#pesce figo
Explore tagged Tumblr posts
farmdelosreyestedeschi · 4 years ago
Video
youtube
(via Sign up | Tumblr)  Fish bar  Sangingka beach club punta bulocawe Carles iloilo Philippines
0 notes
11amici · 3 years ago
Text
Mi sento un pesce for d’acqua.
Spesso mi chiedo se sia veramente l’unico a stare attento alla vita che lo circonda, a notare i dettagli, empatizzare con i sguardi dei passanti, insomma, cercare un riscontro nelle persone che mi circondano. Un briciolo di umanità, una scaglia di emozione… eppure siamo fatti di quelle!!!
Vedo sempre più spesso facce perse, eclissate sui telefoni, prese completamente da qualcos’altro.
Nessuno vive il momento presente, il “qui e ora”.
Sono tutti collegati con gli altri ma nessuno lo è veramente.
Per non parlare dei sorrisi per strada…
Se non vi siete accorti che non sorride più Nessuno gratuitamente probabilmente ne fate parte.
Non mi piace per niente il verso che sta prendendo questo mondo fatto di Social in cui tutti vogliono condividere con gli altri ma nessuno è disposto a farsi conoscere veramente.
Sembrano tutti messi su un cazzo di palcoscenico e in dovere di dare spettacolo. Poi, quando arriva il momento di socializzare con gli spettatori, inizia la diffidenza, la freddezza, il distacco emotivo e l’orgoglio nell’essere desiderati senza ricambiare mai perché fa figo visualizzare, dare pali e non rispondere.
Ma sul serio vi piace la persona che state “costruendo”?
Penso che gran parte di loro non si conosca sul serio e provi ad identificarsi attraverso “standard” dettati da altri…
Come se un giorno il Sig. Mela dicesse: voglio provare ad essere il Sig. Banana e finché non ci riuscirò mi vestirò di giallo per sembrarlo.
Capite la gravità e lo spreco di vita che si respira strada facendo?
Nonostante tutto non credo di cambiare per fregarmene degli altri, anche se non mi piacete penso sempre che la gente è il più grande spettacolo del mondo, e non si paga neanche il biglietto.
-Mirco Ventricini
5 notes · View notes
dilebe06 · 3 years ago
Text
Sungkyunkwan Scandal
“ La conoscenza è potere.”
Tumblr media
Questo drama faceva parte delle serie tv che mi ero promessa di vedere prima della fine di quest’anno. Più del cast, della trama o di qualsiasi altra motivazione, il motivo della mia visione è da ricercare nella promessa fatta a me stessa.
Questo non implica che sia stata una brutta visione o che mi penta di averlo visionato...ma spiega perché io lo abbia finito, nonostante la serie abbia pure rischiato ad una certa il drop. 
Sungblabla Scandal - nome inventato per facilitarne l’uso - mi è parso un drama a metà tra Hwarang ma fatta meglio  e Coffee Prince meglio quest’ultimo: Ci sono degli studenti che rappresentano il futuro del Paese, divisi per motivi politici ed obbiettivi. C’è il desiderio di creare un Joseon più giusto ed equo e c’è una ragazza che si finge un ragazzo per entrare in questa scuola. 
Gli ingredienti ci sono tutti. Ed in effetti la serie parte bene: leggera, divertente, interessante. Mischia bene la politica - degli adulti e dei ragazzi - con dinamiche tipicamente commediali e giovanili. 
Ci vengono presentati il due lead: Park Min Young che qui interpreta Kim Yoon Hee non è la mia attrice preferita e mi è rimasta piuttosto neutrale per tutta la serie, mentre il suo personaggio, inizialmente, è quantomeno interessante: attraverso di lei ed il suo desiderio di conoscenza, viene presentato il tema delle donne, viste come inferiori ad a cui è vietato lo studio. Yoon Hee riesce ad entrare in questa prestigiosa università, cogliendo al volo un’opportunità più unica che rara. Opportunità che però, nel caso venisse scoperto il sesso della ragazza, diventerebbe una condanna di morte. Di certo è apprezzabile il coraggio e la volontà di questo personaggio.
Di contro Park Yoo Chun, con il suo Lee Sun Joon, paga a parer mio, il prezzo di dover interpretare “un palo della luce”. La sua espressività e capacità di coinvolgermi nella sua recitazione è stata pari a quella di un pesce nel banco frigo. Non trovo che sia colpa sua, perché Sun Joon è un personaggio rigido, fisso, quasi marmoreo. Quando parla, ha quasi sempre la stessa cadenza, che stia citando Confucio o spezzando il cuore della sua fidanzata/fangirl. 
Attorno ai due lead, girano poi i miei veri protagonisti di questa storia: Goo Yong Ha (Song Joong Ki) e Moon Jae Shin (Yoo Ah In), rispettivamente Big Boss da Descendants Of The Sun e Han Se Joo di Chicago Typewriter. due graditissimi ritorni 
Tumblr media
Yong Ha è praticamente lo studente più sveglio della scuola, ed ho adorato la sua lealtà a Jae Shin. Ma sopratutto, ho amato la sua intelligenza: se non ci fosse stato lui dentro questa serie, la trama forse, non sarebbe mai andata avanti. Ed anche Joong Ki riesce a dare carattere al suo personaggio, strutturandolo sì come un ragazzo all’apparenza superficiale ma affidabile e dannatamente sveglio. E poi mi ha fatto più volte sbudellare dalle risate.
Jae Shin invece, a prima vista pare un barbone mentecatto. Figo per l’amor di Dio, ma non gli daresti due euro. E invece è il figlio del Ministro della Giustizia.  Il nostro barbone di fiducia è in realtà lo tsundere del gruppo - motivo del mio immenso amore per lui - con una storyline decisamente interessante e che Ah In s’impegna fortemente a portare in scena. Tra occhietti acquosi, voce bassa e tremante e quell’ atteggiamento malinconico, non esito nel premiarlo come l’attore migliore di questa serie. 
Ovviamente, questi due hanno tirato fuori da me il mio lato BL: trovate qualcuno che vi guardi come Yong Ha guarda Jae Shin. ❤️
Tumblr media
Comunque la serie procede bene fino a metà, tra lezioni di Mencio, sotterfugi per nascondere la vera identità della lead, il presidente degli studenti che non ha nulla di meglio da fare che tentare di buttare fuori dalla scuola la protagonista...insomma il solito.
Apro parentesi però sulla gara di tiro con l’arco, lamentandomi per l’ingiustizia della vittoria della lead: ovviamente in una gara dove gli avversari tirano l’arco da quando sono in fasce praticamente, non solo Yoon Hee riesce a fare bene...ma vince pure. La magia della sceneggiatura madò.😂
Ma poi arriviamo a metà drama e arriva la noia. Perché Sun Joon si fidanza con una e ovviamente la lead, versione uomo, va subito in angst. Non contenti, anche il lead affronta momenti difficili, poiché fidanzato con una che non ama mentre il suo cuore, batte per la lead. Che siccome lui crede sia un ragazzo, lo porta a pensare di essere gay. E se già questi due non avessero buttato abbastanza episodi a tormentarsi...ci si aggiunge anche Jae Shin che innamorato della lead, e sapendola una ragazza, soffre nel vederla soffrire per il lead. che al mercato mio padre comprò
Ora, io non sono contro i “piccoli problemi di cuore”. Ma questo dramma a quattro - dove si aggiunge anche la fidanzata di Sun Joon che lo ama non ricambiata - diventa pesante... quando passi quasi 6/7 episodi solo di questo. Che poi, se volessi essere cattiva, potrei aggiungere anche la cortigiana Cho Sun, innamorata della lead senza sapere che è una donna e il Presidente degli studenti innamorato a sua volta di Cho Sun. 
Cioè...più di 6 episodi di angst e batticuore non me lo merito.
Se almeno tutta questa angoscia fosse stata spezzata con questioni politiche, intrighi, complotti...o altrimenti con cose più leggere e divertenti. Giusto per ammorbidire il tutto. 
Tumblr media
E poi arriviamo al finale. 
Avevo letto che per alcuni esso era risultato frettoloso e non curato. E devo dare ragione a chi mette in luce ciò: per tutta la serie ci viene detto che se la lead fosse stata scoperta, sarebbe stata uccisa. Ovvio quindi che la tensione ed il climax fossero tutto su questo frangente. Una parte di me ovviamente sapeva già che la lead sarebbe stata sgamata e che mai e poi mai sarebbe stata uccisa. Avrebbero trovato un modo, una scappatoia per tenerla in vita. D’altronde SungBlaBla è una commedia e per questo la credibilità può non essere contemplata.
Ecco quindi che non solo Yoon Hee viene perdonata dal Re per aver mentito sul suo sesso, ma le viene dato anche un ruolo come docente all’interno della scuola. 
E se da una parta comprendo il perdono del Re in virtù del ruolo della lead nel ritrovamento di ciò che il Re voleva, quello che travalica il concetto di credibilità per rasentare la favoletta, è il nuovo lavoro. 
Siamo passati da una società che non ammette che le donne possano studiare, ad una, dove una donna è insegnante. Ce li vedo i ministri e uomini di Joseon a mandare i propri figli a scuola da una donna, dopo che la serie ci ha rotto le balls per episodi ed episodi su quanto esse debbano stare lontano dai libri. 
Io comprendo l’intento della serie, ma realizzata in questo modo perde tutto l’impatto serio che questa questione aveva, per indirizzarsi verso il lieto fine classico di un film Disney. E questo non posso perdonarglielo.
Tumblr media
Voto: 7,5
3 notes · View notes
celestica-1988 · 5 years ago
Quote
Più passava il tempo, più mi incazzavo. Sbattersene di Margo era un conto, ma adesso Ben se ne stava sbattendo anche di me, o no? Forse la nostra era sempre stata un' amicizia di convenienza: non aveva nessun altro più figo di me con cui giocare ai videogame. E ora non aveva più bisogno di essere gentile con me, di preoccuparsi delle cose a cui tenevo, perché ora aveva Jase Worthington, deteneva il record scolastico di giù-nel-fusto, era andato al ballo con una ragazza supersexy. Si era buttato a pesce sulla prima occasione che aveva avuto di entrare nella confraternita dei bulletti di merda.
Città di carta, John Green
2 notes · View notes
cutsliceddiced · 3 years ago
Photo
Tumblr media
New GIF tagged giphyupload, food, chef, masterchef, italia, pasta, carne, cucina, top chef, marche, figo, dolci, pesce, cucinare, ancona, piatti, ristoranti, regione marche, marchigiano, le marche di elis, chef tv via Giphy https://ift.tt/N6O5tlg via https://cutslicedanddiced.wordpress.com/2018/01/24/how-to-prevent-food-from-going-to-waste
0 notes
Text
Capitolo 50 - Xanadu, Donna Summer e i pantaloni di pelle di Dave Gahan (Seconda parte)
Nel capitolo precedente: Eddie porta Angie a casa sua e durante il viaggio la ragazza non può che ammirare la bellezza del cantante, esaltata dal sole californiano e dal suo abbigliamento più “ridotto”. Angie scopre di non poter cambiare i biglietti ed è quindi costretta, per risparmiare, ad acquistare un biglietto dell’autobus per il ritorno a Seattle. Nel frattempo Eddie la porta a spasso in un piccolo giro turistico, tra le altre cose le svela perché hanno scelto il nome Pearl Jam e le fa visitare Balboa Park e solo dopo le rivela che alcune scene di Quarto potere, un film che lui sa essere caro ad Angie, sono state girate lì. La ragazza è felicissima della sorpresa di Eddie. Alla sera, i ragazzi si ritrovano uno alla volta allo Yates club, la squallida discoteca scelta da Eddie per la scommessa-Village-People, Eddie chiede subito di Angie appena arriva e non crede ai suoi occhi quando la vede ballare su uno dei tavoli dei locale.
***
Sul momento non riesco a dare un senso alle parole di Stone e continuo a cercare il volto di Angie alle spalle della figura che si muove lentamente durante l'intro di I feel love di Donna Summer e che incidentalmente ha una camicia dello stesso colore di quella che ho fatto comprare ad Angie prima di portarla all'albergo e lasciarla lì con Stone, mentre io andavo a fare un minimo di spesa per offrirle una colazione decente la mattina dopo. Solo quando un movimento sinuoso della ragazza la fa voltare verso di me collego il tutto e capisco che si tratta proprio di lei. Sorride a un'altra ragazza di fronte a lei mentre esegue dei movimenti meccanici della testa, delle spalle e delle braccia in stile robot alternati a quelli morbidi e flessuosi dei fianchi che, diventano più veloci e quasi serpeggianti col crescendo della musica. Sono praticamente ipnotizzato e sembra la scena idiota di un film adolescenziale di serie C, ma mi avvicino alla pista senza praticamente accorgermene mentre il suo corpo si muove in maniera così sensuale, a tempo con questa musica elettronica che mi fa cagare, ma che in questo momento contribuisce a una specie di allucinazione mistica. La cosa bella è che Angie non sta assolutamente cercando di essere sexy, al contrario della tipa ammiccante di fronte a lei in tuta leopardata, e probabilmente della maggior parte della gente che è qui stasera, uomini o donne che siano. Lei lo è e basta, mentre piega languidamente le ginocchia e ancheggiando scende lentamente fino quasi a toccare terra, per poi tornare dritta in piedi, così concentrata sulla musica come a voler essere un tutt'uno con essa, che non si guarda nemmeno attorno e quando non fa cenni d'intesa alla compagna di tavolo ha gli occhi quasi perennemente chiusi o persi in alto, tra le luci colorate del locale, e un sorriso estasiato sul volto. Non si accorge nemmeno quando un tizio sale sul tavolo con l'aiuto dell'altra ragazza e inizia ad agitarsi scompostamente alle sue spalle. Non si accorge nemmeno di me, impalato in mezzo alla pista a fissarla come un coglione. Vorrei avvicinarmi e salutarla, ma allo stesso tempo non ho la minima intenzione di interrompere il magnifico spettacolo che mi sta offrendo senza saperlo, perciò mi limito ad aspettare che si volti casualmente da questa parte e noti la mia statica presenza.
