#messaggi sull’amore
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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La gioventù non è un periodo della vita, è uno stato d’animo; non è una questione di guance rosee, labbra rosse e ginocchia agili; è un fatto di volontà, forza di fantasia.
Vigore di emozioni: è la freschezza delle sorgenti profonde della vita. Gioventù significa istintivo dominio del coraggio sulla paura, del desiderio di avventura sull’amore...
E spesso se ne trova di più in un uomo di 60 anni che in un giovane di venti. Nessuno invecchia semplicemente perché gli anni passano.
Si invecchia quando si tradiscono i propri ideali.
Gli anni possono far venire le rughe alla pelle,
ma la rinuncia agli entusiasmi riempie di rughe l’anima.
Le preoccupazioni, la paura, la sfiducia in se stessi
fanno mancare il cuore e piombare lo spirito nella polvere.
A 60 anni o a 16, c’è sempre nel cuore di ogni essere umano il desiderio di essere meravigliati, l’immancabile infantile curiosità di sapere cosa succederà ancora, la gioia di partecipare al grande gioco della vita.
Al centro del vostro cuore e del mio cuore c’è una stazione del telegrafo senza fili: finché riceverà messaggi di bellezza, speranza, gioia, coraggio e forza dagli uomini e dall’infinito, resterete giovani. Quando le antenne riceventi sono abbassate, e il vostro spirito è coperto dalla neve del cinismo e dal ghiaccio del pessimismo, allora siete vecchi, anche a vent’anni; ma finchè le vostre antenne saranno alzate, per captare le onde dell’ottimismo,c’è speranza .........
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Samuel Ullman - “Essere giovani"
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Oggi Passa la vita, misteriosa carovana: rubiamogli il suo attimo di gioia!
La giovinezza non è un periodo della vita ma un atteggiamento della mente; uno stato d’animo, una espressione della volontà, del potere dell'immaginazione e dell'intensità dei sentimenti; quindi una vera forza emotiva.
Rappresenta la vittoria del coraggio sulla codardia, dello spirito avventuroso sulle tentazioni dell'indolenza, nel prevalere dell’audacia sulla timidezza e, della sete dell’avventura, sull’amore per le comodità.
Non invecchiamo perché abbiamo vissuto un certo numero di anni, bensì invecchiamo se rinunciamo ai nostri sogni e alla nostra fantasia, abbandonando tutti i nostri ideali.
E’ vero; il passare degli anni ci spinge a rinunciare alle nostre aspirazioni e gli anni tracciano i loro solchi sul nostro viso ma, ancor più, è la rinuncia all’entusiasmo che li traccia sull’anima.
La sfiducia, pregiudizi, la noia, dubbi, timori mancanza di sicurezza e la disperazione sono i nemici che, a poco a poco ci mettono a terra e fanno polvere di noi prima ancora della nostra morte. Ma l'anima è immortale e ci suggerisce altrimenti:
Resterà giovane chi è capace ancora di stupirsi ed entusiasmarsi, per tutto ciò che è nuovo, chiedendosi sempre “perché” !
Ci sentiremo giovani come la nostra fede e vecchi come i nostri dubbi! giovani come la fiducia che sentiamo in noi; giovani come la nostra speranza! Vecchi come il nostro scoraggiamento.
Resteremo giovani fino a quando saremo pronti ad accettare una sfida, preparati nell'amare una persona cara, ricettivi per quello che è buono, bello e grande, intelligenti per i messaggi della natura, del prossimo e dell'incomprensibile.
Essere giovani significa conservare l’amore del meraviglioso, lo stupore per cose sfavillanti e per i pensieri luminosi la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il senso piacevole e lieto dell’esistenza.
Resteremo giovani fino a che il nostro cuore saprà ricevere i tutti i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che ci arrivano dalla terra, da un uomo o dall’infinito.
E, quando tutte le fibre della nostra consapevolezza si saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e, il ghiaccio del cinismo; solo allora diverremo vecchi ! Non più immortali.
Buon Compleanno!
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pazzadellamore · 5 years ago
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madpeopleloveme · 5 years ago
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non voglio messaggi dolci solo per poterli aggiungere ai preferiti.
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bluebirdsonmyskin · 6 years ago
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sei tutto per me
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traleleganzadellestelle · 4 years ago
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Caro Roberto,
Da quando non ci sei più ho messo a posto la testa e mi sono data delle regole, come: non supplicare o elemosinare attenzioni, niente stupide ripicche, niente messaggi inutili e altri mille propositi che non posso prometterti riuscirò a rispettare.
