#osso temporale
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emilioalessioloiacono · 6 months ago
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levysoft · 1 year ago
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Premio Chimica/Geologia
Citazione: "Jan Zalasiewicz, per aver spiegato perché a molti scienziati piace leccare le rocce".
Chiunque conosca un geologo o un paleontologo ha probabilmente appreso di un'abitudine peculiare: leccare le rocce. Quegli scienziati ti diranno che è un buon modo per testare se una roccia è una roccia o un pezzo di osso fossilizzato poiché quest'ultimo si attaccherà alla lingua, e macinare detta roccia tra i denti per un momento può aiutare ad accertare le dimensioni dei grani e quindi se la roccia contiene argilla o limo. Zalasiewicz è un paleontologo dell'Università di Leicester nel Regno Unito e ha affrontato la storia colorata della pratica rock-licking, tra le altre peculiarità, in un divertente saggio del 2017 pubblicato su The Paleontological Association Newsletter.
"Inumidare la superficie consente alle trame fossili e minerali di distinguersi bruscamente piuttosto che perdersi nella sfocatura delle microriflessioni intersecanti e delle micro-refrazioni che escono da una superficie asciutta", ha scritto Zalasiewicz, ricordando il tempo in cui ha leccato una roccia lungo la strada che si è rivelata una foraminifera di Nummuliti ben conservata. Secondo Zalasiewicz, questo "gusto per la stratigrafia" potrebbe risaltare a un ingegnere minerario, geometra e autoproclamato mineralogista del XVIII secolo di nome Giovanni Arduino, che ha escogito categorie per gli strati che alla fine si sono trasformate nell'odierna scala temporale geologica.
Arduino ha scritto una lettera a Antonio Vallisneri, professore all'Università di Padova, in cui descrive tutte le rocce, i minerali e i fossili locali nella valle dell'Agno, comprese utili note di degustazione. Ad esempio, i gusci fossili bruciati e i pezzi di carbone sono "ugualmente amari e orinati". L'acqua delle sorgenti che fuoriessde da uno strato ricco di marcasite e carbone "ha un sapore piccante acido" che Arduino ha paragonato a "l'acidità del vino". A uno piace pensare che Arduino sarebbe felice di apprendere che la sua "taxonomia del gusto" rimane uno strumento analitico comune tra gli amanti del rock moderno.
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turbato · 3 years ago
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Un sacchetto in testa e via, sembra semplice ma non lo è affatto. Molto probabilmente il panico avrà il sopravvento, viene consigliato l’uso di una mascherina rigida per evitare di mordere la plastica quando si cercherà inutilmente ossigeno, rompendo così il banale strumento di morte e interrompendo tutto sul più bello. Non verrete mica rimanere in stato vegetativo per anni ? I livelli di CO2 si alzano, andiamo in acidosi e se tutto va bene tra convulsioni e schiuma alla bocca riusciamo a levarci dai coglioni. Ecco sembra tutto così triviale e probabilmente lo è. Possiamo evitare il panico assumendo una quantità non indifferente di alprazolam,, ma a quel punto avrete già cambiato idea sul da farsi (per ovvi motivi). Si può tentare altrimenti di mitigare il tutto e ritardare il panico scegliendo un sacchetto comodo, idealmente 4/5 volte il volume della testa. La parte dell’acidosi e delle convulsioni può invece essere aggirata cercando solo di sottrarre O2 e mitigare la presenza di CO2, quindi si rende necessario trovare un qualche gas, magari inerte, per riempire il nostro sacchetto. L’elio sembra essere la scelta migliore. Il meccanismo inizia però a essere complesso. Bombola di elio, tubo, sacchetto, controllare tutte le tenute e sperare che l’elio sia abbastanza. Non ultimo, l’elio non è poi così economico. Sinceratevi di non avvertire nessuno della vostra scelta, preferite messaggi automatici o email programmate, possibilmente svariate ore dopo l’ora X, di modo che nessuno stronzo possa dare l’allarme e rovinare il tutto sul più bello, rischiando nuovamente di farvi diventare un vegetale. I visitatori devono arrivare a partita già conclusa. Se non si riesce ad arrivare in fondo i rischi di conseguenze serie e spiacevoli, che possono anche impedire altri tentativi, non sono così bassi. Visto che il sacchetto in testa è macchinoso e necessita di una premeditazione non indifferente, possiamo andare all’ultimo piano di un palazzo e sperare che un bel volo sistemi tutto quanto. Ecco, per volare da un palazzo di 20 metri si impiegano circa 2 secondi, immaginatevi quante volte cambierete idea in 2 secondi. Sopravvissuti a situazioni del genere dicono “improvvisamente ogni problema mi è sembrato risolvibile, tranne uno: il fatto che stessi precipitando”. Il cadavere inoltre non si presenta un granché bene, non è un problema insormontabile (è solo estetica alla fine)  e molto dipende dalla sensibilità personale, magari non vi può preoccupare, ma l’idea di avere il cervello sparso in giro non è così allettante. Se non si è così stupidi da scegliere un palazzo di 3 metri circondato da gommapiuma allora il risultato è assicurato. Subito dopo si potrebbe elencare qualsiasi cosa attinente alle armi da fuoco. La quantità di sangue e brandelli del vostro corpo sparsi in giro è paragonabile al metodo precedente. Inoltre vi serve di procurarvi una pistola,un fucile o perlomeno un archibugio, il che alza il livello di premeditazione alle stelle. Nulla di infattibile, sia chiaro, ma nemmeno una passeggiata. Le cose cambiano se avete già armi in casa. Scelta