“EDDIE!” sento urlare il mio nome proprio mentre il volume della canzone viene abbassato di colpo e qualcos'altro accenna a partire in contemporanea, per poi essere tolto subito dopo. Mi ricordavo che i dj qui facessero cagare, ma non così tanto.
“Ehi, cia-” faccio in tempo a vederla saltare giù dal tavolo e se non mi è volata addosso è stata quesione di pochi centimetri. Purtroppo. Compensa però questa mancanza buttandomi le braccia al collo subito dopo. Sto cominciando a prenderci gusto con questi abbracci...
“Sei un incrocio tra David Cassidy e Tony Montana, stai bene!” mi chino leggermente per permetterle di urlarmi nelle orecchie e sovrastare il volume della musica.
“Non era esattamente l'effetto che cercavo, pensavo più a David Bowie nel video di Life on mars...” ma che cazzo me ne frega, potrebbe pure dire che sembro il pupazzo dello sposo sulle torte nuziali e io dovrei rimanere solo zitto, perché puntualizzare?
“Ma guarda che Al Pacino è un figo, eh?” spiega mentre continua a ondeggiare con la disco music e il fatto che non smetta di muoversi mentre mi parla mi provoca un certo turbamento.
“Allora mi stai dicendo che sono figo anch'io?” che cazzo faccio, mi metto a flirtare?
“Non serve che te lo dica nessuno” Angie scuote la testa senza ovviamente rispondermi, maledetta!
“Mi piace come... insomma... quello che ti sei fatta... sulla faccia” indico il mio volto e il suo, ripiegando sui gesti perché a quanto sembra non so più parlare.
“Vuoi dire il trucco”
“Sì! Esatto! Ti sei truccata bene” ma che cazzo sto dicendo?
“Grazie, potresti ripeterlo davanti a Meg la prossima volta che la vedi? Mi dà sempre dell'incapace. Adoro questa canzone!” inizia a saltare rendendo più difficile la conversazione che già da parte mia non è esattamente fluida. Faccio sì con la testa e accenno ad agitarmi anch'io, ma in maniera molto più scomposta.
You make me feel mighty real...
“Mi piace il tuo rossetto, è un bel colore” come se fosse quello ad attrarmi e non le sue labbra.
“Ahahah l'ho scelto per il nome. Sai che i nomi dei colori nei cosmetici sono tutti allucinanti? Cercano di fotterti creando delle suggestioni assurde per farteli comprare” spiega sempre urlando ed eseguendo dei movimenti circolari con le spalle mentre fruga nella sua microborsetta.
“E nel tuo caso ha funzionato alla grande”
“Nel mio caso funziona sempre, il 90% delle mie scelte di acquisto si basa sui nomi e sull'estetica delle confezioni.” solleva gli occhiali a cuore sulla testa e continua a cercare nella borsa, finché non ne estrae uno stick argentato “Eccolo! Siren in scarlet...”
“Una sirena eh? Che non sa nuotare però” scherzo mentre vedo il tizio sul tavolo alle spalle di Angie ballare con le mani sui fianchi della tipa e cerco di studiare un modo per arrivare allo stesso punto con Angie, ma in maniera più subdola e senza sembrare un porco.
“Per forza, mentre le altre imparano a nuotare lei perde tempo a truccarsi” risponde mimando il gesto di mettersi il rossetto con lo stick chiuso.
“Però ne vale la pena, il risultato merita” continuo a fare battute agghiaccianti che non mi porteranno da nessuna parte, mentre le mie braccia sono ancora ben lontane da lei e quasi adese al mio corpo imbalsamato.
“Ahah ne vuoi un po' anche tu?” suggerisce con un sorrisetto che se non la conoscessi definirei malizioso e io me la immagino a infilarmi la lingua in bocca impiastricciandomi di rossetto sbavato.
“Certo” deglutisco rumorosamente prima che Angie apra il rossetto e faccia per avvicinarmelo alle labbra.
“Non devi sorridere, devi aprire la bocca. Aspetta ahahah, non così tanto! Un po' meno, ecco, così” Angie smette di ballare per mettermi questo cazzo di rossetto e io con la scusa di avvicinarmi per renderle più facile il lavoro le appoggio una mano su un braccio.
“Sono ancora figo?”
“Molto. Fai così” fa il verso un pesce boccheggiante e io la imito, finché non la vedo annuire soddisfatta e chiudere lo stick per riporlo nella borsa.
Il disco cambia di nuovo e il pezzo che segue viene suonato a un numero chiaramente eccessivo di giri per stare a tempo con quello che l'ha preceduto, per poi rallentare a caso.
“Io però pensavo a un altro sistema” sento le parole uscire dalla mia bocca, ma il mio cervello non ha dato nessun comando in tal senso, cioè io non l'ho dato, deve aver fatto tutto da solo, mentre io ero concentrato a far scivolare subdolamente la mano dal braccio a dietro la sua schiena.
“Che sistema?” Angie riprende a muoversi a tempo di musica mentre io cerco di fare lo stesso senza sembrare un burattino di legno e con l'altra mano le prendo la sua.
Don't know why I'm survivin' every lonely day...
E' a quel punto, quando mi guarda finalmente di nuovo negli occhi e regge lo sguardo per più del solito mezzo secondo alla volta, che mi sembra di entrare davvero in sintonia con questa musica di merda, con le parole sdolcinate e le dichiarazioni struggenti, i sintetizzatori e le sezioni d'archi; mi sembra di capire veramente il senso di quello che sta cantando questa tizia, di poterlo rapportare alla mia situazione, perché Angie sarà anche molto giovane e probabilmente io sono la persona meno adatta per lei, che è anche la migliore amica di quelli che potrebbero farmi perdere il lavoro da un giorno all'altro, nonché la ex di un collega, e amico, ma io... la voglio. E non voglio nessun'altra, non riesco a immaginarmi con nessun'altra e se non posso averla allora preferisco stare da solo e accontentarmi di averla nei miei sogni e nelle mie fantasie. Ma i sogni potrebbero anche avverarsi...
“Un sistema per non sembrare Boris Karloff in Frankenstein quando balli?” domanda ancora mentre sono perso nei miei cazzo di ragionamenti.
Sorrido e distolgo lo sguardo da lei per pochi istanti, giusto il tempo di guardare alla mia destra e constatare che il nostro gruppetto di amici ci sta guardando, ovviamente, e di stabilire che non me ne frega un bel niente. Mi giro di nuovo a guardarla e per un fottuto mezzo secondo sono deciso a chinarmi su di lei e baciarla qui davanti a tutti, in questo posto orrendo, con questa musica imbarazzante che sarò costretto a ricordare per sempre come la colonna sonora del nostro primo bacio, finché non mi sento picchiettare sulla spalla, una, due volte.
“Ehi Ed” mi giro pronto a fulminare con lo sguardo chiunque abbia deciso di mettersi tra me e le labbra di Angie e mi trovo di fronte Mike Starr.
“Sì?”
“Posso?” mi chiede ammiccando.
“Eh?” ovviamente non capisco un cazzo.
“Posso o...?” indica Angie e se stesso per poi rivolgersi a lei con un sorriso smagliante “Mi concedi questo ballo?”
“S-sì, certo...” Angie lo guarda stranita, poi guarda me, poi ancora lui, che mi scansa in un attimo, la prende per la mano, le fa fare una piroetta e immediatamente si ritrova con lei nella stessa posizione che io ci avevo messo un quarto d'ora a guadagnare, una mano nella sue e appoggiata sulla parte più bassa della sua schiena, ma devo ammettere che lui si muove decisamente meglio di me. Sarà per questo che Angie arrossisce, ma sorride e si lascia condurre nelle danze da un partner sorprendentemente più esperto, per fortuna senza accorgersi di me che resto lì impalato come un cazzone a fissarli per chissà quanto, almeno fino a quando Jeff, mosso a pietà, non mi viene a prendere per portarmi al bar.
*****************************************************************************************************************************
“Ma lo vedi?? Ti sembra possibile una cosa del genere?!” esclamo incredulo.
“Per un cazzo...” risponde Sean scuotendo la testa “Chi l'avrebbe mai detto che Mike sa ballare?”
“Che cazzo me ne frega se sa ballare o no!” sbotto finendo la mia birra e sbattendo la bottiglia vuota ben poco delicatamente sul tavolo.
“Calmo, Jerry. Ok che è un posto di merda, ma non mi sembra il caso di distruggerne il mobilio” commenta Layne appoggiando le mani sul tavolino di fronte a noi e controllando che non traballi più di quanto non facesse prima.
“Se non te ne frega di che cazzo stiamo parlando allora?” mi domanda Kinney e non so se davvero non capisce, se lo fa apposta per farmi incazzare di più o per farmi ammettere quello che sto provando per un suo gusto sadico personale.
“Mah, non lo so, forse del fatto che sta facendo il lumacone con la mia ex?”
“Ahahahah ma figurati!” Layne la butta sul ridere “Stanno solo ballando”
“Ballano anche bene! Cioè, io non ne capisco un cazzo, però-” Sean sente di intervenire di nuovo, ma non ha ancora capito che non deve mettersi in mezzo.
“Appunto, se non ne capisci un cazzo allora stai zitto!”
“Ok, ok, non ti scaldare. Non capisco perché te la prendi tanto, fossi in te mi sarei preoccupato più per Vedder che per Mike, stando anche a quello che ci hai raccontato” non so nemmeno perché gliel'ho riferito, più che altro volevo sapere se loro ne erano al corrente e se sì perché non mi avevano detto un cazzo. Layne ha parlato per tutti, dicendo che aveva notato solo che Eddie ed Angie avevano fatto subito amicizia ed erano spesso assieme, ma secondo me un sospetto l'aveva. Sean aveva fatto il finto tonto e Mike era ancora troppo intossicato dall'alcol per poter esprimere un pensiero coerente, limitandosi a definire Eddie un tipo fortunato.
“Eddie non ha cercato di toccarle il culo”
“Non ancora”
“Beh, Eddie non è un amico che conosco da dieci anni, quindi può fare quel cazzo che gli pare, a differenza di Mike” a dire il vero un po' mi ha dato fastidio questa cosa di Eddie, anzi, molto più di un po'. Perché Eddie non sarà di certo uno dei miei migliori amici, ma è comunque un amico, o almeno, lo stava diventando, anche perché in questo tour ho imparato a conoscerlo un po' meglio e mi stava piacendo come tipo. Sono arrivato anche a confidarmi con lui a proposito di Angie e lui era così disponibile e grazie al cazzo mi viene da dire adesso, così poteva tenere sotto controllo la situazione. Che merda di uomo. Ma mai quanto Mike, che con la scusa di far fare un casqué a Angie le infila praticamente il naso tra le tette.
“CHE FIGLIO DI...”
“Jerry, rilassati, stai dando spettacolo” Layne si guarda attorno e mi da un paio di pacche sulla spalla per calmarmi, ma io non sono calmo per un cazzo.
“A Mike non piace Angie, non fare il geloso” anche Sean tenta di rincuorarmi e Layne gli da man forte.
“E a Angie non interessa Mike”
“Si stanno solo divertendo” ribadisce il batterista e io lo so che ha ragione, si divertono, come Mike si diverte a fare battutine e allusioni su Angie e le sue abilità a letto da quando mi è scappato di tessere le sue lodi davanti a suo padre e gliel'ho stupidamente raccontato.
“Beh io no” sbuffo e mi diverto ancora meno quando parte un lento, credo dei Bee Gees, e quello stronzo di Starr solleva una alla volta le braccia di Angie per allacciarsele dietro al collo e le insinua le sue dietro ai fianchi per poi piazzarle le mani direttamente sul culo.
“QUESTO E' TROPPO” mi alzo e mi dirigo spedito verso Tony Manero e Stephanie Mangano, senza preoccuparmi dei miei altri due soci e della gente attorno.
“Ehi Jer, che caz-” lo prendo praticamente per il collo, a tradimento.
“Scusa, te lo rubo un secondo!” Angie mi guarda come se fossi pazzo mentre trascino Mike verso i cessi, che sono forse la parte migliore del locale.
“Che diavolo stai facendo?” mi chiede lo stronzo quando lo sbatto al muro, quasi ridendo, come se non avesse capito.
“Che sto facendo io? Cosa stai facendo tu, brutto idiota!” lo incalzo tenendolo per le collane e sbatacchiandolo ancora un po'.
“Ehi vacci piano con quelle mani...” si lamenta non appena mollo la presa.
“Potrei dirti la stessa cosa: TIENI A POSTO QUELLE CAZZO DI MANI” do un pugno al muro a un centimetro dalla sua faccia e non so se il muro si sia fatto male, io un pochino sì.
“Dai, lascialo stare” la voce di papà Layne arriva forte e chiara alle mie spalle, seguita da quella di Sean.
“Stava solo cazzeggiando, lo sai com'è fatto”
“Cazzeggiava con la ragazza sbagliata” ringhio mentre Mike mi guarda quasi divertito, facendomi venire voglia di riservargli lo stesso trattamento del muro.
“Sei proprio un coglione, invece di ringraziarmi fai tutta questa scena del cazzo”
“Ringraziarti?? Per cosa? Perché ti strusci sulla mia ex?”
“Non mi stavo strusciando... sì beh, forse un po'...”
“LO SENTITE? POI DITE CHE NON LO DEVO PICCHIARE!” carico un gancio che però rimane sospeso a mezz'aria, bloccato da Kinney, e non arriverà mai a destinazione.
“Sì però, Mike, anche tu...” borbotta Layne allargando le braccia.
“Va beh, cazzo c'entra, ballando è normale, mica facevamo il minuetto”
“A proposito, dove cazzo hai imparato a ballare?” gli chiede Sean, ancora impegnato a trattenermi.
