#oh scusatemi
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maneskings · 6 months ago
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i'm sorry but i think this is a big downgrade:
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memedesimo29 · 1 day ago
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"E sto tranquillo manco fosse una domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina che dorme
Sulle serrande la luce continua a bussare
Ma oggi è domenica ed il sole può anche aspettare
Ma prima che la notte sul giorno abbia la meglio
Aspetta che m'arripiglio, aspetta che sia ben sveglio, sbadiglio
Apro gli occhi, mi guardo intorno
Ti prego, lasciami dormire prima che faccia giorno
Sono al centro dell'universo visto che
Ho la cosa piu importante del mondo sdraiata a fianco a me
Ho la cosa piu importante del mondo sdraiata a fianco a me
Tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
Mi scalda in questa fredda mattina d'inverno
E ora posso riposare dopo un sabato d'inferno
Che ho vissuto, combattuto costantemente in para
Ma adesso tutto è calmo e niente muove l'aria
Mi lascio cullare dallo scroscio della pioggia
E ora che tutto taccia e ora che lei mi abbraccia
Lascio che Morfeo mi guidi e mi abbandono
Oggi mi sa che me ne resto tutto il giorno sottotono
Lascio ogni mio tormento, mi addormento
Scusatemi se mi assento, ma oggi resto spento
E preferisco così e ho una bambina d'oro a fianco
Oh, babe, abbracciami sì, che mi sento cosi stanco
Con te ogni giorno è domenica
Ogni giorno faccio vacanza e se solo potessi
Rinchiuderei il cielo in una stanza per te
Che sei tutto quello che ho
E ora che sei accanto a me ecco perché me ne sto
Tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
E sto tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
Sento un gallo che canta e mi avvisa che è il primo del mese
Sembra che il sole sorga qui nel centro di Varese
E continuo a sognare
Vorrei svegliarmi, affacciarmi e poter vedere il mare
Vorrei sentir le urla dei gabbiani
Vorrei urlare al mondo che sei la più bella tra gli esseri umani
Un caldo abbraccio e siamo un corpo che si muove in armonia
Devo far sapere che sei solo mia
Ne sento il bisogno soprattutto adesso che
Ho la cosa più importante del mondo sdraiata a fianco a me
Ho la cosa più importante del mondo sdraiata a fianco a me
Tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
E sto tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
Tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina
E sto tranquillo come domenica mattina
Quando mi sveglio e a fianco c'è la mia bambina."
Tranquillo - Sottotono
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yonjuugami · 16 days ago
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Back in the BLACK
Capitolo 2 - Reserved Seat
[ ♪ ]
Luogo: Atrio
Saki: Sono venute un po' di persone. Ci sarà un posto libero?
Cliente 1: Guarda, quei due non sono Yoshino e Sotetsu? Stanno venendo qui.
Cliente 2: Oggi voglio che siano loro ad accogliermi allo Starless!
Opzione 1: Primo incontro con Sotetsu e Yoshino
???: Mh, sarà lei Saki Kazami… Ho indovinato?
Saki: Ah, sì, sono io.
Yoshino: Benvenuta, Saki.
Sotetsu: Da questa parte. Hai un posto prenotato.
Saki: Ah, davvero?
Cliente 1: Da quando si può prenotare un posto?
Cliente 2: Facciamolo anche noi, la prossima volta! Sembra che quella ragazzina lo faccia spesso.
Saki: (Nemmeno io sapevo si potesse fare. Scusatemi…)
Yoshino: Vieni, ti facciamo strada. Ah, attenta al gradino lì--
Ah!
Sotetsu: Eeed è cascato lui.
Saki: S-stai bene!?
Sotetsu: Yoshino è abituato, non ti preoccupare.
Il cantante timido - YOSHINO
Yoshino: S.s-sto bene, davvero... Sono desolato! Prego, da questa parte.
Sotetsu: Mi sa che siamo in ritardo con le presentazioni. Io sono Sotetsu. O almeno, questo è il mio nome d'arte.
Un curioso lupo solitario - SOTETSU
Yoshino: Io sono Yoshino. Molto piacere.
Sotetsu: Dì un po', secondo te abbiamo età diverse?
Yoshino: Smettila, Sotetsu, non cominciare!
Sotetsu: Ahahah, ignora Yoshiro e rispondimi, quanti anni ci dai?
Saki: E-ecco...
Yoshino: Coetanei! Siamo coetanei!
Saki: Uh!
Sotetsu: Ahahahahahah, non te l'aspettavi, vero? Siamo i membri più anziani del Team K.
Yoshino: Voi però siete giganteschi.
Luogo: Sala
Saki: (È proprio un bel locale…)
Sotetsu: Perché ti guardi in giro? Il tuo posto è di qua.
Yoshino: Ah, Sotetsu, non essere così frettoloso. Lascia che si goda la vista.
Sotetsu: Mh? Va bene, capisco.
Yoshino: Del resto è un bel posto. Rispetto al locale precedente è più grande e ordinato...
Sono contento che i clienti ci si trovino a loro agio.
Sotetsu: Bah, va bene lo spazio e l'ordine, ma a me piaceva la caoticità del vecchio locale.
Yoshino: Già, era anche più accogliente...
Sotetsu: E con lo spazio è aumentato anche il pubblico. Dacci dentro a cantare, Yoshino.
Yoshino: Eddai, non ricordarmelo… Ho pure chiesto a Kei di sostituirmi come cantante, praticamente.
Sotetsu: E abbiamo stabilito che il cantante del Team K soffre di ansia da palcoscenico.
Yoshino: Ehm...
Saki: Scusate, parlando del Team K...
Yoshino: Oh, forse non te l'hanno spiegato, ma in questo locale ci sono tre gruppi.
Sotetsu: Il Team W è nato assieme allo Starless. Poi, essendo aumentati i membri del cast, è stato creato il Team P.
Il Team K è il più recente. L'ha creato Kei quando è arrivato.
Saki: Davvero? Ora che ci penso, forse Kei me ne aveva già parlato.
Yoshino: L'annuncio è arrivato così in fretta che siamo rimasti sorpresi anche noi.
Però è grazie al suo aiuto che lo Starless è stato rinnovato e ha potuto riaprire.
Saki: Ah sì?
Yoshino: Per fortuna è riuscito a persuadere il proprietario, altrimenti avremmo chiuso definitivamente.
Sotetsu: Tutto questo per portarti qui, Saki, no?
Yoshino: Dici davvero? Avrà avuto una ragione particolare.
Sotetsu: Per l'appunto. Altrimenti perché un vero attore dovrebbe nascondere la sua identità in un ristorante alternativo come questo?
Yoshino: Probabilmente avrà a che fare con Koharu e gli altri...
Come dire, la sensazione che mi danno le performance di Kei è equiparabile alla direzione di Koharu.
Sotetsu: Tu dici? Secondo me è una tua impressione.
Oh, scusa. Ci siamo persi in chiacchiere. Dovremmo andare, invece di parlare di questioni private.
Ordina pure qualcosa. Il primo bicchiere lo offriamo noi.
Yoshino: Spero che lo spettacolo ti piaccia. Per qualunque cosa, siamo a tua disposizione.
continua...
[ ☆ ]
Capitolo 2 Seguito - Invisible Line
[ ♪ ]
Sotetsu: Ehi Yoshino, hai detto che la direzione di Kei ti ricorda Haru.
Yoshino: Eh? Ah sì, è vero. Ma era solo un pensiero, nient'altro...
Sotetsu: Non facevo molto caso alle particolarità dei direttori, quindi non mi è mai venuto in mente.
Forse dovrei leggermi qualcosa.
Yoshino: In che senso, scusa? Dici che c'è un legame tra Kei e i Miki?
Ma... Allora perché Kei non ci dice niente?
Sotetsu: Mah, forse ci sbagliamo e un legame non c'è affatto.
Però adesso c'è Saki. … Comunque si evolverà la faccenda, si prospetta interessante.
[ ☆ ]
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ilmostroblog01 · 2 months ago
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Una passeggiata nei ricordi
Il marito si china verso sua moglie e le chiede:
"Ti ricordi la prima volta che abbiamo fatto l'amore, più di cinquant'anni fa? Siamo andati dietro alla Town Tavern, tu ti sei appoggiata al recinto e io ho fatto l'amore con te."
"Me lo ricordo bene," risponde lei con un sorriso nostalgico.
"Allora," dice lui, "che ne dici di fare una passeggiata lì e rivivere quei momenti per i vecchi tempi?"
"Oh Jim, sei proprio un diavolo," risponde lei ridendo, "ma è una buona idea!"
Un poliziotto seduto nel tavolo accanto sente la loro conversazione e, ridendo tra sé, pensa: "Devo assolutamente vedere questi due veterani che fanno l'amore contro un recinto. Li terrò d'occhio, così non succederà nulla di strano." E decide di seguirli.
La coppia anziana cammina lentamente, fermandosi ogni tanto, appoggiandosi l'uno all'altra con l'aiuto di un bastone. Finalmente arrivano dietro alla taverna e si dirigono verso il recinto. La donna solleva la gonna e l'uomo si abbassa i pantaloni. Mentre lei si appoggia al recinto, lui si avvicina...
All'improvviso, iniziano a fare l'amore con una passione tale da lasciare il poliziotto sbalordito. La scena dura dieci minuti, tra gemiti, urla e movimenti intensi, fino a quando entrambi crollano esausti a terra, completamente sudati.
Il poliziotto è scioccato. Pensa di aver imparato qualcosa sulla vita e sulla vecchiaia che non aveva mai immaginato.
Dopo circa mezz’ora di recupero, la coppia si rialza faticosamente e si rimette i vestiti. Il poliziotto, ancora incredulo, decide di avvicinarsi per chiedere loro il segreto di tanta energia.
"Scusatemi," dice loro, "ma è stato davvero incredibile. Dovete aver avuto una vita sessuale fantastica insieme. Qual è il vostro segreto?"
Tremante, l’uomo anziano risponde a fatica:
"Cinquanta anni fa... quel recinto non era elettrico."
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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C'è del drama o sbaglio
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arancin-and-volcanoes · 6 years ago
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I nomi della Sicilia
Egesta è il primo nome, datole dagli Elimi ed in seguito adottato dagli altri popoli siculi protostorici: richiama la storia di Egesta, nobile troiana espatriata in Sicilia per rifuggire la furia del dio Poseidone, e che qui incontrò il dio Crimiso e vi generò Aceste, mitico fondatore di Segesta, Erice ed Entella. Il nome ha significato ignoto, ma una possibile paretimologia lo fa derivare dal verbo greco hegeomai, guidare, in virtù del ruolo di “madre degli Elimi” che ebbe la stessa Egesta.
