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Sono smarrita se non ti sento – Laura Neri. Recensione di Alessandria Today
Autore: Laura NeriGenere: Poesia contemporaneaValutazione: ★★★★★ La poesia Sono smarrita se non ti sento di Laura Neri è un’intima confessione di vulnerabilità, un’esplorazione dei sentimenti contrastanti che abitano l’anima di chi si trova a convivere con la mancanza e la speranza. L’autrice costruisce un crescendo emotivo attraverso l’ossimoro del “sto bene, ma…”, dove la certezza del…
#Alessandria today#amore e mancanza#amore e speranza#bisogno di amore#bisogno di conferme#cuore infranto#Desiderio#dipendenza affettiva#emozioni contrastanti#Emozioni forti#emozioni incerte#emozioni irrisolte#ESPRESSIONE POETICA#fragilità emotiva#Google News#il peso dell’assenza#il valore di un sorriso#introspezione#Introspezione poetica#introspezione sentimentale#italianewsmedia.com#Laura Neri#Lava#Malinconia#nostalgia#parole che toccano#parole di conforto#Pier Carlo#poesia contemporanea#poesia d’amore
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Una volta Charlie Chaplin raccontò una barzelletta davanti al pubblico.
Tutti risero.
La raccontò una seconda volta, e solo alcuni risero.
Quando la raccontò per la terza volta, nessuno rise.
Poi disse delle parole bellissime:
"Se non riesci a ridere e ridere della stessa barzelletta, perché piangi e piangi dello stesso dolore e afflizione?
Quindi goditi ogni momento della tua vita."
Charlie Chaplin se ne andò lasciando un grande patrimonio senza dire una parola né ferire i sentimenti di nessuno.
Ricordiamo queste frasi che toccano il cuore.
1- Niente in questa vita è permanente, nemmeno i nostri problemi.
2- Mi piace camminare sotto la pioggia perché nessuno può vedere le mie lacrime.
3- Il giorno più sprecato nella tua vita è il giorno in cui non ridi.
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Lasciarsi divorare

Eccomi a te: stasera finalmente puoi avermi tutta. Puoi fare di me ciò che vuoi. Lo so, t'ho fatto soffrire per anni. T'ho sempre respinto perché ti trovavo grezzo, cafone, greve. E inoltre non mi piacevi neppure troppo fisicamente; ma ti ho sempre dato il due di picche soprattutto perché… sei il marito della mia ormai ex migliore amica! Perché, come si sa, a un certo punto delle storie gli estremi si toccano e d'improvviso come per magia ho iniziato a considerarti sotto una luce completamente differente. Da quando tua moglie ha iniziato a snobbarmi, a diffondere alcune voci false su di me, ho rivalutato la tua corte appena accennata ma costante nel tempo, senza cedimenti.

E ho cominciato a pensarti sempre più, ad apprezzare molto il tuo continuo farmi capire quanto mi desiderassi. Sai: la cosa peggiore o… migliore che possa capitarti è qualcuno che insistentemente, ogni momento ti guardi come una preda da divorare. Qualcuno che ti desideri e che te lo dica chiaramente, ogni volta che sei sola con lui. E al lavoro con te mi capita spesso, come sai. Purtroppo. Per mia fortuna. Quando siamo soli, d'improvviso cala sempre tra noi un'insolita intimità. All'inizio la cosa mi imbarazzava, poi ha preso a essere una delle poche cose che danno un vero senso alla mia giornata lavorativa e ormai, sinceramente parlando, non posso più farne a meno.

Tu, sagace, hai capito che dietro alla mia apparente indifferenza o appena accennata insofferenza, la cosa invece mi stuzzica nell'intimo. Altrimenti mi sarei lamentata ufficialmente con qualcuno o con te direttamente, è evidente. Mi dici sempre e in modo molto esplicito che ti piaccio, che ami tutto di me. Che il mio profumo ti entra nella testa, che il mio ancheggiare quando cammino ti fa sognare cose oscene e sporchissime. Mi hai confessato che adori quando d'improvviso nei corridoi e negli uffici ti trovi davanti il mio culo sodo fasciato da jeans stretti o da un vestito estivo leggero. Che le mie gambe custodiscono e portano ben celato tra loro il tuo paradiso.

