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PRIMA PAGINA El Mundo di Oggi martedì, 11 febbraio 2025
#PrimaPagina#elmundo quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi versus#iran#vuelta#empate#futbol#trono#cristiano#evidencia#fiscal#tambien#deliberadamente#cuenta#pero#segun#proveedor#quiza#hizo#amas#movil#modelo#baviera
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August-September anniversary/birthday posts
Here's a list of anniversaries of media (mainly cartoons) and birthdays of people (mainly voice actors) that I have missed out. The sources for some of the images will be linked in the image itself.
Happy 25th birthday, Jackie Lastra! (Birthdate: August 14, 1998)
Favorite roles: Xiangling from Genshin Impact, Nika Aoi from Beyblade Burst Turbo, and Kei from AMAIM Warrior at the Borderline.
Other known roles: Melty Q. Melromarc from The Rising of the Shield Hero, Io from Granblue Fantasy: The Animation and Granblue Fantasy: Versus, Fubuki Kitakaze from Maesetsu!
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Happy 30th anniversary, Power Rangers! (Premiere date: August 28, 1993)
The Power Rangers franchise has been a part of my childhood since I got exposed to it through Samurai, even though its source material, Super Sentai, is better in my opinion.
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Happy 5th anniversary, Total DramaRama! (Premiere date: September 1st, 2018)
Though this spin-off of the Total Drama franchise is very controversial, Its still one of my favorite shows in that series for its off-the-walls humor
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Happy 10th anniversary, Uncle Grandpa! (Premiere date: September 1st, 2013)
Despite its initial rocky reception, many have warmed up to the show for its comedy, absurdness, and its titular character being credited as the "survivor" of the HBO Max (now called Max) purge.
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Happy posthumous 50th birthday, Jason David Frank! (Birthdate: September 4th, 1973)
Though JDF is no longer with us, his legacy and likeliness will forever be a part of us. May he rest in peace.
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Happy 25th anniversary, Oggy and The Cockroaches! (Premiere date: September 6, 1998)
One of my favorite French cartoons when I was younger, having a formula akin to Tom and Jerry but with the title character winning most of the time. Truly a classic from Xilam.
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And finally, I present you 20th anniversary of Hoops & Yoyo!
(yes I know the actual release date for the cards is September 11th, but I really don't want to be insensitive during that day)
Initially starting as Hallmark greeting cards before becoming a web cartoon and eventually a franchise, Hoops & Yoyo has been a personal favorite to some due to its simplistic artstyle, the titular characters plus Piddles being adorable creatures with lovable personalities, and its vibrant setting. I have to admit, Bob Holt and Mike Adair really deserve the appreciation they got when creating this line of cards.
#total dramarama#oggy and the cockroaches#power rangers#genshin impact#hoops and yoyo#jason david frank#jackie lastra#power rangers 30th anniversary#uncle grandpa#beyblade burst turbo#amaim warrior at the borderline#the rising of the shield hero#granblue fantasy#maesetsu
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I grandi marchi: Versace
Oggi Versace è tra le più celebri aziende nel campo del mondo della moda, e ha segnato per sempre la storia della Milano da bere. Fu Gianni Versace a fondare l’azienda nel 1978 e da subito si distinse per la sua originalità. Calabrese di nascita, ma vissuto fin da piccolo a Milano a fianco della madre nella sartoria di famiglia, Gianni si fece conoscere nel mondo della moda per la stravaganza dello stile e per l'attenzione alla ricercatezza dei materiali e alla qualità dei tessuti. Il suo stile stravagante, elaborato e dirompente riuscì a catturare l'attenzione delle star' sempre presenti alle sue sfilate, da Elton John a Bon Jovi, da Sylvester Stallone a Madonna, con cui aveva solidi rapporti di amicizia. Inoltre a Versace si deve la nascita del fenomeno delle supermodelle, quelle che si trasformano in vere e proprie icone, con nomi come Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Carla Bruni e Cindy Crawford. Gianni era fiero del suo impero, nel 1995 la rivista Time lo consacrò uomo del momento e diceva spesso "Chi si innamora di Versace non torna indietro", dopo aver scelto la Medusa, creatura mitologica che venne maledetta dagli Dei dell'Olimpo, come simbolo della sua maison. Nel 1988 entrò nell'azienda la sorella minore, Donatella, a cui fu affidata la direzione del marchio Versus, linea giovane Versace. Gianni era molto legato alla sorella, fin da ragazzi erano molto uniti e lei assecondava le fantasie del fratello, vestendosi a 11 anni secondo i suoi suggerimenti, con i capelli biondo-platino, in minigonna e gli stivali alti di pelle. Il 15 luglio 1997 Gianni Versace fu assassinato nella propria villa a Miami Beach dal serial killer Andrew Cunanan e, dopo una solenne cerimonia, fu sepolto sul lago di Como. Alla morte dello stilista, che lasciò la sua quota alla nipote Allegra di 11 anni, il marchio sprofondò in una grave crisi economica pur riuscendo a rimanere tra i brand più amati. La storia continua grazie alla grinta di Donatella Versace e la sua collaborazione con Lady Gaga, fino al Jungle Dress sfoggiato da Jennifer Lopez sul red carpet dei 42 Grammy Awards nel 2000, sempre fedele all'eredità lasciata dal fratello. Nel 2004 arrivò Giancarlo Di Risio come ad del gruppo che riuscì con un drastico taglio dei costi a rimettere l'azienda in sesto, il posto di direttore creativo del brand passò a Donatella Versace. Il 20% della controllante GiVi holding, con il 30% in mano a Santo Versace, il 20% a Donatella Versace, il 50% a Allegra Versace Beck, nel febbraio 2014 fu acquisito dall'americano Blackstone Group per 150 milioni di euro. Nel settembre 2018, la maison annunciò che il 100% delle quote di Blackstone e della famiglia Versace sono state vendute al gruppo Michael Kors Limited. Successivamente, nel gennaio 2019 la griffe entrò a far parte del gruppo Capri Holdings Limited, creando un nuovo gruppo del lusso assieme a Michael Kors e Jimmy Choo. Read the full article
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The Bouncer è uno di quei giochi che ricordiamo in tre. Io ho dei buoni ricordi di un picchiaduro 3D "a scorrimento" dove i tre stilossissimi buttafuori Sion l'amnesiaco, Volt il grosso e Kou l'affascinate, asfaltavano i nemici senza pietà. C'era persino una modalità Versus dove ci si poteva menare con gli amici.
