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L’Osservatorio del Papa
Il Polo Museale del Palazzo Papale di Castel Gandolfo arricchisce ulteriormente le iniziative disponibili al pubblico.
Promosse congiuntamente dalla Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, dalla Direzione delle Ville Pontificie e dalla Direzione della Specola Vaticana, i nuovi progetti sono stati presentati venerdì 27 settembre 2024, alle ore 11.30, presso la Sala della Rocca del Palazzo Papale di Castel Gandolfo alla presenza di Barbara Jatta, Direttore dei Musei, Andrea Tamburelli, Direttore delle Ville Pontificie, F.Guy Consolmagno SJ, Direttore delle Specola Vaticana. https://www.fashionluxury.info/it/
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GLI OSSERVATORI DEI SOCI
Non solo “Osservatori sociali”… ma anche “Osservatori DEI soci” !
Alcuni soci dell’ATA hanno realizzato, presso le proprie abitazioni o domicili, dei veri e propri “Osservatori privati”, con i quali dedicarsi alle proprie attività astrofile o contribuire ai programmi di ricerca dell’Associazione.
Alcuni rappresentano anche dei luoghi di incontro tra soci, diventati anche amici… perché fare associazione è anche questo !
OsservatorioFoto Descrizione Localizzazione Osservatorio privato di Marco Rosicarelli L’Osservatorio, ospitato in una casetta in legno in giardino con tetto scorrevole, è dotato di un telescopio Newton da 250 mm in postazione fissa. Palestrina (RM)
Osservatorio privato di Pino Cassarà
(non più operativo: IN MEMORIAM)
L’Osservatorio, attrezzato con un bel rifrattore TakaHashi da 150 mm, è ricavato sulla sommità di una palazzina ed ospitato in un locale con tetto scorrevole. Roma (Giardinetti)
Osservatorio privato di Enrico Moy
L’Osservatorio è realizzato in un locale in legno con tetto scorrevole situato nel giardino dell’abitazione privata. E’ attrezzato con un Celestron C 9,25 Schmidt-Cassegrain 235 mm f.10 su montatura EQ6 Pro su colonna fissa. In parallelo: William Optic MEGREZ 90 FD APOCHROMAT Rocca Priora (RM)
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Fax: 1782717479
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- Provincia di Roma
- XI Comunità Montana
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- Comuni di Frascati, Rocca di Papa, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca Priora, Nemi, Ariccia, Albano Laziale, Genzano di Roma, Velletri

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Social media e capi di governo: chi sono i più "attivi"?
Social media e capi di governo: chi sono leader mondiali più ‘potenti’ sul web? A rispondere è l’Osservatorio Digitale - partner di Fondazione Italia Digitale – con una indagine su 196 Capi di Governo (tra tutti i paesi del mondo) che ha analizzato le attività di Social Media Marketing, stilando una classifica per numero di Follower, Engagement totale ed Engagement medio per post degli ultimi 3 mesi, su Facebook, Instagram e Twitter. Sotto la lente, dunque, ogni figura detentrice del potere potere esecutivo o chiunque eserciti poteri sostanziali, compreso Papa Francesco. Social media e capi di governo: lo studio Spiega Sandro Giorgetti, responsabile Osservatorio Digitale: “Per numero di follower, considerando i tre social più utilizzati dai leader, il cima alla classifica c’è Narendra Modi, primo ministro dell’India, con oltre 207milioni di seguaci, seguito dal presidente dell’Indonesia Joko Widodo con più di 80milioni e Joe Biden, presidente Usa, con 66milioni. Seguono il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan con 40milioni, quello dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj (al quinto posto) con 27milioni e del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva con oltre 25milioni. Venendo all’Italia, il primo ministro italiano Giorgia Meloni è 19esimo al mondo per follower (6milioni154mila), al nono per engagement complessivo, ha pubblicato 410 contenuti negli ultimi 3 mesi ed è al 12esimo per interazioni media per post. E inoltre, tra i piccoli stati, l’unica leadership che può contare su un’attenzione ed un seguito importante a livello internazionale sui social è Papa Francesco: 12esimo assoluto per follower (oltre 14milioni di seguaci senza considerare Facebook dove non è presente), 16esimo per engagement, 10ecimo per engagement per post”. Cosa dice l'analisi? “Dall’analisi per continente- prosegue- emerge come in America i primi tre sono Biden, Lula e il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador. Per l’Europa, invece, Erdoğan, Zelenskyj ed il presidente della Francia Emmanuel Macron. L’Asia Modi, Widodo ed il primo ministro della Cambogia Hun Sen. Per l’Africa il presidente dell’Egitto ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī, della Nigeria Muhammadu Buhari e del Ghana Nana Akufo-Addo. Per l’Oceania il primo ministro dell’Australia Anthony Albanese, delle Figi Sitiveni Rabuka e della Nuova Zelanda Chris Hipkins. Engagement complessivo (interazioni degli utenti ai post pubblicati) il presidente brasiliano Lula ottiene il numero più alto con oltre 80milioni tra like, commenti, condivisioni e clic sui link. Molto attiva la community di Zelenskyj con 66milioni e di Widodo con quasi 41milioni. Seguono Erdoğan, Modi ed il primo ministro della Malaysia Anwar Ibrahim”. Aggiunge Giorgetti: “Nicolás Maduro, il presidente del Venezuela, è il leader che pubblica più contenuti, ben 1.461 in 3 mesi, seguito da Lula e Modi. Ma il dato che ci restituisce il valore che attesta la performance più importante delle attività di social media marketing è l’engagement medio per post. Zelenskyj viaggia a 12mila871 interazioni per ogni contenuto pubblicato, Lula supera le 10mila e Widodo 8mila900” Engagement “La nuova indagine del nostro Osservatorio – commenta il presidente di Fondazione Italia Digitale Francesco Di Costanzo – mette in risalto l’attività di comunicazione digitale dei capi di Governo mondiali. Ad emergere sono quei leader che mettono in campo un’attività costante e dedicata, con particolare attenzione all’engagement, i commenti, le condivisioni e una attenta cura della community di riferimento. La ricerca è un elemento fondamentale per poter portare avanti un lavoro completo, approfondito, efficace e di qualità nel campo del digitale, per questo Fondazione Italia Digitale, con l’unione di sondaggi, indagini, digital index, ne misura l’impatto su varie tematiche e settori”. Read the full article
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Chieti, decollano le attività del PrIns, progetto per il contrasto alla povertà
Chieti, decollano le attività del PrIns, progetto per il contrasto alla povertà. Al via da metà febbraio il PrIns (Prins), che vede la sinergia fra Amministrazione comunale e associazioni del terzo settore per la creazione di una rete di servizi per il contrasto della povertà e finanziato con 134.000 euro di fondi PON Inclusione, FSE 2014-2020, asse 6 Interventi di contrasto agli effetti del Covid (REACT-EU). Stamane la presentazione con il sindaco Diego Ferrara, l’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti, l’assistente sociale comunale Donatella Salerni, coordinatrice delle attività dell’area adulti, Carmine Tontodimamma, coordinatore del progetto PrIns, Paola Rutolo e una rappresentanza dell’associazione Teatelier, Suor Annarita Alessandri, referente del Centro Santa Luisa, Marina Orsini, vice presidente dei Gruppi del Volontariato Vincenziano di Chieti che opera in sinergia per le attività di progetto, il consigliere comunale Silvio Di Primio. Al progetto sono partecipi anche le associazioni Amare sempre, amare tutti e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII “Le nostre linee di mandato ci spingono alla massima attenzione verso le fasce più vulnerabili, obiettivo principale e della nostra quotidiana azione amministrativa – così il sindaco Diego Ferrara - oggi annunciamo un nuovo risultato a favore di questa fascia sensibile di cittadinanza, attraverso un lavoro sinergico con le associazioni che operano in ambito sociale. Ci siamo insediati in piena pandemia e abbiamo scoperto un mondo