Che vorresti essere il mio slip, o le lenzuola che mi avvolgono la notte. Finalmente, durante questa trasferta di lavoro insieme ho capito in modo inequivocabile che non posso più resisterti, che non serve a nulla. L'unico modo per liberarmi del desiderio di te è cedere. Eccomi quindi ora tutta pronta per la tua soddisfazione carnale. Mangiami, aprimi, usami. Fammi bagnare l'intimo sussurrandomi parole sconvenienti all'orecchio. Fammi sentire desiderata e bramata. La regina bellissima dei tuoi sogni più osceni. Mordicchiami il collo e fammi eccitare. Poi portami in camera tua e fai di me tutto ciò che vuoi. Voglio godere a mia volta di te e farti provare il paradiso.

Desidero donarti il tesoro nascosto tra le mie gambe, quello che da anni sogni di possedere. Onestamente, non vedo l'ora di mettere anche un bellissimo paio di corna a quello stronzo puttaniere di mio marito. Crede che io non sappia della sua amante. E poi non vedo l'ora che venga lunedì prossimo! A scuola di ballo potrò guardare tua moglie, che lì vedo abitualmente e sorriderle sapendo che sapore hanno i tuoi baci, che odore ha il tuo corpo quando suda su di me e mi fa sua. Voglio cedere sotto i tuoi colpi. Mi urge, non ce la faccio più a resisterti. Ecco: ora sento le tue mani che mi frugano impertinenti. Ci sei riuscito, campione. Servirti pure. Sei il padrone dei miei sensi.

Mi sei già entrato in testa, però adesso completa l'opera: viola la mia intimità, scardina i miei pudori di donna. Osa l'inosato: io te lo consento, lo voglio. Ora basta baci lascivi in pubblico: ci guardano, scemo! E ci invidiano intimamente, mentre sorridono scuotendo il capo. Tutti desiderano l'amore incondizionato e appassionato: tutti. Sarà bene che adesso lasciamo la sala ristorante dell'albergo e che ci trasferiamo sul letto comodo nella tua stanza, per fare tutto ciò che è proibito da morale, leggi, convenzioni e sacri vincoli; ma che proprio per questo è irresistibile e dolcissima tentazione a cui cedere.
Sono tua. Dominami. Non esiste forza che possa separare due corpi che si attraggano per desiderio ed ebollienza dei sensi. E se nessuno può riuscire a togliere una certa donna dalla mente di un uomo, quando invece è la donna che vuole un dato uomo, è sicuro che se decide di averlo ella se lo prenderà, in barba a tutto ciò che non lo consiglierebbe. Malgrado le possibili resistenze dell’intero Universo. Nulla frena la perversione e il desiderio di sesso di una donna. E nessuno sa dove esso può arrivare...