Era uno di quei giochi dove Squaresoft (oggi Square Enix) provava a fare qualcosa di diverso dai Final Fantasy, tipo lo sparatutto Einhander o il picchiaduro Ehrgeiz per PlayStation.
Per me era una piccola chicca dell'inizio PlayStation 2.
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24 lug 2024 09:21
LA RUSSA-MATTARELLA: SCONTRO TOTALE - LA CONSIGLIERA LAICA DEL CSM ROSANNA NATOLI, FORTE DEL SOSTEGNO DEL PRESIDENTE DEL SENATO SUO SPONSOR, RISPONDE PICCHE AL CAPO DELLO STATO CHE AVEVA AUSPICATO LE SUE DIMISSIONI DOPO CHE È STATA SCOPERTA A DARE CONSIGLI A UNA GIUDICE SOTTO PROCESSO DISCIPLINARE – DECISIVO PER L’ARROCCO DI NATOLI, SECONDO QUANTO RIFERISCONO PIÙ FONTI, SAREBBE STATO IL CONFORTO (PERSONALE E SOPRATTUTTO POLITICO) DI LA RUSSA CHE PERO' NEGA DI AVER SENTITO LA CONSIGLIERA... -
Ermes Antonucci per il Foglio - Estratti
“Non mi dimetto”. La consigliera laica Rosanna Natoli risponde picche al presidente Mattarella, che in un incontro con il vicepresidente del Csm Pinelli aveva auspicato le dimissioni della laica indicata da FdI, scoperta a dare consigli a una giudice sotto processo disciplinare e a rivelare il segreto della camera di consiglio.
Convocata ieri mattina dal comitato di presidenza, Natoli ha respinto l’invito del capo dello stato, forte del sostegno ricevuto nelle ultime ore dall’artefice della sua elezione al Csm: il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Può una consigliera del Csm, autrice di una condotta palesemente incompatibile con la sua permanenza all’organo di governo autonomo della magistratura, fare finta di niente, dire “no” al presidente della Repubblica (che del Csm è capo) e decidere così di mantenere la carica? Evidentemente sì, per quanto lo scenario risulti sorprendente e senza precedenti.
Dopo aver rigettato l’auspicio di Mattarella, Natoli non parteciperà al plenum previsto per oggi, anche se al Csm il clima rimane incandescente.
Stavolta le tensioni non riguardano tanto i rapporti tra laici e togati.
La stragrande maggioranza dei consiglieri, inclusi molti dei laici espressi dalla maggioranza parlamentare come Natoli, riconoscono, lontano dai microfoni, che il comportamento della collega risulta indifendibile e che la decisione di non dimettersi – per di più a fronte dell’intervento di Mattarella – è inaccettabile. Oltreché incomprensibile, se non attraverso le lenti della politica.
(…) Decisivo, secondo quanto riferiscono più fonti, sarebbe stato il conforto (personale e soprattutto politico) ricevuto proprio da colui che più di tutti si era speso, nel gennaio 2023, per rendere possibile l’elezione di Natoli al Csm: il presidente del Senato La Russa, che con Natoli condivide la città natale (Paternò, appunto) e un rapporto di forte amicizia di lungo periodo.
Interpellato sulla vicenda ieri, in occasione della cerimonia del Ventaglio, La Russa ha negato di aver sentito Natoli negli ultimi giorni, anche se la circostanza viene smentita da più parti.
Anche perché, spiegano a Palazzo Bachelet, sarebbe inimmaginabile che una consigliera laica arrivasse a opporsi al presidente della Repubblica senza aver ricevuto prima un sostegno politico di un certo peso. Come quello da parte del presidente del Senato, ben consapevole delle difficoltà che Fratelli d’Italia avrebbe in Parlamento a far eleggere al Csm un eventuale sostituto con una chiara estrazione di partito come Natoli.
Insomma, sullo sfondo del caso Natoli sembra essersi profilato un inedito, e anche paradossale, scontro di vedute tra le due più alte cariche dello stato: La Russa versus Mattarella. Chi pensava che sarebbe bastato un briciolo di senso delle istituzioni per mettere fine alla vicenda si è dovuto ricredere.
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warring parts of my brain want to be soft organic ouppy oggy versus inorganic machine. Both parts want to be played with in ways that could hurt if my owner isn't gentle and careful. The only solution is to be a robot puppy
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BUGS PRINCE OF PERSIA IN VERSUS 😭😤THE LOST CROWN #princeofpersiathelostcrown #Bugs #ps5
#prince of persia the lost crown#prince of persia#bugs#versus#youtube#gameplay#ps4#ps5#xboxone#xbox series x#nintendo#pc gaming#videogame#playstation#shorts game#youtube shorts#shorts youtube#sargon
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All very interesting thoughts. It has been an ever continuous question of how many jäger might reasonably exist in canon (and ergo at what point will i stop designing ocs).
I would say, im not sure they need that much in way of specialised weapons? Not more specialised than Mechanicsburg is kind of built to produce, at least, given that a lot of the town seems to be equipped in some way. Especially since many jäger seem to not use any weapons.
