#perché sono povero
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🔴🇮🇹 VITA E DESTINI DIVERSI: PERCHÉ?
siamo diversi, anche nella stessa famiglia, perché le immagini, i pensieri, le emozioni, i pensieri e la ripetizione degli stessi, da piccoli, plasmano il nostro futuro destino!
la vita si modella inconsciamente e poi si chiama destino!
Già!
90 persone su 100 credono al destino come credevo io quando ero un ragazzino e poi uno studente lavoratore senza una lira in tasca!
Poi, nel cammino della mia vita, ho scoperto che nulla succede per caso e che il famoso destino è generato dal nostro subcosciente ed ho stravolto e capovolto in bene la mia umile vita a 360 gradi!
Perché ti racconto ciò?
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theancientwise · 5 days ago
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Il modo in cui la guarda...
L'interesse con cui la ascolta raccontargli il suo passato...
Il suo timido abbassare lo sguardo e il suo sorriso...
Lo stupore e l'esitazione di lui quando lei vorrebbe andare via...
La sua paura che la sua presenza le dia fastidio...
Il suo desiderio di meritare la fiducia di lei e il voler stare con lei, anche solo per un'ora...
La gioia e il sollievo di lui quando lei accetta il suo invito...
è palese, signori: tancredi, anche se non lo ammetterebbe mai, è profondamente innamorato di rosa. Io mi rifiuto di credere che stiano creando una storyline così bella e dolce tra loro due solo per farla mettere insieme a marcello alla fine. MI RIFIUTO CATEGORICAMENTE.
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3nding · 1 month ago
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Facciamo un po’ di chiarezza.Nel 1941, l'Italia di Mussolini invade la Jugoslavia e si annette una fetta del suo territorio: parte delle attuali Slovenia e Croazia. Gli invasi sono obbligati a parlare in italiano e a sottomettersi al fascismo.I dissidenti vengono rastrellati, fucilati oppure mandati nei campi di concentramento italiani (Arbe, Gonars, Monigo, Renicci e via dicendo).Furono mandate nei campi poco meno di 15.000 persone.Circa uno su dieci, tra loro, morì lì dentro per denutrizione o malattie.“I battaglioni fascisti si distinguono in particolare per la crudele malvagità, distruggendo, devastando, incendiando villaggi e città, assassinando vecchi, donne e bambini, superando in crudeltà le stesse orde tedesche” (Enzo Misefari)La ex Jugoslavia, alla fine della guerra, contò circa 1 milione e mezzo di morti su 16 milioni di abitanti (per capire le proporzioni: la seconda guerra mondiale, in Italia, provocò circa 300.000 morti in tutto, su 45 milioni di abitanti).Ci odiavano, insomma, e avevano tutte le ragioni per farlo. Noi eravamo gli aggressori, gli invasori, loro le vittime. Le foibe furono l’orrenda reazione a tutto questo da parte dei titini.Ed è più o meno inutile specificare che chi sminuisce o, addirittura, gioisce di una mostruosità simile, sia solo un povero imbecille.Ma la storia andrebbe sempre raccontata tutta, perché siamo un paese in cui la gente ha la memoria storica di un pesce rosso. E chi ritiene di poter utilizzare le foibe per una sorta di delirante “par condicio” da affiancare all’olocausto e alle leggi razziali, quando, al tempo stesso, diserta il 25 aprile reputandolo “divisivo”, è solo un patetico, piccolo, vermiciattolo fascista. - Emiliano Rubbi, fb
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Definisci l'amore
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Mi hai chiesto di dirti che cos'è l'amore per me. Ti ho risposto che è un po' come sentirsi lontani dal proprio quartiere, stando seduta a sera su una panchina di legno in un sobborgo anonimo di un'altra città. In un'altra nazione. Vedi gli altri che procedono tranquilli, camminando per i fatti loro: chi mano nella mano, chi chiacchierando animatamente e ridendo a tratti. Altri guardandosi in silenzio negli occhi, mentre sgranocchiano patatine. 
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E tu ti senti stringere il cuore: sola, lontana dai tuoi cari e dalle mani che t’accarezzavano da bambina. Poi t'alzi e t'incammini. Svolti l'angolo e... vedi casa tua! Non te lo saresti mai immaginato. Assurdo ma vero! Casa tua... in un’altra nazione. Ecco: l'amore è una gioia improvvisa, impossibile da prevedere e da realizzare, se solo provi a costruirlo con razionalità. Un tuffo al cuore in un mare di estrema malinconia. Un vero e proprio, improbabile ufo nella tua vita.
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E come hai fatto tu a portare casa mia dentro il mio corpo, inaspettatamente, senza nessuna logica o razionalità, solo Dio lo sa. Ho partorito il primo figlio da neppure un mese. Ho un marito che mi adora, non vediamo l'ora di veder crescere il nostro bambino e invece tu mi sei entrato in testa, nel cuore e da stasera direttamente anche nel culo: l’hai voluto fortemente come prima cosa. Non ho saputo dirti di no. Tutto dopo una corte brevissima ma irresistibile. E mi piaci da morire. Mi sento molto in colpa.