RDA
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Parlare è un altro modo di fare l'amore.
Ci sono parole che si cercano, frasi che si abbracciano, accenti che si toccano e puntini di sospensione... che tolgono il respiro.... ♠️🔥
Antonio Curnetta
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C’è un momento in cui il silenzio non è solo una scelta, ma una necessità. È quel punto in cui le parole non bastano più, in cui ogni spiegazione sembra inutile, in cui ogni tentativo di aggiustare qualcosa che si è spezzato finisce per fare più male che bene. Sto in silenzio, ma non perché sono debole. Non perché mi manchi il coraggio di dire quello che penso. Sto in silenzio perché dentro di me c’è un caos che non posso più ignorare, e l’unico modo per non affondare è smettere di cercare negli altri ciò che non troverò mai.
Mi sono sempre definita forte, quella che c’era per tutti, che trovava una soluzione anche quando sembrava impossibile. Quella che dava tutto senza chiedere nulla in cambio, che metteva il cuore davanti a ogni cosa. Eppure, eccomi qui, con un vuoto dentro che non so più colmare, con un silenzio che pesa più di qualsiasi parola non detta.
Non è facile accettare che le persone a cui tenevi di più possano essere quelle che ti deludono nel modo più profondo. Non è facile realizzare che chi pensavi fosse un porto sicuro era, in realtà, una tempesta mascherata da calma. Le delusioni non arrivano mai da chi non conta niente per te. Arrivano da chi hai lasciato entrare nel cuore, da chi credevi fosse diverso.
Sto in silenzio perché non ho più energie per spiegare, per giustificare, per lottare contro un muro di indifferenza. Non voglio più cercare attenzioni da chi non ha mai davvero voluto esserci, né provare a far capire il mio dolore a chi non lo ha mai preso sul serio. Il silenzio è il mio modo di proteggermi, di mettere un confine tra me e chi non merita più di attraversarlo.
Ci sono state notti in cui mi sono chiesta cosa avessi sbagliato. Dove fosse il problema. Se ero io quella “troppo sensibile”, “troppo esigente”, o semplicemente “troppo”. Mi sono data mille colpe, ho cercato di cambiare, di migliorarmi, di adattarmi a persone che non avrebbero mai fatto lo stesso per me. E sai cosa ho capito? Che il problema non ero io. Era il fatto che cercavo in loro qualcosa che non potevano darmi.
Le amicizie vere, quelle che ti toccano l’anima, non ti fanno sentire un peso, non ti fanno dubitare del tuo valore. Non ti fanno sentire sola, anche quando sei circondata da gente. Ma io mi sono sentita così, troppe volte. Ho provato a ignorarlo, a fingere che non fosse importante, ma la verità è che non riesco più a far finta di niente.
Sto in silenzio perché non so più chi ho accanto, chi è lì per davvero e chi è lì solo per convenienza o abitudine. Non so più distinguere chi mi ama da chi mi tollera. E questo dubbio mi uccide. Mi spegne. Mi fa sentire come se stessi vivendo in un loop infinito, in cui do tutto e ricevo solo briciole in cambio.
E sì, mi allontano. Mi allontano non perché non mi importi, ma perché mi importa troppo. Mi allontano perché non so più come gestire tutto questo, perché il peso di questa delusione è troppo grande da portare da sola. Mi allontano perché ho bisogno di spazio, di tempo, di silenzio per ritrovare me stessa, per capire chi merita davvero di stare nella mia vita.
