#perdere la pazienza
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romyy999 · 6 months ago
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Sono anni che sopporto,
butto giù il boccone amaro per quieto vivere,
se poi un giorno perdo la pazienza e vi butto addosso tutta la merda con la quale ho dovuto convivere a causa vostra,
non chiamatemi stronza,
ma fatevi un esame di coscienza.
- romyy999
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binniesoob · 2 years ago
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me, everyday: if i had polls I would-
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kon-igi · 1 year ago
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CARI AMICI UOMINI
Dopo avere letto una pletora di articoli di giornale polemichetti e frignosetti sull'argomento, mi permetto, in quanto tesserato da 50 anni presso il Patriarcato, di raccontarvi come andrà a finire.
Intanto due o tre considerazioni sulle donne.
Le donne non devono essere 'conquistate'... Le donne hanno voglia di trombare tanto quanto voi, quindi se non le state trombando significa che non vi vogliono trombare. Punto.
Non dovete convincerle, non le dovete ammansire o ammaliare, non stanno facendo 'le difficili'... non vi vogliono trombare per una serie di motivi che voi non capite o che magari non hanno voglia di spiegarvi, anche perché magari ci sono donne stronze (o stanche o a cui girano i coglioni per fatti loro) che non hanno voglia di dare spiegazioni.
Non vi hanno fatto perdere tempo facendovela annusare.
Magari è successo l'esatto contrario, perché loro si aspettavano un uomo più interessante, perdendo così tempo prezioso nel credervi migliori di quanto non siate poi risultati.
Nessuno deve niente a nessuna. E viceversa.
Impacchettate le vostre palle blu e segatevi a casa. Ri-punto.
Ho incontrato parecchi omuncoli tambleri con le palle e l'orgoglio feriti che, frignanti per le aspettative tradite, sentivano di dover in qualche modo pareggiare i conti...
Mi piacerebbe insultarvi in modo colorito e fantasioso ma credo che il vostro specchio ogni mattina stia facendo un lavoro migliore del mio.
E vi svelo un segreto, a voi che vi sentite demascolinizzati da tutte queste donne disinibite, rompicoglioni e pretestuose con le loro lotte femministe.
Le donne sono disinibite?
Scopatevi una bambola gonfiabile ascoltando in loop l'mp3 di vostra mamma che vi dice che voi valete.
Le donne sono pretestuose e rompicoglioni con le loro lotte?
Credo che 10.000 anni di patriarcato abbia conferito loro questo diritto e se a volte alcune polemiche possono sembrare davvero pretestuosamente costruite, pazienza... ci sta che per i primi tempi qualcha uomo possa pagare le colpe dei propri padri, dei propri nonni, dei propri bisnonni, di tutti i parenti defunti dal principio alla fine sino ad arrivare a quel coglione di Agamennone. Si difenderà e sarà riabilitato, lusso poco concesso all'altro 50% dell'umanità.
Se la vostra virilità è così fragile da sentirsi minacciata dalla normalità, allora si merita di essere distrutta senza rimorso alcuno.
Prima ci fate pace con questa consapevolezza, prima smetterete di lagnarvi e accetterete questa nuova normalità, più giusta perché restituisce allle donne il diritto negato da sempre di sentirsi intere.
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falcemartello · 5 months ago
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“Per l’uomo moderno è difficile praticare la pazienza quanto lo è praticare la disciplina e la concentrazione. Tutto il nostro sistema industriale incoraggia esattamente il contrario: la velocità. [...] L'uomo moderno crede di perdere tempo quando non agisce rapidamente; tuttavia, "Non sa cosa fare con il tempo che guadagna se non ucciderlo." (Cit.)
