#ottantaquattro
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Un mese esatto
Ormai è passato un mese esatto. Ho ripreso tutte le cose che avevo momentaneamente smesso di fare. Il che è indubbiamente positivo. Ma è tutto diverso. Ci sono giorni che va bene. E giorni che va meno bene. Ma l'avevo messo in preventivo. La mamma dice che non dobbiamo preoccuparci per lei perchè ne ha viste tante. Proverò a fidarmi. Non è mica arrivata a quota ottantaquattro per niente. Buonanotte a tutti.
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Ci pisciano in testa e ci dicono che non ci stanno pisciando in testa ma noi diciamo che piove perché non siamo mica complottisti...
Ottantaquattro
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Mi ricordo Vergarolla o, alla polesana, Vargarola. Quel 18 agosto 1946 lo speaker di Radio-Pola ha letto il giornale radio alle 13 in italiano e alle 13.15 in serbo-croato, ha annunciato le regate, ha citato i campioni dell’anno prima. È tornato a casa in via Flanatica e dopo un quarto d’ora ne è uscito in compagnia di sua moglie, campionessa di nuoto, hanno preso le biciclette e pedalando si sono diretti verso Stoia. Si disputava le coppa dei campioni e loro due non volevano mancare. In quel momento c’è stata l’esplosione.
Zia Gina aveva voluto che nonna le desse il solito pane scuro frammisto di uva passa e un decimo di vino con tanta acqua e un cubetto di ghaccio nel bicchiere. Aveva cosi fermato la comitiva di noi cugine e delle nostre amichette. Se non fossimo arrivate in ritardo a Vergarolla, saremmo state fra le vittime. Invece quando raggiungemmo il portone della «Pietas Iulia» cominciarono a scoppiare le mine. Morti a catafascio. Il mare sputava sangue e fuoco. Non so né come né da dove spuntò fuori tra di noi, riuniti sulla spiaggia di fronte, un cannocchiale. Lo diedero per un attimo anche a me, mentre mio fratello Gianni protestava eccitatissimo perché a lui non volevano darglielo. Ecco, là, nel cono di luce che fruga, vedo zio Riccardo, il ghiaccio delle sue pupille nella faccia bianca simile a un muro di calcina, trascinare un uomo che perde sangue come un bue. Alcuni cadaveri erano distesi sulle rocce, altri galleggiavano in acqua. Feriti a decine. I soccorritori avevano il viso coperto di sudore e di sporco, erano tutti imbrattati di sangue e parevano invasi da un terrore e da un furore antichi. «Come è successo?». Silvano e Mimo, i due gemelli dei Venier, non poterono certamente rispondere. La morte li aveva colti che avevano appena finito di contare le mine. Ottanta ottantuno ottantadue ottantatré ottantaquattro ottantacinque ottanta... La conta si era fermata a ottantasei mine. Smisero di contarle quando sentirono un urlo e molti bagnanti accorsero verso il punto da cui proveniva. Mentre correvano ci fu un’esplosione assordante che scosse la baia e la prima fiammata infernale coronata di fumo nero salì verso il cielo. Poi, esplosioni a catena. Una strage fra i bagnanti. Si salvò chi era in mare, in barca, ma non tutti. Molte barche a vela si capovolsero mostrando le chiglie incrostate di alghe e fuchi di mare, molte scomparvero in un gorgo di acque sporche mentre frammenti carbonizzati galleggiavano in una disordinata vertigine che si andò allargando come ultimo segno di sventura e di disfacimento. Così si compì il destino di sessantacinque polesani, di cui cinquantanove furono identificati, cui va aggiunto un numero imprecisato di feriti gravi e leggeri. All’ospedale civile il chirurgo Geppino Micheletti riconobbe tra le salme i suoi due figli, eppure continuò a prestar soccorso ai feriti tutta la notte, senza mai allontanarsi dal tavolo operatorio.
