#perché è così bello
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Nicolas Maupas in "La Bella Estate" <3
#ALLORA userò i tag per recensire#allora#prima cosa in assoluto ora posso dire di aver visto tutti i film e serie di nicopas#poi due ci sta troppo bene nella parte del fratello poraccio contadino con le pezze a culo scusatemi#comunque che film sprecato è stato noiosissimo eppure poteva essere bello prima di finirlo pensavo che i commenti di letterboxd fossero#troppo cattivi ma avevano ragione#la bella estate#nicolas maupas#2023#Severino#sembrava il primo film di una 17enne#(non è così)#poi sono evidenti gli spunti a certi film cioè film che non ho neanche visto ma è palese l'inspirazione presa#esteticamente non è brutto#sembra un film americano#sembra un film dove potrebbe esserci leo di caprio#icons#però c'è da dire complimenti perché non sembra un film italiano questa volta va preso come complimento 1 non è una commedia (grazie a dio)#2 la trama queer fatta bene o malr comunque non è comune#3 settings non usuale#e anche attori carini#ah e poi non so alcune scene sembravano molto impersonali cioè sembrava che due personaggi che si stavano parlando fossero in due stanze#diverse cioè sembrava che la gente non si guardasse mai in faccia ma non l'ho percepito come poetico è stato solo veramente frustrante
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Comunque quando si parla di chimica tra gli attori permettetemi di ridere
#bello che ci sia chi ce l'ha innata io mi sto facendo un culo così da più di un anno per impararla#PERCHÉ È UNA COSA CHE SI IMPARA#GESÙ
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comunque il pessi è un raggio di sole anche dal vivo
#ha proprio un faccino simpatico#spero tanto di riuscire a salire di nuovo settimana prossima magari dopo l'esame di mercoledì 😅#magari vado più tardi così mi fermo perché la gente del posto ha detto che dovrebbero fermarsi per foto e autografi#e ci tengo ad avere un ricordo con il pessi quindi speriamo 🕯️🤞#è stato comunque molto bello vederlo dal vivo poi proprio oggi che sono due anni dalla vittoria dell'europeo
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Stasera sono andat a fare un giro a Tarquinia con una mia amica e a parte il fatto che alle giostre c'eravamo sono noi della nostra età - praticamente una passeggiata in mezzo alle famigliole e ai maranza - ho trovato un posto dove i vecchi fissano ancora peggio che a *beeb*
#abbiamo fatto la giostra che gira e fa su e giù (snowboard si chiama penso) e poi abbiamo preso lo yogurt almeno quello è stato bello :-)#cmq. loser moment ma praticamente io ho due amiche. e ci conosciamo da quasi dieci anni ormai quindi anche per quanto riguarda il contatto#fisico siamo molto a nostro agio tra noi. e un conto è quando siamo in tre un altro è quando siamo in due#io gli sguardi della gente li becco comunque sti cazzi ma appunto quando capitano queste situazioni spesso mi chiedo cosa ne pensino loro#se se ne rendono conto se si sentono a disagio. cose così. ma non *per me* nel senso a causa mia ma per come la gente si imbruttisce#perché io lo vedo. e boh mi sento responsabile. nel senso che *tocca ferro* se dovesse mai capitare qualcosa penserei che sarebbe colpa mia#perché. ahem. la gente vede me e sì pensa automaticamente a una donna. ma una donna con capelli da uomo e vestiti da uomo#nel senso. un conto è vedere due ragazze ''''''normali'''''' che camminano a braccetto e tutto#un conto una ragazza ''''''normale'''''' e qualcuno con il mio aspetto. e appunto vista la situa e l'aria che tira qua...... 🫠🫠🫠🫠#mytext
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È un peccato che non abbiano doppiato il reboot di trigun :( ok che ora come ora non lo vedrei perché ormai sono anni veri che dico di voler leggere il manga e nel caso darei priorità a quello, però comunque :(
