#pazza dell’amore
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Cosa c'è di più adatto, visto che si avvicina il cenone di capodanno, di una lista di romance con protagonisti chef, cuochi e pasticceri?
- Tentazioni deliziose, di Sherry Thomas
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Trama: Famosa a Parigi per i suoi piatti indimenticabili, Verity Durant è altrettanto impopolare a Londra per la sua scandalosa vita privata. Ma questa è l’ultima delle sorprese che attendono il suo nuovo datore di lavoro... Per Stuart Somerset – astro nascente della politica londinese –, l’affascinante Verity non è altro che una donna come tante, esattamente come il cibo è nient’altro che cibo, almeno finché non assaggia uno dei suoi piatti. C’è stata solo un’occasione in cui ha provato una sensazione così dirompente: la notte in ci ha incontrato una splendida sconosciuta che gli ha lasciato solo il ricordo di un’incredibile passione, per poi sfumare nel nulla. Da allora sono passati dieci anni, e quando Stuart incontra Verity, capisce che c’è solo una cosa che potrà finalmente saziare il suo appetito. Si tratterà solo di desiderio, di sete di vendetta, o anche del più delicato dei sentimenti? Il passato di Verity cela segreti che potrebbero separarli per sempre, proprio mentre loro cercano di assaporare il frutto delizioso dell’amore.
- Il segreto di un gentiluomo, di Laura Lee Guhrke
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Trama: Coronando il sogno di una vita, Maria Martingale vuole aprire a Mayfair una pasticceria con elegante sala da tè annessa. Tutto sembra filare liscio, ma l'altezzoso Phillip Hawthorne, marchese di Kayne, che abita lì accanto, cerca di metterle i bastoni fra le ruote. Così come aveva fatto dodici anni prima, impedendo che il proprio fratello minore avesse una storia d'amore con lei, figlia di un cuoco. Ora Phillip teme che la giovane cerchi di mandare a monte il matrimonio del fratello con una ricca ereditiera americana. Però le cose non stanno affatto come sembrano, e Maria non è più disposta a subire le interferenze di quell'uomo. Al quale, peraltro, sente di non essere affatto indifferente.
- Cannella e polvere da sparo, di Eli Brown
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Trama: Owen Wedgwood è un bravissimo cuoco, che lavora per il ricchissimo e potentissimo Lord Ramsey. Un giorno, siamo nel 1819, fa irruzione nel palazzo una banda di pirati, comandati dalla rossa Hannah Mabbot, che uccide Ramsey e tutti i suoi ospiti e rapisce il cuoco Wedgwood. Hannah, che tutti ritengono pazza e che proprio per questo ha un enorme ascendente sui suoi uomini, poche ore dopo gli propone/impone il patto: ogni domenica preparerà per lei un pranzo delizioso, in cambio resterà vivo. Owen accetta e resta quindi a bordo della Flying Rose. Accanto a lui, lo sguattero Joshua, a cui insegna a leggere e a scrivere, il gigantesco Apples, comandante in seconda e due gemelli cinesi. Mentre lotta per ricavare qualcosa di speciale dai miseri ingredienti della dispensa e dal pesce casualmente pescato dai marinai, Wedgwood impara che Hannah non è solo una spietata piratessa, capace di far divorare vivo un traditore dai gabbiani, ma una vittima dell'ipocrisia: è infatti rimasta orfana da bambina, a dieci anni è finita in un bordello, è fuggita per fare la ladra, è stata catturata e "salvata" da Ramsey, che l'ha utilizzata come concubina e le ha fatto fare un figlio. Hannah è dunque un'anticolonialista ante litteram, impegnata nella lotta contro i mercanti di oppio e di schiavi...
INEDITI IN ITALIANO:
- A Taste of Honey, di Rose Lerner
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Trama: Robert Moon ha rischiato tutto, compresa l'eredità conquistata a fatica da suo padre, per aprire la sua amata pasticceria Honey Moon nella strada più trafficata di Lively St. Lemeston. Ora rischia la bancarotta e la prigione per debitori. Quando arriva un grosso ordine di catering, accetta di chiudere la pasticceria per una settimana per soddisfarlo. C'è solo un problema: il suo apprendista è fuori città, quindi la sua bellissima commessa Betsy Piper deve aiutare Robert in cucina. Betsy ha trascorso l'ultimo anno cercando di convincere il suo determinato capo ad alzare lo sguardo dai suoi pasticcini e a notare che lei sarebbe una moglie perfetta. Ora i due sono soli in una cucina piena di dolci. Con solo una settimana per farlo innamorare di lei, sarebbe meglio che iniziasse questa seduzione...