Uno di questi ultimi è quello di scrivere tanto, tutte le lettere e i testi che mi pare, ma senza inviarli. Numero di lettere concesse: 1, per questo devo fare attenzione a scegliere con cura le parole da usare.
É finita, me lo hai detto tu. Qualche giorno senza sentirti e ora vedo tutto più chiaramente.
Se ripenso a come ho reagito quel giorno mi picchierei da sola, rispetto la tua scelta e mi spiace che tu abbia dovuto assistere a quella scena pietosa. Potevo decisamente andarmene con molta più dignità, perché per quanto possa fare male non si può obbligare una persona a rimanere.
Ora che ho messo la testa a posto e vedo le cose con lucidità, mi sono resa conto che in fondo non eravamo poi così speciali come credevamo, perché se lo fossimo stati non ci saremmo fatti del male, e che forse hai ragione tu, magari non ci amavamo più da tempo e non l’avevamo neanche capito.
Non fraintendermi, speciali lo siamo stati eccome, mi basta pensare alle serate passate nel pandino sotto la pioggia mentre ascoltavamo la musica a tutto volume, alle volte in cui senza dirmi niente ti presentavi sotto casa mia solo perché morivi dalla voglia di vedermi, al modo in cui ci guardavamo ogni volta che qualcuno diceva qualcosa di divertente o alle farfalle nello stomaco ogni volta che ci baciavamo. Non so perché ma in questi giorni mi é riaffiorato questo ricordo di te che mi chiami, quando ancora ero a Belfast, canticchiando felice in macchina “la tata torna presto” o qualcosa di simile, e mi si scalda il cuore.
Poi però penso all’ultimo periodo, l’ultimo mese più o meno, e a come spesso e volentieri non mi sentissi capita, come se non valessi più il tuo tempo, mentre tutto ciò che volevo io era stare con te e non pensare a nulla se non a guardarti. Sono certa che a quel punto già ci fossero altri problemi, magari anche per colpa mia, ma non lo saprò mai, perché nonostante te lo chiedessi ogni giorno, non hai mai trovato il coraggio di affrontarli.
Mi dispiace per tutto quello che è successo, per i miei errori, perché ho detto di amarti e poi ho agito come se tu non ci fossi, e per i tuoi di errori, perché non sei stato in gradi di capire i miei bisogni.
Quando ho perso te ho perso tutte le certezze che avevo, già ragionavo per due, e pensavo a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme una volta finito il lockdown. Volevo organizzare viaggi, vedere Parigi, andare ai concerti, andare a ballare, invitarti fuori a cena, fare lunghi giri in moto, imparare a guidare bene la barca per portarti in giro e fare l’amore nei luoghi più impensabili. Avrei voluto portarti in tanti posti, ma ormai non ci siamo più.
E ora ti odio da morire. Ti odio per la tua indifferenza. Perché se quella domenica mi avessi urlato contro, mi avessi guardato negli occhi o anche solo mi avessi dato l’abbraccio che meritavo, almeno avrei capito che te ne fregava qualcosa di me.
Non fraintendermi, con questo non intendo dire che tu non ci sia stato male, ti conosco abbastanza ormai, ma la differenza è che non sei mai stato capace di farti vedere debole davanti a me. Esageri un po’ con le birre, magari prendi a pugni qualche porta, ma renderti vulnerabile davanti a qualcun’altro proprio non ce la fai.
Fa male da morire perché non ti sei domandato come mi sentissi io, perché non hai mai chiesto ai miei amici come sto, non hai mai passato una serata a casa a chiederti cosa stessi facendo io in quel momento, che canzone stessi ascoltando o a cosa stessi pensando.
Non hai mai avuto l’istinto di scrivermi? Di chiedermi come sto? Se mangio e se continuo a lavarmi i capelli regolarmente? Io ci ho pensato almeno un milione di volte ma mi sono fermata, so che mi risponderesti solo che va tutto bene e che hai bisogno dei tuoi spazi, e io non so se potrei sopportarlo. E allora lo chiedo a tutti i tuoi amici, mentre aspetto che sia tu a scrivermi un semplice “come stai?” e che ti senta pronto per dirmi come ti senti, e invece niente.
Dimmi che non sono così facile da dimenticare come il tuo silenzio mi fa sentire.