#l'anime vecchio <3 il motivo per cui ancora non ho letto il manga è che so che differiscono un sacco ed essendo quello uno dei miei#anime preferiti nel caso non vorrei rovinarmelo :(#però so che anche il reboot fa un po' come gli pare quindi boh#nel caso però aspetterei comunque per guardare il reboot perché è abbastanza fresco e mhhh >_> leggo cose del fandom >_>#E POI NON C'È MILLY. BASTARDI#che bello però che La Ship sia esplosa così tanto nonostante gli haterz🙏💜💜 15 y/o me they did it for you#they did it for you!!!!!!! 🌱🌱🌱🌱🌱#mytext#animanga#favorites#trigun
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Ho inserito Ernesto nel designato trasportino per andare a consegnarlo presso la casa vacanze dove passerà queste festività. Per strada tutti mi guardavano. Ma che idiozia. Mica guardavano me! Guardavano lui! Quanti cuori ha spezzato in pochi chilometri ma è così che deve andare. Io lo pretendo. Quando Ernesto esce di casa tutto il mondo deve capire quanto è bello e tutti devono sospirare e fermarsi e le macchine perdono il controllo e si tamponano in un incidente dopo l'altro e la gente su i balconi cade e i motorini scivolano e le ragazze gli lanciano i numeri di telefono e cani si piegano al suo cospetto. Così deve andare. Io non voglio neanche essere notato, io sono solo un paio di gambe dotate di spalle su cui caricare un trasportino a zainetto per portare in giro sua maestà Ernesto il gatto rosso bastardo e infame. L'ho lasciato da una mezz'ora e mi manca già tantissimo. È in una casa di amici che si prenderanno cura di lui in attesa di ricevere a loro volta un gatto donato dalla lotteria dei gatti universali. Quella lotteria che dispensa palle di pelo a chi ne ha bisogno. Io capisco solo adesso di cosa avevo bisogno. Di sentirmi a casa. Di sapere dove fosse casa. Casa è dove i miei vestiti si ricoprono di peli aranciobiancastri. Dove devo sottostare alle paturnie di un promettente obeso. Dopo tanto tempo però, ho una casa. Qualcosa che non dipende da altri umani. Per tantissimi anni ho vissuto da solo, sognando di non essere solo. Ora ho accettato la solitudine e mi ci rifugio e non mi spaventa più. Non mi spaventano i miei sogni irrisolti e le mie mancanze e i miei limiti perché tutto perde di valore quando devi pulire più volte al giorno i vomitazzi di un felino ingrato il cui unico riconoscimento che concede è stendersi al tuo fianco quando tutto sembra insostenibile. Per ricordarti che i tuoi problemi non valgono un cazzo. Non vali nulla. Sei minuscolo. L'universo esiste per ricordarci quanto siamo piccoli noi umani. Quando pensi agli altri pianeti, alle stelle. Poi l'universo dispensa gatti e a me ha mandato Ernesto, perché avevo un ego smisurato che andava ridimensionato e ora accetto il mio destino di gambe per trasportino. Quanto mi manca quell'infame. Ma vi rendete conto che poi c'è gente che fa figli, cioè ma dai, ma che priorità avete.
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Threesome. Quando mesi fa me l'hai chiesto, mentre facevamo l'amore, sulle prime sono rimasto scioccato. Poi ci ho pensato a lungo. Infine t'ho fatto la sorpresa. Ieri sera te l'ho portato a casa. Non eri preparata. No: non tanto per la cena, che abbiamo fatto con quel che c'era in frigo. Quanto perché tu stessa come donna ti ritenevi impresentabile. Eppure, eri forse ancora più bella, così nature. Avevi qualche scrupolo e in viso eri di brace. Provavi vergogna. M'hai tirato da parte e quando poi t'ho detto che t'avremmo scopata in due, hai sgranato gli occhi e m'hai chiesto se per caso non fossi impazzito.
Però ti mordevi il labbro inferiore. Vedevo i tuoi occhi brillare. Si stava concretizzando finalmente una tua fantasia ormai ricorrente. Avevi paura, vergogna e desiderio tutt'insieme. T'ho rassicurata sulla totale igiene, poi a proposito della grande discrezione e infine sulla assoluta signorilità di Michele. Abbiamo concordato che lui magari, come prima volta, ci avrebbe soltanto guardato scopare. Forse un'altra sera... A cena ci siamo rilassati, complice un buon vino. Tu lo studiavi. Poi siamo andati in camera e ci siamo spogliati tutt'e tre. Nudi completamente. Io e te abbiamo iniziato.