Non è rabbia quella che provo, né rancore. È qualcosa di molto più profondo, più silenzioso. È rassegnazione. È la consapevolezza che alcune persone non cambieranno mai, che non importa quanto tu le ami o quanto tu ti impegni per loro: non saranno mai in grado di darti ciò di cui hai bisogno.
E io non voglio più accontentarmi. Non voglio più scusare comportamenti che mi fanno male, né accettare mezze verità o promesse vuote. Ma, allo stesso tempo, non so nemmeno più fidarmi. Ogni parola sembra vuota, ogni gesto sembra avere un secondo fine.
Mi guardo intorno e vedo solo ombre. Ombre di quello che pensavo fosse vero, di quello che pensavo fosse importante. Mi chiedo se riuscirò mai a fidarmi di nuovo, se ci sarà mai qualcuno che non mi faccia sentire così. Ma la verità è che non lo so.
Non riesco a vedere una via d’uscita da questo dolore. Non riesco a immaginare un futuro in cui il peso di queste delusioni non mi segua come un’ombra. E forse, per ora, va bene così. Forse il silenzio è l’unico rifugio che mi resta. Ma non chiedetemi di fidarmi di nuovo. Non chiedetemi di aprire il cuore a qualcun altro. Perché quel cuore, ora, è stanco. E non so se sarà mai più lo stesso.
Anonimo🖤
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Il Vero Amore
non è quello che ti promette il mare, ma quello che ti passa l'asciugamano quando esci dalla doccia o la carta igienica quando è finita.
Il Vero Amore non ti porta le rose, ma ti porta la spesa, tre piani senza ascensore, mentre tu apri la porta con le chiavi che perdi sempre nelle tasche sempre piene...
Il Vero Amore non ti scrive poesie,
ti scrive "prendo io il pane" quando torni tardi dal lavoro
Non ti fa piangere, tranne quando taglia le cipolle e ride perché sembri ridicola con gli occhi rossi
Il Vero Amore non fa rumore, non è appariscente, sta nelle piccole cose:
nella coperta tirata su di notte, nei biscotti lasciati sul tavolo perché sa che ti alzi prima, nelle mani che ti toccano la schiena senza dire niente quando ti crolla il mondo, nelle parole che ti scaldano il cuore....
Il Vero Amore sa di caffè bruciato
e di dentifricio alla menta,
di pigiami stinti e sveglie storte,
di discussioni per la spazzatura piena, che finiscono sempre con un abbraccio sul divano....
E quando ti guardi allo specchio
senza trucco e senza difese
il Vero Amore è quella voce
che ti dice “Sei Bellissima!!!”,
anche quando non ci credi
anche quando hai smesso di provarci
Il Vero Amore non è un film,
non ha musica di sottofondo,
ha la lavatrice che centrifuga,
le briciole sul pavimento,
il tempo che corre,
eppure
è tutto ciò che serve per restare
nonostante tutto.....
14 Febbraio
Happy Valentine's Day.....❤️
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Scaldiamoci i cuori a vicenda tra un sorriso e l’altro, mani che si toccano, occhi luminosi e voglia di stare bene insieme.
Voglio sentire di nuovo queste sensazioni, così piacevoli che le parole per descriverle non bastano mai.
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C'è un giardino chiaro fra mura basse,di erba secca e di luce, che cuoce adagio la sua terra.
È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere molti frutti, dolci, su un'erba che so,con un tonfo.
Così trasalisci tu pure al sussulto del sangue.
Tu muovi il capo come intorno accadesse un prodigio d'aria e il prodigio sei tu.
C'è un sapore uguale nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti...
La parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore con un tonfo, e ne stilla una pena antica come il succo dei frutti caduti allora..