- At the Sign of the Golden Pineapple, di Marion Chesney (alias M.C. Beaton)
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Trama: Gli amici più intimi della signorina Henrietta Bascombe rimangono sconvolti nel sentire che una signora bene educata come lei intende entrare nel commercio. Ma Henrietta è determinata a trasformare la sua miseria eredità in una fortuna aprendo un negozio di dolciumi a Londra per rivaleggiare con il famoso Gunther! E sembra riuscirci quando l'intero ton sembra accorrere al suo negozio diventato subito di moda. Ma poi a metterle i bastoni tra le ruote arriva l'orgoglioso conte di Carrisdowne che non vuole che suo fratello minore e il suo migliore amico passino i pomeriggi a osservare le commesse carine dietro il bancone di Bascombe.
- Miss Delectable, di Grace Burrowes
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Trama: La signorina Ann Pearson ha passato anni ad apprendere la difficile arte della cuoca professionista e a proteggere gelosamente la sua posizione nella cucina dell'elegante Coventry Club. Quando il colonnello Sir Orion Goddard le chiede di assumere un giovane apprendista, Ann preferisce rifiutare. Ma Orion è rispettoso, burbero e affascinante e si prende cura di una ragazza che gli altri hanno trascurato, e questa è una combinazione a cui Ann non può resistere.
- A Taste for Love, di Donna Bell
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Trama: Dopo essersi diplomata alla Fannie Farmer's School of Cookery nel 1910, Charlotte Gregory è pronta a dare una svolta alla sua vita. È entusiasta di avere l'opportunità di viaggiare, tenere conferenze e dare dimostrazioni di cucina sull'ultima rivoluzione culinaria: i fornelli a gas, e di certo non le importa che la compagnia del gas abbia assunto il bel Lewis Mathis per esibirsi alle sue lezioni. Lewis incoraggia il suo lavoro, in particolare la sua crociata per introdurre cibo fresco, appetitoso e nutriente per coloro che sono in convalescenza negli ospedali. Ma il giovane sovrintendente dell'ospedale, il dottor Joel Brooks, non è convinto che si debbano apportare dei cambiamenti. Quando Charlotte e Joel saranno costretti a organizzare un gala per la raccolta fondi per l'ospedale, questa coppia infiammabile esploderà?
L'irreprensibile Biddy Leigh, sottocuoca nella severa Mawton Hall, non vede l'ora di sistemarsi con il suo innamorato e di aprire la sua taverna. Ma quando il suo anziano padrone sposa la giovane ed enigmatica Lady Carinna, Biddy viene involontariamente trascinata in un mondo di intrighi, segreti e bugie. Costretta ad accompagnare la sua nuova padrona in Italia, Biddy porta con sé un vecchio libro di ricette di casa, The Cook's Jewel, in cui registra le sue osservazioni. Quando si ritrova coinvolta in una cospirazione omicida, Biddy si rende conto che i segreti che custodisce potrebbero essere la chiave per la sua sopravvivenza... o per la sua rovina.
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Io non lo riesco a spiegare ma a Roma sono diversa.
L’ho vista 100 volte e la guardo sempre con gli occhi dell’amore.
Sarà l’atmosfera, saranno i romani, sarà la storia… ma io li mi sento a casa. Mi sento bella. Mi sento viva.
Il poter vedere all’una di notte di un giovedì sera qualsiasi gente in giro e felice, che si gode la vita, la musica e il fresco della sera mi fa venir voglia di fare e dire tutto ciò che non ho potuto nella piccola città in cui vivo da quando sono nata.
Mai potrei vivere lontana dal mio mare, mai potrò ad abituarmi alla vita caotica dell’Urbe: mi sentirei nuda a spostarmi tra le enormi strade e i vicoli senza fine di quell’enorme città che tanto bene conosco ma che ancora mi cela segreti.
Sarà colpa di quell’amore adolescenziale che ho provato nei confronti di un ragazzo di Roma, saranno le belle ragazze e i loro dolci sorrisi vestiti di rossetti rossi come il vino ma io non riesco a divincolarmi dal suo grande amore.
Sarà la storia, saranno i segreti e i posti che non ho ancora visto ad affascinarmi ma non riesco a spegnere la curiosità.
A volte vorrei poter bere una pozione per poter guarire da questo mal d’amore che mi fa impazzire, altre volte mi rendo conto che pazza d’amore sono felice.
