#omero moretti
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Padre Padrone (Paolo Taviani, Vittorio Taviani, 1977) Cast: Omero Antonutti, Saverio Marconi, Marcella Michelangeli, Fabrizio Forte, Marino Cenna, Stanko Molnar, Nanni Moretti, Gavino Ledda. Screenplay: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, based on a book by Gavino Ledda. Cinematography: Marino Masini. Production design: Gianni Sbarra. Film editing: Roberto Perpignani. Music: Egisto Macchi. Two great themes coalesce in Padre Padrone. One is older than Oedipus, the primal conflict of father and son. The other came to the fore in the Enlightenment and the democratic revolutions it spawned; we now call it "social mobility." Poets used to write of flowers "born to blush unseen" and "mute inglorious Milton[s]," the victims of rural isolation, primitive ignorance, societies atrophied in feudal patriarchy. The Tavianis find both themes surviving in rural Sardinia, where Gavino Ledda's father drags him from school at the age of 6 and keeps him in servitude and illiteracy as a shepherd for the next 14 years. Padre Padrone could have been just a feel-good story about Gavino's triumph over his father's sternness and greed -- though the elder Ledda thinks what he's doing is for the son's own good -- but the Tavianis won't let it be just that. Though Gavino, rescued by compulsory military service from isolation and ignorance, becomes a celebrated linguist, an authority on the Sardinian dialect, the actual Gavino Ledda, appearing in a frame story for the dramatized part of the film, lets it be known that he has been permanently marked by his father. The Tavianis also find witty ways of letting the outside world irrupt into the young Gavino's isolation, as when the young shepherd hears an accordion playing and the soundtrack bursts into the overture from Die Fledermaus, a correlative for the world beyond the Sardinian hills. Later, after Gavino has begun to find his vocation but has been forced to return home, the aching beauty of the adagio from Mozart's Clarinet Concerto, to which Gavino is listening, is stifled when the father angrily drowns the radio in the sink. Gavino's feeling of being suppressed by his father finds a correlative when he joins a group of other young men carrying the effigy of a saint to a festival at the church. Hidden underneath the heavy statue, the men plot an escape to be guest-workers in Germany, but the camera pans up to the statue, which has changed to an image of Gavino's father, whose refusal to sign the necessary papers prevents Gavino from fleeing. Padre Padrone was made for Italian TV, and has been restored from 16mm film, so its images are sometimes a little muddy, but it gains real power from its storytelling and from the performances of Omero Antonutti as the father and Saverio Marconi as the grownup Gavino.
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Top Sagrantino producers united at Tabarrini!
#tabarrini#sagrantino#Anteprima Sagrantino#montefalco#lungarotti#perticaia#antonelli#winespectator#tenuta bellafonte#tenuta di castelbuono#omero moretti#scacciadiavoli
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musica live
RONIN
Rassegna Re:play 2019- 2020
Venerdì 17 Gennaio alle ore 21.30
Per Re:play Ronin live
Si intitola “BRUTO MINORE” (Black Candy records) il nuovo album dei RONIN, uscito il 16 settembre.
Dopo un paio d'anni di pausa Bruno Dorella torna sulla sua creatura Ronin, con una formazione tutta nuova e un disco che cambia alcune coordinate, pur rimanendo nel solco della tradizione strumentale e cinematica della band. L'idea era quella di fare un album che avesse come riferimento la terra brulla anziché le distese, di deserto o di acque, a cui la musica dei Ronin viene spesso accostata. Qualcosa di meno languido e più crudo. E si è voluto sottolineare una certa vicinanza estetica con la musica classica.
“Bruto Minore” è composto da 8 brani originali e una cover, “Tuvan Internationale” degli Hun-Huur-Tu. L’album è ispirato ad una Canzone di Giacomo Leopardi, in cui si immagina il monologo di Marco Giunio Bruto dopo la sconfitta di Filippi e l'assassinio di Giulio Cesare. La sconfitta, tema sempre caro all'immaginario dei Ronin, ha per l'uomo di valore un'onorevole via d'uscita nel suicidio, visto come ultimo gesto per rimanere a testa alta di fronte all'insensibilità del Fato e della Natura verso le cose umane e verso i gesti di eroismo. A questo tema si aggiunge però l'effetto straniante che il nome Bruto Minore ha su di noi oggi, evocando anche concetti violenti e appunto brutali col nome Bruto, concetti invece “bassi”, quotidiani o di basso profilo nell'aggettivo Minore, che è infine anche un termine musicale piuttosto importante, soprattutto per i Ronin la cui produzione è per il 90% appunto in Minore.
Per la realizzazione dell’album è stato prezioso l'aiuto del nuovo chitarrista Nicola Manzan (noto come Bologna Violenta e come ex membro di Baustelle, Teatro Degli Orrori etc), che è anche un apprezzatissimo violinista con studi di conservatorio. Il suo apporto è stato sia di tipo timbrico, con l'inserimento del violino, sia di tipo armonico nell'arrangiamento dei pezzi. Per ottenere l'effetto di immediatezza si è scelto di registrare in analogico su nastro magnetico a 8 piste, suonando tutti insieme e mixando poi direttamente su mixer e non su computer, questo grazie alla mano esperta di Giulio Favero. Sono state usate 7 piste suonando ogni brano dal vivo, lasciandone libera una per eventuali sovraincisioni (ad esempio per il clarinetto di “Wicked”). Un metodo assolutamente d'altri tempi, in controtendenza col mercato digitale, reso possibile dal nuovo bassista Roberto Villa (attivo anche come J.D. Hangover, membro di The Gang), che possiede uno studio totalmente analogico chiamato Lamormiononmuore. Roberto, cresciuto tra gli orchestrali del liscio, rispetta la tradizione delle bande, in cui bisogna saper suonare almeno due strumenti, e porta quindi anche il suo contributo al clarinetto. Alla batteria è entrato Alessandro Vagnoni (anche lui membro di Bologna Violenta ed attivo con molti gruppi, tra i quali ricordiamo Bushi e Drovag, ed anche apprezzato turnista heavy metal), che si è subito adattato allo stile asciutto richiesto da questo disco.
Ingresso 10 euro Prima del concerto, calice di vino biologico Moretti Omero Azienda Agraria incluso nel prezzo del biglietto !
Per info e prenotazioni: t. 389 0231912 (anche whatsapp) dalle 10.00 alle 13.00 [email protected]
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Pier Vincenzo Mengaldo gioca a figurine e dice che la letteratura italiana è morta (e lo premiano pure). Piuttosto, dimostra che la critica letteraria è alla frutta
Facciamo a meno dei maestri se si tratta di una baronia delle stupidaggini.
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Il contesto. Sabato 26 ottobre, nel Teatro Comunale di Cesenatico, “con la conduzione di Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio Tre”, consegnano i Premi Moretti. Il Moretti “alla Carriera” è andato a Pier Vincenzo Mengaldo, “uno dei maggiori intellettuali italiani del nostro tempo, storico della lingua italiana, filologo, critico letterario…”. Nulla da eccepire, la “carriera” di PVM è magistrale. C’è solo un problema. Ha smesso di fare il critico letterario.
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L’intervista. Un paio di giorni fa Maria Teresa Indellicati intervista il maestro, emerito prof a Padova, per il Corriere di Romagna. Titolo efficacemente riassuntivo: Pier Vincenzo Mengaldo: “In Italia la narrativa è finita”. In realtà, per PVM non è finita soltanto la narrativa, è tutto finito, d’altronde, si stava bene quando si stava peggio e non esiste più la mezza stagione, figuriamoci il grande scrittore.
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In sostanza, Mengaldo si lagna. Prima si lagna che nessuno scrittore italiano è al livello di Levi e di Calvino (“dove possiamo ritrovare infatti la potenza e la bravura di un Calvino, o del Primo Levi di Se questo è un uomo o La tregua anche negli autori che adesso vanno per la maggiore?”), poi si lagna che nessuno scrittore italiano giunga al livello dei grandi stranieri (“penso a Yehoshua, ad Amos Oz o a Grossman, a Sebald con il suo Austerlitz… non mi pare che fra i narratori italiani di oggi ci sia nessuno di questa forza”), dimostrando di essere un lettore invero modesto. I tre scrittori israeliani citati, infatti, non sono più capaci, chessò, di Martin Amis, di William T. Vollmann, di Cormac McCarthy, di Christoph Ransmayr… ma che senso ha fare il gioco, vago, ingiustificato, delle preferenze?
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A PVM, autore di una importante – e ‘generalista’ – antologia della poesia italiana del Novecento (la supercanonizzante Poeti italiani del Novecento, Mondadori, 1978), non piace più neanche la poesia. “Gli ultimi grandi poeti sono stati Giudici e Raboni… dopo di loro non vedo nessun grande autore”. Forse i grandi autori non li vede perché non legge più dal ’78, PVM, forse perché ha smesso di amare la letteratura.
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In effetti, l’energia cognitiva di PVM, “uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo”, è imbarazzante. Anzi, è deprimente. Se dovessimo stringare agli estremi il suo discorso, io direi: beh, è da Dante & Petrarca che non vedo nel rione Italia grandi poeti; francamente, Calvino e Levi non hanno la levatura romanzesca né la levità di Manzoni e di Verga, a dirla tutta, nessuno ha scritto più qualcosa di decente da Guerra e pace in qua. Se devo essere serio, però, mi duole dire che dopo Re Lear è il delirio, che siete tutti degli emeriti imitatori di Omero.
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Quella di PVM non è una pisciatina fuori dal vaso letterario, sull’aiuola di un giornale ‘locale’. Due anni fa – 12 febbraio 2017 – su la Repubblica, interpellato da Antonio Gnoli, il grigio maestro si esprime esattamente allo stesso modo. “I migliori narratori italiani del Novecento? Svevo, Morante, Fenoglio, Calvino sono grandi, ma non sono dei giganti. Nessuno regge il confronto con Kafka, Proust e Mann”; “Ho l’impressione che nell’ultimo quarto di secolo l’Italia non abbia prodotto nessun romanzo che sia stato davvero rappresentativo del nostro Paese, se non per frammenti e schegge. Non abbiamo avuto, in altre parole, Roth, DeLillo, Coetzee, Gordimer, i grandi scrittori israeliani, Sebald”. Questa, però, non è critica letteraria: è giocare a figurine. Per dire che Kafka, Proust e Mann sono grandi scrittori – e Joyce e Melville e Céline? – non c’è bisogno di genio, non c’è neanche bisogno della laurea.
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PVM è l’intellettuale che quando Kafka non se lo filava nessuno, direbbe che “è dall’epoca di Goethe che nessuno scrive un romanzo degno di questo nome…”. PVM non è un critico letterario, è il propagatore dell’ovvio. Insomma: gli danno un premio “alla carriera” perché dice che Calvino è meglio degli scrittori di oggi ma Kafka è meglio di tutti?