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lunamarish · 3 months ago
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Dicono che quando una persona ha compiuto la sua missione su questa terra, se ne va. Come se non avesse più nulla da fare qui. Siamo noi, che siamo ancora vivi, che dobbiamo trovare un senso al dolore, affinché non ci imprigioni e non ci faccia perdere di vista il nostro compito. Ma per ora dobbiamo avere pazienza. Prima di tutto, con noi stessi. Non esiste un manuale su come attraversare il nostro lutto. È personale e unico. E cercare di incasellarlo per la comodità degli altri non farà altro che prolungare indefinitamente la sofferenza e bloccarci in un pantano dal quale sarà difficile uscire. È necessario appoggiarsi alle persone che ci vogliono bene, come se fossimo bambini di nuovo. Abbiamo bisogno di loro per attraversare con fiducia questo sentiero sconosciuto, questo cammino misterioso che prima o poi tutti dovremo percorrere. Senza dimenticare, come disse C.S. Lewis dopo la perdita di Joy, che il dolore che ora sentiamo è parte della felicità di allora. Attraversare un lutto profondo è come rinascere. Ci sembra di attraversare un canale di parto oscuro, scivoloso, in cui ci sentiamo compressi, spaventati. In cui a volte non possiamo vedere la luce alla fine del tunnel. Ma un giorno sporgiamo la testa, vediamo il sole, altre facce ci sorridono. Ci rendiamo conto che non siamo soli. Che non siamo gli unici nell'universo ad aver sofferto una perdita. E, soprattutto, che i nostri cari che sono morti continuano a vivere nel nostro cuore. Il miglior omaggio che possiamo fare loro è vivere la nostra vita pienamente. Grati per il tempo che li abbiamo avuti accanto a noi e fiduciosi che un giorno saremo di nuovo insieme. Mi sarebbe piaciuto dirti addio.
(dal web)
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susieporta · 1 month ago
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IL PATTO FAMILIARE
In ogni famiglia esiste, implicito, un patto familiare.
Nessuno lo dice, nessuno ne parla e consciamente nessuno della famiglia sa che esiste.
Esso opera totalmente a livello inconscio e tuttavia guida silenziosamente ogni azione di ogni membro della famiglia.
Ne gestisce le scelte, il sentire, i pensieri e soprattutto - e questo e’ il suo scopo principale- lo mantiene legato al nucleo familiare come un patto di sangue o una fedele alleanza.
In questo la famiglia può somigliare in tutto e per tutto ad una cosca mafiosa che finché agisci come lei vuole, ti protegge e ti nutre, ma prova a fare un passo che tradisca quel patto e sei fuori, abbandonato, schifato e in casi estremi anche ucciso.
Ho visto persone brillanti, capaci, con immense potenzialità, sabotarsi e ridimensionarsi, all’apparenza immotivatamente, le ho viste soffrire e disperarsi, rovinare relazioni, perdere possibilità, sempre senza spiegarsi il perché.
Analizzandole in profondità scoprivo che provenivano da situazioni familiari chiuse, tipo setta, dove ogni membro aveva il solo compito di mantenere in vita il gruppo-famiglia.
Famiglie implose e collassate su se stesse, depresse, senza scambi creativi con l���ambiente esterno, piene di frustrazione e paure, e l’unico modo per sopravvivere e proteggersi e’ restare uniti nella gabbia.
Il problema e’ quando nasce la pecora nera, il cosiddetto paziente designato, cioè quello che e’ destinato a portare a galla il copione e sbatterlo in faccia alla famiglia, con la diretta conseguenza di essere sbattuto fuori come una minaccia.
Questi figli sono portatori di guarigione, prima di tutto per se stessi e poi anche per il sistema familiare.
Dovranno peró fare i conti con un’immensa solitudine, affrontare la vita da soli, senza quella rete che avranno i loro pari e che loro invidieranno.
Dovranno andarsene per ripulirsi, per curarsi, per vivere pienamente la loro vita.
In un certo senso loro sono chiamati ad uscire dal disagio senza creare un sintomo, non sempre questo e’ possibile.
Dovrete avere pazienza.
E’ un compito altissimo quello che vi e’ stato assegnato.
Di seguire solo voi stessi, spersi senza una guida ch’ abbia un volto a voi noto.