cruciale sarà spararsi banalmente in testa o spettacolarmente al cuore. Osso frontale, temporale o parietale? Oppure possiamo distruggere lo sfenoide ficcandoci una pistola in bocca.Attenzione alla scelta del calibro, evitate calibro 22, altrimenti vincerete solo una corsa all’ospedale o raggiungerete il ricorrente stato vegetativo. Tornando indietro storicamente a tecnologie apparentemente meno complesse, possiamo sottoporre a disanima l’impiccagione. La maggior parte delle impiccagioni vengono eseguite in maniera formalmente scorretta (sostanzialmente però corrette e ugualmente efficaci). L’impiccagione dovrebbe prevedere la rottura dell’osso del collo, per ottenere ciò è necessario calcolare la propria caduta nel vuoto e di conseguenza la lunghezza della corda in base al proprio peso (esistono apposite tabelle, che non fornirò evitando di essere complice in qualcosa di spiacevole). Un calcolo errato porta alla morte per asfissia o alla decapitazione. La morte per asfissia in seguito ad impiccagione non deve essere affatto divertente, lingua di fuori, occhi estroflessi dalle orbite ed erezioni post mortem.
To Be Continued
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bluefishball · 6 years ago
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Gli occhi non sanno vedere quello che il cuore vede La mente non può sapere quello che il cuore sa L'orecchio non può sentire quello che il cuore sente Le mani non sanno dare quello che il cuore da C'è un temporale in arrivo C'è un temporale in arrivo senti l'elettricità C'è un temporale in arrivo sulla mia città Porta novità porta novità Il lupo perde il pelo io perdo le occasioni Ma non so perdere il vizio delle emozioni La vita è più interessante delle definizioni E tutto quello che arriva da qualche parte va Gerusalemme è divisa sotto ad un solo cielo E la mia mente è divisa dentro ad un corpo solo Un meridiano per forza incrocia un parallelo Determinando la sorte di molta umanità E tutto quello che sappiamo non è vero E tutto quello che sappiamo non è vero Si perdono le origini nel buco del tempo Ma tutto si conserva nelle profondità Sia l'elefante che il topo non avranno scampo La legge della savana li governerà Non si può scegliere un sogno non si può scegliere Quando ti arriva ti arriva non c'è niente da fare Le previsioni del tempo si posson prevedere Ma un temporale che arriva non lo puoi fermare Si danza per invocare la fertilità Si danza prima del sesso o di un combattimento Si danza per riscaldarsi dal freddo che fa Si danza per imitare il lavoro del vento Quando non so dove sono io mi sento a casa Quando non so con chi sono mi sento in compagnia Quando c'è troppa virtù il cuore mi si intasa La cura è spesso nascosta dentro alla malattia C'è un temporale in arrivo C'è un temporale in arrivo senti l'elettricità C'è un temporale in arrivo sulla mia città Porta novità porta novità Quando tu hai fame nessuno può mangiare per te Quando io ho sete nessuno può bere al posto mio Anche gli automi hanno un cuore di alluminio puro Pronto per farci passare l'amore del futuro Abramo lascia la casa senza sapere niente Si mette in strada lasciando quel che sapeva già E il trapezista si gioca tutto continuamente Per pochi soldi ed per un brivido di libertà L'autista di scuolabus ha in mano la nazione Più di un ministro di un Papa o di un'autorità E c'è una terra di mezzo tra il torto e la ragione La maggior parte del mondo la puoi trovare là Lavori in corso ci dispiace per l'inconveniente Hanno scoperto una casa dell'antichità Due scheletri abbracciati qualche osso poco o niente Ma il loro bacio va avanti per l'eternità C'è un temporale in arrivo C'è un temporale in arrivo senti l'elettricità C'è un temporale in arrivo sulla mia città Porta novità porta novità L'antico impero cinese accolse Marco Polo Perchè era un giovane mercante di immaginazione Non servono grandi ali per spiccare il volo La vita è molto più vasta di una definizione E stanno tutti aspettando che succeda qualcosa Che tolga il velo di polvere dalla realtà E stanno tutti aspettando che arrivi la sposa Coi fiori in mano e una promessa di felicità Problemi di digestione ispirano romanzi Rivelazioni che nascono nell'acidità Un pò di bicarbonato dopo certi pranzi Si eviterebbe lo scontro delle civiltà Gli uccelli volano bassi e sfiorano l'asfalto E i cani stanno in silenzio con aria d'attesa La foto sulla parete mi segue con lo sguardo Nessun allarme per ora nessuna sorpresa C'è un temporale in arrivo C'è un temporale in arrivo senti l'elettricità C'è un temporale in arrivo sulla mia città Porta novità porta novità E l'invincibile non è quello che vince sempre Ma quello che anche se perde non è vinto mai L'intelligenza è nel corpo il sapere nel cuore Se pensi sempre ad un muro un muro troverai Mi son trovato memorie che non sono mie Ho un solo nome ma almeno cento identità E' naturale preferire le belle bugie Alla durezza di ghiaccio di certe verità Viviamo comodi dentro alle nostre virgolette Ma il mondo è molto più grande più grande di così Se uno ha imparato a contare soltanto fino a sette Vuol mica dire che l'otto non possa esserci Senti l'elettricità senti l'elettricità C'è un temporale in arrivo Porta novità porta novità
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disfunzioni-atm · 3 years ago
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La malocclusione dentale dell’articolazione temporo-mandibolare
Si può valutare l’associazione di diverse caratteristiche di malocclusione dentale con i suoni di click dell’articolazione temporomandibolare (ATM).