Con l’arrivo dei Greci sull’isola, viene rinominata Arete, termine greco per virtù, il nome ritenuto più adatto per una giovane fanciulla immortale. Arete è un nome ricorrente ed importante nell’antica Grecia: questo è infatti il nome della regina del popolo leggendario dei Feaci, madre di Nausicaa e moglie ed illuminata consigliera di Alcinoo, onorata come una dea dai suoi sudditi. Lo stesso nome portano due delle più grandi donne dell’antica Grecia, Arete di Siracusa e Arete di Cirene, la prima figlia di Dionisio I di Siracusa e moglie di Dione e la seconda figlia del filosofo Aristippo di Cirene, oltre che erede della sua scuola filosofica e grande filosofa lei stessa, nata alla corte di Dionisio dove il padre era ospite e così chiamata in onore della figlia del tiranno, o viceversa.
I Fenici la chiamano Monnika, nome che la Sicilia riprenderà anche sotto la dominazione romana sotto forma di Monica, per assimilazione alle forme greche e latine cui questo nome verrà erroneamente ricondotto: non ne conosciamo infatti il significato, riconducibile a una radice semitica ormai andata perduta, ma viene col tempo assimilata per paretimologia al termine greco monon, uno, spesso utilizzato nel senso di solitario, e al verbo latino moneo, consigliare, entrambi significati che ben descrivono la Sicilia, solitaria nella sua natura di isola e spesso trovatasi ad essere consigliera dei suoi governatori, in quanto prima provincia di Roma.
Con il lento declino dell’Impero Romano d’Occidente, la Sicilia inizia ad essere nota, oltre che come Monica, anche come Agata, in memoria dell’amata martire catanese, ed è questo il nome che prenderà dopo il crollo definitivo dell’Impero ed il passaggio dell’isola prima ai Vandali, poi agli Ostrogoti ed infine all’Impero Bizantino: il nome, anch’esso di palese derivazione greca, significa buona, virtuosa, ed è uno dei nomi più gettonati del periodo per tutti i cristiani, così come gli altri nomi di martiri.
Zahira è il nome che la Sicilia sceglie di prendere alla conquista araba, quando diventa uno dei fiori all’occhiello dell’Impero Islamico: non per niente sceglie di prendere un nome il cui significato è quello di brillante e splendente, e non per niente uno dei suoi epiteti, al-Jazeera, l’Isola, è anche un epiteto del Paradiso islamico.
Dopo la riconquista normanna dell’isola, che riporta in auge il cattolicesimo ed in particolare il culto dei Santi, la Sicilia prende il nome di Lucia, nome che porta ancora oggi, in onore della santa martire con lo stesso nome, i cui fedeli rappresentano il più grande culto dell’isola; il nome ha origini greco-latine, da leukos, chiaro, lieto, come sarà l’avvenire dell’isola sotto il saggio e accorto regno dei sovrani Normanni.
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danilacobain · 2 years ago
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Ossigeno - 26
26. Proviamoci
Era pomeriggio quando Zlatan arrivò a Milano. Aveva telefonato ai suoi ex compagni del Milan per avvisarli che era in città e che il giorno dopo sarebbe passato a salutarli a Milanello. Era trascorsa già una settimana dal suo trasferimento a Parigi e nel frattempo aveva raggiunto i nuovi compagni in ritiro in Austria. Aveva chiesto ed ottenuto un permesso di due giorni e ora eccolo lì, a Milano, diretto verso la clinica dove sapeva avrebbe trovato Sveva. Non le aveva detto che fosse a Milano, voleva farle una sorpresa. Quei giorni lontano da lei aveva avuto modo di pensare alla loro storia appena nata e aveva deciso che non gli importava se la distanza che li separava era considerevole e che probabilmente non si sarebbero visti più di due volte al mese, lui voleva provarci. Sveva suscitava in lui delle emozioni troppo forti, non poteva e non voleva rinunciare a lei. Il taxi che aveva preso in aeroporto lo lasciò sotto la sua abitazione. Zlatan non salì nemmeno, si diresse in garage; prese la macchina e raggiunse la clinica di Sveva.
Sveva accolse il ritorno a Milano e alla solita routine con grande entusiasmo. Andare a lavoro l'aiutava a tenere la mente impegnata, così poteva accantonare, per un po', i pensieri che giravano sempre intorno a Zlatan. Perché, dannazione, Zlatan le mancava. Quando parlavano al telefono, la sera, sentiva disperatamente il bisogno di accoccolarsi tra le sue braccia di accarezzargli il volto e di sentire le labbra morbide e calde di Zlatan sulle sue. E tutto questo la spaventava a morte. Erano bastati pochi giorni insieme a lui per farle perdere la testa? Come avrebbe fatto una volta ritornata a New York? Uscendo da una stanzetta dove aveva appena visitato un paziente, incontrò il suo collega Sandro. «Ehi, Sveva.» «Sandro. Hai finito il giro di visite?» «Quasi. Tu?» «Sì, io sì. Stavo andando in laboratorio...» «Non ti fermi mai, eh? Non eri venuta qui per riposarti? Lavori più di tutti noi.» Sveva sorrise al collega. Era un illustre cardiologo, molto più grande di lei, e oltre a lavorare in clinica, aveva uno studio privato e prestava servizio anche in ospedale. «Più di te? Non credo» rispose ridendo. «Non so come faccia tua moglie a stare ancora con te, non ci sei mai a casa!» Sandro le rivolse un sorriso. «Mia moglie ama i miei soldi.» Sveva scoppiò a ridere. «Ma smettila! Se non sbaglio lei è un avvocato, giusto? Sai cosa se ne fa dei tuoi soldi! Ne guadagna molti di più.» «Già, infatti. Mi sa che ho sbagliato mestiere.» Proprio mentre Sveva stava per rispondere con una battuta, la porta d'ingresso che dava sul corridoio si aprì e lei si ritrovò a guardare Zlatan che le andava incontro. Zlatan? Sì, era proprio lui. «Ciao Sveva.» «Zlatan...» sorrise, felicissima. Lui le accarezzò un braccio, coperto dal camice. «Quando sei arrivato?» «Adesso.» «Bè, Sveva io vado. Ci vediamo domani» li interruppe Sandro. «Oh, perdonami. Lui è Zlatan. Zlatan, lui è il dottor Gunci.» «Molto piacere» disse Zlatan, stringendo la mano del medico. «Salve, signor Ibrahimovic. Scusatemi se non mi trattengo, ma devo finire il mio giro di visite. Buona serata.» «Ciao Sandro, buona serata anche a te.» Lui strizzò l'occhio a Sveva e andò via. Rimasti soli, Sveva condusse Zlatan nel suo ufficio, troppo emozionata per esprimere quello che stava provando. Zlatan entrò e lei chiuse la porta. Lui rimase al centro della stanza, voleva abbracciarla e baciarla ma non mosse neanche un muscolo. Sveva lo guardava e scuoteva piano la testa, appoggiata di schiena alla porta, ancora incredula. Fu lei la prima a muoversi, gli si avvicinò e lo abbracciò. Il suo profumo le solleticò le narici e le sue braccia forti la strinsero immediatamente. Con il volto sul suo petto riusciva a sentire il cuore di Zlatan battere fortissimo, a ritmo col suo. Alzò il volto per guardarlo negli occhi e Zlatan lo racchiuse tra le mani. Le sorrise felice mentre le sfiorava il labbro con il pollice. Lentamente si chinò e sfiorò le labbra con le sue. Sveva chiuse gli occhi e accolse quel dolce bacio. «Mi sei mancata. Mi sei mancata tanto» le sussurrò Zlatan quando si staccarono. «Anche tu.» «Stasera ti porto a cena fuori.» «Ma tu non dovevi essere in ritiro?» «Ho chiesto un permesso. Per vederti. E per salutare i ragazzi.» «Loro sono in ritiro, adesso...» «Lo so, domani andrò a Milanello.» «Quanti giorni resti?» Zlatan le diede un altro bacio. «Domani sera parto.» «Domani? Di già?» «Di già... però tra qualche giorno torniamo a Parigi e potrai venire a trovarmi...» Sveva sorrise. «Okay, vedremo.» «Vedremo? Vuoi farmi morire, ho capito.» «Non mi sembra che tu ti sia annoiato a Parigi.» Zlatan rise. «Ti riferisci ad Annette? È la seconda volta che tiri fuori l'argomento. Non sarai mica gelosa?» «Gelosa? Io? Ma per favore!» «Bene. Hai finito qui?» «Sì, però devo passare a casa a cambiarmi.» «No.» «No?» «No, Sveva. Se andiamo a casa adesso rischieremmo di non uscire più.» Lei rise e gli accarezzò il volto. «Non sarebbe male, però.» «Se è quello che vuoi...» «Hai già prenotato?» «Sì» «Oh, bè... sarebbe da maleducati se non ci presentassimo...» «Chiamo subito e disdico.» Sveva gli diede un bacio. «No, andiamo a cena. Ti prometto che faccio subito a casa.» Zlatan sospirò e la lasciò andare. «E va bene. Come vuoi.»
Usciti dalla clinica, ognuno prese la propria macchina. Zlatan non andò da Sveva, ne approfittò per passare a prendere un po' di indumenti nel suo appartamento e la raggiunse quando era già pronta. Però entrambi non seppero resistere e finirono per fare l'amore in salotto, sul divano. Zlatan l'abbracciò forte e la riempì di baci, quando ebbero finito. «Sono contento di passare un po' di tempo con te. Io... sto veramente bene quando stiamo insieme. Volevo solamente dirtelo. Volevo dirti che non mi importa se siamo lontani, io voglio provarci.» Sveva rimase qualche secondo in silenzio, persa nel suo sguardo. «Zlatan» gli diede un bacio carico di passione. Le mancarono le parole ma lui capì che anche Sveva provava lo stesso per lui. Fecero di nuovo l'amore, questa volta lentamente, gustandosi ogni singolo respiro, ogni singolo sguardo. Quella notte era solo per loro due. Per i loro baci e per le loro carezze. Il resto poteva attendere.
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jojo-chan · 3 years ago
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A/N: I LOVE THE MYTH OF RED ROSES SO I WROTE A FIC ABOUT IT.
"Il fiore tinto del sangue della dea della bellezza, é l'unico degno di stare al tuo orecchio."
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Siedevi sul divano di casa tua, eri giù di morale, non proprio triste, ma non stavi al massimo. Volevi trovare un motivo per sorridere, per sentirti felice, ma proprio non ci riuscivi, era una giornata di quelle monotone, che non vedi l'ora finisca.
Sentì all'improvviso il campanello suonare, ti alzasti e apristi la porta, era lui, Tensing, non avevi idea del perché fosse venuto, però la sua visita non era sgradita. "Tu come stai (t/n)?" Non sapevi come rispondere, ma alla fine decisi di essere sincera "Bene dai, non proprio al massimo. Tu?"