Lui era seduto su una sedia a fianco del letto, molto vicino a noi. Ti piaceva da morire, farti guardare nuda da lui. Che vera puttana! Spesso, nei momenti di cambio posizione, offrivi alla sua vista il tuo seno dai capezzoli turgidi e la fregna totalmente aperta, guardandolo negli occhi. Quando eri ben riscaldata, molto eccitata, ho capito che stavi per cedere. Ti ho chiesto: "vuoi solo toccargli il cazzo, amore mio? Guardaglielo: è bellissimo e durissimo, perché ti vorrebbe entrare dentro." E allora tu timidamente, dapprima gli hai solo poggiato la mano sopra. Poi però subito a seguire, non potendo resistere, glielo hai impugnato e hai cominciato a masturbarlo, mentre io ti scopavo.
Dopo un po', pian piano ci siamo spostati e strategicamente sono riuscito a farti stare con la testa a bordo letto, sul lato vicino a Michele. T'ho girata, così potevo incularti, mentre tu riprendevi a masturbarlo, stavolta guardandolo ogni tanto negli occhi. Ho sentito che t'allargavi sempre più e alzavi i fianchi, per farti inculare meglio. T'ho detto: "pensa che bello se mentre io ti inculo tu iniziassi a sbocchinarlo!" Non te lo sei fatto ripetere: sei avanzata, hai aperto la bocca e l'hai fatto entrare. Michele ha iniziato a pomparti la bocca, seppure in posizione scomoda. Godeva del sapiente lavoro della tua lingua da vera porca. Finalmente ho capito che il muro del tuo pregiudizio era finalmente caduto.
Sono uscito dal tuo culo, mi sono messo supino e t'ho guidata sopra di me. Ho fatto cenno a Miki di salire sul letto e quando tu ti sei messa a cavallo, con il mio uccello dentro la passera, ti sei chinata sulla mia bocca per baciarmi. Allora ti ho ordinato dolcemente: "allarga le natiche, amore mio. Fallo entrare." E tu hai eseguito in maniera naturale, come se l'avessi sempre fatto. Eri rossa in viso e bellissima. La donna più bella al mondo. Quando insieme abbiamo iniziato a sfondarti, hai iniziato a urlare e gemere di gioia. Mi hai sorriso e hai detto: "grazie! Sai, volevo proprio farlo." Poi mi hai baciato con ancor più intensità. Dicevi ad alta voce: "sono troia, sono proprio una troia. Dai, Michele sborrami dentro anche tu..." Siamo venuti in tre una prima volta.
T'abbiamo sfondata, t'abbiamo messo anche tutt'e due i cazzi in fregna. Sei stata riempita ovunque di sborra ed eri davvero felice. Per un minuto sono andato in bagno a fare pipì. Quando sono tornato in camera, Michele ti stava sfondando la passera e lo baciavi in bocca con trasporto, incrociando le tue gambe sulla sua schiena, da collaudata troia, per trattenerlo quando fosse venuto! Sono stato il tuo unico uomo da sempre, però in quel frangente ho avuto il forte sospetto che quella proprio non fosse la prima volta che prendevi un altro cazzo che non fosse il mio. Poi d'un tratto ti sei girata a pancia sotto e mi hai sorriso, dicendomi che mi ami da morire. E Michele... t'ha inculata a dovere! Che grande troia sei!
Aliantis
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Ieri mattina alle sei ho incontrato un signore con ancora le pantofole e la vestaglia che raccoglieva le foglie bagnate davanti al suo palazzo. Aveva almeno 70 anni e impugnava la scopa con forza dando spazzate veloci.
Nel vederlo così agitato, il mio cane si �� spaventato e ha fatto un salto indietro.
Al che il signore si è fermato e gli ha detto “vieni qui bello, vieni qui”.
Ma Huck era ancora diffidente e non si è mosso.
“Non volevo spaventarlo” mi ha detto.
“Oh, non si preoccupi, è un attore nato questo qui.”
“Purtroppo stanotte con questa pioggia e il vento sono cadute un sacco di foglie e adesso devo raccoglierle in tempo!”
“In tempo per cosa?”
“Prima che QUELLA esca per prendere la macchina.”