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I risultati della presente indagine hanno suggerito che in una popolazione di pazienti affetti da TMD, il contributo delle caratteristiche della malocclusione dentale nel predire i click dell’ATM è minimo e non ha rilevanza clinica.
disfunzioni atm
La chirurgia dell’articolazione temporo mandibolare – atm è necessaria quando le condizioni in cui si è verificato un danno strutturale ed irreversibile ma anche quelle forme in cui si siano create delle condizioni patologiche come aderenze e versamenti intrarticolari.
Osso malare atm
Osso malare atm: Osso della faccia, chiamato anche osso malare, posto a ponte (arcata zigomatica) tra il mascellare e tre ossa del cranio (frontale, squama del temporale e grande ala dello sfenoide). L’osso z. forma la parete esterna e parte della parete inferiore dell’orbita.
Osso della faccia, chiamato anche osso malare, posto a ponte (arcata zigomatica) tra il mascellare e tre ossa del cranio (frontale, squama del temporale e grande ala dello sfenoide). L’osso z. forma la parete esterna e parte della parete inferiore dell’orbita. La notevole prominenza dell’osso zigomatico costituisce uno dei tratti fisionomici caratteristici di alcune razze umane (razza gialla, razza amerinda).
Occlusione dentale, Postura del Corpo, Disfunzione ATM
L’occlusione è il rapporto che intercorre fra le superfici masticatorie dei denti mascellari e quelle dei denti mandibolari quando le mascelle sono chiuse. Quando i normali rapporti sono alterati si parla di malocclusione. La malocclusione è uno scorretto allineamento dei denti o dei mascellari o più semplicemente una “scorretta chiusura dentale” .
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sososteopata · 4 years ago
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L'osso ioide è un osso impari e mediano che si trova alla radice della lingua, a livello della terza vertebra cervicale. Lo ioide è l'unico osso del corpo umano che non si articola con nessun altro osso, ed è mantenuto in posizione da diverse formazioni muscolari. In visione trasversale lo ioide assomiglia ad un complicato ferro di cavallo, formato da un corpo centrale e da processi laterali che prendono il nome di piccole corna e grandi corna. La faccia anteriore del corpo è convessa ed è il sito di inserzione dei muscoli genioioideo e stiloioideo; la faccia posteriore è invece concava ed è in rapporto con la membrana tiroioidea. I margini che separano le due facce sono particolarmente sottili: quello superiore dà inserzione al muscolo genioglosso e alla membrana ioglossa e quello inferiore, dal più mediale al più laterale, ai muscoli sternoioideo, miloioideo, omoioideo, tiroioideo e digastrico. Le grandi corna si trovano lateralmente al corpo e lo prolungano, dirigendosi cranialmente e dorsalmente; vi si inseriscono il muscolo ioglosso e il costrittore medio della faringe, oltre alla membrana tiroioidea. Le punte delle piccole corna, che si sviluppano nel punto in cui si dipartono anche le grandi corna, sono collegate dal legamento stiloioideo al processo stiloideo dell'osso temporale. Alla base delle piccole corna si inserisce il muscolo condroglosso. #sososteopata #osteomeme #ossa #anatomia (presso Alessandro la Torre, Osteopata Posturologo Imola) https://www.instagram.com/p/CDPN4OloISh/?igshid=10snx02a2h8uy
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hennamonogatari · 5 years ago
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Quanto me
La crepa nel muro si manifestò il giorno dopo alla scomparsa di Malia. Era sempre stata con me per tutta la durata della mia malattia: saltava sul letto uggiolando e incurante delle mie deboli proteste, mi posava il muso sullo stomaco e chiudeva gli occhi.