Lui disse "Oh, posso farti un po'di compagnia? Magari ti senti meglio. Ho portato anche Rif." E appena fu chiamato, Rif sbucò da dietro alla coscia di Tensing e sorrise, era sempre adorabile quel piccoletto. "Ciao (t/n)! Come mai sei triste?" Disse con la sua vocina adorabile sorridendo.
"Non è che sono triste, semplicemente..non sto al massimo,tutto qui Rif." Risposi tu, poi ti spostasti e li lasciasti entrare. Rif si sedette sul divano tra te e Tensing, mentre tu accesi un film in TV. Il film era un film romantico, e quando le scene iniziarono a farsi più romantiche, Rif si alzò e con la scusa di andare in bagno uscì dalla stanza, lasciandovi soli.
Il film non era riuscito affatto a consolarti, e lui se ne era accorto, così ad un certo punto, mise pausa e si girò verso di te "Senti..vorrei raccontarti una cosa." Tu non avevi idea di cosa avrebbe detto, così, non avendo nulla da perdere dissi "Dimmi pure."
Lui prese un bel respiro, e iniziò a raccontare "Le rose rosse hanno uno dei più belli e romantici miti. La dea Afrodite aveva un'amante che amava con tutto il cuore, ma appena Ares lo venne a sapere, si infuriò e lo uccise. Afrodite, nel tentativo di salvarlo, si buttò in un campo di rose bianche, le spine le tagliarono braccia e gambe, e il suo sangue tinse i petali delle rose." Tu ascoltasti il mito in silenzio, e in effetti, dovevi ammettere che era bello.
Appena finito di raccontare, Tensing tirò fuori una rosa rossa e te la infilò nei capelli, spostandoti una ciocca dietro alle orecchie e ti baciò la punta del naso. Poi ti sussurrò "il fiore tinto del sangue della dea della bellezza, é l'unico degno di stare al tuo orecchio." E si tolse, aspettando una reazione.
Tuttavia, l'unica reazione che ebbe da te furono le tue guance rosse, così rosse che sembravano ciliegie. A vederti così, ridacchiò un pochino e sorrise e disse "Aww..Sei adorabile.". E ciò ti fece arrossire ancora di più.
Era una scena perfetta, Rif era nell'altra stanza, e voi eravate da soli, o così pensavate, finché la porta non si aprì con molta forza, come se fosse stata sbattuta malamente. "DOVE CAZZO É VEGETA?!" Urlò Bulma, ma appena notò come eravate messi voi due, cambiò completamente tono "Uh..scusatemi ragazzi, vi lascio alle vostre cose mentre cerco quel buon a nulla di mio marito, ciao." E poi scappò via imbarazzata.
La gente sembra avere un sesto senso per sapere quando tu e Tensing stavate vivendo un qualche momento romantico, e facevano di tutto, anche involontariamente, per rovinarlo.
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marvelbitch23 · 4 years ago
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These are some of my favorite marvel fics.
Enjoy!
whatever souls are made of - atypicalsnowman - Multifandom [Archive of Our Own]
Stephen Strange/Tony Stark
Soul bonding canon divergence. Fourteen million futures and Stephen saw just one where they win. Tony has to soul bond to a virtual stranger whereas Stephen... Stephen is in love.
This is a story of how two broken men became friends, then family, then fell in love.
And saved the universe.
The Guiding of Death - Chapter 1 - RayShippouUchiha - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
James “Bucky” Barnes/Female Tony Stark
“Hades and Persephone reborn huh,” Fury states then more than asks, “no need to ask which is which.”
Toni’s brows furrow even as dread begins to squirm to life inside of her.
But before she can say anything, before she can open her mouth and set the record straight, she hears it.
A murmur as loud as a scream from somewhere in the tomb silent bridge.
“That whole Merchant of Death thing,” someone off to the side faux whispers, “makes a lot more sense now.”
It echoes across the bridge like a gunshot.
The Devouring of Hearts - Chapter 1 - RayShippouUchiha - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
James “Bucky” Barnes/ Female Tony Stark
Toni’s gums ache for a split second, fresh blood flooding her mouth before she swallows it.
And in that next second that curl of darkness inside of her sits up and decides that this, that Howard’s continued cruelty and abuse, will no longer be allowed.
Toni licks the blood from her now too sharp teeth before she plants her hands on the floor in front of her and pushes herself back up onto her feet.
This time when Howard lashes out at her Toni ducks low to avoid the blow.
Crouched on the hall floor, sharp nails digging into the dark wood beneath her, Toni hisses, takes a moment to calculate, and then she leaps.
We Can Do Better - Chapter 1 - Zeethulhu - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
Tony Stark/Stephen Strange
14,000,605 universes and only one win in the time Doctor Strange had to look.
This is not the universe where they won against Thanos. Sitting in the ruins of their battlefield, knowing everything he swore to protect, his universe was coming to an end, Stephen makes a choice.
Sacrificing his body for a spell, he takes the only souls he knows can orchestrate a victory back in time. A spell created by his own hands, fueled with his sacrifice, he catapults himself and Tony Stark back to the moments of their birth.
With their reality at stake, they need to create a chance for their time-line to win. After all, their universe wasn't the one that won.
Peter Parker's Adventure Through Time and Space - Chapter 1 - Sciencelings - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
Irondad
Comic book science and time travel make for a great fic. Alternate realities, past timelines, space and a whole lot more. Spoilers for infinity war stuff but by now we probably don't need that.
Basically Peter meets everyone in the Marvel universe and everyone loves him. But with more plot.
Peter travels through alternate realities and has to fix problems that aren't really his but he has no sense of self preservation so you can see how that goes.
Peter is a [Genius Playboy Superhero] Orphan - Chapter 1 - squishychiminie - Spider-Man (Tom Holland Movies) [Archive of Our Own]
Losing Gwen was more than just heartbreaking for Peter Parker. It shattered him. That’s three people he loved, and failed to save. But, he must piece himself back together, swallow his misery, and do what has to be done.
Can he keep the glue from cracking?
Or
The one where an angsty kid owns a small but thriving business and is also one reckless bamf
Disclaimer: Mentions of (at some point in passing) drugs, alcohol, depression, bullying, abuse, sex, blood, murder, suicidal thoughts/ tendencies, loss of a loved one, etc.
PROOF SPIDER-MAN LOVES CLICKBAIT - Chapter 1 - mauvera - Spider-Man: Homecoming (2017) [Archive of Our Own]
Harley/Peter
When Peter Parker gets a job working at Buzzfeed there's really only one subject he can write about: superheroes. And what superhero does he know better than everyone's friendly neighborhood Spider-Man?
What he didn't expect was that everyone would think Peter's new obsession with the hero would be interpreted quite like That.
stay, i pray you - Chapter 1 - floweryfran - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
Natasha Romanov & Tony Stark
There is a tap on the table top and a quiet, “Scusatemi, signorina,” and she looks up. There is a boy there, no more than twenty, and he is undoubtedly American, though his Italian is so polished that even she would be unsure if not for his hesitant slouch— discomfort, it says I am out of place. His gaze is not demanding. It is not cold, either— but intelligent, distant. Not assessing, but calculating. As if she is made of code, and he is reading her.
“I speak English,” she tells him, “better than Italian.”
He slumps with something akin to relief. “Oh- that’s. That’s cool. I’m really sorry to ask-“ and he looks it, wincing and pulling his own fingers, “-but would it be okay if I sit with you? My mamma is in a formaggeria across the piazza and I desperately don’t want to stand in there and smell cheese for an hour so I was gonna grab an espresso but every other table is filled and I don’t want to impose but—?” He looks at her. He is sharp, ardent with a wisdom that puts her teeth on edge. No young man should look like that: as if he has stared straight into the barrel of a gun and laughed at the bullet, swallowed it whole.
He looks old for his age. He just. He looks.
Sharpen Your Teeth - Chapter 1 - STARSdidathing - The Avengers (Marvel Movies) [Archive of Our Own]
Tony Stark/ Loki
A betrayed Tony Stark leaves the Avengers. He's angry and bitter but he's not about to stop being a hero. The problem is that not everyone is happy with his decision.
Shadow of Grief, Ghost of Hope - Chapter 1 - Zeelian - Marvel Cinematic Universe [Archive of Our Own]
James “Bucky” Barnes/Tony Stark
Finding out about his parents' murder at the hand of the Winter Soldier, Captain America's old war buddy, pushes Tony Stark into a very dark place and he turns to the former HYDRA assassin with a burning fury, part of him screaming for revenge.
Finding out that Steve knew and didn't tell him pushes him over the edge and he lashes out against the super soldier, but just as Steve is about to retaliate the Winter Soldier takes Tony by surprise, by knocking Steve out and surrendering.
The Asset knows that to be free HYDRA must be crushed, and for that to happen his best chance is the resources of Tony Stark, when Captain America shows up in Bucharest the fragmented memories of who he once was tells him that the Captain will protect him and bring him to the Avengers so the Asset goes with him, but when the Captain is about to attack Iron Man with deadly intent he makes a choice and goes against the voices within.
The Asset neutralizes the Captain and surrenders to Iron Man, hoping that he will be able to convince the man to use HYDRA's own weapon to take them down.
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darthvashtique93 · 3 years ago
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Letters To Juliet
Chapter 3
Tim began his tedious journey to Casa di Giuletta, mentally grumbling the entire way there.  The things he did for family, he thought with a shake of his head as he navigated the streets that were arguably busier than Gotham.
Upon reaching his destination, he paused, taking in the sight before him.  Several women were exiting a stone archway, walking past him while dabbing their teary eyes.  More women followed; these women were outright sobbing.  A group of boys standing nearby – tourists – seemed to be mocking the whole entire thing.  Tim rolled his eyes at the display of immaturity as he continued into the inner courtyard.  At least 50 women were scattered throughout the courtyard.  Some were standing at the stone wall, others sat in various areas, scribbling furiously in their notebooks and journals.  A couple of teenage girls were posing with a statute of Juliet as a young actress stood on a balcony, reciting Juliet’s most famous monologue.
Tim pulled out his expensive camera, preparing to take photos when he froze as he noticed something else going on.  People were sticking paper…to the wall?  O-okay.  That was odd, very peculiar, and Tim’s interest was now piqued.  He decided to stay a while.  Observe.  Take notes.  He’d only stay for a few minutes.
             A few minutes turned into well over 8 hours, not that Tim noticed.  He was in full journalist mode now, taking notes and pictures, watching the young and old write and stick notes to the wall below Juliet’s balcony.
It wasn’t until Tim noticed his shadow on the cobblestones that he looked up.  His eyes widened when he realized not only was he the only one in the courtyard, but the sun was also beginning its descent.  Packing his belongings, Tim was ready to call it a day when a lone, dark-haired woman with a medium-sized basket began collecting the letters - taking each one off the wall gently and placing them in her basket.  Tim watched with interest as she left the tourist attraction with a basket filled with letters.  Tim immediately jumped to his feet and decided to follow her, not even thinking twice.
