sua energia drammaturgica e musicale – spiega Livia Pomodoro, Presidente dello Spazio Teatro No'hma.  La compagnia Afrodiartes ha voluto fondere la poesia, la musica e le parole di Lorca filtrandole attraverso la lente dei  nostri tempi e trasformando un classico del teatro in una nuova occasione di confronto, scoperta e rilettura per tutti.". 
Le date di mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
XV Edizione Premio Internazionale Il Teatro Nudo di Teresa Pomodoro
El Mal Querer – Il Malamore
compagnia – Afrodiartes
nazione: Venezuela
CAST:
Josette Vidal Restifo
Claudia Rojas
Veronica Arellano
Andres Moros
Eric Palacios
Rafael Monsalve
Jessica Arminio
Carmen Terife
Margareth Aliendres
Veronica Leon
Camila Borjas
Gabriel Colucci
Yohn Teran
UNA PRODUZIONE DI
Humberto Viteri
REGIA DI
Andres Moros
ART DIRECTOR
Gabriela Montilla
ASSISTENTE ALLA REGIA:
Virginia Rivero
ASSISTENTE ALLA PRODUZIONE
Daniel Contreras
COSTUMI
Marisol Martinez
COREOGRAFIE
Luis Vicente González
ARRANGIAMENTO MUSICALE
 Mario Becerra
VOCAL COACH
Katherine Arocha
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djs-party-edm-italia · 11 months ago
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24 & 25 gennaio 2024: El Mal Querer (Il Malamore) allo Spazio Teatro No'hma - Milano
In occasione del terzo appuntamento con la XV Edizione del Premio Internazionale, lo Spazio Teatro No'hma di Milano offre al suo pubblico una nuova occasione per scoprire il lavoro di Federico Garcia Lorca, poeta, scrittore e drammaturgo, una delle voci più importanti della letteratura del Novecento.  
Mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio la compagnia venezuelana Afrodiartes porta in scena un adattamento di "Bodas de sangre", ovvero "Nozze di sangue", il celebre dramma in tre atti, scritto da Lorca nel 1933 e ispirato a un fatto di cronaca avvenuto nella sua Andalusia nel 1928.  
La compagnia venezualena Afrodiartes si addentra nella trama originale rimanendone fedele ma offrendo una propria visione e cambiando il titolo in "Il Mal Querer", preso dall'omonimo album uscito nel 2018 della cantante spagnola Rosalia.
Su questa colonna sonora fatta di coinvolgenti intermezzi cantati e ballati, prendono vita i personaggi di Lorca tra conflitti familiari, affanni e inganni. 
Sul palcoscenico di via Orcagna un cast di dodici attori diretti dal regista Andrès Moros. 
La drammaturgia firmata da Jeizer Ruiz riprende un classico del teatro con l'intento di farlo conoscere alle nuove generazioni attraverso punti di vista legati al nostro presente e un impianto musicale in cui le tradizioni del flamenco incontrano il pop e il trap. 
Il tema dell'amore impossibile, del tradimento, della vendetta e della fuga,  e ancora la passione dirompente fino al sangue del titolo originale: gli elementi che caratterizzano l'universo tragico di  Garcia Lorca restano gli stessi in "El Mal Querer" ma Jeirez Ruiz li racconta con un nuovo sguardo, trasformando la vicenda in una tragedia moderna e conferendo ad essa un colpo di scena finale. 
"In Bodas de sangre – spiega la compagnia - la sposa fugge prima delle nozze con un altro uomo. Ma se invece non fosse questo il finale della storia?". 
"Ci ha colpito l'originalità di questo lavoro e la sua energia drammaturgica e musicale – spiega Livia Pomodoro, Presidente dello Spazio Teatro No'hma.  La compagnia Afrodiartes ha voluto fondere la poesia, la musica e le parole di Lorca filtrandole attraverso la lente dei  nostri tempi e trasformando un classico del teatro in una nuova occasione di confronto, scoperta e rilettura per tutti.". 