che conoscevamo solo in parte, su cui è necessario intervenire. Si tratta di una realtà che sfugge, perché è una fascia di comunità che si è impoverita improvvisamente e, dunque, non è subito raggiungibile dai servizi sociali, ma va conosciuta, perché aumenta di giorno in giorno, in silenzio, in modo invisibile. Noi, grazie a progetti come questo, riusciamo ad ascoltare e a intervenire, anche con poche ma preziose risorse che non sono assistenza, ma opportunità di inclusione”. “Con il progetto si rafforza l’area del sociale, arrivando a una popolazione che versa in stato di difficoltà, emersa soprattutto nella pandemia – spiega l’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti – Per affrontare il percorso di impoverimento costante che recepiamo dal territorio, Comune e associazioni si sono uniti e insieme siamo riusciti a strutturare una rete di contrasto a questo fenomeno e di supporto delle situazioni di difficoltà. Non solo: attraverso la coprogettazione che stiamo istituzionalizzando, ci metteremo intorno a un tavolo per strutturare gli interventi di contrasto agli effetti covid e crisi energetica e un sistema di accoglienza e comunità, lo faremo cercando armonizzare l’azione in linea con le competenze e le esperienze di tutti i soggetti che ne fanno parte. PrIns esiste dal 2017, le risorse non sono state utilizzate dalle precedenti amministrazioni, noi abbiamo cominciato a farlo dallo scorso anno, creando la rete e studiando gli interventi più utili ed efficaci. Sicuramente nei prossimi mesi organizzeremo anche un osservatorio sull’impoverimento che ci consenta di condividere i dati per rendere più efficace l’utilizzo di queste risorse. Oltre a potenziare i servizi già esistenti, come la mensa, il finanziamento ci permette di strutturare un centro servizi che, nell’ultimo piano sociale nazionale, è un livello essenziale di prestazione sociale. Accanto a questo attiveremo il Pronto intervento sociale 24 ore su 24, con un numero di telefono per comunicare direttamente con l’Amministrazione e la rete delle associazioni. Passiamo dall’assistenza all’attivazione di una vera “presa in carico”, con strategie di inclusione delle famiglie in condizione di povertà e andiamo oltre con l’aiuto di operatori che si occupano del reinserimento nel mercato del lavoro e nella vita di società. Tutto questo con l’obiettivo di emancipare i soggetti interessati dalla condizione di bisogno e restituire loro l’orizzonte di una via di uscita”. “A novembre il Comune ha approvato il piano sociale, dentro cui ci sono tutti gli interventi del triennio, compresi quelli del PrIns nell’area della povertà e inclusione – aggiunge Carmine Tontodimamma – Partiremo il 15 febbraio con le prime attività, il progetto dura un anno ed è un intervento che va ad incastrarsi su tutti i servizi già presenti: non solo come povertà e inclusione con il Pronto Intervento Sociale, ma anche con una serie di altri progetti come l’housing first per la povertà estrema e senza fissa dimora e altri progetti del PNRR, questo perché Chieti ha partecipato a tutte e 7 le linee del sociale previste dalla misura. Armonizzati i servizi sul piano sociale, parte ora anche l’armonizzazione sul territorio, coinvolgendo tutti i soggetti capaci di costruire definitivamente la rete. Sono tre le tipologie di intervento, la prima è l’assistenza H-24, che assicura copertura continua per i servizi, in modo che soggetti con capacità specifiche ricevano cure sempre; poi c’è la presa in carico che va oltre l’emergenza, con un progetto personalizzato per fare uscire l’individuo dalla condizione di povertà, con la messa a disposizione di figure professionali come avvocato, orientatore, formatore; infine il centro servizi, che è una sorta di cabina di regia a disposizione del territorio”. “È un progetto importante – aggiunge Paola Rutolo, dell’associazione TeAtelier – che mette insieme azioni e servizi per la costruzione di una vita migliore dentro la comunità, sia per italiani, sia per stranieri, perché qui a Chieti abbiamo visto un aumento della popolazione straniera. Il progetto rompe pregiudizi e preconcetti e lo fa con un’azione pratica qual è lo sportello di orientamento al lavoro gestito dalla cooperativa il Sole e uno di mediazione linguistica che consentirà agli stranieri di essere parte della comunità. Creeremo anche una short list per la mediazione culturale e lavoreremo per favorire un’inclusione concreta e non solo teorica”. “Abbiamo un retaggio antico di buone pratiche come comunità vincenziana – aggiunge Marina Orsini, vice presidente dei Gruppi del Volontariato Vincenziano di Chieti - siamo arrivati al 2017, alla legge sul terzo settore che ci consente di attivare servizi a vantaggio della popolazione che ha bisogno. Con il progetto saremo in rete e potremo approfondire le necessità non solo materiali delle persone che seguiamo anche attraverso corsi di psicologia e comunicazione, per riattivare la vita pratica che queste persone non sono più capaci di affrontare. Lo faremo con centri di lettura per stranieri per imparare meglio la lingua e altre iniziative che grazie al progetto potremo realizzare”. “Ci occupiamo di supporto già dal 1617 – riferisce Suor Annarita Alessandri, referente del Centro Santa Luisa – perché l’amore gratuito precede sempre le istituzioni, così fece San Vincenzo a Parigi fondando l’accoglienza delle Antiche dame. Accogliamo persone con un bagaglio di difficoltà e un vissuto lacerante e la nostra missione è prendere in carico la persona, che accompagniamo nella città perché ricostruisca la sua economia. Cerchiamo di dare loro speranza, facendoli rinascere nella sostanza e anche nell’aspetto, perché possano rapportarsi al mondo e riattivare il gusto della vita. Mi fa piacere essere parte di questa rete per perché possiamo agire insieme”. “Importante anche il fatto che il Comune abbia creato l’area adulti e fragili con condizioni di disagio, per costruire percorsi di inclusione sociale che non si limitano solo all’aspetto economico ma agiscono sulla globalità della persona – così Donatella Salerni, coordinatrice delle attività dell’area adulti del Comune - Non lavoriamo da soli, ma con due assistenti sociali e in stretta collaborazione con il segretariato sociale, che è la porta di accesso al servizio. Dobbiamo lavorare ad evitare la duplicazione degli interventi e in maniera integrata, per arrivare a tutti i cittadini che non sono stanti ancora presi in carico per mancanza di informazione o pregiudizi per i servizi sociali. Tutti devono essere informati perché possano accedere ai servizi e costruire una società più equa”. “Il progetto è una risposta concreta ai bisogni sempre più urgenti e pressanti delle fasce più emarginate e della povertà estrema - conclude il consigliere Silvio Di Primio – Una risposta preziosa, specie dopo la pandemia e la guerra che stanno portando a una crisi economica anche famiglie che prima stavano bene e in vista di quello che verrà, perché nelle misure governative non è stato rifinanziato, ad esempio, il fondo di sostegno agli affitti e questo è un’ulteriore spinta verso la povertà. Una rete fra istituzioni è indispensabile, la sinergia comune e associazioni è l’unica via per cercare di fare dare risposte alle persone che hanno bisogno di tornare a vivere e agevolarle”. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Papa Paolo VI visita Cagliari e fra l’altro il quartiere Sant’Elia afflitto da povertà e disoccupazione; parlando agli abitanti, dice “Voi avete bisogno anzitutto di essere consolati, di essere sollevati nell’anima. Non avete voi forse un’anima, che vale più del corpo, un’anima capace di vivere dei tesori più preziosi, quelli dello spirito?”.
Il discorso è contestato da un nutrito gruppo di giovani dimostranti, per lo più anarchici confluiti anche da altre località, che effettuano il blocco della strada e una sassaiola.
La polizia effettua 150 fermi, tramutati in arresto per 22 di essi. Sono accusati di ‘violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale’, ma i trattenuti denunceranno a loro volta violenze subite durante il fermo e oltre.