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Ma paradossalmente, soprattutto perché a mio marito, mio fidanzato da quando avevamo quindici anni, il culo non l'ho mai dato e a te invece... E quindi adesso eccomi qua: immobilizzata sotto il tuo corpo possente, in questo ritaglio di tempo rubato alla mia famiglia esemplare e perfetta. Da me già tradita dopo neppure un anno di matrimonio. A cercare di allargare le natiche un po' di più, per farti entrare meglio e darti più piacere nell’incularmi.
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La mia prima volta nel culo... con un perfetto estraneo! Non ci posso credere! Ma godo, godo, godo. Come una troia che risponda solo ai suoi istinti. Senza alcuna morale o principio. Respiro l’odore forte e prepotente del tuo sudore e mi piace che entri nei miei polmoni: lo aspiro fortissimo, come se fossi in un parco d’autunno dopo la pioggia. Mi pervadi, mi possiedi. Sono la sposa di un altro. Penso al mio povero marito ignaro, che mi ama da impazzire e bacia la terra su cui cammino. Per me lui fa veramente tutto. Mi vizia. Mi riempie di cure e doni.
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Ha ogni giorno un nuovo pensiero per me. Senza sapere che sto iniziando da oggi a dare tutto il mio corpo anche a un altro uomo, conosciuto da meno di una settimana! Godo come una puttana. Perché forse in fondo in me già c'era, senza saperlo: tu hai solo saputo farla arrivare in superficie. Ma ora non far caso ai mei scrupoli. Perché più mi sento in colpa, più godo nel mettergli le corna. Baciami il collo e la schiena. E poi spingi di più. Con una mano stritolami un capezzolo, strapazzami un seno e usa l’altra per torturarmi la fregna. Sgrillettamela, allargamela. Fammi male, fammi espiare. E poi sborra pure dentro di me quanto vuoi, liberamente. Fammi sentire la puttana che oggettivamente sono.
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RDA
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moonlit-sirius · 12 days ago
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Barty and his little miracle
Rosekiller + Jegulily & Harry mention + Xenodora & Luna
Angst! Hurt/Comfort! 2.4k words! read also here
“Can we put on Fade? Batty, can we put on Fade?” Luna says excitedly as she squirms in her car seat while Evan tries to buckle her belt.
“Lulu, sweetheart, stop moving around or I can't buckle you in your car seat.” Evan says softly and finally manages to buckle up the seatbelt. He sits in the passenger seat, Barty in the driver's seat fumbling with his phone trying to connect it to the bluetooth.
“It’s called Fede , Lulu, and yes of course we can put it on.” Barty says, finally connecting the bluetooth and putting the song on.
So, how do I know how to get God’s voice? Amen. 
The first notes of the song fill the space as Barty turns up the volume. Him, Luna and Evan sing the only English part of the song.
È sulla Fede che si basano i mercati
E il valore dei contanti
È Fede pure quella degli innamorati
Per le parole dei cantanti
Evan had started learning Italian not so long ago but he never managed to sing along to this one song, his words getting all jumbled together while Barty, who was fluent in italian, sang it perfectly. Luna was more than happy to clap her hands and squeal at her favorite parts.
Ma va bene così
C'è chi crede alla giustizia divina
Chi aveva Fede ed ora c'ha una fedina,
Evan wasn't particularly sure what the interpretation of the song was. Duolingo was too busy teaching him how to say tomato rather than showing him words that appeared in the song.
Con la Fede ci gioca la scienza
Fino a che non fa passi avanti
Il partito dei mammut aveva fede nell'identità di specie
Ed ora sono elefanti, mhm?
Although knowing Barty, he probably had a particular interpretation of the song that no one even thought of. Evan knew faith had to be at least part of the topics the song covered, even if in an ironic way.  
Ma va benе così
C'è chi ancora scambia Fede e fiducia
Anche se una si beve, mentre l'altra si ciuccia (Eh, eh)
Luna always sang the little (Eh, eh) part and Barty and Evan always smiled at that.
Ci sono fedi cieche per chi ha gli occhi aperti
Danno fastidio in una bolla
E fedi cieche perché per orientarsi picchiano con il bastone
Senza senso di colpa
Barty stopped at the red light, glancing back at Luna who gave him a toothy smile and then at Evan. It was almost like Barty was checking that they were still there with him and it wasn’t a fever dream.
Alcuni sono ciechi perché è la strada da fare
Altri perché era un po' più facile parcheggiare
E io tutta la Fede che c'ho, l'ho in te
Come la mettiamo?
Barty always looks at Evan when saying the last two lines. Or when he was driving with Evan and Luna he simply squeezed Evan’s knee. Evan knew what that part meant. He looked it up after enough times of Barty looking at him. (He didn't want to look up the rest of the song because he wants to figure it out on his own once Duolingo fucking teaches him something more than to ask for a coffee.)
Fede, spaccami le ossa, baciami la testa
Dimmi che va tutto bene
Fede, basta aver Fede, sì
Fede, bruciami i pensieri, fottimi il domani
E dimmi che era meglio ieri
Fede, basta aver Fede, sì
Barty always said he hated kids. That he couldn’t stand them. That he’d never had kids.
All the kids in their friend group begged for Barty to babysit them. Luna, Harry, Teddy and occasionally little Draco.