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Il problema è che la letteratura si è sempre praticata in clandestinità, nel sottosuolo dell’ovvio, tra case editrici che stanno in una stamberga, su riviste che duravano l’arco di due numeri. Col senno di poi, siamo tutti bravi a dire che Proust è un genio e Kafka un gigante. Bisognava avere il talento di scoprirli, di scavare oltre la superficie del mercato editoriale. Quanti Kafka ci sono oggi in Italia? Io, nel mio, sono certo che ci siano poeti più capaci di Giudici e di Raboni: daremo pazienza al tempo, rivediamoci qui tra cinquant’anni, ora i confronti non hanno senso, insultano il buon senso.
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La critica letteraria, intendo, non è l’esercizio di dire chi è più bravo di chi, con il nostalgico snobismo di parole maturate nella rabbia – francamente: che senso ha dichiarare, per dire, che “Svevo è meglio di Doninelli; Landolfi è più bravo di Tuena”? Eppure, Doninelli e Tuena restano scrittori importanti, oggi. La critica letteraria dovrebbe dirci, con senso storico esatto e competenza di letture internazionali, che cosa è bene salvare, oggi, che cosa è buono da leggere e da pubblicare, in indipendenza dai grandi gruppi editoriali, in anarchica autonomia. Creando le possibilità affinché la letteratura di domani sia meglio di quella di oggi. Altrimenti, si è servi del passato, del cattivo gusto del qualunquismo intellettuale.
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A questo punto, PVM dimostra di non essere un maestro: usate il Premio Moretti per promuovere la carriera di un altro. (d.b.)
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ANCONA – Questo il calendario degli eventi in programma nel capoluogo dorico da domani a lunedì prossimo 12 agosto.
VENERDI 9 AGOSTO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’ – ore 21,30 proiezione del film CAFARNAO
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
alla MOLE CINEMA Lazzabaretto
ore 21,30 proiezione del film LA CASA DI JACK – regia di Lars von Trier
(Danimarca, Francia, Germania, Svezia 2018)
versione integrale – lingua originale sottotitoli in italiano – VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI
ingresso intero 5€
SCRIGNI SACRI 2019: tutti i venerdì alle ore 11 (fino al 22 novembre) itinerari gratuiti con visita guidata attraverso le principali piazze ed edifici religiosi di Ancona, quali le chiese di Santa Maria della Piazza, San Domenico, San Francesco alle Scale, Cattedrale di San Ciriaco e conclusione con gli arazzi di Rubens al Museo Diocesano. Ritrovo ore 11 a Santa Maria della Piazza, durata circa 3 ore.
SABATO 10 AGOSTO
per la rassegna ESTATE… al Parco Belvedere – Posatora
ore 21,30 “VERONICA KEY BAND” anime italiane e non solo
INGRESSO LIBERO
MARINA DORICA
PER LA RASSEGNA “SOTTO LE STELLE”
PIAZZETTA DEL TRIANGOLONE
ORE 21,30 “TRIBUTO A RENATO ZERO”
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’– ore 21,30 proiezione del film 10 GIORNI SENZA MAMMA
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
alla MOLE – LAZZABARETTO
ore 22,00 MOLE CLUB NIGHT
ROKEYA Y SUS DIABLEROS (IT) live set
SAN IGNACIO (ARG) live set
BRUTTABOTTA (IT) live set
il party si svolgerà all’interno del canalone – ingresso gratuito
alla MOLE CINEMA Lazzabaretto
ore 21,00 proiezione del film SANTIAGO, ITALIA – regia di Nanni Moretti (Italia 2018)
ingresso intero 5€
PARCO DEL CARDETO
per Cardeto in Forma
ore 18,30 nei pressi del vecchio Faro (Bastioni san Paolo)
lezioni gratuite di SPADE ANTICHE – con ASD Ferreo Core
+ alle ore 20,30 visita dei sotteranei – con l’assoc. I Sedici Forti
ingresso libero – accesso da via del Faro
OSSERVATORIO ASTRONOMICO – via del Conero (Pietralacroce)
G-ASTRONOMIA .. a cena con le stelle 2019
a cura dell’Associazione Marchigiana Astrofili – INGRESSO LIBERO
info 388 1457526–338 6866321 www.amastrofili.it – programma delle serate:
ore 19,00 osservazione del Sole
ore 20,00 panini & grigliate di carne
ore 21,30 presentazione “Il cosmo in pillole”
ore 22,15 osservazione del cielo con i telescopi
DOMENICA 11 AGOSTO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’–ore 21,30 proiezione del film BOHEMIAN RHAPSODY ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
alla MOLE CINEMA Lazzabaretto
ore 21,30 proiezione del film ROCKETMAN – regia di Dexter Fletcher (USA 2019)
ingresso intero 5€
MOLE VANVITELLIANA
ORE 21,30 GRAN GALA ALLA MOLE
ORCHESTRA FIATI DI ANCONA
Corale “Quinto Curzi” di ancona – direttore Paola Curzi
Coro universitario del CRUA UNIVPM di Ancona – direttore Laura Petrocchi
coro “Francesco Tomassini” di Serra De’ Conti – direttore Mirco Barani
Tenore Davide Ciarrocchi
Direttore Mirco Barani
Presenta Roberto Cardinali
INGRESSO GRATUITO
LUNEDI 12 AGOSTO
al Cinema ITALIA – c.so Carlo Alberto
per la rassegna TROPICITTA’–ore 21,30 proiezione del film TUTTI LO SANNO
Ingresso € 6,50 ridotti € 5,00
alla MOLE CINEMA Lazzabaretto
ore 21,30 proiezione del film INTRIGO INTERNAZIONALE – regia di Alfred Hitchcock (USA 1959)
Rassegna Anniversary – versione in lingua originale -sottotitoli in italiano
– ingresso unico 4€
FINO AL 14 AGOSTO “LIBRI DA MARE” – prestito di libri in spiaggia a Palombina Nuova
promossa dal servizio Biblioteche del Comune di Ancona in collaborazione con l’Assessorato alla Partecipazione Democratica
presso lo stabilimento n. 18 SUNSET BEACH – Spiaggia di Palombina Nuova
il martedi e giovedi dalle ore 15,00 alle ore 18,00
mercoledi e venerdi dalle ore 9,00 alle ore 12,00
E..STATE IN BUS fino al 1 settembre; 7-8 settembre e 14-15 settembre
per PORTONOVO linea 93 e linea 94: 30 corse/giorno
NAVETTA di COLLEGAMENTO FERMATA 93 – BAIA sempre gratuita
per PALOMBINA LINEA A – LINEA B – LINEA C – LINEA J : 70 corse/giorno
integrazione scontata dell’abbonamento scolastico per periodo estivo: -40€
per il PASSETTO linea 91 – linea 92 – CS – Linea ¼: oltre 100 corse/giorno
biglietto integrato bus + ascensore a 3€ per andata e ritorno
numero verde 800218820 www.conerobus.it www.atmaancona.it
MOSTRE
dal 7 agosto all’8 settembre
PINACOTECA “francesco Podesti” e Galleria d’Arte Moderna- vicolo Foschi 4
mostra personale di CLAUDIO MONTECUCCO “LEGGERE”
orari: martedi, mercoledi, giovedi 17-20 / venerdi 10-20 / sabato e domenica 10-13 17-20
ingresso intero 6€
c/o INFORMAGIOVANI – PIAZZA ROMA
fino al 30 AGOSTO “PERCHE’ PARTIRE” – mostra fotografica dell’autrice Michela Verdenelli – reportage sulle motivazioni delle partenze dall’Africa subsahariana verso l’Europa
orari: lunedi e martedi 9,30-13,00 / 16,00-19,00
mercoledi e venerdi 9,30-13,00 / giovedi 10,00-18,00
MUSEO TATTILE STATALE OMERO – MOLE VANVITELLIANA
FINO AL 1° SETTEMBRE – RABARAMA e i giovani artisti
ingresso libero – orario luglio e agosto: dal martedi al giovedi e sabato 17-20. Venerdi, domenica e festivi 10-13 e 17-20. tel. 071-2811935 [email protected] www.museoomero.it
per la rassegna SCRIGNI SACRI – Le meraviglie dell’arte – VII edizione
MUSEO DIOCESANO “Mons. Cesare Recanatini” – piazzale Duomo –
aperto con visite guidate GRATUITE tutti i venerdi ore 10-17, oltre a tutti i sabati e le domeniche (ore 10-12,30 e 16-19)
info: 320 8773610 www.museodiocesanoancona.it [email protected]
fino al 22 novembre aperture straordinarie delle seguenti chiese:
chiesa di Santa Maria della Piazza: da sabato a giovedi ore 10-12 e 16-18 venerdi ore 10-18
chiesa dei SS. Pellegrino e Teresa (conosciuta come degli Scalzi): da sabato a giovedi ore 7,30-11, venerdi ore 7,30-15,30
ESTATE IN MOVIMENTO 2019
Il Comune di Ancona e la UISP propongono una serie di attività gratuite all’aria aperta che si svolgeranno dal 1 giugno al 30 settembre nei parchi cittadini:
PARCO CITTADELLA
TAI CHI – lunedi dalle ore 18,00 alle ore 19,00
YOGA – martedi dalle 9,00 alle 10,00
1 KM IN SALUTE – martedi dalel 18,00 alle 19,00
GINNASTICA DOLCE – martedi dalle 19,00 alle 20,00
NORDIK WALKING – giovedi dalle 8,30 alle 9,30
PARCO BELVEDERE
YOGA- lunedi e giovedi dalle 9,00 alle 10,00
TAI CHI – lunedi dalle 10,00 alle 11,00 e il mercoledi dalle 18,30 alle 19,30
PARCO DEGLI ULIVI
YOGA – martedi dalle 18,00 alle 19,00
FORTE ALTAVILLA
YOGA – mercoledi dalle 18,00 alle 19,00
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Alambicco d'Oro 70 medaglie alla 36ª edizione
Sono state 70 le medaglie assegnate a grappe, acquaviti e Brandy italiano al Premio Alambicco d’Oro promosso da Anag, Assaggiatori grappa e acquaviti e giunto alla sua 36ª edizione. Tra i 70 riconoscimenti, i 60 assaggiatori Anag hanno assegnato 2 Best Gold, 37 Gold e 31 Silver. A questi si uniscono i due premi speciali che da alcuni anni arricchiscono il concorso spiritoso: quello riservato alla distilleria con il miglior punteggio complessivo sommando le medaglie ricevute da prodotti propri e da quelli distillati per conto terzi e “Il vestito della grappa”, riservato alla bottiglia giudicata più bella per etichetta e forma da una giuria composta da giornalisti, architetti e operatori esterni al mondo della distillazione.