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Il romanzo "Eymerich risorge" di Valerio Evangelisti è stato pubblicato per la prima volta nel 2017 da Mondadori in "Omnibus", all'interno di "Eymerich: libro tre" e nel n. 1694 di "Urania". Fa parte del Ciclo di Eymerich.
Nicolas Eymerich indaga su Francesc Roma, consigliere speciale del re d'Aragona, convinto che si tratti di un eretico. Riunitosi con padre Corona, si reca da papa Gregorio XI per chiedergli l'autorità di indagare in qualsiasi luogo e scopre che il papa ha i suoi sospetti sull'uomo. Eymerich inizia una spedizione che lo porta anche a incrociare eretici valdesi.
Marcus Frullifer viene rapito, o sequestrato, a seconda del punto di vista, per essere portato a un osservatorio gestito dai Gesuiti, interessati alle possibili applicazioni delle teorie dello scienziato.
Il Vangelo della Luna è incompleto ma ciò che è sopravvissuto nel 3105 racconta la storia del Magister, di sua figlia Lilith e dei suoi discepoli. Ad essi insegna come il tempo non scorra in una sola direzione e come sia possibile la resurrezione.
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By Maggie Bell
Pope Eugenius IV (born Gabriele Condulmer in 1383) died on February 23, 1447. At the age of 24, Gabriele became the Bishop of Siena, which the local officials loudly resisted, causing him to eventually resign the post. He was later appointed the Cardinal Priest of Santa Maria in Trastevere by Pope Martin V, who he succeeded in 1431, taking the name Eugenius.
Eugenius's papacy was marked with contention and political struggle, coming to a head when the prelates at the Council of Basel denounced the pope as a heretic after he formed a rival council in Ferrara. This council was later moved to Florence due to an outbreak of the plague, and it was there that Eugenius formed an uneasy but politically advantageous truce with the Eastern Orthodox Church.
Eugenius IV is represented frequently in art from the mid-fifteenth centuries. Even in Siena, where he was initially the dislike foreign Bishop, as pope he was welcomed into the city on his was back from Florence in 1443. It is hypothesized that the monumental frescoes in the central ward of the Hospital of Santa Maria della Scala were painted to showcase the hospital's good works in hopes of inspiring papal generosity.
Further reading:
Eugenio IV, papa, Treccani online. http://www.treccani.it/enciclopedia/eugenio-iv-papa/
Pertici, Petra. "Gli affreschi del Pellegrinaio: un osservatorio d'eccezione per i grandi temi della storia italaina del Quattrocento" in Il Pellegrinaio dell'Ospedale di Santa Maria della Scala (Arcidosso: Effigi, 2014).
Pope Eugenius IV on the Florence Cathedral
Portrait of Eugenius IV after Jean Fouquet, 1568
Pinturicchio, Homage to Pope Eugenius IV in the Name of Emperor Frederick III, Piccolomini Library, Siena, 1502-1508.
Domenico di Bartolo, The Distribution of Alms, Hospital of Santa Maria della Scala, Siena, 1441.
#italy#history#art#art history#fifteenth century#popes#florence#siena#eugenius iv#political history#council of florence
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Come posso contattare le biblioteche bergamasche che non fanno parte della RBBG?
Nella provincia di Bergamo ci sono molte biblioteche non collegate alla Rete bibliotecaria bergamasca con cataloghi ricchi e utili.
Sistema bibliotecario urbano [Bergamo CITTÀ] Il Sistema Urbano di Bergamo è costituito dalle otto biblioteche di pubblica lettura della città di Bergamo e dal centro di catalogazione.
CATALOGO BIBLIOTECHE CITTA' DI BERGAMO
Biblioteca civica "Angelo Mai"
Biblioteca centrale "Antonio Tiraboschi"
Biblioteche rionali Biblioteca Ambiveri - Biblioteca Caversazzi - Biblioteca Gavazzeni - Biblioteca Colognola - Biblioteca Pelandi - Biblioteca Loreto - Biblioteca Valtesse
ALTRE BIBLIOTECHE IN CITTA’
Biblioteca dell'Accademia Carrara via San Tomaso, 53 - 24121 Bergamo - Tel. 035/270272 - [email protected]
Biblioteca del Museo di Scienze Naturali "E.Caffi" piazza Cittadella, 3 - 24129 Bergamo - Tel 035286050 [comprende il Centro di riferimento per l'educazione ambientale - via Reich, 49-51 - 24020 Torre Boldone] - Tel. 035-399464 035-399614
Biblioteca Musicale "Gaetano Donizetti" via Arena, 9 - 24129 Bergamo - Tel 035233781 - [email protected]
Biblioteca del Museo Archeologico piazza Cittadella, 9 - 24129 Bergamo - Tel. 035242839
Biblioteca del Museo storico di Bergamo Piazza Mercato del Fieno, 6/a - 24129 Bergamo - tel.035247116 - [email protected]
Biblioteca Fondazione "Serughetti-La Porta" viale Papa Giovanni XXIII, scala d - 24121 Bergamo - tel 035-219230 - [email protected]
Biblioteca Centro Servizi Bottega del Volontariato della provincia di Bergamo via Longuelo, 83 - 24129 Bergamo Tel. 035/234723 - [email protected]
Biblioteca dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” Via Stezzano, 87 - 24126 Bergamo - Tel: 035-4213318
Biblioteca dell'Archivio di Stato di Bergamo via Fratelli Bronzetti, 24-26-30 - 24124 Bergamo - tel. 035/233131- [email protected]
Biblioteca della Fondazione "Adriano Bernareggi" via Pignolo, 76 - 24121 Bergamo - tel. 035-248772 - [email protected]
Biblioteca "Di Vittorio" - CGIL Via Garibaldi, 3/E - 24122 Bergamo - Tel. 035-3594350 - [email protected]
Biblioteca del Clero di S. Alessandro in Colonna presso Biblioteca Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi - Istituto diocesano Preti del S. Cuore via Garibaldi, 10 - 24122 Bergamo - tel. 035/270657 - [email protected]
Biblioteca "Girolamo Zanchi" del Centro culturale protestante Bergamo via T. Tasso, 55 - 24121 Bergamo - tel. 340 16 95 685 - [email protected]
Biblioteca dell'Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea (ISREC) via T. Tasso, 4 - 24121 Bergamo - tel. 035-238849 - [email protected]
Ateneo di scienze lettere ed arti (già Accademia degli eccitati) - Biblioteca via Torquato Tasso, 4 - 24121 Bergamo - Tel. e fax 035.247.490 - [email protected]
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII - Centro Documentazione scientifica Piazza OMS 1 -Piano: 0 - Civico: 55 - Torre 7 - 24127 Bergamo - Tel. 035.267.3701- [email protected]
Camera di Commercio Largo Belotti, 16 - 24121 Bergamo - Tel. 035.422.5243 - [email protected]
Celim Bergamo, Organizzazione del Volontariato Internazionale Cristiano - Centro Documentazione via Conventino, 8 - 24125 Bergamo - [email protected]
Fondazione Alasca Lab80 Archivi dell’audiovisivo via Pignolo, 123 - 24121 Bergamo - Tel. 035 344246 - [email protected]
Centro Studi, Osservatorio Politiche Sociali - CSD Via Fratelli Calvi 10, Palazzina B - 24122 Bergamo - Tel.035387656 - [email protected]
CISL - Biblioteca "Giuliano Zonca" via Giovanni Carnovali, 88/A - 24126 Bergamo - Tel. 035.324.759 - [email protected]
Biblioteca Seminario Vescovile "Giovanni XXIII" via Arena, 11 - 24129 Bergamo - Tel. 035.286.221/252 - [email protected]
Unione Italiana Ciechi - Biblioteca non vedenti via Torquato Tasso, 4 - 24121 Bergamo - Tel. 035.399.980 - [email protected]
Servizi bibliotecari dell'Università di Bergamo Le tre biblioteche dell'Università di Bergamo sono i punti di servizio del sistema bibliotecario di Ateneo che contempla una biblioteca umanistica, la biblioteca di Economia e Giurisprudenza e la biblioteca di Ingegneria.