He followed her across the street to a restaurant, where the dark-haired woman greeted two older women.  The three quickly went aside.  Tim quickly followed.  He followed them to the back of the restaurant, up the stairs, and into a room that resembled a dining/family room where another older woman sat in waiting.  The three women joined her at the table.  They all began taking letters out of the basket and sorting them while chatting away, unaware of Tim’s presence.
After a couple of minutes watching from the doorway, Tim decided to make himself known.  He knocked against the open doorframe.  Four pair of eyes immediately turned to him and stared.  “Um…” Tim felt his face heat up as he continued.  “Scusatemi per il disturbo,” he began in an uncharacteristically shy way, “C’è qualcuno che parla inglese per favore?”  He really hoped he didn’t offend anyone.  His Italian was a bit rusty.  Turns out, there was no need for worry.  The woman he was following – her eyes lit up and huge smile formed on her face.  “Sì!” she answered brightly, “Finalmente!  We’ve been expecting you for two weeks now,” she spoke with a melodic accent.  “Though,” she paused, looking at Tim up and down, “I asked for a female, but you will do.”  Tim’s brows furrowed in confusion.  “You are the translator from the embassy, are you not?”
“I am not,” Tim answered, “my name is Tim.  I was just at Juliet’s House, and I saw you take the letters.  I was curious.”  The dark-haired female studied him skeptically before her eyes landed on the journal in camera bag.  “Oh,” her tense face relaxed.  “You write, no?  Reporter?”
“Um,” Tim looked down at his notebook.  “Not a reporter.  Journalist.”  It wasn’t exactly a lie.  She smiled at him.  “Vieni,” she said, making a “come here” motion with her hand.  Tim approached her, stopping to stare at the table where the other three ladies had resumed their sorting.  There were hundreds of letters on the table.  “We call ourselves the Secretaries of Juliet.”
“You answer the letters,” Tim said as understanding dawned on him.  “All of them?” he asked.
“We try,” one of the women answered.  Tim looked back at the table.  “No way,” he muttered.
“This is Alessandra,” the woman Tim followed motioned to the eldest woman at the table.  “She has been married 51 years to the same men.  She handles husband problems.”
“Husbands are like wine,” Alessandra smiled, “they take long time to mature.”
“This is Carla.”  A woman with frazzled, red hair was pointed out.  “She is a nurse.  She handles illness and loss.”  Carla gave Tim a tentative smile.  She looked exhausted and worn down and in desperate need of a break.  “This is Enrichetta.”  A woman with big spectacles looked up and smiled at the sound of her name.  “She has 12 children, 29 grandchildren, and 16 great-grandchildren.”  Tim mentally swore.  Shouldn’t she be 100 years’ old?  The woman in front of him looked no older than 65.  “She answers whatever she wants.  And I am Isabella,” the woman Tim followed finally introduced herself.  “I answer the ones we can barely read – the sad ones stained with tears of hard breakups and heartaches.” Oh, Tim thought.  “Wow,” he said in amazement.  Things like this didn’t usually interest him.  (Contrary to popular belief, Tim was not a romantic.  He was just polite.)  “We answer each one,” Isabella sighed.
Before Tim could reply, a loud voice from downstairs could be heard, yelling at Isabella in Italian.  “It is my mamma.  Would you like to stay for dinner?” she asked just as her mother appeared with a big pot of…something.
“Grazie,” Tim answered, “but no.  I cannot.  I need to get back to my fiancé,” Tim added quickly so as not to offend the mother.  Upon hearing the word fiancé, the women in the room squealed with glee.  “Congratulazioni!” they exclaimed excitedly.  “Brava!”
“Wait!” the mother quickly disappeared, reappearing moments later, handing Tim a brown paper bag.  “Cannoli per te e il tua fidanzata.”
“Grazie,” Tim answered with a smile.  “Arrivederci!”
“Ciao!” “Buona serata!”  “Vai piano!” the woman shouted as Tim walked out the door.
Tim left the restaurant, humming a tune, a pep in his step, smiling his first real smile this entire trip.
https://archiveofourown.org/works/35245624/chapters/87833437
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olstansoul · 4 years ago
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Sacrifice, Chapter 6
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
"Ehi capitano, pronto per questa nuova sfida?"
La voce di Sam lo distrasse dai suoi pensieri, prima di ogni partita lui era sempre carico sia per lui che per gli altri. Ma chissà perché, proprio quest'oggi aveva dentro di sé un brutto presentimento. Era pronto e ben allenato ma aveva così tanti pensieri nella sua testa che, forse, se non sarebbero scomparsi avrebbero contribuito male alla sua performance in campo. Lui era davvero bravo, metteva davvero tanta costanza e tanto impegno in questo, ma ora a differenza delle altre volte era preso da qualcos'altro ma non sapeva ancora da cosa.
"Abbastanza..."
"Abbastanza? Ehi, cosa succede? Di solito sei carico come una molla..."
"Stasera di meno"
"Spero per te che ti sentirai meglio, non mi va di vederti giù specie in queste situazioni"
"Lo spero anche io, grazie Sam"
Chiuse il suo armadietto e si sedette sulla panca allacciandosi le scarpe, prese la sua maglia con scritto "Barnes 17" sul retro e poi avvolse attorno al suo braccio una fascia dello stesso colore della divisa. Era la cosiddetta fascia del capitano e lo contraddistingue dal resto dei suoi compagni di squadra.
Andò verso di loro e insieme si diressero verso la porta per accedere alla palestra, ma prima ancora di uscire fu fermato. Sharon, lo stava aspettando con le braccia incrociate sotto il seno messo un po' in risalto dell'uniforme da cheerleader.
"Ehi..."il suono inconfondibile e fastidioso della voce di Sharon gli arrivò alle orecchie e non aveva persino voglia di voler parlare con lei.
"...spero che tu sia abbastanza preparato"
"Lo sono...dovrei entrare, quindi se mi lasci passare..."
"Sei nervoso? Mi ricordo che per le tue partite da capitano non ti sei mai comportato così..."
"Beh...c'è sempre una prima volta, vero?"disse lui provando a togliersela di dosso ma ottenendo solo una leggera spinta da parte della bionda.
"È colpa di quella, vero?"
"Colpa di chi scusa?"
"Di quella ragazza, non pensavo che tu fossi capace di fare questo a me..."
"Fare cosa? Ti ho detto dall'inizio che fra me e lei non c'è nulla...""Almeno avresti potuto scegliere qualcuna che mi avrebbe superato ma con quella lì sei sceso solo in basso..."
"Come scusa?"
"Hai sentito bene quello che ho detto e certamente non te lo ripeto..."
"Non permetterò che i tuoi stupidi capricci da quattordicenne possano allontanarmi da lei, non te lo ripeto più Sharon...fra me e lei non c'è nulla, quello che dovrebbe essere preoccupato fra noi due sono io..."
"Davvero? Sei preoccupato? E per cosa? Sai benissimo che senza di me il posto nell'azienda di mio padre te lo sogni"
"Tranquilla, mi risparmierò quest'incubo"
Nel frattempo, a casa Maximoff...
"Salva progetto...e finito!"disse lei cliccando sull'icona salva, per poter conservare nella cartella dei file di letteratura, la sua relazione personale sul libro che aveva finito di leggere, in modo che l'avrebbe consegnata alla professoressa Potts la settimana successiva.
Non che lo avesse finito per davvero, ma sapeva esattamente di che libro si trattava, considerando che aveva visto anche il film e allora decise di anticiparsela. Chiuse il computer e fece un respiro profondo, buttandosi con la schiena sul letto e con i suoi capelli che coprivano quasi tutti i cuscini, si girò verso la sua scrivania e vide il quaderno che aveva usato due giorni prima per poter prendere gli appunti di fisica.
"Se voglio che mi ascolti, dovrei studiarli già da ora..."disse lei con un leggero sbuffo ma subito si alzò e si diresse vicino la sua scrivania.
Si alzò con calma, per evitare che da un momento all'altro potesse cadere per colpa delle sue gambe e del forte mal di schiena che aveva da questa mattina. Avrebbe tanto voluto andare alla partita del capitano Barnes ma purtroppo c'erano cause di forza maggiore che non gliel'hanno permesso. Arrivò fino alla sua scrivania dove c'erano il suo libro, quello che aveva letto per fare la sua relazione e il suo quaderno. Li prese tutti e due lanciando il quaderno sul suo letto e prendendo il libro fra le mani.
"Bene, dove eravamo rimasti?"chiese lei vedendo che il fiore che aveva come segnalibro era messo quasi alla fine.
Si rimise sul letto prendendo la pagina dove erano segnate le poche cose che James le aveva detto e iniziò a leggerle notando come tutto le sembrava abbastanza facile da poterlo capire.
Dopo solo un'ora, era quasi ora di cena, decise di rimetterlo a posto sulla sua scrivania dove poggiò anche il suo computer e il suo astuccio che le era servito per poter trascrivere gli appunti a penna. Aprì la porta di camera sua e scese le scale per andare di sotto in cucina, era vuota si sentiva solo il trambusto della televisione, suo fratello stava giocando con i videogiochi e lei al pensiero sorrise. Aprì la dispensa, non aveva molta fame e quindi decise di arrangiarsi con semplice panino e alcune merendine. Certo dover mangiare poco non le faceva bene, visto che le sue ossa e i suoi muscoli ne risentivano di più ma, così come tutte le cose, a Wanda non importava.
"Wanda? Stai prendendo le mie merendine?"
Restò ferma sul posto sentendo la voce del fratello che l'aveva sentita arrivare in cucina.
"No, perché pensi che io possa mangiare le tue merendine se sono le tue preferite?"chiese lei a suo fratello e subito dopo ne mangiò un pezzo.
"Perché ti ho vista scendere le scale, oggi non hai mangiato nulla e so che la prima cosa che hai aperto è stata la confezione di merendine"
"Ma sei stato tutto il tempo con gli occhi nel videogioco dai!"
"Wanda! Non finirai le mie merendine preferite!"disse lui alzandosi dal divano e sentendo che suo fratello stava arrivando, si fece un scorta e iniziò a correre.
"Si, se non mi prenderai!"disse lei che iniziò a correre dal lato opposto della penisola dove stava per arrivare il piccoletto.
Lei continuò a correre arrivando fino alla porta di camera sua dove si chiuse dentro, mentre suo fratello bussò al di fuori della porta e iniziò a lamentarsi.
"Wanda, apri la porta"
"Ne ho prese solo due"
"Ne hai prese tre, ti ho vista..."
"Guarda che fanno male più a te che a me"
"Gne gne gne"
Lo sentì allontanarsi e quando suo fratello aveva raggiunto il piano di sotto lei iniziò il suo tipico sabato sera.
Nei spogliatoi della palestra della scuola, dopo la partita...