Maybe a little headcanon-y? I kinda thought jägers did do stuff when it wasn't raiding season. Like, they were around enough for Lucrezia to order them around. I kind of figured they still helped around with moving heavy stuff in the labs, or randomly volunteering. Its heckin boring just sitting around and there is Mechanicsburg comraderie. Might as well go see if someone needs jäger help retrieving their cow that fell in the river or whatever. Or moving heavy stones forthe people fixing up potholes in the road. Especially if they pay for the work then hey! Drinking money!
Yeah, fickle would be a good word. At least from Oggie, settling down is not typically a thing, and he was an outlier.
Actually, regarding everyone but young children- well i suppsoe it depends how young and how seriously you take the Youth Brigade Peanut Militia. Given its Mechanicsburg, i put it at a 50/50that they'll cause trouble for attackers versus their parents will try to keep them safely out of the way. Probably depends on how risky the attack is going.
Id agree on the divisions. There's the ones that very regularly do the fighting, and then there's everyone else.
Mechanicsburg Military
Apparently it takes 15 people to support one full time soldier in a medieval community.
Mechanicsburg is a mid-sized town, maybe a population of 20,000.
This suggests a standing army of 1,300, roughly.
There are probably at least a thousand Jägers. There’s enough for them to be a force and community in their own right.
Mechanicsburg can cheat a bit, Jägers are easy to supply in terms of food, and raiding adds to what they have to use as supplies. But this is still an army that has cavalry and needs specialised weapons, and also Jägers are not the kind of army that does public works when not fighting. They just hang around.
At the times when Mechanicsburg had an Empire we can probably assume they demanded either troops or money to hire troops from their conquered cities and the army was both much larger and much less Jägery.
At times when Mechanicsburg had shrunk back down to its natural state as one small town with terrifying potential, the army may consist almost entirely of Jägers.
“Riding with the Jägers” is the colloquial phrase for raiding, but raiding seems to be most of what the Heterodynes do. Most of their wars are fought under those terms – they turn up, pillage and leave. They have pictures of the state they’ve left towns in and quite often that was not a fit state for keeping afterwards.
The people who do ride with the Jägers are described by OMD as young. Also, we know for a fact that Carson did it, and Carson had a position he already knew he was going to inherit. For him, it was only a matter of time before he had to go home and take up his life.
I feel like it’s a bit that way for many of them? You either find a reason to go home, build a home, grow up or you… don’t. OMD did. He found someone he wanted to settle down with. The Jägers didn't… they chose a path where none of those things would ever really be possible.
(I suspect Jägers have a reputation around Mechanicsburg less for being dangerous to women than for being fickle. They have other priorities and a poor sense of how time passes for humans. Don’t lose your heart to one.)
There’s also banditry which seems… more ad hoc, less involved with the Heterodyne, and less gendered. When we get the “descendants of bandits” line and pictures of the Mechanicsburgers looking ominous it’s the women just as much as the men. If raiding involves travelling, banditry is more of a local thing (there are plenty of passes), as is smuggling. Old people and women can participate there.
And if the town is attacked, everyone but young children will fight.
Leaving me with the feeling that the divisions in the town are less “military vs civilians” than “raiders vs citizens” which… sounds similar, but citizens are not civilians (etymology aside), and it’s less that they don’t fight than that they stay close to home and do other things as well as fight.
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gli esagrammi doppi, costruiti cioè da due trigrammi eguali, portano sempre particolare ispirazione. sarà per la solennità dell'esatta ripetizione? boh.
oggi comunque 7-8-8/7-8-8. doppio tuono.
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51 震 Cenn / L'Eccitante (Lo Scuotimento, Il Tuono)
L'Immagine
Tuono continuato: L'immagine dello scuotimento. Così il nobile temendo e tremando mette ordine nella sua vita Ed esplora se stesso.
Il tuono continuato, col suo scuotimento, arreca terrore e tremore. Così il nobile sta sempre in riverente timore davanti alla comparsa di Dio e mette in ordine la sua vita ed esplora il suo cuore per scoprire se nulla contraddica in segreto alla volontà divina. Così il riverente timore è il fondamento della vera cultura della vita.
io ci vedo la prosoché stoica: la continua attenzione verso se stessi. e anche una preferenza, nella motivazione, data al fuggire da rispetto all'andare verso, se proprio vogliamo. ma è roba solo mia.
su questi spunti (e rispetto alla propria situazione), infatti, un senso si finisce per trovarlo, ma questa operazione è in esclusivo potere di chi si confronta con l'ispirazione oracolare: oggi gli occhiali sono questi, che si adattino o meno agli occhi... può darsi: lo sforzo di sincronicità è soggettivo (è cioè lavoro dell'occhio saper trarre profitto dall'occhiale).
nota pedante: per gli approfondimenti dovuti (vanno considerate descrizioni, sentenze e immagini degli esagrammi iniziale e, nel caso, finale; inoltre i commenti alle (eventuali) linee mobili nell'esagramma iniziale) è sempre meglio ritornare al testo (qui il classico R.Wilhelm (a cura di) "I Ching - Il Libro del Mutamenti", 1991 Adelphi Milano).
p.s. per come rapportarsi con un oracolo e i suoi responsi viene sempre utile ricordarsi la prescrizione di Epitteto nel Manuale, n.32, dove - molto stoicamente - si disciplina ogni responso ottenuto alla dicotomia di controllo (ciò che è in mio effettivo potere versus ciò che non lo è) e alla dottrina dei kateconta (ciò che è onorevole (doveroso) fare).
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PRIMA PAGINA De Morgen di Oggi martedì, 04 febbraio 2025
#PrimaPagina#demorgen quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi bart#lang#bouchez#enge#trump#moet#versus#twee#entree#genol#grammy#album
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Intelligenza artificiale vs. intelligenza naturale
C'è una battaglia in corso tra "intelligenza artificiale" e "intelligenza naturale" per la creazione dei contenuti.