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
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#PANEQUOTIDIANO, «NON SI ALLONTANAVA MAI DAL TEMPIO, SERVENDO DIO NOTTE E GIORNO CON DIGIUNI E PREGHIERE»
Giorno liturgico: 23 Luglio 2024: Santa Brigida, religiosa, patrona d’Europa Commento:Rev. D. Joan Ant. MATEO i García Testo del Vangelo (Lc 2,36-38):In quel tempo, c’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si…
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Qualche giorno fa – e ne ha dato notizia soltanto il Foglio – è uscito il rapporto Space I del Consiglio d’Europa che ha descritto lo stato abominevole delle carceri italiane, e il Foglio si è giustamente soffermato sul paragone con quelle ungheresi, a cui Ilaria Salis è stata meritoriamente sottratta dall’Alleanza sinistra verdi di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il sovraffollamento delle carceri italiane, certifica Space I, è del 130 per cento, in Ungheria è del 111,5 per cento. In Italia i detenuti in attesa di giudizio, quindi non ancora condannati, sono il 27,6 per cento, in Ungheria il 24,5 per cento. Il tasso di suicidi in Italia è di 15 ogni diecimila reclusi (riferito però agli ottantaquattro suicidi del 2022, quest’anno sappiamo già che sarà superiore), in Ungheria di 3,5. Rispetto all’Ungheria, l’Italia ha un tasso di incarcerazione più basso (poco più di 100 ogni centomila abitanti, contro il 190) ma, per fare un solo esempio, in Italia il tasso di omicidi, che è fra i migliori al mondo, è quasi la metà: 0.5 contro 0.9.
Perché tutti quelli che si sono indignati e inalberati per Ilaria Salis, non si indignano e non si inalberano per quello che gli succede sotto al naso? Perché Fratoianni e Bonelli pensano allo sciagurato sistema carcerario ungherese e non allo sciaguratissimo sistema carcerario italiano? Forse perché l’intera sinistra, magari non con l’accanimento dell’attuale governo, quando non era all’opposizione ha giocato allo stesso modo: ha fatto allarmismo, ha inventato nuovi reati, ha inasprito le pene.
I carcerati, attuali e prossimi, sono lo strumento migliore su cui fondare una propaganda, costruire un’emergenza, promettere la mano di ferro della giustizia, alimentare la bava alla bocca generale. In fondo i carcerati sono un mondo a parte, sono stati sbattuti fuori dalla società civile e cioè dalla Costituzione. Il carcere è diventato una costruzione criminale di Stato legalizzata dalla nostra indifferenza, e questo a me pare il baratro morale della nazione. (Mattia Feltri)
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Missili AIM-120C-8 alla Danimarca Il Dipartimento di Stato di Washington ha deciso di approvare una possibile vendita militare straniera (FMS) al Governo Danese di missili aria-aria avanzati a medio raggio AIM-120C-8 e dei relativi elementi logistici e di supporto al programma per un costo stimato di 215,5 milioni di dollari. La Defense Security Cooperation Agency (DSCA), l’Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della difesa, ha consegnato la certificazione richiesta notificando al Congresso questa possibile vendita. Il Governo della Danimarca ha richiesto di acquistare ottantaquattro (84) missili aria-aria avanzati a medio raggio AIM-120C-8 (AMRAAM) e tre (3) sezioni di guida AIM-120 AMRAAM. La vendita
#Forze_Aeree#Forze_Armate#Industria_della_Difesa#Raytheon#RTX#aeronautica_danese#AIM_120C8#Danimarca#F_35A#Raytheon_Missiles_and_Defense#stati_uniti
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➡️🌼🙏Venerdì 2 Febbraio 2024
👉❤️❤️❤️PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (f); S. Caterina de’ Ricci
4.a del Tempo Ordinario
Ml 3,1-4; opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo
👉🕍📖❤️VANGELO
I miei occhi hanno visto la tua salvezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore.❤️🙏
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31/12 - Figure dell'attesa: Simeone e Anna Lc 2,22-38
A chi viene presentato Gesù nel suo ingresso nel mondo? Ai pastori, razza scomunicata e oggi l’evangelista Luca fa entrare Gesù nel tempio e incontra Simeone e Anna. Vediamo un uomo, Giuseppe, e una donna, Maria, portare il loro bambino, uno come tanti, come lo portavano tutti. E non accadeva nulla nel tempio. Ed ecco arriva Gesù. Quell'uomo e quella donna con il loro bambino passano inosservati. Forse si aspettava il Messia da una famiglia blasonata, non certo da due genitori che portavano un'offerta povera, quella dei poveri. Il bambino taceva o forse solo piangeva.