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C’è una forma di violenza che viene raccontata sempre molto poco, perché a differenza delle botte, non lascia lividi esterni.
Ma all’interno fa dei danni inauditi.
È molto difficile da dimostrare, ma facile da riconoscere, se si hanno gli strumenti adeguati.
La violenza psicologica.
Quando ti critica costantemente perché secondo lui non vai mai bene.
Ti vuole diversa. Sempre di più. Sempre di meno. Mai te stessa. In una corsa dove non vinci niente perché non è previsto che tu ce la faccia.
Quando ti insulta.
Quando lui è sempre meglio di te. Le cose che fa lui sono perfette, tu non sai fare niente. E il sotto testo è che senza di lui sei inutile. Che non sai e non puoi vivere senza di lui, perché la tua vita da quando state insieme, ha finalmente un senso. Finalmente c’è qualcuno che si prende cura di te, anche se non vali nulla. Lui è il benefattore, tu la stolta che deve essergli grata.
Quando è geloso.
Anche se la narrazione dell’amore ha voluto farci credere che la gelosia sia una dimostrazione di interesse, a qualsiasi livello si pratichi è insana, perché toglie libertà all’altro, si basa sulla non fiducia, sulle accuse, sul senso di colpa, sul possesso.
Una persona gelosa si vede immediatamente è una persona sana non può permettere nessuna forma di gelosia.
Quando ti controlla.
Il telefono. Come sei vestita. I tuoi spostamenti. Le tue amicizie. La tua durata su whatsapp e sui social, con relative accuse.
Perché il controllo e la gelosia vanno spesso di pari passo.
Quando è sempre colpa tua.
Se lui è nervoso è perché tu l’hai fatto innervosire.
Se lui è rabbioso, è perché tu hai un comportamento sbagliato.
Se lui è geloso, è perché tu dai troppa confidenza agli altri uomini.
Se lui è violento è perché tu hai tirato troppo la corda.
Se lui non ti fa uscire, è perché tu sei inaffidabile.
Se lui ti urla addosso, è perché tu l’hai portato al limite.
Quando i tuoi sentimenti non vengono convalidati e vieni fatta passare come quella che si merita il manicomio.
Se sei triste è perché sei troppo emotiva.
Se sei arrabbiata è perché hai il ciclo.
Se sei delusa è perché ti aspetti troppo.
Se vuoi lasciarlo è perché sei inaccontentabile.
Se piangi è perché sei esagerata.
Se sei disperata è perché sei pazza.
Ogni cosa che senti non è reale e soprattutto lui è la vittima della tua follia.
La botte sono imperdonabili, ma ricorda che spesso prima della violenza fisica, c’è la violenza emotiva, la manipolazione, il rapporto che diventa tossico. E saper riconoscere questi segnali è fondamentale per comprendere che quello che stai vivendo, NON È NORMALE e non deve essere considerato tale.
Chi ti ama rende la tua vita più bella.
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Spotify, la mia playlist, play, casuale.
Måneskin: troppo; Leon Fauno: troppe parole; Rkomi e Madame: forse ci siamo.
Ieri o forse l’altro ieri ho scritto di Ale e poi condiviso un quantitativo vomitevole di post pubblicati tra il 2012 e il 2013, quasi dieci anni fa.
La maggior parte parla di Matteo, alcuni di Fani altri di Luca e il resto di me.
Li ho riletti tutti, sono tornata nella mi testa di una quindicenne innamorata pazza dell’amore.
Innamorata di un qualcuno con cui appena aveva modo di parlare, di un dolce ragazzo con gli occhi verdi tanto dolce, ma soprattutto innamorata di una relazione tossica, che le ha dato tanto e tolto troppo.
Il punto è che, quasi dieci anni dopo quei posti, quasi sei anni dopo aver smesso di essergli amica, mi rendo conto che mi rende fragile tanto quanto mi ci sentivo in quelle parole.
Dieci anni dopo averli scritti.
Mi fa paura tutto questo.
Mi fa paura dirlo, perché rende vero che sento ancora qualcosa per quel ragazzo che quindici anni fa vidi in piscina, per la prima volta, alzando le spalle alla domanda di mia madre “che bel ragazzo”.
Lo stesso che per tre anni copiava i compiti dal mio quaderno, ma poi mi nascondeva agli occhi degli altri.
Nascondermi, l’ha sempre fatto.
Mi ha nascosta anche a se stesso.