Per un "nerd" di 55 anni come me interessato da sempre all'evoluzione informatica e tecnologica guardo con preoccupato entusiasmo a tutto ciò che sta succedendo attorno al 'machine learning' e mi unisco a queste considerazioni:
La creatività umana è una forza potente, con la capacità di pensare criticamente, esprimere emozioni e creare narrazioni uniche che l'IA fatica a replicare
L'IA eccelle nel generare contenuti, riformulare concetti, analizzare testi, creare titoli alternativi.
Quale sarà il futuro dell'intelligenza artificiale nella creazione dei contenuti?
Io prevedo una collaborazione tra umano e macchina.
Integrando le capacità analitiche con la sensibilità dell'essere umano vedremo grandi cose, si sbloccheranno altre possibilità che ad oggi fatico a vedere.
Come al solito l'intelligenza artificiale è soltanto uno strumento, bisogna vedere come lo utilizzi: qualcuno l'ha paragonata ad un coltello con il quale puoi tagliare il pane, oppure utilizzarlo per fare del male.
Ad oggi è ancora il cervello umano che decide. Per ora.
Ispirato da:
→ Omobolanle Owodunni: https://medium.com/@omobolanlequincy99/the-battle-of-creativity-content-creators-versus-artificial-intelligence-fc1b7cd8397f
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Oh certainly. Like jägers aren't subtle, but that's not necessarily sneaking-related. Still gonna be blunt, direct with actions, maybe miss a few social cues to not say that thing (Oggie), decide that entering a city on a giant war bear to rescue some idiots is the plan to do diplomacy she had reasons, of course. Namely for safety). Does not prevet the psychological warfare of sneaking into Mechanicsburg to fake fewer numbers. Sure, Mechanicsburg has tunnels, but i feel like they were hiding very effectively in that nice two page spread. Before they popped out, at least (plus they had to get to the tunnels first withoutbeing obvious about it). Its a very good tactic to play up lack of subtlety to throw off your enemy from expecting stealth.
Now i wanna keep track of jäger sneakiness next time i reread.
Hmm. Itd be interesting if jägers acted slightly different when they had outsiders riding with them versus no one else. Like 'Ol Man Death doesn't live in Mechanicsburg and was certainly surprised by Maxim's sneaking. But on the other hand, Maxim also was surprised that he was "caught", so either he's acting, or truly had no expectations of being underestimated.
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People should stop talking about Jägers not being sneaky because like. Look at this scene. Lars doesn’t even bring them up as an option or a risk and neither does Abner. In fact they’re intensely startled to see them.
That means Da Boyz left the town, changed clothes, snuck back in the town, and then fucking sat down on top of the wagon where nobody noticed them. Possibly right in front of the guards.
Jägers are experts at sneaking. But only use it for the drama.
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Viaggio alle radici del folkhorror italiano in occasione dell’uscita di A Classic Horror Story
L’estate è, tradizionalmente, un periodo fatto di sole, bagni al mare (o escursioni in montagna), giochi all’aria aperta. Ma è anche una stagione particolarmente fertile per tutto ciò che ha a che fare con l’orrore, declinato in mille modi e maniere differenti, accomunati, chiaramente, dalla sensazione di una paura più opprimente della proverbiale canicola estiva.
Ed è proprio in piena estate che, su Netflix, arriva A Classic Horror Story, il “film di paura” di Roberto De Feo e Paolo Strippoli. Se avete visto il full trailer approdato online qualche settimana fa, avrete probabilmente notato che vengono citate in maniera diretta, esplicita, tre figure folkloriche collegate alla nascita della ‘ndrangheta e della malavita più in generale: Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Figure magari conosciute da chi ha una certa dimestichezza con certi luoghi, con certe “fole esoteriche di campagna”, per citare Pupi Avati, ma ignorate dai più. Quegli stessi “più” che, invece, potrebbero conoscere altre storie crepuscolari, notturne che non hanno nulla a che vedere con Osso, Mastrosso e Carcagnosso, e che, proprio come la storia dei fondatori delle società criminali italiane, hanno radici profonde, che scavano in un terreno, quello dello stivale, il cui humus è formato dalla putrescente decomposizione di popolazioni le cui tradizioni, dall’epoca pre-romana in poi, sono più o meno trasversalmente arrivate anche ai giorni nostri.
Nonostante l’Impero romano e la sua caduta. Nonostante il Vaticano. Nonostante il realismo marxista.
Ne abbiamo discusso a lungo insieme a Fabio Camiletti, marchigiano come il sottoscritto, professore associato di letteratura italiana presso l’Università di Warwick in Inghilterra. Camilletti, che ha già all’attivo svariate pubblicazioni sull’argomento, è da poco tornato nelle librerie – virtuali e non – con “Almanacco dell’orrore popolare. Folk Horror e immaginario italiano”, realizzato insieme a Fabrizio Foni. La prima parte di questa articolata chiacchierata è tutta dedicata al concetto stesso di folkhorror e al rapporto che, nello stivale, c’è con esso. Un qualcosa che sembra essere costantemente, ciclicamente rimosso e riscoperto in Italia, dove la relazione con questo vissuto che – volenti o nolenti – fa parte del nostro DNA, ha avuto una storia differente da quella riscontrabile nei paesi di lingua inglese, Inghilterra in primis. La seconda parte sarà invece un vero e proprio viaggio, da Nord a Sud, in quattro storie di folklore horror che potrebbero essere perfette per un film. Così come quella di Osso, Mastrosso e Carcagnosso si è rivelata particolarmente adatta per A Classic Horror Story per ragioni che non staremo qua a spoilerarvi.
Come nasce il tuo interesse verso il folklore italiano a tinte horror? Quali sono le ispirazioni del tuo nuovo Almanacco?