Le due medaglie Best Gold sono andate a una grappa giovane e a una grappa invecchiata. Nelle altre categorie, il Premio Alambicco d'Oro ha visto trionfare le grappe invecchiate, con 17 medaglie Gold e 8 Silver, seguite dal Brandy italiano, con 5 medaglie Gold e 4 Silver; le grappe giovani, con 5 Gold e 10 Silver; le grappe giovani aromatiche, con 3 medaglie Gold e 4 Silver. Chiudono l'elenco le grappe invecchiate aromatiche, con 6 medaglie Gold e 4 Silver; le grappe aromatizzate, con una medaglia Silver e le acquaviti d'uva aromatiche, con una medaglia Gold. Sul fronte dei premi speciali, quello riservato alla distilleria con il miglior punteggio complessivo è andato alla Distilleria Sibona, che ha ricevuto 3 medaglie Gold, di cui una distillata per conto terzi, e 3 medaglie Silver. Il premio speciale “Il vestito della grappa” riservato alla bottiglia giudicata più bella per etichetta e forma è andato, invece, a Targa Ilva Zita con la grappa di Moscato invecchiata Fior d'arancio, categoria grappa aromatica invecchiata.Guardando al medagliere spiritoso diviso per regioni, il Trentino conquista 12 medaglie Gold e 3 Silver, seguito dal Piemonte, con una medaglia Best Gold, 8 medaglie Gold e 9 Silver, e dal Veneto, con 3 medaglie Gold e 4 Silver. L'altra medaglia Best Gold è andata in Friuli Venezia Giulia, che ha visto anche l'assegnazione di 2 medaglie Gold e una Silver. Medaglie spiritose sono andate anche in Alto Adige, Basilicata, Lazio, Lombardia, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta confermando la grappa come eccellenza 100% italiana da nord a sud.
«Il Premio Alambicco d’Oro - afferma Paola Soldi, presidente federale di Anag - si consolida con il passare degli anni come un evento di rilevanza nazionale per la produzione di grappe, acquaviti e Brandy italiano. Il numero dei campioni in gara aumenta costantemente, di pari passo con la qualità dei prodotti inviati, impegnando i nostri esperti assaggiatori in un'attenta valutazione che tiene conto dei diversi parametri previsti dalla scheda di degustazione Anag e di una profonda analisi sensoriale coinvolgendo vista, olfatto, retrolfatto e gusto. L'obiettivo della nostra associazione - aggiunge Soldi - è quello di premiare le eccellenze e per fare questo abbiamo stabilito un punteggio minimo per assegnare le medaglie. L'alto numero di medaglie di questa edizione equivale, pertanto, all'alta qualità dei prodotti in gara, dove spiccano le grappe invecchiate, con un trend in crescita negli anni sia fra i campioni inviati che fra quelli premiati. In aumento anche il Brandy italiano, che si conferma un distillato di alta qualità. Ringrazio tutti i produttori che hanno partecipato al nostro Premio Alambicco d'Oro e tutti gli assaggiatori Anag che anche quest'anno hanno lavorato con professionalità e competenza per selezionare i campioni in gara applicando i parametri della nostra associazione per promuovere una crescente cultura del buon bere consapevole attenta alla qualità piuttosto che alla quantità per ogni consumatore».
Nome Azienda Regione BRANDY ITALIANO MEDAGLIA GOLD BRANDY GRAN RISERVA SUPERIORE 20 ANNI DI LORENZO Umbria XO ACQUAVITE DI VINO INVECCHIATA 20 ANNI MAZZETTI D’ALTAVILLA Piemonte SPECIAL BRANDY INVECCHIATO 27 ANNI MAZZETTI D’ALTAVILLA Piemonte BRANDY INVECCHIATO 24 MESI PERONI MADDALENA Lombardia BRANDY SUPERBO VALLE DEL MARTA Lazio MEDAGLIA SILVER BRANDY 20 ANNI RISERVA BECCARIS Piemonte BRANDY STRAVECCHIO DEL MONFERRATO MAGNOBERTA Piemonte BRANDY NANNONI 5 ANNI ANNIV NANNONI Toscana GRANPASSO VLLA LA RIPA/DISTILLATORE NANNONI Toscana GRAPPA GIOVANE MEDAGLIA BEST GOLD SPECIAL EDITION PICOLIT DOMENIS1898 Friuli Ven.Giu MEDAGLIA GOLD AMARONE PRIVATA CLASSICA GRAPPA BOTTEGA veneto GRAPPA FRIULANA BUTUSSI – SPIRITO VALENTINO BUTUSSI SOC. AGRICOLA/DISTILLATORE DOMENIS1898 Friuli Ven.Giu GRAPPA DEL SOLE BIOLOGICA PISONI Trentino GRAPPA SEGNANA EXTREMA SEGNANA Trentino GRAPPA LEVI DI FUMIN SAINT ROCH Valle d’Aosta MEDAGLIA SILVER GRAPPA IN SELEZIONE DI CILIEGIOLO AZIENDA AGRICOLA ZANCHI/DISTILLATORE NANNONI Toscana GRAPPA PELAVERGA SELEZIONE DISCONTINUA BECCARIS Piemonte GRAPPA PROSECCO ALEXANDER BOTTEGA Veneto GRAPPA DI CHIANTI CLASSICO DETA D.E.T.A. Toscana UNUS GRAPPA DI SAGRANTINO DI LORENZO Umbria GRAPPA DI SFORZATO INVITTI Lombardia SAGRI��� GRAPPA DI SAGRANTINO BIO MORETTI OMERO AZ. AGRICOLA/DISTILLATORE ROVERO Umbria GRAPPA CHARDONNAY UNICOVITIGNO PERONI MADDALENA Lombardia GRAPPA LAGREIN VITAE UNTERTHURNER Alto Adige GRAPPA DI PROSECCO VANZIN SELEZIONE / DISTILLATORE DI.VI.VA Veneto GRAPPA INVECCHIATA MEDAGLIA BEST GOLD 7.0 GRAPPA DI RUCHE’ MAZZETTI D’ALTAVILLA Piemonte MEDAGLIA GOLD GRAPPA BAROLO 2004 BECCARIS Piemonte GRAPPA GRAN RISERVA BORGO VECCHIO Trentino RISERVA PRIVATA GRAPPA BARRICCATA BOTTEGA Veneto GRAPPA TARDIVA DA UVE PASSITE BOTTEGA Veneto LA GRAPPA AFFINATA DI LA FIRMA CANTINE DEL NOTAIO/DISTILLATORE BERTAGNOLLI Basilicata CLEMENTE VII GRAPPA RIS. DA VINACCE CHIANTI CLASSICO CASTELLI DEL GREVE PESA/ DISTILLATORE D.E.T.A. Toscana SECOLO RISERVA BARRIQUE MILLESIMATA DOMENIS1898 Friuli LE GIARE DI AMARONE MARZADRO Trentino GRAPPA CRU CENTENARIO MORELLI Toscana MEMORA RISERVA BARRIQUE PEZZI Trentino GRAPPA CLESSIDRA PISONI Trentino LERA GRAPPA DI BAROLO SANCARLO Piemonte GRAPPA SEGNANA ALTO RILIEVO INV. IN BOTTI DA SHERRY SEGNANA Trentino GRAPPA SEGNANA SOLERA COLLEZIONE SEGNANA Trentino GRAPPA RISERVA LA SPEZIATA SIBONA Piemonte GRAPPA DI ORMEASCO RISERVA TENUTA MAFFONE/DISTILLATORE SIBONA Liguria GRAPPA GEWURTZTRAMINER RISERVA VILLA DE VARDA Trentino GRAPPA MULLER TURGAU RISERVA VILLA DE VARDA Trentino MEDAGLIA SILVER FUORICLASSE LEON RISERVA 3 ANNI CASTAGNER Veneto LA GRAPPA AFFINATA CANTINE DEL NOTAIO / DISTILLATORE BERTAGNOLLI Basilicata GRAPPA CRU 98 INVECCHIATA ACACIA MORELLI Toscana MEMORA 19 50 RISERVA DEL FONDATORE PEZZI Trentino GRAPPA RISERVA BOTTI DA PORTO SIBONA Piemonte GRAPPA RISERVA BOTTI DA SHERRY SIBONA Piemonte GRAPPA DI NEBBIOLO DA BAROLO INVECCHIATA VIEUX MOULIN Piemonte GRAPPA INV 30ANNI MONTE SABOTINO SEL GRAN RISERVA ZANIN Veneto GRAPPA GIOVANE AROMATICA MEDAGLIA GOLD GRAPPA GOLDMUSKATELLER GRAF KELLEREI ALGUND Alto Adige GRAPPA DI MOSCATO TOSCANO NANNONI NANNONI Toscana GRAPPA GEWURTZTRAMINER PISONI Trentino GRAPPA GIOVANE AROMATICA MEDAGLIA SILVER GRAPPA SORSI DI MOSCATO E BRACHETTO FRANCOLI Piemonte GIARE DI GEWURZTRAMINER MARZADRO Trentino GRAPPA DI MOSCATO ANTICHI MANSI TENUTA VILLANOVA Friuli GRAPPA GEWURZTRAMINER GRAF KELLEREI ALGUND Alto Adige GRAPPA INVECCHIATA AROMATICA MEDAGLIA GOLD GRAPPA MOSCATO 36 MESI BECCARIS Piemonte GRAPPA MOSCATO BARRICATA PISONI Trentino GRAPPA DI MOSCATO CATERINA VIEUX MOULIN Piemonte FIOR D’ARANCIO TARGA ILVA Veneto AMOSCA’ TARGA ILVA Veneto MEDAGLIA SILVER GRAPPA MORBIDA MAGNOBERTA Piemonte GRAPPA MALVASIA BARRICCATA 12 MESI PERONI MADDALENA Lombardia GRAPPA RISERVA BOTTI DA MADEIRA SIBONA Piemonte MMXVI GEWURTZTRAMINER INVECCHIATO VILLA LAVIOSA Trentino GRAPPA AROMATIZZATA MEDAGLIA SILVER GRAPPA E CIRMOLO VILLA LAVIOSA Trentino ACQUAVITE D’UVA AROMATICA MEDAGLIA GOLD UVEDILANGA DISTILLATO D’UVA SIBONA Piemonte
Per informazioni: www.anag.it
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Diciannove titoli regionali per i life savers della Sportiva Sturla
Nella giornata di domenica 24 marzo si sono svolte presso le piscine della Sciorba le finali regionali assolute di nuoto per salvamento e la Sportiva Sturla, nonostante assenze importanti ed infortuni ha brillato portando a casa 11 titoli individuali su 12 a disposizione e 8 titoli di squadra su 9 disponibili. Trascinatori indiscussi Martina Repetto, con 5 titoli individuali conquistati e Andrea Negrotto Cambiaso che conquista un poker d’assi! Andrea, insieme a Carlotta Tortello, Matilde Piatti e Desy Moretti non si sono risparmiati mettendosi a disposizione anche nelle finali regionali di nuoto a squadre disputatesi la stessa mattina. Ultimo, ma non per importanza, campione regionale assoluto Kevin Angeli, al suo primo titolo iridato!
