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L'Utilizzo della Matrice di Design nella Progettazione Sperimentale e nell'Analisi dei Dati
Scopri come la matrice di design ottimizza la progettazione degli esperimenti e l’interpretazione dei dati scientifici.
Scopri come la matrice di design ottimizza la progettazione degli esperimenti e l’interpretazione dei dati scientifici. Nella progettazione sperimentale e nell’analisi dei dati, l’uso di una matrice di design rappresenta una metodologia chiave per strutturare esperimenti in modo efficace, garantendo la raccolta di dati pertinenti e utili per le analisi successive. In ambito scientifico,…
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Cos'è il Growth Hacking?
Il growth hacking è una strategia che startup e organizzazioni di ogni dimensione mettono in campo per puntare sulla crescita e scalare rapidamente. Nel mondo del marketing digitale è una delle tendenze più in voga del momento, ma cos'è esattamente il growth hacking e come sfruttarlo per far crescere il vostro business? Scopriamolo insieme.
Cos’è il growth hacking?
Il growth hacking è una metodologia che consiste nella sperimentazione agile di strategie, soluzioni e tattiche su prodotti e campagne di marketing per far crescere un business o raggiungere un determinato obiettivo aziendale (trovare nuovi clienti, aumentare il tasso di conversione, ampliare i contatti per l'email marketing, ecc.) il più velocemente possibile e in modo scalabile.
Più che una strategia ben definita, il growth hacking è una filosofia d’azione e un processo che consente di focalizzarsi sulla crescita, mettendo in secondo piano gli elementi più tradizionali del marketing come budget, costi e conversioni a favore di una serie di esperimenti o tecniche agili che consentono di accelerare la crescita. Nel marketing tradizionale, infatti, le risorse sono strettamente collegate al concetto di campagna stessa, con tempi, modalità e canali specifici per veicolarla; il growth hacking, invece, consente di suddividere il budget in tanti piccoli esperimenti, o campagne, di breve durata.
Per capire meglio cos’è e cosa significa growth hacking, facciamo un passo indietro per conoscere la storia del growth hacking e l’origine della parola: il termine “growth hacking” è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, imprenditore, investitore e consulente statunitense che ha contribuito alla crescita di startup come Airbnb, Eventbrite e Dropbox utilizzando metodi creativi e innovativi, portandole a diventare le aziende di successo che sono oggi.
Il growth hacking marketing è una strategia messa in campo dalle startup innovative che non dispongono di budget o risorse importanti e devono puntare tutto sulla crescita organica e sulla scalabilità nel tempo. Le startup, infatti, si prestano particolarmente bene al growth hacking anche per la rapidità con cui possono evolversi e cambiare direzione strategica: pensiamo a quelle startup che non hanno ancora una clientela ben definita oppure un prodotto o servizio finito e possono permettersi di sperimentare nuove strategie per capire velocemente cosa funziona e cosa no.
Per sopravvivere, le startup hanno necessariamente bisogno di crescere e il growth hacking consente di farlo con una serie di strategie a basso rischio e facilmente modificabili se necessario.
Chi è il growth hacker?
Le strategie di growth hacking vengono sviluppate dalla figura del growth hacker, un esperto di marketing che dispone di un’ampia conoscenza di skill e strumenti del mondo digitale, gestione di prodotto, comunicazione, programmazione e psicologia. Il growth hacker, quindi, è una figura che supporta startup, aziende e negozi nel loro percorso di crescita con strategie creative e fuori dagli schermi.
Dovendo combinare abilità e competenze anche molto diverse tra loro, tra cui content marketing, ottimizzazione del funnel di vendita e analisi dei dati, il growth hacker è una figura trasversale e diversa da quella del marketer tradizionale: mentre quest’ultimo si concentra maggiormente sulle fasi iniziali del customer funnel, il “top of the funnel” che include il branding, l’awareness e l’acquisizione clienti, il growth hacker si occupa anche delle fasi successive del customer journey, come la retention, il referral e il revenue.
Cosa fa il growth hacker?
Proprio per la sua adattabilità , il growth hacker spesso non ricopre un profilo specifico all'interno di un'organizzazione. Può essere un consulente esterno o inserito all’interno del marketing team dell’azienda, a seconda delle necessità .