Nel libro si parla esplicitamente del folk horror che, da qualche anno, è un’etichetta ricorrente con una certa frequenza, perlomeno da una decina d’anni da quando Mark Gatiss l’ha usato come termine. Anche se, in realtà, esisteva già e veniva usato negli anni ’80 e negli anni ’70 per indicare una corrente di produzione cinematografica come ad esempio The Wicker Man di Robin Hardy e tutto ciò che aveva a che fare con una produzione di storie esterne al contesto delle città. Da lì è nata la voglia di indagare questo fenomeno in Italia dove comunque esistevano definizioni come quella di gotico pagano impiegata da Pupi Avati o gotico rurale impiegata da Eraldo Bandini. Da qui, insieme all’altro curatore del libro, Fabrizio Foni, abbiamo deciso di optare per una forma, quella dell’Almanacco, che richiamasse anche quella classica degli Almanacchi Bonelli di primi anni novanta, fine anni ottanta, quella forma miscellanea molto libera nell’inserimento dei temi e degli autori. Dall’altro c’era la volontà di giocare con quell’ambiguità che il termine popolare consente in italiano al contrario di quello che avviene in inglese, dove i concetti di “pop” e “folk” sono distinti in maniera netta. In Inghilterra viene naturale accostare la parola “pop” a un contesto urbano – l’etimologia stessa è latina no? “populus” – una cultura calata dall’alto per un pubblico urbano, di cittadini, mentre invece “folk” è un termine d’origine germanica che richiama da subito gli spazi extra-urbani dove l’influenza di Roma – o della Chiesa – non arriva e permangono forme estranee alla città. In Italia è tutto un po’ diverso: basti pensare al rapporto fra città e contado, siamo entrambi marchigiani, pensa al modello della Mezzadria che ha stimolato una osmosi fra il dentro e il fuori. In italiano il rapporto fra il concetto di “pop” e di “folk” è più sfumato e abbiamo deciso di sfruttarlo come una ricchezza. Per quanto riguarda l’interesse personale c’è, chiaramente, quello accademico, però si tratta di un qualcosa che è arrivato dopo, negli anni dell’Università, ma era un territorio, quello del folklore horror, che avevo già iniziato a percorrere perché ho avuto la fortuna di appartenere a quella generazione che ha visto l’ultima fiammata dei fumetti italiani horror splatter, la generazione della Dylan Dog Horror Fest, forse l’ultima generazione che ha conosciuto un certo tipo di libertà creativa di un mondo editoriale che poi è un po’ esploso su sé stesso.
Anche io, nonostante una conoscenza di massima di quelle che potevano essere o non essere le storie del folklore marchigiano, ricordo di aver scoperto molta aneddotica collegata all’orrore popolare italiano grazie gli Almanacchi Bonelli. La prima volta che ho letto del Parco dei Mostri di Bomarzo, la prima volta che ho appreso della sua esistenza è stato proprio tramite un Almanacco di Dylan Dog in anni in cui nessuno lo conosceva e le statue stesse neanche erano posizionate come nel percorso attuale. Adesso se “sbagli il giorno” in cui andare a Bomarzo trovi più fila che a Gardaland. Comunque, rispetto ad esempio al mondo anglosassone – andando in luoghi del Regno Unito puoi quasi toccare con mano l’intima connessione fra la dimensione fantastica del folklore e la geografia stessa dei posti che visiti – quali sono le peculiarità del nostro folk?
Chiaramente in Gran Bretagna c’è stata una vera e propria industria culturale da questo punto di vista. Fin dal dal XIX secolo c’è stata una notevole insistenza su certi temi che sono stati sdoganati anche a livello culturale. C’è stata una riflessione a 360° da parte dei folkloristi, degli scrittori “del mondo della cultura” che ha lasciato tracce molto forti nell’iconografia. Inizialmente, se pensi anche al romanzo gotico non esisteva neanche un’equazione che accostava necessariamente le isole britanniche a quel genere di storie, tanto che, se ci rifletti, Ann Radcliffe e Horace Walpole hanno ambientato le loro opere in Italia o, in generale, nell’Europa del Sud. È stata un’operazione culturale sul lungo termine che ha poi creato questa identità fra certi temi e certi luoghi d’Inghilterra. In Italia è stato tutto un po’ diverso: gli stessi studi di folklore e sul folklore nel corso del XIX secolo, anche sulla base di quelli inglesi, hanno preso una piega molto più storicistica. Non dobbiamo dimenticare il problema dell’unità nazionale e quelle che sono delle componenti ideologiche diverse: autonomismo versus centralismo, il filofrancesismo che tendeva a sopprimere le identità locali in funzione del razionalismo costruito sostanzialmente da zero. Ci sono spesso stati dei problemi di carattere politico e, indirettamente, anche culturale che hanno fatto sì che questi lavori producessero degli influssi più che altro sotterranei e meno visibile rispetto ad altri contesti. L’effetto di ciò – che mi hai confermato anche tu citando Bomarzo – è che si è creata questa narrazione per cui comunque esiste questa che io chiamo “Italia lunare”, seguendo un’intuizione di Ornella Volta enunciata in un articolo del 1971, che è come una specie di mondo “diverso” che soggiace all’Italia ai suoi miti più visibili, quell’Italia che scopriamo sbagliando l’uscita del casello autostradale trovandoci in un angolo impensato, quell’Italia che scopriamo da guide un tempo meno diffuse di oggi e decisamente più eretiche, quell’Italia che scopriamo svoltando un angolo senza saperlo. L’Italia di Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci in cui la morte della Maciara di Florinda Bolkan avviene a pochi metri dall’autostrada attraversata dalle macchine dei vacanzieri, che vanno al Sud da cartolina propagandato dai media dell’Italia del boom economico ignorando che, a pochi metri, esiste un’altra realtà, periferica e lunare, che mette in crisi proprio quel modello.
È una mia impressione o c’era davvero un maggiore distacco quasi razionale da queste tematiche in Italia rispetto alla già citata Inghilterra?