Le date di mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
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El Mal Querer – Il Malamore
compagnia – Afrodiartes
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CAST:
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Claudia Rojas
Veronica Arellano
Andres Moros
Eric Palacios
Rafael Monsalve
Jessica Arminio
Carmen Terife
Margareth Aliendres
Veronica Leon
Camila Borjas
Gabriel Colucci
Yohn Teran
UNA PRODUZIONE DI
Humberto Viteri
REGIA DI
Andres Moros
ART DIRECTOR
Gabriela Montilla
ASSISTENTE ALLA REGIA:
Virginia Rivero
ASSISTENTE ALLA PRODUZIONE
Daniel Contreras
COSTUMI
Marisol Martinez
COREOGRAFIE
Luis Vicente González
ARRANGIAMENTO MUSICALE
 Mario Becerra
VOCAL COACH
Katherine Arocha
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sounds-right · 11 months ago
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24 & 25 gennaio 2024: El Mal Querer (Il Malamore) allo Spazio Teatro No'hma - Milano
In occasione del terzo appuntamento con la XV Edizione del Premio Internazionale, lo Spazio Teatro No'hma di Milano offre al suo pubblico una nuova occasione per scoprire il lavoro di Federico Garcia Lorca, poeta, scrittore e drammaturgo, una delle voci più importanti della letteratura del Novecento.  
Mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio la compagnia venezuelana Afrodiartes porta in scena un adattamento di "Bodas de sangre", ovvero "Nozze di sangue", il celebre dramma in tre atti, scritto da Lorca nel 1933 e ispirato a un fatto di cronaca avvenuto nella sua Andalusia nel 1928.  
La compagnia venezualena Afrodiartes si addentra nella trama originale rimanendone fedele ma offrendo una propria visione e cambiando il titolo in "Il Mal Querer", preso dall'omonimo album uscito nel 2018 della cantante spagnola Rosalia.
Su questa colonna sonora fatta di coinvolgenti intermezzi cantati e ballati, prendono vita i personaggi di Lorca tra conflitti familiari, affanni e inganni. 
Sul palcoscenico di via Orcagna un cast di dodici attori diretti dal regista Andrès Moros. 
La drammaturgia firmata da Jeizer Ruiz riprende un classico del teatro con l'intento di farlo conoscere alle nuove generazioni attraverso punti di vista legati al nostro presente e un impianto musicale in cui le tradizioni del flamenco incontrano il pop e il trap. 
Il tema dell'amore impossibile, del tradimento, della vendetta e della fuga,  e ancora la passione dirompente fino al sangue del titolo originale: gli elementi che caratterizzano l'universo tragico di  Garcia Lorca restano gli stessi in "El Mal Querer" ma Jeirez Ruiz li racconta con un nuovo sguardo, trasformando la vicenda in una tragedia moderna e conferendo ad essa un colpo di scena finale. 
"In Bodas de sangre – spiega la compagnia - la sposa fugge prima delle nozze con un altro uomo. Ma se invece non fosse questo il finale della storia?". 
"Ci ha colpito l'originalità di questo lavoro e la sua energia drammaturgica e musicale – spiega Livia Pomodoro, Presidente dello Spazio Teatro No'hma.  La compagnia Afrodiartes ha voluto fondere la poesia, la musica e le parole di Lorca filtrandole attraverso la lente dei  nostri tempi e trasformando un classico del teatro in una nuova occasione di confronto, scoperta e rilettura per tutti.". 