Dicono c'è chi ha Fede ancora nel futuro
In una barca che scompare all'orizzonte
In un aereo che precipita sicuro
Tra i sorrisi di conforto della hostess
Barty and Evan. Evan and Barty. They were a package deal. Despite thinking, and never admitting, for years that they were platonic and really close they eventually realized that it was more than that. (Regulus had closed them in a room and threatened them to leave them there until they talked.)
E c'è chi prega per un Cristo povero
E chi dorme comodo fra i poveri cristi
C'è chi si fida della mano del biscotto, che è la stessa del guinzaglio
Tipo i cani e gli artisti
As much as Barty and Evan were emotionally constipated they made it out of that room. After 4 hours but they made it. Awkward conversation and messy snogging later they made it.
E sai, Federica, la Fede non è fedeltà
Ed io mi ammazzo se finiamo come mamma e papà
Barty didn't talk about his parents and looked a bit bitter about this line in particular. Well- not bitter but like it was a promise he was making to himself or something to remind himself.
Fede, spaccami le ossa, baciami la testa
Dimmi che va tutto bene
Fede, basta aver Fede, sì
Fede, bruciami i pensieri, fottimi il domani
E dimmi che era meglio ieri
Fede, basta aver Fede, sì
“My favorite part!” Luna squealed in excitement, kicking her feet and holding onto her seatbelt, eyes trained on Barty as she waited for him sing it.
La mia Fede non è niente di speciale
È aspettarsi di trovarti sempre là
Dall'altra parte, non importa se di un letto, se di un viaggio, se di un sogno
O del biliardino al bar
È l'illusione che una persona soltanto
Possa ridarmi Fede in questa umanità
È la speranza, forse folle, che tu voglia
Finire i ritornelli che lascerò a metà
Fede, spaccami le ossa, baciami la testa
Dimmi che va tutto bene
Fede, basta aver Fede, sì
Fede, bruciami i pensieri, fottimi il domani
E dimmi che era meglio ieri
Fede, basta aver Fede, sì
Luna loved this part even if she didn't know the words. Once Pandora was riding with them and later asked Luna about it once Barty and Evan had dropped them off at home. 
“The way he sings it, Mama! The first part is all,” Luna scribbled on a sheet of paper with a dark blue crayon sharp, aggressive and jagged lines, “but that last part is all,” Luna took a light blue crayon and scribbled softer, not putting as much pressure, lines. “and and and he- he looks at Evan!” Luna concluded, looking very proud of her explanation.
“Ohh… I understand now, sweetheart. Thank you.” Pandora said, listening to whatever Luna had started rambling on about immediately after.
*
Barty calls Luna his little miracle.
As much as he said he hated kids, Evan had found him looking at videos about newborns and how to take care of them not long after Pandora announced her pregnancy. Barty denied that firmly.
Three months into Pandora’s pregnancy, Barty gets a call. A call from his father of all people. He almost didn’t answer but something made him hesitate. He answered.
Barty was expecting his father to yell at him about something he was disappointed in blah blah blah. What he did not expect was his father saying in a clipped tone that Barty’s mother had died in a car crash before ending the call.
Something fell on the floor. A faint noise that sounded distant but also close to his feet. Ah. It probably was his phone. When did he drop it?
Transport, motorways, and tramlines
Starting and then stopping
Taking off and landing
The emptiest of feelings
Disappointed people
Clinging on to bottles
And when it comes
It's so, so disappointing
One second he’s home alone. One second he’s at his mothers funeral. One second he hasn’t gotten out of his room for days on end. Evan knows better than to force him to talk about it. Food and water appeared on his nightstand and Evan was there to hold him whenever he wasn't at work.
Barty cried. Cried thinking of his mom. A part of him regretted running away from home at 17. Felt like his mom deserved it more than him. He kept in contact with her obviously. Picked her up every Sunday and went to church together.
Let down and hanging around
Crushed like a bug in the ground
Let down and hanging around
Barty wasn’t religious but was raised so. He liked saying grace with his mom and going to church with her. He never minded religion if it was the sides of it that he associated with his mother. Kindness. Respect. Love. His mother supported him when he started trying out new styles or hair colors. Always saying how lovely he looked and even borrowing his leather jacket from time to time so she could be cool as well. Barty had begged her to come with him when he ran away. That he had everything set. “Send me a pic of you and Evan when you get everything sorted at the apartment, hm?” she had said seconds before he last stepped foot in that house.
Barty wasn’t religious but was raised to do so. He didn't like his father or the way he treated him. He minded and hated religion if it was the sides of it that he associated with his father. Hatred. Discrimination. Control. His father never loved or liked him. Never supported him. Threw away his clothes because his image was more important than his son having any sort of interest or personality. Always throwing insults or hands. His father hadn’t even cared when Barty ran away. At that point he had given up on Barty. Probably was even happy when Barty left.
Barty growing up did everything to please his father and mother. Was top of his class. Never swore. Was the son his father wanted but ha was also never enough. Too loud. Too clingy. Too annoying. Too much of a crybaby.
Shell smashed, juices flowing
Wings twitch, legs are going
Don't get sentimental
It always ends up drivel
Barty was blonde and had freckles all over his face and shoulders. He hated his blonde hair. Exactly like his father’s. So he dyed it all sorts of colors. Well, at least being a blonde saved him money on bleach. He loved his freckles. His mom had even more freckles. As a child he always traced them with his finger, connecting them. 