Mediateca provinciale Via Angelo Goisis 96/B - 24124 Bergamo - Tel. 035 320828 - [email protected]
Brembate di Sopra Fondazione Famiglia Legler Via Legler 14 -24030 - tel 035 4371563
Camerata Cornello Biblioteca del Museo dei Tasso e della storia postale via Cornello, 22 - 24010 Camerata Cornello Tel. 0345 43479 [email protected]
Dalmine Biblioteca della Fondazione Dalmine piazza Caduti del 6 luglio 1944, 1 - 24044 Dalmine - Tel. 035 5603418 - [email protected]
Museo del Presepio Via XXV Aprile, 179 - tel 035 563383
Gandino Biblioteca parrocchiale di S. Maria Assunta Via Bettera, 14 - 24024 Gandino BG - Tel 035/745425 - [email protected]
Lovere Biblioteca dell'Accademia di Belle Arti "Tadini" Piazza Garibaldi, 5 - 24065 Lovere - tel. 035 962780 - [email protected]
Romano di Lombardia Biblioteca parrocchiale - Museo d'arte e cultura sacra vicolo Chiuso, 22 - 24058 Romano di Lombardia - tel 0363-910633 - [email protected]
Altri cataloghi
Beni Culturali Diocesi di Bergamo La storia e la cultura bergamasca attraverso gli oggetti prodotti nel corso dei secoli dalle comunità cristiane del territorio. L'archivio contiene i beni culturali mobili ecclesiastici di tutto il territorio della Diocesi di Bergamo ed è costituito da oltre 270.000 schede e circa 280.000 immagini digitali.
Sistema bibliotecario della Regione Lombardia Il Polo regionale lombardo vede la partecipazione di 82 biblioteche di varia titolarità e 3 sistemi bibliotecari urbani con oltre 500 postazioni di lavoro collegate e numerose postazioni a disposizione del pubblico. L’OPAC del Polo regionale lombardo SBN comprende materiale antico, moderno e musica, e, in misura per ora ancora limitata, collegamenti a risorse digitali.
Biblioteca Digitale della Lombardia La sezione consente l'accesso a un primo nucleo di documenti inerenti territorio, storia e arte della Lombardia. I documenti disponibili appartengono al patrimonio librario di cinque istituzioni: Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, Biblioteca Civica Centrale di Monza, Biblioteca Civica Ricottiana di Voghera, Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda e Ufficio Biblioteche della Provincia di Brescia.
Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale Il Catalogo SBN è la rete delle biblioteche italiane promossa dal MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), dalle Regioni e dalle Università, e coordinata dall'ICCU. Vi aderiscono attualmente biblioteche statali, di enti locali, universitarie, di istituzioni pubbliche e private, operanti in diversi settori disciplinari (oltre 5.600 a giugno 2015). Le biblioteche che partecipano a SBN sono raggruppate in Poli locali.
Catalogo dei periodici italiani Il sito del Catalogo Italiano dei Periodici ACNP è un progetto che ha avuto origine negli anni '70 su iniziativa dell’ISRDS-CNR per realizzare un Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici (da qui la sigla ACNP). Dal 1988 il Centro Inter-Bibliotecario (dal 2011 Area Sistemi Dipartimentali e Documentali) dell'Università di Bologna cura, in collaborazione con il CNR, le procedure gestionali on-line e l'OPAC del catalogo.
Catalogo Libro Parlato Lions Il sito del "Libro parlato Lions" è un servizio totalmente gratuito che - da oltre trent'anni - mette a disposizione di tutti i suoi utenti la propria "AUDIOBIBLIOTECA" interamente costituita da libri registrati da "viva voce"; un "service" della grande tradizione dei Lions, i "cavalieri della luce per i non vedenti", come li ha denominati la cieca Helen Keller alla Convention Internazionale dell'Associazione Lions del 1925. Possono essere utenti tutti coloro che non possono leggere autonomamente: ciechi, ipovedenti, persone anziane con difficoltà di lettura, disabili fisici e psichici, pazienti ospedalizzati, dislessici.
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7 cose da sapere sul solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno
Il periodo compreso tra il 21 e il 22 dicembre nel nostro emisfero coincide col solstizio di inverno, il giorno in cui astronomicamente inizia la stagione più fredda dell’anno. Una notte particolare, la più lunga dell’anno ma dal giorno dopo le giornate torneranno ad allungarsi.
Giornata di tradizioni popolari in tutto l’emisfero boreale (nel mondo germanico il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, mentre nella tradizione druidica si parla di Alban Arthan, la festa della Luce di Re Artù), quest’anno il solstizio astronomico cade per l’esattezza il 21 dicembre alle ore 10.02.
Ma che cos’è il solstizio? Perché nel nostro emisfero è il giorno in cui inizia l’inverno e in quello australe è quello in cui inizia l’estate? È sempre il 21 dicembre?
Che cos’è il solstizio di inverno?
Il solstizio di inverno è il momento in cui il sole si trova esattamente “sopra” il Tropico del Capricorno (punto detto Zenith), come se la linea immaginaria che collega il sole al tropico formasse con questo un angolo retto. Nel nostro emisfero corrisponde all’inizio dell’inverno, in quanto a nord i raggi arrivano molto inclinati. Nell’emisfero australe, ovviamente, è esattamente il contrario.
Perché è la notte più lunga dell’anno?
La Terra ruota attorno al proprio asse immaginario che “buca” i due poli, ma che è inclinato di 23° 27′. Dunque, essendo il nostro Pianeta inclinato, il Polo Nord e tutto l’emisfero boreale (dall’equatore al polo nord) sono piegati “fuori dal sole” e formano con i suoi raggi un angolo di circa 23 gradi. Ed è per questo che, ruotando attorno a se stessa, la terra in inverno si espone a un minor numero di ore di luce, che raggiungono il minimo al solstizio di inverno nell’emisfero boreale, mentre è esattamente il contrario in quello australe, dove il 21 dicembre inizia l’estate.
È il giorno in cui il Sole è più lontano dalla Terra?
Assolutamente no. Anzi, la Terra raggiunge l’afelio (ovvero il punto di massima distanza dalla nostra stella) nel corso della nostra estate, di solito a luglio. Il freddo tipico dell’inverno è dovuto all’inclinazione dei raggi, non alla loro distanza.
È sempre stata la notte più lunga dell’anno?
In realtà no. L’attuale calendario risale alla riforma introdotta da Papa Gregorio XIII nel 1582. In oltre 10 secoli erano stati accumulati circa 10 giorni di sfasatura dovuti alla “perdita” di circa 6 ore ogni anno.
Dunque con la riforma il solstizio si spostò al 21 dicembre, mentre prima era nel giorno di Santa Lucia, che continua ad essere ricordata il 13 del mese, quando in precedenza cadeva in prossimità del solstizio d’inverno. Da lì nacque il famoso detto ‘Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia’.
È sempre il 21 dicembre?
In realtà no. Il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore rispetto all’anno precedente (più precisamente 5h 48min 46s), ma questo perché l’anno solare non è esattamente di 365 giorni, ma di 365 giorni 5h, 48m, 45s, facendoci “perdere” di fatto circa 6 ore all’anno. Per questo il solstizio di inverno può capitare anche il 22 dicembre.
Il tutto si riallinea forzosamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto proprio per evitare di “perdere troppi giorni” rispetto al calendario (un giorno in più ogni 4 anni corrisponde esattamente alle 24 ore perse nei quattro anni stessi).
Che accade a Stonehenge il giorno del solstizio di inverno?
Stonehenge, il celebre sito archeologico che risale alla preistoria a circa 130 km a sud di Londra, è perfettamente allineato nei giorni dei solstizi (inverno ed estate). All’alba il sole entra esattamente “dalla porta principale”. In realtà non è noto ancora cosa fosse lo Stonehenge originario, ma questa particolarità ha indotto alcuni studiosi a pensare che potesse essere una sorta di “osservatorio astronomico dei tempi antichi”.
