#oro e argento Bukhara
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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La missione di K.F. Butenev nell’Emirato di Bukhara: un capitolo significativo delle relazioni russo-bucarese. Esplorazioni, diplomazia e prospettive minerarie nell’Asia centrale del XIX secolo
Esplorazioni, diplomazia e prospettive minerarie nell’Asia centrale del XIX secolo. Un contesto di sviluppo economico e relazioni rafforzate.
Un contesto di sviluppo economico e relazioni rafforzate. A cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, il Khanato di Bukhara e la Russia hanno rafforzato le loro relazioni economiche e politiche. La crescente importanza del commercio internazionale e la transizione della Russia verso un’economia capitalistica favorirono la creazione di contatti più solidi tra le due potenze. Nel 1841, su iniziativa…
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toyintheatticantiquities · 6 years ago
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La misteriosa origine dei tappeti
L’origine del tappeto non è nota: ciò che ci è dato conoscere è che l’arte della tessitura e tintura della lana nacque in Asia ad opera di tribù nomadi. Praticata già dagli Assiri, venne più tardi  perfezionata  dagli Egizi, che introdussero i telai e la tecnica dell’annodatura – contesa da sempre ai Persiani. Da testimonianze storiche di poeti, scultori ed artisti, sappiamo che il tappeto faceva parte della vita quotidiana di antiche civiltà scomparse, come Greci ed Etruschi, che nei rapporti dei bottini di guerra li consideravano tra gli oggetti più preziosi, ma se ne fa menzione anche nell’Antico Testamento. L’arrivo in Occidente dei tappeti orientali è dovuto innanzitutto ai mercanti e viaggiatori – tra cui Marco Polo – che di ritorno dal suo viaggio in Oriente definisce i tappeti anatolici e turchi come “i più belli al mondo”, ma è solo con l’invasione turca del XIV° secolo che il tappeto Orientale si diffonde in Europa.
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Qualunque sia la sua provenienza, comunque, il tappeto orientale è da sempre portatore di grande fascino e curiosità. La sua struttura, le sue decorazioni nei motivi e la sua funzione, rappresenta il modo di vita pastorale e nomade del tessitore. Fra i motivi decorativi più noti ed utilizzati vi sono l’albero della vita (spesso rappresentato da un cipresso : sia per la prolifera ramificazione che ricorda un albero genealogico, sia perchè  è simbolo della potenza di Dio), il melogranocome simbolo di fertilità,e l’arabesco tipico della cultura medio orientale. Troviamo però anche il loto, fiore sacro a Buddha, o il tulipano, simbolo caro agli artigiani turchi; il dragone come simbolo di forza e potenza – rappresentato spesso in tappeti destinati alle Corti – il cammello, portatore di benessere e gioia o la rosa : il simbolo dell’immortalità. Le principali, storiche aree di produzione di tappeti sono: PERSIADa sempre considerata l’area d’origine della tessitura annodata. Si pensa che il tappeto in Persia nasca dalla necessità delle tribù nomadi di “isolare�� il pavimento delle tende. Le pelli degli animali venivano utilizzate per ricoprire le pareti e proteggersi dal freddo, mentre il tappeto veniva utilizzato per il pavimento, rendendolo cosi non solo caldo, ma anche più soffice, Solo in seguito ci si accorse che i colori e le decorazioni davano al tappeto una funzione “arredatrice”. Verso il XV° secolo, forse grazie ai contatti con la Cina, la Persia abbandonò la decorazione geometrica per adottare quella floreale, ma il massimo splendore dell’arte tessile persiana si raggiunse nel XVI° e XVII° secolo, quando la collaborazione con artigiani miniaturieri diede la possibilità ai tessitori di creare decorazioni nuove e personalizzate, anche su tappeti di grandi dimensioni. In questo periodo migliorano anche le tecniche di tintura, grazie anche alla voglia di scoprire colori e tonalità nuove. I tappeti creati per essere utilizzati come dono ai Principi Europei da parte degli ambasciatori Iraniani, erano sempre in seta con elaborate tessiture annodate, e splendidi ricami a fili d’argento.