Leaving home was hard. He had never felt more liberated and trapped at the same time. His friends came over often and Evan was always there for him and Barty was there for him. His mom was still in his life and healthy. After the adrenaline of finally having gotten out ran out he did not get out of bed for 2 days. That had scared Evan shitless but thankfully Regulus and Sirius explained that it was normal, as normal and sane as they all were really. 
One day I am gonna grow wings
A chemical reaction
Hysterical and useless
Hysterical and
“I grew wings, Rosie.” Barty murmured at the end of those 2 days.
Let down and hanging around
Crushed like a bug in the ground
Let down and hanging around
Let down again
Let down again
Let down again
“Wings? What do you mean, Bats?” Evan asked, jolting awake after not having heard Barty’s voice for days.
You know, you know where you are with
You know where you are with
Floor collapsing
Floating, bouncing back
“I finally grew wings.” Barty answered quietly, snuggling closer to Evan and looking up at him, eyes glassy.
And one day I am gonna grow wings
A chemical reaction (you know where you are)
Hysterical and useless (you know where you are)
Hysterical and (you know where you are)
“Oh, love…” Evan sighed, realization hitting him all at once. He caressed Barty’s cheek tenderly.
Let down and hanging around
Crushed like a bug in the ground
Let down and hanging around
Barty used to play ‘Let Down’. A lot. Sort of gave him hope. He played it on repeat for hours some days before running away.
Eventually Barty got out of bed. Started functioning as a human being again. Didn't talk about it but he went to the graveyard often. Bringing flowers to his mother’s grave and talking to her.
Another call. It was Pandora. Her water had broken and was at the hospital with Xeno, waiting for them. 
They got there before Regulus, James and Lily who lived much closer and knew the route to the hospital better, courtesy of James.
There were some complications when Luna was born. Everyone was freaking the fuck out. Lily and Narcissa didn't have any complications with Harry and Draco so no one knew what to do.
Barty wasn't religious even though he was raised to be religious he didn’t believe. At first he did, he was a child. Growing up he stopped believing but still went to church for his mom, to make her happy.
That night Barty prayed. A rare thing really. Only if he was desperate and did not know what to do. He kept pacing the corridor. The only other time he had done so was when he and Evan had gotten in a bad car accident. Barty shaking Evan. Trying to wake him up. Barty’s right arm was broken.
Luna was born healthy but Pandora had to stay in intensive care for some time.
Barty and Evan took it upon themselves to look after Luna while Pandora recovered and Xeno took care of her.
Regulus spent more gas driving back and forth to Pandora’s house and Barty and Evan’s apartment than he ever has. Trying to be there for Pandora and Xeno as well as Evan and Barty with Luna while also being at home to take care of 6 month old Harry.
Taking care of Luna with Evan and helping out Pandora and Xeno as well as Regulus with Harry effectively managed to pull Barty out of whatever trance he was in after his mothers death.
He still wasn't over it. He might never be. 
He looked at the tiny bundle in his arms, gently swaying from side to side while humming a soft tone.
Evan walks in, milk bottle in hand. He stops at the door frame and looks at the scene in front of him.
It’s 3:41am and they were supposed to feed Luna. Barty’s hair was a mess. Green and black strands sticking in all directions, roots blonde and overdue for a round of dye. Barty was humming ‘Let Down’ by RadioHead and Luna had finally calmed down.
“You are so loved, Luna. So so loved. I Love you so much.” Barty murmured quietly to her, standing in front of the window, letting the moonlight illuminate them faintly.
*
“Batty! Abacaba!” Luna squealed in her carseat. 
“Abracadabra by Lady Gaga for, my liege.” Barty said with exaggerated hand gestures as Evan shook his head and sighed, putting on the song requested by Luna.
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canesenzafissadimora · 4 months ago
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L'altro giorno, ero al supermercato a fare la spesa intorno alle 18:30 quando un uomo anziano è entrato nel corridoio della pasta e mi ha messo una mano sulla spalla. Ho sobbalzato. La mia prima reazione è stata quella di arrabbiarmi e chiedergli di non toccarmi. Poi ho notato qualcosa. L'uomo stava piangendo. Sembrava sconvolto e confuso.
Improvvisamente mi ha chiesto: "Sai dov’è mia moglie? La sto cercando." Gli ho risposto che non lo sapevo e gli ho suggerito di chiedere aiuto al banco informazioni per trovarla. Pensavo che l'avesse persa tra le corsie. A chi non è mai capitato? Ma mi sbagliavo.
Ha continuato a chiedere: "Dov'è mia moglie? Era proprio qui." Le lacrime gli riempivano gli occhi. Gli ho detto di nuovo che non ne ero sicura e gli ho proposto di accompagnarlo al banco del servizio clienti, dove avrebbero potuto fare un annuncio tramite gli altoparlanti. Ha accettato.