Il fenomeno, di per sé, è molto affascinante, e meta di turismo nonché sede di feste popolari.
Un legame tra il Natale e il solstizio di inverno?
Ebbene sì: la data del giorno di Natale fu fissata al 25 dicembre da Papa Giulio I proprio per ragioni legate al solstizio, come antica festa pagana del sole. Infatti il solstizio di inverno, pur segnando l’inizio della stagione più fredda dell’anno, è anche il giorno in cui inizia la rinascita del sole, allungandosi nuovamente le giornate a partire dal giorno successivo. Probabilmente l’intenzione era di sostituire le tradizioni del passato con le celebrazioni cristiane.
Prepariamoci dunque a questa lunga notte, chissà, magari esprimendo desideri al passaggio delle stelle cadenti Ursidi.
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La serie delle Osservazioni Astronomiche venne commissionata nel 1711 dal conte bolognese Luigi Marsili: questi fece dipingere al pittore Donato Creti tutti i pianeti in tanti quadretti e ne fece dono al papa per convincerlo dell'importanza per la Santa Chiesa di un osservatorio astronomico. Il dono permise di raggiungere lo scopo, poiché con il sostegno di Clemente XI (pontefice dal 1700 al 1721) venne inaugurato poco dopo a Bologna il primo osservatorio astronomico pubblico d'Italia. Le otto tele di piccolo formato raffigurano il sistema planetario allora conosciuto: il Sole, la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno e una Cometa; manca il pianeta Urano, scoperto solo nel 1781. Nelle composizioni è dominante la presenza dei pianeti, osservati con telescopi e diversi strumenti ottici (per i quali il pittore ebbe precise istruzioni) da piccole figure umane in abiti settecenteschi, riassorbite nella vastità del paesaggio notturno.
1. il Sole
2. la Luna
3. Mercurio
4. Venere
5. Marte
6. Giove
7. Saturno
8. Cometa
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Con gli occhi rivolti al cielo, la Chiesa c'è sempre stata. Si parla di Dio, e si guarda al mistero del cielo. Ma non è solo metafisica. Perché la Chiesa ha anche un osservatorio spaziale, la Specola Vaticana, che ha più di cent'anni di vita, fondata da Leone XIII nel 1891. Ma già nel Cinquecento, nella Torre dei Venti affrescata dal Pomarancio, a pochi passi dalla Cappella Sistina, papa Gregorio XIII fece fare gli ultimi calcoli celesti per la riforma del calendario che porta il suo nome, oggi in vigore in tutti i paesi del mondo. La bolla di fondazione della Specola Vaticana racconta molto anche di ciò che succede oggi....
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Castel Gandolfo è la meta perfetta per chi desidera trascorrere una giornata all’aria aperta, in un luogo poco distante da Roma. Situato nella meravigliosa area dei Castelli Romani e affacciato sul Lago Albano, questo comune laziale è conosciuto per essere la residenza estiva dei Pontefici. Castel Gandolfo è anche uno dei Borghi più Belli d’Italia, in cui riscoprire l’autenticità e la bellezza del territorio dei Colli Albani. Se stai programmando un’escursione a Castel Gandolfo e non sai cosa vedere, in questo articolo ti diamo tutti i consigli utili su cosa non perdere, ma soprattutto come visitare le Ville Pontificie. Castel Gandolfo: cosa vedere in 24 ore Oltre ad ammirare la bellezza del paesaggio e la storicità del territorio, a Castel Gandolfo ci sono alcuni luoghi che proprio non puoi perdere. Palazzo Pontificio e le Ville Il Palazzo Pontificio risale al 1600 e fu fatto costruire da Papa Urbano VIII. È stato utilizzato come residenza papale fino al 1870 e in seguito, è stato abbandonato fino al 1929, quando in seguito ai Patti Lateranensi è tornato a essere la residenza estiva dei Papi, fino al 2016. Oggi, per volere di Papa Francesco, non è più la residenza dei Papi ed è stato trasformato a tutti gli effetti in un museo. Insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie, le quali vantano anche un parco meraviglioso, che ospita a sua volta un osservatorio astronomico ed i resti della Villa di Domiziano. Il Palazzo Pontificio è conosciuto anche con il nome di Palazzo Apostolico e si può visitare durante tutto l’anno, con una visita guidata di mezza giornata, oppure di un’intera giornata da Roma. Oltre al Palazzo Pontificio, si può visitare anche Villa Barberini con accesso all’Antiquarium e agli splendidi giardini. I resti della Villa di Domiziano La villa albana di Domiziano è stata fatta costruire tra l’81 e il 96 e i suoi resti sono visibili oggi all’interno del Parco Barberini. Dell’intera villa sono stati conservati un grande criptoportico, i resti del teatro e alcune esedre. L’area archeologica è visitabile con l’accesso ai Giardini Barberini. Il Ninfeo Dorico e il Ninfeo del Bergantino Si tratta di due aree archeologiche che un tempo facevano parte della Villa Domiziano, ma oggi sono separate. Il Ninfeo Dorico è un antico sacrario eretto in nome delle divinità di Albalonga, mentre il Ninfeo del Bergantino, conosciuto anche come Bagni di Diana, ha ricoperto nel corso dei secoli anche una funzione termale. Emissario del Lago Albano L’Emissario del Lago Albano è una delle più importanti opere di ingegneria idraulica dell’epoca romana. È un condotto di 1800 metri che inizia sulle sponde del Lago Albano e termina a Mole di Castel Gandolfo. È tuttora funzionante e viene per irrigare i campi del versante nord della zona. Centro storico di Castel Gandolfo Il centro storico del borgo è un vero gioiello in cui perdersi in lunghe passeggiate rilassanti, alla scoperta delle ville antiche e delle strade sali scendi che regalano indimenticabili scorci sul lago. Trascorrere un po’ di tempo nel centro di Castel Gandolfo ti farà apprezzare la riscoperta di uno stile di vita lento, in cui potersi godere la perfetta armonia tra natura e arte, unita alla degustazione dei piatti tipici del territorio. Non si deve dimenticare infatti che il centro è costellato di ristoranti e trattorie in cui assaporare i piatti laziali come i bucatini all’amatriciana, insieme ad un pregiato calice di vino dei Colli Albani. E se invece ami la natura, puoi lanciarti alla scoperta dei sentieri della zona, che ti regaleranno scorci meravigliosi sul Lago Albano, di origine vulcanica. I Castelli Romani sono il paradiso per un weekend romantico di coppia, oppure per una giornata con tutta la famiglia alla scoperta di uno dei luoghi storici più importanti del centro Italia. https://ift.tt/2Cx35Vh Cosa vedere a Castel Gandolfo, la residenza papale Castel Gandolfo è la meta perfetta per chi desidera trascorrere una giornata all’aria aperta, in un luogo poco distante da Roma. Situato nella meravigliosa area dei Castelli Romani e affacciato sul Lago Albano, questo comune laziale è conosciuto per essere la residenza estiva dei Pontefici. Castel Gandolfo è anche uno dei Borghi più Belli d’Italia, in cui riscoprire l’autenticità e la bellezza del territorio dei Colli Albani. Se stai programmando un’escursione a Castel Gandolfo e non sai cosa vedere, in questo articolo ti diamo tutti i consigli utili su cosa non perdere, ma soprattutto come visitare le Ville Pontificie. Castel Gandolfo: cosa vedere in 24 ore Oltre ad ammirare la bellezza del paesaggio e la storicità del territorio, a Castel Gandolfo ci sono alcuni luoghi che proprio non puoi perdere. Palazzo Pontificio e le Ville Il Palazzo Pontificio risale al 1600 e fu fatto costruire da Papa Urbano VIII. È stato utilizzato come residenza papale fino al 1870 e in seguito, è stato abbandonato fino al 1929, quando in seguito ai Patti Lateranensi è tornato a essere la residenza estiva dei Papi, fino al 2016. Oggi, per volere di Papa Francesco, non è più la residenza dei Papi ed è stato trasformato a tutti gli effetti in un museo. Insieme a Villa Cybo e Villa Barberini costituisce il complesso delle Ville Pontificie, le quali vantano anche un parco meraviglioso, che ospita a sua volta un osservatorio astronomico ed i resti della Villa di Domiziano. Il Palazzo Pontificio è conosciuto anche con il nome di Palazzo Apostolico e si può visitare durante tutto l’anno, con una visita guidata di