#oscenità
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estiqatsi · 2 years ago
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dimensionesogno · 1 year ago
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IN LIRICA E IN PROSA
Dimmi, orsù e di grazia, perché t’imballi quando ti sballi nel casinò di san Vincenzo tra le dame di carità vestite di nuovo come le brocche dei fiordalisi in questa domenica d’agosto e dimmi, ancora e per favore, come mai le chiappe estetiche sono soltanto abilitate a supportare la defecazione in questa giornata di amena calura con tanto di sole che fulmina anche a Damasco. Eppure eran belle le…
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muffa21 · 5 months ago
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Quand’ero bambino e il martello non aveva ancora bussato al chiodo solitario appeso nel mio cuore, una neve rosa ricopriva i volti. Ridevo? Essi dovevano ridere con me. Piangevo? Il mondo intero doveva piegarsi e urlare come una prefica di fronte al mio ginocchio sbucciato.
Poi, un giorno, a scuola, bussarono. Il chiodo affondò, senza opporre resistenza, come un dito sporco entra senza fatica dentro a un bicchiere d’acqua pulita.
S’aprirono due strade. Il suono della matita sul foglio, la comprensione (di me stesso) fino alle estreme colonne del disgusto. Oppure, il più bieco, assoluto, furore.
Ad Affori, ieri, una bocca senza denti s’aggirava invisibile sul molo. L’afa rattoppava le nostre carogne di antichi celtiberi abbrutiti dal mantra del lavoro. La bocca chiedeva, cercava di spiegare, di spiegarsi, di dispiegarsi su un Nulla di comprensibile banalità. Gli ho dato quel che voleva? Sì. Per bontà d’animo? Epitetate pure la roba che ho dentro come cavolo vi pare. Io la chiamo Rabbia. Rabbia, perché è come se non gliene importasse più un cazzo a nessuno. È come se tutti avessero dimenticato la trafittura del chiodo e chi ce lo ha messo, senza chiedere il permesso. La bocca - un uomo siciliano di trenta? quaranta? facciamo duecento anni (duecento anime inchiodate) - ha detto: meglio di questa vita, sarebbe poggiare la testa su questa rotaia rovente… e dormire… dormire per sempre.
Quando hanno soppresso il loro treno, gli altri si sono risvegliati dal torpore. Hanno fotografato il led luminoso con su scritto “CANCELLATO” e hanno salvato tutto sotto la cartella “TRAGEDIE”. Avrei dovuto fotografare anch’io quel cartello impiccato al vento e archiviarlo sotto al nome “CAZZATE”.
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scritti-di-aliantis · 12 days ago
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(Foto: metropolitancrocodileliving)
Quando vuoi fare sesso, non sei mai troppo diplomatica. La voglia intensa di donare tutto il tuo essere, di farti pura dipendenza nelle mie vene, ti morde il cuore e guida le tue parole o i messaggi che mi invii. Tornando a casa, ti trovo così. Nuda, sudata, bellissima e torrida: la personificazione della più attraente e irresistibile delle oscenità. Hai l'odore irresistibile della trasgressione. Il tuo corpo è tutto ciò che voglio.
Aliantis
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(Foto: metropolitancrocodileliving)
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der-papero · 3 months ago
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Se è vero che tutto quello che accade negli USA prima o poi arriva da noi per emulazione (o, diciamo meglio, per coglioneria), prepariamoci al prossimo "ventennio con i fiocchi".
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eutettico56 · 1 month ago
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“MA DAI”
Come posso considerare un mio connazionale un “essere” del genere,(ed è già un complimento definirlo così )
Ma dai , non è possibile!
17 anni vissuti sotto le stesse stelle e mi sento dire queste oscenità .
Un domani che mia figlia dovesse portarmi in casa un genero così, come dovrei sentirmi?
Tutti sti Democratici Comunisti che vengono a parlarmi di patriarcato, diritti LGBTQ e mettiamoci anche +,di integrazione, frontiere aperte, cosa potrebbero dirmi per rassicurarmi?
Ormai abbiamo raggiunto il colmo del vaso
E non mi vengano a dire che le seconde o terze generazioni sapranno essere migliori, selvaggi sono i padri e per educazione loro impartita ,selvaggi saranno loro.