Lì, la donna al banco ha chiesto un nome. Lui mi ha guardato, come se fossi io ad avere la risposta. La donna ha alzato gli occhi al cielo e si è rivolta a me: "Signorina, ha IL NOME?" Le ho spiegato che non conoscevo quell'uomo e che non avevo più informazioni di lei. "È uno scherzo?" ha chiesto. A quel punto mi sono resa conto che quell'uomo non era semplicemente confuso, ma affetto da Alzheimer. Avendo avuto un nonno con questa condizione, lo riconoscevo fin troppo bene.
L'ho portato all'area ristoro e ci siamo seduti. Ora tremava e piangeva piano. "Dov'è il mio amore?" Gli ho preso le mani e gli ho chiesto se avesse un cellulare. Mi si spezzava il cuore per lui. Mi ha detto che non ne era sicuro, così gli ho chiesto se potevo cercare nelle sue tasche. Ha acconsentito. Con attenzione, ho trovato un piccolo cellulare a conchiglia. Ho cercato tra i contatti e ne ho trovato uno chiamato "Figlia Krissy". L'ho chiamata subito. Ha risposto in pochi secondi.
"Pronto?" ha detto, con la voce già preoccupata. Le ho spiegato che ero con un uomo anziano che presumibilmente era suo padre. Che eravamo al supermercato di Lane Street e che lui era molto sconvolto e turbato.
"Sto arrivando," ha detto. "Puoi assicurarti che non si allontani?" Ha continuato: "Grazie, grazie mille. Sto venendo."
Per circa 20 minuti, sono rimasta seduta con uno sconosciuto in lacrime. Gli ho tenuto le mani. Gli ho asciugato le lacrime. Quando ha tremato, gli ho messo la mia giacca in grembo. Gli ho dato le risposte di cui aveva bisogno in quel momento. L'ho tenuto lontano dal vagare. Perché era il minimo che potessi fare.
Improvvisamente, è entrata una giovane donna alta, che sembrava avere circa 28 o 29 anni. Lunghi capelli neri e occhi verdi. Ci siamo scambiati uno sguardo e lei si è precipitata verso di noi. "Grazie. GRAZIE," ha detto. "Dovevo assentarmi solo per un'ora, e questo succede. Sapevo che non avrei dovuto lasciarlo. Mi dispiace tanto." Mi ha spiegato che a volte lui si allontana per cercare sua moglie. L'ha persa 13 anni fa, ma non smette mai di cercarla.
Ha aiutato suo padre ad alzarsi dalla sedia e mi ha ringraziato ancora una volta. Mentre uscivano, l'ho sentito dire di nuovo: "Dov'è mia moglie?" Mi si è stretto il cuore, ma ero così felice di vederlo con la sua famiglia di nuovo.
Condivido questa storia non solo perché quest'uomo mi ha toccato il cuore, ma per dire questo: La maggior parte del mondo sono estranei per te. Lo so. Ma non dimenticare mai che condividiamo tutti questo mondo e, in esso, possiamo condividere gentilezza. È l'unica cosa che può farci andare avanti. Se vedi qualcosa, fai qualcosa. Non sai mai quanto grande può essere il tuo impatto sulla vita di qualcun altro.
Non mi importa che il carrello della spesa che avevo lasciato nel corridoio della pasta durante il trambusto sia stato svuotato e messo a posto. Non mi importa di aver cenato un po' più tardi quella sera. Di essere tornata a casa e di aver pianto in cucina per questo dolce, povero uomo. La gentilezza non costa nulla.
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angelap3 · 5 months ago
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Non posso fare a meno di chiedermi perché il Grande Fratello piaccia tanto al pubblico italiano.
All’inizio l’ho guardato per curiosità: cinque minuti e basta. Poi la noia mi ha preso. Il tempo, mi sono detto, è una cosa troppo preziosa perché io lo possa buttare in questo modo. Ma perché un italiano su tre, di quelli che la sera accendono la televisione, lo vede? E come sempre la prima risposta che mi è venuta in mente è stata“tutti lo vedono perché tutti lo vedono”.
Tutti fanno ciò che gli altri fanno: è il principio base del conformismo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, però, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine. Non sono meno solo ma sono più povero, questo sì!
La povertà del futuro sarà l'ignoranza, e le differenze sociali degli anni a venire saranno stabilite, più che dal denaro, dalla cultura di chi sa qualcosa e di chi non sa niente, da chi è ancora in grado di pensare con la propria testa e chi no.
Luciano De Crescènzo, Il caffè sospeso
#cultura #istruzione #televisione
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vecchiorovere · 5 months ago
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Non posso fare a meno di chiedermi perché il Grande Fratello piaccia tanto al pubblico italiano.
All’inizio l’ho guardato per curiosità: cinque minuti e basta. Poi la noia mi ha preso. Il tempo, mi sono detto, è una cosa troppo preziosa perché io lo possa buttare in questo modo. Ma perché un italiano su tre, di quelli che la sera accendono la televisione, lo vede? E come sempre la prima risposta che mi è venuta in mente è stata“tutti lo vedono perché tutti lo vedono”.
Tutti fanno ciò che gli altri fanno: è il principio base del conformismo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, però, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine. Non sono meno solo ma sono più povero, questo sì!
La povertà del futuro sarà l'ignoranza, e le differenze sociali degli anni a venire saranno stabilite, più che dal denaro, dalla cultura di chi sa qualcosa e di chi non sa niente, da chi è ancora in grado di pensare con la propria testa e chi no.