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TABRIZ E’ la più famosa città al mondo nel campo dei tappeti, soprattutto perchè gli artigiani di questa città realizzarono il tappeto della Moschea di Ardabil, conservato oggi al “Victoria and Albert Museum” di Londra.  E’ un tappeto dalle dimensioni enormi (12 x 5m circa),  realizzato per il mausoleo dello Sceicco Safieddin – da cui discesero i Safavidi – riporta l’iscrizione che lo data 1539-40, gli anni impiegati per realizzarlo. É un esemplare di rara bellezza, definito “santo” quando venne messo in vendita nel 1892 : trama ed ordito sono in lana e seta, e i colori che lo compongono vanno dal giallo, al rosso al blu e verde nelle diverse tonalità.
KASHAN I tappeti di Kashan sono riconoscibili per l’estrema eleganza, dovuta all’accurata esecuzione tradizionale e all’uso di una lana molto pregiata che conferisce al tappeto un aspetto vellutato. Caratteristica di questi tappeti è l’utilizzo della seta nell’ordito e nelle trame. Il disegno decorativo tradizionale è rappresentato da un medaglione centrale, che presenta motivi concentrici arricchiti da decorazioni vegetali e foglie piumate. Nei secoli successivi la produzione si arricchi di filati preziosi quali foglie d’oro e d’argento, utilizzati però solo per tappeti di gran prestigio. Ancora oggi i  tappeti Kashan, dai colori caldi del rosso e del tabacco, mescolati all’avorio e al blu sono tra i più ricercati, per la loro rara e spettacolare bellezza. Li si può ammirare in musei o presso collezioni private.
ISFAHAN La leggenda vuole che l’annodatura dei tappeti  sia nata in questa città nel cuore della Persia, in cui era stata addirittura istituita la Karkhana – la manifattura statale. La decorazione di questi splendidi tappeti in seta è prevalentemente floreale, sviluppata poi anche su broccati in oro e argento, dando al manufatto finale un effetto visivo e cromatico di grande impatto. I tappeti di Isfahan più antichi sono molto rari e di gran pregio. Oggi se ne producono più per la commercializzazione che per mantenere una tradizione manifatturiera.
KERMAN In questa città vengono realizzati i tradizionali tappeti chiamati “a vaso”, poichè riprende un antico motivo multiforme, che ricopre tutto il fondo del tappeto. I disegni più frequenti sono dominati da decorazioni floreali, e i colori sono intensi : dal blu, all’azzurro al rosso o al bianco, spesso utilizzati nel motivo centrale su un fondo avorio.  Sono tra i tappeti più diffusi.
TURCHIA I tappeti turchi hanno conosciuto una notevole diffusione, in particolare i tappeti da preghiera: in lana,  e con i toni caldi del blu e del rosso. La decorazione del tappeto da preghiera risponde alle più severe esigenze religiose: i colori hanno significato preciso, quindi il blu si usa per rappresentare il cielo e l’eternità, mentre il rosso la vita. Il verde non si usa, perchè è il colore del Profeta, e non lo si deve contaminare con i piedi. In effetti la religione musulmana impone all’arte tessile – soprattutto dei tappeti – linee guida  da cui non ci si può distaccare. Non possono, ad esempio, essere raffigurate esseri viventi o elementi naturali facilmente identificabili. Per questo l’artigianato turco si affida a disegni e decorazioni geometriche o floreali, discostandosi però dalla tradizione persiana. La tradizione turca si basa su regole e movimenti stilizzati che seguono un preciso ritmo geometrico, secondo immutabili regole che rispecchiano la vita, il tempo, l’esistenza o l’eternità. I disegni sono sempre molto complicati e simmetrici. I tappeti più importanti della tradizione tessile turca sono gli Ushak, esemplari rettangolari e di grandi dimensioni, in lana e seta che abbandonano la decorazione geometrica per lascire più spazio a quella floreale. Furono questi i tappeti che i mercanti veneziani esportarono per lungo tempo in tutta Europa, ma che ancora oggi sono rari e molto ricercati dai collezionisti.
IL CAUCASO Regione importante per essere centro d’incontro tra carovane, mercanti e commerci, la regione del Caucaso ha visto un costante incrocio di popoli (provenienti da Daghestan, Armenia e Azerbaijan tra le altre), che hanno lasciato usi e costumi, che la popolazione autoctona ha saputo far propri e mescolare alle tradizioni locali.  I tappeti caucasici presentano un fondo rigidamente suddiviso in quadrati o losanghe all’inteno dei quali vi è stilizzato un drago, figura predominante, circondato da motivi floreali. L’effetto d’insieme ricorda i tappeti “a vaso” persiani. Le tonalità usate sono vivaci, e la tecnica adottata è quella dell’annodatura turca.