mezza giornata, oppure di un’intera giornata da Roma. Oltre al Palazzo Pontificio, si può visitare anche Villa Barberini con accesso all’Antiquarium e agli splendidi giardini. I resti della Villa di Domiziano La villa albana di Domiziano è stata fatta costruire tra l’81 e il 96 e i suoi resti sono visibili oggi all’interno del Parco Barberini. Dell’intera villa sono stati conservati un grande criptoportico, i resti del teatro e alcune esedre. L’area archeologica è visitabile con l’accesso ai Giardini Barberini. Il Ninfeo Dorico e il Ninfeo del Bergantino Si tratta di due aree archeologiche che un tempo facevano parte della Villa Domiziano, ma oggi sono separate. Il Ninfeo Dorico è un antico sacrario eretto in nome delle divinità di Albalonga, mentre il Ninfeo del Bergantino, conosciuto anche come Bagni di Diana, ha ricoperto nel corso dei secoli anche una funzione termale. Emissario del Lago Albano L’Emissario del Lago Albano è una delle più importanti opere di ingegneria idraulica dell’epoca romana. È un condotto di 1800 metri che inizia sulle sponde del Lago Albano e termina a Mole di Castel Gandolfo. È tuttora funzionante e viene per irrigare i campi del versante nord della zona. Centro storico di Castel Gandolfo Il centro storico del borgo è un vero gioiello in cui perdersi in lunghe passeggiate rilassanti, alla scoperta delle ville antiche e delle strade sali scendi che regalano indimenticabili scorci sul lago. Trascorrere un po’ di tempo nel centro di Castel Gandolfo ti farà apprezzare la riscoperta di uno stile di vita lento, in cui potersi godere la perfetta armonia tra natura e arte, unita alla degustazione dei piatti tipici del territorio. Non si deve dimenticare infatti che il centro è costellato di ristoranti e trattorie in cui assaporare i piatti laziali come i bucatini all’amatriciana, insieme ad un pregiato calice di vino dei Colli Albani. E se invece ami la natura, puoi lanciarti alla scoperta dei sentieri della zona, che ti regaleranno scorci meravigliosi sul Lago Albano, di origine vulcanica. I Castelli Romani sono il paradiso per un weekend romantico di coppia, oppure per una giornata con tutta la famiglia alla scoperta di uno dei luoghi storici più importanti del centro Italia. Scopri cosa vedere nella residenza papale di Castel Gandolfo vicino Roma: dalle Ville Pontificie agli affascinanti dintorni.
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Un nutrito gruppo di associazioni organizza una manifestazione in numerose piazze italiane. L’appuntamento è per sabato prossimo, 27 ottobre, “non in una ma dieci, cento città”, affermano. Già tante, le adesioni. Qui di seguito l’appello.
In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme.
I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare.
Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura.
A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire.
I primi segnali di un’alternativa sono arrivati con la reazione all’attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano e con la straordinaria sottoscrizione per permettere l’accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un’ordinanza dalla Sindaca di Lodi. Così come con la grande risposta delle magliette rosse, con la manifestazione a Catania per pretendere lo sbarco e il soccorso dalla nave Diciotti, con la straordinaria partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea.
Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà, in difesa della democrazia costituzionale. E contro le diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i ministri dell’odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi: i migranti.
A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini viene negato qualsiasi diritto. È un’umanità che fugge da fame, povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla. Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza rischiare la vita. Ma leggi e politiche sempre più proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e alimentano la criminalità e le mafie.
In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano ostaggi, nemici, gente pericolosa. Insultati, picchiati, feriti da armi da fuoco, concentrati in centri invivibili. Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un’ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita.
Un Decreto che punta a demolire il diritto d’asilo, a consegnare ai privati l’accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale.
Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a fare argine al drammatico dilagare di comportamenti “cattivi”, che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma c’è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne vergogna. Ostentando e stimolando odio.
A questa vasta area democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra diversi, della democrazia. La chiesa di Papa Francesco interpreta con lucidità i tempi presenti. Il mondo cattolico, con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico: donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni, preoccupati e convinti della necessità di dare un’ampia e forte risposta alla crescente barbarie.
È il tempo di compiere un primo, grande, passo. Tutti insieme. E possiamo farlo manifestando il 27 ottobre 2018, non in una ma dieci, cento città.
Per adesioni: [email protected]
Hanno finora aderito
ACTIONAID, AIDOS, ANPI, ANTIGONE, AOI, ARCI, ARCS, AVVOCATO DI STRADA, BAOBAB EXPERIENCE, CEFA, CENTRO ASTALLI, CGIL, , CIPSI, CITTADINANZATTIVA, CNCA, COCIS, COMITATI DOSSETTI PER LA COSTITUZIONE, CONCORDITALIA, COSPE, DOKITA, FOCSIV, FOCUS CASA DEI DIRITTI SOCIALI, FORUMSAD, GRUPPO ABELE, GUS, IL MANIFESTO, IL RAZZISMO È UNA BRUTTA STORIA, INTERSOS, JANUAFORUM, LEGAMBIENTE, LIBERA, LINK2007, LUNARIA, MOLTIVOLTI, OSSERVATORIO AIDS-DIRITTI SALUTE, OXFAM, PROACTIVA OPEN ARMS, RETE DEGLI STUDENTI MEDI, TERRES DES HOMMES, STATEWATCH, UDU, UIL, UISP, UN PONTE PER, VIM
E inoltre: Ginevra Bompiani, Luciana Castellina, don Luigi Ciotti, Renzo Fior, Raniero La Valle
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Il Vaticano sapeva dell’Olocausto, ma non lo denunciò per svolgere un’azione umanitaria in favore degli ebrei. Pio XII però capì che quella scelta lo avrebbe esposto a critiche.
di Andrea Riccardi (12-05-2020)
Il 10 ottobre 1941, Pio XII ricevette monsignor Angelo Roncalli, proveniente da Istanbul, che annotò: «Mi chiese se il suo silenzio circa il contegno del nazismo non è giudicato male». La parola “silenzio” è oggi usata dai critici di Pacelli. Egli però già la utilizzava durante la guerra, come scelta consapevole, seppur sofferta. Prima di Roncalli, aveva ricevuto Luciana Frassati, reduce dalla Polonia, la quale gli disse che era visto con ostilità, perché non interveniva a favore dei cattolici polacchi. Il Papa rispose: «La riconoscenza non è di questo mondo». “Delitto del silenzio”: era l’accusa di alcuni ambienti cattolici polacchi per l’assenza di prese di posizione vaticane. Così riferì al Papa, nel novembre 1941, anche il romano don Pirro Scavizzi, che aveva viaggiato in Polonia e Ucraina, occupate dai tedeschi, e aveva visto scene di orrore. Parlò al Papa della pesante persecuzione della Chiesa in Polonia: «Si vorrebbe sentire una presa di posizione ideologica, chiara, pubblica e decisa», riferì. Lo informò anche sulle stragi degli ebrei. Nell’ottobre 1942, di nuovo ricevuto dal Papa, dopo un altro viaggio, calcolava che fossero stati uccisi due milioni di ebrei nell’Est.
Allora il “silenzio” si riferiva prima ai polacchi che agli ebrei. L’espressione esprime la scelta del Papa nella guerra mondiale, un terreno poco vivibile per un cattolicesimo diviso tra Paesi in conflitto. Le notizie affluivano in Vaticano, seppure non sempre facilmente verificabili. Non si può affermare che il Papa non sapesse dei massacri degli ebrei, come talvolta hanno fatto gli apologeti. Così non si può nemmeno dire oggi che sia una scoperta trovare tra le carte vaticane documenti sulle stragi degli ebrei. Già Actes et Documents, tra gli anni Sessanta e Settanta, ne hanno pubblicati parecchi.