Io lo so, se lui avesse provato ad amarmi, a vedermi, ora non sarei qui a parlare di tutto ciò.
E mi fa male, dieci anni dopo quei post e sei da quando ho smesso di essergli amica, dedicargli questo post.
Mi fa male, perché Ale per quanto complicato, può darmi molto.
Anzi già lo ha fatto, nei piccoli gesti, nelle parole dette e non dette.
Nel volermi presentare al mondo, non nascondermi ma espormi.
Eppure, quindici anni dopo quella volta in cui l’ho visto per la prima volta, vorrei alzarle le spalle al sentire il suo nome.
Invece, sono qui.
Sono qui perché l’ho guardato negli occhi l’altra sera e ho visto del dolore. Magari mi sbaglio, non so leggerlo più, ma ho visto questo.
Ho visto che mi ha vista, dopo tempo mi sono sentita vista.
E dovrei dirle su Ale queste cose, che poi magari me lo sposo e rileggo questo post, e dico “mannaggia a me”.
Ma io ho visto che LUI mi ha vista, per la prima volta da quel momento, quindici anni fa.
Che poi, ho visto pure quel fottuto episodi di Modern Love e pure quello mi ha disfatto, perché io il mio amaro lieto fine con lui non l’ho avuto, nessun punto, virgola o altra punteggiatura.
Noi ci siamo lasciati andare e ora che sono tornata qui, se mi guarda vedo tristezza, mi vedo vista. Non la punteggiatura. Nuova roba.
E non va bene cazzo!
27/10/2021
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Cara amica mia,
Si parlo di te che ormai ci conosciamo da una vita, quanto sarà di preciso secondo me, visto che ti ricordi di Mattia sono ben 10 anni infondo con Mattia mi sono messa a settembre 2011 se non sono 10 anni esatti sono 9, non importa perché importa che tu sei speciale per me.
Se un’amica che sa ascolta,
Sei un’amica che non giudica quando anche sono giudicabile,
Sei un’amica che nonostante gli anni che siamo state separate c’è, e mi chiedo come facevo prima,
Sei un’amica che non mi molla,
Sei un’amica che mi da forza,
Sei un’amica che capisce quando sto male, non è scontato io amo essere forte,
Sei un amica che è orgogliosa
Sei un’amica stalker
Sei un’amica pazza, ma per stare con me devi essere così,
Sei un’amica dei gemelli
Sei nata 363 giorni prima dell’amore della mia vita,
Sei la persona che mi capisce di più,
Sei la persona della quale mi fido di più
Sei la persona che mi fa sentire un’pó meno la mancanza di Ilaria,
Sei la persona che ascolto più di tutte
Sei quella persona che so che se mi partisse l’embolo di prendere un treno e venire in Puglia non mi caccerebbe via
Sei la persona con la quale ho bisogno di confidarmi quando mi succede qualcosa
Sei la persona che mi aiuta con i miei pensieri strani
Sei una sorella
Sei la persona che mi fa sentire marginale la mancanza di Ilaria
Sei come la mia migliore amica,
Con questo ti volevo dire grazie di avermi accompagnato in questo strano 2020, e grazie di esserci stata quando ho capito cos’è l’amore avevo bisogno di una amica come te che mi aiutasse a mettere da parte l’orgoglio con Simone, non so cosa succederà tra me e lui, ma voglio dirti che è grazie a te se molte volte l’orgoglio l’ho abbassato.
Grazie sei la mia migliore amica, sento proprio il bisogno di parlarti al telefono se no sto male :)
Ti voglio bene
Una tua vecchia amica.