Un atteso ritorno in vasca per le sturline Giulia Levrero, i cui successi e primati a livello nazionale ed internazionale hanno descritto diversi capitoli del salvamento italiano e Paola Rosatto giovane promessa costretta ad un lungo stop per infortunio. I campioni regionali assoluti a squadre: Andrea Negrotto Cambiaso, Lorenzo Omero, Enrico Guidi, Giorgio Santucci, Emanuele Dufour, Noah Erba, Kevin Angeli, Andrea Ponte, Giulia Levrero, Martina Repetto, Carlotta Tortello e Matilde Piatti.
Numerosi i podi ottenuti da tutta la squadra e i miglioramenti ottenuti da tutti i convocati: Francesca Triani, Matteo Magnani, Desy Moretti, Alessia Lentini, Camilla Erroi, Giulia Cammisotto, Beatrice Mantelli, Alisia Siberiu, Lucia Caridi, Pietro Cotrozzi, Andrea Rossi, Tito Quidacciolu.
Un plauso a tutti gli esordienti costanti nella crescita e nei miglioramenti: Alessandra Luccoli, Giulia Massa, Michela Cammisotto, Sara Lucifredi, Sofia Villa, Gabriele Taffone, Diego Muzio, Giuseppe Palmieri, Pietro Quidacciolu ed Alexander Fox. “Grazie a tutti perché i successi ottenuti sono il frutto di un lavoro di squadra in cui ognuno è protagonista indiscusso” sono parole del tecnico Veronica Marotta.
Marco Callai
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Diciannove titoli regionali per i life savers della Sportiva Sturla Diciannove titoli regionali per i life savers della Sportiva Sturla Nella giornata di domenica 24 marzo si sono svolte presso le piscine della Sciorba le finali regionali assolute di nuoto per salvamento e la Sportiva Sturla, nonostante assenze importanti ed infortuni ha brillato portando a casa 11 titoli individuali su 12 a disposizione e 8 titoli di squadra su 9 disponibili.
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The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014)
Another day at the “office”
Back in February, I spent a handful of days in the charmingly-imposing Italian town of Montefalco, as the U.S. media guest attending the anteprima showing of Sagrantino’s somewhat-troubled 2014 vintage.
Generally, the way that these things work is that we press-types get to sit around in beautiful locales tasting (and pontificating upon) the latest – and usually not-so-latest – vintages of a region, when we’re not attending dinners or visiting nearby producers, I mean. Just another day at the office…
After highlighting a handful of producers from that visit, I thought that I would wrap up the Sagrantino-related coverage here by sharing some of what I found to be among the more interesting wines that I encountered on that anteprima trip. Some of these wines will, in true 1WD form, be nigh-impossible to find, though most won’t; but think of this less as the brain-dump of tasting notes that it is, and more of an enthusiastic recommendation of some of Montefalco’s best producers.
Now that we’ve gotten that out of the way, I have what feels like ten billion wines to tell you about; and so, let’s get it started in here while the base keep runnin’ runnin’, and runnin’ runnin’…
2015 Tenuta Alzatura Rosso di Montefalco (Umbria, $NA)
We can’t – well, we can, but we shouldn’t – forget one of Montefalco Sagrantino’s little vinous brothers, Rosso di Montefalco, which in Cecchi Alzatura’s case hails from three different vineyards supplying the Sangiovese, Merlot, and Sagrantino making up the blend; a key advantage since, as Agronomo Alessandro Mariani told me, “In Montefalco, everything is in small pieces.” This offering is textbook for the region: chewy, sexy, plummy, and spicy.
2007 Tenuta Alzatura “Uno di Dieci” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $31)
When it comes to the burly Sagrantino grape, having perspective in essential, so it helps to taste something from an older, excellent vintage to get said perspective, as I was fortunate enough to do with Alzatura’s `07 incarnation of their “Uno di…” series. This is still young, but has kept its round, ripe, and generous fleshiness. Earthy, dark, leathery, juicy, and fruity, this one has character, power, and poise.
Scacciadiavoli’s imposing cellar
2015 Arnaldo-Caprai Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $46)
So… yeah, you’ve heard of these guys, who famously threw out their first vintage back in the 1970s, and now at 136 hectares of vines and 800,000+ bottles of wine a year are among the larger producers in the region. They’re fans of extended oak aging which, seemingly paradoxically, smooth out the rougher and ample Sagrantino tannins by adding more tannin (and thus elongating the tannin molecule chains and makes for a potentially silkier mouthfeel overall. This Rosso Riserva sees twenty months in oak, and it’s hot, burly, and big, while also being spicy, supple, and plummy. Get a good steak, because you’ll need it with this.
2014 Arnaldo-Caprai “25 Anniversario” Sagrantino di Montefalco Riserva (Umbria, $75)
This Sagrantino is the result of vineyard and barrel selections, resulting in a concentrated, meaty, and excellent red that’s crazy spicy, crazy powerful, and crazy smooth. The tannins might be supple, but they are also significant and abundant; the wine will definitely age, and it definitely requires it.
NV Scacciadiavoli Rosé Vino Spumante Brut Metodo Classico (Umbria, $NA)
And now for something completely different… here’s a side of Sagrantino that one rarely sees: namely, a “feminine” take. In this case, the burly grape is picked on the early side and given the Champagne treatment, including sur lie aging. The result is a combination of ripe red apple, brioche, and citrus tones, and is eminently gulpable.
2014 Di Filippo ‘Etnico’, Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This is a minor triumph of the challenging `14 vintage; laden with tobacco spice, ripe and tart plum fruit, and serious structure/grip, this is about as elegant as a young Sagrantino can get.
2014 Di Filippo Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
Tighter than a tourniquet, which has the advantage of temporarily showcasing freshness and minerality along with the more common Sagrantino elements of sipcy tobacco. This might not be ready for drinking until Elon Musk’s Roadster collides back into Earth…
Scacciadiavoli’s other imposing cellar
2014 Moretti Omero Sagrantino di Montefalco (Umbria, $36)
This gets very dark, very quickly, and moves from silky to mineral and gritty almost as quickly. Layers of herbal spiciness and dark fruits hint at something special ahead (if you can wait for it).
2014 Rocca di Fabbri Sagrantino di Montefalco (Umbria, $30)
Ohhhhhh! This one is getting very, very fresh with us! While it’s not the most complex Sagrantino you will encounter, the core structural elements and typicity are ridiculously strong with this excellent Sagrantino example. Taken with the acidic lift, it’s a winning combo.
2014 Fattoria Colleallodole Milziade Antano Sagrantino di Montefalco “Colleallodole” (Umbria, $45)
There’s so much going on here, it’s almost a little overwhelming at first blush; tobacco, herbs, flowers, mint, leather, plums… and lest you think that all of that reveal this early on might hint at a shorter aging curve, there are a shit-ton of tannins included for good measure to prove you wrong.
2014 Lungarotti Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Graphite, spices, and lots (and lots) of dark-fruited generousity, especially considering the vintage. It’s also powerful (and even a tad hot), but will make the steakhouse crowd very, very happy.
2014 Cantina Fratelli Pardi “Sacrantino” Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This single vineyard Sagrantino bears a name that hearkens back to the wine’s past, but is quite modern in presentation. Minty, brambly, and showing off black cherry, plum, and sweet tobacco action, this starts smooth, gets a nice lift in the middle, and ends powerfully and long. And I mean powerfully – at over 16% abv, this one will could get you onto your knees in pseudo-religious-prayer formation, and in short order.
2014 Valdanguis “Fortunato” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
Fortune favors the bold, and in this case, also the grippy, leathery, and spicy. Tobacco, dark cherry, game meat, and even a hint of salinity make this one one of the more compelling Sagrantino releases of the vintage, in my not-so-humble opinion.
Tenuta Bellafonte
2014 Tenuta Castelbuono “Carapace” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $38)
Part of the Lunelli group of brands, this wien is named after their famous tortuga shell-shaped edifice, which I can tell you from firsthand experience is a sort of odd wonder of design and construction. While the building might seem a bit on the whimsical side (and look like the giant Gamera decided to retire and become a winery), this Sagrantino isn’t fooling around at all. Elegant cigar spices, dried herbs, black and red cherry fruit, mineral, and even hints of roses are all packed into a fascinating aromatic profile.
2014 Cantine Adanti Arquata Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Tied up tight with sprigs of mint and other dried herbs, this red reveals little on the nose but starts to hint at great chewy fruitiness on the palate. That is, before said palate also tightens up into serious grip.
2014 Tenuta Bellafonte “Collenottolo” Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
You gotta admire the tenacity of this producer, who make 30,000 bottles a year from only estate fruit, and with only two wines in the portfolio. Going back in time with their vintages of Collenotolo was a treat, and it showcased how much their investment has paid off over the years (when asked how much that investment amounted to, owner Peter Heilbron replied “Too much! But pleasure has no price!”). The `14 Collenotolo is floral, herbal, earthy, minty, and full of cherries and spices on the palate. Sweet plums eventually take over, and the whole experience of drinking it is so nice that one feels compelled to keep going…
2013 Cantina Bartoloni “Essentia” Bianco Umbria Passito (Umbria, $NA)
It seems fitting to wrap all of this Montefalco-ing up with something uniquely Montefalco. While there’s plenty of dessert-style passito made from Sagrantino to be found in the area, the “Essentia” showcases Trebbiano instead, with no oak treatment. Apricot, sultana, and floral perfume on the enticing nose move to a soft palate entry, then to a sense of freshness, finishing with citrus peel and honey. All of which you’d need, too, if you had to wash down all of those burly, young Sagrantino reds…
Cheers!
Grab The 1WineDude.com Tasting Guide and start getting more out of every glass of wine today!
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Copyright © 2016. Originally at The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014) from 1WineDude.com – for personal, non-commercial use only. Cheers! Source: http://www.1winedude.com/the-almost-full-monty-montefalco-sagrantino-anteprima-2014/
source https://meself84.wordpress.com/2018/05/09/the-almost-full-monty-montefalco-sagrantino-anteprima-2014/ from Sommelier Courses https://sommeliercourses.blogspot.com/2018/05/the-almost-full-monty-montefalco.html
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The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014)
Another day at the “office”
Back in February, I spent a handful of days in the charmingly-imposing Italian town of Montefalco, as the U.S. media guest attending the anteprima showing of Sagrantino’s somewhat-troubled 2014 vintage.