Dovrete imparare a piangere da soli, a credere in qualcosa che ancora non vedete.
L’universo pretende che viviate veramente, siete il primo della classe a cui viene chiesto s’impegnarsi di più, perché voi potete.
Avete questo seme in voi.
Non verrete mai lasciati a farvi una vita d’aperitivi e paghetta del papino e fettina della mamma.
L’universo chiama per nome le anime che devono portare guarigione, le scrolla e le scuote.
Tradire il patto, so bene, che comporta un profondo senso di colpa ma questa e’ la moneta di scambio, il prezzo da pagare per essere liberi.
Se iniziate a sentirvi in colpa verso la vostra famiglia, siete sulla strada giusta; perciò non arretrate per falsi paradisi.
Avanti con coraggio, avanti col cuore, prendete la vostra strada e spazzate via qualsiasi cosa s’intrometta tra voi e la vostra realizzazione.
E se vi chiamano egoisti, pazienza.
Voi soli sapete il prezzo che avete pagato e non certo alle masse addormentate ne potrete avere riconoscimento.
_ClaudiaCrispolti_
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gregor-samsung · 10 days ago
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" Restammo ancora a guardarci, io ben convinto a non porre per primo nessunissima domanda. Finché: «Io sono la zia» si decise riducendo la voce. «Lui dice che sono soltanto una cugina, ma in effetti sarei come e più di una zia, perché chi ha accudita la sua povera mamma fino all’ultimo se non io? Per sua fortuna è mancata prima di dover soffrire il peggio. Poi tutto è stato così difficile, nessuno potrà mai averne idea. Fino al giorno della disgrazia lo conoscevo poco, lui. Sempre stato in giro per il mondo, collegi accademia caserme. Ma da allora ho dovuto occuparmene io, si vede che così comandava il destino in Cielo. E sono ormai nove anni, sa?» Finii il caffè, rimasi con il bicchiere in mano. Il vetro era ancora fresco. «Nove anni» riprese in cantilena, quella sua voce sempre più sottile, «oggi è niente, ma in principio: oh, non voglio neanche ricordarlo il principio. Un giovane come lui, perdere gli occhi e una mano. Così: solo perché Nostro Signore non vuole nessuno contento a questo mondo. Alle manovre, giocando con una bomba. Dico giocando perché cosa sono poi queste manovre al giorno d’oggi?
Dia a me quel bicchiere.» «Il mio comandante mi ha spiegato» dissi. Per darmi un tono fissavo le mattonelle del pavimento. Ogni quattro formavano un disegno azzurro, una specie di arzigogolato fiore su fondo bianco. Dalle tende trasparenti alla finestra la luce si posava su quei fiori a raggera rilevandone l’esilità. «Un uomo come lui» seguitava adagio via via raggrinzendo e distendendo le rughe del volto. «Anche abbastanza ricco, sì. Lui ricco, mica io. Lo straccio d’una pensione di vedova, io. Ma lui: ricco. Neanche quarant’anni. Sano come un leone. E solo al mondo.» Schiacciai accuratamente la cicca nel piattino che mi aveva offerto come posacenere. «Gli stia ben dietro in questi giorni, mi raccomando» disse ancora. «Non deve mai lasciarlo solo. Lo sa, vero? E abbia pazienza, figlio mio, tanta santa pazienza. Non lo contraddica, non discuta per carità, gli dia sempre ragione, che lui parli o straparli. L’unica salvezza è rispondergli sempre sì. Sì e sissignore. Capito?» «Certo, signora.» "
Giovanni Arpino, Il buio e il miele, Baldini & Castoldi (collana Romanzi e Racconti, n° 5), 1993 [Edizione originale: 1969]; pp. 10-11.
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dinonfissatoaffetto · 21 days ago
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La letteratura nasce dalla difficoltà di scrivere non dalla facilità. Dove la penna ti si inceppa, dove non riesci a esprimerti, di lì e solo di lì potrai cominciare a fare letteratura. Scava in quel punto, lavoraci, rosicchia il tuo osso con pazienza. Tutto il resto puoi lasciarlo perdere: dove la penna scorre facile non nasce niente di buono.