Se di notte il panico mi assaliva riempiendomi il sonno di incubi lei infilava il muso sotto la mia mano e me la spingeva più in alto possibile, fino a che mi svegliavo.
All’ora di pranzo mi portava il suo osso o la sua palla, nella speranza che fossi abbastanza forte da giocare con lei.
All’inizio provai a chiamare qualche amico o la vicina di casa e chiesi loro di portarla fuori ma Malia non voleva. Scalciava e ringhiava piano, sempre con quegli occhi dolci e la bocca chiusa, a indicare che il suo era solo diniego e non una vera minaccia. Ogni volta si prendeva una fila interminabile di carezze e accettava, al massimo, di uscire nel piccolo cortile sul retro dell’edificio per i bisogni. Poi tornava immediatamente dentro e si accucciava paziente ai piedi del letto.
La mia malattia era progredita rapidamente e da un po’ di tempo la sognavo. Per la precisione dall’ultima volta in cui il medico era venuto da me per leggere i risultati degli esami e mi aveva detto, con uno di quei sorrisi pietosi, che era arrivato il tempo di prepararci. Beh, nessuno si prepara, perché non esiste un modo per prepararsi. Puoi sistemare le tue faccende, puoi salutare tutti o puoi decidere di non dire niente nessuno e percorrere la strada per conto tuo. Ma questo non è prepararsi più di quanto lo sia sistemarsi i capelli prima di comparire davanti al boia.
Io decisi per il silenzio. Non mi avrebbe portato alcun beneficio avere intorno a me persone con i volti tristi e gli occhi lucidi. Che si godessero le loro giornate, almeno loro: sarebbe stato il mio regalo d’addio. L’unico essere con cui non avevo possibilità di mentire era Malia. Lei sapeva che qualcosa stava succedendo, che un male si stava manifestando. Lo sapeva e faceva l’unica cosa che poteva: mi restava vicina. Anche durante quei sogni, quando la malattia assumeva la forma di un uomo privo di pelle e di gambe, che con braccia incomprensibilmente forti si trascinava lungo il pavimento della mia cameretta di quando ero bambino. Lasciava una scia di sangue e fango dietro di sé, aveva gli occhi di colori diversi e i denti bianchi e regolari che non poteva nascondere perché non aveva le labbra. L’uomo si trascinava nella mia direzione e continuava a ripetere che aveva fame fame fame fame fame. E mi torturava parlandomi di mia madre e di mio padre, e delle tante volte in cui non ero riuscito ad aiutarli.
Ogni notte lui era sempre più vicino e io sempre più debole. Ogni volta, quando stava per raggiungermi, Malia mi svegliava e mi leccava la faccia finché mi sentiva ridere per il solletico. Allora saltava, più contenta, abbaiava e andava a prendere il telecomando della televisione.
Arrivò l’ultimo giorno. Io lo seppi perché lo sentii, al di là di qualsiasi razionale spiegazione. Sapevo che era il mio ultimo giorno e lo passai come tutti gli altri, nell’inedia e nella nostalgia di una mobilità che non mi apparteneva più.
Guardai un film che non vedevo da almeno quindici anni, uno di quelli che ricordavo di aver visto la prima volta da piccolo, con mio nonno, saltando e sgambettando sul divano troppo morbido mentre lui rideva.
La sera invece spensi sia la tv che il telefono e mi dedicai solo a Malia. Ero contento di andarmene prima di lei perché il pensiero della situazione opposta mi risultava insostenibile. Le presi il muso, la baciai, la guardai negli occhi castani e ambrati, incastonato nel pelo scuro e corto.
E le diedi la buonanotte. Per un po’ Malia si oppose e non mi fece dormire, poi dovette capire che era inevitabile perché, semplicemente, mi si stese di fianco.
Sognai la cameretta e l’uomo senza gambe. Lo vidi avvicinarsi, chiamandomi con la voce lamentosa di mio padre nei suoi ultimi giorni di vita. Mi afferrò le gambe e mi morse un ginocchio.
Il suo pasto fu interrotto dal rumore di vetri infranti, dall’ondeggiare confuso delle tende e dalla comparsa di Malia. Con un balzo fu dentro la stanza, lei e una porzione del violento temporale che imperversava fuori. L’uomo senza le gambe la ghermì, la morse. Lei guaì e un tremendo tuono riecheggiò facendo tremare le pareti della cameretta e riempiendole di crepe.
Mi svegliai di soprassalto. Non era ancora l’alba, la finestra era aperta e c’era un tremendo temporale. L’acqua bagnava il pavimento e inzuppava il vecchio tappeto.
Mi sentivo più forte, insolitamente energico e vitale. Riuscii ad alzarmi, a chiudere la finestra. Chiamai Malia ma non rispose. Camminai lentamente per tutta la casa: non c’era. Tornando in camera notai la crepa che si era formata sul muro.
Quel giorno io guarii, anche le analisi lo confermarono. Il mio male non era sparito ma aveva deciso di arrestare la sua corsa ed era stranamente quiescente.