“Ho preso lezioni, qualche annetto fa...”
“Lezioni?? Quando? E soprattutto perché?”
“Quando uscivo con la bionda, con gli occhi a mandorla, non ti ricordi? Ha insistito tanto, era proprio fissata con questo latino-americano...”
“Ah sì! Quella che lavorava al Rock Candy! Come cazzo si chiamava... Gail... Greta...”
“Gwen”
“Gwen! Me la ricordo eccome, gran figa. Che fine ha fatto?”
“Non lo so, penso che-”
“NON FREGA UN CAZZO A NESSUNO DI GWEN, POSSIAMO TORNARE AL FATTO CHE VOGLIO SPACCARGLI LA FACCIA?!” mi libero dalla presa di Sean e interrompo la loro simpatica e inutile conversazione.
“Perché? Perché ho spedito via il tuo rivale e ho tenuto la tua bella lontana dalle sue grinfie per un po'? Oh sì, merito proprio di essere pestato per aver cercato di aiutare un amico”
“E in base a che cosa dovrei preferire le tue grinfie a quelle di Eddie?” mentre glielo chiedo lo domando anche a me stesso. E' ovvio che chiunque ci provi con Angie sia destinato a starmi sul cazzo a priori, ma quello che ho detto a quell'infame di Eddie qualche giorno fa è vero: vorrei vederla felice, anche con un altro, e se proprio un altro ci deve essere, tra tutti quanti Eddie non è certo il peggiore, non è certo un puttaniere come Starr. O come me. Insomma, se escludiamo il suo essere stato un cazzo di Giuda nei miei confronti, è un tipo a posto, uno serio, che si fidanza e sta con la stessa ragazza per sette anni. Sette anni? Dovrei aspettare così tanto prima di poterci riprovare con lei? Siamo sicuri che non sia meglio una botta e via con Mike? Per quanto mi faccia schifo il solo pensiero.
“Perché le mie grinfie sono innocue”
“Da quando?” gli chiedo poco convinto.
“Da quando non sono minimamente interessato a lei” Mike si sente ormai al sicuro e si stacca dal muro, facendo per tornare verso la pista.
“Però mi sembravi mostrare un certo interesse per il suo culo”
“Faceva parte del ballo!” protesta alzando gli occhi al cielo.
“Ti hanno insegnato a palpare le chiappe della tua partner a lezione?”
“Tu hai le visioni, non ho palpato un bel niente” risponde allontanandosi, seguito dai miei compari di band.
“Lo sappiamo entrambi che stai facendo il cretino con Angie per stuzzicarmi, per lo meno ammettilo!” Mike si blocca e mi guarda con una faccia da schiaffi più del solito.
“Non è vero, non lo faccio per stuzzicarti... Lo faccio per puro sfizio e basta!” risponde candidamente prima di scappare via, inseguito da Sean e Layne e inizialmente anche da me, che però decido di lasciarlo perdere quasi subito.
Opto per accendermi una sigaretta e andare a pisciare, già che sono qui. Il bagno degli uomini è quasi vuoto, c'è solo un tizio agli orinatoi e, a giudicare dai sospiri e dai mugugni, qualcuno che sta trombando in uno dei cessi chiusi. Scelgo il posto più lontano dal tipo, anche se se ne sta già andando, e faccio quello che devo fare. Sento la porta aprirsi due volte alle mie spalle, dei passi, qualcuno che si avvicina e... cazzo, puntualmente sceglie il pisciatoio vicino al mio. Ma perché cazzo? Sono tutti liberi, proprio qua ti devi mettere? Questa cosa mi fa sempre girare i coglioni in una maniera assurda. Ignoro il compagno indesiderato di pisciata e mi metto a fischiettare Rock with you che risuona in lontananza mentre questo si tira giù la zip. Spero che il tizio non lo interpreti come un invito.
“Ehi Jerry” il tipo mi saluta e no, non è un guardone, è soltanto un pugnalatore di schiene.
“Eddie”
“Com'è? Uhm credo che Stone abbia appena richiesto i Village People al dj, quindi tra un po' tocca a voi”
“Perfetto”
“Sarà un gran bello spettacolo”
“Già” rispondo scrollando e rimettendo il tutto al suo posto nei pantaloni.
“Angie lo adorerà” commenta e il solo fatto che la nomini e pensi a lei mentre ha il suo arnese in mano mi fa incazzare.
“Beh di cosa piace a Angie te ne intendi parecchio mi pare” butto lì e faccio per andarmene perché se restassi finirei per litigarci e con tutta probabilità farci a botte, lo so, e non ne verrebbe fuori niente di buono.
“Cosa?” risponde lui accennando a voltarsi e così facendo probabilmente pisciando un po' in giro a caso.
“Lo sai benissimo cosa”
Mi raggiunge quando sono già fuori, ho schiacciato la sigaretta sotto la punta dello stivale e ne sto accendendo subito un'altra.
“Che succede Jerry?”
“Me lo dovresti dire tu che succede, anzi, avresti dovuto dirmelo qualche sera fa, quando parlavamo di Angie. O meglio, quando io parlavo e tu raccoglievi informazioni” cerco di rimanere calmo, camminando avanti e indietro per il corridoio che collega i cessi alla sala da ballo, con Eddie che mi segue come un cagnolino irritante.
“Di cosa stai parlando?”
“Secondo te? Magari del fatto che state insieme?”
“IO E... ehm, io e Angie non stiamo insieme” alza la voce per un breve istante, per poi zittirsi subito dopo.
“Per ora”
“Per? Guarda che ti stai sbagliando”
“Sì sì, certo. Senti, risparmiati la commedia, lei ti piace e tu piaci a lei. Dimmi solo da quanto va avanti questa storia, sono curioso”
“Pensi davvero che io le piaccia?”
“Non me lo stai chiedendo davvero, giusto? Perché se così fosse saresti un pazzo che non ci tiene a vivere”
“Non eri il tipo civile e moderno che voleva solo la sua felicità anche a discapito della propria?”
“E tu non eri l'amico che nonostante tutti i casini combinati dal sottoscritto mi capiva e volentieri raccoglieva il mio sfogo offrendomi dei consigli sinceri e totalmente disinteressati?”
“Non sapevo cosa fare!”
“Senti, a me non da fastidio se ti fai una storia con Angie. Cioè, sì, mi da fastidio, ma quelli sono cazzi miei e non è questo il punto. Mi da fastidio essere stato preso per il culo, potevi dirmelo che hai una cotta per lei, non ti avrei mica mangiato”
“E' così evidente?”
“Sì”
“Sei tu che mi hai chiesto di lei! Che dovevo dirti? Angie sta bene, ha superato gli esami. Ah, a proposito, sai che mi piace da morire? E' stato imbarazzante anche per me. Tu che avresti fatto al mio posto?”
“Probabilmente non ti avrei detto un cazzo nemmeno io, ma avrei cambiato argomento alla velocità della luce. Invece tu mi hai dato corda, per scoprire le mie intenzioni”
“Non è così. Beh, sì, forse un po'”
“Ha!”
“Ti ho pure detto che non usciva con Dave! Se avessi voluto fare lo stronzo mi sarebbe bastato lasciarti credere che se la facesse con lui, perché darti una falsa speranza?”
“Già, perché? Perché ci hai tenuto tanto a dirmelo?”
“Non lo so, perché era la verità, perché ti stavo parlando in maniera onesta, sincera”
“Omettendo giusto un piccolissimo particolare”
“Sono in tour con te, non volevo fare casini, non sapevo come avresti reagito!”
“Beh adesso lo sai... comunque da quanto?”
“Cosa?”
“Da quant'è che siete... così?”
“Vuoi sapere se mi piace da quando stavate ancora insieme?”
“Sì”
“No” lo dice convinto, quasi quasi ci credo.
“Ok”
“Davvero, non ci pensavo neanche, non mi sarei mai azzardato” dire che non si sarebbe azzardato è una cosa, che non ci pensava nemmeno è un'altra. Ma non ho voglia di fare polemiche.
“Va bene, ti credo. Ma anche se fosse, non avrei il diritto di incazzarmi”
“Non ci provo con una che ha il ragazzo, a prescindere”
“Ti ho detto che va bene così” però un pensierino l'avevi già fatto secondo me.
“Ok, ma voglio che ti fidi”
“Mi fido” non mi fido per un cazzo.
“Allora siamo a posto? Insomma, è tutto ok tra di noi?”
“Certo, io non dico a nessuno che ti piace Angie e tu non dici niente del fatto che ci stavo assieme e del casino che ho combinato”
“Praticamente ci pariamo il culo a vicenda”
“Esatto”
“Ci sto... però forse è meglio evitare l'argomento Angie d'ora in poi”
“Per non creare ulteriori casini”
“Esatto, per quieto vivere”
“Sono totalmente d'accordo!”
“Perfetto, allora niente più Angie”
“Angie chi?” gli faccio, fingendo di non conoscere la ragazza che ci ha fatto perdere la testa, uno dopo l'altro. La mia attenzione viene poi catturata da una ben nota sezione di fiati “Uhm, mi sa che tocca a me!”
La stupida scommessa di Stone e Jeff si rivela un'ottima scusa per allontanarmi da questa imbarazzante conversazione, scappo di corsa verso la pista, senza sapere se Eddie mi sta seguendo o no, e quando arrivo vedo Sean, Dave e i due Mike già ai loro posti sulla pedana che è grande più o meno come quella su cui poggiava la cattedra della mia maestra delle elementari. Li raggiungo con un salto al volo, proprio nel momento in cui inizia la canzone e la nostra coreografia. Sì, perché ne abbiamo studiata una. Si parte con una specie di finta scazzotata da saloon, che parte già male perché Starr si butta a terra ancora prima che il soldato Dave stringa la mano a pugno, mentre Sean prende male le misure e nello sferrare un calcio a McCready lo manca, beccando me sullo stinco. Non ci lasciamo scoraggiare, incitati dagli sguardi incuriositi della gente nel club, e ci riprendiamo subito.
Together we will go our way Together we will leave someday
Nel playback siamo perfetti. I passi a destra e sinistra, i giri sotto braccio, le piroette, i calci rotanti in aria e gli sculettamenti ci vengono abbastanza bene, come anche la lap dance attorno alle aste immaginarie di microfoni altrettanto inesistenti. Dove pecchiamo un po' è nel ritornello.
Go west, life is peaceful there
Il problema è che non riusciamo a metterci d'accordo su dove sia questo benedetto ovest: chi indica a destra, chi punta a sinistra, chi in alto, io che per non sbagliare indico un terzetto di credo quarantenni o giù di lì che mi sembrano piuttosto interessate alle mie movenze da quando ho iniziato ad esibirmi. Le donne a quell'età sono al top, ancora fighe, ma con in più l'esperienza. E nella maggior parte dei casi vogliono solo scoparti senza tante complicazioni, il che non è mai un male. Dopotutto chi dovrei indicare? Angie che ci guarda con una faccia a metà tra il divertito e lo schifato, col braccio di Eddie allacciato al suo collo come un boa di piume? Meglio concentrarsi altrove, ora specialmente su come pestare i piedi a Sean per ricambiare la pedata di prima. Il batterista continua la coreografia su un piede solo, mandando in visibilio il pubblico, ma mai quanto McCready che nel mimare l'autostop ficca un dito nell'occhio a Krusen per sbaglio e lui inizia a rincorrerlo attorno alla pedana minacciandolo con una pistola giocattolo, mandando avanti il teatrino fino alla fine del pezzo.
“Sapevo che dovevo portarmi la videocamera” Stone ci accoglie così, mentre raggiungiamo la nostra combriccola sui divanetti, avanzando tra due ali di folla (beh si fa per dire...) che ci applaude entusiasta.
“Perché non l'hai portata tu, Angie?” le chiede Craig, l'amico di Eddie, che deve essere arrivato mentre ero al cesso, ancora paonazzo in faccia per via delle risate.
“Perché sento che descriverò questa scena dal lettino di uno psicanalista un giorno?” Angie ci guarda uno per uno sconvolta.
Io invece ho la sensazione che, se mai dovessi ritrovarmi da uno strizzacervelli, il nome di lei sarebbe un motivo ricorrente delle nostre sedute.
***********************************************************************************************************************************
Sono sveglia o, per lo meno, la mia mente lo è, in parte. Il mio corpo è ancora addormentato e immobile e gli occhi sono ben serrati e non ne vogliono sapere di aprirsi. Avverto la sensazione di tepore delle lenzuola, quasi troppo, tanto che trovo la forza di rotolare verso l'altro lato del letto per trovarle un po' più fresche. Sempre ad occhi chiusi faccio per sfilare il piede da sotto le coperte per lasciarlo penzolare giù dal letto, cosa che faccio spesso, ma in questo modo finisco per mollare un calcione alla parete, svegliandomi definitivamente. Apro gli occhi e mi accorgo di quel muro che qui, a un palmo dal mio naso, non ci dovrebbe stare. Mi volto di scatto dalla parte opposta, mentre con una mano massaggio la punta del piede dolorante e le strisce luminose proiettate dalla finestra attraverso la veneziana sulla parete opposta della stanza mi fanno fare immediatamente mente locale su chi sono e dove mi trovo. Mi metto a sedere sul letto mentre provo a risalire all'ultimo ricordo nitido della serata di ieri e penso a quando sono salita sulla macchina di Craig assieme a Eddie e a qualcun altro e lì mi devo essere addormentata alla grande. Poi ho come dei flash di Eddie che mi porta in casa a braccetto e mi dà qualcosa da mettere per dormire, visto che non ho un pigiama. Mi guardo addosso e scopro di aver dormito in una maglietta bianca con la scritta Loser a caratteri cubitali sul davanti, che mi sembra ironicamente molto azzeccata, e dei pantaloncini rossi e bianchi dei Bulls col numero 23 stampato su una gamba. Entrambi i capi sono abbastanza comodi e mi chiedo cosa ci faccia un secco come Eddie con degli indumenti di questa taglia. Eddie. Dove sarà? Mi alzo dal letto a fatica, non perché sia stanca, in realtà una volta rientrata in possesso delle mie piene facoltà mentali mi sento abbastanza bene, ma perché per l'appunto sto di un bene in questo letto comodissimo e mi ci tratterrei volentieri un altro po'. Ma sono un'ospite e non posso fare il cazzo che voglio, no? Perciò abbraccio per un'ultima volta il cuscino annusandolo di nuovo, sentendo solo un buon profumo di detersivo misto a una leggerissima traccia del mio shampoo, e scendo dal letto. Una volta constatato che in bagno non c'è nessuno, ci faccio una capatina, faccio pipì e mi lavo la faccia velocemente, almeno per togliermi le cispe dagli occhi e rendermi così vagamente presentabile. La cosa si rivela tuttavia inutile quando arrivo in cucina e non trovo nessuno nemmeno lì. C'è una coperta verde sul divano dove deve aver dormito Eddie, sfrattato dalla sua camera dalla sottoscritta, invece ad aspettarmi sul tavolo della cucina ci sono delle brioches in un vassoio di cartoncino, coperte da un tovagliolo, del succo d'arancia, un bicchiere vuoto e una tazza altrettanto vuota con dentro un pezzo di carta. Prendo il biglietto e lo leggo, non so perché, ad alta voce:
Buongiorno Maestà,
sono in spiaggia a prendere qualche onda, tanto per cambiare...