Attenzione però. Non a caso di ho parlato di narrazione, una narrazione diversa. Una narrazione qualitativa, più che quantitativa. Sono sempre molto diffidente verso chi dice che in Italia di queste cose non si parla e non vengono considerate dall’establishment culturale però poi, andando a scavare, troviamo che già gli scapigliati parlavano di certi temi e che esistevano alcune tradizioni ben precise. Ecco, io ritengo che il problema risieda nell’avversativa: è solo un modo diverso di raccontarle, ma in realtà è sempre presente, solo che noi è come se avessimo la necessità ricorrente di dirci che la stiamo riscoprendo. Ed è una cosa che avviene ciclicamente. Pensa ai reportage alla ricerca dell’Italia Misteriosa che – anno dopo anno – continuano a comparire. Pitigrilli, alla fine degli anni cinquanta, pubblicava “Gusto per il mistero”, poi c’è Dino Buzzati che lo fa nel 1965 con I misteri d’Italia, poi nel 1966 tocca alla Guida all’Italia leggendaria misteriosa insolita fantastica, negli anni settanta tocca alle inchieste di Gente, a Leo Talamonti con Gente di Frontiera, negli anni ottanta arriva un ‘inchiesta dell’allora nota come Fininvest, poi gli Almanacchi… Insomma, non è che le cose non ci sono è che, ciclicamente, bisogna dire “sembrerebbe che non ci sono, però in realtà ci sono”. Sai, basta avere un’infarinatura di Freud per capire che anche questo discorso qui nasconde qualcosa: la gioia del riscoprire quello che si sa esserci già. Anche questo è un meccanismo che dà piacere e c’è un ciclico riscoprire che l’Italia non è solo il paese del realismo più o meno neo.
Vero, però sai, parlando del settore dell’intrattenimento, una certa ritrosia si avverte, tanto che quando qualcuno si dedica a storie del genere, in cui sicuramente rientra anche A Classic Horror Story, c’è sempre uno stupore di fondo. Questa ritrosia può essere collegata alla presenza forte dell’elemento cattolico, dello Stato Vaticano e – di converso – alla forte componente di razionalismo marxista, queste due forze opposte che sono finite per avere questo effetto comune?
Sicuramente queste forze hanno avuto un loro peso nel far sì che, ad esempio, un certo tipo d’industria dell’intrattenimento venisse marginalizzata. Ma non dimentichiamo che ci sono stati anni in cui Dylan Dog piazzava 600k copie al mese, o un decennio in cui il cinema italiano era al top per il thriller parapsicologico e l’horror puro. Al netto di tutto ciò, il ruolo della Chiesa cattolica da un lato e del marxismo dall’altro, senza dimenticare il ventennio fascista e il lungo lascito dell’idealismo crociano e gentiliano, sono stati tutti agenti che, in un certo senso, hanno contribuito a una marginalizzazione che, comunque, ha avuto come effetto quello di una corporativizzazione. E ci ritroviamo con un pensatore come Ernesto de Martino che, partendo da premesse strettamente crociane, le mescola con l’interesse per lo spiritismo maturato nella sua giovinezza e in due libri come Il Mondo Magico e Morte e pianto rituale nel mondo antico riesce a fare qualcosa con il folklore e la ricerca parapsicologica che non ha precedenti, neanche in altri contesti compreso quello angloamericano. Per quel che riguarda il comunismo c’è un bellissimo libro di Francesco Dimitri di circa una ventina di anni fa intitolato Il comunismo magico in cui parla sia dei paesi del comunismo reale che in quelli influenzati da esso, dalla sua onda lunga, di come anche il materialismo dialettico e storico sia infestato da fantasmi di vario genere e abbia prodotto i suoi frutti impuri, magari irriconoscibili secondo le categorie del gotico ottocentesco, ma comunque esistenti. Anche autori del “gotico italiano” come Dario Argento, Lucio Fulci, che si dichiarava esplicitamente comunista, Gianfranco Manfredi che militava nella sinistra extra parlamentare, gente che arriva all’horror non “nonostante” la militanza politica, ma attraverso di essa. Il discorso cattolico, specie poi in zone come le Marche che sono appartenute allo Stato Pontificio, ha contribuito a far sì che si sviluppasse una ritrosia per un certo tipo di realtà, quell’incredulità che aumenta quanto più ti avvicini al cuore stesso del potere Vaticano. Però, al tempo stesso, molto del folklore più autenticamente perturbante in Italia non è che lo si trova tanto nelle credenze relative a fantasmi e case infestate e compagnia bella, ma lo troviamo nelle narrazioni dei ritorni dal Purgatorio, che è una cosa su cui la Chiesa stessa non picchia più dopo il Concilio Vaticano II ma per le generazioni dei nostri nonni, e forse anche dei nostri genitori, i resoconti sulle anime del purgatorio facevano parte del pane quotidiano quando si andava al catechismo. O delle apparizioni del diavolo. Quelle sono le nostre storie di fantasmi. In Italia le cose come queste devi cercarle in contesti diversi. Nelle storie del catechismo, nei prontuari dei predicatori, ma anche nell’editoria maggiore senza che queste robe venissero in qualche modo segnalate in copertina con la scritta “romanzo gotico o di fantasmi”, ma in realtà quello erano. Penso a certe opere di Mario Soldati, o anche a un romanzo come Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani che si legge tranquillamente al ginnasio. Sembra una storia sulla guerra e le leggi razziali ma propone una delle descrizioni più efficaci di una seduta fatta con la tavoletta Ouija che ci siano nella letteratura italiana. Una seduta spiritica sta al centro del Fu Mattia Pascal di Pirandello. Nella Coscienza di Zeno. Nel Giornalino di Gianburrasca.
Però appunto, e parlo da amante di questi argomenti da sempre, nelle mie memorie di studente del classico, ricordo bene lo stupore provato nel leggere certe cose nelle opere di autori da cui non me le sarei mai e poi mai aspettate. Non ero mentalmente preparato come quando leggevo le opere di un Conan Doyle, che sapevo essere uno spiritista.
Sì, ed è più efficace, no?
Assolutamente sì.