Nei giorni successivi, ogni tanto, sognai la cameretta. L’uomo era ancora lì, senza le gambe e con i suoi denti bianchi fatti per la mia carne. Ma c’era anche Malia: ferita, attenta, determinata. Restava tra me e lui. Non distoglieva mai lo sguardo dal pericolo e tutto ciò che io potevo fare per lei era accarezzare la sua schiena snella e forte. Poca cosa, in confronto a ciò che stava facendo per me.
Vorrei chiudere questa storia dicendo che ho imparato la lezione, che non spreco il mio tempo, che vivo il dono che Malia mi ha fatto. Non è così. Ho passato alcuni mesi cercando consulti e risposte mediche, immaginando che se adesso fosse stato possibile eradicare il mio male, lei sarebbe potuta tornare. Ho avuto solo risposte negative.
Quindi oggi non inseguo più la guarigione. Oggi dormo, sempre di più e sempre più profondamente grazie ai farmaci che mi sono fatto prescrivere. Vado a parlare con lei, vado a dirle che va tutto bene e che quel signore è venuto per me ed è giusto che possa parlare fare il suo mestiere.
Vado a dirle che lei conta quanto me, e che è libera.
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acasadisarina · 6 years ago
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Rune futhark: libri e introduzione
Domenica 21 Aprile 2019 ore 15.00 Nuvolo Parlando di Rune (futhark) si tratta di argomento vastissimo, che non può certo essere liquidato con quattro nozioni, tre immagini e due giochi divinatori e che richiede studio e quindi tempo. Ne possiedo diversi set: di legno, di sasso e di pietre semi-preziose, le ho studiate molto, capite meno e usate poco, ma non le ho mai abbandonate. 
Avevo in casa due libri sulle rune:
"Rune frammenti di Stelle" di S Benetton - Ed. Cerchio della Luna
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É un libricino più che tascabile che, dopo una breve introduzione sull'esperienza dell'autrice, con i simboli fa un lavoro più meditativo che divinatorio, ma anche questo aspetto può essere di certo apprezzato.
"Il nuovo libro delle rune" di R. Blum - Hobby&Work Italiana Editrice
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É decisamente più completo (conteneva anche un bel set di rune) anche se non esaustivo, fa un po' di storia/mitologia/archeologia, prende in esame l'esperienza dell'autore con la meditazione ed infine l'oracolo vero e proprio.
Entrambi prendono in esame la venticinquesima runa, quella bianca/vuota detta "di Odino" e in entrambi c'è ancora il prezzo in Lire Italiane O_O
Quando, dopo così tanti anni ho riletto la sezione delle rune sul MaterTerra e ho preso in mano questi due libri per riscriverla, mi sono sembrati "inadeguati" e così mi sono procurata: Runemal- Il grande libro delle rune di Carmignani Bellini - Ed. L'Età dell'Acquario
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È un grosso librone che prende in considerazione l'argomento da molti punti di vista e che, per quanto mi riguarda (e mi serve), tratta l'argomento in modo fin troppo vasto. Leggendo diverse recensioni su altrettanti siti, c'è chi lo considera una bibbia indispensabile, chi lo crede inesatto: quale sia la verità, probabilmente non lo sapremo mai. Il libro inizia con un'introduzione storica, quindi (la parte che mi ha interessato di più) mette in relazione le rune vichinghe (Futhark) con altri "alfabeti" indoeuropei. Continua prendendo in considerazione altre notazioni "runiche" dilungandosi esageratamente su Antico Futhark, Futhork Anglosassone, Futhork Giovane, r. Gotiche, Ungheresi, Siberiane, Armaniche, Segrete e molte altre, includendo infine anche il Cirth, cioè la notazione inventata da Tolkien per le lingue dei suoi libri e qui devo dire che ho "storto un po' il naso"..
La parte di descrizione dei simboli e degli archetipi associati che segue, è a dir poco poderosa, l'argomento viene sviscerato da molteplici angolazioni (storico/mitologico/religioso/meditativo/archetipico/tradizionale) e un'altra cosa che mi è piaciuta molto, è che nella descrizione dei simboli, l'autore usa un filo conduttore, come se un simbolo fosse il proseguimento dell'altro in una ipotetica visione della vita, dei problemi e delle motivazioni che ci spingono a risolverli per migliorarci. Il libro non prende in considerazione la venticinquesima runa, nemmeno vi accenna.
Ma torniamo all'inizio. Per un attimo mi sono chiesta se fosse il caso di continuare a studiare un argomento "apparentemente" nemmeno riconducibile alle tradizioni italiche, ma ma ma.. Da quando abbiamo avuto accesso a internet e quindi i nostri "orizzonti stregoneschi" si sono allargati, ho sempre avuto una speciale attrazione per questi simboli "nordici", e con la nuova esperienza di studio, ho appurato che la mia insolita attrazione per l'esotico, non è poi così strampalata. Però, solo per elaborare qualcosa di decente, non troppo scarno ne troppo vasto e particolareggiato per il primo simbolo, ci ho messo una settimana; terminare l’argomento in un solo post avrebbe richiesto un'eternità. Quindi alla fine ho pensato che è meglio che condivida ogni mio "progresso" nello studio di questo "linguaggio", in modo che chiunque abbia cognizione possa correggere, integrare e portare il proprio contributo/esperienza.
