#però chi ti dà il diritto di dire che solo quella è “vera musica” (che poi: che cazzo vuol dire?)
Explore tagged Tumblr posts
jabeur · 8 months ago
Text
madò. collega che spesso mi dà sui nervi sul gruppo wapp sta schifando mahmood perché Non è musica questa .. scusa se non tutta la musica è i pink floyd ***** madonna
0 notes
len-scrive · 7 years ago
Text
Sei chi frequenti - Parte 4 - Finale
Nell’estate tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori il rapporto tra me e il mio storico amico d’infanzia si rianimò e cominciammo a vederci per scambiarci opinioni su cose più serie dell’ultima puntata di Holly e Benji.
Ciò non toglieva il fatto che eravamo due cazzoni inarrivabili e il livello di cagate dette e fatte è a tutt’oggi incalcolabile. Anche se l’amicizia non c’è più.
Ahimè, io vado d’accordissimo coi maschi, sono sempre stati i miei migliori amici, ma quella è un’amicizia destinata a finire. Perché è giusto così, alle mogli e alle fidanzate non piacciono le amiche, ed io non amo le situazioni meno che idilliache.
Io e il mio amico avevamo la capacità di influenzarci a vicenda e così accadeva sempre che gli interessi di uno finivano per toccare l’altra e viceversa; così, data la grande passione del mio amico per le arti marziali, ci vedemmo insieme tutti i film di Van Damme.
Ed io mi innamorai all’istante.
Tumblr media
Che poi, anche lì, penso fosse esaltazione comune per me portata all’estremo, perché Jean-Claude non è il mio tipo; oppure erano i suoi personaggi, tutti uno più fesso dell’altro, con la verve recitativa di un lombrico e il senso dell’umorismo di mio nonno. Però che risate.
Sì, perché eravamo esaltati ma non stupidi. Adoravamo Van Damme e andava bene, ma lo prendevamo anche per il culo. Io prendo sempre per il culo ciò che amo, questo anche nella vita di tutti i giorni.
E mi fa piacere che chi mi vuole bene mi prenda altrettanto in giro, chiaro.
Van Damme non fu l’unica vittima dell’idiozia che ci scambiavamo vicendevolmente. Appena il mio amico beccò Crying Freeman in film (lui che amava il fumetto) lo sottopose alla mia attenzione e fu così che mi innamorai di Mark Dacascos.
Tumblr media
Mark sancì l’inizio di un rituale specifico nato tra me e il mio amico; che era quello di propinare all’altro le porcate più porcate di film mai prodotte per farlo soffrire e ridere alle sue spalle. Tralasciando il fatto che se l’avevi visto una volta e ti aveva fatto schifo, il film, rivedertelo una seconda volta per fare dispetto al tuo amico non era proprio dimostrazione di genialità.
Così nacque anche il mio amore per i film di serie Z. Quelli che guardi, massacri, insulti, sputtani, ma intanto che ridere nel mentre.
Mark produsse così una delle prime serate della nostra amicizia guardando film del cazzo (a parte quelli di Van Damme, chiaro): il film fu DNA comprato, attenzione bene, comprato solo perché c’era lui. Non ho idea di che argomento trattasse e non ricordo nulla della trama: ci sarà un motivo.
Poi tutta da sola scoprii My Own Private Idaho. Apriti cielo. Non solo questo portò alla folle passione per Keanu Reeves, ma confermò anche il fatto che tutte le storie a tematica omosessuale mi sono sempre piaciute, da che leggevo Wilde a tutto ciò che è arrivato dopo.
Keanu durò un bel po’, e il bello era che al tempo non se lo cagava nessuno e nessuno ne parlava.
Non appena me ne innamorai io accadde una cosa interessante, uscì Little Buddha e fu il delirio. Si parlava solo di lui e di quanto era bravo.
Tra me e me pensavo: gli ho portato ben fortuna, eccheccavolo.
Ah, ho portato fortuna anche a DiCaprio, sappiatelo.
Guardando Growing Pains arrivò anche la famosa puntata in cui Luke vuota le bottiglie di vino nel lavandino e papà Seaver pensa che se le sia bevute lui; secondo me in quell’occasione Leo dà una prova d’attore notevole, nonostante il telefilm non necessitasse di incredibili prestazioni.
Ecco, io l’ho pensato subito: questo diventa un mostro.
Ero piccolina, ma avevo ragione. Sono molto fiera di me per questo, lo racconto anche in giro, ci faccio su delle conferenze stampa.