Le date di mercoledì 24 e giovedì 25 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
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Stagione 2023/2024 – In Viaggio
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iotnoitutti · 1 year ago
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personal-reporter · 1 year ago
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Romano Battaglia: vivere con serenità
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Una delle firme più note del giornalismo italiano, che fu anche un eccellente scrittore… Romano Battaglia nacque  a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, il 31 luglio 1933 e a 18 anni cominciò a scrivere per un giornale locale poi, a 23 anni, vinse a Milano un concorso Rai e lavorò in un primo tempo per la radio e per la televisione. Come inviato speciale Battaglia realizzò con Antonio Cifariello un documentario sul lavoro italiano nel mondo, Dalle Ande all’Himalaya e collaborò a programmi culturali e condotto numerose rubriche e rotocalchi televisivi di successo, come Tv 7, Cronache Italiane, TG l’una, A nord a sud e Bell’Italia. Romano fu anche un prolifico scrittore e vincitore di molti premi letterari per le sue opere di poesia e di prosa, come nel caso di Lettere dal domani, vincitore del Premio Bancarellino, da cui sono stati tratti un’opera lirica, un’opera teatrale e un disco. Il romanzo Il paese dei burattini fu finalista alla XVIII edizione del Premio Bancarellino e Il giardino dei pensieri bambini del premio selezione Bancarellino 1979, mentre con Pesce lucente vinse il Premio Internazionale Andersen per la più bella fiaba per ragazzi. Dalla serie di libri iniziata da Battaglia nel 1973 composta da Lettere al direttore, Nuove lettere al direttore, Le più belle lettere al direttore e Ultime lettere al direttore, sono stati tratti spettacoli radiofonici e teatrali. Il romanzo Non mi sono ucciso vinse il Premio Selezione Bancarella nel 1980, con “Storia di settembre vinse il Premio Internazionale Cypraea nel 1991, Cielo chiaro” si  aggiudicò il premio WWF Poseidone nel 1993 e il Premio Selezione Bancarella nel 1994, mentre “La capanna incantata  vinse il premio Un libro per l'estate nel 1996. Oltre ai prestigiosi premi letterari, il giornalista ricevette il 2 giugno 1983, su proposta del Consiglio dei Ministri, l’onorificenza di Commendatore, Cavaliere e Grande Ufficiale della Repubblica per meriti letterari. Dopo essere andato in pensione dalla Rai, Battaglia scrisse per i quotidiani Il Giorno e La Nazione, e collaborato con molte emittenti televisive private, fra cui: Tele Elefante e Rete Versilia, continuando a scrivere libri. Nella vita di Romano ci fu lo spazio per un’altra grande passione, la pittura, infatti per tutta la vita dipinse bovi bianchi. La Versilia, così amata da Battaglia, lo vide legate indissolubilmente il suo nome alla famosa manifestazione della Versiliana che si svolge a Marina di Pietrasanta al Caffè La Versiliana, nella pineta cantata da Gabriele d’Annunzio. Dal 1984 e nei mesi di luglio e agosto, tutti i pomeriggi, Romano ospitò negli Incontri al Caffè della Versiliana le personalità più illustri e i più bei nomi della cultura, della politica e dello spettacolo, dando lustro e notorietà alla riviera toscana. Romano Battaglia morì nella sua città natale il 21 luglio 2012, poco prima del suo compleanno. Read the full article
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inviaggiocondante · 2 years ago
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Poesia e Pane
Osip Mandel'stam studiò l'italiano da solo.
Anzi non proprio da solo... con Dante.
Quando nel 1933 il poeta dovette partire alla volta della Crimea.. povero, ospitato... portava con se poche cose, vecchi vestiti... e... la Divina Commedia.. e un chilo di pane.
Poesia e pane.
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literaturavive · 2 years ago
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Salvador Espriu (1913-1985) va néixer a Santa Coloma de Farner. Va escriu el seu primer llibre amb només 15 anys, Israel. Poc després aconsegueix el titular de batxillerat amb matrícula d'honor. El 1933 va anar a fer un viatge a través del mediterrani, per llocs que influiran les seves obres. Mes tard començarà a escriure en prosa, que es caracteritza per la sàtira esperpèntica i el lirisme. 
 Al acabar la guerra, va fer, el que després es coneixera com a exili interior però va seguir escrivint. En Salvador  tocar la escritura Narrativa, teatre, però se'l recorda per la poesia, en el qual va guanyar molts premis com Premi d'Honor de les Lletres Catalanes el 1972. 