Luciano De Crescènzo, Il caffè sospeso
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fatticurare · 4 months ago
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La vicenda che ha visto la morte del povero ragazzo costretto a vivere in un garage perché mandato via da una casa di un attivista di un centro sociale impegnato in manifestazioni contro gli sfratti, può effettivamente impressionare chi non conosce l'antropologia dell'attivista comunista. Io la conosco molto bene e devo dire che nel corso degli anni i trattamenti più spietati nei confronti di dipendenti, sottoposti e servi vari sono sempre stati perpetrati da loro, mai da biechi "padroni" politicamente schierati a destra. Ho sempre notato una netta prevalenza degli ex attivisti dei movimenti operai del Sessantotto, protagonisti immancabili di cause di lavoro per contributi non pagati o licenziamenti umorali che stento a pensare calati nella corte di Versailles. Sono persone così. Non sono come noi.
@boni_castellane
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raffaeleitlodeo · 9 months ago
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ha ragione, signora singh – il nostro non è un paese buono, non siamo stati mai brava gente. siamo codardi e servi nei confronti dello straniero che arriva qui potente, lo siamo sempre stati; ma siamo feroci e crudeli se lo straniero che arriva è povero e malridotto – ci piace infierire. come abbiamo sempre infierito dove siamo arrivati noi, da potenti e armati fino ai denti – allora sì, abbiamo mostrato il nostro “eroico valore” uccidendo e compiendo stragi. i nostri bisnonni andavano in giro per il mondo a cercare un tozzo di pane – proprio come lei e suo marito satnam; ci hanno linciato, nelle americhe e in francia, morivamo assiderati per passare i confini, e quando finalmente arrivavamo nelle terre promesse accettavamo qualunque lavoro, anche il più umile, anche il più faticoso. abbiamo dimenticato tutto questo, ora abbiamo la pancia piena e il portafoglio gonfio e nessuno vuole più sporcarsi le mani, spaccarsi la schiena: siamo troppo dediti a depilarci, a tatuarci, a spettegolarci – è per questo che mettiamo voi sventurati a tre euro l’ora sotto il sole cocente a quaranta gradi a lavorare: perché se c’è una cosa che sappiamo fare è il caporale. gli italiani sono caporali – per vocazione: duri con i sottoposti, servili con i superiori, sempre bravi a rubacchiare in fureria. facciamo la guerra ai barconi - sai che medaglie al valor militare! ora sono tutti scandalizzati – troppo orrore, troppo splatter: quel braccio poggiato lì sulla cassetta della frutta è scena da film dell’orrore. senza braccio - se questo è un uomo. governi, sindaci, sindacalisti, politici – quante dichiarazioni. come se questo orrore, questo splatter, questo film dell’orrore non si consumasse giorno dopo giorno, h24, in ogni campagna, in ogni luogo dove si raccolgono pomodori, lattughine, cipolle e arance. le posso garantire, signora singh, che durerà qualche giorno – poi, tutto tornerà come prima: sono vent’anni che tutto è sempre così. non ci perdoni, signora singh. ma se può, preghi il suo dio per le nostre anime dannate. il nostro, s'è stufato di noi. Lanfranco Caminiti, Facebook
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abr · 4 months ago
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Vorrei far notare che gli esponenti di Sinistra a proposito di Milano stanno dicendo che "manca integrazione". In altri termini dicono che uno diventa un criminale perché è povero e che per farlo ridiventare il buon selvaggio che era a casa sua, bisogna pagarlo.
Non si poteva lasciarlo a casa sua? via https://x.com/boni_castellane
"Manca integrazione". Quindi per integrarli ce ne vogliono di più?! Sono gli stessi che lo stato non funziona, ce ne vuole di più.
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der-papero · 8 months ago
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Come primo mese da padre, al di là delle battute che ogni tanto pubblico qui, è stato abbastanza duro.
Non che io le rimproveri nulla, ci mancherebbe. Come biasimare una persona che, dalla sera alla mattina, si ritrova un povero stronzo nella propria vita, senza aver avuto la possibilità di poter dire la sua, ed essere anche costretta suo malgrado a doverla accettare, quando nulla era dovuto a nessuno, solo perché le è andata di sfiga (certo, c'è di peggio, ma sempre di sfiga si tratta, è andata molto meglio al gatto di Ilaria, per capirci). Razionalmente l'ho sempre accettato, ma una cosa è dirla, una cosa è viverla, e io l'ho vissuta male, molto male, il suo tenermi a distanza, il suo volermi evitare a tutti i costi, quasi come a dire "so che devi essere il mio papà perché l'ha detto un burocrate qualsiasi, ma almeno non mi rompere il cazzo", e diciamo che così ho fatto, pieno di rabbia e delusione ci siam divisi, vivevamo come due studenti universitari che condividono una casa, ognuno per conto suo, e così è stato per giorni, non ci ho dormito per diverse notti, e non riuscivo a trovare una soluzione, nonostante ci provassi in tutti i modi, una via per comunicare, un modo per trovarsi, quelle robe di cui tutti sembrano capire tanto qui sopra e poi a nessuno funziona. Esausto e avvilito, mi sono arreso e ho fatto finta come se non esistesse più, se non nei miei stretti doveri, perché rompere le scatole mai, a nessuno.