L’apertura degli archivi vaticani su Pio XII (a marzo, ma interrotta dopo cinque giorni per il Covid-19) porterà nuovi elementi. Tra quel che è stato possibile vedere, ci sono documenti terribili, come tre foto, in cui si vedono alcuni ebrei nudi prima di un’esecuzione con un aspetto di terrore, poi i soldati tedeschi che seppelliscono cadaveri. Le foto, prese da un testimone in Polonia, sono trasmesse nell’aprile 1943 al nunzio in Svizzera, Bernardini, da Adolf Silberschein, ebreo di Leopoli, poi in Svizzera alla testa di un comitato per gli ebrei: qualcuno che ha lottato a mani nude per salvare vite umane. Le foto sono nel fondo della nunziatura in Svizzera. A differenza dei rapporti sugli ebrei in Romania e Transnistria, non risultano trasmesse dal nunzio e quindi non sono state viste in Vaticano. Sono ugualmente una testimonianza impressionante. Le nuove acquisizioni negli archivi vaticani aggiungeranno ulteriori pagine a una storia che non si finisce di scavare. Questi archivi mostrano come il Vaticano sia stato un osservatorio particolare sulle vicende europee e non sono solo per ricostruire l’attività del Papa.
Papa Pio XII Myron Taylor.
Ci sono momenti della guerra, in cui sono forti le pressioni su Pio XII per un atto pubblico contro i nazisti. Nell’agosto 1942, una figura autorevole come il metropolita greco-cattolico di Leopoli, Szeptycki (aveva all’inizio accolto i nazisti come liberatori dall’oppressiva occupazione sovietica dopo il patto Molotov-Ribbentrop), informò il Vaticano sulle stragi degli ebrei. Poco dopo, si svolse un’offensiva diplomatica americana. Myron Taylor, rappresentante di Roosevelt, accolto con grande attenzione in Vaticano nel settembre 1942, era latore della richiesta d’intervento del Papa per i civili, i prigionieri di guerra, gli ebrei. Ennio Di Nolfo ha pubblicato nel 1978 il rapporto sui crimini nazisti contro gli ebrei consegnato da Taylor in Vaticano (già edito dall’ufficio storico del dipartimento di Stato). Anche gli inglesi, meno influenti in Vaticano, si mossero.
La missione Taylor pose varie questioni: bisognava confermare le notizie americane? Era necessaria una condanna? In un appunto, il minutante monsignor Dell’Acqua sospetta «esagerazione» nelle notizie e uno scopo politico nell’operazione. Il funzionario — così appare da varie note del 1943 — è spesso favorevole alla «prudenza» e poco comprende la drammaticità degli eventi. Del resto c’erano varie sensibilità in Vaticano: il cardinale Canali, filofascista, era per tenersi fuori e non nascondere gli ebrei. Alla fine si decide di rispondere agli americani che la Santa Sede ha avuto notizia di «trattamenti severi contro gli ebrei», ma non può controllarne la fondatezza. Pio XII, nel radiomessaggio natalizio del 1942, condannò — senza fare nomi — la morte o il «progressivo deperimento» di centinaia di migliaia di persone «per ragione di nazionalità o di stirpe». Tittmann, collaboratore di Taylor, gli riferì alcune critiche al suo messaggio perché generico. Il Papa gli rispose che «quando si parlava di atrocità non poteva nominare i nazisti senza menzionare i bolscevichi e questo pensava potesse non essere del tutto gradito agli Alleati». E Tittmann concordò. Da parte sua Pio XII, nel 1941, aveva accreditato la scelta di Roosevelt di allearsi con i sovietici contro i nazisti presso i cattolici americani ostili a questo passo.
Pio XII voleva evitare che la Santa Sede finisse schierata con una delle parti. Sentiva la fragilità della Chiesa nel tenere insieme i cattolici divisi da guerra e propaganda. Temeva per la pressione nazista sui cattolici tedeschi o per i polacchi ostaggio del Terzo Reich. Sceglieva, per preservare la Chiesa come spazio umanitario e d’asilo, per intervenire diplomaticamente, per favorire una pace negoziata (sempre più lontana). Era la filosofia dell’imparzialità attiva sul piano umanitario, già utilizzata nel 1914-18. Allora Benedetto XV, di cui Pacelli era stato collaboratore, affermava amaro e ironico: «La nostra imparzialità ci rende tutti nemici».
Nell’ambiente vaticano c’erano spinte a cambiar linea. Monsignor Respighi, che aveva studiato con Pacelli, auspicava «una parola del Santo Padre forte e solenne a difesa dell’umanità». Monsignor Tardini, stretto collaboratore del Papa, esaminò nel maggio 1942 la possibilità di un atto pubblico in difesa dei cattolici polacchi «per condannare e protestare contro tante ingiustizie». Concluse: era meglio evitare per non essere utilizzati dagli Alleati, mentre il governo tedesco «inasprirebbe ancora la persecuzione contro la Chiesa in Polonia e impedirebbe in tutti i modi che la S. Sede avesse contatti comunque con l’episcopato polacco». Il modello sulla questione polacca è simile a quello applicato poco dopo alle stragi degli ebrei. Si optava per l’azione umanitaria e diplomatica. La persecuzione antisemita era considerata molto grave (in una nota del maggio 1943, si parla di 100.000 ebrei sopravvissuti su 4.500.000 in Polonia), ma era vista come uno degli aspetti del grande male della guerra. Certo, guardando le tre foto terribili emerse dagli archivi vaticani, oggi, si sente come gli strumenti diplomatici fossero inadeguati davanti a un dramma grande e inedito.
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Tre foto inedite di una strage di ebrei compiuta dai tedeschi, ritrovate negli archivi della nunziatura apostolica della Santa Sede in Svizzera.
(fonte: corriere.it)
«La riconoscenza non è di questo mondo» Il Vaticano sapeva dell’Olocausto, ma non lo denunciò per svolgere un’azione umanitaria in favore degli ebrei. Pio XII però capì che quella scelta lo avrebbe esposto a critiche.
#Andrea Riccardi#Angelo Giuseppe Roncalli#approfondimenti#documentazione#ebrei#eugenio pacelli#leggenda nera#Luciana Frassati#Myron Taylor#nazismo#olocausto#Pacelli#Papa Pacelli#Papa Pio XII#pastor angelicus#pio xii#Pirro Scavizzi#shoah#storia e controstoria
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BelVedere 2 | Milano Art Week |
BelVedere 2 A cura di Fabio Carnaghi
On screen Miguel Arzabe, Jonathas De Andrade, Zhenchen Liu, Shana Moulton Ursula Palla, Nicolas Provost, Andrew Norman Wilson
Site-specific Karim Forlin, Beatrice Scaccia
Opening Saturday April 6, 2019, 6 – 12 pm April 6 – 19, 2019
In Milano Art Week for Miart – international modern and contemporary art fair program – and Milano Design Week, MARS presents “BelVedere” - second edition, an international video art screening with a site-specific and functional installation that explores the boundary between contemporary art and design.
“BelVedere” is a new format to present a video art screening at MARS, a small space in a multiethnic neighborhood, an underground scenario that transfigures itself in an imaginary place.
“BelVedere” is a classical metaphor related to landscape starting from the “Belvidere”, a Villa suburbana erected by Innocenzo VIII and designed by the architect Antonio del Pollaiolo as a loggia to admire the panorama of Rome. In this case MARS becomes a place of possibility, a privileged observatory, a projection of new perspectives beyond the space.
The “BelVedere” selection curated by Fabio Carnaghi aims to combine an international video art screening and an innovative curatorial interpretation in the form of narrative performance, with site-specific installations revisiting the features of a projection room.