Tra le mansioni tipiche di un growth hacker, troviamo:
Sfruttare le potenzialitĂ degli strumenti di marketing;
Effettuare esperimenti in modo continuo;
Analizzare, ottimizzare e ridurre i costi di conversione e scalabilitĂ ;
Sviluppare una strategia di crescita basata sul metodo AAARRR, che vedremo in seguito;
Migliorare il processo di acquisizione clienti per ottimizzare il tasso di conversione;
Ottimizzare la user experience per migliorare i processi aziendali.
Come si fa growth hacking: tecniche e funnel dei pirati
Se vi state chiedendo come fare growth hacking, è importante ripetere un concetto che abbiamo già spiegato: il growth hacking non è un’azione, ma un processo. Ciò significa che fare growth hacking non vuol dire lanciare una campagna di marketing virale o aumentare le vendite con tecniche di cross-selling, ma ideare, verificare e modificare il proprio approccio in modalità “lean”, agile, seguendo una serie di fasi che prende il nome di “funnel dei pirati” per l’acronimo AAARRR, e si articola nei seguenti step:
Awareness: il punto di partenza consiste nella fase di awareness, quella in cui dovrete far conoscere il vostro brand o prodotto ai potenziali clienti. Alcune delle strategie che si rivelano più efficaci sono il social media marketing, l'affiliation marketing, l’email marketing o la SEO, tanto per citarne alcune.
Acquisizione: in questa fase, il cliente è consapevole dell’esistenza del vostro brand e sta intraprendendo le prime azioni per imparare a conoscerlo, ad esempio visitando il vostro sito web. Metriche come il tempo di sessione medio o il tasso di rimbalzo possono aiutarvi a capire se il vostro sito è ben ottimizzato o se c’è del lavoro da fare. Sperimentate tramite test A/B per comprendere cosa sta funzionando e confrontare i risultati.
Attivazione: in questo step cruciale, il cliente sta prendendo in seria considerazione di passare all'azione, ad esempio acquistando il vostro prodotto o iscrivendosi alla newsletter, e potrebbe avere bisogno di un incentivo per finalizzare l'operazione; alcune delle tecniche piĂą efficaci per convincerlo sono offrire contenuti di qualitĂ tramite il content marketing oppure un piccolo omaggio come un codice sconto per il primo acquisto.
Retention: secondo alcuni studi, acquisire nuovi clienti può costare fino a cinque volte tanto che mantenere i clienti attuali. E l’obiettivo della fase di retention è proprio questo: trasformare clienti da abituali a fissi. Questa strategia avrà inoltre un notevole impatto sulla vostra capacità di generare reddito, perché secondo Adobe, “negli Stati Uniti, il 40% delle entrate proviene dai clienti che ritornano sul sito o ripetono l’acquisto, e questi rappresentano solo l’8% di tutti i visitatori”.
Referral: come trovare nuovi clienti e ampliare il proprio pubblico? Una tecnica comunemente utilizzata nel growth hacking è spingere gli utenti attivi a parlare del vostro servizio o prodotto ad amici, parenti e conoscenti, ad esempio tramite il referral marketing e offrendo un incentivo ai clienti che ne portano altri. Secondo AdWeek, il 74% dei clienti ha dichiarato che il passaparola influenza i propri acquisti.
Revenue: infine, questa fase serve a convincere i clienti a fare qualcosa per consentire all’azienda di guadagnare, ad esempio sottoscrivendo un abbonamento o acquistando un prodotto.
Growth hacking: esempi e casi studio
Tra i casi studio di growth hacking più efficaci, analizziamo le storie di Hotmail, Airbnb e Dropbox.
Hotmail, una delle piattaforme di email più utilizzate fino a qualche anno fa, venne lanciato nel 1996 e i suoi fondatori, invece di investire risorse pubblicitarie sui media tradizionali, pensarono di sviluppare un programma di referral basato sulla frase «P.S. Ti voglio bene. Ottieni la tua email gratuita con Hotmail», alla fine di ogni email. Questa piccola azione scatenò un vero e proprio effetto virale che consentì a Hotmail di guadagnare milioni di utenti in poco tempo e portò alla successiva acquisizione della startup da parte di Microsoft.