- Italo Calvino
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scogito · 3 months ago
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Chi si è fatto il mazzo per uscire da situazioni schifose e ha dovuto lottare contro la sua pigrizia, affrontare tutte le sue giustificazioni, vedere le sue mancanze, i suoi disequilibri, la sua melma interiore, rendersi conto delle sue maschere, dei suoi schemi, del suo putridume, di quanto se la raccontava e di cosa ci fosse realmente sotto, non ha più pazienza di ascoltare le stronzate degli altri, nè la vuole trovare, perché è ben consapevole che il 90% delle volte sono soltanto discolpe, deboli volontà e scarsa pazienza.
Una persona simile non si autorizza più a perdere tempo con chi non vuole davvero uscire dal suo torpore, non può più farlo, proprio perché ha attraversato l'inferno e conosce molto bene i suoi trucchi.
Ti aiuta al meglio delle sue possibilità a capire in che razza di fogna ti trovi, ma non starà più a sopportare, né ad ascoltare scusanti. Ti lascerà al destino che ti sei scelto, nonostante il più delle volte dirai che non avevi scelta.
La società è piena di spiritualoidi che ti nutrono di bugie e di belle favolette, non vi servono a evolvere perché costoro servono l'illusione.
Se proprio vuoi avere una mano smettila di considerare l'evoluzione come una disciplina da studiare e rivolgiti a chi ti prende generosamente a schiaffi, a chi ti scuote, a chi ti dice quello che non ti piace. Alle persone non serve essere coccolate, anche se soltanto quello cercano, serve la capacità di ri-conoscere se stesse.
E questo non accade se aggiungi cavolate sopra quella su cui sei praticamente nato.
La Verità vuole coraggiosi, non è uno stecco di zucchero filato, è un Superiore che con tutta la bontà del mondo, ti prende anche a calci in culo.
.
Linktr.ee
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ragazzadalsorrisonero · 8 months ago
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è passato così tanto tempo dall'ultima volta che presi i miei spazi, è da un po' che non scrivo di me.
ma partiamo dall'inizio o dalla fine.
21 luglio 2023
un giorno d'estate come tanti, ancora inconsapevole dei molteplici cambiamenti che sarebbero avvenuti da lì ai mesi successivi.
rapporti d'amicizia chiusi.
rapporto chiuso con quel ragazzo che non sai nemmeno come definire il rapporto, in cui si è sempre disposti a fare funzionare le cose, e poi non funzionano, prendendocela con noi stesse, quando alla fin fine, nessuno ha colpe, semplicemente non è quella persona per cui ne vale la pena davvero dedicare il nostro tempo.
aver ripreso un rapporto d'amicizia con una ragazza d'infanzia, l'unica amica che ho tutt'ora.
aver deciso di non uscire più, solo il minimo indispensabile, come andare al lavoro, all'università e a fare spesa.
aver deciso di non postare più nulla sui social, tranne su tumblr, l'unico social diverso, lo sappiamo tutti.
aver deciso di chiudermi nella mia zona confort, che equivale ad alternare studio e lettura, tutto accompagnato da una buona tazza di thè caldo prima di andare a letto.
aver deciso di non intraprendere più nuove conoscenze.
aver deciso di dedicare tutta la mia pazienza e sforzi nel lavoro.
aver deciso di mettere al primo posto mia mamma e mio fratello.
aver deciso di non commettere gli stessi errori, per poi essere di nuovo punto e a capo.
tutto un “aver deciso di” e giustamente la prima domanda che una persona si pone è il fatidico “perché? perché queste scelte? sei così giovane”
non sono solita a criticare o giudicare certi stili di vita, eppure ogni volta che mi si pone questa domanda, la mia risposta è sempre la stessa “non voglio perdere tempo a divertirmi, voglio perderlo per costruirmi un futuro ed essere indipendente”
è così sbagliato?