                               RUNE - FRAMMENTI DI STELLE
                                      Al principio era il tempo:                                             Dio vi dimorava;                                    non c'era ne sabbia ne mare                                             ne gelide onde;                                       terra non si distingueva                                             ne cielo in alto:                                       il baratro era spalancato                                        e in nessun luogo erba.
                          Edda Poetica - Profezia della veggente
Si narra che il Dio Nordico Odino, per apprendere l'arte delle rune e quindi la saggezza, immolò se stesso rimanendo appeso al frassino Yggdrasill, l'albero cosmico della vita (o del mondo), oscillando al vento per nove giorni e nove notti, ferendosi con il filo della sua stessa spada, quando dalle radici dell'albero, immerse in un pozzo di saggezza, ricevette le rune e che, disceso dall'albero e divenuto saggio a sua volta, le incise su legno, pietra, osso e zoccolo di cavallo.
In realtà le rune sono un antico alfabeto nordico giunte fino a noi grazie a numerosi ritrovamenti che vanno dalla Scandinavia a molte parti d'Europa sino a giungere nelle Americhe. Probabilmente i simboli non hanno mai dato vita ad una lingua parlata ma venivano usati per la divinazione, per incidere il metallo (elmi e spade) e grandi steli di pietra. I sacerdoti tramandavo oralmente i loro segreti, quindi questi non sono sopravvissuti al tempo, in più, dal Medioevo in poi, con il definitivo tracollo del paganesimo, le rune vennero degradate dall'intolleranza religiosa e, aboliti e assorbiti gli antichi culti, feste e divinità, ad opera della demonizzante propaganda cristiana, le rune, insieme a scopa e calderone, diventarono i giocattoli delle streghe. UNA, SANTA, CATTOLICA E APOSTOLICA (...) Pare quindi che, come si può immaginare, le rune derivino da simboli più antichi diffusi in ampie zone di tutta l'Europa da stanziamenti di popolazioni indoeuropee, nei cui simboli vi fu una radice comune, che furono uno l'evoluzione dell'altro, che i popoli viaggiavano e migravano e che portavano la propria notazione nel luogo dove andavano e che questa veniva assimilata ed adattata, che mutava e che a sua volta veniva diffusa.
Per quanto riguarda la notazione Futhark (acronimo delle iniziali delle prime sei rune: Fehu, Uruz, Thurisaz, Ansuz, Raido, Kenaz), che inizialmente era formato da ventiquattro segni e che è quella prevalentemente diffusa e usata oggi , vi sono diverse teorie: forse derivano dall'alfabeto fenicio, o forse da quello greco.. (Quando ho letto questo passaggio ho finalmente capito la mia insolita attrazione verso qualcosa di non italico. Sul libro di storia alle scuole medie, c'era uno specchietto con l'alfabeto fenicio e io lo avevo imparato per tenere i miei affari lontani dai curiosi..), ma più probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietà di alfabeto italico settentrionale derivato dall'alfabeto etrusco.                                                                       E parlando di storia e mutazioni alfabetiche potremmo scrivere per ore, ma nemmeno questo è il mio intento e spiegarvi quale sia non è così facile. Quando ho saputo dell'esistenza delle rune e le ho maneggiate per la prima volta, ho sentito subito il loro "potere magico". Sperimentare concretamente il vero presente, per la maggior parte di noi è estremamente difficile perché per nostra natura umana, sprechiamo buona parte della nostra esistenza soffermandoci sui rimpianti del passato e fantasticando sul futuro; eppure ci capita spesso di vivere il presente anche per brevi attimi, (ad esempio quando perdiamo un oggetto caro legato al passato, una fotografia, o delle pagine di diario), ma non ce ne rendiamo conto. Quando camminiamo lentamente o guidiamo per lunghi tratti ci mettiamo quasi automaticamente a riesaminare idee e pensieri.. Poi all'improvviso ci "svegliamo", molti chilometri dopo, senza nemmeno esserci resi conto del vento, degli alberi o di aver respirato l'aria. Le rune mi danno il "potere" di ancorarmi al presente, di godere del momento temporale, di vedere e sentire ciò che mi sta attorno e quando ho imparato a farlo, ho capito cos'è veramente la magia. Le rune fanno si che il fruscio che sovrasta e confonde la mente, lasci il posto al silenzio che mi tiene ancorata all'attimo presente. È un esercizio per niente semplice, che riesce solo se nella nostra vita spirituale ci consideriamo sempre e solo all'inizio e non desideriamo continuamente correre avanti. Quando infine sperimentiamo il vero presente, ci rendiamo conto che le cose, accadono qui e ora.