#rita#lui#lei#amore#migliore amica#distanza#migliore amico#mio#amore a distanza#ti voglio#modena#puglia#foggia#amicizia#9 anni#mancanza#2020
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STORIA D’AMORE IN TEMPO DI PESTE
Sono partita alle sette del mattino. Vado da lui, mi sono detta. Vado da lui senza dirgli niente, mi sono stancata del telefoninino. Vado a sentire il vero vivere. Voglio sentire la furia di amare gioiosamente, lui che mi apre le costole da lontano. Da qui nulla è il mondo e nulla è il parlare con lui. Ho bisogno che la luce sia candita dai suoi occhi, devo sentire come ha risparmiato il suo ardore. Lui ora vive chiuso in una stanza, ha incontrato un uomo malato e può essere malato anche lui. Ma io non vado a toccarlo, io vado a vederlo. Ora che la città non è più un toro palestrato e il cielo è arrivato in molti corpi che oramai erano tufo, si sono aperte ansie e luci in queste giornate di umori difficili, inauditi, giornate senza le pinze del lavoro, senza la giostra che anneriva i muri. Io vado a piedi da una città all’altra, faccio in un giorno i quaranta chilometri che mi separano da lui, arriverò a tarda notte, è come gettare tutto in mare e salvare solo il dolce cuore impaurito in cui si trova. Per strada poche automobili, mai in questa stagione avevo sentito tanti uccelli. Non è che sono più degli altri anni, è che il silenzio della giostra ferma fa salire il loro canto. Le foglie non sono ancora uscite dai rami, ma si sente che gli alberi stanno bene. Il cuore cammina due metri davanti a me, ho bisogno di seguire qualcuno, ho bisogno di compagnia e allora seguo lui, è lui che voleva uscire da casa, voleva battere all’aria aperta. Nell’aria il grido degli affari improvvisamente si è spento, è salito lo stato sociale della morte, è lei per la prima volta che governa il governo e le case, la morte ha messo in ginocchio il frastuono, è l’unica miniera in cui possiamo scavare. I ristoranti sono chiusi. Faccio la fila a un supermercato per prendere qualcosa da mangiare. Compro tre arance, una bottiglia d’acqua e un pezzo di cioccolata. Voglio arrivare da lui con le ossa limate dall’attesa di vedere la sua faccia sfuggente all’ultimo piano della città muta. Il pomeriggio è un tiro a segno dell’ansia. Sono a metà strada, non posso tornare indietro. Ho tre ore di luce, ma arriverò col buio, nell’ora in cui mi sale in testa la malinconia del sole finito. All’ingresso della città mi fermano i carabinieri. Mi chiedono con un certo garbo dove sto andando. Vado verso la luna, gli dico con quello che mi resta del corpo, il cammino è come se mi avesse tutta prosciugata, condotta al bivio di tutti gli errori: era assurdo restare a casa, è assurdo essere qui a provare a spiegare che ho scherzato. Sono una girovaga dell’amore, dico, ma dopo la luna anche questa frase non arriva da nessuna parte. Noi facciamo il nostro dovere, mi dice uno che la stessa lingua della mia terra. Trovo ancora un’altra frase incomprensibile: sono uscita dal contagocce della paura. Non posso dire che io sto cercando il sesso, ma non nel senso di farlo, ma solo di guardarlo, il sesso di vederlo seduto, di vedere come apre il frigorifero, come muove le braccia: spesso mi sono portato a casa i disegni invisibili che le braccia fanno per aria. I carabinieri mi parlano delle regole da rispettare. Loro hanno il pianoforte delle istituzioni, io il clarinetto dei passi che mi hanno portata da una città all’altra. Devo portare al mio fidanzato un fiore strampalato, è la mia ultima carta e si rivela decisiva: in pochi minuti i tendini della mia fierezza mi portano alla piazza dove abita lui. Ora devo solo citofonare e salire le scale. Sono venuto per guardarti coi migliori occhi che ho mai avuto. La mia pelle non è mai stata così luminosa. Voglio fartela vedere. Ma sei pazza, mi dice con voce contenta e indispettita. Io salgo le scale con brevi respiri. Ci siamo accordati che voglio solo vederlo, non tocco lui e non tocco niente’altro con le mani. Mi alleno salendo a pugni chiusi. Entro, dico qualcosa che non ha nessun senso, sono parole buone ma messe in un agitato disordine. Lui mi ripete che sono pazza. Lo so che non è che sappiamo rispondere a tutte le bontà. Un’ora a girare in angoli lontani della stanza. Lui sembra avere una lancia nel sangue, non so come e quando gli sia cresciuta. Io lo forza di rompere il cuore, lui no. Lui vuole solo scoprire che pure questa volta non si muore. Gli dico che andrò a cena da mia zia e poi dormirò da lei. Mi farà bene la notte amara che mi aspetta. Pure mia zia mi dirà che sono pazza. Tu intanto porta la tua paura dove ti pare. Io nel viaggio di oggi sono stata sul confine di tutte le felicità. Se l’amore esistesse non ci sarebbe bisogno di inventarlo.