Il caffè mi è venuto stranamente bene, io ne approfitterei se fossi in te.
Però fai in fretta, ti aspetto.
E.
Mi giro per un'occhiata alla macchina del caffè e noto che la caraffa è piena per più di metà. Me ne verso due tazze, accompagnandole con altrettante brioches, prendendomela un po' comoda, dopottutto so bene che Eddie ci passerà tutta la mattinata su quella spiaggia. Sono più veloce in doccia e nella vestizione, anche perchè la scelta dei capi mettibili è ridotta ai jeans di ieri e l'unica altra maglietta pulita che ho. Sono le dieci quando raggiungo la spiaggia e la trovo ancora piuttosto tranquilla, con poche persone intente a passeggiare o correre qua e là e pochissimi surfisti in acqua, tanto che individuo Eddie immediatamente, con la muta gialla e nera, mentre cavalca un'onda di media altezza. Mi siedo sulla sabbia e mentre incrocio le gambe e continuo a seguire le gesta del surfista con lo sguardo mi chiedo come cazzo facciano a stare in piedi su quelle cose e a muoversi in maniera così fluida e aggraziata. Persino quando cadono rovinosamente nell'acqua sono eleganti e armoniosi. Eddie sembra proprio essere in totale armonia con l'oceano, come se fosse il suo elemento naturale, e in questo momento mi diverto a pensare a lui come a una creatura marina prestata alla terra e non viceversa. Potrei scriverci su qualcosa. Ma forse sarebbe meglio finire prima gli altri quindici progetti di scrittura che hai iniziato e non ancora portato a termine, che dici? Ora Eddie è seduto sulla sua tavola e si guarda attorno, probabilmente in attesa di un'altra onda, che non tarda ad arrivare. E a questo punto vedo tutto l'iter dall'inizio alla fine ed è qualcosa di incredibile: Eddie punta l'onda e si sdraia sulla tavola, remando con le mani per avvicinarsi, prima lentamente e poi sempre più veloce, in un crescendo che quasi affanna anche me; non appena l'ha raggiunta fa uno scatto in due tempi e si alza in piedi sulla tavola, tenendo le ginocchia leggermente piegate e la affronta senza problemi, come se si trovasse su un tappeto mobile tipo quelli in aeroporto e non a pelo d'acqua, come se non facesse altro da tutta la vita e probabilmente se non è così poco ci manca.  La corsa di Eddie termina praticamente a riva e a pochi metri da me, tanto che se non incrociassi il suo sguardo stupito di vedermi penserei l'abbia fatto apposta.
“Ehi, sei già qui?” mi chiede raggiungendomi e piantando la tavola nella sabbia e io quasi mi sento in colpa per averlo spinto a uscire dal suo habitat naturale.
“Già? Sono le dieci passate”
“Appunto, ieri abbiamo fatto tardi, pensavo avresti dormito un po' di più”
“Ma se mi hai scritto di fare in fretta!”
“Ma no, io scherzavo! Guarda che potevi stare quanto volevi, era per-” fa per sedersi accanto a me, ma si blocca in ginocchio.
“Eheh lo so, tranquillo, anch'io dicevo per scherzare. Adoro dormire, ma è difficile che io mi alzi così tardi, sono piuttosto mattiniera. Oggi è già stata un'eccezione”
“Dormito bene?” domanda sorridendo e mettendosi finalmente a sedere sulla sabbia alla mia destra.
“Come un sasso, tutta una tirata, non ho neanche sognato. Praticamente più che un sonno era un coma” spiego mentre lui si strizza i capelli gocciolanti.
“Mi sa che eri un po' stanca”
“Il viaggio e i giri turistici mi hanno provata”
“Perché i balli no?” aggiunge a fossette spiegate.
“Oh sì, anche quelli, con tutta la fatica che ho fatto per evitare che mi pestassi i piedi...” e per evitare di scivolare sulle scie di bava lasciate dalla sottoscritta sulla pista. Ieri con quel vestito azzurro faceva davvero la sua porca figura.
“Dai, non sono così male”
“No, è vero, devo riconoscere che coi lenti te la cavi abbastanza bene” ero io a cavarmela meno bene, specialmente le mie coronarie.
“D'ora in poi balleremo solo quelli allora”
“Ahah va bene, ricordamelo alla prossima scommessa” pur di ballare con Eddie, i piedi sono disposta a farmeli schiacciare anche sotto le ruote della macchina.
“Nah, non ci serve una scommessa”
“Giusto, direi che per il momento basta così, con le scommesse di Jeff e Stone abbiamo già dato”
“No, intendevo dire che non mi serve un pretesto per ballare con te” mi dà una piccola spallata, ma io non mi muovo di un millimetro, forse perché ci sono rimasta di sasso.
“Ah. Beh, no, certo” anche le parole scarseggiano e lo sguardo preferisce rivolgersi verso l'orizzonte.
“Possiamo ballare in qualsiasi momento, anche qui adesso”
“Qui?”
“Sì”
“Sulla sabbia?”
“Sì”
“Il mio nome non è Rio, lo sai?” ribatto nel modo che mi riesce meglio: scherzando e cambiando argomento.
“Guarda che non mi lascio scoraggiare facilmente, neanche con una citazione dei Duran Duran”
“Eheh lo terrò presente per le prossime citazioni” rispondo, mentre gli occhi di Eddie sono fissi sulla sabbia che scorre tra le sue dita dei piedi quando le muove. Resta in silenzio per un po', prima di aprire ancora bocca.
“Che vuoi fare oggi?” mi chiede inchiodandomi d'un tratto con quei cazzo di occhi azzurri nei miei a tradimento.
“Beh, per prima cosa andare a pranzo da Jack in the box. Me l'hai promesso”
“Eheh va bene, sarà fatto. Poi?”
“Poi mi dovresti portare al supermercato”
“Al supermercato? Che ti serve?”
“L'occorrente per fare una torta. Per te. Per sdebitarmi”
“Non devi sdebitarti di nulla”
“Allora diciamo che voglio farti una torta tanto per, ok?”
“Una torta fine a se stessa?”
“Per il puro gusto di fartela”
“Chi sono io per impedirtelo?”
“Poi arriva la mia amica”
“La tua amica?”
“Sì, Dina, te l'ho accennato ieri”
“Ah sì, alla fine viene stasera?”
“Certo, non può mancare! Comunque arriva nel pomeriggio, quindi dovrai studiare un altro giretto turistico anche per lei”
“Ah, viene così presto?” domanda rabbuiandosi in modo strano, di colpo.
“Sì... è un problema? Immagino che avrai un sacco di cose da fare, poi c'è il concerto, avrai anche il soundcheck e dovrai essere sul posto prima”
“Ma no, non c'è nessun problema”
“Guarda, tanto siamo d'accordo di beccarci al faro di Point Loma, basta che mi scarichi lì poi mi arrangio con lei, non voglio essere di peso”
“Non sei di peso e non ho intenzione di scaricarti da nessuna parte”
“E allora perché fai quella faccia?”
“Perché... beh, pensavo di avere la torta tutta per me e invece la dovrò dividere con la tua amica...” scuote la testa strizzando gli occhi per poi riaprirli su di me, con un'espressione serena in volto, e spara una domanda così dal nulla “Da quant'è che balli?”
“In che senso?”
“Quanti sensi ci possono essere?”
“Boh mi capita, ogni tanto, non è che ballo costantemente”
“Capito, è un'altra cosa che non sai fare come il basket e la batteria” alza gli occhi su di me e un sopracciglio è chiaramente inarcato dalla perplessità.
“No beh, è diverso, quelle cose non le so fare, ma ho preso lezioni”
“Perché di ballo no?”
“No”
“Stronzate” replica serissimo.
“Ahah no, giuro! A meno che non vogliamo considerare come lezioni le ore passate davanti alla tv guardando Soul Train e Saranno Famosi. E i video di Michael Jackson”
“Sei un'autodidatta”
“Mi piace ballare, tutto qui”
“Si capisce. E non ti imbarazza? Insomma, tu sei sempre così timida e trattenuta, è fantastico vederti scatenata e libera una volta tanto. Però è anche strano, voglio dire, non è da te” nemmeno arrampicarsi sullo Space Needle mi sembrava una cosa da te, che sei sempre così tranquillo e pacato, eppure l'hai fatto. Ognuno ha le sue stranezze.
“Non mi imbarazza se sono in un locale pieno di gente”
“Uhm questa ha tutta l'aria di essere un controsenso” Eddie si lascia andare all'indietro fino a sdraiarsi sulla sabbia, piegando leggermente le ginocchia.
“Non lo è. In una discoteca affollata non ti caga nessuno, sei solo una persona fra tante, nessuno ti presta attenzione, sei uno dei tanti corpi in movimento. E poi ballano tutti, dai più nell'occhio se stai fermo in un angolo”
“Lo dici tu che non ti cagano”
“E poi ballare è anche un gioco, lo puoi fare anche in maniera scherzosa, nessuno ha delle aspettative su di te. Vedi i Village People ieri”
“Tu però mi insulti per come ballo” controbatte e mi lancia un pugnetto di sabbia che mi finisce sui jeans.
“Eheheh va beh, ma è per scherzare. E comunque hai altre qualità” rispondo al fuoco voltandomi tirandogli un po' di sabbia addosso.
“Ah sì, e quali?” si ripara gli occhi dal sole con una mano e mi prende in contropiede su una cosa detta giusto per dire. Perché era solo per dire, vero?
“Mmm non saprei... Il gusto nel vestire, ad esempio”
“Vaffanculo, Angie” Eddie si rimette seduto e mi lancia un'altra manciata di sabbia addosso, che contraccambio prontamente.
La cosa degenera velocemente e nel giro di pochi secondi siamo nel pieno di una lotta all'ultimo sangue in spiaggia. Ovviamente vince lui, che mi spalma sulla sabbia e mi punta un ginocchio sulla schiena.
“Ok, ok, hai vinto! Lasciami andare”
“Non prima di sentire tutte le mie qualità”
“Ahahahahah”
“Tutte eh, non devi dimenticarne nemmeno una”
“Mmm vediamo... Hai dei bei capelli. E bei denti”
“Questa l'ho già sentita. Poi?”
“Beh, hai una bella voce. Non solo per cantare, hai una voce molto piacevole, in generale” Eddie sarebbe in grado di darmi la notizia più brutta del mondo e farla sembrare comunque meno sgradevole. Spero che ogni brutta notizia che riceverò in futuro mi verrà data da Eddie.
“Voce, capelli, denti e...?”
“Beh anche gli occhi”
“Tutta roba dal collo in su insomma”
“Anche il resto!” esclamo forse con fin troppa enfasi “Insomma, il tutto si può riassumere dicendo che sei un bel ragazzo”
“Grazie”
“E sei anche una bella persona. Sei gentile e ospitale. Per non parlare delle qualità artistiche che sarebbero un capitolo a parte”
“Ok, può bastare” Eddie molla la presa e io posso rialzarmi e scrollarmi di dosso tutta la sabbia e mentre lo faccio lui resta a terra e mi guarda con un'espressione trionfante e soddisfatta.
“Tu sei tutto matto”
“Non sai quanto”
“Confermo!” esclama una voce femminile alle mie spalle.
Mi giro e vedo una delle ragazze più belle che io abbia mai visto in vita mia, con una tavola da surf sotto braccio. In realtà quando mi giro le vedo praticamente le anche dato che è altissima e mi tocca alzare la testa per inquadrarla tutta: bionda con lunghissimi dreadlock, più chiari sulle punte, occhi verde mare, lentiggini che sembrano dipinte sulla carnagione abbronzata, piercing al naso e orecchini multipli; ha il fisico da sportiva, il fisico perfetto, magro ma muscoloso e tonico al punto giusto, la sua muta è senza maniche e lascia scoperte anche le gambe dal polpaccio in giù, mostrando numerosi tatuaggi; ha perfino degli anellini molto carini alle dita dei piedi. E ha un sorriso abbagliante. Insomma è una gran figa, una surfista figa e alternativa e non è che mi manchino già di mio i complessi di inferiorità, ma di fronte a questa qua io col mio pseudo-cambio di look mi sento davvero una merdina, una bambina che si è colorata i capelli con la bomboletta per Halloween. Non mi dire che è...
“Ehi, non farmi cattiva pubblicità” Eddie salta su in piedi e si scrolla anche lui la sabbia dalla muta impanata.