les seves obres més rellevants son antígona, cementiri de sinera i laia.  una de les seves millors cites va ser “Las palabras son horcas en las que cuelgo, a trozos, la razón”
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ricardoazsi · 2 years ago
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Henry Beston escreveu:
“Aprendamos a honrar a noite e a rejeitar o medo vulgar dela, pois, ao banirmos a noite da experiência humana, também desaparecem a emoção religiosa, o caráter poético que dá profundidade à aventura do homem. De dia o espaço é uno com a terra e com o homem e seu sol que brilha, suas nuvens que vagam, à noite, o espaço não se pertence mais. Quando a grande terra, abandonando o dia, rola sobre as profundezas de céus e universo, uma nova porta se abre para o espírito humano, e há aqueles tão estúpidos que nem mirando acima lhes toca o mistério do ser. Em um momento da noite podemos nos vislumbrar e ao nosso mundo ilhados no fluir das estrelas – peregrinos da mortalidade, viajando entre os horizontes por mares eternos de espaço e tempo. Embora fugidio o momento, o espírito do homem é, durante esse tempo, enobrecido por genuína dignidade emocional, e a poesia se faz no espírito humano e na experiência.”
(Henry Beston wrote: "Learn to reverence night and to put away the vulgar fear of it, for, with the banishment of night from the experience of man, there vanishes as well a religious emotion, a poetic mood, which gives depth to the adventure of humanity. By day, space is one with the earth and with man - it is his sun that is shining, his clouds that are floating past; at night, space is his no more. When the great earth, abandoning day, rolls up the deeps of the heavens and the universe, a new door opens for the human spirit, and there are few so clownish that some awareness of the mystery of being does not touch them as they gaze. For a moment of night we have a glimpse of ourselves and of our world islanded in its stream of stars - pilgrims of mortality, voyaging between horizons across eternal seas of space and time. Fugitive though the instant be, the spirit of man is, during it, ennobled by a genuine moment of emotional dignity, and poetry makes its own both the human spirit and experience.” [The Outermost House, 1933.])
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f-i-ngi · 5 years ago
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“Non esiste una via agevole che conduca dalla terra alle stelle...”
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ilustracaoportuguesa · 6 years ago
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Publicidade antiga | vintage advertisement | Portugal 1920s
flickr
<strong>Publicidade antiga | vintage advertisement | 1927 <a href="https://www.flickr.com/photos/hemerotecadigital/">by Hemeroteca Digital | Old magazines & newspapers | Portugal</a></strong>
The baby book.
in: Ilustração N.º 38, 16 de Julho de 1927.
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michelenigrowordpresscom · 2 years ago
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"Trovando un ferro di cavallo" di Osip Ėmil’evič Mandel’štam (1933)
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fotopadova · 2 years ago
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Walker Evans. Parte terza: grandezza e contraddizioni
di Paolo Felletti Spadazzi
 --- Un nuovo modo di vedere
-- Quando ci narra la storia della fotografia in America, Susan Sontag (Sontag 2004) inizia con una citazione di Walt Whitman (1819-1892), il padre della poesia americana, secondo il quale "ogni oggetto o condizione o combinazione o processo esprime una sua bellezza". Secondo Sontag "la fotografia americana è passata dall'affermazione all'erosione e da questa alla parodia del programma di Withman. Il più edificante personaggio di questa storia è Walker Ewans", la cui poetica."deriva ancora da Whitman, e precisamente dall'abbattimento delle discriminazioni tra bello e brutto, tra importante e banale". Questo modo di vedere ricorda una citazione del Talmud che Guido Guidi ama ripetere: “Ovunque tu guardi c’è qualcosa da vedere”. Walker Evans ci insegna a vedere in modo diverso le cose di ogni giorno, un po' come fece la pop art negli anni '60, usando oggetti quotidiani come le bottiglie di Coca Cola o le lattine di zuppa al pomodoro.
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A sinistra: Walker Evans, Griglia per  camion,  Connecticut (1973). A destra:. Robert Rauschenberg, Auto  con telone (1979)
 Anche il famoso illustratore Saul Steinberg (1914-1999) avrebbe affermato che Evans ha insegnato a vedere a tutta una generazione (Katz 1971).
John Szarkowski, nella sua introduzione alla retrospettiva su Evans esposta al MoMA nel 1971, scrive: "Le immagini di Evans hanno ampliato il nostro senso della tradizione visiva utilizzabile e hanno influenzato il modo in cui ora vediamo non solo altre fotografie, ma anche cartelloni pubblicitari, discariche, cartoline, stazioni di servizio, architettura vernacolare, strade principali e pareti delle stanze."