Poi accadde l’inevitabile, come in ogni ciclo della mia vita. Arrivò la serie tv dell’epoca che attendeva solo il momento buono per sconvolgermi la vita. Cominciò Young riders (I ragazzi della prateria in Italia, sempre per il nostro buon gusto in fatto di titoli rivisti e corretti)
E mi innamorai di Stephen Baldwin.
Tumblr media
Eh, non mi sono fatta mancare nulla. La signora e il signor Baldwin hanno prodotto begli esemplari, via.
Adesso, siate sinceri, Young Riders era un gran bel telefilm. Al di là dell’ambientazione che io amo, era proprio ricco di bei personaggi, delineati bene, di certo non proprio corretti dal punto di vista storico, visto che erano tutti degli eroi senza onta, giusti, leali e coraggiosi, però le avventure erano appassionanti e gli attori bravi.
Per questo telefilm mi macchiai di dimostrazioni di cattivo gusto come neanche con Matrix e i Take That riuscii mai più a produrmi. Sono stata capace di andare in giro con una stella da sceriffo appuntata addosso e con gilet con le frange…
E in quel periodo anche altro occupò la mia mente, perché iniziai a seguire il wrestling. E anche se amavo un po’ tutti i personaggi, in realtà Tatanka e la sua danza di presentazione erano i miei preferiti. Probabilmente per restare in tema “ragazzi della prateria”.
E alla fine successe.
Successe anche a me di appassionarmi a qualcosa a cui mezzo mondo si era appassionato.
Ero stata una bambina e una ragazzina idiotissima, ma ero stata sempre piuttosto originale nelle mie scelte. Ma poi arrivarono loro e, sebbene sia stata una mia scelta anche quella, non posso dire di essere stata una delle poche.
Ebbene sì, i Take That nacquero ed io folleggiai per Howard Donald per i successivi tre anni.
Tre anni.
Un record.
Sì, dovetti arrivare ai diciassette anni per ricordarmi di avere un cervello e usarlo meglio di come stavo facendo.
No, va beh, scherzo.
Adesso, come ho già detto più volte, sono severa su queste cose, nel senso che mi guardo indietro e di tutte le passioni che ho avuto quella per i Take That è l’unica che mi sta sulle palle, ma penso di sapere perché.
L’esasperazione che ho visto allora e di cui, discolpandomi un po’, posso dire di aver fatto parte non completamente, mi ha mostrato un modo di essere appassionata a qualcosa che non è sano.
Io ricordo le giornate trascorse con le mie amiche a sparare cazzate e ascoltare le loro canzoni e di quei ricordi vado fiera, vado meno fiera delle dimostrazioni di idiozia che forse sono d’obbligo a quindici anni, ma non tolgono il fatto che poi ti guardi indietro e dici “Ma che rincoglionita”.
Si dice che se certe cose non le fai ad una certa età non le puoi più fare e riguardo questa particolare cosa non c’è dubbio. Fuori, di fronte ai cancelli di Buona Domenica, ad aspettare cosa ancora adesso devo capirlo, non ci andrei mai più nemmeno se dentro agli studi ci fosse Stephen King.
Con la passione un po’ idiota per i Take credo di essermi educata da sola alla mia avversione per la ricerca della vicinanza con gli artisti.
Ancora oggi tutto il mio mondo gira intorno al cinema e alla televisione ben fatti, per i quali nutro amore smodato e di cui non potrei fare a meno, ma tendo a separare così tanto l’attore da ciò che interpreta che magari certe volte esagero pure in senso contrario.
Twitter avvicina molto agli artisti in quanto persone, ma molti di loro non possono essere loro stessi per ovvie ragioni. Tenderò sempre a considerare qualsiasi cosa detta da una persona popolare, qualcosa di relativamente artefatto e detto per una qualche ragione. Nessuno con uno stuolo di proseliti può prendersi il diritto di dire qualsiasi cosa gli passi per la testa, perciò il fatto di pensare che internet mostri la vera natura  degli artisti penso sia abbastanza ingenuo.
Però è comunque divertente l’idea che sia il tizio che lavora al supermercato sotto casa, sia Kevin Smith si mettano a postare cagate magari nello stesso momento. Ti dà un senso di “tutto il mondo è paese” più ampio di quello che potevi avere un po’ di anni fa.
Dicevo che Howard non mi ha portato ad organizzare manifestazioni contro le fan di altri gruppi musicali e non mi ha portato a picchiare le altre fan di Howard perché lui era mio (sì, succedeva, buon dio, succedeva anche nella mia scuola), però ho detto e fatto cazzate che ancora oggi penso ai miei genitori che erano costretti a farsi vedere in giro con me e mi convinco di aver fatto loro purgare la decisione di avere una figlia.