“Ciao, io sono Mitch!” la ragazza decide di rivolgermi la parola per prima e presentarsi, visto che io sono ancora lì zitta a fissarla con gli occhi fuori dalle orbite. Per un attimo ho pensato potesse trattarsi di Beth, la ex di Eddie. Beh, potrebbe esserlo comunque, magari Mitch è un soprannome, anzi, ha proprio tutta l'aria di esserlo.
“A-angie, piacere” balbetto prendendo la mano che mi ha allungato e stringendola.
“Ah! E così sei la famosa Angie, finalmente ci conosciamo” Mitch dà un'altra stretta forte alla mia mano che stava per mollare la presa e non so se prenderlo come un buon segno o no.
“Famosa? Perché famosa? Non avrai fatto vedere le foto anche a lei?” borbotto preoccupata rivolgendomi a Eddie.
“Foto? Che foto?” chiede lei stranita, poi continua “Famosa perché abbiamo sentito parlare di te”
“No, è che anche Craig le ha detto una cosa del genere... Sai... Sei la famosa Angie, cose così”
“Beh non è colpa nostra se Eddie da quando è tornato ci ha fatto una testa-”
“Comunque lei è Michelle, una mia vecchia amica”
“Vecchissima, saranno più o meno vent'anni che conosco questo elemento” scherza appoggiando a terra la tavola, avvicinandosi a Eddie e dandogli un paio di pacche sul petto. Sono carini insieme.
“E stasera ci sei anche tu a vedere il concerto di questo... elemento?” provo a sciogliermi un po' giocando la carta della battuta, perché finora ho fatto solo la figura della deficiente che non sa mettere due parole in fila.
“Certo che sì! Perché sono una vera amica io, non come te che quando suono io non ci sei mai” Mitch fa partire una terza pacca che però è ben più forte delle precedenti, diciamo pure che gli assesta una bella mazzata che gli toglie il fiato. Quindi è figa, simpatica, forte, è simpatica ed è pure musicista. Praticamente la sua donna ideale.
“Siete voi che suonate proprio quando io non sono a San Diego, non è colpa mia” protesta Eddie tra un colpo di tosse e l'altro.
“Va beh, com'è l'acqua oggi?” gli chiede recuperando la sua tavola.
“Ottima. Non tantissime onde però”
“Poche, ma buone...” commenta lei allontanandosi verso il mare per poi voltarsi nuovamente “Che fai, ti fai un altro giro?”
“No, per oggi basta, poi io e Angie abbiamo un impegno” Eddie rivolge prima lo sguardo verso l'oceano e verso la ragazza da sogno che ci sta davanti, poi verso di me e io mi sento improvvisamente di troppo.
“Guarda che puoi andare se vuoi, io intanto vado al market all'angolo e-”
“NO. Vengo con te” Eddie mi prende per il polso in maniera decisa, probabilmente per ancorarsi a me e impedirsi di riacchiappare la sua tavola e correre verso le onde, perché anche se è quello che vorrebbe realmente fare ora come ora, non gli sembrerebbe educato.
“Ok,” Michelle fa spallucce, si tira su completamente la cerniera della muta e prosegue verso il bagnasciuga “ciao ragazzi, a stasera!”
“Comunque puoi fare surf ancora un po', è ancora presto” insisto mentre guardiamo la ragazza tuffarsi in acqua.
“Non così presto quanto vorrei” risponde indirizzandomi un sorriso enigmatico.
“In che senso?”
“Lascia stare, andiamo. Sbaglio o mi hai promesso una torta?”
8 notes · View notes
enricacontinenza · 7 years ago
Text
Ryan al quadrato
Tumblr media
Praticamente dovete sapere che la costanza non è mai stata mia amica e che procrastinare è il mio spirito guida. Così ho lasciato che le boiate di dubbia moralità create dalla mia mente malvagia, smettessero di decorare le vostre bacheche di facebook.
Ma oggi, in una tipica non giornata di primavera,spinta dal tedio e dalla certezza assoluta che tanto non avrei praticamente mosso dito o neurone,ho deciso di riprendere la rubrica più agghiacciante di sempre, presentando al grande pubblico di fedeli seguaci la bellezza nascosta dietro il nome RYAN.
Si gente, stiamo parlando dei due Ryan più fregni del mondo: Ryan Reynolds e Ryan Gosling.
(Ah,piccolo appunto per chi ancora non lo avesse capito: no,non sono un'unica persona).
Sebbene abbiano lo stesso nome e taglio di capelli,non si può certo dire la stessa cosa per la loro carriera,praticamente quasi agli antipodi.
Ryan Gosling nasce e si forma tra le file della Disney, diventando il primo attore "disneiano" a non aver poi pubblicato un film porno o non essere ricoverato in una clinica di disintossicazione.
A mio parere,già questo è un grande pregio.
Con due candidature agli Oscar e svariate ai Golden Globe, ha decisamente mostrato di non avere solo una scucchia notevole, ma di saper anche usare quello sguardo da pesce lesso ma abbastanza intrigante sia per interpretare un poraccio sia un musicista sia un pilota.
Poi,parliamo seriamente,credo che sia anche l'unico a poter indossare una canottiera di cotone bianca e risultare comunque un uomo degno di rispetto.
Infatti, "Nelle pagine della nostra vita" non è che venga ricordato esclusivamente per le sue doti recitative, ma più che altro per dei tricipiti molto interessanti, per una barba notevole e per le canottiere di cotone bianche decisamente entrate nella top 10 degli indumenti fregni da procacciarsi su ebay con gli sconti di luglio.
Se poi vogliamo essere proprio precisi precisi,bisogna pur ricordare del caschetto biondo ossigenato sfoggiato in "Come un tuono", caschetto rigorosamente accompagnato da una cascata di tatuaggi tamarri per ribadire il concetto "ragazzo cattivo ma col cuore grande".
E sicuramente deve avere un grandissimo cuore sto ragazzetto per far sì che quella super gnocca della Mendes lo scegliesse e se lo portasse a casa col pacchetto "marito + 2 figlie dai nomi assurdi".
Scelta saggia e completamente condivisa quella della Mendes,cosa che certamente non possiamo dire per Emma Stone alias Mia, la quale ha pensato bene di rincorrere i suoi sogni invece di portarsi a casa il piccolo Ryan e imprigionarlo lì per sempre.
Non le capirò mai queste donne che mettono la carriera e i sogni davanti alla fregnaggine :) Tutto tempo e lezioni sprecate.
Ma nel super mega ultra bellssimissimo "La La Land" non c'è solo un Ryan figo, c'è anche un musicista che cacchio se sa suonare. Da brividi, e pianti convulsi se sei sull'orlo di una crisi di nervi e ormai alle porte della depressione.
Piccolo appunto: vorrei ricordare a tutte che Emma stone ha avuto il coraggio di fare la profumiera col piccolo Ryan per ben due volte, visto che in "crazy,stupid love" c'ha fato sudare 50 camicie prima di dire sì.
Emma caruccia,la prossima volta cerca ti tenere ben a mente quali siano le tue priorità eh.
Ecco,parlando di Ryan Reynolds non si possono dire certo le stesse cose.
I suoi affascinanti inizi all'interno delle scadenti e niente affatto divertenti commedie a sfondo sessuale con tanto di nomi alquanto imbarazzanti e da pelle d'oca, tipo "Maial College", non sono certo un grande biglietto da visita.
Però lo perdoniamo,soprattutto perchè ha saputo espiare le sue colpe azzeccando i ruoli successivi e decidendo di imbalsamarsi dentro tutine in lattice colorate, mettendo in mostra tutto quell'arsenale nascosto dietro gli inutili vestiti indossati precedentemente.
"Lanterna Verde" e "Deadpool" hanno registrato il più alto numero di iscrizioni ai fan club ad essi dedicati, un incremento della produzione di latex e un aumento della vendita di tutine intere per quelle donne che hanno deciso di dare un pizzico di brio alle cene con i propri mariti.
Considerando che la maggior parte delle volte il faccino angelico del piccolo Ryan è coperto da una maschera,sappiamo benissimo su cosa abbiano deciso di puntare i vari produttori,scelta saggia e del tutto comprensibile.
Sarebbe stato veramente un peccato rinunciare alla mercificazione del suo corpo a favore, magari, delle sue ottime provi recitoriali.
Filantropo,divertente,sarcastico e decisamente bravo a scegliersi le mogli (ricordiamoci che prima di sposare Blake Lively,stava con Scarlett Johansson),recentemente ha anche raccontato del suo pessimo rapporto con l'ansia,cosa che lo rende umano e, di conseguenza, come fosse un'equazione perfetta, più raggiungibile, è diventato ai nostri occhi di donne forti e indipendenti, una preda rara,unica e geneticamente predisposta per decorare le nostre stanze con i poster raffiguranti la sua strabiliante forma fisica.
Ps. Lo so, lo so che avrei dovuto concentrare questo panegirico di più sul Ryan attore,però diciamocelo, da quel punto di vista deve ancora fare un po' di strada :) ma è lo stesso molto simpatico,vale pur qualcosa no?
Insomma, se potessi chiedere in anticipo un regalo per i miei super 25 anni, di certo chiederei il pacchetto "Ryan al quadrato". Visto però che non credo sia possibile arrivare a chiedere tanto,mi limiterò a tornare in edicola e comprare l'ennessimo Cioè.
1 note · View note
girlfromtube · 4 years ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
QUOTES: https://girlfromtube.tumblr.com/post/630521539417309184
EPISODIO 11
Rebecca Nora Bunch: Sembra solo ieri che stavo proprio in questa stanza a ignorare quello che diceva.
Rebecca Nora Bunch: Dopo aver fatto sesso quella volta, lo abbiamo fatto solo altre tre volte quella settimana. Poi ci siamo fermati. Tranne ieri sera. E stamattina, ma questa non la conto, perché l'inserviente ha aperto la porta del ripostiglio e nessuno ha finito. Tranne l'inserviente. L'inserviente secondo me sì.
Maya: Paula, hai letto le note sull'incontro dell'uso del terreno? Sono stata davvero meticolosa, le hai mostrate a Rebecca?! Paula Proctor: No. Le ho dato da leggere "Guerra e Pace" perché era più corto.
Rebecca Nora Bunch: Come le chiami? Bandierine o adesivi segna pagina? Nathaniel Plimpton: Oh no, quelli li chiamo "cosini colorati" in realtà.
Heather Davis: Fa male sedersi, fa male stare in piedi. Ho il culo pieno di smagliature, come sai; il mio ombellico sembra un buco di culo al contrario. Hector: No. Heather Davis: Non posso mangiare pesce crudo. E poi non posso bere vino, non posso usare il gel per il viso, non posso farmi le unghie o fare un bagno caldo o un massaggio ai piedi, né sdraiarmi supina o scoreggiare senza fare un po' di pipì. Non posso fare niente di divertente!!!
Dr. Noelle Akopian: Allora, sono stati otto mesi di "Questa è l'ultima volta", "E' stato un grosso sbaglio" e di "Non ricapiterà più". Rebecca Nora Bunch: Quindi fa questo, quando scrive. Scrive ciò che dico e me le ripete la volta successiva. Figo, posso farlo anch'io!
Rebecca Nora Bunch: Mi sento messa alle strette e minacciata da lei, ma invece di apparire fragile, mi sfogo prima che lei possa abbandonarmi. Lo capisco e mi scuso per questo. Ma le sue collane sono veramente imbarazzanti.
Paula Proctor: Mi dimentico che io e te facciamo citazioni troppo diverse.
Rebecca Nora Bunch: Credo dovremmo comportarci da adulti e accettare che questa è la nostra realtà. No?! E' forte! Facciamo sesso. Tu ti vedi con qualcuno, io faccio panini e sono favolosi. Nathaniel Plimpton: Ah?! Rebecca Nora Bunch: E' una lunga storia. Penso che dovremmo solo accettare che questa è la nostra vita.
Rebecca Nora Bunch: Vedi, sappiamo benissimo cosa c'è tra di noi. E' questo che amo. Nathaniel Plimpton: Ami questo... Di me?! Rebecca Nora Bunch: Assolutamente no! Nathaniel Plimpton: Ok! Capito! Grande.
Hector: Per una volta nella tua vita, non puoi mollare!!!
Hector: Oddio, non ti ho mai vista piangere. Heather Davis: E' perché di solito non piango. Quando ero piccola, non piangevo mai e mi hanno portata all'ospedale perché pensavano avessi un problema, ma ero solo una bambina molto fredda! E ora mi sento come se volessi piangere tutto il tempo e penso sia perché c'è questo alieno che cresce nelle mie viscere!!!
Rebecca Nora Bunch: Fallo a parole sue. Digli che lui è Herbie e tu sei Mama Rose di Gypsy e canterai "You will Never Get Away from Me". Paula Proctor: Tu e Sunil dovreste essere amici. Lo sai, vero? Rebecca Nora Bunch: Mai. Preferirei morire. Paula Proctor: Oh, ok.
Rebecca Nora Bunch: Me lo stai chiedendo seriamente? Paula, è il tuo brand! Hai una tazza con scritto "Stronza dell'ufficio". Paula Proctor: E' ironica! Come la tazza con scritto "Non è una tazza". Rebecca Nora Bunch: Se lo dici tu. Con me sei gentile, quindi non mi interessa.
Maya: Mi dispiace, Paula. Vorrei tantissimo sviluppare una alleanza con una donna, ma non posso farmi emarginare.
Nathaniel Plimpton: Questi ultimi mesi hanno significato molto per me. Non soltanto per il sesso. Ma per merito tuo. Me e te. E se è questo quello che vuoi, lascerò perdere tutto il resto. E qualsiasi altra ragazza. Per te.