-Cesare Pavese
Estate
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Il giudizio degli altri ha sempre a che fare con i nostri confini interni, e con l'importanza che diamo a chi ci giudica.
Infatti, se io non do importanza all'altro, il suo giudizio non mi tocca.
Se l'altro mi giudica, mi critica, mi insulta, ma per me egli non rappresenta nulla, le sue critiche non scalfiscono il mio orgoglio, non feriscono la mia sensibilità, non toccano una mia ferita passata.
Se viceversa l'importanza che do alla sua persona è elevata, ogni suo gesto o parola sono pugnali che aprono uno squarcio nella mia carne.
I confini si fanno labili perché egli, essendo per me importante, acquisisce un potere tale nei miei confronti da riuscire a sfondare le mie difese interne, i miei confini protettivi.
La sua forza, nel giudicarmi, è così grande da manipolare i miei stati d'animo e comportamenti.
Ma in realtà il suo potere su di me dipende sempre da me, dalla mia capacità di mettere un argine alla percezione amplificata che io ho di lui.
E dipende anche da quanto i miei confini interiori sono forti, solidi, concreti.
Quanto e fino a che punto nutro rispetto nei miei confronti, da non farmi trattare a pesci in faccia da qualcuno che, per altro, a volte, neanche merita il mio rispetto?
In qualsiasi lavoro di crescita personale riguardante la sensibilità nei confronti del giudizio altrui, si procede nell'indagine del perché si dà tanta importanza alle parole dell'altro, quali parti di noi egli va a toccare, e al tempo stesso si approfondiscono i motivi che stanno alla base di confini troppo labili.
Si decostruisce l'importanza dell'altro, e si rafforzano i confini interni.
Quando Alessandro Magno decise di andare a trovare il grande filosofo Diogene di Sinope, pensando di onorarlo regalandogli qualsiasi cosa egli volesse, gli chiese cosa desiderasse di più dalla vita.
Il filosofo, per nulla intimorito dalla figura di Alessandro, gli rispose in questo modo:
"Mi fai ombra, spostati dal mio sole".
Omar Montecchiani
#armaturainvisibile
#quandolosentinelcorpodiventareale
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Io lo so – Susanna Casciani. Recensione di Alessandria today
Autore: Susanna CascianiGenere: Poesia contemporaneaValutazione: ★★★★★ La poesia Io lo so di Susanna Casciani è un’intensa riflessione sull’amore perduto, sull’ossessione che non si dissolve mai completamente e sulle tracce indelebili che una relazione può lasciare nell’anima. Con una scrittura diretta e senza fronzoli, l’autrice mette a nudo il dolore di chi sa di essere ancora nei pensieri…
#Alessandria today#amore e ossessione#amore perduto#autori contemporanei#condanna dell’amore#dolore d’amore#dolore interiore#emozioni e parole#Emozioni forti#emozioni irrisolte#Emozioni universali#ex amori#frasi d’amore#Google News#il peso dei ricordi#Introspezione poetica#italianewsmedia.com#lasciare andare#Lava#letteratura sentimentale#memoria dell’amore#nostalgia#parole che curano.#parole che restano#parole che toccano#parole di conforto#Perdita e amore#Pier Carlo#poesia che fa riflettere#poesia contemporanea
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C'è un giardino chiaro, fra mura basse, di erba secca e di luce, che cuoce adagio la sua terra. È una luce che sa di mare. Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un'erba che so, con un tonfo. Così trasalisci tu pure al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d'aria e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti. La parole che ascolti ti toccano appena. Hai nel viso calmo un pensiero chiaro che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore con un tonfo,
e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese
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C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese
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Lei è Margaret. Lei è una signora distinta. È medico di base, vive nel Regno Unito, a nord di Londra. È il 1992. Parte per una vacanza in Marocco. Si affida a una guida. Sono in gruppo. La guida parla, racconta. Lei è incantata. Non ha mai sentito una voce così bella. Si volta. Lo osserva. I loro sguardi si incrociano. Si toccano. Lui è Oswald. Lui era un attore inglese. Ha girato film e serie tv. Lui ha prestato la sua voce al famoso annuncio “Mind the gap”, “Attenzione al vuoto”, che ricorda lo spazio fra treno e banchina nelle stazioni della metropolitana di Londra. Margaret e Oswald si amano. Vanno a vivere insieme. Si sposano. Vivono anni meravigliosi. È il 2007. Lui muore. Lei è persa. Sola. Il suo amore per Oswald era totalizzante. Ogni giorno Margaret esce di casa, va in stazione, si siede su una panchina e ascolta la voce del suo Oswald. Lui parla. Lei ricorda, rivive, sorride, si commuove. Se deve prendere un treno, aspetta quello successivo. La voce di Oswald le scalda il cuore. È il novembre del 2012. Margaret è seduta sulla panchina. Arriva il convoglio, accenna un sorriso pregustando il suono familiare delle parole del marito. Parte l’annuncio. Non è lui. Non è la voce di Oswald. È un suono quasi metallico. Impersonale. Anche le parole sono cambiate. Margaret scoppia in lacrime. È devastata. Si sente a pezzi. Il giorno dopo scrive una lettera ai gestori della metropolitana. Scopre che il vecchio annuncio è stato sostituito da uno digitale ricreato al computer. Margaret richiede una copia di quello registrato dal marito tanti anni prima. Vuole riascoltarlo a casa, ogni volta che ne ha voglia. Il direttore della Transport of London legge la lettera della signora Margaret McCollum. Rimane colpito. Emozionato. Regala la copia registrata alla donna, e ripristina l’annuncio originale nella stazione di Embankement. Ancora oggi, se vi capita di fermarvi in quella stazione di Londra, potete sentire la voce di Oswald Lawrence ripetere “Mind the gap”.
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Ci sono persone ed emozioni che si vivono in silenzio, perché non possono essere descritte, non esistono le parole per spiegare certi sguardi che toccano l'infinito, neanche usando le definizioni più belle.
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Tu, presenza silenziosa che mi avvolgi con i tuoi teneri abbracci, a volte asciughi le mie lacrime e le tue carezze mi toccano il cuore. Tu che mi sussurri piano che sei e resterai sempre al mio fianco...e io che ogni giorno ti sento più vicino... sempre di più.

E ad alcuni le stesse parole non saranno gradite sapendo che sono rivolte a te Signore. Siamo fatti sia di spirito che di carne e uno non esclude l'altro, ma pochi lo capiscono.
cywo
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E quella voce ti accarezza.
Le parole toccano la mente
e ti allargano le cosce.
Senti la lingua che batte sotto il palato,
il deglutire della saliva
che copiosa scivola dalla bocca
e quando la voce si fa roca
è il momento in cui viene da te,
ti raggiunge,
ti afferra,
entra dentro.
Tu non puoi far altro
che dischiudere le labbra
e in un soffio di fiato
lasciarlo morire su di te.
Tania Memoli

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