Che la salvezza fosse in braccio a una madre in un bimbo senza parola, era quasi da non credere. Ma gli occhi videro la salvezza. Gli occhi di chi? La solennità di questa presentazione, di ogni vera presentazione del Signore, trova rifugio negli occhi e nell'anima dei veri credenti. Incontriamo oggi Simeone e Anna, volti scavati dalla vecchiaia ma ancora capaci di attendere. Non si erano arresi alla tentazione di spegnere alla sera i sogni accesi al mattino. Simeone dice "Ora". "Ora puoi lasciare, Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza". E anche Anna a ottantaquattro anni era ancora là, di giorno e di notte, tra quelli che attendevano la venuta del Redentore.
Simeone teneva in braccio il bambino. Il vecchio e il bambino, gli estremi della vita, dentro la salvezza. Il vecchio salutava la salvezza in quel bimbo e benediceva Dio e le sue parole, quelle di un vecchio, erano un canto. Parole che la chiesa canta ancora ogni sera, all'avvicinarsi della notte. E così da secoli. Simeone, il vecchio Simeone, mai e poi mai avrebbe immaginato che, dopo duemila anni, ogni sera sulla terra, si sarebbero cantate le sue parole.
Pensate quante cose gli occhi di quel vecchio avevano visto nella sua vita. E poi avrebbe visto la morte che è la cosa che vedono tutti, che vediamo tutti. Ma c'era per lui una promessa: "che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore". Quel giorno, mosso dallo Spirito, si era recato al tempio e quel giorno i suoi occhi videro. Videro la salvezza. È una questione di occhi. Tutti vedono la stessa scena, gli stessi personaggi, ma c'è chi non va oltre, non vede altro.
Mi viene in mente la beatitudini del monte: "Beati i puri di cuore, vedranno Dio". Beati coloro che hanno custodito la limpidezza dello sguardo, che non si sono lasciati corrompere da interessi o da presunzione: loro vedranno Dio. Chi accoglie Gesù e lo riconosce sono due anziani dalla fede semplice e dal cuore aperto, che hanno vissuto una lunga vita aspettando la salvezza di Dio. Questa fede semplice che aspetta da Dio la salvezza è anche la nostra fede?
Di Simeone è detto che era un uomo giusto e timorato di Dio. I timorati di Dio, quelli che non si sentono padroni di Dio né del suo mistero, davanti a lui stanno, come Mosè, togliendosi i calzari, sanno di calpestare terra santa. Giusti e timorati di Dio sono quelli che "aspettano la consolazione del loro popolo". Hanno occhi solo per il popolo. A loro sta a cuore non la sorte o gli interessi personali, ma quelli del bene comune. Sono quelli che non si sono arresi, non si sono rassegnati al degrado e ancora aspettano. Aspettano il conforto, non semplicemente il loro, ma quello di un popolo. Aspettano la consolazione, non la loro, ma quella di un popolo.
Tante cose aveva visto Simeone nella sua vita ma non gli avevano risolto la paura della morte. Anche noi vediamo eventi che ci lacerano la vita, abbiamo visto volti a noi cari di una tenerezza struggente eppure non ci basta perché possiamo andarcene senza paura e per andarcene in pace. Ed è per questo che vorremmo incrociare Gesù e la sua luce, per poter andare in pace con Lui. Perché la sua luce ha tolto l'ombra della paura sia alla vita che alla morte. Se lasceremo entrare Gesù nel suo tempio, se ci lasceremo muovere dal suo Spirito, non avremo paura di andarcene. E ce ne andremo in pace.