Speravo che la fine arrivasse un po’ più tardi, anche di un solo minuto, una sola ora, un solo giorno. Vorrei non averti spinto a dirmi “ti lascio”, ma so che se non lo avessi detto domenica, le cose sarebbero solo peggiorate e probabilmente sarebbe successo comunque. Perché io incasino sempre tutto, anche le cose che mi fanno stare bene, e non perché non siano abbastanza, ma perché spesso sono io quella che non si sente abbastanza.
So che adesso devi sembrare freddo e orgoglioso, ma sappi che non c’è niente di sbagliato nell’esprimere le proprie emozioni e farsi vedere deboli di fronte a chi ti vuole bene. Parla con i tuoi amici, con la tua famiglia, con la psicologa, non sentirti mai un peso, perché sei circondato da persone che a te ci tengono tanto. Se hai paura di non essere capito, o addirittura giudicato, “tu chiamami se senti i mostri, che se ci sto ti vengo a prendere, nonostante tutto” come direbbe Gemitaiz, perché nonostante non siamo più quelli di una volta, ciò che ti ho promesso per me resta vero, io rimango sempre un porto sicuro per te, in cui puoi essere te stesso al 100% e non verrai mai giudicato, questo voglio che sia chiaro.
Comunque andranno le cose io sarò sempre la tua cheerleader, la tua più grande fan. Non ti augurerò mai il male, anzi, ti auguro di lottare e (più avanti) di ricominciare ad amare, senza bisogno di accontentarti. Spero che troverai qualcuno che sappia darti ciò in cui io ho sempre fallito, o che impari a stare bene anche senza. Prego che tu sia felice almeno la metà di quanto io lo sono stata insieme a te.
Mi distrugge pensare che lentamente diventeremo sconosciuti, che ci dimenticheremo del profumo dell’altro e delle nostre espressioni facendo l’amore. Quella camera non sarà più il nostro angolo di intimità e presto ti scorderai del mio corpo, delle mie curve e dei miei nei, e magari un giorno io scorderò i tuoi tatuaggi e le cicatrici che tanto ho amato.
Non saremo più Roby e Laura, la gente non ci guarderà più con invidia, mia mamma smetterà di fare la spesa anche per te e mio papà sarà felice di non dover mai fare le presentazioni ufficiali. Tutti quelli che ci conoscono avevano puntato tutto su di noi, ma forse alla fine siamo stati proprio noi quelli che non ci hanno creduto abbastanza.
Non sopporto l’idea di averti perso, un po’ per volta però so che mi passerà, giorno dopo giorno il dolore diminuirà, la mancanza svanirà e i ricordi non mi faranno più piangere, e forse quando questo succederà potremo addirittura essere amici.
So che tu non credi nell’amicizia tra ex e che ti sembra la cosa più sbagliata del mondo, ma io invece credo che l’errore più grande che due persone che si sono volute bene come noi possano fare sia quello di diventare sconosciuti, di comportarsi come nulla fosse e magari iniziare a parlare male dell’altro alle spalle.
Non dico oggi, non dico domani, e neanche tra un mese, quando sarà il momento lo sapremo, magari quando tornerò dalla Spagna, visto che non mi verrai a trovare. So che funzionerà e che non sarà nulla di strano se anche tu lo vorrai.
Avevamo idee diverse sull’amore è vero, ma ti ringrazio per tutti i ricordi che rimarranno per sempre. Non era il nostro momento e va bene così.
Spero che dopo aver ricevuto questa lettera mi chiamerai, o mi manderai almeno un messaggio, per farmi sapere che l’hai letta, cosa ne pensi e, se te la senti, anche per dirmi come stai o semplicemente per fare due chiacchiere.
Anche se non te ne accorgi io sono lì con te a tenerti per mano.
Per sempre dalla tua parte.
Laura
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ioticielo9109 · 5 years ago
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Mi sento impotente.
Sento che è tutto sbagliato tra noi, lo è da molto tempo e ho cercato di farmi forza.
Ti giuro, le ho provate tutte credo, anzi mi sono inventata nuovi metodi per rialzarmi anche quando non c’erano.
Non volevo aprire gli occhi, mi sforzavo di non vedere, di non sentire qual era la verità.
Mi dicevo che l’amore è accettare tutto della persona che amo, lo dicono tutti perciò dev’essere vero almeno un po’.
Dicendo così però ho sbagliato tante cose, perché sono io che ho permesso che accadesse tutto questo e ne porto il peso.
Ho permesso io che fosse tutto così, ti ho permesso di mentirmi perché ti ho creduto sempre, ti ho permesso di trattarmi come la seconda scelta perché sarei stata sempre li ad aspettarti seduta all’angolo della strada, quante volte sono rimasta sveglia la notte e il giorno e quante volte tu non sei mai arrivato.