Sicuramente la loro musica era meglio di tante porcate che ci sono in giro adesso, comunque.
Hanno pagato caro l’essere dei bei ragazzi e l’aver attirato un pubblico prettamente femminile di ragazzine urlanti e imbecilli, altrimenti avrebbero fatto più strada di quella fatta.
Del resto Robbie ha ben dimostrato di saper fare quello che fa, anche se veramente non so quanti artisti come lui non si guardano indietro dicendo “Ho buttato via la mia giovinezza”. Ma questo è un altro discorso.
Ricordo che i ragazzi non avrebbero ammesso di apprezzare una canzone dei Take That manco sotto tortura e non credo fosse perché le canzoni non erano belle. Era solo che dire “Mi piacciono i Take That” era come dire “Sono una ragazzina urlante”.
Tra concerti e viaggi vari in giro per l’Italia a San Remo, Milano e via dicendo ho trascorso tre anni a fare esperienze e amicizie nuove, a divertirmi e a fare cose (tipo dormire dentro al Teatro Ariston grazie al buon cuore di una guardia che non ha lasciato le ragazzine idiote fuori al freddo a congelare) che oggi non si possono più fare. Posso dire che la passione per Howard tutto è stata tranne che inutile. E non è stata deleteria, solo molto idiota.
Ma sono idiota anche ora perciò non è che possa stupirmi.
E passò anche quello. Una volta separati i Take That (e non mi sono strappata i capelli, credetemi, nonostante quello che si diceva in giro di noi folli fans) piano piano sono tornata alla mia passione per il cinema e la tv, e poi sono anche cresciuta, smettendo di appassionarmi alle cose grazie agli attori.
Le ultime passioni sono legate più che altro al quarto anno di superiori e al mio ritorno alle serie televisive.
Mi ricordo che un giorno mi fissai a guardare un telefilm che sul subito presi per il culo brutalmente, che ancora oggi prendo per il culo brutalmente, ma che alla fine ho guardato con gioia e che considero decisamente un buon prodotto nonostante gli effetti speciali infami, le trame pittoresche e la recitazione un po’ da capre belanti.
Trattasi di Hercules The Legendary Journeys e potevo mai invaghirmi del protagonista io? Ma figuriamoci.
No, io stravedevo per Iolaus e per tutta la sua idiozia così felicemente ostentata.
Ci tengo a dire una cosa.
Al di là della stupidità di questi post, che mi pare ovvia e voluta, del resto mi piace prendermi per il culo e mi piace che si sappia che si può essere idioti in modi diversi, non per forza solo deleteri e crudeli, quello che emerge è che al tempo la televisione univa le persone. Almeno io la ricordo così.
Attraversando questo lungo sentiero fatto di nomi, facce e titoli che hanno segnato la mia vita, io rileggo soprattutto di una famiglia che si metteva davanti alla tele e condivideva pensieri e sentimenti che saranno stati anche basati su cazzate, ma intanto hanno prodotto ricordi.
Le mie ultime passioni prima di diventare più orsa e meno capace di esternare sono stati due telefilm che hanno letteralmente unito la famiglia di fronte allo schermo per decine decine e decine di serate.
E chi se ne frega se erano di fronte allo schermo, alla fine ero insieme alla mia famiglia a discutere e divertirmi; capita così di rado ormai, praticamente più, che non posso non avere un bel ricordo di quei tempi.
X-Files è stato, per lungo tempo, letteralmente la colla che ci teneva attaccati alla tv.
Io ero una psicopatica della possessione, perciò registrare su vhs tutto ciò che mi piaceva era obbligo imperativo categorico.
I miei si rassegnavano all’idea che per noi avere un videoregistratore non significava poter vedere un programma mentre se ne registrava un altro, fine ultimo di un video, ma vedere un programma mentre si registrava QUEL programma.
Io toglievo la pubblicità, eh beh, che vi credete? e gli ignobili insulti che mi partivano ogni volta che riattaccavo la registrazione in ritardo erano coloriti e svariati. Poi stavo mezz’ora a lamentarmi di questa cosa coi miei familiari che avrebbero gradito vedersi in santa pace il resto del telefilm, invece.
E no, non ero innamorata di Mulder, anche se tra lui e Scully, per affinità di pensieri, preferivo lui. Io ero impazzita per Krycek (Nicholas Lea) nonostante non fosse proprio un personaggio simpatico.