                        Perché io sono colei che è prima e ultima                        Io sono colei che è venerata e disprezzata,                           Io sono colei che è prostituta e santa,                                    Io sono sposa e vergine,                                     Io sono madre e figlia,                     Io sono sterile eppure sono numerosi i miei figli,                             Io sono donna sposata e nubile,           Io son Colei che da alla luce e Colei che non ha mai partorito,                   Io sono colei che consola dai dolori del parto.                                     Io sono sposa e sposo,                            e il mio uomo nutrì la mia fertilità,                                 Io sono madre di mio padre,                                    io sono sorella e marito,                             Ed egli è il figlio che ho respinto.                                     Rispettatemi sempre,            Poiché io sono colei che da scandalo e colei che Santifica. Inno ad Iside, rinvenuto ad Nag Hammadi, Egitto, risalente al III-IV secolo a.C. </p>
CONSULTARE LE RUNE
E dopo tanta teoria (cosa in cui sono molto portata), a descrivere la pratica mi trovo in difficoltà, pertanto vado a sfogliare nuovamente i tre libri in mio possesso, e mi viene la faccetta con la bocca tutta curve tipo così:  :-S "Determinate ore del giorno.. ..incenso.. ..candele.. panno di velluto nero, viola, rosso, fucsia, leopardato.. ..preparazione psicologica/concentrazione/preghiera.. .. meditazione con i simboli.. ..respirazione..
Io credo una cosa sola: le rune non sono come i Tarocchi, non predicono il futuro, ma chiariscono la situazione al momento presente: solo quando nella nostra mente c'è il silenzio di cui sopra, allora si estrae il primo simbolo. Una bella frase del secondo libro dice:" La runa giusta sa farsi riconoscere dalle mie dita" Le domande da porre sono quelle che si riferiscono all'opportunità e/o alla tempestività di un'azione. Per esempio, invece di chiedere: "Dovrei porre fine alla mia relazione?" Dichiarare: "Il problema ORA è la mia relazione". Invece di chiedere: "Dovrei accettare questo nuovo lavoro?" Dichiarare: "Il problema ORA è il mio lavoro. È questione di "focalizzare" il problema e non la domanda: pensateci, è MOLTO diverso. Se non abbiamo un problema specifico, ma desideriamo un quadro generale della situazione, potremmo dichiarare: "Che cosa devo sapere IN QUESTO MOMENTO riguardo la mia vita ADESSO?" Di solito la risposta è istruttiva.
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Lettura Nove rune hanno la stessa lettura indipendentemente da come vengono estratte, le altre sedici si possono "ricevere" dritte  o  capovolte. Per esempio, ricevere Ehwaz, la runa del movimento capovolta, sposta l'attenzione del consultante verso gli aspetti di quella situazione che potrebbero precludere qualunque movimento, oppure indicare che in quel momento è inopportuno muoversi o agire. La comparsa di una runa capovolta non è motivo di allarme ma segnale che sono richieste cura ed attenzione nella nostra condotta, oppure che dobbiamo considerare alcuni aspetti della nostra vita o del nostro comportamento che fino ad ora abbiamo evitato.
Costruire le proprie rune? Sull'onda di un attacco collettivo di faidate altamente infettivo e grazie anche al meraviglioso sito della cara Baubo (che purtroppo non c'è più), per un po' di tempo tutti hanno fatto la corsa a costruirsi il proprio set di rune. Potrebbe essere un'idea, ma in qualunque modo intendiamo farlo, deve essere un'occasione per il suddetto "ancoraggio al presente". Non vorrei però che l'ansia di non essere in grado di meditare, precludesse alla fine ogni nostra azione e ci facesse desistere dall'impresa qualunque essa sia. Proviamo a considerare meditazione/concentrazione/ancoraggio al presente, anche azioni semplici come sottolineare la frase di un libro, curare una pianta, preparare la cena o lavare l'auto.  Realizzare il nostro set di rune può costituire una piacevole e profonda meditazione.
Tenere un diario Non considero le rune un metodo divinatorio così facile da assimilare, come in tutte le cose ci vuole passione e dedizione, l'intuizione invece, secondo me si acquista solo con il tempo. Quando si stabilisce una metodologia di lavoro con le rune e si hanno dei riscontri, è utile annotare e registrare le indicazioni che se ne ricevono. Tenere un diario durante il cammino della stregoneria (non solo sulle rune) è qualcosa che si consiglia sin da subito e che, almeno per quanto mi riguarda, può continuare per sempre (io, andando a cercare, so cosa ho fatto e che tempo faceva un giorno anche di molti molti anni fa). Giorno, ora, situazione generale della nostra vita in qual momento, estrazioni, breve interpretazione. Tenere questi dati ci consente di seguire e verificare la qualità dei progressi fatti nel corso del lavoro con le rune.