“Quella chi?”
“E ieri sera abbiamo pure litigato!!!”
“Ma con chi?”
“Mia moglie!”
“Oh.”
“Adesso sta ancora dormendo… bella vita!”
“Be’, sono le sei del mattino…”
“Appunto, ma tra poco si sveglia, esce e scivola se non le tolgo, perché gliel’ho detto diecimila volte che deve alzare i piedi ma secondo te lo fa? L’anno scorso è pure caduta e si è rotta una caviglia!”
“Sono un pericolo queste foglie bagnate.”
“Sì, ma basta stare attenti! E invece lei non lo fa… Pensavo avesse capito la lezione e invece anche quest’anno la stessa storia: per fortuna l’altra settimana c’ero io e si è appoggiata a me quando è scivolata, sennò cadeva di nuovo!”
“E quindi sta spazzando le foglie prima che esca?”
“Sì, e prima che si svegli perché non voglio che sappia che sono stato io!”
Anche se hanno litigato, ha spazzato tutto il marciapiedi fino alla macchina di sua moglie.
Se qualcuno, d'ora in poi, mi chiederà cos'è l'amore... gli racconterò questa storia.
- Autore sconosciuto
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Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
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Quando si smette di pensare a questi due non ce la faccio più
#io aspetto la s5 solo perché mi auguro che la storia di Fabio finisca e quindi molto probabilmente lui lo mandano agli adulti#che non è bello per lui ma lo è per me perché mostro affetto ai personaggi che amo vedendoli soffrire#solo che così lei si gestirà il suo dolore#e finalmente anche lui avrà qualcuno che se lo caga#mare fuotag
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Ho imparato
Che nella vita niente è certo
Che oggi ci sei e domani forse
Che e' bello dare ma anche ricevere
Che niente è per sempre
Che a volte vorresti parlare con l'unica persona che non c'è più
Che vorresti tornare indietro a.... Ma non si può
Che si deve fare oggi perché domani è sempre troppo tardi
Che devi dire le cose... Le devi dire adesso
Che il passato non torna e forse è meglio così
Che non si impara mai d'imparare e soprattutto che sbagliare non fa di te un cretino... Anzi...
Che si deve chiedere scusa grazie ti voglio bene mi manchi...
Ma soprattutto ho imparato che Lo devi dire oggi adesso ora....
Che domani non serve più.
Morgana🤘
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In questo periodo sto passando molte notti fuori e lontano da casa per lavoro. Le trasferte mi sono sempre piaciute, ma ultimamente sto incassando il colpo e ci arrivo stanca. Gli alberghi sono sempre dignitosi. Mai belli, ma puliti e spesso con i balconcini. La sera è bello tornare in una stanza in cui tutto è a posto; il bagno è pulito, il letto è rifatto, il posacenere è svuotato e le scarpe sempre allineate al muro. Io, che le scarpe le butto dove capita, gioisco sempre e penso che una volta a casa devo iniziare a metterle così. Mi godo la sensazione, per qualche giorno, di non dover occuparmi di niente, nemmeno dei pasti. Altre persone lo fanno per me e mi sta bene. Una sensazione nuova per una che ha mania di controllo. Sto facendo progressi, penso. Stare in terapia da cinque anni mi ha aiutato, penso.
Mi metto seduta per terra in balcone e fumo. E penso che l’anno scorso ero sempre in questa città lontana, mentre mia nonna aveva un ictus che l’avrebbe portata lentamente via da me in cinque mesi. Penso che da allora le trasferte le vivo con un senso di angoscia sotto traccia. Penso di non aver avuto l’occasione di vederla lucida perché ero in un posto lontano da casa a lasciare che altre persone si prendevano cura di me. E penso, come ovvio che sia, a tutto il non detto, a tutte le occasioni mancate, alle strade percorse e quelle abbandonate, al tempo che passa inesorabile, ai quarantacinque anni che si avvicinano. E penso che una figlia me la meritavo. Il pensiero di maternità sempre rifuggito perché troppo voluto mi attanaglia ora che, pur volendo, madre non posso essere più. E sì, una figlia me la meritavo proprio.