Nel 1933 il Museum of Modern Art espone "Walker Evans: Photographs of 19th Century Houses", che è la prima mostra fotografica personale allestita da un importante museo negli Stati Uniti.
Nel 1938, in occasione della celebre personale di Evans, American Photographs, sempre al MoMA, Thomas Mabry, direttore del Museo, osservava che Evans era ritenuto dai suoi ammiratori uno dei più grandi fotografi americani viventi.
Tuttavia, un incremento ancora maggiore della popolarità di Evans derivò dalla mostra retrospettiva del 1971 e dalla relativa pubblicazione, entrambe curate per il MoMa da John Szarkowski.
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1971. Copertina della monografia su  Walker Evans curata da John Szarkowski insieme alla omonima esposizione  allestita al MoMA
 A tale proposito Lewis Baltz afferma che “a metà degli anni settanta il prestigio di Evans era così assoluto da far pensare che in America non fosse possibile intraprendere alcuna ambiziosa attività fotografica senza invocarne il nome [...] Per moltissimi fotografi americani Evans è quello che Cartier-Bresson è per i francesi: un artista con un retaggio inesauribile”
Numerosi altri storici e critici collocano Evans fra i fotografi più influenti e famosi del 20° secolo (Hilton Kramer, Bruce Jackson, David Campany, Philippe De Montebello e Maria Morris Hambourg).
In particolare Hilton Kramer (1928-2016), noto critico e saggista statunitense, nella sua introduzione alla biografia di Walker Evans redatta da James Mellow (Mellow 2001), afferma che "è stato riconosciuto da lungo tempo che Walker Evans è stato in America il più grande fotografo della sua generazione. Ciò che viene riconosciuto meno spesso è che è stato anche una delle figure emblematiche nell'arte e nella cultura del suo periodo storico".
Naturalmente una personalità di spicco come quella di Evans non poteva che dividere le opinioni del suo pubblico, in particolare all'inizio della sua carriera. Ad esempio, il fotografo Ansel Adams scrisse che le fotografie di Evans gli avevano fatto venire un'ernia (Rathbone 1995).
Tra i fotografi italiani che riconoscono l'importanza di Evans per la propria formazione ricordiamo Luigi Ghirri (Ghirri 2021), che scrive "Evans è l’autore che ho amato, amo e stimo più di ogni altro e che sento più vicino. Ho visto le fotografie di Evans nel 1975, e ritengo sia stato fondamentale per il mio lavoro, per quello che avevo fatto e stavo facendo e per il suo successivo sviluppo” (Ghirri 2021).
Gabriele Basilico, parlando di Evans, affermò: “penso sia stato il mio vero grande maestro segreto, un riferimento etico e estetico che ha molto influenzato il mio lavoro” (Gasparini 2016).
Michele Smargiassi, che ha curato una recente monografia su Evans (Smargiassi 2021), lo definisce "il più misterioso, sfuggente, contraddittorio (azzardiamo: anche il più grande) dei fotografi americani".
 B/N o colore?
Secondo Oscar Wilde "La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento". E l'attività di Evans, coronata da indubbio successo, non è stata certo esente da aspetti contraddittori che accenneremo di seguito.
Consideriamo dapprima il rapporto di Evans con la fotografia a colori.
Evans sosteneva che la pellicola a colori può essere usata validamente quando la caratteristica di un soggetto è la sua volgarità e quando il colore proviene dalla mano dell’uomo.
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1958.  Architectural Forum, Color Accidents
 Anche se le fotografie più conosciute di Evans sono in bianco e nero, occorre ricordare che realizzò, tra il 1945 e i 1965, ben nove memorabili portfolio con fotografie a colori per la rivista Fortune e la serie "Color Accidents", tutta imperniata sul colore, per la rivista Architectural Forum.
Però, in un'intervista del 1971, quando Paul Cummings gli chiese se era mai stato interessato dalla fotografia a colori, Evans rispose che aveva fatto fotografie a colori in alcune occasioni, ma non lo approvava molto. E soggiunse "Perché credo che il colore non sia ancora veritiero. Inoltre credo che non ce ne sia bisogno. E che non sia nemmeno durevole".