Generally, the way that these things work is that we press-types get to sit around in beautiful locales tasting (and pontificating upon) the latest – and usually not-so-latest – vintages of a region, when we’re not attending dinners or visiting nearby producers, I mean. Just another day at the office…
After highlighting a handful of producers from that visit, I thought that I would wrap up the Sagrantino-related coverage here by sharing some of what I found to be among the more interesting wines that I encountered on that anteprima trip. Some of these wines will, in true 1WD form, be nigh-impossible to find, though most won’t; but think of this less as the brain-dump of tasting notes that it is, and more of an enthusiastic recommendation of some of Montefalco’s best producers.
Now that we’ve gotten that out of the way, I have what feels like ten billion wines to tell you about; and so, let’s get it started in here while the base keep runnin’ runnin’, and runnin’ runnin’…
2015 Tenuta Alzatura Rosso di Montefalco (Umbria, $NA)
We can’t – well, we can, but we shouldn’t – forget one of Montefalco Sagrantino’s little vinous brothers, Rosso di Montefalco, which in Cecchi Alzatura’s case hails from three different vineyards supplying the Sangiovese, Merlot, and Sagrantino making up the blend; a key advantage since, as Agronomo Alessandro Mariani told me, “In Montefalco, everything is in small pieces.” This offering is textbook for the region: chewy, sexy, plummy, and spicy.
2007 Tenuta Alzatura “Uno di Dieci” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $31)
When it comes to the burly Sagrantino grape, having perspective in essential, so it helps to taste something from an older, excellent vintage to get said perspective, as I was fortunate enough to do with Alzatura’s `07 incarnation of their “Uno di…” series. This is still young, but has kept its round, ripe, and generous fleshiness. Earthy, dark, leathery, juicy, and fruity, this one has character, power, and poise.
Scacciadiavoli’s imposing cellar
2015 Arnaldo-Caprai Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $46)
So… yeah, you’ve heard of these guys, who famously threw out their first vintage back in the 1970s, and now at 136 hectares of vines and 800,000+ bottles of wine a year are among the larger producers in the region. They’re fans of extended oak aging which, seemingly paradoxically, smooth out the rougher and ample Sagrantino tannins by adding more tannin (and thus elongating the tannin molecule chains and makes for a potentially silkier mouthfeel overall. This Rosso Riserva sees twenty months in oak, and it’s hot, burly, and big, while also being spicy, supple, and plummy. Get a good steak, because you’ll need it with this.
2014 Arnaldo-Caprai “25 Anniversario” Sagrantino di Montefalco Riserva (Umbria, $75)
This Sagrantino is the result of vineyard and barrel selections, resulting in a concentrated, meaty, and excellent red that’s crazy spicy, crazy powerful, and crazy smooth. The tannins might be supple, but they are also significant and abundant; the wine will definitely age, and it definitely requires it.
NV Scacciadiavoli Rosé Vino Spumante Brut Metodo Classico (Umbria, $NA)
And now for something completely different… here’s a side of Sagrantino that one rarely sees: namely, a “feminine” take. In this case, the burly grape is picked on the early side and given the Champagne treatment, including sur lie aging. The result is a combination of ripe red apple, brioche, and citrus tones, and is eminently gulpable.
2014 Di Filippo ‘Etnico’, Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This is a minor triumph of the challenging `14 vintage; laden with tobacco spice, ripe and tart plum fruit, and serious structure/grip, this is about as elegant as a young Sagrantino can get.
2014 Di Filippo Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
Tighter than a tourniquet, which has the advantage of temporarily showcasing freshness and minerality along with the more common Sagrantino elements of sipcy tobacco. This might not be ready for drinking until Elon Musk’s Roadster collides back into Earth…
Scacciadiavoli’s other imposing cellar
2014 Moretti Omero Sagrantino di Montefalco (Umbria, $36)
This gets very dark, very quickly, and moves from silky to mineral and gritty almost as quickly. Layers of herbal spiciness and dark fruits hint at something special ahead (if you can wait for it).
2014 Rocca di Fabbri Sagrantino di Montefalco (Umbria, $30)
Ohhhhhh! This one is getting very, very fresh with us! While it’s not the most complex Sagrantino you will encounter, the core structural elements and typicity are ridiculously strong with this excellent Sagrantino example. Taken with the acidic lift, it’s a winning combo.
2014 Fattoria Colleallodole Milziade Antano Sagrantino di Montefalco “Colleallodole” (Umbria, $45)
There’s so much going on here, it’s almost a little overwhelming at first blush; tobacco, herbs, flowers, mint, leather, plums… and lest you think that all of that reveal this early on might hint at a shorter aging curve, there are a shit-ton of tannins included for good measure to prove you wrong.
2014 Lungarotti Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Graphite, spices, and lots (and lots) of dark-fruited generousity, especially considering the vintage. It’s also powerful (and even a tad hot), but will make the steakhouse crowd very, very happy.
2014 Cantina Fratelli Pardi “Sacrantino” Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This single vineyard Sagrantino bears a name that hearkens back to the wine’s past, but is quite modern in presentation. Minty, brambly, and showing off black cherry, plum, and sweet tobacco action, this starts smooth, gets a nice lift in the middle, and ends powerfully and long. And I mean powerfully – at over 16% abv, this one will could get you onto your knees in pseudo-religious-prayer formation, and in short order.
2014 Valdanguis “Fortunato” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
Fortune favors the bold, and in this case, also the grippy, leathery, and spicy. Tobacco, dark cherry, game meat, and even a hint of salinity make this one one of the more compelling Sagrantino releases of the vintage, in my not-so-humble opinion.
Tenuta Bellafonte
2014 Tenuta Castelbuono “Carapace” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $38)
Part of the Lunelli group of brands, this wien is named after their famous tortuga shell-shaped edifice, which I can tell you from firsthand experience is a sort of odd wonder of design and construction. While the building might seem a bit on the whimsical side (and look like the giant Gamera decided to retire and become a winery), this Sagrantino isn’t fooling around at all. Elegant cigar spices, dried herbs, black and red cherry fruit, mineral, and even hints of roses are all packed into a fascinating aromatic profile.
2014 Cantine Adanti Arquata Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Tied up tight with sprigs of mint and other dried herbs, this red reveals little on the nose but starts to hint at great chewy fruitiness on the palate. That is, before said palate also tightens up into serious grip.
2014 Tenuta Bellafonte “Collenottolo” Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
You gotta admire the tenacity of this producer, who make 30,000 bottles a year from only estate fruit, and with only two wines in the portfolio. Going back in time with their vintages of Collenotolo was a treat, and it showcased how much their investment has paid off over the years (when asked how much that investment amounted to, owner Peter Heilbron replied “Too much! But pleasure has no price!”). The `14 Collenotolo is floral, herbal, earthy, minty, and full of cherries and spices on the palate. Sweet plums eventually take over, and the whole experience of drinking it is so nice that one feels compelled to keep going…
2013 Cantina Bartoloni “Essentia” Bianco Umbria Passito (Umbria, $NA)
It seems fitting to wrap all of this Montefalco-ing up with something uniquely Montefalco. While there’s plenty of dessert-style passito made from Sagrantino to be found in the area, the “Essentia” showcases Trebbiano instead, with no oak treatment. Apricot, sultana, and floral perfume on the enticing nose move to a soft palate entry, then to a sense of freshness, finishing with citrus peel and honey. All of which you’d need, too, if you had to wash down all of those burly, young Sagrantino reds…
Cheers!
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Copyright © 2016. Originally at The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014) from 1WineDude.com – for personal, non-commercial use only. Cheers! Source: http://www.1winedude.com/the-almost-full-monty-montefalco-sagrantino-anteprima-2014/
from Linda Johnson https://meself84.wordpress.com/2018/05/09/the-almost-full-monty-montefalco-sagrantino-anteprima-2014/
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The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014)
Another day at the “office”
Back in February, I spent a handful of days in the charmingly-imposing Italian town of Montefalco, as the U.S. media guest attending the anteprima showing of Sagrantino’s somewhat-troubled 2014 vintage.
Generally, the way that these things work is that we press-types get to sit around in beautiful locales tasting (and pontificating upon) the latest – and usually not-so-latest – vintages of a region, when we’re not attending dinners or visiting nearby producers, I mean. Just another day at the office…
After highlighting a handful of producers from that visit, I thought that I would wrap up the Sagrantino-related coverage here by sharing some of what I found to be among the more interesting wines that I encountered on that anteprima trip. Some of these wines will, in true 1WD form, be nigh-impossible to find, though most won’t; but think of this less as the brain-dump of tasting notes that it is, and more of an enthusiastic recommendation of some of Montefalco’s best producers.
Now that we’ve gotten that out of the way, I have what feels like ten billion wines to tell you about; and so, let’s get it started in here while the base keep runnin’ runnin’, and runnin’ runnin’…
2015 Tenuta Alzatura Rosso di Montefalco (Umbria, $NA)
We can’t – well, we can, but we shouldn’t – forget one of Montefalco Sagrantino’s little vinous brothers, Rosso di Montefalco, which in Cecchi Alzatura’s case hails from three different vineyards supplying the Sangiovese, Merlot, and Sagrantino making up the blend; a key advantage since, as Agronomo Alessandro Mariani told me, “In Montefalco, everything is in small pieces.” This offering is textbook for the region: chewy, sexy, plummy, and spicy.
2007 Tenuta Alzatura “Uno di Dieci” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $31)
When it comes to the burly Sagrantino grape, having perspective in essential, so it helps to taste something from an older, excellent vintage to get said perspective, as I was fortunate enough to do with Alzatura’s `07 incarnation of their “Uno di…” series. This is still young, but has kept its round, ripe, and generous fleshiness. Earthy, dark, leathery, juicy, and fruity, this one has character, power, and poise.
Scacciadiavoli’s imposing cellar
2015 Arnaldo-Caprai Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $46)
So… yeah, you’ve heard of these guys, who famously threw out their first vintage back in the 1970s, and now at 136 hectares of vines and 800,000+ bottles of wine a year are among the larger producers in the region. They’re fans of extended oak aging which, seemingly paradoxically, smooth out the rougher and ample Sagrantino tannins by adding more tannin (and thus elongating the tannin molecule chains and makes for a potentially silkier mouthfeel overall. This Rosso Riserva sees twenty months in oak, and it’s hot, burly, and big, while also being spicy, supple, and plummy. Get a good steak, because you’ll need it with this.
2014 Arnaldo-Caprai “25 Anniversario” Sagrantino di Montefalco Riserva (Umbria, $75)
This Sagrantino is the result of vineyard and barrel selections, resulting in a concentrated, meaty, and excellent red that’s crazy spicy, crazy powerful, and crazy smooth. The tannins might be supple, but they are also significant and abundant; the wine will definitely age, and it definitely requires it.
NV Scacciadiavoli Rosé Vino Spumante Brut Metodo Classico (Umbria, $NA)
And now for something completely different… here’s a side of Sagrantino that one rarely sees: namely, a “feminine” take. In this case, the burly grape is picked on the early side and given the Champagne treatment, including sur lie aging. The result is a combination of ripe red apple, brioche, and citrus tones, and is eminently gulpable.