Don Paolo Zamengo SDB
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20 settembre 1870: la mia Porta Pia divenne protagonista della storia d'Italia
Il 20 settembre del 1870 la Porta Pia che avevo progettato quando avevo oltrepassato gli ottantaquattro anni di età, divenne la protagonista del Risorgimento e della storia d’Italia. L’esercito piemontese entrò a Roma aprendosi una breccia proprio a Porta Pia, determinando così la fine dello Stato della Chiesa. Al tempo lo stato pontificio aveva un proprio contingente militare ma di fatto era…
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Ottantaquattro anni per rimettere una doga che tanto ormai non doga più perché non ho forza bruta, e allora perché non aiutarsi con una borraccia lunga due metri e due peluche di fortuna? Perché dovrei privarmene? Già la scena fa ridere così, aggiungete i miei acciacchi e siamo pronti per il palco!
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Il mio eroe è lui, fantastico e reale. Lui è nato nell'anno in cui nacque Clark Kent, non è un caso. È bello come un attore ed è sempre e comunque uno che ottiene la parte principale perché è semplicemente grande! Lui è il mio eroe, il mio soldatino di piombo, il Cowboy, Diabolik, Topolino, Cochi, Renato e Jannacci. È le domeniche in una Fiat 500 con la radiolina portatile con la lunga antenna sollevata delle radiocronache di Pizzul. Lui è il mio super eroe, quello che mi ha offerto il braccio dai bei muscoli scolpiti nella palestra della vita per accompagnarmi all'altare. Il mio eroe: potrei raccontare le sue mirabili gesta e di quando vestì i molti panni dei tanti mestieri di cui è capace ancora oggi e poi di come parla e canta e dei suoi occhi vigili in questa meravigliosa occasione che è la vita. BUON COMPLEANNO MIO SUPER EROE PAPÀ INFINITAMENTE GRAZIE AMORE #happybirthday #ottantaquattro #supereroe #miopersempre #tuapersempre #babbo #papà #limportanzadichiamarsiErnesto Foto: #MicolDaniels
#happybirthday#limportanzadichiamarsiernesto#papà#micoldaniels#supereroe#miopersempre#tuapersempre#ottantaquattro#babbo
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Facebook è inutile che mi chiedi a cosa sto pensando se poi quando te lo scrivo mi mandi la Digos.
Ottantaquattro
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Molti possono scegliere di abortire i bambini down, dice Laura, ma attenzione al Galateo, non si dice down, si dice Trisomia sennò i bambini abortiti ci restano male.
-Ottantaquattro
se non è ipocrisia questa.....
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Inner Gods
Allegra Betti van der Noot
Intergrafica, Verona 2018, 115 pagine, 15x18,5 cm.
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
“This book is dedicated to my van Gianni that is taking me (almost) everywhere I want”
Ottantaquattro disegni inediti realizzati in presa diretta nel corso dei viaggi che Allegra vive da oltre sei anni a bordo del suo van ribattezzato Gianni (è prassi dei van lifer dare un nome proprio alla propria casa su quattro ruote). Le opere sono precedute dal testo del semiologo Giovanni Bove, che riflette sull’unicità di questa espressione artistica in cui l’esplorare e il dipingere , molti i lavori di street art site specific realizzati i questi anni – si fondono ricalcando appieno la personalità e le scelte artistiche e personali di Allegra. Sfogliando questa raccolta si percorrono le tappe di un lungo viaggio interiore che rimanda alla scoperta visionaria di culture ancestrali dove forme, segni e figure, il contatto con la natura e la costante spinta a conoscere prendono vita permettendo di scoprire l’esistenza di un personale locus amoenus, lontano e sconosciuto ma allo stesso tempo rassicurante, un rifugio prezioso da un mondo sempre più distratto e caotico. L’attenzione per la natura e l’ecologia sono confermate dalle scelte che rendono l’intero progetto sostenibile e a minimo impatto ambientale.
08/12/21
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instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
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Incipit 21/100
Incipit 21/100
“Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni lo aveva accompagnato un ragazzo, ma dopo quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un'altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all'albero. La vela era rattoppata con sacchi di farina e quand'era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.”
(Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway – trad. Fernanda Pivano)
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➡️🌺🙏Domenica 31 Dicembre 2023
👉❤️❤️🌷SANTA FAMIGLIA (anno 😎 – P
Ottava di Natale
Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40
Il Signore è fedele al suo patto
👉🕍📖❤️VANGELO
Il bambino cresceva pieno di sapienza.
+ Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
[Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore] – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.]
Parola del Signore. ❤️🙏
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