In onore del fatto che le mie passioni mi hanno sempre spinto a fare cose utili nella mia vita, posso dire di aver seguito con entusiasmo un corso di russo dopo aver sentito Krycek, in Tunguska, sparare insulti a ripetizione contro Mulder. Gli aveva anche sputato dietro, in quella puntata, ma io mi sono limitata ad imparare un po’ di russo.
Altra cosa che nella mia vita è servita a farmi amici nuovi, per un po’, non per sempre, e nuove esperienze.
Sempre per Nicholas affittai cose improponibili e le propinai al mio amico, com’era ancora d’uso tra di noi. Una sera lo costrinsi a vedere Xtro II: The Second Encounter (non abbiamo mai capito quale fosse stato il primo, di incontro) una cosa che non è possibile classificare come film, davvero. Una scena in particolare produsse risate isteriche.
C’era questo alieno che ammazzava i protagonisti uno ad uno. E ad un certo punto uno di questi tizi veniva massacrato al ritmo di una colonna sonora raccapricciante che tu ricordavi bene proprio perché faceva schifo.
Quando i protagonisti decidevano di riguardarsi la stessa scena che tu avevi appena visto grazie alla telecamera di sicurezza della base, tu rivedevi la stessa scena con in sottofondo anche la stessa colonna sonora.
Quanto ridere.
Altra colpa di cui mi macchiai per Nicholas fu causata dalla mia fissa di registrare tutto su vhs.
Una mattina alle cinque mi alzai e in tele davano Once A Thief. Io non sapevo nulla di questo telefilm ma appena vidi Nicholas afferrai la prima vhs che trovai per registrarci sopra. Era protetta (per chi non è di quell’epoca la protezione era togliere la linguetta di plastica a lato in modo da non registrarci più su) ma mica me ne fregò qualcosa.
Se era protetta, uno dice, ci sarà stato un motivo.
No, io ci appiccicai sopra il classico pezzo di scotch (sempre a portata di mano accanto alla televisione) e ci registrai su per una mezz’ora buona prima di accorgermi che:
Era una vhs originale, perciò aveva un buon motivo per essere protetta.
Era Legends of the Fall. Non proprio l’ultimo dei film.
Non era nostro, era stato prestato da terzi.
Mi sentii profondamente in colpa. Le vhs originali erano sacre per me, terribile errore.   
  E per ultimi ci sono il buon Tobias Moretti e il suo sostituto Gedeon Burkhard ne Il Commissario Rex.
Tumblr media Tumblr media
Questo telefilm è stato l’ultimo a tenere la famiglia incollata al televisore.
Avevamo anche noi un pastore tedesco all’epoca, mio grande amore ancora oggi ricordato e di cui ancora oggi sento la mancanza.
Le avventure di Rex e del suo amico umano erano uno spettacolo. Anche lì, niente di eccezionale nella recitazione, il più bravo era proprio Rex, niente di che come trame, ma i personaggi e il modo in cui ti diventavano familiari sono stati la sua forza.
La tristezza quando Tobias ha lasciato il serial si è fatta sentire per lungo tempo, in particolare il pensiero che Rex avesse perso il suo amico in un brutto modo mi aveva toccato profondamente, poi è arrivato Gedeon e devo dire che si è inserito perfettamente facendo sentire poco la differenza tra una serie e l’altra.
Dopo di lui però ho smesso di guardarlo perché era diventato un coacervo di attori incapaci e brutte trame. Mi pare che ultimamente ci si era infilata pure l’Italia dentro e questo per me è sempre stato un deterrente per guardare qualsiasi cosa.
Comunque un applauso a Tarantino che guardando Rex avrà pensato “Perché non chiamare Gedeon e Christoph per Inglourious Basterds”? Bravo. Beh, magari non è proprio guardando Rex che l’ha pensato, ma due da un telefilm solo sono un bel numero.
La puntata con Christoph, tra l’altro, è stata l’unica in cui si vedeva recitare qualcuno. Così, tanto per dirlo.
Com’era carino, nonostante lì interpretasse sempre la parte dello psicopatico.
  Ecco ho concluso, più o meno.
Nel senso che ricordarsi tutto non è impresa adatta alla mia povera mente che non ha memoria eidetica come quella di Spencer Reid. Tuttavia credo di aver fatto un buon lavoro.
Ci sono cose che non si devono dimenticare e ricordarsi di quando si era bambini, di cosa si provava e per che cosa si era felici è sempre importante.
Anche per merito di cose futili, penso sia stato un bene lo stesso.
Sei chi frequenti - Parte 1
Sei chi frequenti - Parte 2
Sei chi frequenti - Parte 3
3 notes · View notes