2014 Di Filippo ‘Etnico’, Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This is a minor triumph of the challenging `14 vintage; laden with tobacco spice, ripe and tart plum fruit, and serious structure/grip, this is about as elegant as a young Sagrantino can get.
2014 Di Filippo Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
Tighter than a tourniquet, which has the advantage of temporarily showcasing freshness and minerality along with the more common Sagrantino elements of sipcy tobacco. This might not be ready for drinking until Elon Musk’s Roadster collides back into Earth…
Scacciadiavoli’s other imposing cellar
2014 Moretti Omero Sagrantino di Montefalco (Umbria, $36)
This gets very dark, very quickly, and moves from silky to mineral and gritty almost as quickly. Layers of herbal spiciness and dark fruits hint at something special ahead (if you can wait for it).
2014 Rocca di Fabbri Sagrantino di Montefalco (Umbria, $30)
Ohhhhhh! This one is getting very, very fresh with us! While it’s not the most complex Sagrantino you will encounter, the core structural elements and typicity are ridiculously strong with this excellent Sagrantino example. Taken with the acidic lift, it’s a winning combo.
2014 Fattoria Colleallodole Milziade Antano Sagrantino di Montefalco “Colleallodole” (Umbria, $45)
There’s so much going on here, it’s almost a little overwhelming at first blush; tobacco, herbs, flowers, mint, leather, plums… and lest you think that all of that reveal this early on might hint at a shorter aging curve, there are a shit-ton of tannins included for good measure to prove you wrong.
2014 Lungarotti Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Graphite, spices, and lots (and lots) of dark-fruited generousity, especially considering the vintage. It’s also powerful (and even a tad hot), but will make the steakhouse crowd very, very happy.
2014 Cantina Fratelli Pardi “Sacrantino” Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This single vineyard Sagrantino bears a name that hearkens back to the wine’s past, but is quite modern in presentation. Minty, brambly, and showing off black cherry, plum, and sweet tobacco action, this starts smooth, gets a nice lift in the middle, and ends powerfully and long. And I mean powerfully – at over 16% abv, this one will could get you onto your knees in pseudo-religious-prayer formation, and in short order.
2014 Valdanguis “Fortunato” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
Fortune favors the bold, and in this case, also the grippy, leathery, and spicy. Tobacco, dark cherry, game meat, and even a hint of salinity make this one one of the more compelling Sagrantino releases of the vintage, in my not-so-humble opinion.
Tenuta Bellafonte
2014 Tenuta Castelbuono “Carapace” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $38)
Part of the Lunelli group of brands, this wien is named after their famous tortuga shell-shaped edifice, which I can tell you from firsthand experience is a sort of odd wonder of design and construction. While the building might seem a bit on the whimsical side (and look like the giant Gamera decided to retire and become a winery), this Sagrantino isn’t fooling around at all. Elegant cigar spices, dried herbs, black and red cherry fruit, mineral, and even hints of roses are all packed into a fascinating aromatic profile.
2014 Cantine Adanti Arquata Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Tied up tight with sprigs of mint and other dried herbs, this red reveals little on the nose but starts to hint at great chewy fruitiness on the palate. That is, before said palate also tightens up into serious grip.
2014 Tenuta Bellafonte “Collenottolo” Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
You gotta admire the tenacity of this producer, who make 30,000 bottles a year from only estate fruit, and with only two wines in the portfolio. Going back in time with their vintages of Collenotolo was a treat, and it showcased how much their investment has paid off over the years (when asked how much that investment amounted to, owner Peter Heilbron replied “Too much! But pleasure has no price!”). The `14 Collenotolo is floral, herbal, earthy, minty, and full of cherries and spices on the palate. Sweet plums eventually take over, and the whole experience of drinking it is so nice that one feels compelled to keep going…
2013 Cantina Bartoloni “Essentia” Bianco Umbria Passito (Umbria, $NA)
It seems fitting to wrap all of this Montefalco-ing up with something uniquely Montefalco. While there’s plenty of dessert-style passito made from Sagrantino to be found in the area, the “Essentia” showcases Trebbiano instead, with no oak treatment. Apricot, sultana, and floral perfume on the enticing nose move to a soft palate entry, then to a sense of freshness, finishing with citrus peel and honey. All of which you’d need, too, if you had to wash down all of those burly, young Sagrantino reds…
Cheers!
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The Almost-Full Monty (Montefalco Sagrantino Anteprima 2014)
Another day at the “office”
Back in February, I spent a handful of days in the charmingly-imposing Italian town of Montefalco, as the U.S. media guest attending the anteprima showing of Sagrantino’s somewhat-troubled 2014 vintage.
Generally, the way that these things work is that we press-types get to sit around in beautiful locales tasting (and pontificating upon) the latest – and usually not-so-latest – vintages of a region, when we’re not attending dinners or visiting nearby producers, I mean. Just another day at the office…
After highlighting a handful of producers from that visit, I thought that I would wrap up the Sagrantino-related coverage here by sharing some of what I found to be among the more interesting wines that I encountered on that anteprima trip. Some of these wines will, in true 1WD form, be nigh-impossible to find, though most won’t; but think of this less as the brain-dump of tasting notes that it is, and more of an enthusiastic recommendation of some of Montefalco’s best producers.
Now that we’ve gotten that out of the way, I have what feels like ten billion wines to tell you about; and so, let’s get it started in here while the base keep runnin’ runnin’, and runnin’ runnin’…
2015 Tenuta Alzatura Rosso di Montefalco (Umbria, $NA)
We can’t – well, we can, but we shouldn’t – forget one of Montefalco Sagrantino’s little vinous brothers, Rosso di Montefalco, which in Cecchi Alzatura’s case hails from three different vineyards supplying the Sangiovese, Merlot, and Sagrantino making up the blend; a key advantage since, as Agronomo Alessandro Mariani told me, “In Montefalco, everything is in small pieces.” This offering is textbook for the region: chewy, sexy, plummy, and spicy.
2007 Tenuta Alzatura “Uno di Dieci” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $31)
When it comes to the burly Sagrantino grape, having perspective in essential, so it helps to taste something from an older, excellent vintage to get said perspective, as I was fortunate enough to do with Alzatura’s `07 incarnation of their “Uno di…” series. This is still young, but has kept its round, ripe, and generous fleshiness. Earthy, dark, leathery, juicy, and fruity, this one has character, power, and poise.
Scacciadiavoli’s imposing cellar
2015 Arnaldo-Caprai Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $46)
So… yeah, you’ve heard of these guys, who famously threw out their first vintage back in the 1970s, and now at 136 hectares of vines and 800,000+ bottles of wine a year are among the larger producers in the region. They’re fans of extended oak aging which, seemingly paradoxically, smooth out the rougher and ample Sagrantino tannins by adding more tannin (and thus elongating the tannin molecule chains and makes for a potentially silkier mouthfeel overall. This Rosso Riserva sees twenty months in oak, and it’s hot, burly, and big, while also being spicy, supple, and plummy. Get a good steak, because you’ll need it with this.
2014 Arnaldo-Caprai “25 Anniversario” Sagrantino di Montefalco Riserva (Umbria, $75)
This Sagrantino is the result of vineyard and barrel selections, resulting in a concentrated, meaty, and excellent red that’s crazy spicy, crazy powerful, and crazy smooth. The tannins might be supple, but they are also significant and abundant; the wine will definitely age, and it definitely requires it.
NV Scacciadiavoli Rosé Vino Spumante Brut Metodo Classico (Umbria, $NA)
And now for something completely different… here’s a side of Sagrantino that one rarely sees: namely, a “feminine” take. In this case, the burly grape is picked on the early side and given the Champagne treatment, including sur lie aging. The result is a combination of ripe red apple, brioche, and citrus tones, and is eminently gulpable.
2014 Di Filippo ‘Etnico’, Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This is a minor triumph of the challenging `14 vintage; laden with tobacco spice, ripe and tart plum fruit, and serious structure/grip, this is about as elegant as a young Sagrantino can get.
2014 Di Filippo Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
Tighter than a tourniquet, which has the advantage of temporarily showcasing freshness and minerality along with the more common Sagrantino elements of sipcy tobacco. This might not be ready for drinking until Elon Musk’s Roadster collides back into Earth…
Scacciadiavoli’s other imposing cellar
2014 Moretti Omero Sagrantino di Montefalco (Umbria, $36)
This gets very dark, very quickly, and moves from silky to mineral and gritty almost as quickly. Layers of herbal spiciness and dark fruits hint at something special ahead (if you can wait for it).
2014 Rocca di Fabbri Sagrantino di Montefalco (Umbria, $30)
Ohhhhhh! This one is getting very, very fresh with us! While it’s not the most complex Sagrantino you will encounter, the core structural elements and typicity are ridiculously strong with this excellent Sagrantino example. Taken with the acidic lift, it’s a winning combo.
2014 Fattoria Colleallodole Milziade Antano Sagrantino di Montefalco “Colleallodole” (Umbria, $45)
There’s so much going on here, it’s almost a little overwhelming at first blush; tobacco, herbs, flowers, mint, leather, plums… and lest you think that all of that reveal this early on might hint at a shorter aging curve, there are a shit-ton of tannins included for good measure to prove you wrong.
2014 Lungarotti Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Graphite, spices, and lots (and lots) of dark-fruited generousity, especially considering the vintage. It’s also powerful (and even a tad hot), but will make the steakhouse crowd very, very happy.
2014 Cantina Fratelli Pardi “Sacrantino” Montefalco Sagrantino (Umbria, $NA)
This single vineyard Sagrantino bears a name that hearkens back to the wine’s past, but is quite modern in presentation. Minty, brambly, and showing off black cherry, plum, and sweet tobacco action, this starts smooth, gets a nice lift in the middle, and ends powerfully and long. And I mean powerfully – at over 16% abv, this one will could get you onto your knees in pseudo-religious-prayer formation, and in short order.
2014 Valdanguis “Fortunato” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
Fortune favors the bold, and in this case, also the grippy, leathery, and spicy. Tobacco, dark cherry, game meat, and even a hint of salinity make this one one of the more compelling Sagrantino releases of the vintage, in my not-so-humble opinion.
Tenuta Bellafonte
2014 Tenuta Castelbuono “Carapace” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $38)
Part of the Lunelli group of brands, this wien is named after their famous tortuga shell-shaped edifice, which I can tell you from firsthand experience is a sort of odd wonder of design and construction. While the building might seem a bit on the whimsical side (and look like the giant Gamera decided to retire and become a winery), this Sagrantino isn’t fooling around at all. Elegant cigar spices, dried herbs, black and red cherry fruit, mineral, and even hints of roses are all packed into a fascinating aromatic profile.