Eppure dicevo che andava bene così, che il mio amore era più grande dei tuoi sbagli e che potevo farcela, che se resistevo sarebbe migliorato tutto.
Ti ho permesso di rispondermi male, di trattarmi con malcuranza, di dimenticarmi a volte, quando invece non ti sei mai accorto che se voglio litigare con te è perché sei bravo nel farti mancare.
Ti ho permesso di scegliere da che parte stare e non hai scelto me, e sono rimasta comunque dalla tua parte a lottare contro me stessa, contro quello che stavo iniziando a notare.
Eppure ho continuato a sorreggerti.
Ti ho permesso di toccarmi in ogni modo e tu hai smesso pure di trattarmi con dolcezza, hai smesso di riservarmi attenzioni speciali, ti ho permesso di urlarmi e hai smesso di ascoltarmi, sovrastandomi con le tue scuse.
È da tanto tempo che sono infelice, ma nonostante tutto continuavo a dirmi che andava bene così, che a volte eri dolce, che a volte mi stavi vicino, che a volte ti prendevi cura di me, che a volte mi rendevi partecipe della tua vita, che a volte mi toccavi in modo giusto.
Ma ora non mi basta più, l’amore non è accettare tutto ciò.
L’amore dovrebbe essere semplice, che non vuol dire facile, dovrebbe essere sincero, onesto, umile e benevolo, dovrebbe far aprire i cuori e non scendere le lacrime.
Sono una persona romantica che si è fatta piccola piccola per una persona che non lo hai mai accettato, ho dimenticato ciò a cui tenevo io, ciò che era importante per me e ciò che cercavo in una relazione.
Ho dimenticato che una persona che ti ama ti fa stare bene, ti tratta bene, ti ama bene. Ma poi è vero che ognuno ha il proprio modo di amare e se non ti ama come vorresti non vuol dice che non ti ama
Eccetera quelle frasi del cazzo
Ma è anche vero che la persona giusta dice le cose giuste, fa le cose giuste.
Una relazione vuol dire dare il 100%, fare il 50% e 50% come in una squadra ma anche dare il 25% a volte perché succede di sbagliare, succede di ferire, perché siamo umani e siamo deboli ma è l’amore che ci rafforza.
Ti ho amato con tutto ciò che avevo, ti ho dato tutto ciò che potevo.
Ma tu non potevi più di così
E mi sento così sbagliata quando ti tengo per mano, quando ti bacio.
Mi sento come se meritassi di più e ho iniziato a notarlo mesi addietro.
Leggo tante frasi romantiche su un profilo di instagram sull’amore sotto foto di persone innamorate, sono frasi veramente belle, alcune semplici che riflettono un amore fatto di cose semplici e genuine, alcune profonde e complesse, ma tutte hanno una cosa in comune.
Sono terribili da leggere per me, mi si ferma il cuore perché ogni volta che me leggo una (e sono tante) mi dico “vorrei un amore cosi”
Mentre dovrei dire “voglio l’amore che ho già”
Tu dirai che sono frasi fatte, dirai che sono scritte apposta per la pagina che non sono vere che quello non è amore vero ma da film
E lo so non ti preoccupare.
Quello che voglio dire è che vorrei un amore che mi faccia pensare che quelle frasi rispecchiano un po noi, che mi facciano venire voglia di scrivere pure a noi frasi del genere, che mi facciano venire voglia di scrivere frasi di canzoni sotto le nostre foto e cose così
Invece ho notato da un po’ di tempo che skippo le canzoni romantiche sul cellulare, ho notato che non riesco ad ascoltare tenerife sea o altre canzoni che erano nostre.
Fanno male, troppo perché il mio cuore ha una crepa, perché sono infelice e sono a terra, perché le ho provate tutte e mi sento impotente perché niente ha funzionato.
È debilitante quando vedi la persona che ami non accorgersi che ti stai spegnendo, che stai soffrendo così tanto da marcire dentro, eppure continuavo a sorridere e dire che andava tutto bene che mi amavi, a modo tuo.
Ho sempre voluto vedere del buono in te, ma ciò non vuol dire che devo continuare a usare questa scusa per qualcuno che non mi tratta bene.
Sei diventato veleno per me e ogni giorno me ne accorgo di più.
Ho bisogno di te, c’è qualcosa che mi riporta sempre a te che mi lega a te.