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La perdi quando non scegli. Quando la fai sentire come un’opzione. La seconda, forse la terza. Addirittura la quarta. La perdi quando la metti in un angolo. Quando non ti impegni, quando tentenni come se avessi tra le mani una sorta di telecomando che salta da un programma all’altro perché non sai quale guardare. Ma le persone non sono programmi televisivi e tu non hai nessun telecomando che le possa mettere in pausa mentre decidi. La perdi giorno dopo giorno quando la lasci sola. Quando sente che non può contare su di te perché non ci sei mai. Quando non sente appartenenza, non sente reciprocità, non sente niente di tutto quello che dà un senso ad una relazione. La perdi quando non dai tutto te stesso. La perdi quando ti cerca e non ti lasci trovare. Quando inventi scuse patetiche o ridicole per giustificare i tuoi ritardi. La perdi anche quando torni dopo averla lasciata per la centesima volta. La perdi quando le fai sentire solo un oggetto di piacere per quando ne hai voglia. E la perdi quando nonostante tutto, cerca di amare anche la tua ruvidezza, quando ti rifugi nel tuo guscio. Quando vorrebbe che tu le asciugassi le lacrime di notte, che la stringessi a te, ma ti giri semplicemente dall’altra parte. La perdi quando ti rifiuti di essere presente, quando non la lasci entrare negli angoli della tua mente. La perdi quando la prendi a parole e la fai sentire inutile. Perché tutto ciò che vuole è la fusione delle vostre anime, sentire il potere dell’amore quando le vostre mani sono intrecciate. La perdi quando non provi a capirla. Quando non ti preoccupi di guardare il mondo dal suo punto di vista, quando la rimproveri per ogni parola che dice, anche quando cerca a tutti i costi di trovare un compromesso. La allontani sempre di più quando ridi delle sue paure, quando le fai sentire che è pazza per ciò che prova e quando ti svincoli completamente dalla discussione. L’hai delusa trattandola come se fosse inferiore, mentre pensava che la ritenessi tua pari. Ma ecco come puoi trattenerla... La trattieni nella tua vita quando l’ascolti. Quando comprendi la sua vulnerabilità e l’abbracci invece di girarti dall’altra parte del letto. La trattieni quando le parli, quando riconosci che una relazione è una strada a doppio senso. Quando le dai, senza che lei ti chieda. La trattieni quando la sostieni, quando si sente sicura al tuo fianco, quando le dici che affronterete insieme tutti i mali del mondo. La trattieni quando le dai tutto. Quando non la lasci sola sulla scogliera della sua emotività, quando le chiedi scusa e sei sincero. Quando le confessi le tue più grandi paure e le tue più belle speranze. Quando non metti barriere tra voi e vi asciugate reciprocamente le lacrime. La trattieni quando lei ti sceglie. Quando le mostri il tuo amore, la tua devozione, quando la riempi di piccole attenzioni. Quando i sentimenti non sono solo parole, ma azioni, atteggiamenti. Quando le dimostri che non è un’opzione, ma la tua priorità. La trattieni quando è la prima mano che afferri nel buio. Quando decidi. Quando la cerchi e le dici che senza di lei non sai stare perché sei innamorato pazzo e che la rivuoi con te ma soprattutto che la ami e non hai smesso di amarla perché lei è lei e nessuna è come lei.
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L’amore è una pura follia.
È come una droga, ma più forte, che ti crea dipendenza e dovrebbe essere illegale. Ti costringe a diventare pazzo, un folle, che pur lottando contro di essa capirai che accettarla o combatterla ti porterà comunque allo stremo delle forze. E tu risulterai pazzo.
Ti sviscera, ti strappa la carne, ti rompe le ossa.. così ti porta ad essere un nulla. Non senti più niente.
Perdi la vista: lo sguardo diventa velato. Guardi, ma senza osservare. La mente rimarrà vuota, ma con un caos straziante che parecchie volte ti lascerà cadere in uno status paralizzante. La sensibilità cambia: pur toccando la fiamma accesa, viva, di un accendino non sentirai male, ma calore. Un calore molto simile a ciò che porti dentro. La fame: lo stomaco si aggroviglia, il tuo cibo preferito non avrà più sapore così come l’acqua che non riuscirà a dissetarti. É come se fossi in bilico tra la vita ed il tempo. Lasci che il tempo sia il tuo stesso carnefice e lo incolpi per quel che si è portato via, quando in realtà lui è solo un effetto collaterale a ciò che l’amore fa. A ciò che l’amore ti riduce.
Molti, troppi, film e libri parlano della bellezza dell’amore, ma non sempre è così.. non lo è mai. Ci fanno crescere con un’idea dell’amore che porta gioia ed allegria, ma non ho mai sentito nessuno parlare dei veri lati dell’amore.