Perché poi se pensi alle convenzioni del genere, anche alle stesse copertine, all’apparato editoriale che dovrebbe prepararti quando ti avvicini a un opera… E invece quando leggi Il fu Mattia Pascal niente ti prepara a quello. Soprattutto niente ti prepara alla presa di coscienza che, a un certo punto in quella seduta che viene comunque descritta con tutti i toni farseschi e ironici del caso, che quasi si fa beffa dello spiritismo, però a un certo punto qualcosa succede. E quel qualcosa resta senza spiegazione.
La sinossi ufficiale di A Classic Horror Story:
Cinque carpooler viaggiano a bordo di un camper per raggiungere una destinazione comune. Cala la notte e per evitare la carcassa di un animale si schiantano contro un albero. Quando riprendono i sensi si ritrovano in mezzo al nulla. La strada che stavano percorrendo è scomparsa; ora c’è solo un bosco fitto e impenetrabile e una casa di legno in mezzo ad una radura. Scopriranno presto che è la dimora di un culto innominabile. Come sono arrivati lì? Cosa è successo veramente dopo l’incidente? Chi sono le creature mascherate raffigurate sui dipinti nella casa? Potranno fidarsi l’uno dell’altro per cercare di uscire dall’incubo in cui sono rimasti intrappolati?
Girato in Puglia e a Roma e prodotto da Colorado film, A Classic Horror Story è “una classica storia dell’orrore”, come suggerisce il titolo: un omaggio alla tradizione di genere italiana che, partendo da riferimenti classici, arriva a creare qualcosa di completamente nuovo.
A Classic Horror Story è diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli e uscirà su Netflix il 14 luglio.
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Crunchyroll, ecco i primi anime estivi che arriveranno sulla piattaforma di streaming
Già confermato il simucast di nove nuove serie e altre sono ancora da svelare.
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Annunciati da Crunchyroll i primi anime che andranno a far parte dell’imminente palinsesto estivo 2021 della piattaforma, che come ormai ci ha abituato, fra novità stagionali e serie in corso, vedrà il catalogo italiano riempirsi di titoli un po’ per tutti i gusti, da seguire in streaming on demand, in contemporanea con la trasmissione giapponese.
NUOVI SIMULCAST
GIRLFRIEND, GIRLFRIEND
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Serie animata basata su “Kanojo mo Kanojo”, la nuova commedia romantica firmata Hiroyuki (Mangaka-san to Assistant-san to, Doujin Work, Aho Girl).
Naoya Mukai ama Saki Saki sin dalle elementari, e quando lei finalmente accetta i suoi sentimenti, lui è al massimo della felicità. Poco dopo, però, una bella ragazza di nome Nagisa Minase confessa a Naoya di essere innamorata di lui! Non volendo ferire i sentimenti di nessuna delle due ragazze, Naoya decide di uscire con entrambe! Cosa uscirà da questo triangolo amoroso che sfida il senso comune?
L’adattamento è diretto da Satoshi Kuwahara (The Quintessential Quintuplets, Adachi to Shimamura) presso gli studi TEZUKA PRODUCTIONS (The Quintessential Quintuplets, Adachi to Shimamura). La sceneggiatura sta venendo curata da Keiichirou Ochi (Hinamatsuri, The Quintessential Quintuplets, Machikado Mazoku) e Kazuhiko Inukai, Mayumi Morita (Dagashi Kashi 2), mentre il character design è in mano ad Akiko Toyoda (direttrice d’animazione in Adachi to Shimamura). Le musiche sono invece composte da Miki Sakurai (Machikado Mazoku) e Tatsuhiko Saiki (My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom).
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I’M STANDING ON A MILLION LIVES (Stagione 2)
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Torna la serie tv tratta dal manga fantasy isekai scritto da Naoki Yamakawa e disegnato da Akinari Nao (Trinity Seven). La prima stagione di 12 episodi è andata in onda lo scorso autunno ed è già disponibile in streaming sulla piattaforma.
Il distaccato e razionale alunno di terza media, Yusuke Yotsuya, viene trasportato in un mondo parallelo che sembra un videogioco. Diventa il terzo giocatore e si imbarca in una pericolosa missione insieme ai suoi compagni di classe Iu Shindo e Kusue Hakozaki, teletrasportati lì prima di lui. Il freddo Yusuke rifugge ogni dimostrazione di emozione ed esamina ogni elemento con distacco, talvolta prendendosi gioco delle vite dei suoi compagni. Potrà proteggere il suo gruppo dagli attacchi dei mostri, i terribili incidenti e i piani dei nemici per vincere il gioco?
L’adattamento è diretto da Kumiko Habara (assistente di regia in Angolmois: Record of Mongol Invasion) presso lo studio MAHO FILM (If It’s for My Daughter I’d Even Defeat a Demon Lord, By the Grace of the Gods). La sceneggiatura è supervisionata da Takao Yoshioka (High School DxD, Bugie d’aprile), mentre il design dei personaggi è curato da Kaho Deguchi (By the Grace of the Gods), Eri Kojima (I’m standing on 1,000,000 lives) e Toshihide Masudate (In Another World With My Smartphone)
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PEACH BOY RIVERSIDE
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Serie animata basata sul manga adventure fantasy scritto da Coolkyoushinja (Komori-san Can’t Decline, I Can’t Understand What My Husband Is Saying e Miss Kobayashi’s Dragon Maid) e disegnato da Johanne, che prende spunto dal famoso racconto giapponese di Momotaro, reinventandolo.
Saltherine Aldarake è una giovane principessa sempre solare e allegra, desiderosa di andare all'avventura perché annoiata dalla vita nell suo piccolo castello in campagna. Un giorno, però, un gruppo di feroci demoni conosciuti come Oni arrivano alle sue porte, minacciando la vita di tutti nel Regno. Per fortuna, vengono salvati da un viandante solitario di nome Mikoto Kibitsu che uccide tutti mostri grazie ad un misterioso “Peach Eye”. Scossa dai pericoli del mondo esterno, la principessa decide di intraprendere un viaggio per conto suo, senza sapere che questo avrebbe messo in moto una catena di eventi tali da determinare il destino di questo mondo magico.