Ma non mi fai bene e voglio stare bene.
Non mi ascolti nemmeno più, non sentì più nemmeno il mio dolore, non noti che i miei silenzi urlano, che mi manca cosi tanto essere amata bene che mi sento morire.
Non noti che non splendo da tanto tempo.
Avrei così tante altre cose da dirti ma so che non serviranno ed è questa la parte peggiore, non mi sono mai sbagliata su di te ma fingevo di essere stupida e non capire, mi sono rassegnata.
Ed è la cosa peggiore di tutte rassegnarsi su un amore. Vuol dire che non riesco più a combattere a rialzarmi non ho più le forze.
Sei troppo impegnativo per me, mi consumi troppe energie senza darmi positività, non colori più il mondo ma l’hai fatto tornare in bianco e nero.
Non ti amo, ma ti prego credimi: ti perdono.
So che non volevi tutto questo, so che non lo immaginavo, ma so anche che non ti sei mai accorto del contrario, di quanto valgo.
Niente grandi messaggi per favore, niente mazzi di fiori, niente di niente.
Ti chiedo solo un’ultima cosa, se non puoi amarmi almeno lasciami libera da tutto questo.
05.02.20, L
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fiore-del-mare · 5 years ago
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Quanto???
Quanto è infame la speranza che ti fa stare lì con il pensiero che prima o poi accadrà qualcosa, che ti fa controllare i messaggi, i social perfino le chiamate perché speri che ci sia qualcosa e che semplicemente è il tuo telefono ad essere impallato. Quanto è brutto l’amaro in bocca perché sai che le cose non cambieranno e che rimarrai bloccata lì mentre vedrai la persona che ami andare avanti. Quanto è crudele la consapevolezza, quando sai che sei tu quella sotto stavolta e non basteranno tutti i discorsi sull’amore a far innamorare di nuovo qualcuno di te. Quanto sono cieca che solo oggi mi sono accorta che la copertina del cd era la spiaggia di mandatoriccio e non una foto da internet e che la frase “vali la pena di soffrire” la vorrei sentire ora ma so che non la sentirò più. Quanto è stronzo l’amore che mi fa restare sveglio notti a pensare e a sperare inutilmente e a pensare cazzo forse dovresti fare qualcosa ma so che non cambierebbe nulla anzi ti farei solo sentire in colpa se venissi ad elemosinare un po’ di amore non ricambiato. Quanto è perfida la mia mente che cerca di sminuirti per voler andare avanti eppure ai miei occhi non può nulla perché “il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce” e cerca di darti colpe, mi fa immaginare scenari che mi fanno voltare lo stomaco eppure dopo ogni colpo basso che mi infliggo riesco sempre a trovare uno stupido ed inutile barlume di speranza. Forse dovrei solo rassegnarmi, accettare le cose come stanno non infastidirti, non rimproverarti, lasciarti vivere la tua vita ed essere felice eppure sono egoista ed il mio egoismo non fa altro che pensare a te e a ripetermi che forse hai frainteso i miei discorsi, forse vorresti scrivermi e hai paura ma la verità è che non riesco ad accettare che io per te non sono più quella di un tempo, non sono più la ragazza per cui “vale la pena soffrire”. Ed è ironico che come si sia istinto l’amore che provavi per me si stiano estinguendo anche i koala, uno stupido animale che non si adatta e che invece di scappare quando ha paura abbraccia gli altri, un po’ come me, solo che io adesso avrei voglia di abbracciarti per tutte le volte che non l’ho fatto. E so che è ridicolo, stupido e probabilmente non lo leggerai mai eppure sono qua a scrivere questo perché anche se non mi ami, anche se non vuoi stare con me io non ucciderò i miei sentimenti o questo dolore solo per paura di viverli. Per una volta voglio soffrire come si deve senza paura, senza angoscia e senza sensi di colpa perché so che vali la pena di soffrire. Ah e quanto sono illusa io che spero che domani gli scienziati possano trovare un metodo per salvare i koala e che tu possa tornare ad essere felice con me ?
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giorgiapenzo · 5 years ago
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Chissà che ne sarà di noi tra mille anni. Che fine faranno l’affetto che non ti ho mai mostrato fino in fondo, le nostre canzoni, i nostri messaggi affidati a pezzi di carta scarabocchiati, le nostre foto scattate fuori fuoco e appese a fili di lana. Se li mangerà il vento, li masticherà il tempo, così lentamente da far sembrare tutto un sogno, come se niente fosse mai accaduto davvero. Se dovessi decidere che cosa salvare, cosa riavere dopo mille anni, punterei sull’amore. Forse, se tornassi indietro, ti direi quello che provo. Ci darei una possibilità. Oppure punterei sulle canzoni. Le riascolterei e penserei a te, anche tra mille anni. Perché la musica e l’amore, alla fine, sono la stessa cosa. 