"Tre falli, te ne mancavano due e potevi essere espulso e tu cosa fai? Esageri arrivando a sei e, non solo, ci fai perdere persino la partita"
James non badava alle mille proteste che il suo migliore amico stava dicendo e neanche a quanti falli aveva fatto e che stava per elencare.
"Hai tenuto la palla in mano per più di cinque secondi senza palleggiare, hai commesso il fallo dell'infrazione, hai saltato con la palla in mano, hai iniziato a palleggiare e poi hai smesso...ma cosa ti..."iniziò a dire Steve
"Hai finito di fare l'elenco di tutti gli errori che ho commesso oppure preferisci autocommiserarmi ancora di più?"
"James..."
"No, niente James...anche Rumlow ha sbagliato e peggio di me"
"Tu rischi grosso, sei il capitano della squadra"
"Oh...bene, allora l'azione che ha fatto..."
"Lascia perdere per un attimo Rumlow e sta a sentire noi"
"Mi stava mettendo le mani addosso Sam, capisci? E con lui ci sono passati sopra, ed io? Non posso avere un cretino nella mia squadra che farebbe a pugni con un suo compagno e cosa farebbe con la squadra avversaria o al di fuori?"
"Ho capito, mi è chiaro il concetto. Ora, ti vai a fare una doccia, ti vesti e andiamo tutti e tre a farci un giro, ci stai?"
"Va bene...scusatemi, non pensavo di  poter reagire così"
"Tranquillo"dissero Steve e Sam con piena tranquillità e consapevolezza che il loro migliore amico era solo frustrato.
"Dopotutto ha ragione, insomma è Bucky non reagirebbe mai di questa maniera a meno che non venga provocato"
"Già che lo chiami Bucky per lui è una provocazione"disse ridendo Sam.
I due iniziarono a svestirsi e andarono anche loro a fare la doccia, tornarono e si rivestirono con dei vestiti puliti mentre il castano li aspettava all'uscita con il suo borsone sulla spalla destra.
"Oh era ora! Sembrate una ragazza quando ci mette tanto a prepararsi"
"L'unico ad essere fidanzato qui in mezzo sei tu James"gli ricordò Steve.
"Evitiamo l'argomento Sharon e le sue millemila preoccupazioni inutili che riguardano solo scarpe e colori dello smalto"disse il sottoscritto procurando una risata fragorosa da parte di Sam.
Il loro sabato sera era appena iniziato.
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giulia-liddell · 5 years ago
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Alcune relazioni si formano senza fare rumore
Parole: 4099
Beta: Server di Discord (ad eccezione di un pezzettino)
Fandom: Sarnemo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU)
Ship: Ehm... Nessuna? (cioè voglio davvero fare ancora finta che non ci sia una ship?)
Avvertimenti: Avvenimenti scollegati tra loro in ordine cronologico da Pasqua all’inizio dell’estate, probabilmente tutto molto confuso, oh irony, roba seria mascherata da roba leggera, menzioni anacore che non guastano mai, per un pezzettino dato che il POV è diverso c’è del misgendering
Note autore: Ci tenevo a postare qualcosa della mia queue in onore del MtF day che è oggi... Quindi sì, con un piccolo bonus... Ecco qui! (on another note: farò la brava persona e metterò la ship almeno nei tag, quindi se siete interessat* dateci un’occhiata.) Se siete confus* su cosa dovrebbe essere tutto ciò (X) e (X). Qui si segue come procedono le cose con Cally ed Anita dal momento un cui li avevamo lasciati.
«Pronto?» Cally risponde al telefono senza neanche guardare il nome del contatto, pensa che a quest’ora del mattino può essere solo Rancore che deve gestire un’emergenza con Anastasio o magari Riccardo che ha avuto qualche idea folle. Dall’altro capo del telefono arriva un sospiro «Ti ho svegliato, vero? Diamine, mi dispiace…» dice una voce che Cally ci mette un momento a riconoscere. È più acuta del solito, più femminile, ma è inconfondibile. E poi quale altra persona che conosce potrebbe mai usare “diamine” come esclamazione? «A- Anita? No, non mi hai svegliato… Tu, piuttosto, che diavolo ci fai sveglia a quest’ora? Sono le… Sono le cinque del mattino!» risponde Cally confuso dopo aver buttato un occhio all’orologio del salotto. Sente una risatina nervosa e poi Anita risponde «Io… A volte mi sveglio molto presto… E comunque potrei farti la stessa domanda!» dice quasi con tono di rimprovero. Cally scoppia a ridere «Guarda che mi hai chiamato tu… Soffro di insonnia comunque. Posso sapere perché mi hai chiamato a quest’ora?» chiede ancora e poi non riesce a trattenersi dal prenderla un po’ in giro «Che, non riuscivi a smettere di pensarmi?» aggiunge subito ridendo tra sé e sé. «Ma senti questo! Io gli confido una cosa e subito si sente chissà chi! Incredibile!» risponde con finta indignazione Anita.
Cally si accorge che si sta sforzando di nuovo di far suonare la sua voce più acuta e non può fare a meno di chiedersi quanti esercizi abbia dovuto fare per ottenere quel risultato. C’era stato un periodo in cui anche lui avrebbe voluto imparare a modulare la sua voce a seconda che si sentisse più maschile o più femminile, ma non ci è mai riuscito, forse anche perché non si è mai liberato della paura di danneggiare le sue corde vocali. Gli sta bene così, alla fine. È uno di quelli che non ha bisogno di grandi modifiche per sentirsi più femminile, in un certo senso si sente fortunato. «No…» la voce di Anita, improvvisamente più seria lo riporta alla realtà «No, ti ho chiamato… Riguardo a quello che ti ho detto… Io… Non l’ho mai… Mai detto a nessuno. Neanche Claudia lo sa e… Ecco non so bene come gestire questa cosa… È tutto nuovo e… Mi ero abituata a dover tenere tutto nascosto… Io non voglio che questo cambi il tuo modo di vedermi solo perché provi pena per me o qualcosa del genere… Se ti stavo sulle scatole prima, ti sto sulle scatole anche adesso… Ti chiedo solo di non… Non… Dirlo in giro…» la sua voce diventa sempre più un sussurro man mano che va avanti.
Cally è estremamente confuso «Primo: che cazzo?! Ti ho detto che non intendo parlare di questa cosa con nessuno, è una tua decisione e lo capisco bene. Secondo: che cazzo?! Se ti ho evitato fino ad adesso è stato perché avevo un’idea di te che mi hai provato essere sbagliata. Non credevo che avresti parlato in quel modo alla zia Rita, non credevo che ti interessassi tanto o che ammirassi noi del gruppo dei cugini e non credevo assolutamente che avessi nascosto per tutto questo tempo la tua identità… E sono onestamente mortificato per tutto questo. Non dico che sono il tuo fan numero uno adesso, ma vorrei poterti conoscere, perché mi pare chiaro che fino ad adesso non avevo assolutamente idea di chi tu fossi su nessun livello. Mi dispiace se avevi altri piani, ma da adesso ti sei guadagnata un’impicciona amica lesbica. Se hai bisogno puoi trovarmi più o meno a qualsiasi ora, rispondo sempre al telefono ed aspettati che ti trascini a fare baldoria da qualche parte prima o poi… Chiaro?» risponde Cally quasi offeso, ma alla fine si accorge di star sorridendo. «Okay.» risponde piano Anita «Grazie, Cally.»
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Quando ormai tutti si sono sistemati da un po’ fa il suo ingresso Diodato, con la sua solita aria composta, alcuni lo osservano, ma nessuno lo saluta con più di un cenno del capo. «Direi che ci siamo tutti, allora.» annuncia Raphael mentre finisce di preparare l’ultimo tavolino da gioco «Ognuno può sistemarsi al tavolo che preferisce, oppure favorire dei biscotti che ha portato Enrico.» continua con un grosso sorriso. La serata giochi della famiglia ha inizio. Non ci sono proprio tutti ad essere onesti, più che altro solo i giovani, ma va bene così. Non tutti sono interessati. Diodato esce quasi subito per prendere una boccata d’aria. «È appena arrivato e già va a stare sulle sue…» commenta Rancore appena Diodato si trova fuori portata d’orecchio. Cally fa spallucce «Godgiven è sempre Godgiven, no?» risponde lanciando due fiches sul tavolo e buttando giù le sue carte. Anastasio si mette le mani nei capelli «Ma che cazzo, Cally hai vinto di nuovo! Un’altra scala, ma ti rendi conto?» commenta più frustrato che incazzato. Cally fa di nuovo spallucce «Sai come si dice… Fortunato al gioco… Comunque la ruota della fortuna gira, no? Vado a fare una pausa paglia, scusatemi…» risponde Cally quasi con indifferenza mentre si alza e prende il pacchetto di sigarette dalla sua giacca.
Cally esce in giardino e vede Anita seduta sul dondolo. Si va ad appoggiare alla parete lì accanto e si accende una sigaretta «Allora, come sta la mia ragazza preferita?» chiede con un sorriso. Anita alza la testa per incrociare il suo sguardo e ricambia il sorriso «Molto meglio adesso.» risponde a bassa voce.
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Cally si siede sul divano di Anita e nota un porta-cd proprio lì accanto e un raccoglitore di dischi. Ovviamente è il tipo da avere sia cd che dischi in vinile. Per distrarsi decide di guardare qualche titolo «Hai dei gusti musicali più vari di quello che avrei pensato, sai? Sono piacevolmente sorpreso…» commenta a voce più alta che può per farsi sentire da Anita nell’altra stanza. Sente una piccola risata arrivare in risposta «Grazie, immagino… Non so se è esattamente un complimento… Puoi mettere su della musica se ti va! I lettori sono vicini alla televisione…» gli dice Anita. Cally non se lo fa ripetere due volte e mette su un cd, forse qualcosa di Elvis Presley. Segue il ritmo della musica e si mette a ballare un pochino mentre aspetta che Anita si faccia viva.
Ad un certo punto sente che si schiarisce la gola da dietro la porta della sua camera «Okay… Sono pronta… Sii buono, ti prego.» annuncia e Cally ridacchia «Non ti posso promettere nulla, ma farò del mio meglio. Ti propongo una sfida, magari ti aiuta a scioglierti un po’…» risponde con calma «Oh. Okay… Spara.» lo incita Anita «Sfila a tempo di musica.» dice semplicemente Cally con soddisfazione. Anita non risponde, ma Cally riesce a capire che sta dibattendo se dargli retta oppure no. Senza preavviso apre la porta di scatto ed arriva in sala a tempo di musica come proposto da Cally. Non è vestita in modo particolarmente elaborato… Una gonna lunga ed una camicia, ma si vede quanto si senta a suo agio. Cally si rende conto di non averla mai vista con le gambe scoperte, che sono completamente depilate. Sospetta che sia per quello che ha sempre portato pantaloni lunghi anche d’estate. Per poter avere quel pizzico di libertà nel suo corpo. Cally non può fare a meno di sorridere. «Oh la la…» commenta prendendo la sua mano per farle fare una piroetta prima di trascinarla in un twist improvvisato «Devo dire che ti preferisco molto più così che con la tua maschera da “cugino Diodato”.» aggiunge subito. Anita sorride ed abbassa lo sguardo, ma Cally riesce a notare che ha gli occhi lucidi. «Grazie… Vestirsi per me è bello, ma potermi far vedere da qualcun altro così è… È molto meglio.» risponde con un sorriso rilassato.