Un altro esempio eclatante è quello di Airbnb, che agli albori sfruttò una falla su Craiglist, una piattaforma di annunci, per consentire agli utenti che pubblicavano un annuncio di affitto immobiliare su Craiglist di pubblicare automaticamente lo stesso annuncio anche su Airbnb. Trattandosi di un target molto simile, questa strategia consentì ad Airbnb di scalare rapidamente il proprio business fino a soppiantare la stessa Craiglist come principale piattaforma di annunci immobiliari negli Stati Uniti.
C'è infine Dropbox, il servizio di file hosting in cloud, che tramite un programma di referral offre spazio di archiviazione gratuito agli utenti che invitano altre persone a iscriversi al servizio. Questa formula ha consentito a Dropbox di crescere rapidamente - e in modo organico - tramite il passaparola.
In conclusione...
Come abbiamo visto, il growth hacking è un processo di sperimentazione che permette alle startup e organizzazioni di crescere rapidamente e focalizzarsi sulla scalabilità . Ma come ogni strategia di marketing, non c'è una formula vincente per tutti: con il growth hacking diventa necessario provare, sperimentare, modificare la propria tattica fino a trovare ciò che funziona per voi.
Domande frequenti sul growth hacking
Cosa significa growth hacking?
Il growth hacking è un processo strategico che prevede una serie di esperimenti di marketing che hanno l'obiettivo di accelerare la crescita di startup, aziende e organizzazioni. Il growth hacking non si articola in una singola campagna o strategia di marketing ma consiste in un insieme di esperimenti continui e modificabili in base al feedback e ai risultati ottenuti.
Cosa fa il growth hacker?
Il growth hacker progetta esperimenti, li trasforma in procedure attuabili e traccia i risultati per capire se funzionano e, in caso contrario, interviene per modificarli.
Come si diventa growth hacker?
Per diventare growth hacker, è necessario padroneggiare un'ampia serie di skill e abilità in campi spesso diversi tra loro, come marketing, gestione di prodotto, comunicazione, programmazione e psicologia, e metterli sul campo per consentire a startup e aziende di crescere rapidamente.
Quanto guadagna un growth hacker?
Lo stipendio medio annuo di un growth hacker va dai 20 ai 35 mila euro per una figura junior, mentre può raggiungere cifre intorno ai 120-130 mila euro per un profilo senior più avanzato.
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I ragazzi di Blue Isle Studios portano su Nintendo Switch eShop un interessante adventure game in prima persona in cui l’obiettivo principale è sostanzialmente quello di (ri)dare vita a flora e fauna.
Blue Isle Studios è uno studio di videogiochi indipendente con sede a Toronto, Canada. I ragazzi hanno già avuto a che fare con Nintendo quando nel 2015 portarono su Nintendo Wii U eShop Slender: The Arrival, videogioco che si basa sul celebre essere horror. Valley arriva su Nintendo Switch eShop a quasi tre anni dal suo debutto su PC con una versione di gioco meno brillante e scattante di quella per “mouse e tastiera” ma non meno divertente.
La particolarità più eclatante del gioco in questione è che non ha un genere ben preciso ma attinge, in diverse occasioni, a più generi videoludici. Valley nasce come gioco di avventura ma in più occasioni tocca il genere platform, l’action, lo sparatutto, il puzzle e addirittura il racing.
Le mitiche Rocky Mountains, l’enorme catena montuosa che collega il Canada agli Stati Uniti, fanno da scenario e da location in cui un archeologo si impossessa di un misterioso esoscheletro chiamato tuta L.E.A.F. (Leap Effortlessly through Air Functionality: funzionalità di salto in aria senza sforzi). Grazie a questa particolare tuta, il nostro uomo sarà libero di esplorare l’intera catena montuosa scansando ostacoli e sfrecciando insieme ai cervi felici e spensierati.
Il giocatore scopre che la tuta L.E.A.F. è l’esito di alcuni esperimenti militari della Seconda Guerra Mondiale e che ha un potere assai incredibile: quello di dare e togliere la vita. Il giocatore s’imbatte in alcuni nastri registrati che spiegano il potenziale della tuta e, guidato da racconti storici, decide così di sfruttarla per salvare l’intera valle. Dare la vita però avrà anche le sue conseguenze..