Dr. Noelle Akopian: Perché pensa che i suoi sentimenti non siano importanti? Rebecca Nora Bunch: Perché le relazioni non fanno per me. Dr. Noelle Akopian: Non facevano per lei. E' una persona diversa dall'ultima volta che ci ha provato. Rebecca Nora Bunch: No, non lo sono. Non sono diversa. Sono una versione leggermente più sana della persona che ero e riesco a malapena ad essere così. Insomma, sinceramente, ho paura. Dr. Noelle Akopian: Certo che ha paura. E' comprensibile. Ma non puo' vivere la propria vita senza intimità. Ha bisogno d'amore e se lo merita. Essere amati è una bella cosa!
Rebecca Nora Bunch: So di cosa sono capace quando mi sento abbandonata. Posso sprofondare in un abisso, un posto dove posso farmi del male e io non voglio più cadere così in basso, mai più.
Dr. Noelle Akopian: E' una persona che sa amare e che merita di essere amata. Spero che un giorno riuscirà a crederci.
Heather Davis: Si tratta di essere responsabile delle mie azioni. Cioè ho un lavoro e un fidanzato che vive con me e un bambino nello stomaco. Sono tutte cose da adulti. Cioè non avrei mai pensato che sarei diventata una adulta. Pagherò le tasse quest'anno! Non è ridicolo? Hector: Gà. Capisco, so come ci si sente. Non so nulla di assicurazioni. Heather Davis: Nemmeno io! Hector: Possiamo scoprire tutte queste cose. Io e te. Heather Davis: Sì.
Rebecca Nora Bunch: #Allora, rischio di nuovo tutto o scappo a nascondermi dove ero? Affronta le tue paure. Fissale intensamente. Non spaventarti, resta dove sei.#
0 notes
nelmaleenelbere · 7 years ago
Text
Pt.2
50 Mai stato sovrappeso? No
51 Mai stato sottopeso? No
52 Ti sei mai tinto i capelli? Si, tante volte
53 Pisciato fuori? Si ahahahah
54 Cosa vuoi per il tuo compleanno? Niente di particolare
55 La tua canzone preferita. Non ne ho al momento
56 Una canzone che ti fa sorridere. Meraviglioso amore mio di Arisa
57 Una canzone che invece ti fa piangere. Boh non saprei
58 Una canzone che ti è stata dedicata da una persona che ti ama o che ti ha amato. Perfect di Ed Sheeran
59 Una canzone che invece odi. Tutte quelle rock😂
60 Una canzone che per te segna un evento importante. 'Indietro' di Tiziano Ferro
61 Hai mai dormito con dei peluche o bambole? Da piccola si
62 Ti piacerebbe essere al centro dell'attenzione? No
63 Ti piaci? No
64 Cosa cambieresti di te stesso? Quasi tutto
65 Cosa manterresti invariato? La dolcezza
66 Gli amici sono la tua seconda famiglia? AHAHAHAHA NO.
67 Sei felice? Mh si dai
68 Credi che sia giusto fare sesso al primo appuntamento? No però se capita capita
69 Perdoneresti un tradimento da parte del partner? Dipende
70 Serie tv preferite? Pretty little liars
71 Sai guidare? Sto imparando ma per adesso me la cavo molto bene
72 Hai tanti amici? insomma non tanti
73 Hai paura del buio? Si
74 Di che colore sono le tue mutande preferite? Bordeaux
75 L'ultima volta che hai sorriso. Mezz'ora fa
76 L'ultima volta che hai detto: ti voglio bene. Oggi
77 Sono lisci o ricci i tuoi capelli? Lisci
78 Che shampoo usi di solito? Ultra dolce😍
79 Parli molto o molto poco? Parlo poco
80 Ti piace andare a scuola? No
81 Hai mai provato a scrivere un libro? No
82 Scrittore preferito? Nicholas Parks
83 Il cibo che odi. Pesce
84 Sei d'accordo con la moda :se fumo sono figo? No
85 Se potessi dare un pugno in faccia a qualcuno a chi lo daresti? Molte persone ahaha
86 L'ultimo messaggio che ti ha emozionato?
'Would you lie with me and just forget the world?'
87 Quali paesi vorresti visitare? Tanti
88 Dove vorresti vivere? New York😍
89 Ti hanno mai picchiato? No
90 Se vincessi dieci milioni di euro cosa ti compreresti come prima cosa? Alcooooll😍😂
91 Una cosa che ti rende felice? Non saprei
92 Una persona che ti attrae fisicamente? Eheh non si dice
93 Cosa ti fa innamorare in una persona? Deve avere carattere essere dolce e tenermi testa
94 Ti depili le parti intime? Si
95 Mai ubriacato? Sì
96 Cosa stai indossando ora? Jeans e felpa
97 Il colore delle tu mutande? Nere
98 Del tuo reggiseno? Nero
99 Cosa ti piace fare nel tempo libero se rimani a casa? Ascoltare la musica, leggere oppure guardare un film
1 note · View note
paukzen · 5 years ago
Text
Sardegna Gran Tour
(O - come da hashtag ufficiale su Instangram - #SardiniaGranTour, anche se poi, pensandoci adesso, sarebbe stato meglio #SardiniaBikeTour, vabbè)
Fu così che Ricky lanciò la proposta di un giro della Sardegna in 5 giorni da effettuarsi in novembre, mese notoriamente soleggiato e caldo. Gli invitati accettano pur facendo notare che 5 giorni forse sono un po’ pochi (così si estende a 9). Sul periodo, invece, nulla in contrario: impossibile che piova a novembre.
Partecipanti: Paukzen (il sottoscritto), Ricky, Luca e Paolo (lui solo da Cagliari in poi). Spoiler: Luca si rivelerà compagno di viaggio perfetto: gli va bene tutto e non si lamenta mai (cioè a parte del pedalare, ma questo è secondario).
Itinerario: seguire da Porto Torres tutta la costa della Sardegna tornando al punto di partenza, facile, no? Km previsti 11.000, dislivello previsto: sconosciuto, ma abbiamo calcolato non meno di 1000 m ds+ a tappa.
Nota: le foto sono mie, di Paolo e le più belle di Ricky, fate voi
1 tappa: Porto Torres - Stintino - Alghero - Bosa: 140,63 km e 949 m ds+
Si parte!!! E la prima tappa tutto bene, cioè: a parte la foratura di Ricky appena uscito di casa, la ruota dimenticata davanti ad un bar di Porto Torres (a seguito del cambio di camera d’aria), e poi recuperata, e gli abbondanti scroscioni (grossi scrosci, boh) di pioggia. 
Siamo comunque talmente freschi che già deroghiamo alla più o meno implicita regola di evitare degli avanti e indietro su strade chiuse e deviamo per Stintino (che poi questo era più o meno previsto), prima località turistica del giro.
Eccoci quì (due su tre), fiduciosi e ottimisti.
Tumblr media
La strada da Alghero a Bosa sono 40 km di nulla, ed è fantastica, e per l’occasione viene scattata la foto migliore della vacanza, a mio insindacabile giudizio.
Tumblr media
Alla fine si arriva a Bosa, si trova un B&B che neanche mi ricordo com’era e si mangia pizza al trancio (buonissima) seduti all’aperto nel bar accanto, che ha il merito soprattutto (l’unico) di offrire birra Ichnusa da 0,66 l alla modica cifra di 2,50 euro. 
Il viaggio non poteva iniziare meglio, ma poi.
2. Bosa / Cuglieri - S’Archittu - Oristano: 70,29 km e + 675 m ds+
Ed ecco finalmente la pioggia che tanto temevamo, tutto il giorno e a secchiate. D’altro canto le previsioni erano ideali.
La tappa odierna oltretutto parte malissimo con due gomme a terra su sei (una di Luca durante la notte e una mia, in camera in diretta, giuro). Si scopre che ho un copertone distrutto, ma grazie ad un ragazzo appassionato di bici che gestisce il B&B Muraglia Vecchia (che ovviamente consiglio a tutti quelli che andranno a Bosa) rattoppiamo il tutto e in qualche modo si riparte.
L’attrazione turistica del giorno è l’arco di S’Archittu che infatti fotografiamo (sotto la pioggia).
Tumblr media
Decidiamo poi saggiamente, visto la pioggia incesssante, di saltare a piè pari la penisola del Sinis, così
Tumblr media
e andiamo diretti a Oristano dove ci attende un hotel a 4 stelle che di 4 stelle aveva soltanto la sfarzosità degli spazi comuni. Comunque l’abbiamo pagato 70 euro in tre con colazione abbondante, quindi, noi che alla fine badiamo solo alla pancia, non ci lamentiamo.
Faccio notare solo (tralasciando l’acqua calda della doccia che arrivava solo a momenti) che per esempio non aveva il servizio lavanderia e così ci tocca andare in una lavanderia (appunto) a gettoni, con asciugatrice. Scopriamo tra l’altro essere un posto ideale per rimorchiare se non fosse che c’erano solo 60enni. Però potenzialmente, eh.
Alla sera i miei due compagni di viaggio vogliono mangiare assolutamente carne ma non si mettono d’accordo sul grado di cottura così seconda sera, seconda pizza, vabbè.
Segue breve passeggiata per Oristano e buonanotte.
Ah! Dimenticavo il super-gioco del viaggio: contare le vecchie Panda! Ce ne sono ancora un sacco in Sardegna e, se non fosse per il loro stato (e le targhe delle più diverse città continentali), mi verrebbe da pensare che ci sia una produzione ancora attiva in loco. Sui numeri siamo sulle 50 panda per tappa, mica cazzi. Avevo pensato anche di fare una sorta di media al km di Panda per tappa ma poi anche chi se ne frega.
3. Oristano - Arborea - Marceddì - Costa Verde -  Arbus - Sulcis - Buggerru - Nebida: 121,50 km e 1.846 m ds+
I vostri affezionatissimi quì partono separati. Io vado dal ciclista a comprare due nuovi copertoni (ma apre alle 8,30), loro si avviano senza di me (il gruppo si riunirà più tardi sulla scena del disastro, ved. dopo).
Il primo pensiero della mattina comunque è: stasera niente pizza!
Dopo la brutta strada SS fino ad Arborea (e vi risparmio le lunghe digressioni di dove mettono gli accenti i sardi) si passa dalla Costa Verde, quella delle dune di Piscinas, con paesaggi naturalmente molto belli, e, sulla successiva temibile salita verso Montevecchio, avviene il patatrac... (suspense mentre agevolo una foto della Costa Verde)
Tumblr media
E cioè a Ricky si rompe la sella e finisce con il culo a terra, buon per lui che aveva la borsa e così se lo salva (almeno fino ad oggi, eh! eh!)
Ad ogni modo arriva ad Arbus alla bersagliera, 
Tumblr media
dove troviamo un ciclista (o quasi) che ripara in qualche modo il danno e mangiamo tre panini spettacolari con 4,26 euro totali (e ci regalano pure una birra, forse perchè sono notoriamente bello, vai a sapè).
Ecco i panini.
Tumblr media
Quindi ripartiamo verso la temibilissima salita di Buggerru (che poi sarebbero ben due, una prima e una dopo, e che soffriamo un sacco, come testimoniato ampiamente dai lamenti di Luca) che ci conduce a Nebida, dove dormiamo in un B&B gestito da amici guide/arrampicatori di Ricky.
A Nemida c’è il famoso Pan di Zucchero, che poi sarebbe quella cosa là in fondo nella foto sotto, ma ammetto che ci sono immagini migliori.
Tumblr media
Per cena ci dicono che c’è una sola cosa aperta: una pizzeria, alè!
Primo giorno senza pioggia: di nuovo alè! Stavolta senza ironia.
4. Nebida - Sant’Antioco e le saline - Porto Pino - Chia - Pula: 136,15 km e 1.017 m ds+
Oggi si parte con tipo 20 km di discesa (ottimo) e con un vergognoso vento a favore che ci porta, ad una media di 60 km/h (o forse era leggermente meno), a Sant’Antioco dove troviamo un cielo nero nero nero ma nero e allora decidiamo di evitarne il giro, tiè.
Dopodichè, per espiazione, ci infiliamo in una strada sterrata in mezzo alle saline e al vento (stavolta più o meno contro) e da lì andiamo al bel Porto Pino (dove non c’è un caxxo di aperto per il pranzo), poi a Chia (altro posto fantasma in questo periodo) e infine, su una brutta strada, a Pula.
A Porto Pino ci siamo tutti e tre, anzi quattro col porto, indovinate qual’’è il porto.
Tumblr media
Poichè ho più o meno deciso di mettere due foto per giorno, la seconda è dedicata ai numerosissimi porta-bici sardi che hanno solo un difetto che vi faccio indovinare da soli.
Tumblr media
La sera dormiamo in un affittacamere con un giardino curatissimo da dei tipi particolari (= alcolizzati = simpatici) che hanno tipo 11 gatti, così va la vita.
E indovinate un po’? Non mangiamo la pizza!!! 
Tra l’altro anche oggi alla fine non prendiamo pioggia perciò va tutto per il meglio, anzi no (ved. giorno successivo). 
5. Pula - Nora - Cagliari - Villasimius - Punta Carbonara - Costa Rei - Muravera: 152,19 km e 1.251 m ds+
E infatti oggi ci dovrebbe essere l’incontro con Paolo che però rimane vittima del maltempo con conseguente ritardo mostruoso del traghetto che lo traghetta a Porto Torres con tipo 8 ore di ritardo e quindi giungerà a Cagliari solo la sera.
Necessariamente quindi l’incontro avverrà solo il giorno successivo sulla strada per Lotzorai e noi tre ci spariamo il super-tappone di 152 km fino a sera a Muravera (questo l’ho scritto solo per fare la rima).
Note: fino a Cagliari strada bruttissima dove ci siamo giocati almeno 2 vite a testa, da Quartu a Muravera invece forse la più bella strada del viaggio. Andateci (in bici).
Le foto delle tappa di oggi lo dimostrano:
Tumblr media
Tumblr media
Figo, eh?
Per completezza concludo dicendo che la notte l’abbiamo passata in un appartamento con cucina alla incredibile cifra di 45 euro in tre. Poi per rimediare abbiamo fatto 88 euro di spesa, vabbè.