è così sbagliato lavorare nel settore che più ti piace anche se la paga non è granché?
è così sbagliato lavorare per non avere quel macigno nel petto che porta il nome di “le mie spese sono tutte alle spalle dei miei genitori” ?
è così sbagliato studiare per avere un titolo che mi permetta di lavorare sempre nel settore che mi piace, ma allo stesso tempo avere uno stile di vita più appagato e un buon stipendio?
è così sbagliato essere selettivi con le persone, per il semplice fatto di non volermi circondare di nuovo da persone meschine, egoiste e false?
è così sbagliato mettere al primo posto la propria famiglia perché vuoi che stiano bene?
è così sbagliato voler rimanere a casa il venerdì sera o il sabato sera, anziché andare a ballare e ubriacarmi, solo per il pensiero di risparmiare soldi?
ripeto, non giudico certi stili di vita, ma perché giudicare la mia?
è così sbagliato tutto questo? porsi degli obbiettivi, fare progetti, è sbagliato?
siamo arrivati ad oggi, 4 marzo 2024.
in cui ho capito che stare da soli fa bene, ma starci per troppo tempo fa alquanto male.
in cui ho capito che avere soltanto due amici in croce è meglio che averne dieci di cui non puoi fidarti.
in cui ho capito che se voglio una cosa, la ottengo, con pazienza, determinazione e dedizione, ma la ottengo.
in cui ho capito che se una cosa non la faccio oggi, ma il giorno dopo, non succede nulla, basta farla, ovviamente dipendentemente dalle circostanze.
e siamo attivati ad oggi, 4 marzo 2024, in cui ho capito di stare finalmente bene dopo tanto tempo, così bene che ogni tanto durante la giornata mi chiedo “dov'è la fregatura?”
perché si sa, ogni momento di quiete prima o poi verrà spazzato via dalla tempesta.
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odioilvento · 9 months ago
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Ecco spiegato perché da quando ho cambiato lavoro dico che mi sono spenta.
Non è il lavoro e non è neanche il farsi il mazzo senza a volte fermarsi o mangiare, ma si può lavorare con gente così!?
Io ormai mi ci sono abituata, ho imparato a conoscere i limiti e ci passo sopra senza perdere tempo e pazienza. Il vero problema è che, se state male, questa gente dovrebbe salvarvi la vita.
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your-l0nely-star · 3 months ago
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—— 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐧𝐚 & 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐬𝐨.
—— levi ackermann x reader.
# uso della lingua italiana perché .. why not?
fem!reader, fluff, a little bit of smut. reader is younger than levi.
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levi ha trent'anni, un'ossessione per il pulito e la pazienza infinita per tollerare hange zoe, i piani strampalati di erwin e, dulcis in fundo, i - non più — mocciosi della squadra, ora più alti e barbuti rispetto a qualche anno fa.
è una giornata semplice, di quelle dove è piacevole uscire, mangiare un boccone e fingere che la città non possa essere presa d'assalto. è uno di quei giorni dove levi si lascia sprofondare goffamente sulla sedia in legno, il capo piegato all'indietro e la cravatta allentata, gli occhi socchiusi: i ragazzi devono essere usciti, oggi c'è riposo per tutti, persino per eren, martire di hange. forse sono tutti fuori, nessuno è ai dormitori, eppure .. un profumo delizioso invade le narici di ackerman, il quale corruccia la fronte li dove si vanno a formare poche rughe; chi è il matto che sta cucinando? e che cos'è questo fastidioso odore d'incenso che si fonde alla fragranza di vaniglia e dolciumi?