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jackspanto · 4 months ago
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Qui, dove la sola presenza rende i nostri corpi al destino più imperfetto ma più vero, ci tuffiamo senza riserve in una carnalità di un’intensità senza pari, senza argini; gratuita, libera, non programmabile, dove il soverchiare di ogni limite estremo, di ogni oscenità e ogni indicibile da vita ad un desiderio assoluto, facinoroso, invadente, che viene copioso su tutte le parole radendo al suolo ogni stigma o censura. Un volersi maiuscolo che si porta dietro tutti i sensi e i sessi possibili, fino allo spasimo, senza sconti, brutale. Una tempesta in cui ci si assolve da tutte le nostre tumescenze e depravazioni, un’ostensione ingovernabile e continua di organi pulsanti, dove solo la tua fica, la tua bocca e il tuo culo trasformano e fissano la mia interpretazione del mondo nel loro aprirsi ingordi al mio volere, alla mia lingua, alle mie mani, al mio cazzo. Ora vorrei strusciarlo così com’è, pieno di sangue, lungo tutto il tuo corpo, su tutto il tuo viso; carezzarti codeste cosce nude con tutta l'indecenza che ci appartiene, insinuare la mano fino a raggiungere il fondo della tua fica per sentire il rumore che ha l’universo, un colabrodo di luce cagliata che mi urla tutta la meraviglia oscena del tuo bisogno, un cosmo liquido che esplodi violenta su questa carne dura, una pozza d’orgasmi pisciati su queste lenzuola, che racconta tutto il tuo feroce abbandono e la mia morte più nuda.
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crazy-so-na-sega · 2 months ago
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L'arte non conosce nessuna patria! Che menzogna! Che eresia! L'arte non è che Razza e Patria! Ecco la roccia su cui costruire!
Céline (La bella rogna)
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(Foto: oggi che Razza e Patria sono venute a mancare, ai grandi monumenti antichi si sostituiscono oscenità a forma di cazzo)
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CriminiDem
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sophie-blanceur · 10 months ago
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È quel misto di tenerezza e oscenità
che mi sussurri sulla pelle che mi devasta,
quando mi coccoli come una bambina,
mentre mi scopi come una puttana.
E io mi arrendo.
A te.
Elisabetta Barbara De Sanctis
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monologhidiunamarea · 4 months ago
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L'acqua tiepida scivolava sulla pelle. Ne era intrisa del suo odore. Salata e morbida, si insinuava da amante impertinente, avvolgendo il corpo nudo. Venerandone le rotondità. Sospeso, galleggiava immerso nella sua fluida presa. Il mare sussurrava oscenità all'orecchio, e i suoi movimenti lenti sfioravano l'intimità. Conosceva il calore e il respiro del corpo, custodendone i segreti. Riconosceva le sue mani, i suoi piedi e il suo nettare. Il mare l'aveva sempre riconosciuto e amato indissolubilmente. ©Jhk
Poesia di @setamaj
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vintagebiker43 · 21 days ago
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Qualcuno dovrebbe spiegare a Fot(t)i che, nelle condizioni economiche in cui versa la nazione, aumentare lo stipendio ai ministri non eletti è una oscenità. Casomai andrebbero ridotti gli emolumenti ai ministri che già prendono lo stipendio da parlamentari.
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vaerjs · 1 year ago
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Sono tornata a casa ora. Il medico mi ha prescritto una lozione per la cute così specifica che in farmacia ho dovuto chiedere una preparazione, come in una drogheria dei più bei racconti fantasy.
Solo che questa è la vita vera e mentre nei racconti non sempre ti spiegano come le cose siano pagate, qui si pagano con soldi che non sempre ci sono.
Ho chiesto questa lozione. La farmacista è andata a controllare gli ordini del laboratorio ed è tornata con una boccetta di vetro marrone dicendo semplicemente: 100€. E questa volta quei soldi c'erano. Non perché li abbia guadagnati, o abbia ricevuto il rimborso della naspi di agosto (che chissà come mai arriva sempre tardi), ma perché ho risparmiato abbastanza da poterli mettere da parte. Ma la prossima volta?