In un'altra occasione disse che uno degli aspetti positivi del colore è la sua deperibilità.
Quando, a partire dal 1973, cominciò ad utilizzare compulsivamente una Polaroid SX-70, ebbe a dire: "Un anno fa avrei detto che la fotografia a colori era volgare. Il paradosso è una mia abitudine. Ora mi dedicherò con grande cura al mio lavoro a colori" (Mora 2004).
 Niente politica
Altri aspetti contraddittori possono essere osservati nel rapporto di Evans con la politica e, in particolare, con l'establishment americano dell'epoca, di cui si è fatto cenno anche nella seconda parte.
Evans espresse più volte le sue riserve nei confronti della fotografia che pretende di cambiare il mondo.
Tuttavia, nel 1933, all'inizio della sua carriera, Evans accetta un lavoro con rilevanti aspetti politici. L'editore J. B. Lippincott chiede a Evans di realizzare le fotografie per un libro del giornalista radicale Carleton Beals (The Crime of Cuba) che costituisce una violenta accusa agli interessi del capitalismo nordamericano, che proteggevano la brutale dittatura del presidente cubano Gerardo Machado. Alcune delle 31 fotografie che vengono scelte da Evans per la pubblicazione, tra le centinaia di scatti eseguiti, sembrano riflettere l'impegno politico del libro.
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1933 L'ultima fotografia di The  Crime of Cuba. Compaiono le scritte Abbasso la guerra Imperialista e Appoggiamo  lo sciopero dei lavoratori di sigari
 Due anni dopo Evans viene reclutato dalla Resettlement Administration, divenuta in seguito Farm Security Administration (FSA). La principale finalità della sezione Storica della FSA, dove viene arruolato Evans, è di documentare, ai politici e a tutti i cittadini americani, la povertà rurale seguita alla grande depressione del '29, anche per giustificare i conseguenti interventi governativi di sostegno. Una nota redatta a mano da Evans in tale occasione, nella quale elenca le richieste da fare al suo nuovo datore di lavoro, si conclude con la frase "NO POLITICS whatever" (Niente politica, in nessun modo).
Infine, nel 1938, in una nota introduttiva (non pubblicata) al proprio libro fotografico American Photograph, ritiene necessario precisare che le fotografie "sono presentate senza sponsorizzazioni o collegamenti con le direttive, estetiche o politiche, di nessuna tra istituzioni, pubblicazioni o agenzie governative per le quali è stato svolto parte del lavoro".
Si registra quindi un continuo tentativo da parte di Evans di dimostrare di aver effettuato le riprese in modo totalmente indipendente dalle finalità del proprio committente, anche se in certi casi come quello di Cuba, il risultato finale è stato evidentemente utilizzato anche con fini politici.
Nonostante questa asserita disaffezione per la politica, nel 1971, quando fu intervistato da Leslie Katz, Evans affermò: "All'epoca ero davvero antiamericano. (al ritorno da Parigi 1927-1930) L'America era un grande business e volevo scappare. Mi ha nauseato. La mia fotografia è stata una reazione semiconscia contro il retto pensiero e l'ottimismo; era un attacco all'establishment" (Katz 1971).
A quanto pare, quello che Lewis Baltz definisce "il più americano dei fotografi" (Baltz 2014), potrebbe forse essere stato, allo stesso tempo, il più antiamericano di essi.
Bibliografia
Baltz, Lewis (2014). Il più americano dei fotografi, in Scritti, Monza: Johan & Levi (ed. or. 2013)
Beals, Carleton (1933). The Crime of Cuba. Philadelphia: J. B. Lippincott,.
Cummings, Paul (1971), Oral history interview with Walker Evans, Oct. 13-Dec. 23, Archives of American Art, Smithsonian Institution https://www.aaa.si.edu/download_pdf_transcript/ajax?record_id=edanmdm-AAADCD_oh_212650
Evans, Walker (2012). American Photographs, New York: Museum of Modern Art (ed.or. 1938)
Gasparini, Laura (a cura di) (2016). Walker Evans. Italia, Milano: Silvana Editoriale
Ghirri, Luigi (2021). Niente di antico sotto il sole, (scritti e interviste a cura di Francesco Zanot), Macerata: Quodlibet.