 Si capisce facilmente che questo screen è stato scattato in modalità portatile, fate un confronto con lo scatto di sopra
Valley è caratterizzato da livelli di grandi dimensioni, quasi come se il giocatore si trovi all’interno di un mondo aperto ma a livelli con caricamenti. L’eroe potrà quindi dare vita ad alberi secchi o animali morti con lo scopo di ripopolare l’intera vallata. A proposito, dei piccoli esserini simili ai korogu di The Legend of Zelda scorazzano felici nella valle e vi lasceranno alcune ghiande come ricompensa per aver ridato vita alla flora del luogo. Queste ghiande potranno essere usate per superare stanze segrete.
La vita del giocatore è rappresentata da un edera verde in alto sullo schermo, se subirete danni potrete curarvi semplicemente ridando vita al mondo di gioco mentre se morirete, beh morirà con voi anche una parte della valle.
Passerete la maggior parte del tempo a correre per la vallata, cosparsa di globuli azzurri utili per caricare i poteri curativi della vostra tuta, a esplorare rovine antiche e strutture militari risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Avrete a che fare anche con piccoli combattimenti ma che passeranno in secondo piano specialmente nella fase iniziale del gioco.
https://www.nplayer.it/wp-content/uploads/2019/03/2019031014264601-D01FF2E2C780EE0BC0EB422000325183.mp4
Come dicevamo inizialmente, il port su Nintendo Switch di Valley è al di sotto delle aspettative. La qualità grafica generale è inferiore a quella dei giochi più o meno simili già disponibili su Nintendo Switch. A complicare le cose, gli FPS arrivano a 30 soltanto in alcuni punti di gioco il che è un peccato davvero, un gioco così dinamico avrebbe meritato sicuramente un’ottimizzazione migliore. Dulcis in fundo, le features Nintendo Switch non sono pervenute.
Interessanti e impossibili da non notare alcune scelte azzeccate di stile e design che ricordano Bioshock oppure Metroid Prime.
Valley è nel complesso un’adventure game in prima persona molto divertente che però si trasforma in una gita fin troppo tranquilla nelle profonde valli delle Rocky Mountains di un eroe ecologista che gioca a fare Dio. L’ottimizzazione generale del gioco rischia di uccidere nuovamente tutto quello che il nostro archeologo aveva portato in vita, menomale che almeno sia la trama che il gameplay riescono a rapire il giocatore anche se, sinceramente, visto la presenza di tanti testi e dialoghi e l’assenza della lingua italiana qualche giocatore potrebbe ben presto abbandonarlo. E comunque resterete nella valle non più di 5 ore totali.
Una nota positiva va fatta alla colonna sonora che, proprio come il gioco, varia di genere in genere. Composta da Aakaash Rao dà quel tocco in più all’intero titolo di Blue Isle Studios.
Valley è disponibile sul Nintendo Switch eShop dal 7 marzo 2019 al prezzo di € 17.29 (in offerta a € 12.10 fino ad oggi, 14 marzo). Il gioco occupa 3.5 GB di spazio su console o microSD, è compatibile con il Pro Controller e con il Cloud dei dati di salvataggio.
Sfortunatamente, Valley è completamente in inglese.
Pro:
Un ottimo mix di generi
Buon gameplay
Tanti potenziamenti della tuta L.E.A.F.
Trama interessante
Buona colonna sonora
Contro:
Ottimizzazione generale da rivedere
In alcune occasioni la frequenza dei fotogrammi è troppo bassa
Solo in lingua inglese
Fattore Switch limitato alla sua portabilitĂ
La valle è un po’ troppo “morta”
Link utili:
Sito web Blue Isle Studios
Colonna sonora su iTunes
Sito web Nintendo Italia
Valley – Recensione I ragazzi di Blue Isle Studios portano su Nintendo Switch eShop un interessante adventure game in prima persona in cui l’obiettivo principale è sostanzialmente quello di (ri)dare vita a flora e fauna. 841 more words
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