Abbiamo costruito una società mediocre in cui ci sentiamo dire ogni giorno da più parti che l'essere umano è l'animale più intelligente, che la cultura occidentale e civilizzata, riceviamo persino pubblicità di viaggi all'estero "per aiutare le persone più bisognose" (leggasi non occidentalizzate) e poi abbiamo senza tetto che aumentano ai margini delle strade, ragazzini che commettono le peggiori oscenità, genitori che li giustificano, datori di lavoro che non ti considerano una risorsa su cui investire ma uno schiavo da spremere, una sanità pubblica inesistente, una classe medica saccente enpoco competente, insegnanti che per i tre mesi di "vacanza" si chiedono se potranno arrivare alla fine del mese.
#vaerjs #lineartwork #outlinedrawing #watercolourpainting #digitalillustration
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casvnatural · 22 days ago
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Tempo
Al mio tavolo Siede una bambina Con occhi attenti mi scruta Giocherellando con il gelato Davanti a sé. Non sono molte le parole da dirle Insieme sediamo nel silenzio Lei mi guarda ed io scrivo Su un quaderno ingiallito, Entrambe aspettando con ansia Che qualcosa di migliore accada.
Presto la bambina si stanca Lo sento nelle sue piccole gambe Che si muovono impazienti, Allora china sul mio quaderno Mi domanda felicemente Stai scrivendo una fiaba? Ma le mie non sono Storie belle da raccontare Le parole dolci non esistono, io Non scrivo di bontà umane E in lei lo vedo, il velo della delusione Scendere ad inscurire la sua bellezza.
Sei cupa Sussurra tristemente E forse non avrei dovuto, ma sento Le sue parole colpirmi feroci, Chiudo il quaderno e le vecchie pagine Si sgretolano sotto la punta Delle mie dita violente. Cosa vorrà mai una bambina come te, Che ne saprai mai tu di cosa significa Desiderare di poter scrivere di mondi incantati Ma essere in grado solo Di vomitare oscenità e disperazioni?
La bambina piange, Inconsolabile trema accesa di rabbia Cerco di lavare via le sue lacrime Ma le mie mani le trapassano le guance, Urlando a bassa voce me lo confessa Io so tutto, perché io e te Siamo uguali. Non si ferma il mio spavento Provo a stringerla, mi sfugge, sembra Quasi irreale, morta da tempo, Solo i suoi occhi appaiono vivi Lì dentro riesco a trovare la vaga certezza Che forse c'è stato un tempo In cui io ero lei, Lei era me.
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vedova-nera · 1 year ago
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Se non commetti oscenità …
A che serve tutta la tua femminilità!!!
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marmocchio · 22 days ago
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Prendi quello che vuoi e ero uscito senza nulla, senza nemmeno una pistola ad acqua da 300 lire. La madre della mia migliore amica ci aveva portato in questo negozio di elettrodomestici, che era dove poi c’è stato il Blockbuster e adesso non so più cosa ci sia. Faceva freddo e pioveva e le luci dalle vetrate si riflettevano sull’asfalto bagnato. Mancava una settimana a Natale e voleva regalarmi una videocassetta. Forse era stato quello il momento in cui, per la prima volta, mia madre, vedendomi indeciso, pronunciò una frase che mi aveva accompagnato per gran parte degli anni a venire “a Cristiano non piace vedere le stesse cose più di una volta”. Non ricordo se ero stato io a dire questo o se lo era inventata lei, per evitare di comprare il videoregistratore. Così, ero tornato a casa senza nulla.
Ero andato al cinema solamente due volte, quando ero piccolo: una volta a vedere Il re leone e di quel pomeriggio ricordo tutto e l’altra, che vuoto totale, solo che era sera e che a pochi minuti dall’inizio di quel film di animazione, si trattava di questo, avevo implorato la madre del mio amico di riportarmi a casa, perché avevo un attacco di otite fortissimo.
Quel cinema ormai è chiuso, come lo sono quasi tutti gli altri della città.
Scary Movie l’avevano visto tutti. Mancavo solo io all’appello. Era vietato ai 14 e mancavano pochi mesi perché io li compissi. Non sarei riuscito a superare indenne lo sguardo scrutatore della venditrice di biglietti. Sarei arrossito e avrei confessato. Non avevo la faccia tosta dei miei amici più piccoli di inventarmi e di reggere una balla così grande.