2014 Cantine Adanti Arquata Sagrantino di Montefalco (Umbria, $45)
Tied up tight with sprigs of mint and other dried herbs, this red reveals little on the nose but starts to hint at great chewy fruitiness on the palate. That is, before said palate also tightens up into serious grip.
2014 Tenuta Bellafonte “Collenottolo” Montefalco Sagrantino (Umbria, $50)
You gotta admire the tenacity of this producer, who make 30,000 bottles a year from only estate fruit, and with only two wines in the portfolio. Going back in time with their vintages of Collenotolo was a treat, and it showcased how much their investment has paid off over the years (when asked how much that investment amounted to, owner Peter Heilbron replied “Too much! But pleasure has no price!”). The `14 Collenotolo is floral, herbal, earthy, minty, and full of cherries and spices on the palate. Sweet plums eventually take over, and the whole experience of drinking it is so nice that one feels compelled to keep going…
2013 Cantina Bartoloni “Essentia” Bianco Umbria Passito (Umbria, $NA)
It seems fitting to wrap all of this Montefalco-ing up with something uniquely Montefalco. While there’s plenty of dessert-style passito made from Sagrantino to be found in the area, the “Essentia” showcases Trebbiano instead, with no oak treatment. Apricot, sultana, and floral perfume on the enticing nose move to a soft palate entry, then to a sense of freshness, finishing with citrus peel and honey. All of which you’d need, too, if you had to wash down all of those burly, young Sagrantino reds…
Cheers!
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di Stefania Mezzina
GARRUFO – Venerdì 2 agosto, a Garrufo di Sant’Omero, alle ore 21.30, prenderà il via la cerimonia di premiazione della quattordicesima edizione del concorso letterario racconto breve, dedicato all’intellettuale teramano Giammario Sgattoni, promosso dalla associazione Pro Loco di Garrufo.
L’edizione di quest’anno, sul tema “I racconti della valigia. Storie di viaggi reali o immaginari”, è stata vinta da Menotti Sergio Di Diodoro di Giulianova, con il racconto “Viaggio verso un giorno di aprile”; seconda si è classificata Ivana Barbara Torto di Bucchianico, autrice di “Una favola degli anni Settanta a Sant’Omero”; e terzo Davide Maceroni di Avezzano, con “Una valigia di carta”.
La giuria, presieduta dal giornalista Rai Antimo Amore, ha assegnato altri due riconoscimenti: il Premio al miglior Autore giovane, di età compresa tra i 18 e i 35 anni a Eliana Giraudo di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo; e il Premio al miglior Autore giovane, di età compresa tra i 14 e i 17 anni a Beatrice Saccomandi di Notaresco, In quest’ultima categoria sono stati segnalati gli elaborati di Alice Valente di Villamagna (Ch) e della classe terza del Liceo Economico-Sociale “Saffo” di Roseto degli Abruzzi.
Nell’edizione 2019 il “Premio per la cultura”, consistente in un piatto in ceramica realizzato dalla Piccola Opera Charitas di Giulianova, andrà a Lucilla Sergiacomo. Autrice della storia della letteratura italiana “I volti della letteratura” (Paravia 2005-2007, voll. 7), la scrittrice ha pubblicato saggi in volume su Flaiano, Gadda, Svevo, oltre a studi su narratori abruzzesi. È stata vicepresidente dei “Premi Internazionali Flaiano”, membro della Giuria dei “Premi Internazionali Flaiano” di Letteratura e Teatro, e vicepresidente dell’Istituto di Studi crociani e del Centro Studi dannunziani.
La serata del 2 agosto verrà dedicata al poeta e critico letterario Vito Moretti, scomparso il 9 febbraio scorso, al quale nel 2018 fu consegnato il primo “Premio alla cultura”. Verrà, inoltre, presentato il libro Giammario Sgattoni: la voce del cantore delicato (Ed. Macabor, di Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza), curato da Bonifacio Vincenzi, con scritti di Pietro Civitareale, Simone Gambacorta, Andrea Giampietro, Ottaviano Giannangeli, Massimo Pamio, Renato Parente, Luigi Ponziani, Giuseppe Rosato, Marcello Sgattoni ed Enrico Di Carlo.
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;widows: 2;-webkit-text-stroke-width: 0px;text-decoration-style: initial;text-decoration-color: initial;word-spacing:0px”>Gli esordienti portano a casa 3 titoli regionali, 6 argenti e 4 bronzi. Si laureano Campioni Regionali individuali: Alessandra Luccoli e Gabriele Taffone. Campioni regionali a squadre: Diego Muzio Giuseppe Palmieri Gabriele Taffone e Pietro Quidacciolu. Tra i medagliati regionali individuali: Sara Lucifredi Michela Cammisotto Diego Muzio e Giuseppe Palmieri. Tra i medagliati regionali a squadre: Sara Lucifredi Michela Cammisotto Giulia Massa e Alessandra Luccoli. Buoni gli esordi di Sofia Villa, Asia Zolezzi ed Alexander Fox.
Ragazzi, Junior, Cadetti e Senior: 29 titoli individuali su 47 disponibili, 14 titoli a squadre su 24 disponibili. Mattatrice delle gare individuali Martina Repetto con 5 ori vinti. Poker d’assi per Tito Quidacciolu Giorgio Santucci e Andrea Negrotto Cambiaso. Si laureano Campioni Regionali Matilde Piatti, Carlotta Tortello, Enrico Guidi, Cecilia Gasperini, Desy Moretti, Andrea Rossi, Alessia Lentini e Giulia Cammisotto.
Medagliati individuali: Simone Marangon, Kevin Angeli, Viviana Di Giorgio, Lucia Caridi, Lorenzo Omero, Matteo Magnani, Emanuele Dufour, Noah Erba e Camilla Erroi. Campioni e Medagliati a squadre oltre i precedenti: Pietro Cotrozzi, Riccardo Cotrozzi, Francesco Di Giampaolo, Elena Spotti, Irene Massa, Beatrice Mantelli, Ginevra Gualco e Mattia Molè. Buone e in continuo miglioramento le giovanissime Francesca Triani, Alisia Siberiu, Lisa Pernthaler e Silvia Verrinea.
Numerosi anche i pass ottenuti per i campionati italiani di categoria che si vanno ad aggiungere a quelli precedentemente centrati.
Marco Callai
Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
NetParade.it
Quezzi.it
AlfaRecovery.com
Comuni-italiani.it
Il Secolo XIX
CentroRicambiCucine.it
Contatti
Stefano Brizzante
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Genova Celebra Colombo
La Sportiva Sturla fa incetta di titoli e medaglie ai Regionali di Salvamento ;widows: 2;-webkit-text-stroke-width: 0px;text-decoration-style: initial;text-decoration-color: initial;word-spacing:0px">Gli esordienti portano a casa 3 titoli regionali, 6 argenti e 4 bronzi.
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Il mago della critica, l’illusionista delle lettere, il sognatore in esilio: dialogo con Paolo Lagazzi
L’illusionista non elude la realtà – ne compie il mistero. D’altronde, lo scrittore, estremo illusionista, gioca con i verbi fino al punto da farci credere che ciò che scrive sia la ‘verità’ – e in effetti, non c’è altra verità plausibile, palpabile, possibile. Maestro del vuoto e dell’elusione, esperto nel magistero di ciò che è estinto, in un gracidio di magie, è Paolo Lagazzi, autore, nel 1994, per Diabasis – poi Moretti & Vitali, 2006 – di un libro straordinario, Per un ritratto dello scrittore da mago, che in realtà è un inno alchemico all’esercizio della critica. Senza il critico, infatti, che combina le frasi dando vocalità al vuoto, che mostra nascondendo, la letteratura non c’è, o meglio, resta guscio arcano. In quel lontano libro Lagazzi, eroe di una critica creativa, istintiva, fieramente rabdomantica, dagli interessi speciali e molteplici – ha curato, tra l’altro, le opera del poeta giapponese contemporaneo Kikuo Takano e una illuminante “Antologia di poesia giapponese” – raccoglieva un testo, Il mago della critica, che principiava così: “Nessun critico dei nostri anni… mi sembra più prossimo al vero, solitario e ardente spirito della magia antica e rinascimentale, di Pietro Citati”. Ora quel capitolo è evoluto in libro, Il mago della critica. La letteratura secondo Pietro Citati (Alpes, 2018), in cui Lagazzi – che di Citati, nel 2005, ha curato il ‘Meridiano’ Mondadori La civiltà letteraria europea. Da Omero a Nabokov – sistema i suoi pezzi critici intorno all’esimio, coronati da una introduzione – Incontrare Citati – narrativamente strepitosa – leggera e sinuosamente verticale: d’altronde, Lagazzi è anche sapiente scrittore, leggetevi il romanzo Light stone, edito da Passigli nel 2014 – il cui centro, appunto, sono i giochi di prestigio, i “trucchetti da poco”, come dice Lagazzi – dubitare sempre delle affermazioni di un illusionista – in cui il critico è versato. Penso che la leggerezza sia un carattere di Lagazzi – d’altronde un ‘trucco’ è un trucco, lo stupore di un istante, la suspance con eredità di vento e di risa. E la dedizione, quasi teologia. Oltre a Citati, ancor prima, soprattutto, Lagazzi è stato ammaliato dalla magia poetica di Attilio Bertolucci, di cui ha curato il ‘Meridiano’ delle Opere (1997) e uno stuolo di materiali: per Moretti & Vitali ha appena compiuto un ragionamento ulteriore in Come ascoltassi il battito d’un cuore. Incontri nel cammino di Attilio (2018). Questo essere fuori luogo, a lato, con parole dai rilievi arcani, affascina di Lagazzi. D’altronde, il critico illusionista fa così: ti fa entrare nell’opera letteraria senza scassinare le porte, ti mostra la stanza segreta, l’alcova degli amori e degli orrori, ti giri, e lui, magicamente, non c’è, è svanito, sembra non esserci mai stato. (Davide Brullo)
Anche parlando di Citati torna la tua mania per il ‘magico’. In cosa è ‘mago’ Citati; in cosa lo è stato Bertolucci?