Poi, non so bene cosa sia successo, un giorno si è svegliata e mi ha detto ti voglio bene, così, di botto, lasciandomi come un cretino. E non perché le servisse qualcosa o avesse un po' di melassa da smaltire, era sincera, si sentiva dal suo abbraccio. E da allora sembra come se stessimo insieme da sempre, la mia scrivania è piena di disegni che mi dedica, mi tira via dai meeting, ci tiene a dire davanti a tutti che passare il tempo con me è tutta un'altra cosa, e che vi devo dire, io ho ritrovato il sorriso, il sonno e la gioia di vivere. Non saprò mai perché, e non lo voglio manco sapere.
Personalmente sono contrario a mostrare foto che non sono mie, quindi qui non ci sarà mai, e pur se volessi legalmente parlando non potrei. Questi racconti sono le mie foto con lei, perché chissà, se non schiattiamo tutti forse riuscirà a leggerle queste parole un domani, e ci faremo insieme una bella risata e un bel pianto su.
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occhietti · 2 months ago
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Amici miei, non smarrite il cuore.
Noi siamo stati fatti per questi tempi. Ultimamente ho sentito che molti sono profondamente confusi, e con ragione.
Sono preoccupati per le vicende del nostro mondo di oggi. Sono tempi, i nostri, di stupori quotidiani e di rabbia spesso giustificata per il degrado ultimo di ciò che maggiormente sta a cuore alle persone civili e idealiste.
Avete ragione nelle vostre valutazioni. Il prestigio e la presunzione alle quali alcuni si sono ispirati nell’approvare atti efferati contro bambini, vecchi, la gente semplice, i poveri, gli indifesi, i bisognosi, toglie il fiato. Nonostante ciò, vi sollecito, vi chiedo, vi domando per favore di non inaridire lo spirito piangendo questi tempi difficili.
Non perdete la speranza, perché siamo stati fatti per questi tempi. Sì. Per anni abbiamo imparato, praticato, ci siamo allenati proprio in attesa d’incontrarci esattamente sul campo di questo impegno.
… Guardate oltre la prua, ci sono milioni di barche di anime virtuose con voi in acqua. Anche se la vostra superficie è sferzata da ogni onda in questa tempestosa agitazione, vi assicuro che le lunghe assi di legno che compongono il vostro scafo provengono da una foresta più grande. È risaputo che il legno ben venato tiene testa alle tempeste, resiste, regge e avanza nonostante tutto.
In ogni periodo buio c’è la tendenza a perdersi d’animo per quanto è sbagliato o non guarito nel mondo. Non focalizzatevi su questo.
C’è anche la tendenza a indebolirsi indugiando su ciò che è fuori dalla propria portata, su ciò che non può ancora esserci. Non focalizzatevi lì. Questo è mancare il vento e non alzare le vele. 
Noi siamo necessari,
ecco tutto quello che possiamo sapere ora.
Il nostro compito è quello di prodigarci per migliorare la parte del mondo nel nostro raggio d’azione. Ogni piccola e pacifica cosa che un’anima può fare per aiutare un’altra anima, per assistere una parte di questo povero mondo sofferente, sarà d’immenso aiuto.
Ciò di cui c’è bisogno per un cambiamento sostanziale è una miriade di azioni, aggiungendo, aggiungendo ancora, aggiungendo di più, in continuazione. Sappiamo che non tocca a "tutti sulla Terra" portare giustizia e pace, ma solamente a un piccolo e determinato gruppo che non si arrenderà alla prima, alla seconda, o alla centesima raffica di vento. 
E una delle azioni più rasserenanti e potenti che potete fare per intervenire in un mondo in tempesta è stare in piedi e mostrare la vostra anima. Un’anima sul ponte nei momenti bui risplende come l’oro. La luce dell’anima lancia scintille, emette bagliori, fa segnali di fuoco, attizza ciò che è appropriato.
Spero che scriverete questo sulla vostra parete:
"Una grande nave ormeggiata nel porto
è indubbiamente al sicuro.
Ma non è per questo che le grandi navi
sono state costruite"
- Clarissa Pinkola Estés
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astra-zioni · 3 months ago
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È da stronzi psicopatici borderline e qualsiasi altro criterio diagnostico vi venga in mente se una persona decide, gradualmente, di non volere avere a che fare più con una certa categoria di persone? Me lo chiedo spesso.
La specifica categoria delle persone a cui mi riferisco sono quelle nate dalla parte dei privilegi, delle comodità, della solidità familiare, della sicurezza. Della salute.
Non credo che nessun genitore sia perfetto e che nessuna vita lo sia, ma diciamo che se vivi ed hai vissuto con due persone adulte bene o male decenti e presenti, che ti infondono sicurezza nell’affrontare il mondo e le piccole tragedie quotidiane diciamo che ti è andata già parecchio bene. Ecco, più passano gli anni e più assisto alle chiamate di rito con i genitori dei miei coetanei, più li sento parlare delle vacanze, delle piccole incomprensioni, delle attenzioni, della cura, del “che completo compro per la laurea?” o “che regalo al compleanno di tizio?” - più mi sembra di venire presa a fucilate a entrambe le ginocchia e di sanguinare irrimediabilmente dovendo fingere di stare bene - ché avere due genitori non è una colpa e non lo è nemmeno essere sereni, nemmeno essere mediocri.