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«Ti ringrazio per avermi invitata a casa tua…» commenta Anita mentre mangia il suo gelato. «So che non è esattamente lo stesso mangiare il gelato in casa propria…» aggiunge subito con aria colpevole e Cally ridacchia «Ehi, intanto ti assicuro che il sapore è sempre lo stesso… E poi la compagnia è molto più importante del luogo. Potrebbero anche propormi di mangiare del gelato nei giardini di Buckingham Palace, ma se dovessi farlo con mio fratello Alberto o con la zia Rita rifiuterei subito!» risponde quasi facendo cadere i loro bicchieri mentre agita le braccia. Anita si mette a ridere e sembra rilassarsi «Oh, okay okay, capisco che intendi…» commenta e apre la bocca per dire qualcos’altro, ma Cally la precede «Comunque capisco… Non ti senti pronta a girare per strada presentandoti in modo femminile, ma arriverà anche quel momento. Fino ad allora, ci sono un sacco di attività che possiamo fare in casa. Per me non c’è nessun problema. Ti ho promesso di esserti amica, no? …E a questo proposito non ti ho ancora fatto i complimenti per questo vestito! Direi che lo stile vintage fa davvero per te…» fa una piccola pausa indicando con un gesto vago il vestito di Anita e poi riprende il filo del discorso «Comunque capisco come ti senti, lo sai anche io ho avuto difficoltà al tempo del mio coming out. Cazzo, sembra quasi un secolo fa adesso…» dice con serietà sorridendole. «Non ne ho mai potuto parlare con te direttamente… Però ho sempre ascoltato quando ti spiegavi con i miei cugini… Come…? Ecco… Come funziona per te…? Come hai fatto all’inizio?» chiede Anita con fare insicuro «Se posso chiedere ovviamente, non sentirti obbligata- Accidenti scusa… Non sentirti obbligato a rispondere.» aggiunge in fretta.
Cally alza le mani «No, no tranquilla, va bene… Intanto, puoi usare anche il femminile. Uso il maschile perché è più comodo per tutti, ma non mi dispiace per niente il femminile, anzi, ogni tanto scappa anche a me.» comincia subito e le fa un sorriso per cercare di rassicurarla «Per è… Sicuramente molto diverso… Ho sempre sentito di non essere completamente a mio agio con la sfera maschile, ma nemmeno con la sfera femminile e pensavo che… Beh, pensavo che fossi io ad essere strano, capisci? Insomma nessuna delle persone che conoscevo, quando ero alle elementari o alle medie o alle superiori, dimostrava di avere quello stesso disagio… Ho provato ad ignorare la cosa, mi dicevo che erano i soliti problemi da adolescenti di cui senti tanto discutere. Alle superiori ho iniziato a sentire parlare di comunità LGBT. Sempre di nascosto, sempre solo tra alcuni ragazzi… Però mi ha spinto ad informarmi, a cercare di capire. Spesso sentivo gli adulti della famiglia che ne parlavano, ma solo tra di loro. Perfino mio padre faceva pochissimi accenni e mai a me e mio fratello. Comunque alla fine ho scoperto delle identità di genere. E più leggevo, più mi ritrovavo in quelle descrizioni e in quelle testimonianze. È stato un po’ spaventoso perché era tutto molto nuovo, ma anche una bella sensazione perché sapevo di non essere il solo, sapevo che c’era un nome per quello che provavo ed era normale.» spiega Cally con calma mentre continua a mangiare tranquillamente il suo gelato. È evidente per Anita che ha affrontato il discorso talmente tante volte che ormai è quasi come parlare di un argomento qualsiasi. Smette di mangiare ed abbassa la testa. Lei invece si sente ancora così bloccata…
Cally trattiene una risata ed indica il gelato di Anita «Guarda che se non lo mangi adesso si scioglierà tutto.» commenta facendola risvegliare dal suo momento di riflessione «Ho sentito che tu hai fatto coming out molto presto però… Com’è andata con tuo padre? Non riesco ad immaginare Raphael che reagisce male, ma non voglio presumere…» si affretta a dire mentre cerca di tirare su il più velocemente possibile le gocce che colano lungo il cono del suo gelato. Cally sbatte le palpebre un paio di volte «Ehm… Sì, sì… In pratica appena l’ho capito. Sono andato da Pa pronto a sentirmi dire chissà che cosa.» inizia a raccontare e si fa sfuggire una risatina al ricordo «Ecco… Arrivo lì dicendogli “Pa, ti devo parlare. È importante. Tu mi ascolti e poi puoi rispondere. Ma non mi devi interrompere, okay?” e lui si è subito preoccupato, perché chissà che avrà pensato. Mi ha fatto sedere accanto a lui sul suo letto, ha chiuso la porta e ha aspettato che iniziassi a parlare. Io ho quasi sputato tutto… Ho iniziato a parlare a raffica di tutto quello che avevo letto, dei commenti che sentivo in famiglia sulla comunità LGBT, di come mi sentivo io… E poi ho concluso con “Quindi sono non-binary. E non me ne frega se ti sta bene o no.” Mi ero caricato così tanto che ero diventato rosso. E lui non riusciva a credere a come avevo affrontato così deciso quel discorso… Mi ha abbracciato fortissimo. Ti giuro, ha una presa quando vuole che rischia di stritolarti, peggio di un orso… E poi mi ha detto “tale padre, tale figlio” e si è messo a ridere. Io invece, che ero ancora così pieno di adrenalina che stavo tremando, ci ho messo cinque minuti buoni a capire cosa volesse dire.» Cally sorride ancora, allegro «Per fortuna grazie a Pa ho avuto meno problemi con l’abituarmi a presentarmi con la mia identità. All’inizio pensavo di dover essere per forza il più androgino possibile, o di dover sempre mischiare elementi maschili e femminili… Come se avessi dovuto “provare” la mia identità con il mio modo di presentarmi… Poi anche grazie a lui, ho capito che bastava essere me stessa. Ogni tanto integro elementi più maschili o più femminili nel mio modo di presentarmi e ogni tanto no. Va benissimo in ogni caso. Ma ricordo bene che le prime volte che sono andata in giro con elementi che erano chiaramente “fuori dalla norma”, per dire l’equivalente di un cartello al neon che dice “EHI QUESTA È UNA PERSONA QUEER”, ero terrorizzata. Davvero. Quindi, anche se non ho avuto esattamente la tua stessa esperienza, ecco… Capisco che puoi avere difficoltà anche ad uscire come te stessa.» conclude seriamente guardando Anita dritta negli occhi. Lei ha di nuovo smesso di mangiare per concentrarsi solo sulle sue parole.
«In realtà, io… Un paio di volte sono uscita in panni femminili… Da sola… Però… Senza mai andare davvero in luoghi molto affollati… Escludendo un paio di locali… Ma… Una volta rischiai di farmi beccare da mio padre e allora… Non l’ho più fatto… Anche se dovessimo per sbaglio incontrare uno dei tuoi cugini sarebbe difficile anche solo spiegare perché stiamo prendendo un gelato insieme, figurarsi perché io sono… Vestita da donna. Però sono convinta che arriverà il giorno in cui ci riuscirò davvero. Diamine. Hai avuto molto più coraggio tu nella tua adolescenza che io da adulta…» commenta Anita quasi con vergogna. Cally prende un tovagliolo tra le mani e lo piega mentre risponde «Intanto, non è una questione di coraggio… Ognuno ha i suoi tempi, per qualsiasi cosa. Poi buon per te che hai un’amica lesbica con cui essere te stessa, no? E infine…» sorride e si sporge oltre il tavolo «Mi preoccuperei di più del fatto che non riesci a mangiare il gelato senza sporcarti il naso.» conclude ridacchiando mentre con il fazzoletto pulisce la punta del naso di Anita. Lei subito diventa rossa e si copre la faccia con le mani «È colpa tua! Mi hai distratta con tutti questi discorsi importanti e io…» prova a replicare con evidente imbarazzo e Cally scoppia a ridere ancora di più «E tu ti sei dimenticata come si mangia?» commenta tra le risate «Beh, felice di sapere che ho questo effetto ipnotico su di te, sono lusingato…» aggiunge subito continuando a ridere.
Quando finalmente Cally riesce a calmarsi, Anita scopre il volto e gli sorride leggermente «Grazie comunque.» dice seria «Sei davvero un’ottima amica. Anche se questa potevi risparmiartela…» aggiunge con un leggero tono ironico di rimprovero. Cally alza le mani «Scusa, scusa… In qualità di amica è mio compito prenderti un po’ in giro, oltre che dare qualche consiglio… E per essere del tutto onesti, anche tu hai un free pass per prendermi un po’ in giro, quindi sentiti libera di dare del tuo peggio.» risponde Cally divertito ed Anita sorride rilassata «Ah sì? Mhhh, bene… Vedremo…» commenta «E riguardo i consigli hai qualcosa da suggerire adesso?» chiede poi incuriosita indicando con un gesto la sua figura. Cally si strofina il mento con due dita corrugando la fronte «Mhhh… Come ho detto il vestito è perfetto… Devo dire che ti sai truccare davvero bene… Mhhh… Sai forse potresti farti crescere un po’ i capelli… Secondo me staresti bene… Se riesci a farti un taglio abbastanza androgino puoi sentirti più femminile senza dare sospetti alla famiglia. Che dici?» risponde con convinzione «Sai… È davvero una buona idea.» ribatte Anita con un sorriso.
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Cally si sta godendo il sole dalla sua sdraio mentre il resto della famiglia è sparso in giro per la spiaggia impegnato nelle più disparate attività. Edo e Lauro si sono piazzati al bar a riempirsi di gelato ed alcol e sembra che non abbiano molta voglia di fare altro; zia Tosca ha deciso di fare una passeggiata alla ricerca di belle conchiglie con cui probabilmente vuole fare collane e braccialetti per tutti; mentre Francesco ha trascinato Paolo in una lunga partita a racchettoni di cui nessuno sta tenendo il punteggio. A qualche sdraio di distanza da Cally c’è anche Riccardo, troppo impegnato a scambiarsi messaggi al telefono con Eugenio, che non è potuto venire in vacanza, per notare qualsiasi cosa stia accadendo intorno a lui.