si tira su, le gambe snelle lo trascinano fino la stanza opposta, le finestre sono spalancate ed il sole picchia sul legno antico del pavimento, se solo non fosse così cosciente della sua essenza, levi potrebbe pensare di star sognando. passo dopo passo, silenzioso come solo un sicario saprebbe essere, s'introduce nella cucina e si poggia contro lo stipite della porta. avrebbe dovuto immaginarlo, avrebbe dovuto sospettarlo, che proprio Lei fosse rimasta nei paraggi dei dormitori. Lei, lei che non ha un nome, perché levi detesta pronunciarlo, detesta il modo in cui le vocali danno aria alla bocca e le consonanti invece s'arrotolano dalla lingua al palato, pruriginosa, tremendamente bella, spigolosa e morbida tutto assieme e soprattutto giovane, pura. è stato erwin ad accorgersene per primo, durante una spedizione, quando colti di sorpresa dal corazzato il cavallo di Lei è stato maciullato da un gigante di livello speciale e si è ritrovata a colpire con la testa un masso; levi ackerman è un uomo con la testa sulle spalle, lo sa di dover sacrificare i suoi compagni e persino sé stesso, ma Lei, Lei no, un fiore ancora in procinto di sbocciare, troppo giovane per avere le ginocchia sbucciate in quel terriccio. era corso indietro a riprenderla, rischiando di mandare a puttane l'intera spedizione sotto lo sguardo incredulo dei cadetti. levi si era giustificato appena, strafottente: "non possiamo perdere altri cadetti capaci" ed aveva chiuso il discorso, consapevole che erwin non c'avesse creduto neanche un attimo.
"cosa stai facendo?" la voce dura risuona nella cucina e Lei sobbalza, si tiene al bancone malandato ma perfettamente pulito, ha i capelli legati ai lati da un nastro bianco, i fianchi appena più larghi dello standard delle giovani donne del paese ed occhi grandi, pallida come se fosse malata ma sorridente.
“non l’avevo vista, capitano levi. sto preparando una torta, i rifornimenti in città questa volta sono stati appena più generosi ed ho pensato di cucinare il dessert per tutti noi. ”
e levi schiocca la lingua, non sorride ma fa un accenno e piuttosto si avvicina, passo dopo passo pare di varcare qualcosa di insormontabile, un confine che non dovrebbe essere neanche guardato da lontano, perché se eren yeager ha in mente di guardare cosa c’è oltre le mura, levi invece si tortura affinché non guardi oltre sé stesso ed il suo autocontrollo.
e c’è Lei, ancora, che fissa il capitano con un’espressione imbarazzata, le gambe di gelatina nel pensarsi stupida di fronte ad un uomo così affascinante e di pugno.
“ sei fin troppo generosa coi tuoi compagni, sei sempre così? “ non dovrebbero essere neanche affari suoi, ma come si può non farle domande?
“ uh — ” e Lei arrossisce, l’incenso pizzica il naso di entrambi e la giovane è fin troppo svelta nel correre a spegnerlo con un soffio, poi prosegue: “ sono felice qui, ci sono tutte le persone a cui voglio bene.. e mi piace renderle felici. ”
dolcezza di ragazza, ha le guance rosse ed il capitano Levi vorrebbe affondare i denti dove non è concesso, lambirne la pelle e stringerla ossessivamente, custodire quella grazia di donnina in una campana di vetro. il solo pensiero gli fa stringere i pantaloni.
“ vorresti rendere felice anche me? ” levi non ci pensa neanche, pronuncia quella frase così, con tono beffardo, le mani in tasca e la schiena dritta, una provocazione che forse Lei non coglie, perché sbatte le palpebre alcuni secondi prima di comprendere.