- contenuto extra di Ogni giorno come il primo giorno (Editrice Nord)  
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strichinina · 6 years ago
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Un giorno, passata l'adrenalina, scriverò di questi giorni pazzi, del cocktail di stanchezza e soddisfazione per aver partecipato all'organizzazione del primo Pride della città insieme alla mia Bimb, delle migliaia e migliaia di persone sorridenti nelle stesse strade vuote la maggior parte del tempo e che percorro ogni giorno. Ma oggi, a forze recuperate, voglio soffermarmi sul fatto che a 14-15 anni mi sentivo sola al mondo. Prima che internet diventasse parte costante della quotidianità, al tempo dei forum e delle poiane con le crisi abbandoniche in proiezione in seconda serata su italia uno. Quando consapevolezza e disgusto interiorizzato mi prendevano a schiaffi in pieno volto, perché chi cazzo lo spiega ad una madre che fa già fatica di suo ad amarmi, che mi piacciono anche le ragazze? Il mondo non correva veloce come fa adesso, dissolto tra tweet e hashtag strategici per ridurre sempre più all'osso la comunicazione. Quando ci si scrivevano mail lunghissime per trovare un non luogo in cui sentirsi capiti e le si inviavano dall'altra parte del bel Paese e nessuno si stancava di leggerle. Quando cercavo di decifrare i messaggi in codice sull’amore che soffocavo dentro al petto, lasciati nero su bianco anni prima tra le pagine del primo diario segreto scritto da una me bambina. Proprio in quel periodo, su La7 davano I Viaggi di Nina, un docu-reality ancora troppo scomodo per quelli che erano i primi anni 2000 (che ad un’analisi accurata considero più progressisti del tempo attuale), ma testimonianza di una realtà esistente e sempre più coraggiosa di rivendicare i propri diritti e autodeterminarsi. Un viaggio alla scoperta del mondo omosessuale al femminile, troppo spesso trascurato, sui diritti delle coppie omogenitoriali che faticavano ad arrivare, sul terrore di rivelarsi a un mondo che non ha mai smesso di mettere in croce l’unicità degli individui. Ieri pomeriggio, dopo 14 anni, Nina e i suoi viaggi mi hanno colpito in pieno volto ancora una volta.
In piazza Duomo, per l’ultimo incontro organizzato dal coordinamento Pride, dopo un mese di sensibilizzazione su tematiche trascurate, cineforum, momenti ludici, incontri educativi e dibattiti per parlare di disforia di genere, binarismo, sessualità, stereotipi da abbattere insieme a psicologi, medici, fumettisti, scrittori e giornalisti, dopo scazzi a mai finire ad ogni riunione che hanno portato ad una parata sensazionale in una città niente affatto preparata ad accogliere sorrisi incondizionati ad ogni angolo e sommersi da un’ondata grande di colore, sento la voce di Giuseppina La Delfa provenire dal tavolo centrale del locale in cui si teneva la presentazione dei suoi due libri, organizzata per chiudere il pride month cittadino, riconosco il suo accento francese e lo sguardo dietro i suoi spessi occhiali e rimango cretina. Io non avevo realizzato, se non fino a quel momento, si trattasse della stessa Giuseppina intervistata da Nina, 14 anni prima, quando ero uno scricciolo impaurito e sopraffatto dal moralismo imperativo che in casa faceva da padrone. Ho sentito l'esigenza di dirglielo, dopo il lungo dibattito sull’omogenitorialità e sul femminismo da ridefinire, che quel programma mi ha stravolto la vita e che ricordo ancora di essermi sentita meno sola venendo a conoscenza della sua storia, 14 anni prima.
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iwouldliketostoploving · 5 years ago
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Posso dire di aver imparato due o tre cose sull’amore che funziona
Credo che gli opposti non si attraggano e i simili non si sopportino. Per me le coppie che funzionano sono quelle che non si promettono niente, nè si dicono troppe cose importanti tutte insieme. Quelle che escono la prima volta e se ne stanno su un muretto a parlare per ore, senza cene, senza luoghi speciali, senza troppe preparazioni per le quali poi uno debito. Rispettare le tappe. Quelle che non si vengono a parlare di convivenza dopo un paio di mesi solo perché la loro età dice che forse sarebbe il momento, o che potrebbe essere una buona idea per sperimentare, che all'inizio sembra una buona idea, trasportati da tutta quella valanga di emozioni strane. A mente fredda, magari prima vediamo quanto abbiamo da dirci e da ridere, e poi vediamo se siamo in grado di sopportare i calzini di un'altra persona, i peli nel lavandino, la routine, in quattro mura, tutti i giorni.