6. Muravera - Lotzorai: 87.61 km e 586 m ds+
Tappa facile facile, unendoci finalmente con Paolo a Muravera che alle 9,00 del mattino si era già sparato 60 km da Cagliari, ben gli sta.
Noi invece al suo arrivo eravamo alla seconda colazione.
Ed ecco finalmente Paolo, dal davanti
Tumblr media
e poi anche dal di dietro (è quello con la maglia verde, ovvio)
Tumblr media
Ad ogni modo a pranzo siamo già nei pressi di Lotzorai e mangiamo in un posto pessimo al porto di Arbatax che per vegetariani offre solo delle pastasciutte precotte che lasciamo perdere. Ma me lo ricorderò per il futuro, cari miei.
Il pomeriggio lo passiamo al fantastico B&B The Lemon House di Ricky & Elena a riposare. Ne approfittiamo per vedere (per quanto mi riguarda per l’ennesima volta) il film cult coreano Old Boy, che solo i veri intenditori di cinema sanno apprezzare (quì c’è una frecciata che qualcuno coglierà di sicuro).
Ne approfittiamo anche per lavare e asciugare tutto il nostro vestiario per l’ultima volta.
Per cena siamo invitati dall’ospitalissima famiglia di Luca per una grigliata a base di carne. A me, in quanto vegetariano, viene offerto, oltre ad un ottimo pesce spada sempre alla griglia (sono un vegetariano che però mangia pesce, eh), un minestrone fantastico e come dessert, questo per tutti, un tiramisù come raramente ne ho mangiati in vita mia. Il tutto accompagnato da vino come se piovesse. Si è fatto baldoria insomma.
7. Lotzorai - Passo Genna Silana - Dorgali - Orosei - Siniscola - Budoni: 137,76 km e 1.728 m ds+
Uhhh!!!! Oggi c’è in programma, subito alla partenza, la cima Coppi del giro che i due locali conoscono a memoria (fatta tipo due volte in bici in vita loro).
La bagarre per la conquista della vetta è stata veramente avvincente, come testimoniato dalla mia bellissima foto.
Tumblr media
Pantani ci fa un baffo.
Comunque ce l’abbiamo fatta, ecco la prova:
Tumblr media
Per il resto la tappa passa da Dorgali, Orosei (bella), Siniscola (bella) e finisce a Budoni. Si capisce che non la ricordo bene?
A Budoni dormiamo in un bel appartamento dove purtroppo si mangia veramente male (carbonara con vongole, secondo un antica ricetta inventata al momento da Ricky). Ah, no! Ho controllato ora, esiste davvero. Sarà che non abbiamo aggiunto il ciuffo di prezzemolo...
Purtroppo visto che l’abbiamo cucinata noi non possiamo lamentarci con nessuno.
8. Budoni - Golfo Aranci e Porto Rotondo - Costa Smeralda e Porto Cervo - Palau - Santa Teresa di Gallura: 142,69 km e 1505 m ds+
La tappa odierna inizia, e poi prosegue, con la pioggia e prevederebbe un pedissequo costeggiamento (?) del mare.  
Peccato che Ricky, febbricitante, tenta ad ogni bivio di boicottarla palesandoci scenari apocalittici di maltempo, salite tipo Mont Ventoux sulla costa, km inverosimili (dice 180, facendo la costa) e orario di arrivo improponibile (alle 20,00 di sera, assicura).
Al bivio per Porto Cervo quindi c’è il primo vero momento di contrasto, si fa per dire, nel gruppo.
Le posizioni sono le seguenti: Ricky vuole accorciare, Fede vuole essere fedele al piano e passare da Porto Cervo, Luca si rimette alla maggioranza (ma lamentandosi preventivamente).
La situazione è più o meno questa.
Tumblr media
Situazione di stallo, quindi (alla messicana? No purtroppo, che tanto mi avrebbe fatto sentire in un film di Tarantino). 
La decisione sta quindi a Paolo che dopo decine di minuti di tensione dice una cosa tipo: “Ma vaffanculo, passiamo da porto Cervo!”, così ha parlato e così si fa. 
Si merita l’unica foto del giorno.
Tumblr media
Pranziamo in un posto tipico (benzinaio) visto che è tutto chiuso o con prezzi improponibili (Porto Cervo è un enclave svizzera, no?) e veloci come il vento giungiamo a Palau e infine a Santa Teresa di Gallura.
Una cosa: la Costa Smeralda è anche detta in gallurese (esiste il gallurese? sì) Monti di Mola (scopro ora), il che per tutto il giorno mi ha fatto rimbombare nella testa l’omonima canzone di De Andrè che parla di un giovane che si innamora di un asina (e viceversa). Eccola quì.
Alla sera dormiamo in uno scadente hotel, anche conosciuto come topaia o bettola, scelto da Luca, che (non l’hotel, ma Luca) dopo avere visto la reception del posto, la prima cosa che dice è: “Domani la colazione non la facciamo quì” E noi naturalmente ubbidiremo.
A questo punto del viaggio ci è tornata la voglia di pizza e, complice anche una pioggia clamorosa che non ci fa allontanare dall’hotel per più di 100 metri, ci infiliamo in una pizzeria (appunto) di fronte alla sopracitata topaia (o bettola) e concludiamo la serata con birra a volontà.
9. Santa Teresa di Gallura - Porto Torres: 109,97 km e 1047 m ds+
In teoria doveva essere una tappa facile, ma. 
Ma un sacco di saliscendi e vento contro (alla fine, almeno quello, per la prima volta dall’inizio del giro) ci rendono la tappa più dura del previsto.
Per fortuna la formazione belga a ventaglio è ormai collaudatissima.
Tumblr media
Il morale però è alto sia per la vicinanza del traguardo sia perchè miracolosamente riusciamo a schivare la pioggia. 
A pranzo mangiamo un super-panino a Castelsardo, che ha il terribile difetto di potere essere raggiunto solo dopo una salita interminabile (e successiva discesa), ed è la prima volta che come vegetariano non mi trattano da appestato, bene.
Lungo il tragitto vediamo un sacco di cacciatori (è domenica) che in gruppi di 20 alla volta vanno a caccia di cinghiali, facile, eh? Codardi che non siete altro. Comunque (noi compagni cinghiali) conquisteremo il mondo, è solo questione di tempo, daje!
Tumblr media
Sul porto di Porto Torres (o quasi) facciamo le foto di fine giro tutti contenti come bambini.
Tumblr media
Totale: km: 1.098,79 / m ds+: 10.604
Foto sparse del giro.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Fine! Ah, che nostalgia...
Si ringrazia lo sponsor ufficiale (usato a profusione da Ricky)
Una dedica speciale va anche al nostro ispiratore, colui che ha fatto questo:
Tumblr media
0 notes
ancona-best-porto · 7 years ago
Note
Che ne pensi di Veneto?
Di Veneto?Iniziamo dal principio:quello stronzo mi ha fatto più di cinque guerre perchè voleva l’Adriatico per i cazzi suoi,e perchè gli rovinavo il commercio,ma tanto anche lui alla fine lo rovinava a me,quindi mi sono dovuta alleare sia in una lega che con Ragusa che è stata dalla mia parte per tutto il tempoRagusa era come parte della mia famiglia e ci volevamo un mare (ah capita la battuta? :D) eravamo come sorelle,i nostri commerci passavano per Ragusa, me, Firenze per giungere alle Fiandre e all’Inghilterra,ma anche Pisa,Termoli e Napoli aiutavano 
Poi gli rodeva il culo pure perchè aiutavo Impero Bizantino/Grecia,scusami piàtula ma lui è mi padre,se non fosse pe’ Grecia io manco sarei viva,te pare che lo posso lascià?! Che poi ce l’aveva con tutte le repubbliche che erano nell’Adriatico,poi io sono decaduta perchè i Turchi hanno preso il controllo,e io sono passa allo stato papale..e odio quando la gente mi chiama pesce piccolo-Se mi sta sui coglioni?Sì,ma meno di prima,potrà anche essere un tizio figo,con dei capelli biondi che fanno swish e avere un fisico magnifico,ma per me rimane uno stronzo..anche se provassi a sistemare qualcosa non cambierebbe nulla,tanto lui bestemmia e si ubriaca,fine!Però tutto sommato è caruccio 
@perilleonedisanmarco
8 notes · View notes
fraspa2019 · 5 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Cosa rimane di Barcellona? Che voto daresti?
S: Mi è piaciuto di più il Museo Picasso. Se dovessi dare un voto a Barcellona, darei all'infinito.
L: A me è piaciuto molto l'ultimo giorno (E il monopattino elettrico a noleggio con app, ndr)
D: Io darei voto 8. Molte cose le avevamo già viste ed abbiamo potuto vederne altre che già mancavano. In generale ormai le città grandi, le metropoli mi stancano molto, specie per i tempi morti dei trasporti.
F: Io darei 8 e 1/2. È sempre una gran bella città, piena di vita e spunti interessanti. Mi è piaciuto molto stare, alloggiare, a Gracia, quartiere ideale sotto molti punti di vista.
Però ci sono delle cose dove Barcellona è peggiorata in modo evidente. I prezzi, specie delle case di Gaudì, sono diventati troppo alti e non sono a misura di famiglia, non famiglie con ragazzi. Poi i furti (ahia) troppi e trasmettono insicurezza e fastidio.
E poi forse anche tanto turismo di massa, intendo non viaggiatori curiosi e rispettosi come crediamo di essere noi.
Commento generale: un grazie enorme ad Antonio e Vittoria, per i loro consigli e presenza, che ci hanno dato le dritte giuste per godere al meglio le visite, mangiare nei posti giusti (qualità e prezzo) e dormire.
Una circostanza importante imparata: se si arriva in auto a Barcellona è preferibile arrivare il sabato, così non si paga in strada il weekend (Barcellona è molto pedonale, giustamente) puoi girare bene la sera e con le combinazioni giuste si risparmia poi sul parcheggio il resto dei giorni. (Fatto).
Infine i posti da ricordare e consigliare:
Siamo stati in un ostello veramente eco-figo : il Jam hostel a Gracia.
Per mangiare pesce: Can Sardi a Barceloneta 🔝🔝🔝
Per colazioni e spuntini: La Nena a Gracia.
In foto particolari di: Gracia (1 e 4), Finca Guell e Monastero di Pedralbes.
0 notes
laragazzaematoma · 8 years ago
Conversation
23 anni.
Oggi pensavo a questo imminente 23° compleanno.
Si lo sò è stupido pensarci adesso, insomma manca ancora 1 mese e mezzo, ma pensavo "QUEST'ANNO VOGLIO CHE SIA DIVERSO".
Ho iniziato a fantasticare sul da farsi, a ricordare che fino a 5 mesi fà ero convinta l'avrei passato insieme al mio ragazzo, tra l'altro io e il mio ex compiamo gli anni a distanza di pochi giorni, lui il 20 giugno e io il 27 e lui mi diceva che saremmo potuti andare 1 settimana insieme da qualche parte, "SOLO IO E TE" diceva...già, poi tempo 3 mesi e mi hai lasciato, tempo 2 mesi neanche e mi hai rimpiazzato.
Ad ogni modo pensavo che vorrei fare qualcosa di figo, magari avere un ragazzo (si certo come no e dove cazzo lo trovi un fidanzato in 1 mese e mezzo Giulia???) e poi andare al mare a mangiare il pesce al ristorante e poi passare la notte in spiaggia tra coperte cuscini candele varie ecc...
Lo sò è una cosa stupida, ma mi piacerebbe un sacco fare una cosa del genere, mi basterebbe anche solo passare la giornata col mio ragazzo (invisibile).
Bha lavorare 8 ore di fila fà pensare raga, ma sarebbe così bello se si realizzasse davvero.
1 note · View note
25ora · 8 years ago
Text
Antonietta: una terrona testona da Bari a Londra
Tumblr media
LONDRA
Ventotto anni. Laurea in Ingegneria Edile - Architettura (che solo il nome ti fa venire il mal di testa). Centodieci e Lode. Premio nazionale per la tesi di laurea (chi l’avrebbe mai detto). Inizio a “lavorare”  in uno studio di architettura piuttosto affermato (“il più affermato” della città, dicono). Collaborazioni con professionisti di tutta Italia (e non solo). Partecipazione alla stesura del piano urbanistico della città (addirittura?). Cinquanta ore di lavoro alla settimana (in media). Cinquecento euro al mese (quando al capo gli avanzano, quei cinquecento euro).
Risultato a tre anni dalla corona di alloro: non ho messo da parte un euro bucato, e soprattutto la mia crescita professionale è meno di zero.
Io ero una quelli che da Bari non se ne voleva andare. Una di quelli che al pesce crudo e alla focaccia “in gann’al mare” non ci avrebbero rinunciato per nulla al mondo. Una di quelli che a cui non interessava avere il lavoro più figo del mondo, ci bastava avere UN Lavoro, una di quelle attività in cui tu produci qualcosa per il quale ti viene riconosciuto un compenso. Una di quelli che si dicevano “Dai, vai avanti, la gavetta va fatta, all’inizio è la crescita la vera ricompensa”. Una di quelli che si dicevano “Se se ne vanno tutti da qui, chi lo sostiene questo paese?”. E così la Lady Oscar che è in te ti dà forza per andare avanti e ti ripete che devi impegnarti anche tu per migliorare le cose.
Ma, dopo tre anni in cui hai puntato i piedi, ti sei ripetuta tutti i giorni che il lavoro prima o poi paga, che il merito viene riconosciuto e che il tuo impegno servirà a qualcosa, a un certo punto arriva un momento in cui non ne puoi più.
Non ne puoi più del lavoro/volontariato, della mancanza di fiducia e di crescita, della superficialità con cui si lavora anche ad “alti” livelli.