Non serve comunque a niente saperlo, quando mi confronto con i problemi medi della gente mi sento un bambino povero di cinque anni che muore di fame, e che fuori il ristorante di lusso vede mangiare le famiglie di gusto mentre congela dal freddo. Niente mi toglie di dosso quella sensazione orrenda di freddo e di disagio, niente mi impedisce di finire al cesso a piangere se vedo un bambino che corre fra le braccia di un padre, di una madre, di un qualsiasi adulto sano, niente mi impedisce di essere incazzata, di provare invidia, di essere sprezzante, cinica, distaccata nei confronti di tutta quella gente nata col futuro spianato. È questo che mi fa sentire miserabile, questo che impedisce di capire. Capire la sofferenza altrui, capire cosa affanna le persone “normali”, capire come cazzo vive, pensa, si sveglia, ama. Cosa posso dire a queste persone? Che vicinanza posso garantire? Parliamo da prospettive esistenziali diverse e inconciliabili. Bisogna essere stati almeno una volta dall’altra parte della barricata, fuori dal ristorante, al freddo, con la fame, per capire. Capire che la condizione che vivo non è umana e dunque non è fatta di sentimenti umani, che sono un lupo, un militare, uno psicopatico, un bambino di cinque anni, tutto assieme, e che voi siete esseri umani, con problemi da esseri umani, con sentimenti da umani e con vite umane, che io non potrò mai capire. Dunque non forzatemi nel farmi capire cosa vi agita, non mi parlate, non mi spiegate, non mi mettete in mezzo alle vostre beghe umane, io sto morendo di freddo e di fame -, voi state male perché siete sazi.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Ferma così!
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Resta immobile. Non puoi muoverti, il tuo destino per stasera è segnato. Sei mia, mia e basta. Hai fatto i salti mortali, per poter venire qui; di nascosto dalla tua vita perfetta di promessa sposa-modello tra meno di un mese da oggi. Ma in te non percepisco alcun timore, scrupolo di coscienza, senso di vergogna o del peccato. Piuttosto, dal tuo basso ventre nudo ed esposto totalmente al mio volere, emana prepotente l'odore del desiderio, della voglia più oscena e indecente. Bricconcella: ti conosco bene e ti darò ciò che cerchi. Tutto ciò che il tuo ragazzo nemmeno immagina poter esistere.
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E poi un po' di più. Ancora non lo sposi e già prendi chilometri e chilometri di cazzo non suo ovunque, nel tuo corpo. Ti farò nuovamente mia, ma solo fra un po'. Adoro la tua fica stretta e la tua bocca espertissima, ragazzina. Però adesso mi piace solo guardarti da vicino, odorarti a lungo e farti morire dalla voglia di essere scopata, mentre ammiro la perfezione del tuo corpo. E godo dello spettacolo bellissimo del liquido che già ti brilla tra le cosce, tanto mi vuoi. Te la lecco, centellino il tuo sapore più intimo. Liquore che distilli in diretta solo per me; assaporo e infilo la mia lingua nel tuo ano, per poi ritrarla immediatamente.
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Gemi, mugoli e coli ancora di più. Ti allarghi al massimo usando anche le mani e se col viso mi ritraggo dalle tue natiche, cerchi di raggiungere la mia bocca col tuo culo aperto come un libro. Spingi le natiche in alto verso di me, come a dirmi "eccomi, non vedi che sono già aperta ovunque per te? Inculami..." Spudorata femmina, grandemente e sempre affamata di cazzo. Godo moltissimo anche leccando e ingoiando la saliva che ti scende dalle labbra mentre te le mordi e lecchi per provocarmi. Puttana: ti darò trenta euro, stasera. Così sarai meretrice certificata. E ridi sguaiatamente, perché sai che è vero.
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Intanto che ti contemplo e mi eccito, tu con voce resa affannata e roca dalla passione e dalla brama, mi chiedi senza mezzi termini e zero imbarazzo di muovermi a prenderti. Sul seno profumi di buono e di innocenza, ma dalla tua fica sale l'inconfondibile aroma del sesso più sporco. Ah, quanto adoro farti smaniare, pregare, implorare l'amore. Ecco: adesso mi spoglio. Preparati, mia troia adorata; futura ingenua, tenera, deliziosa e delicata sposina novella di un povero giovane, futuro potenziale grandissimo cornuto. Per iniziare, adesso alza i fianchi e apri il tuo culo al massimo, troia.
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RDA
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falcemartello · 1 year ago
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(Caprichos di Francisco Goya, l’Asino)
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«Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.
Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.
Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.
La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.
Un altro esempio: eliminare la parola "signorina" (ormai desueta) non vuol dire solo rinunciare all'estetica di una parola, ma anche promuovere involontariamente l'idea che tra una bambina e una donna non ci siano fasi intermedie.
Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.
Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.
Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.
Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Insegniamo e praticare la lingua nelle sue forme più diverse. Anche se sembra complicata. Soprattutto se è complicata.
Perché in questo sforzo c'è la libertà.
Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana.
Non c'è libertà senza necessità.
Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza.»
Christophe Clavé
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