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Sul passar della sera, torna ogni tanto a trovarmi un'eco di vita lontana, il ricordo della persona che ero, quando facevo il traduttore e mi sentivo al centro d'un mondo scavato nei libri, intriso di letteratura. Era il periodo in cui, alle giornate della traduzione di Roma, Ilide Carmignani mi salutava fra tanti (e io mi voltavo per capire se stesse davvero salutando me) e la mia preziosa mentore Emanuelle Caillat mi raggiungeva per sapere come stessi. Sembrerà sciocco, ma lo ricordo con affetto, mi sentivo parte di qualcosa. Poi cominciai a star male, perché tradurre m'intossicava, esaltando le mie peggiori compulsioni, e così smisi. Due anni fa Emanuelle mi scrisse per propormi la traduzione d'una nuova collana francese, delle storie che l'avevano fatta pensare subito a me. So bene con quanta fatica schiere di giovani traduttori e traduttrici lottino ogni giorno per emergere alla luce (e lungi da me sputare sul sogno che in molti vorrebbero realizzare), ma pur ringraziandola, rifiutai. "Ho chiuso" risposi, "Ormai sono fuori dal giro". Avevo appena aperto il doposcuola, un simile doppio impegno mi avrebbe devastato. Dispiaciuta (o forse delusa), mi pregò di scriverle se avessi cambiato idea. Non l'ho più sentita. Non fraintendetemi, non mi manca affatto tradurre, non a quelle condizioni, non mi mancano le scadenze assurde, le notti insonni, le insistenze per farsi pagare (mia croce da sempre, a quanto pare), ma seppur in silenzio, era bello sentirsi misera parte della dea Letteratura. Mi sentivo qualcuno. Ora invece mi guardo attorno, circondato da bambini, nel mio doposcuola, e so di non essere nessuno. Ma è la strada che mi sono scelto e va bene così.
#ogni tanto continuo a farlo a tempo perso#non so bene a cosa ho rinunciato#ma so di aver scelto di stare bene
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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Ti sei mai sentita la seconda persona? Quella importante ma non essenziale, quella che se c'è fa piacere ma se non c'è sarà per la prossima volta, quella per cui non vale la pena insistere. Sarebbe bello a volte avere qualcuno su cui poter contare sempre, per cui sei tu che fai la differenza, per cui sei te la priorità. Io sono sempre stata l'amica presente, quella sensibile, quella empatia che cerca di capire tutti quell'amica che però non diventa un "tu ne vali la pena". Forse sono così stupida da non rendermi conto che sono io a sbagliare ad allontanare a non meritare gli altri. Eppure anche quando mi sembrava di esserci vicino a questa cosa meravigliosa e bellissima che è l'amicizia, finivo sempre per rendermi conto di essere la seconda in tutto, quella che non diventa un "tu ne vali la pena". Perché poi io non riesco ad occupare uno spazio, a fare finta di nulla. Eppure a volte mi piacerebbe poter riempire il tempo come se fosse un barattolo e infilarci dentro qualsiasi cianfrusaglia pur di sentirmi piena, pur di credermi felice e di non sentirmi mai sola.
#pensieri#tristezza#vita#quotes#frasi vita#nostalgia#realtà#citazione#citazioni#amicizia#persone tossiche
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Lei t’ha preso e ti rivolta come un calzino
Era iniziata quasi per sfida, con gli amici al bar! Blaaaah… niente di più banale, cheap! Lei, professoressa, passava sempre davanti a voi ogni giorno all’una e mezza, uscendo da scuola. Tu avevi chiuso la bottega poco distante all’una e al solito prendevi l’aperitivo con quei tre merluzzi dei tuoi colleghi commercianti vicini di negozio seduti al tavolino. Paletta per le votazioni virtuali in testa, facevate la Tac a tutte. Lei è una signora di evidente ma discreto fascino; molto raffinata. Con indosso sempre toilette e accessori di indubbio buon gusto, lasciava dietro di sé una scia di profumo che sapeva di seduzione, di buono. Ti lasciava dentro una fortissima voglia di possedere quell’animale splendido. Erotismo e fascino del proibito. “Tsè: io quella ci metto non più di una settimana a farmela…” Stendiamo un pietoso velo sulla scommessa che ne seguì. Iniziasti a cercare di agganciarla, con delle scuse stupide e accompagnandola alla fermata del bus alla fine delle lezioni.