Credo nelle coppie che ascoltano la stessa musica, credo profondamente nelle vacanze separati, ma nei viaggi, quelli no. Perché attenzione, c'è chi ancora non coglie la differenza.
E credo, più di ogni altra cosa al mondo, nelle coppie che ridono, ridono sempre, ogni ora di ogni giorno. Che ridono quando lui si prova una camicia ridicola nel camerino di un negozio, quando uno dei due imita l'altro, quando alle serate tra amici vengono fuori storielle divertenti, passate, magari pure con altre relazioni, quando ancora nessuno sapeva nemmeno dell'esistenza dell'altro. La gelosia gratuita non I'ho mai capita.
Credo in due chiamate al giorno anziché mille messaggi al minuto.
Credo nelle coppie che sanno rimanere anche in silenzio, che qualcuno ha detto che, in fin dei conti, quei silenzi non possono essere neanche considerati tali; quel qualcuno ha maledettamente ragione.
Credo nelle coppie che alzano il gomito insieme, credo che una mano sulla fronte sia più rassicurante di una mano nella mano.
Credo nella realizzazione di un pranzo insieme, cercando di attribuirsi più meriti possibili ma sapendo bene che senza il gioco di squadra non sarebbe mai venuto fuori 'sto capolavoro culinario.
Credo nei regali senza motivo e negli anniversari mai ricordati, nei problemi affrontati subito, nella pizza mangiata sul cofano della macchina, credo nelle comitive di amici diverse, con qualche punto di incontro qua e là ogni tanto. lo credo che queste coppie, in un modo o nell'altro, al per sempre ci arrivano, prima o poi."
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pazzadellamore · 5 years ago
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Chi ero prima che questa persona arrivasse?
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mywords-myworld · 6 years ago
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Recensione libro “La caduta dello Zentir” di A. R. Rednic
-Edito da Fanucci Editore nel 2018
- Urban Fantasy
- 633 pagine
Primo libro dello scrittore/youtuber Caleel, è il primo volume della saga urban fantasy “I rinnegati di Arest”.
Riassuntino veloce veloce e copiaincollato da Google Libri perchè di sì: 
Nathan, John e i gemelli Gwen e Sam vengono colpiti dai frammenti dello Zentir, un  artefatto magico esploso in circostanze sospette, con conseguenze devastanti per la Terra e Liiandris, il mondo magico oltre il Velo. I quattro, diventati Rinnegati, scoprono di possedere dei poteri magici e si ritrovano braccati sia dai Cavalieriche dai Templari  Coinvolti loro malgrado in una guerra di cui il mondo ignora l’esistenza, i ragazzi saranno costretti a scegliere da che parte stare. Guidati da un bibliotecario eccentrico e da un daemon-gatto attraverseranno mondi sconosciuti, scopriranno nuovi poteri e, soprattutto, affronteranno le loro paure più profonde.
E’ un urban fantasy che secondo me  ha davvero pochissime delle caratteristiche del genere, nel senso che io sono abituata a pensare come ai libri di Artemis Fowl o, anche se non l’ho ancora letta, alla saga di Shadowhunters: mondi in cui, in pratica, tecnologia e magia si fondono e le creature magiche vivono nei bassifondi delle città tra gli umani.  Gli “animali fantastici” invece esistono solo nel mondo al di là del Velo, cioè non interagiscono mai/non possono mai interagire concretamente con il mondo degli umani. Avrei voluto inoltre vederne un po’ di più, ma ho apprezzato comunque.
I personaggi sono carini, a tratti li ho apprezzati a tratti li ho trovati troppo costruiti e non abbastanza tridimensionali. Secondo me  c’è ancora taaanta strada da fare soprattutto per Gwen - mostra quasi sempre  il suo lato da acida stronza e sinceramente dopo un po’ mi dà sui nervi, credo possa essere molto di più di così - e Nathan, che con tutte le sue riflessioni sull’amore alla lunga stufa.