Ad essere onesti Cally sa benissimo che Riccardo non è l’unico che non si sta veramente godendo la vacanza di famiglia al mare. Normalmente Cally starebbe quasi tutto il tempo in acqua, ma quest’anno ha preferito rimanere sulla spiaggia a prendere il sole. Qualche fila di sdraio dietro di lui Anita sta facendo lo stesso, o meglio sta nascosta sotto un ombrellone, completamente vestita, con un grosso libro in mano. Ha sempre fatto così ad ogni vacanza con la famiglia allargata che Cally riesce a ricordare. È riuscita a rivelargli che non si è mai sentita a suo agio in spiaggia, per un motivo che Cally riesce a capire, ma con cui lui ha meno problemi. Odia dover mettere un costume da bagno maschile. Così Cally, non avendo altro modo per aiutare Anita a superare questa situazione ha proposto di tenersi in contatto via telefono per farle compagnia, anche senza stare direttamente accanto a lei. Per tutti gli altri in famiglia loro non si sono mai parlati molto e sarebbe difficile spiegare un improvviso avvicinamento, inoltre Anita lo ha pregato di non attirare troppa attenzione su di lei e Cally non ha protestato. Quindi Cally rimane sulla sua sdraio a messaggiare di nascosto Anita mentre ogni tanto butta un occhio ai suoi cugini in acqua. In particolare Anastasio e Tarek attirano la sua attenzione e la sua frustrazione.
Anastasio e Rancore invece stanno ancora muovendo i loro primi passi in quella che potrebbe essere una vera relazione, ma sono sempre i soliti coglioni. Il che significa che nonostante ormai siano a quota tre appuntamenti e ogni volta che si guardano hanno gli occhi a cuoricino, non hanno avuto contatti oltre al tenersi un paio di volte per mano e ad un bacio sulla guancia dopo il loro primo appuntamento. In poche parole, stanno facendo incazzare Cally davvero tanto. E non solo lui a dire il vero. Un po’ tutti i cugini stanno attendendo con ansia che quei due smettano di essere dei completi coglioni. Perfino Leo, il grande amico di Anastasio, che è una delle persone più pazienti e buone che Cally conosca è arrivato quasi, per un soffio, a dire una parolaccia dopo l’ennesimo momento mancato. Ma Cally è sicuro di soffrire più di lui. Tanto per cominciare perché li vede insieme ad ogni riunione di famiglia e ad ogni uscita tra cugini, mentre Leo di solito ha contatti solo con Anastasio; poi Cally non ha la pazienza da santo di Leo, anzi, e avrebbe solo voglia di andare da quei due e sbattere le loro capocce dure l’una contro l’altra al grido di “e baciatevi, cazzo!”. Ma non può. Perché in fondo è una persona di classe e perché qualche giorno fa Anita ha suggerito di lasciare che seguano il loro percorso con i loro tempi, e per qualche motivo che non riesce a capire non può fare a meno di seguire il consiglio.
Il pensiero però gli sta impedendo di rilassarsi. Si guarda cautamente intorno e si assicura che nessuno della famiglia stia girando vicino alla sua sedia sdraio prima di afferrare in fretta il cellulare e mandare un messaggio ad Anita.
Cally: Perché mi hai consigliato di lasciar perdere quei due?
Anita: 😊 Perché anche se non sembra ho esperienza in campo sentimentale… Certe cose è meglio lasciare che si evolvano con calma…
Cally: Con calma???!!! Lo sai da quanto quei due gravitano uno intorno all’altro??!!! Non hai idea di che sofferenza è vederli fare così!
Anita: Certo che lo so! Tarek è mio cugino… Ho notato quasi da subito che c’era qualcosa tra loro… Forse anche prima di te… Non vedevo l’ora che si decidessero a fare qualcosa! Quando ho saputo che avevano avuto il loro primo appuntamento ascoltando te che ne parlavi con Lauro credo di aver fatto i salti di gioia per un pomeriggio intero.
Cally: Tu sei davvero interessata?
Anita: Te l’ho detto sono sempre interessata a tutto ciò che riguarda la mia famiglia… Anche se mi sono sempre limitata ad osservare dalla distanza… Però è anche una posizione privilegiata… Tendo a notare più cose… Sapessi quante cose ho imparato su di te 😉 E adesso ti conviene posare il telefono… Stai incuriosendo tua cugina…
«Va bene, da Rik me lo aspetto che stia attaccato al telefono così tanto, gli manca Eugenio ed è normale… Ma da te… È già la quarta volta che ti vedo tirare fuori il telefono di soppiatto per scrivere… Stai nascondendo qualcosa, Cally?» Claudia si avvicina alla sua sdraio facendogli ombra all’improvviso. Fino a pochi minuti fa era in acqua con Elodie, Cally era certo di averla vista, e a sostegno della sua idea l’acqua del mare continua a gocciolare dai suoi capelli e lungo il suo corpo. Sorride furbetta mentre si abbassa per guardarlo dritto negli occhi «Allora?» lo incalza. Cally scuote la testa con indifferenza mentre blocca discretamente lo schermo del telefono per evitare che Levante possa anche solo darci un’occhiata. «Non ho assolutamente niente da nascondere, Cla. Al massimo qualche piano diabolico in lavorazione.» risponde con un sorriso sicuro rimettendosi gli occhiali da sole. «Tu piuttosto non sei impegnata a divertirti con la tua saffica “amica”? Cosa ne ricavi dallo spiare me?» aggiunge Cally con aria di sfida e Levante ride serena «Elo è andata a prendere da bere al bar… E non ti stavo spiando… Solo normale curiosità per un importante componente della mia famiglia… Lo sai che ti voglio bene, vero Cally? E tu mi vuoi bene, vero? E mi diresti se, non so, ci fosse una ragazza speciale nella tua vita, vero?» risponde Claudia con un tono a metà tra lo scherzo e la serietà e solleva un sopracciglio per accentuare le sue domande. Cally stringe istintivamente il telefono che tiene ancora in mano e deglutisce a fatica. Non gli viene nessuna delle sue solite risposte ironiche. Abbassa gli occhiali da sole sul naso e guarda sua cugina negli occhi «Cosa ti ha fatto pensare che stessi scrivendo ad una “ragazza speciale”?» chiede genuinamente sorpreso dall’insinuazione di Levante. Lei sorride soddisfatta ed indica Riccardo a qualche sdraio di distanza con il telefono in mano ed un sorriso timido stampato in faccia «Lo vedi? Occhi da cucciolo e tutto il resto?» chiede Claudia e Cally annuisce velocemente invitandola a continuare «Avevi la stessa faccia prima.» conclude Levante con tono di grande soddisfazione un attimo prima di allontanarsi al seguito di Elodie che ha fatto ritorno con due birre in mano. Cally resta un attimo confuso ad osservare prima la cugina che si allontana con la sua ragazza, poi il cugino sulla sdraio che sorride ai messaggi del suo ragazzo ed infine al suo stesso telefono che tiene stretto in mano un po’ più forte del normale. Vorrebbe voltarsi a guardare Anita qualche fila dietro di lui, ma resiste alla tentazione ed invece sblocca il telefono all’arrivo di una nuova notifica.
Anita: Ho visto che Claudia si è allontanata… Non è andata a raccontare gossip agli altri, quindi immagino che non ti abbia beccato. 😉
Cally butta la testa all’indietro e sospira cercando di pensare a come rispondere. Eccome se lo ha beccato.
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ithinkofnealcassady · 5 years ago
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hi guys this is old at this point but i’m still really proud of it so i thought i’d drop the link for anyone interested. it’s a tony stark and natasha romanov “what if?” fic, the “what if?” being “what if they had met before the avengers were even a concept?” cue: 19 year old tony and a natasha of indiscriminate age (maybe she’s had some russian enchancement serum) meeting in italy in 1989.
summary —
There is a tap on the table top and a quiet, “Scusatemi, signorina,” and she looks up. There is a boy there, no more than twenty, and he is undoubtedly American, though his Italian is so polished that even she would be unsure if not for his hesitant slouch— discomfort, it says I am out of place. His gaze is not demanding. It is not cold, either— but intelligent, distant. Not assessing, but calculating. As if she is made of code, and he is reading her.
“I speak English,” she tells him, “better than Italian.”
He slumps with something akin to relief. “Oh- that’s. That’s cool. I’m really sorry to ask-“ and he looks it, wincing and pulling his own fingers, “-but would it be okay if I sit with you? My mamma is in a formaggeria across the piazza and I desperately don’t want to stand in there and smell cheese for an hour so I was gonna grab an espresso but every other table is filled and I don’t want to impose but—?” He looks at her. He is sharp, ardent with a wisdom that puts her teeth on edge. No young man should look like that: as if he has stared straight into the barrel of a gun and laughed at the bullet, swallowed it whole.
He looks old for his age. He just. He looks.
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arancin-and-volcanoes · 6 years ago
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I primati della Storia delle donne siciliane
Non ne abbia a male Georges Sand, ma la prima donna a portare i pantaloni fu una siciliana.
Dai tempi antichi al giorno d’oggi, le donne sono sempre state alla base della storia e cultura siciliana; narra addirittura un mito che Sicilia altri non fosse che una splendida principessa di Tiro, mandata in esilio a sedici anni e approdata sull’isola deserta che allora portava ancora il nome di Trinacria, e che sia stata proprio lei a dare inizio alla stirpe dei Siciliani, oltre che il nome all’isola stessa.
Ma anche a lasciare da parte il mito e a concentrarsi sulla Storia e i suoi fatti concreti, troviamo che, pur essendosi gli uomini sempre presi il merito di averne influenzato il corso, sono in realtà molto più spesso le donne ad agire per prime per influenzarla e modificarla.
Esempi lampanti di donne che hanno modificato il corso della Storia sono le donne di Palermo del 250 a.C., che, per far fronte all’attacco dei Cartaginesi, in mancanza di corde con cui tendere gli archi si tagliarono le trecce per filarne delle corde, e la giovane nobildonna senza nome il cui grido diede inizio alle rivolte dei Vespri, il 30 marzo del 1282; ma donne sono anche le celebri “cannunere” del Risorgimento siciliano, la caporale messinese Rosa Donato che nel 1848 difese strenuamente con i cannoni borbonici di cui si era appropriata la sua città prima che cadesse, e dopo di lei la barcellonese Giuseppa Bolognara Calcagno, detta Peppa ‘a cannunera, che a sua volta nel 1860 difese la cittadella di Catania dai Borbone con dei cannoni ad essi trafugati. E più vicine a noi nel tempo troviamo le donne della Resistenza siciliana del ‘43, la prima Resistenza organizzata a sorgere in Italia, e l'attivista ragusana antimilitarista Maria Occhipinti, che nel 1945, al quinto mese di gravidanza, si sdraiò in strada davanti al camion di rastrellamenti delle reclute ragusane in protesta al rastrellamento obbligatorio.