Lei, muta e camminando di fretta, ti guardava ma ti gelava con gli occhi. Senza una parola infatti ti faceva capire: “ma che vuoi, pivello? Non vedi che stai cercando di abbordare una donna sposata e che comunque di certo non è alla tua portata? Smamma immediatamente, che ho una casa e una famiglia da mandare avanti…” Poi, come tutte le cose che capitano perché l’universo congiura e dispone per farle accadere, contro tutte le possibilità, quando avevi perso ogni speranza, a lei questo tuo interesse continuo, assiduo e insistente è iniziato a sembrare un bel gioco, un trastullo quotidiano in fondo semplice e che gratificava la sua femminilità, repressa a lungo e opacizzata dagli anni, dalla routine quotidiana. Alla fine che c’è di male? Le sembrava qualcosa cui poter pur dedicare due-minuti-due, prima di andare a casa. E camminando insieme verso la fermata, ti sei accorto che ogni giorno rallentava un po’ di più e poi ha perfino iniziato a risponderti.
Addirittura sorridendoti! Divertita… Dopo un po’ di giorni si ravviava i capelli, inclinava la testa, si fermava e ti guardava fisso negli occhi. Ti soppesava. Varrà la pena, questo bel fusto maturo? Infine, mentre sorrideva schiva, ha iniziato a mostrarti l’interno di entrambi i polsi. Un gesto molto intimo, per una donna. Lei stava cominciando a mandare tutti i segnali espliciti di apertura e resa, di fronte all’uomo che iniziava a interessarle sessualmente. Da cosa nasce cosa e quindi sei riuscito a vincere una a una tutte le sue resistenze, le diffidenze. A far cadere tutte le sue possibili barriere morali e portartela in una camera d’albergo. Hai così scoperto un vulcano di sensualità, una femmina pura e molto evoluta. Sessualmente insaziabile, espertissima nei giochi più disinibiti. Ti ha obbligato a dominarla, indossava il collare! Dolcissima. Si metteva di schiena e ti chiedeva di riempirla col tuo seme o la tua saliva. “Volevi la donna matura ed esperta, bello, no? Eccotela, adesso. Lavora duro. Guadagnati il tuo piacere.”
Inutile dire che hai perso la scommessa e con gli amici di lei non parli più. Loro hanno capito. Scommessa persa, perché per conquistarla ti ci è voluto ben più di un mese. Ed è stata una cosa difficile, laboriosa e totalizzante: la chiamano innamorarsi. A qualsiasi età. Gli amici sono spariti dal sottofondo della scena. Immediatamente. T’ha tenuto sulla corda. Solo dopo una ventina di giorni infatti t’ha dato il numero del suo cellulare. E così hai potuto instaurare un dialogo: segretissimo ma sincero, fatto di frasi gentili e spesso anche molto osè. Che a lei poi piacciono molto: ogni donna ufficialmente trova sgradevole ricevere frasi esplicite. Ma in realtà, se formulate con il suo consenso, col dovuto garbo e con rispetto, anche le frasi di passione maschile più ardite fanno decisamente breccia, nei sensi e nella psiche di una donna assetata d’amore. Prova. Si aprirà presto al tuo desiderio, vedrai. Inevitabile.
E allora oggi eccoti qui: ben cotto, come un hamburger di sabato sera al pub. Non sai proprio benissimo come “cavalcare la tigre” che hai liberato dalla gabbia. Scherza con te. Ti scrive che sei il suo giocattolo preferito, il suo tesoro di maschio segreto e adoratissimo. Hai dieci anni più di suo figlio maggiore, ma tra voi due è lei quella che sembra una ragazzina: una creatura capricciosa, innamorata e bellissima. Le brillano gli occhi, quando guardandoti si copre per tre secondi il volto e il sorriso con i capelli. Ha classe da vendere: è molto intelligente, sa come gestire questo vostro intreccio d’anime senza che la sua famiglia o chiunque attorno a voi ne abbia a soffrire. Pegno d’amore segreto, ha voluto che tu assistessi senza reagire in alcun modo a un suo ultimo rapporto con l’amante storico. L’uomo di cui tu ignoravi l’esistenza e che avrebbe congedato di lì a poco, per dedicarsi solo a te.