“ ..sì, certo che vorrei, lei è il capitano Levi e — ”
“ taci. ”
si avventa su di lei con il cuore in procinto di esplodere, l’irruente foga di chi per anni ha trattenuto quel fastidioso sentimento, qualcosa di paragonabile ad un pizzicotto che viene dato sempre sullo stesso punto e che poi diventa insopportabile come la punta del coltello che sfrega sulla ferita ricoperta di sale. levi è più alto di lei, le stringe i fianchi, affonda le dita tra le scapole ed il fondoschiena, una mano si chiude attorno la nuca di Lei.
tutto così sbagliato, tutto così inconcepibile, inammissibile, per il Capitano.
ma per Lei, per gli occhi immensi e quella bocca al sapore di panna e vaniglia, il capitano andrebbe persino all’inferno.
e Lei non se ne lamenta, anzi, ansima, si stringe al corpo del maggiore e pronuncia frasi sconnesse: non lasciarmi, ti ho aspettato tanto, ma allora mi vuoi anche tu? anche tu?
sì, sì che anche levi la vuole, l’ha sempre voluta, la ragazzina dai capelli lunghi che non sapeva usare il movimento tridimensionale, la stessa che cucina torte alla panna e sbatte con la tempia contro un masso durante la spedizione, la stessa che risponde a tono ma non comprende subito un doppio senso.
Lei, che ora giace a gambe aperte sul tavolo e le iridi si riempiono di lacrime, gli dona quell’involucro prezioso che per anni ha preservato per donarlo a qualcuno che avrebbe amato davvero, Lei che ora ficca le unghie tra le clavicole di quell’uomo che da sempre le tormenta i sogni, i giorni, contamina i suoi respiri, ed ora che Levi è sul suo corpo può osservarlo dal basso, può scoprire la meraviglia del suo respiro affannoso, il profumo della sua pelle e gli addominali scolpiti e lisci, le braccia forti ma mai violente con lei, la mascella contratta e dentro di sé c’è il mondo.
sotto di loro, il tavolo si sporca di liquidi, gocce di sperma e sangue, sono ingordi e si aggrovigliano, si divorano a vicenda e Levi ammette di star amando. la ama, la ama terribilmente, potrebbe morire per amore di quella ragazzina dai capelli lunghi, gli stessi che s’appiccicano sul suo seno e contro il petto di Levi.
il loro apice arriva come una lingua di fuoco, levi gode, Lei piange un po’, perché fa male, ed allora lui le bacia la bocca soffice con la tenerezza di chi ha ricevuto troppe frustate dalla vita.
levi si accascia sui suoi seni tondi, li bacia, bacia le clavicole, il collo, il mento, la bocca, prende aria ma è insaziabile di quel viso di caramella salata, le lacrime vengono rigettate dalle ciglia.
“ ti ho fatto male, non è vero? ” la sua voce è calda, il mondo pare essersi fermato e non è più mattina, sarà forse pomeriggio, dove il soffice sole diventa arancio ed illumina i loro corpi bagnati.
Lei tira su col naso, una vita di pugni e lavoro non l’hanno mai resa arida, solo diffidente, e oggi invece si sente di aver trovato casa, di essere piena d’amore.
“ fa sempre tanto male? così? ” chiede Lei, il pugno chiuso asciuga le lacrime da uno zigomo e ritorna a guardare il capitano, intento ora ad accarezzarle quelle guance irritate con occhi buoni, con la preoccupazione di averle fatto male. vorrebbe insegnarle tutto.
“ no, bambina, ti insegno io. ti piacerà di più, lo prometto. ”
Lei annuisce, lo stringe forte, la panna montata nel vassoio pare divenire liquida e l’incenso è del tutto consumato sul bancone grande.
levi non indossa più una maschera, il bambino fragile dentro di sé è inondato d’amore, è pieno di quella donnina e forse soffrire ne è valsa la pena, perché adesso è in paradiso.