Il progetto targato ASAHI PRODUCTION (WAVE!! Let’s go surfing!!, Heaven’s Design Team) è diretto da Shigeru Ueda (Senran Kagura Estival Versus) e sceneggiato da Keiichiro Ochi (The Quintessential Quintuplets, Hinamatsuri). Il design dei personaggi è curato da Satomi Kurita (3D Kanojo: Real Girl) e Masato Kato, mentre la colonna sonora è firmata da Takaaki Nakahashi (Mannaka no Rikkun, Control Bear).
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THE AQUATOPE ON WHITE SAND
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Nuova serie originale dello studio P.A. WORKS (Iroduku: The World in Colors, Nagi no Asu kara, Shirobako, Appare-Ranman!) all’insegna dello slice of life.
Il Gama Gama Aquarium è un piccolo acquario di Okinawa, a un'ora di autobus da Naha. Kukuru Misakino è una liceale diciottenne che lavora lì e conosce il “segreto” di quel posto: a volte appiano cose misteriose all’interno dell’aquario. Un giorno Kukuru incontra Fuuka, in piedi davanti a una delle vasche e con le lacrime che le scendono sulle guance. La ragazza ha rinunciato al suo sogno di diventare una idol e si è trasferita da Tokyo ad Okinawa alla ricerca di un nuovo inizio. Fuuka comincia dunque a lavorare all'acquario, che oltre a dare qualche grattacapo inaspettato a causa del suo “segreto”, rischia di essere chiuso a breve.
L’anime è diretto da Toshiya Shinohara (Iroduku: The World in Colors, Nagi no Asu kara) e sceneggiato da Yuuko Kakihara (Tsuki ga Kirei, Iroduku: The World in Colors), mentre il character design è ad opera di Yuki Akiyama (Iroduku: The World in Colors) e si basa su quello concepito da U35 (Lapis Re:LiGHTs, Magia Record Puella Magi Madoka Magica Gaiden Another Story). Akiyama si occupa anche di supervisionare il comparto animazioni, le musiche per la colonna sonora, invece, sono composte da Yoshiaki Dewa (Iroduku: The World in Colors, Nagi no Asu kara, Flying Witch).
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THE IDATEN DEITIES KNOW ONLY PEACE
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Serie animata tratta dal manga “Heion Sedai no Idaten-tachi” scritto da Amahara (Interspecies Reviewers) e disegnato da Coolkyoushinja Komori-san Can’t Decline, I Can’t Understand What My Husband Is Saying e Miss Kobayashi’s Dragon Maid).
800 anni or sono, gli dèi apparvero sulla terra sconfiggendo e sigillando i demoni che avevano portato l'umanità sull'orlo della distruzione. Le divinità di oggi vivono un’esistenza pacifica e non hanno alcuna esperienza in battaglia, ma i demoni stanno per tornare e per dèi e uomini è di nuovo tempo di combattere.
Prodotto dallo studio MAPPA (Dorohedoro, Jujutsu Kaisen, Zombie Land Saga), l’adattamento dell’action fantasy è diretto da Seimei Kidokoro (assistente di regia in Fireworks e Hells) sceneggiato da Hiroshi Seko (Dorohedoro, Jujutsu Kaisen), mentre il character design è curato da Nao Ootsu (Beastars, Land of the Lustrous).
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RICONFERMATI
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Serie tv in simulcast annunciate in precedenza durante altre occasioni.
FENA: PIRATE PRINCESS
IDOLISH7 THIRD BEAT! (Il primo episodio è già disponibile in anteprima)
MISS KOBAYASHI’S DRAGON MAID S
THAT TIME I GOT REINCARNATED AS A SLIME (Stagione 2)
IN PROSECUZIONE
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Serie tuttora in corso, già presenti sulla nostra precedente guida simulcast stagionale.
KIYO IN KYOTO: FROM THE MAIKO HOUSE
BORUTO: NARUTO NEXT GENERATIONS
DRAGON QUEST: THE ADVENTURE OF DAI
ONE PIECE
MY HERO ACADEMIA (Stagione 5)
SD GUNDAM WORLD HEROES
TO YOUR ETERNITY
TOKIO REVENGERS
WELCOME TO DEMON SCHOOL, IRUMA-KUN! (Stagione 2)
Come al solito, gli episodi delle serie arriveranno ogni settimana in lingua originale con sottotitoli in italiano; gli abbonati premium potranno vedere da subito le puntate, che però dopo sette giorni saranno accessibili a tutti gratuitamente.
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Autore: SilenziO)))
[FONTE]
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Recensione: "Versus" di Lucia Guglielminetti
Recensione: “Versus” di Lucia Guglielminetti
Buongiorno a tutti, grazie di essere su Life is like a wave who rises and falls! Oggi vi parlo della mia ultima lettura e, purtroppo, non posso parlarvene granché in positivo ma cercherò di motivare al meglio il mio voto basso. Versus di Lucia Guglielminetti Dark Zone, 2020 (seconda edizione) ISBN: 978-8899845261, 311 pagg. Beatrice è una sedicenne grassoccia e apparentemente…
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Prova la Demo di Captain Tsubasa: Rise of New Champions
Prova la Demo di Captain Tsubasa: Rise of New Champions
Da oggi i giocatori potranno provare gratuitamente Captain Tsubasa: Rise of New Champions grazie alla DEMO disponibile per Nintendo Switch e PlayStation 4 (compatibile anche con PlayStation 5).Questa versione di prova permetterà ai fan di provare il tutorial e la modalità Versus offline con una delle quattro squadre disponibili: Scuola Media Nankatsu Toho AcademyScuola Media FuranoScuola Media…
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