Ho adorato Sam, che sembrerebbe aro/ace: sarebbe fantastico vedere un pg aromantico, credo sia uno tra i primi se non il primo nell’ambiente fantasy italiano (e forse anche nella letteratura young adult).
La parte magica? Mi aspettavo un po’ di più, ma sono felice che Caleel non sia caduto nello stereotipo alla Harry Potter (sì, era una cosa che temevo). Troppe magie curative che fan tornare i personaggi belli freschi come rose anche dopo esser stati ad un passo dalla morte - va bene una volta, va bene due, ma poi diventa una cosa ovvia e il lettore non si preoccupa più perchè “tanto c’è il trucco”. Ci sono state delle scene molto meh - sessismo/messaggi sbagliati/stereotipi ma nel complesso bel tentativo, anche se non sono poi così curiosa di leggere il seguito: voto 7,5
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missuniveerse-blog · 6 years ago
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Quello che so sull'amore
Quello che so sull’amore
Più volte da quando abbiamo deciso di mettere la nostra relazione sotto i riflettori lucenti di Instagram e Youtube mi sono arrivati messaggi lunghissimi con storie sentimentali finite male o domande esistenziali:
“cos’è l’amore?” “Come fate a stare insieme da così tanto tempo?” E così via. Tutte domande e storie che io ho letto con piacere cercando di aiutare tutti e dare il mio parere personale,…
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iltempoimmobile · 3 years ago
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#iltempoimmobile . . . La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell’immaginazione, in una forza emotiva; nel prevalere dell’audacia sulla timidezza e della sete dell’avventura sull’amore per le comodità. Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale. Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all’entusiasmo li traccia sull’anima. La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e la sfiducia sono lunghi lunghi anni che fanno chinare il capo e conducono lo spirito alla morte. Essere giovani significa conservare a sessanta o settant’anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza. Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito. Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima. (Samuel Ullman - Youth) #urbex #abandoned #abandonedafterdark #abandon_all_hope #abandoned_seekers_ #abandonedcentral #abandoned_junkies #abandoned_world #abandonedexcellence #urbexinfected #urbex_utopia #urbexworld #urbexsupreme #urbexcaptures #urbex_europe_ #global_urbex #godsofbando #urbex_underground #haikyo #beniculturali #tesori_italiani #tesoriabbandonati #urbexitalia #urbexitaly #italiaabbandonata https://www.instagram.com/p/CbGNb1OgiBU/?utm_medium=tumblr
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vuotidianimetristi · 3 years ago
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Inizi a perdere fiducia nelle persone, nelle parole e anche nei gesti perché spesso succede che la gente non è mai come si presenta, mai come la immaginiamo, non è mai ciò che dicono in due messaggi fatti. Ho iniziato a chiudermi in me stessa perché ho capito che sugli altri non potremmo mai contare, sull’amore soprattutto, che per quanto possa farti rinascere subito dopo ti ammazza. Eppure non ho pianto, neanche una lacrima, credevo che quando sarebbe arrivato questo momento mi sarebbe caduto il mondo addosso e invece adesso non riesco a provare nient’altro che un po’ di amarezza e rabbia. Rabbia perché per la millesima volta ho creduto a qualcuno che con poco, seppur nel mio piccolo è stato tanto, è riuscito ad entrarmi nel cuore; rabbia perché per un attimo ci ho creduto e ci ho sperato, e rabbia perché ho di nuovo dato il massimo di me stessa ad una persona a cui nemmeno interessava veramente. Una volta mi dicesti “Perché non pensi mai in positivo? Un giorno io e te saremmo qualcosa” alla fine ho fatto bene così, a non mollarmi per poi cadere e farmi più male di quanto ha già fatto. Capii che le persone sono fatte così e noi non possiamo cambiarle. E quindi alla fine ho realizzato che nella mia vita ci sono io e io mi basto. Ho capito che la gente ha mille sfaccettature, che anche se le conosciamo da anni non sapremmo mai come sono fatte veramente e non ci resta che rimetterci nella nostra strada e continuare quel percorso. Ho imparato che infondo tutti vanno avanti senza di te, anche se hanno sempre detto il contrario, anche se “non riesco a stare senza di te” o “se non ci fossi tu sarei perso”, ho imparato a non aprire il mio cuore più a nessuno, perché tanto, prima o poi lo ritroverai frantumato. Adesso di noi non mi resta altro che qualche ricordo, qualche nocca arrossata e fili di rabbia.
Alla fine te ne sei andato tu e la cosa non mi ha affatto stupita e forse, magari, è stato meglio così.
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