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diluvioaluglio · 6 months ago
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il genere umano mi fa perdere la pazienza
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lunamagicablu · 5 months ago
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Trova un posto per sederti. Siediti. Resta in silenzio. Dovrai fare affidamento su affetti, letture, conoscenze, abilità – più di quante tu ne abbia – ispirazione, impegno, maturità, pazienza, perché la pazienza congiunge il tempo all’eternità. Dubita del giudizio di chi elogia i tuoi versi. Respira con respiro incondizionato l’aria non condizionata. Lascia perdere i fili elettrici. Comunica con lentezza. Vivi una vita a tre dimensioni; stai lontano dagli schermi. Stai lontano da tutto ciò che offusca il luogo in cui si trova. Non esistono luoghi che non siano sacri; soltanto luoghi sacri e luoghi profanati. Accogli quanto viene dal silenzio. Fanne il meglio che puoi. Con le minute parole che a poco a poco nascono dal silenzio, come preghiere riverberate verso chi prega, componi una poesia che non turbi il silenzio da cui è nata. Wendell Berry **************************** Find a place to sit. Sit down. Remain silent. You will have to rely on affections, readings, knowledge, skills – more than how many you have - inspiration, commitment, maturity, patience, because patience joins time to eternity. Doubt of judgment of those who praise your verses. Breathe with unconditional breath no air conditioning. Forget the electrical wires. Communicate slowly. You live a three-dimensional life; stay away from screens. Stay away from all that that obscures the place where it is located. There are no places that are not sacred; only sacred places and desecrated places. Welcome what comes from silence. Do the best you can. With the minute words that little by little are born from silence, like prayers reverberate towards those who pray, compose a poem that doesn't disturb the silence from which it was born. Wendell Berry 
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riflussi · 4 months ago
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Ho scritto una poesia per te, ma non credo basti.
Continuo a rimuginare, a cercare una soluzione per questioni che al momento non hanno risposta.
Ho la forza di mettermi in gioco per poi perdere? Forse è proprio questo che mi spaventa, ciò da cui vorrei proteggermi.
Spero tu abbia la pazienza di sopportare tutti i miei pensieri negativi; spero tu possa apprezzarmi per ciò che sono davvero, perché ho paura tu non riesca.
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antod0 · 5 months ago
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Come tutti gli anni, mi ritrovo su questi canali, il giorno dopo il mio compleanno, a ringraziare pubblicamente tutte le persone per gli auguri ricevuti.
Come tutti gli anni mi sono sforzato di rispondervi singolarmente, perché non esiste risorsa più preziosa del tempo, e averne sprecato un po’ per me mi rende orgoglioso e felice, ma anche debitore nei vostri confronti (minchia quanto sono pesante).
Come tutti gli anni, mi lascio andare ad un flusso di coscienza, per esorcizzare il tempo che scorre, e quest’anno la carta d’identità dice 39, zio pera!
Ho in mente da giorni una canzone, che grazie a san remo, è tornata prepotentemente nelle mie playlist.
La canzone è “sogna ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni; il primo verso di questa canzone recita
“E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte”
Questo verso mi ha fatto riflettere su come non debba essere possibile soccombere a chi sbraita di più, a chi fa più rumore (e come mai sto parlando proprio di Giorgia Meloni?), a chi si deve per forza dimostrare virile in ogni situazione.
Questa verso mi ha fatto riflettere su quanto oggi ci sia bisogno di non esasperare sempre più l’io, di non dover raggiungere la vetta a tutti i costi, di non poter accettare un fallimento.
Questo verso mi ha fatto riflettere su quanto, oggi più che mai, ci sia bisogno di gentilezza, di ascolto, di darsi agli altri.
Credo sia una cosa fondamentale guardare a chi ci è davanti, anche per una semplice questione migliorativa verso sé stessi, ma questo non deve mai prescindere dal guardare chi è dietro di noi, chi sta peggio, chi ha bisogno di aiuto.
Singolarmente valiamo poco, come comunità abbiamo possibilità di sopravvivenza.
L’augurio che personalmente mi faccio è di non perdere mai la capacità di ascoltare gli altri, di avere pazienza sempre di più verso mio figlio, di essere sempre più unito con mia moglie.
Vorrei non perdere mai la capacità di ridere e di vedere il sorriso negli altri.
State vicino a questo ragazzino che sta invecchiando
Vi voglio bene
Antonio
Ps nella foto non sto dormendo, stavo solo elaborando tutto questo che ho appena scritto
Peace.
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