E allora inizi a guardarti intorno, e vedi che chi è andato via è anni luce più avanti di te, anche se è partito in ritardo o se alle spalle non aveva né lodi, né premi, né riconoscimenti, e non è tanto più avanti in termini di carriera, quanto in fatto di competenze e di professionalità. E allora la testa ti si riempie di domande, e inizi a renderti conto che l’età va avanti, che tre anni sono preziosi e se ne passano altri tre così, raggiungerai i trenta con un pugno di mosche in mano.
Inizi a sentire che a trent’anni all’estero si è già Associate Director, mentre qui i tuoi colleghi di quaranta sono ancora ad elemosinare una paga regolare e un briciolo di rispetto professionale. E allora è troppo, e il rispetto per te stessa inizia a prevalere sull’amore per il tuo paese, e inizi a pensare che le cose devono cambiare, non perché vuoi stare meglio, non perché “meriti di più” come a volte ti hanno detto quando tu continuavi a dire di voler restare; ma perché ti sembra che lo schiaffo lo stai dando non tanto a quelle “qualità” che a volte ti sono state riconosciute, quanto a tutto il lavoro che non solo tu hai fatto per arrivare ad avercele, quelle qualità.
E quindi parti. Ventotto anni, una laurea in ingegneria e tre anni di esperienza.
Parti e ricominci da zero, con un master in “Progettazione Sostenibile” (ma le fanno davvero queste cose altrove?), sperando che possa esserti da trampolino di lancio per un mercato del lavoro al quale non hai niente da vendere.
Parti, e arrivi in una città fredda, dove i pomodori hanno il sapore del detersivo alla menta e dove una stanza di sei metri quadri a cinquanta minuti dall’università costa quanto un loft in centro a Milano. Certo, l’inglese lo parli bene, hai anche un certificato con un bel “Proficient” stampato su, ma poi ti rendi conto che i tuoi professori e i tuoi colleghi hanno un ventaglio di accenti diversi e incomprensibili grazie ai quali non riesci a seguire né il filo logico di una lezione né le battute e le risate tra amici.
Insomma, per un anno la tua vita è una somma di battaglie che combatti per la prima volta: combatti contro la lingua, combatti contro le deadlines, combatti contro il ritmo frenetico della città, combatti contro la fretta di iniziare a mandare curriculum e fare colpo su quel mondo del lavoro che sembra il paese dei balocchi, combatti contro la voglia di lasciar perdere tutto e tornare ad abbracciare i tuoi.
Per un anno riesci a vedere, e a vivere, solo gli aspetti negativi del cambiamento.
Vedi il cibo che fa schifo e il clima freddo e umido, ma non hai tempo di girare per ristoranti etnici e di passare una giornata al parco. Vedi la freddezza degli inglesi a lavoro e la loro falsa cortesia, ma non hai modo di esplorare la Shoreditch piena di colori e di culture. Non hai tempo di uscire, figurati se riesci a prendere uno dei mille voli che partono ogni giorno dai quattro aeroporti della città. Solo dovere, niente piacere, perché sai che un investimento così (e non solo di soldi) deve essere sfruttato fino all’ultima goccia. Per fortuna iniziano a spuntare i primi alleati: per esempio nascono nuove famiglie, come quella che mi sono ritrovata intorno dopo pochi mesi, e grazie alla quale la battaglia sembra meno invincibile.
E alla fine arriva la luce. Ancora prima di iniziare la tesi, una delle quattordici aziende che hai contattato ti risponde, e cavolo! È  anche bella grossa!  E ti dicono che ti offrono un contratto a tempo indeterminato DA SUBITO (siamo pazzi?), e che capiscono che hai la tesi da portare avanti per cui puoi lavorare part-time per i primi tre mesi (ma davvero??), e che capiscono anche che ambientarsi in questa città è difficile, soprattutto a livello economico, per cui prima ancora che inizi a lavorare ti offrono anche quattromila sterline di benvenuto (no, qui stiamo delirando!). E quindi dai il tutto per tutto per lo sprint finale: per tre mesi lavori e studi per finire la tesi, prendi informazioni dal lavoro e li trasferisci alla tesi, prendi informazioni dalla tesi e le applichi sul lavoro, esci ancora meno e sogni il mare, ed evochi tutti gli antenati dei tuoi amici di Bari che ti inondano di foto di aperitivi in spiaggia al tramonto. Lavori come una formica impazzita fino alla consegna, e lì, finalmente, ti sembra che si aprano le porte della gabbia e possa finalmente correre verso la libertà.
E all’improvviso è proprio così che ti senti. Libera.
Libera di gestire il tuo tempo. Libera di gestire il tuo denaro. Libera di passare del tempo libero (libero??) con i tuoi amici. E libera di lavorare producendo qualcosa di utile e di significativo. Ti senti parte di una rete in cui davvero il lavoro premia, in cui puoi orientare la tua crescita professionale nella direzione che preferisci e in cui la collaborazione a tutti i livelli porta davvero a risultati di qualità. Ti rendi conto che il tuo capo ha trentotto anni ed è Associate Director, ha una moglie, due figli, una casa di proprietà. E poi ti rendi conto che nell’azienda sono tutti come lui! Non è un’eccezione! E allora inizi a capire che ti bastano pochi anni e neanche troppo impegno per raggiungere gli stessi traguardi, e inizi a pensare che quella sia addirittura la normalità da queste parti!
Pian piano inizi a vedere cos’altro c’è, oltre ai “Can I help you?” di plastica e ai pomodori acerbi. Inizi a capire che ogni sera puoi provare un ristorante etnico diverso. Che i weekend non ti bastano per fare tutte le mille cose che vuoi e che puoi fare a Londra. Che non hai abbastanza cene e pranzi liberi per incontrare tutte le persone che hai conosciuto nell’ultimo mese. E ti rendi conto che questa parte di vita merita davvero di essere vissuta per un periodo della tua esistenza.
Ecco, per un periodo. Perché, del resto, lo so che non ce la voglio passare tutta, la vita, in questa città.
Perché per ogni cosa che amo qui, ce ne saranno sempre dieci che amo della mia città e del mio paese, e perché in fondo il mio desiderio è sempre quello di tornare e portare con me quello che di bello e di importante ho potuto imparare.
E tutte le volte che torno a Bari, per un weekend, per Natale o per l’estate, c’è sempre una malinconia ed un malessere, a cui ormai sto cercando di abituarmi ma che credo di non poter sconfiggere: perché ogni volta che torni, il desiderio di restare torna a farsi sentire, e ripensi a tutte le volte che un tuo amico inglese ti ha chiesto “Ah, ma vieni dalla Puglia??Ma è bellissima! Perché sei venuta qui?!” e tu non sai bene che rispondergli. O meglio, lo sai, ma un po’ ti vergogni a dirglielo, che il vero motivo è che nella tua città non ti hanno permesso di diventare adulta e di vivere la tua vita in maniera autonoma. Perché è un po’ come dire ai tuoi amici delle medie che non puoi uscire da sola perché papà e mamma non vogliono. Perché è solo questo ciò di cui una ragazza a trent’anni non può fare a meno: l’autonomia. La libertà di poter vivere la propria vita con indipendenza e con dignità, senza dovere niente a nessuno.
E tutte le volte che torno la mia testa è sempre un po’ da un’altra parte, lassù, a scervellarsi su come e quando potrò riconquistarmela qui, per essere adulta anche in Italia. A pensare ad altre possibilità. A cercare esempi da seguire e idee da concretizzare. A provare a inventarmi un modo per essere adulta anche qui, dove ormai essere adulti sembra addirittura un privilegio.
SOSTIENI
#GliAnniInTasca è un progetto autofinanziato. Puoi partecipare anche tu sostenendoci con un piccolo (o grande) contributo. Questo il link per partecipare al crowdfunding su Paypal: https://goo.gl/mdcPRr
2 notes · View notes
fogliaditea-blog · 8 years ago
Text
Pinyin dòufǔ
Da due anni e mezzo non mangio carne, non mi ricordo nemmeno il momento preciso in cui ho detto basta, so solo che mi è venuto facile come se non l’avessi mai mangiata. 
All'inizio. 
La cosa più difficile del diventare vegetariani non è diventare vegetariani, ma farlo accettare agli altri. Per ogni argomento di vita e di morte ci sono come delle sette sataniche con lo scopo di farti sentire un deficiente perché scegli di fare ciò che loro non farebbero mai. È proprio il loro scopo di vita, citofona loro Equitalia per pignorare la tivvù ché non hanno pagato le tasse e loro rispondono Spè che c’ho da scrivere a un vegano che la pancetta èbbona. 
Li ignoro? Non sempre, a volte mi piacerebbe far capire loro perché, mi piacerebbe parare di alimentazione sana, mi piacerebbe poter dire di aver visto un video sugli allevamenti intensivi e sulla macellazione dei maiali e che mi è bastato guardare i primi quaranta secondi per rendermi conto che non avrei mai più visto il prosciutto come un alimento, vorrei poter dire questo e non sentirmi rispondere cose come “l’uomo è onnivoro - Ma allora i vitelli - ma anche le piante sono esseri viventi - ahahah che esagerata - dalla notte dei tempi si mangia carne - ah ma io alla carbonara non potrei rinunciare” e simili. Ho poca esperienza (due anni da vegetariana sono pochi) ma mi basta per capire che con la maggior parte delle persone non posso parlare di questo, non è verbalmente possibile, o si mettono sulla difensiva come se gli offendessi la mamma o trattano l’argomento con una superficialità ed un sarcasmo che li fa sembrare più stupidi di quanto già non siano. 
La cosa meno difficile del diventare vegetariani è mangiare, mangiare diventa una figata assoluta, ho letto un sacco di cose e mi documento ogni giorno su quale alimento in quale quantità fa bene a quale parte del corpo per quale motivo. Ho scoperto un bellissimo mondo non solo fatto di colorate fragoline lallero ma anche di video di autopsie per vedere quanto orrendo diventa un polmone se fumi, quanto schifo fa un fegato malato, come influisce un minimo di attività fisica sul sonno. Più scopro e meno so, non riesco nemmeno a immaginare quante cose io ancora non sappia e quante cose non saprò mai. 
A tavola mangio tantissimo, ho imparato i trucchi per rendere un piatto buono alla vista ché sembra una futilità ma fa la differenza tra lasciare il cibo perché non hai più voglia e finirsi un piattone di broccoli al vapore con la voracità di un affamato che assaggia una pizza. Prendo integratori di vitamina b12, mangio un quantitativo di frutta e verdura che cresce esponenzialmente, ho sostituito la pasta con la pasta integrale, il riso e i cereali. Mi piace tantissimo il tofu, giuro, è come la mollica di pane che da sola è gne ma se la pucci in un sugo di pomodoro piccante con le olive è un boccone di paradiso. Il tempeh a vapore con i peperoni è una delle cose che mi fa sbavare solo a pensarci e i legumi sono diventati pasto quotidiano.
A volte mangio il pesce, sto cercando di capire se e come evitarlo, sto studiando la cosa. Non sono perfetta, sbaglio spesso, vorrei che la mia alimentazione avesse come obiettivo quello di escludere quanto più possibile gli alimenti potenzialmente dannosi (ok anche troppa acqua può uccidere ma non fatemi le pulci sulle frasi, avete capito cosa intendo) ma ancora mi capita di mangiare un Kinder Pinguì d’estate o un risotto al gorgonzola a Natale e faccio quasi ogni weekend un dolce, possibilmente senza grassi e senza troppi zuccheri. Non sempre ci riesco (con gli zuccheri, con i grassi sì, addio burro). 
Ho perso i sei chili presi durante il primo anno di fidanzamento, da un anno corro e faccio esercizi, non ho più problemi di stomaco di nessun genere, mi sento meglio, mi sento sazia. 
Non ho mai voluto convincere nessuno a mangiare come faccio io, e non avete idea di quanto sarebbe figo se gli altri facessero la stessa cosa con me. 
4 notes · View notes
t4merici · 8 years ago
Text
Oggi non avevo tanto da studiare quindi ieri sera ho chiesto a mamma se stamattina fossimo potuti uscire a fare un giro. In realtà io uno scopo ce l'avevo: inizia il ciclo di diciottesimi che a tutti è toccato o toccherà e volevo comprarmi qualcosa. Fatto sta che ho rimediato solo una maglia, bella bella eh, ma mi manca il pantalone o gonna eventuale da abbinare. Comunque abbiamo incontrato zia e zio mentre eravamo fuori e alla fine siamo andati a pranzo al ristorante insieme. Ristorante piccolino, proprio vicino casa, quindi vicino al mare e quindi oggi sono stata di pesce. Seduta vicino a mio cugino più piccolo, 3 anni, che ultimamente si è fissato con me ed è un continuo "Miianna guadda" ma lo adoro troppo, un bene infinito. Che poi, proprio di fianco al nostro tavolo, ce n'era un altro con tutti ragazzotti, erano in 6 mi pare. Avranno avuto tutti tra i 18-19 anni, non gli do di più, un paio avevano ancora la faccia da bambini quasi. Mia madre a ridere tutto il tempo e a fare battutine e a dire quanto fossero carini, ma ci sta, era per scherzare. Mio zio che "mica fessi, vanno fuori a pranzo da soli senza donne, finché sono in tempo se la godono". In effetti si, erano lì a scherzare, a godersela, erano carini davvero. In particolare uno, bello proprio, con un maglioncino bordeaux. Anche lui aveva questo viso ancora liscio, pulito e quasi innocente, roba che tra qualche anno diventa un figo vero. E niente, sto ancora qui a pensarci a quel viso. Voi sconosciuti non potete mica essere così belli eh, se lo volete essere lasciate il numero almeno. Vergogna. P.S. mentre scrivevo le tag mi è venuto da pensare che non vedo l'ora di diventare maggiorenne per andare per locali a rimorchiare liberamente, sempre che non trovi un fidanzato prima. Cosa improbabile, cioè cose, entrambe improbabili. Per come sono io non ce la farei mai a rimorchiare decentemente, impacciata al massimo in quel campo.
2 notes · View notes