Conosco un ragazzo, un uomo, che ha fatto tutto per una donna. Ha attraversato oceani, ha lottato, ha sbagliato, ha fatto la cosa giusta, ha amato, ha rischiato la sua vita. Ma non è bastato. Conclusione? Quest’uomo è ancora innamorato perso di lei. L’amore ti spinge a portare te stesso sopra ogni limite: non ti culla, ti divora. Non ti aiuta, ti distrugge. Ma alla fine ti lascerà sempre e solo in una posizione: la scelta. E qui entri in gioco tu, nullità pazza d’amore, dovrai scegliere se combattere ancora contro di essa o se arrenderti e lasciare che l’oscurità diventi la tua più fedele amante.
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Ecco come la perdi
Senza nemmeno rendertene conto
La perdi quando non scegli
Quando la fai sentire come un’opzione. La seconda, forse la terza. Addirittura la quarta.
La perdi quando la metti in un angolo.
Quando non ti impegni, quando tentenni come se avessi tra le mani una sorta di telecomando che salta da un programma all’altro perché non sai quale guardare.
Ma le persone non sono programmi televisivi e tu non hai nessun telecomando che le possa mettere in pausa mentre decidi.
La perdi giorno dopo giorno quando la lasci sola.
Quando sente che non può contare su di te perché non ci sei mai.
Quando non sente appartenenza, non sente reciprocità, non sente niente di tutto quello che dà un senso ad una relazione.
La perdi quando non dai tutto te stesso.
La perdi quando ti cerca e non ti lasci trovare. Quando inventi scuse patetiche o ridicole per giustificare i tuoi ritardi.
La perdi anche quando torni dopo averla lasciata per la centesima volta.
La perdi quando le fai sentire solo un oggetto di piacere per quando ne hai voglia.
E la perdi quando nonostante tutto, cerca di amare anche la tua ruvidezza, quando ti rifugi nel tuo guscio.
Quando vorrebbe che tu le asciugassi le lacrime di notte, che la stringessi a te, ma tu giri semplicemente dall’altra parte.
La perdi quando ti rifiuti di essere presente, quando non la lasci entrare negli angoli della tua mente.
Perché tutto ciò che vuole è la fusione delle vostre anime, sentire il potere dell’amore quando le vostre mani sono intrecciate.
La perdi quando non provi a capirla.
Quando non ti preoccupi di guardare il mondo dal suo punto di vista, quando la rimproveri per ogni parola che dice, anche quando cerca a tutti i costi di trovare un compromesso.
La allontani sempre di più quando ridi delle sue paure, quando le fai sentire che è pazza per ciò prova e quando ti svincoli completamente dalla discussione.
L’hai delusa trattandola come se fosse inferiore, mentre pensava che la ritenessi tua pari.
Ma ecco come puoi trattenerla
La trattieni nella tua vita quando l’ascolti. Quando comprendi la sua vulnerabilità e l’abbracci invece di girarti dall’altra parte del letto.
La trattieni quando le parli, quando riconosci che una relazione è una strada a doppio senso. Quando le dai, senza che lei ti chieda.
La trattieni quando la sostieni, quando si sente sicura al suo fianco, quando le dici che affronterete insieme tutti i mali del mondo.
La trattieni quando le dai tutto.
Quando non la lasci sola sulla scogliera della sua emotività, quando le chiedi scusa e sei sincero.
Quando le confessi le tue più grandi paure e le tue più belle speranze.
Quando non metti barriere tra voi e vi asciugate reciprocamente le lacrime.
La trattieni quando lei ti sceglie.
Quando le mostri il tuo amore, la tua devozione, quando la riempi di piccole attenzioni .
Quando i sentimenti non sono solo parole, ma azioni, atteggiamenti.
Quando le dimostri che non è un’opzione, ma la tua priorità.
La trattieni quando è la prima mano che afferri nel buio.
Quando decidi.
Quando le fai capire che la tua casa, è nel suo cuore.
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Sfogo
Non credo più all’amore, non ho più fiducia in nessun essere umano su questa terra. Sono giunta alla triste consapevolezza che valori come l’onestá, l’affetto non sono altro che utopie. L’amore non è altro che un sogno, il più bello, inquadrato perfettamente nei romanzi a lieto fine e nei film Hollywoodiani. Nella mia vita non ho mai conosciuto l’amore e credo che non lo conoscerò mai. Ogni singola persona che ho incontrato non ha fatto altro che strapparmi di dosso ogni sentimento, farmi disperare, soffrire di dolori mostruosi e rompere quel sottile equilibrio mentale che mi rendeva sana. Gli uomini mi hanno fatto diventare pazza, mi hanno portato ad avere gli attacchi di panico. Non lo dimenticherò mai. Ecco questo è il ricordo che ho dell’amore e delle relazioni, se tali si possono definire.