Una runa ci guida nella giornata Estrarre una runa la mattina, registrarla sul diario e lasciare che ci faccia da guida nella giornata, annotare ciò che ne è derivato la sera. Annotare tutto ci aiuta ad acquisire maggiore familiarità con l'oracolo e con il tempo ci consentirà di valutarne l'accuratezza nella sua funzione di guida. Una volta raggiunta una certa disinvoltura, si possono sperimentare metodi nuovi e/o più articolati.
Qui finisce questa lunga introduzione alla divinazione con le rune. Ovviamente ci sarebbero decine di pagine da scrivere, ma non voglio di certo sostituirmi a chi studia la tradizione nordica e che quindi fa delle rune non solo un oracolo ma un archetipo della vita stessa. E sinceramente credo che il mio interesse sulle rune si esaurisca in questo modo (E menomale perché a scrivere questa introduzione ci ho messo "solo" otto giorni).
Continueremo questo viaggio un simbolo alla volta poi mi direte se le rune vichinghe non vi sono sembrate magiche.
Per la parte storico/mitologica mi sono servita dei tre libri citati all'inizio.
Sara Tratto dal sito www.materterra.it
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Molinette, una protesi di osso temporale in titanio stampata in 3D per il cestista Marco Ceron
Marco Ceron, 27 anni, giocatore di pallacanestro nella Germani Basket Brescia Leonessa, si era procurato una grave frattura del cranio otto mesi fa durante una partita di Serie A contro la squadra torineseL’osso temporale era stato rotto in più pezzi e nonostante il cestista si fosse sottoposto a un intervento a Brescia per ricostruirlo, il … Leggi tutto L'articolo Molinette, una... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/2OLWLz5 via Adriano Montanaro - Alessandria
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disfunzioni-atm · 3 years ago
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Mascella bloccata
mascella bloccata
CAUSE DOLORE MANDIBOLA: MANDIBOLA BLOCCATA E LUSSAZIONE ALLA MANDIBOLA Le cause principali di dolori alla mandibola e lussazioni alla mandibola e mascella bloccata sono una malocclusione (denti che non combaciano perfettamente) abbinata ad un periodo di stress con possibile serramento dei muscoli della masticazione o digrignamento. Queste cose possono portare al dolore della articolazione.
dolore articolazione mandibola
Dolore alla mandibola: cause e rimedi Il dolore alla mandibola, che a volte si estende anche all’orecchio destro e si manifesta soprattutto durante la masticazione, può essere molto fastidioso. Si tratta di un disagio che può essere ricorrente. Dolore alla mandibola: cause e rimedi Il dolore alla mandibola, che a volte si estende anche all’orecchio destro e si manifesta soprattutto durante la masticazione, può essere molto fastidioso. Si tratta di un disagio che può essere ricorrente. A chiunque sarà capitato: apriamo la bocca, ci fa male la mascella e a volte sentiamo una maggiore sensazione dolorosa soprattutto al risveglio.
Osso malare atm
Osso malare atm Osso della faccia, chiamato anche osso malare, posto a ponte (arcata zigomatica) tra il mascellare e tre ossa del cranio (frontale, squama del temporale e grande ala dello sfenoide). L’osso z. forma la parete esterna e parte della parete inferiore dell’orbita.
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sososteopata · 4 years ago
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L'osso ioide è un osso impari e mediano che si trova alla radice della lingua, a livello della terza vertebra cervicale. Lo ioide è l'unico osso del corpo umano che non si articola con nessun altro osso, ed è mantenuto in posizione da diverse formazioni muscolari. In visione trasversale lo ioide assomiglia ad un complicato ferro di cavallo, formato da un corpo centrale e da processi laterali che prendono il nome di piccole corna e grandi corna. La faccia anteriore del corpo è convessa ed è il sito di inserzione dei muscoli genioioideo e stiloioideo; la faccia posteriore è invece concava ed è in rapporto con la membrana tiroioidea. I margini che separano le due facce sono particolarmente sottili: quello superiore dà inserzione al muscolo genioglosso e alla membrana ioglossa e quello inferiore, dal più mediale al più laterale, ai muscoli sternoioideo, miloioideo, omoioideo, tiroioideo e digastrico. Le grandi corna si trovano lateralmente al corpo e lo prolungano, dirigendosi cranialmente e dorsalmente; vi si inseriscono il muscolo ioglosso e il costrittore medio della faringe, oltre alla membrana tiroioidea. Le punte delle piccole corna, che si sviluppano nel punto in cui si dipartono anche le grandi corna, sono collegate dal legamento stiloioideo al processo stiloideo dell'osso temporale. Alla base delle piccole corna si inserisce il muscolo condroglosso. #sososteopata #osteomeme #vittoriosgarbi #parlamento (presso Alessandro la Torre, Osteopata Posturologo Imola) https://www.instagram.com/p/CCMRQJbIA7i/?igshid=1i4j3aj5buizd
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