Lui piangeva, mentre la scopava continuando a desiderarla da morire. Invece tu, nascosto tra i cespugli, la guardavi godere in macchina. Bellissima: un capolavoro di sensualità e calore femminile. Ti guardava negli occhi, sotto i colpi di quell’uomo, un vecchio ma valido stallone: suo cognato vedovo da anni, il fratello di suo marito. L'uomo che comunque avrebbe abbandonato al suo destino di lì a poco. Lui ha dovuto farsene una ragione e passarti il testimone. Era distrutto dal dolore, ma la sua bellissima fica comanda. Ti spompa. Ti consuma letteralmente. È molto esigente e devi tornare subito rigido, dopo esserle venuto dentro. Ti lavora a lungo e infine ti beve con sete e arsura di gola. Lei ama da pazzi farti sborrare nella sua bocca e giocare con il tuo seme, prima di ingoiarlo. Poi ti sorride e ti bacia, giocando di lingua in modo sapiente. E tu non puoi fare altro che irrigidirti nuovamente. Lo fa apposta.
A volte sei addirittura spaventato: ti sembra di avere a che fare con una troia da bordello, di quelle di una volta. L’avresti mai immaginato, quando inarrivabile e altera vi passava accanto al tavolino del bar? Arriva a casa tua, ti fa spogliare nudo e t'accarezza il petto pieno di peli, arrivando piano al tuo inguine. Ti mordicchia i capezzoli. Sei esasperato dalla voglia. La tua mascolinità è tesa: vorresti possederla subito, ma lei invece ti fa cenno di aspettare e sederti sul divano. Si toglie la gonna e siede comoda su una poltroncina. Si tocca la passera con trasporto e grande passione autoerotica. Fa l’amore con sé stessa. È indubbiamente uno spettacolo per cui ringraziare Dio. Ti fa eccitare, ti intima di non avvicinarti, se non quando te lo permetterà. Addirittura, alcune volte dandosi piacere davanti a te lei è venuta, rapidamente s’è rivestita e poi, senza neanche farsi sfiorare dalle tue mani o dalle tue labbra, ha preso e se n'è andata, voltandosi solo un attimo per sorriderti. Sadica.
Allora tu non hai potuto far altro che respirare la sua scia di profumo lasciata nella stanza. Sei pazzo del suo corpo caldo e ancora splendido di mamma e sei stupito da quante cose ti insegna: ogni giorno una tecnica nuova, una nuova modalità di eccitazione e trattenimento del pene nei suoi adorati anfratti. Ti ha fatto prendere confidenza con le tecniche di stimolazione anale del maschio. Stai seguendo un vero e proprio corso di laurea in amore e sessuologia pratica! Gioca a fare la preda, cerca di protrarre il rapporto sessuale il più a lungo possibile. Di posticipare il tuo orgasmo. Le piacciono tutti gli elementi della dominazione e ti insegna come far godere una donna, come liberarla progressivamente da ogni inibizione. La sua pelle t’ha stregato. Sei divorziato, sei stato sposato, ma una donna così preziosa e che trasudi eros da ogni poro non l’avevi mai conosciuta, prima.
Piccoli passi d’amore: ogni giorno diventi sempre più esperto, dedito a lei e innamorato. La situazione inizia a farsi pericolosa per entrambi: sei diventato addirittura… geloso! Le hai chiesto infatti di non far più l’amore con suo marito. Ora lei sta pensando a come instradare e canalizzare propriamente le tue pulsioni, senza ferire il tuo amor proprio e il tuo morboso attaccamento. Però mantenendo comunque viva e tranquilla questa coinvolgente relazione segreta. Senza che il suo coniuge debba restare umiliato. Lui infatti, ignaro di tutto, la scopa contento e felice ogni volta che lei vuole. Perché lei di sesso ne vuole tanto. E spesso. Volevi un’avventuretta e invece ti ritrovi… nell’occhio del tornado! “Bisogna stare attenti a formulare dei desideri: c’è il concreto rischio che si avverino.” E poi, visto che non si può evitarla, comunque bisogna imparare a danzare sotto la pioggia. Con naturale leggerezza.
RDA
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