— ValiumA
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Prezioso tempo che scorri implacabile.
Mi trascini, accompagni, spingi, incoraggi.
Non è mai abbastanza.
Non è mai troppo.
Non è mai sufficiente per spenderti come dovrei.
Doni ancora la tua silenziosa presenza e accompagni l’istante indomabile in cui una parola ben pensata si sottrae al contesto imponderato.
Aiutami tu a superare quanto dato, coltivato, germogliato, affrontato, subito.
Atteso.
Attesa infinita,
Gabbia di ferro inespugnabile dalle pareti minute e gli spazi abbastanza ampi per non passare.
Riportami alla speranza il sogno della libertà presto negata da una mente costretta.
Costretta sono a considerarmi pazza.
A scrivere nelle certezze il dispiacere dell’imcprensione plausibile.
Perché è la mia testa. La mia testa maledettamente inaridita dalla convinzione che non mi esista nessuno di simile.
Che solo io sia in grado di capire ciò che una mente soffre all’avvicinarsi dell’amore.
Lodevole concetto inspiegabile, soggettivo sei in ogni tua forma che non appartenga alla realtà.
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MARGHERITA È PAZZA L’avete più vista Margherita? Dicono sia scomparsa. No, non l’ha portata via il vento, è passato di lì ma le ha solo spostato i capelli. Io l’ho vista tra la folla in un grande magazzino, si era seduta su uno sgabello in mezzo agli scaffali con lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva più niente da aspettare. La gente intorno a lei parlava dell’amore ai tempi dei centri commerciali e di WhatsApp, del visualizzato senza risposta che non ti puoi nemmeno più illudere che quella lettera sia andata persa. Che la incontri la gente e lo vedi quello che fa, che vive lo stesso anche senza di te. È stanca Margherita e cammina senza sapere dove va. Io l’ho sentita piangere sotto la doccia, rivoleva le sue illusioni Margherita, che la realtà le fa venire il voltastomaco e adesso pensa che sia meglio credere in qualcosa che non esiste. Qualcuno dice che sta bene, che l’ha vista ridere in un bar e ballare a un concerto, ma se riuscirete a chiederglielo lei risponderà in silenzio che era altrove, come sempre. Non le dirò che arriva febbraio, lei ha buttato via tutti i calendari e non guarda più nemmeno l’orologio, ogni tanto guarda fuori per vedere se cambia il tempo, ma le sembra sempre che ormai sia passato tutto. Compra un sacco di scarpe, forse succede così a chi ha l’impressione di camminare a vuoto, pensa che le consumerà tutte finché non avrà di nuovo un posto in cui voler arrivare. Dorme un sonno senza sogni e raccoglie le stelle cadute sul pavimento della sua stanza ... ‘Amore che vieni amore che vai, che poi non eri nemmeno amore, e quello che saresti stato, non lo sapremo mai.’ Lo scrive col rossetto sugli specchi dei bagni pubblici quando non è ancora abbastanza ubriaca per smettere di ricordarlo. Lei gli aveva detto che se non ci avesse messo troppo lo avrebbe aspettato tutta la vita, lui le aveva promesso che avrebbe fatto presto. Lei è rimasta seduta in una stanza vuota. Lui si è perso tra la folla. Hanno aspettato che fosse troppo tardi. Qualcuno dice che Margherita è pazza perché è convinta che alla fine lui tornerà. #karenlojelo #margheritalamoreuccidelentamente #libro #scrittrice #scrittrici #letteratura #poesia #quote #citazionilibri https://www.instagram.com/p/B49uuf6IENo/?igshid=1b4ohswtjpra0
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Folle amore.
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Sono pazza, si, pazza dell’idea che mi sono fatta dell’amore, convinta che l’amore vero esiste e supera ogni cosa.
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Finalmente pensavo “che bello non mi piace più nessuno, non soffrirò più per tanto tempo a causa dell’amore” ma adesso sono pazza di lui. Non ce la posso fare... non è giusto. In più oltre alla depressione che mi divora c’è lei, la donna che conosco da quando sono nata, la donna che ho sempre considerato come una nonna che è stesa in quel maledetto lettino in quell’ospedale e questo mi sta uccidendo
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