Ma non tutte le donne lasciarono la loro impronta in campo bellico, o esclusivamente in esso: le prime femministe d’Italia e fra le prime d’Europa sono infatti siciliane, come le Sorelle Genoveffa Bisso e Dorotea Isabella Bellini, che già nel 1735 scrivevano di emancipazione femminile e parità dei sessi, o un secolo dopo Giuseppina Turrisi Colonna, poetessa sostenitrice della rivoluzione in tutti gli ambiti sociali, dal patriarcato fino al dominio borbonico, contro cui prese parte nella rivoluzione del 1848. Siciliane anche le prime associazioni di donne per l’emancipazione, come la Legione delle Pie Sorelle del ‘48, la suddivisione femminile di Piana dei Greci dei Fasci Siciliani guidata da Maria Cammarata, e sulla loro scia l’Unione Femminile Girgentina, prima associazione femminista definitasi tale.
Sono tante anche le donne che fecero scalpore semplicemente esercitando le loro libertà personali per la prima volta: è siciliana infatti la prima donna a divorziare in Italia nel 1808, la baronessa catanese Maria Paternò, e così la prima donna occidentale ad indossare i pantaloni in pubblico nel 1698, Francisca Massara, il cui abbigliamento fu tanto scandaloso che di lei non conosciamo altro se non che fosse siciliana e che fosse vissuta a cavallo fra ‘600 e ‘700. Siciliane sono anche la prima donna candidatasi a Presidente della Repubblica nel 1946, Ottavia Penna Buscemi, la prima donna sindaco di un capoluogo di Regione, Elda Pucci, eletta sindaco di Palermo nel 1983, e la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore, l’alcamese Franca Viola nel 1966, così come la prima e più grande imprenditrice europea della Belle Époque, la regina di Sicilia Donna Franca Florio. Donna e siciliana, infine, la prima scacchista europea in assoluto, Macalda di Scaletta, cortigiana alla corte aragonese vissuta nella seconda metà del XIII secolo.
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dystopia2imblr · 5 years ago
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Simcity - Il Caso si Riapre
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(Clicca QUI per le foto in HQ)
Parte 1 - 2/2 - “Interferenze”
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Mentre la folla era ormai più che solo un mucchietto di gente sparsa qua e là a parlottare della famiglia del sindaco e dell’incapacità della polizia, teorizzando su cosa stesse succedendo di quel periodo e se ci fosse anche solo la remota possibilità d’un ritorno della famosissima “Bella Goth”, all’ombra d’un albero, poco lontano da dove i suoi colleghi stavano sorvegliando la zona per la sicurezza del sindaco e per evitare una qualsiasi tipo di rivolta, un uomo guardava da dietro gli spalti tutta la scena, appoggiato su un auto blu di qualcuno che l’aveva posteggiata lì.
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L’agente John Burb era tornato da pochi anni a Bellavista, dopo aver passato i primi anni di matrimonio con la moglie, Jennifer, in una città pienamente urbana, aveva deciso di lasciare la caotica città di Centro Sim per vivere una vita più tranquilla e “verde” nell’ idilliaca Bellavista, anche per far crescere in tranquillità loro figlia Lucia, detta più “amichevolmente”, Lucy.
Il suo sguardo era attento e vigile su ogni passante e le sue orecchie ben aperte per sentire ogni pettegolezzo (un po’ come Maria Dolores del Simsegreto). Il suo lavoro dopotutto consisteva in quello, John era un detective e come tale doveva indagare anche quando sembrava stesse solamente sorseggiando un po' di caffè pensando a tutto tranne che al lavoro.
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Aveva sentito abbastanza, abbastanza da ritenersi soddisfatto e da pensare che non ci fosse più nient'altro da origliare. Ben pensò quindi di spostarsi per andare a buttare il bicchiere di caffè ormai sorseggiato e terminato, quando una presenza non avvertita si palesó alle sue spalle.
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Era una donna molto giovane, che poteva aver sì e no una 30ina d'anni, dalla pelle chiara, gli occhi grigi e i capelli neri. Portava in braccio una busta da fornaio dove dentro teneva un po' di spesa, stando a significare che era appena tornata dal supermercato, quando sentendo il parlare della folla e vedendo il via vai di gente che passava in massa in modo anomalo in quella zona, si fermò per un attimo a guardarsi intorno con curiosità, prima di accorgersi che lì nelle vicinanze ci fosse un agente di polizia a cui chiedere informazioni.
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« Agente Burb, cosa sta succedendo? C'è stato un incidente? » - Chiese nella completa innocenza ed ignoranza quella donna, dopo essere riuscita ad attirare l'attenzione del poliziotto che, non trovando nemmeno il cestino dove buttare il bicchiere, aveva almeno appena finito di asciugarsi le mani con uno di quei tovaglioli che ti danno per il gelato e che non serve veramente a niente, lasciandoti tutte le mani imbrattate.
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Bellavista non era solita ad avere tanta vitalità, ed era per questo strano agli occhi di chiunque vedere tanta gente affollata in un unico posto. Era solito camminare e sentire il rumore del fruscio delle foglie degli alberi o dei tacchetti delle proprie scarpe, ma non quello di autoparlanti e gente tanto agitata.
[ John ] « Buongiorno signorina Broke, non ha sentito le notizie al tg stamattina? Ne sta parlando praticamente tutta Sim City, non mi pare possibile che siate all'oscuro di tutto »
« ... stamattina ho avuto un po' da fare per delle compere e non ho proprio minimamente pensato di accendere la tv, è successo forse qualcosa di grave? Riguarda quelle strane interferenze che si verificano da giorni? » - replicó imbarazzata la donna. Si sentiva davvero fuori dal mondo ma in quanto madre di tre figli non aveva tempo per star a sentire del vario gossip che esisteva in giro, anche se in quel caso, gossip non era.
[ John ] « A causa dei documenti che "chi sta dietro a tutto questo » ha fatto trapelare, rendendoli pubblici, adesso l'opinione pubblica è contro alle forze dell'ordine e siamo stati etichettati come incapaci. È possibile, per via delle varie richieste che il caso di Bella Goth venga riaperto dato che sembra stiano apparendo degli indizi dal nulla. Beh, spero che siano veramente degli indizi e non che qualcuno non ci stia trollando- »
« ...tro...tro-che? ...qualcuno vi sta facendo trottellerare? »
[ John ] « ...oh no, scusatemi signorina Broke, è uno slang giovanile che si usa in rete, significa che magari qualcuno ci sta prendendo in giro, ma voi siete davvero giovane, mi sorprende non conosciate questo termine... »
« ...a-anche se sono giovane non uso molto cellulari e computer, ecco, anzi, non ho mai avuto un computer in casa fino a quando mio figlio Beau non ne ha chiesto uno per iniziare a studiare per l'università... » Replicó rossa come un pomodoro.
[ John ] « ...ma...adesso come state? Va tutto bene con il ristorante, vero? I vostri figli non le stanno dando grattacapi, vero? »
« ...Dustin ormai è un uomo e vive per conto suo, lo sento di tanto in tanto, infatti stavo passando a portargli qualcosa che ho cucinato, Beau ha appena iniziato l'università ed Ebony il liceo-...stento a credere che siano tutti già così grandi »
[ John ] « Ricordo ancora quando dovevo riportarvi a casa vostro figlio Dustin  perché faceva qualche cavolata in giro per la città, sono felice che le cose adesso stiano andando per il verso giusto almeno per voi... »
« ...g-già »
[ John ] « Ma al proposito della vostra famiglia, ho una buona notizia per voi »
« Una buona notizia? » - Chiese confusa la donna.
[ John ] « Date le continue lamentele stiamo riaprendo anche altri casi oltre a quello di Bella Goth. Stiamo pensando di dividerci in tre squadre speciali: una per Bella Goth, una per Darleen Dreamer...e l'ultima per vostro marito Skip, Brandy. »
[ Brandy ] « R-RIAPRIRETE IL CASO DI MIO MARITO SKIP?! » - Brandy ebbe un attimo un sussulto, tale che le fece cadere dalla busta qualche pomodoro che si mise a rotolare per le mattonelle del marciapiede. - « ...s-scusate è che io-...non m lo aspettavo, cosa c'è da indagare ancora? Non... capisco »
[ John ] « Nel caso di Darleen Dreamer e di vostro marito Skip Broke le circostanze della loro morte sono state troppo strane e anomale. Nel caso di Darleen potremmo anche dire che sia stato un incidente, anche se le testimonianze della sua famiglia non mi convincono, in quelle di Skip invece...ci sono troppe incongruenze, è per questo che riapriremo il caso. Sentivo giusto poco fa vostro figlio Dustin lamentarsi nel dire che non abbiamo fatto un buon lavoro, perciò adesso rimedieremo. »
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[ Brandy ] « ...o-oh- la ringrazio. »
La donna appariva scossa per qualche motivo, talmente scossa da non essersi nemmeno calata a riprendere le mele che le erano cadute. Cosa che fece l'agente Burb, dopo averle fatto un gesto militare e girare i tacchi.
[ John ] « Arrivederci signorina Broke e buona giornata. Le faremo avere presto notizie, sarà la prima a saperlo, prima dei media. »
[ Brandy ] « ...buona...giornata agente... »
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azirafuck · 6 years ago
Note
i am a freak and i dont just read the response to my asks and actually go through the notes too and excuse you?? non si beve il succo coi pasti? since fucking when, scusatemi?? like oooh look at us italians, with our made up rules like no juice allowed near MY food, or or, only three biscuits for breakfast and thats IT and if youre still hungry after that FUCK you, or boo hoo look at us the most Touristy city of our country doesnt have a functioning public transport system. fuck you. 🍍+🍕=💯✨💖
(oh my god anon I'm actually fucking crying laughing I think I'm in love with you this is fucking hilarious gimme a sec)
ALRIGHT SO I THINK THIS IS ABOUT @navcissus 'S COMMENT
first OF ALL drinking sugary stuff like juice during a meal can slow down or screw up digestion, I mean drink whatever you want but yOU'RE GONNA FACE THE CONSEQUENCES. some say you shouldn't even drink water during meals so JOT THAT DOWN BITCH
SECOND OF ALL I dont know where u went while u were in Italy but in my experience there isnt a single god damn person in this country who's gonna leave u hungry, everyone is a mom, especially in the south, they're gonna feed you until you're safe from hunger for the next 10 years or until you say you'd really like a coffee. you cannot escape. you think you're stuffed? have some coniglio coi fungh. have some peperonata. have some tiramisù. eat this god damn mortadella you skinny fuck. THERE IS NO SUCH THING AS LEAVING GUESTS HUNGRY HERE
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AND ABOUT THE PUBLIC TRANSPORT I dont know what to say you're right stfu we got pROBLEMS
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