On screen videos by international artists of different generations and particular approaches such as Miguel Arzabe, Jonathas De Andrade, Zhenchen Liu, Shana Moulton, Ursula Palla, Nicolas Provost, Andrew Norman Wilson and two installations: a site-specific project between art and design by the Swiss artist Karim Forlin in dialogue with a digital animation by the Italian artist Beatrice Scaccia.
«BelVedere 2» is the first in a series of events including in IMPORT EXPORT programme, a project supported by «Viavai+», initiative promoted by Cantons Ticino e Vallese, Regione Lombardia with Pro Helvetia, Swiss Foundation for Culture. IMPORT EXPORT is a platform to promote experimental art projects in an international network between three independent spaces, MARS (Italy), larada (Switzerland), Fuzao (Italy-China).
↓ Download press kit ↓
importexportproject.com www.viavai-cultura.net www.marsmilano.com
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BelVedere 2 A cura di Fabio Carnaghi
On screen Miguel Arzabe, Jonathas De Andrade, Zhenchen Liu, Shana Moulton, Ursula Palla, Nicolas Provost, Andrew Norman Wilson
Site-specific Karim Forlin, Beatrice Scaccia Opening sabato 6 aprile 2019, h 18 – 24 6 – 19 aprile 2019
Nell’ambito di Milano Art Week per Miart - fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea - e di Milano Design Week, MARS presenta “BelVedere” alla sua seconda edizione, uno screening sulla video arte internazionale con un’installazione site-specific che esplora il confine tra arte contemporanea e design. BelVedere è un format innovativo nel presentare uno screening di video arte presso MARS, un piccolo spazio di ricerca situato in un quartiere multietnico, un luogo che trasfigura se stesso in un topos immaginario.
“BelVedere” è una metafora riferita al paesaggio, a partire dalla suggestione del “Belvidere”, una villa suburbana costruita per volontà di Papa Innocenzo VIII, su progetto dell’architetto Antonio del Pollaiolo, come una grande loggia da cui ammirare il panorama di Roma. MARS in questa occasione diventa un luogo di possibilità, un osservatorio privilegiato, una proiezione di nuove prospettive oltre lo spazio.
La selezione di “BelVedere” a cura di Fabio Carnaghi, vuole trasporre uno screening di video arte internazionale in una interpretazione curatoriale innovativa attraverso una performance narrativa e interventi installativi site-specific che rivisitano le caratteristiche di una sala di proiezione. In screening video di artisti internazionali caratterizzati da trasversalità generazionale e approcci linguistici peculiari come Miguel Arzabe, Jonathas De Andrade, Zhenchen Liu, Shana Moulton, Ursula Palla, Nicolas Provost, Andrew Norman Wilson.
Nello spazio due interventi installativi: un progetto site-specific tra arte e design dell’artista svizzero Karim Forlin in dialogo con un’animazione digitale dell’artista italiana Beatrice Scaccia.
«BelVedere 2» è il primo appuntamento nel programma IMPORT EXPORT, un progetto nell’ambito di «Viavai+», iniziativa promossa dai cantoni Ticino e Vallese e della Regione Lombardia in collaborazione con la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia. IMPORT EXPORT è una piattaforma di promozione per progetti sperimentali di arte contemporanea in un network internazionale fra tre spazi indipendenti, MARS (Italia), La rada (Svizzera), Fuzao (Italia-Cina).
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FERMO – FermHaMente, il festival della scienza di Fermo, ospiterà quest’anno INNWORK, la giornata che Il Centro di Solidarietà Marche Sud organizza in collaborazione con la Compagnia delle Opere Marche Sud nell’ambito del progetto G.O.A.L.S (Giovani – Occupazione – Orientamento – Accompagnamento – Lab – Scuola). Il progetto, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini di Roma nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (secondo la disposizione di legge n. 208 del 27/12/2015, art 1 comma 392) è proposto da Il Faro Società Cooperativa Sociale di Macerata in qualità di Capofila e prevede azioni per ragazzi dagli 11 ai 17 anni, di prevenzione drop-out e disagio giovanile.
Obiettivo della giornata è aiutare i giovani a valorizzare i propri talenti e attitudini personali, migliorando le loro prospettive occupazionali future, grazie al supporto di professionisti e match sinergici fra candidati, aziende e professionisti del territorio.
Il tema di INNWORK è ‘Humachine? Scienza e Immagine nella vita del futuro’. Cosa possono avere in comune un arbitro di calcio, una azienda meccanica, una culla per bambini prematuri e una società che si occupa di Microlearning? Un doppio momento dedicato a ricerca, innovazione, futuro e lavoro in una società in cui Scienza e Immagine hanno un ruolo sempre più decisivo.
La mattinata si strutturerà, nella prima parte, in una serie di interventi da parte di relatori altamente qualificati, come Franco Amicucci (owner e founder Amicucci Formazione, Skilla.com) Michela Pietracci (Presidente Associazione Italiana Arbitri sez. Fermo), Massimiliano Di Paolo (Direttore Generale di Compagnia delle Opere Marche Sud), Sara Moccia (Postdoctoral Resarcher Vrai Vision, Robotic e Artificial Intelligence UNIVPM), Lucia Migliorelli (PHD Student Vrai, Vision, Robotic, Artificial Intelligence UNIVPM). Introdurrà i Lavori Monia Sabbatini��della Cooperativa Sociale Il Faro di Macerata. Modera Roberto Fiore. Dopo i saluti Istituzionali, il dibattito tratterà l’attuale contesto lavorativo: gli interventi saranno incentrati su testimonianze e Case History di successo in grado di dare spunti concreti di riflessione.
Vero fulcro della giornata saranno però i tavoli di lavoro previsti dalle 11.00 in poi all’Hotel Astoria. I ragazzi e le classi che si saranno prenotate potranno costruire un momento di dialogo diretto con i relatori, avendo l’occasione di confrontarsi direttamente, approfondire quanto ascoltato, fare domande e parlare su come approcciarsi sul mondo del lavoro, raccontarsi e magari chiedere suggerimenti sui propri percorsi.
INNWORK è solo il primo passo di un intervento più ampio. Successivamente, infatti, i ragazzi avranno la possibilità di essere accompagnati con percorsi individuali o per piccoli gruppi per verificare se un loro sogno nel cassetto, un talento, un’attitudine può diventare una strada professionale. Attraverso il servizio ‘Hai un idea che spacca?’ (vedi form iscrizione/selezione https://forms.gle/ftvTXUHUFZWUNx4e8) potranno ottenere suggerimenti concreti per mettere in pratica le loro idee.
Innwork: Un’occasione unica per i giovani delle scuole superiori, all’interno di un modello di intervento che il festival Fermhamente e il progetto GOALS promuovono per la costruzione di una comunità educante capace di fronteggiare le problematiche giovanili e adottando approcci di “welfare comunitario”.
Partner del progetto:
• Il Faro – Società cooperativa sociale CAPOFILA • Ambito territoriale sociale XIX – Comune di Fermo capofila • Ass. centro di solidarietà Marche Sud • Ass. Compagnia delle opere Marche Sud • Ass. Papa Giovanni Paolo II onlus • Capitani coraggiosi s.c.s. • Comune di Civitanova Marche • Comune di Grottammare • Comune di Macerata • Comune di San Benedetto del Tronto • Cooperativa sociale CONSAPEVOLmente a.r.l. • Elicos s.r.l. • Fondazione O.R.A.F.A.C. • Hobbit s.c.s. • Human Foundation • Ist. comprensivo Dante Alighieri – Macerata • Ist. comprensivo Nardi – Porto San Giorgio • Ist. comprensivo statale Giacomo Leopardi – Grottammare • Ist. comprensivo Via Ugo Bassi – Civitanova Marche • Ist. professionale alberghiero Filippo Busceni – San Benedetto • Istituzione povera costente Maria • Liceo classico G. Leopardi – Macerata • Liceo classico statale A. Caro – Fermo • ASS. Osservatorio di genere.
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