Katz, Leslie (1971) in Bertrand, Anne ed. (2017). Walker Evans. Le Secret del la Photographie. Entretien avec Leslie Katz, Parigi, Centre Pompidou parzialmente riportata in: https://americansuburbx.com/2011/10/interview-an-interview-with-walker-evans-pt-1-1971.html
Mellow, James R. (2001). Walker Evans, New York, Basic Books
Mora, Gilles; Hill, John T. (2004), Walker Evans: The Hungry Eye, LondonThames & Hudson (prima ed. 1993)
Rathbone, Belinda (1995). Walker Evans: A Biography, Boston: Houghton Mifflin Harcourt
Smargiassi, Michele (ed.) (2021). Walker Evans, Roma: Roberto Koch Editore
Sontag, Susan (2004). Sulla fotografia, Torino: Einaudi, (ed. or. 1973)
Szarkowski, John (1971). Walker Evans, New York: MoMA 
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empessoa · 3 years ago
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Álvaro de Campos,
Temos todos duas vidas: A verdadeira, que é a que sonhamos na infância, E que continuamos sonhando, adultos num substrato de névoa; A falsa, que é a que vivemos em convivência com outros, Que é a prática, a útil, Aquela em que acabam por nos meter num caixão.
19-12-1933
╰─► Poesias de Álvaro de Campos. Fernando Pessoa. Lisboa: Ática, 1944 (imp. 1993).
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personal-reporter · 2 years ago
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La quiete accesa a Torino
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L’Ossimoro Art Gallery di Torino, centro espositivo permanente dell’ omonima associazione culturale, fino al 31 marzo 2023 presenta la mostra collettiva di arte contemporanea dal titolo La quiete accesa. “Il vero amore è una quiete accesa" dice la poesia Silenzio in Liguria, scritta nel 1922 e contenuta nella raccolta Sentimento del Tempo,  pubblicata da Giuseppe Ungaretti nel 1933, che racconta  in sette parole il senso di una delle forze più forti della Terra: L’amore. Pensare all’amore come una quiete accesa mostra la bellezza del sentimento amoroso, che è come una luce per colui che ha la fortuna di provarlo, per osservare le forme del mondo per coglierle senza lasciarci spaventare. In questi termini l’amore è qualcosa di concreto e tangibile, così come l’arte visiva lo esprime attraverso l’immagine. Nella mostra di Torino ci sono artisti come  Corrado Alderucci, Francesca Arces, Mauro Azzarita e Rita Carlini, Biagio Battaglia, Paola Bona, Alfonso Caputo, Diana Casmiro, Francesco Galluzzo, Michele Imperiale, Franco Inz, Simone Lucà, Ermanno Mantelli e AnnaRita Corvino, Daria Piccotti, Corinna Pizio, MariaGrazia Ruggiu e Six. Se l’Ossimoro è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro, dando al contesto un senso di sorpresa, di inconsuetudine, di paradosso, questa associazione unisce arte e artisti contrasto tra di loro, ardui da inserire in una stessa realtà, per comprendere meglio alcuni concetti particolarmente profondi dell’arte contemporanea in ogni ambito. Ossimoro Art Gallery è nel pieno centro artistico e culturale di Torino, nel quartiere dei musei, delle gallerie e di numerose fondazioni artistiche, ed stata fondata nel 2018, grazie al lavoro del direttore artistico e curatrice Cinzia Sauli. In poco più di quattro anni di attività, sono state organizzate presso la sede di Torino oltre 60 mostre d’arte tra personali e collettive ed ogni artista in Ossimoro ha un suo  modo di esprimersi, di distinguersi, contrapposto agli altri, per visione, metodo e tecnica utilizzata. Ma l’obbiettivo della Ossimoro Art Gallery resta quello di moltiplicare le occasioni di incontro fra artisti, enti e istituzioni, oltre alla possibilità di avvicinare appassionati o semplici curiosi al mondo dell’arte. Read the full article
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