Mi ero fatto accompagnare da mia madre. Lo spettacolo era il primo del pomeriggio, la sala era quasi vuota, a parte dei ragazzi che dispensavano oscenità quattro file più dietro. Il film lo conoscevo a memoria, visto che era così divertente che chi lo aveva visto lo elogiava e parlava solo di quello. Accanto a mia madre, non potevo ridere. Dovevo trattenere le risate. Lei era schifata, io ero pentitissimo di quella scelta.
Al ritorno, era buio e faceva freddo. Pioveva forte, lo ricordo bene. Mentre guidava, mia madre mi aveva chiesto “ma non faranno mica ridere quelle cose?”. Protetto dall’oscurità, paonazzo in volto, avevo risposto con un veloce “nono”.
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vecchiorovere · 1 month ago
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"I FIORI DEL MALE" (Les Fleurs du mal) di CHARLES BAUDELAIRE è una delle opere più celebri e influenti della letteratura francese, pubblicata per la prima volta nel 1857. Questa raccolta di poesie rappresenta un viaggio profondo e oscuro nell'animo umano, esplorando temi come la bellezza, la decadenza, l'amore, la morte e la ribellione.
Baudelaire utilizza un linguaggio ricco e simbolico per descrivere la sua visione del mondo, spesso caratterizzata da un senso di spleen, un termine che indica una profonda malinconia e noia esistenziale. Le poesie sono suddivise in sei sezioni principali: Spleen e Ideale, Quadri Parigini, Il Vino, I Fiori del Male, La Rivolta e La Morte.
Ogni sezione rappresenta una fase del percorso esistenziale del poeta, dalla consapevolezza della propria diversità rispetto al mondo esterno, alle esperienze nella vita degradata della metropoli, fino al desiderio di fuga nell'alcol e nelle droghe, e infine alla ribellione contro Dio e al rifiuto totale del mondo attraverso la morte.
Baudelaire riesce a trasformare la corruzione e la volgarità della società contemporanea in arte, creando una bellezza che solo la poesia può realizzare. La sua capacità di vedere oltre le apparenze e di rivelare una realtà più profonda e autentica è uno degli aspetti più affascinanti della sua opera.
Charles Pierre Baudelaire nacque il 9 aprile 1821 a Parigi, figlio di Joseph-François Baudelaire, un funzionario pubblico e artista dilettante, e Caroline Dufaÿs. La morte precoce del padre e il successivo matrimonio della madre con il tenente colonnello Jacques Aupick influenzarono profondamente la sua vita e la sua opera.
Baudelaire fu educato al Lycée Louis-le-Grand di Parigi, dove iniziò a mostrare un interesse precoce per la letteratura. Tuttavia, la sua vita scolastica fu irregolare, caratterizzata da periodi di grande diligenza alternati a momenti di indolenza. Durante la sua giovinezza, Baudelaire iniziò a frequentare i circoli bohémien di Parigi, sviluppando un gusto per la vita dissoluta e per le esperienze estreme, che avrebbero poi influenzato profondamente la sua poesia.
Nel 1841, su pressione della famiglia, intraprese un viaggio in India, ma tornò a Parigi dopo pochi mesi. Questo viaggio, sebbene breve, lasciò un'impronta duratura sulla sua immaginazione e sulla sua opera. Al suo ritorno, Baudelaire iniziò a scrivere e a pubblicare poesie, guadagnandosi una reputazione come uno dei poeti più promettenti della sua generazione.
La pubblicazione de "I fiori del male" nel 1857 fu accolta con scandalo e controversie. L'opera fu accusata di oscenità e sei delle poesie furono censurate. Nonostante ciò, "I fiori del male" consolidò la reputazione di Baudelaire come uno dei più grandi poeti del suo tempo. La sua capacità di esplorare i lati più oscuri dell'esperienza umana con una bellezza lirica senza pari lo rese una figura centrale nel movimento simbolista e un precursore del modernismo.
Baudelaire trascorse gli ultimi anni della sua vita in condizioni di salute precarie, afflitto da problemi finanziari e da una dipendenza crescente dall'oppio e dall'alcol. Morì il 31 agosto 1867 a Parigi.
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