Molte volte Bertolucci ha detto che ciò che gli interessava più di tutto era cogliere con i suoi versi delle “epifanie”, cioè dei momenti magici, quei momenti in cui la realtà manifesta qualcosa d’ineffabile, di miracoloso, qualcosa che, in termini proustiani, si potrebbe forse definire un punto d’intersezione fra il tempo e l’eternità. La “luce vera” di cui la poesia di Bertolucci vibra non è mai nudo realismo: nei suoi versi l’esperienza quotidiana si nutre di magia, cioè lievita, si decanta, si trasfigura, si apre sottilmente al fantastico, al sogno, alla rêverie. Citati è stato ed è un mago in un altro senso: la sua pratica saggistica è lontana dalle tendenze critiche dominanti nel Novecento ispirate ai principi della psicanalisi o alle idee ‘scientifiche’ dello strutturalismo. Il lavoro critico di Citati ha le sue fonti anzitutto nel pensiero e nell’opera di Goethe, e attraverso Goethe risale alle fonti della grande tradizione ermetica antica e rinascimentale: l’alchimia, l’astrologia, la gnosi, la Qabbalah. Per Citati, come per Goethe, tutto è legato a tutto attraverso un’infinita rete di relazioni, fili, analogie, “corrispondenze”: interpretare un testo significa esplorare questa rete, coglierne le risonanze e gli armonici, percepirne gli echi fluttuanti fra la terra e il cielo. I saggi di Citati hanno un vasto respiro, e ci comunicano ampie visioni dei testi di cui si occupano, perché non sono mai compressi negli spazi angusti dello scientismo critico contemporaneo, perché ci conducono a riscoprire la letteratura come una grande magia. È l’insieme del suo originalissimo lavoro saggistico che esploro nel mio recente libro Il mago della critica.
A proposito di magia come atto di critica letteraria: mi pare che il gioco di prestigio culturale, oggi, sia che il critico, magicamente, è scomparso… Dimmi tu. Soprattutto, ribadendo il compito (necessario, inutile?) della critica letteraria medesima.
Senza una critica incisiva e sapiente la società letteraria corre di continuo il rischio di precipitare in un caos in cui è impossibile distinguere i testi mediocri da quelli originali, i prodotti di puro mestiere (spesso svenduti come ‘casi’ eclatanti) dai capolavori. Eppure nessun genere letterario è più in crisi, oggi, della critica. Questa crisi ha anzitutto due cause. La prima: le strategie dell’editoria e dei media. Sempre più mossi da obiettivi commerciali e da ragioni di mero interesse, gli editori sentono la critica come un pericolo e tendono a scavalcarla in quanto pensiero potenzialmente in grado di valutare il valore dei testi (i libri ormai si trovano dovunque, anche nei supermarket e nei motel; il semplice gioco dell’offerta diretta, o della réclame sulle pagine dei quotidiani, su Internet e perfino attraverso le tv, è più che sufficiente a creare un rapporto tra produttori e consumatori, con tanti saluti e sberleffi ai critici). La seconda causa è l’eterna debolezza della scuola in genere e soprattutto dell’università, incapace di offrire ai giovani dei modelli vivi, forti, appassionanti di critica (quasi nessun critico di un certo valore appartiene al mondo universitario). I pochi critici che compiono ancora il loro lavoro con rigore, fantasia e passione appaiono sempre più degli eredi di don Chisciotte, delle mosche bianche o dei fantasmi vaganti tra le rovine. Per questi sognatori in esilio (tra i quali, permettimi di dirlo, metterei sia te che me stesso) un saggista come Pietro Citati resta una figura imprescindibile di riferimento. Citati è davvero uno degli ultimi, irripetibili maestri della critica letteraria europea.
Qual è il poeta ‘magico’ della lirica contemporanea, a tuo avviso?
Se ti rispondo Attilio Bertolucci mi dirai che sono ripetitivo, ma credo davvero che lui sia un poeta magico in quanto capace come quasi nessun altro di rivelarci la semplice realtà quotidiana come luogo di segreta bellezza, come intreccio di soffi e vibrazioni sottili, come corpo pulsante dei battiti cardiaci del mondo. L’altro straordinario poeta-mago del Novecento italiano è Sandro Penna: anche lui come Bertolucci, sebbene con un taglio stilistico tendente al frammento e non alla durata, sa mostrarci quanto di leggendario, di numinoso e arcano si annida nella vita d’ogni giorno. Mi limito a ricordarti di Bertolucci “fresca erba / su cui volano farfalle / come i pensieri d’amore / nei tuoi occhi”, e di Penna “Il caldo, il freddo delle sale d’aspetto. / il mondo mi pareva un chiaro sogno, / la vita d’ogni giorno una leggenda”. Cosa di più magico è stato scritto in Italia nel Novecento?
La letteratura, a tuo avviso, deve ferire o suturare?
Bella domanda! Come dire: gli scrittori devono essere dei guerrieri o dei medici? Ti rispondo al volo: cosa sarebbe la letteratura moderna senza la forza dirompente, puntuta, urticante della voce di un Céline? Eppure Céline era, nella vita, proprio un medico, e non a caso ha dedicato la sua tesi di laurea al dottor Semmelweis, l’uomo che, inaugurando la pratica della disinfezione nell’ambito ostetrico, ha salvato la vita d’infinite donne. Forse nella durezza astiosa, nell’energia corrosiva delle parole di Céline cova, se sappiamo riconoscerlo, un fondo pietoso, un bisogno estremo di spingere gli uomini a curarsi, a ‘capire’… Certo egli non ha sempre ragione, e non pretende nemmeno di averla: spesso davvero straparla, sembra ubriaco (lui che era astemio!), cade nel delirio… Ma nella sua voce aspra, stralunata c’è anche, credo, un amore paradossale per l’umanità, una sorta di tenerezza esacerbata, un inconfessabile risvolto pedagogico. Pensa, a questo proposito, anche allo ‘stile’ dei maestri zen, a quella loro propensione a usare di tanto in tanto forme di violenza (sberle calci pugni) nei confronti dei loro allievi che nasce dal desiderio di risvegliarli alla Via del Buddha, cioè da una forma di compassione. Perfino un classico del disagio moderno come Les fleurs du mal è un libro che ci ferisce per compassione, che ci ricorda di continuo la nostra pesantezza, i nostri limiti, le nostre follie per aiutarci a risalire verso il cielo della bellezza, verso l’altrove, verso l’infinito. In sintesi: la letteratura sfugge alle categorie: sa altrettanto ferire quanto curare. L’unica cosa che deve evitare, per essere buona letteratura, è di cadere nel partito preso, nelle soluzioni a senso unico, nell’ideologia. Sia gli autori che vogliono solo graffiare – apparire acidi, urticanti, trasgressivi, blasfemi – sia quelli che desiderano solo curare – offrire immagini dolci, avvolgenti come bende, suasive come carezze – mi hanno sempre infastidito.
Come si coniuga il critico prestigiatore con il fascino per il Tao? Che sguardo ‘critico’ porta in sé il Tao? A naso, dico, da vagabondo senza tenda, mi pare che il pensiero orientale propenda verso il ‘vuoto’, mentre il cristianesimo – che ha forgiato la nostra visione artistica – sia centrato sulla ‘carne’, sul ‘pieno’ (si risorge con il corpo, non con l’anima bella). Dimmi.
La via del Tao ha molto a che fare con la magia in tutti i suoi aspetti, anche con quella dei prestigiatori; non è un caso se Emanuele Trevi ha intitolato Il Tao della Critica la sua acuta prefazione alla seconda edizione del mio libro Per un ritratto dello scrittore da mago. Il Taoismo ci invita a riconoscere che nel movimento cosmico tutto muta di continuo: le illusioni e la verità non sono dunque che due volti della stessa Metamorfosi senza nome di cui il cerchio del Tao, con l’abbraccio in forma serpentina tra lo yin e lo yang, è il simbolo. Gli illusionisti, i maghi teatrali, i prestigiatori giocano con la metamorfosi entrando e uscendo dai confini dell’apparenza, rovesciando i foulard e le tasche, mostrando le cose da punti di vista diversi, attraversando specchi, formando e sciogliendo nodi, facendo apparire e sparire tortore, fiori, candele… e così via, all’infinito, ad libitum. La loro mobilità e fluidità è, secondo me, una bellissima metafora, una preziosa lezione di libertà e leggerezza per tutti, ma in particolare per gli scrittori dei nostri anni, troppo spesso invischiati nella pesantezza del nuovo engagement o viceversa dediti a una scrittura di puro intrattenimento che però, del respiro mozartiano dei grandi illusionisti, ha davvero ben poco. Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda vorrei risponderti: nessuna religione, forse, come quella cristiana è stata sottoposta nei secoli a tante interpretazioni diverse. Certo, il senso della “carne” ha contato moltissimo in Occidente, ha influenzato enormemente le arti plastiche, la scrittura e il pensiero, ma già nel Medioevo un geniale mistico cristiano come Meister Eckhart era molto prossimo all’intuizione zen del vuoto o del nulla, e anche fra i teologi contemporanei non pochi si sono avvicinati a quella prospettiva: basti pensare a Thomas Merton, a padre Lassalle o a Paul Knitter, autore di un saggio (Senza Buddha non potrei essere cristiano, pubblicato in Italia da Fazi) che rilegge il cristianesimo in un’ottica esplicitamente buddhista. Mai come oggi simili aperture interpretative possono stimolarci a riscoprire la ricchezza plurale, la complessità, la bellezza variegata (per dirla col grande gesuita Gerald Manley Hopkins) dei fondamenti sacri dell’Occidente.
La politica, di ogni colore e di ogni Paese, tende a vilipendere gli studi umanistici, a dire (viva!) che sono ‘inutili’. Che utilità ha oggi per un ragazzo passare la vita tra i libri, a leggere, a studiare?
Mentre certi politici si arrogano il diritto di proclamare che gli studi umanistici sono inutili (è rimasta celebre la frase idiota di un nostro ministro secondo cui “con Dante non ti compri neanche un panino”), è proprio ciò che resta della coscienza umanistica europea che dovrebbe risvegliare nei giovani la speranza in una politica, in una storia, in una civiltà diversa. Molti giovani, in realtà, leggono parecchio, ma avrebbero bisogno di chi li guidasse nelle loro scorribande tra i libri. Come seguendo un serpente che si morde la coda, qui torniamo al punto di partenza: la necessità di una critica illuminante, di buoni maestri…
L'articolo Il mago della critica, l’illusionista delle lettere, il sognatore in esilio: dialogo con Paolo Lagazzi proviene da Pangea.
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;widows: 2;-webkit-text-stroke-width: 0px;text-decoration-style: initial;text-decoration-color: initial;word-spacing:0px”>Ecco tutti gli atleti partecipanti: Alisia Siberiu, Alessandra Luccoli, Lisa Pernthaler, Sara Lucifredi, Diego Muzio, Riccardo Cotrozzi, Gabriele Taffone, Giuseppe Palmieri, Francesca Triani, Lorenzo Omero, Christian Conti, Tito Quidacciolu, Andrea Rossi, Jacopo Grisoli, Carlotta Tortello, Gaia Zanotti, Kevin Angeli, Lorenzo Taffone, Pietro Cotrozzi, Fabio Ballati, Noah Mattia Erba, Andrea Negrotto Cambiaso, Emanuele Dufour, Matilde Piatti, Viviana Di Giorgio, Beatrice Mantelli, Margherita Manni, Enrico Guidi, Guido Parodi, Martina Repetto, Gloria Balestrero, Gianluca Bellan, Simone Marangon, Giulia Verrini, Christian Moretti, Mario Schelotto e Massimiliano Omero.
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