TURKESTAN Regione ricca di contaminazioni culturali, ha nei centri di Bukhara, del lago Aral e di Samarkanda le principali aree di produzione di tappeti. Popolate da tribù nomadi o seminomadi queste zone affidano ancora l’annodatura a donne e giovani – come da tradizione e i tappeti da loro relizzati prendono il nome della tribù stessa (Tekke, Saryk,Yomut,Chodor). La decorazione dei tappeti turcomanni è caratterizzata da molteplici motivi geometrici, al cui interno viene realizzato un fiore (“gul”). I colori tradizionali variano dal rosso al bruno. Gli unici tappeti che si discostano dalla tradizione sono quelli realizzati a Samarkanda, che riprendono motivi della cultura cinese, ma in cui si ritrovano anche le influenze floreali persiane. Sono tappeti particolari, che presentano una grande raffinatezza sia nei colori che nei materiali : lana, cotone e seta in giallo, rosso, blu ed azzurro.
EGITTO E MAGHREB L’arte dell’annodatura ha origini antiche sia in Egitto che nel Maghreb. Questi tappeti si caratterizzano per essere decorati con motivi geometrici, e – anche se tendenzialmente monocromatici – per i colori vivaci. Particolari sono i tappeti berberi, che presentano decorazioni  semplici, ma anche pelo lungo e folto.
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AFGHANISTAN La tradizione dei tappeti ricamati in Afghanistan è una tradizione familiare, che passa di generazione in generazione. La realizzazione del tappeto non avviene al telaio, ma le donne – e  uomini – si siedono per terra, e utilizzano per l’annodatura degli aghi in ferro o legno. Le decorazioni si ispirano agli ottagoni tradizionali, separati da stelle : la ripetizione dei motivi dona movimento e fluidità al tappeto. I colori sono brillanti e l’uso raro di tinte scure come nero o blu, ricorda i tappeti Soumak – caratterizzato da grandi figure che simboleggiano le zampe dell’elefante.
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CINA Ci è noto il fatto che imperatori ed ambasciatori utilizzassero il tappeto in Cina già nel 1122, ma non si sa nulla di queste opere.  Produttrice sia di lana che di seta, la Cina sviluppò e si curò molto dell’arte tessile – a loro si deve la creazione della famosa tinta “giallo imperiale”. I tappeti prodotti erano sempre per imperatori e alti funzionari, quindi seguivano nelle decorazioni le richieste della singole dinastie o famiglie nobili. Solo con la dinastia Ming l’ispirazione decorativa passò dal confucianesimo al taoismo, quindi al buddismo indiano. La decorazione dei tappeti iniziò a richiamare motivi con elementi fantastici o animali demoniaci,a simboleggiare l’eterna lotta tra Bene e Male. Vennero introdotti anche elementi di buon auspicio, con una profonda simbologia celebrativa. La decorazione tipica, il dragone, rappresenta lo Yang – l’Imperatore, l’uomo, il sole che porta la vita – ed ha connotazioni positive, mentre la fenice è simbolo dello Yin – l’Imperatrice, ma anche simbolo di vita che si rinnova.
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TIBET I tappeti tibetani, in lana o cotone sono, in genere di ridotte dimensioni, perchè destinati all’arredamento dei monasteri. Le decorazioni principali rappresentavano motivi floreali o animali, secondo lo schema persiano, e una volta terminati venivano bordati con fasce di panno rosso. L’annodatura è tibetana tradizionale : il filo di lana girando su se stesso crea un occhiello, per poi rientrare nel nodo successivo.
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INDIA Storicamente difensori delle arti i Moghul diedero una grande importanza all’arte tessile in India. Crearono a Lahore, capitale del Punjab, il centro di realizzazione dei tappeti reali,che risplendevano di colori accesi : rosso lacca, blu intenso, giallo oro. Le decorazioni erano una perfetta fusione tra l’arte persiana e quella tipicamente indiana : animali e creature fantastiche si intrecciavano e motivi floreali, dando luogo a prodotti di grande effetto.
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