#oggi ho postato troppo
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;; se vuoi essere una stella pensa e dopo insisti, perché hai solo punte e se ti abbracciano ferisci
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Si può provare orrore per una data?
No. Altrimenti dovremmo provare orrore per l'intero calendario.
Oggi è un anno da quella che i nazisti islamici di Gaza hanno chiamato عملية طوفان الأقصى, Operazione Alluvione di AlAqsa.
Operazione: considerano "operazione militare" stuprare donne e uomini, sventrare donne incinte, estrarre il nascituro e metterlo nel forno, massacrare a mani nude bambini terrorizzati, riempire di chiodi il pube di ragazzine facendole morire dissanguate, portare in trionfo corpi di donne seminude insanguinati, per offrirli agli sputi del pubblico in un gran festeggiamento popolare. E tutto il resto dell'orrore che piano piano sta venendo a galla.
L'orrore non è la data del 7 ottobre. L'orrore è quella gente, la loro ideologia religiosa che mette al primo posto dei suoi "valori" l'uccisione degli ebrei, come prescritto dal Corano, "farli vivere nel terrore".
L'orrore è la massa disumana di Gaza che ha avuto 18 anni di tempo per potersi riscattare da quell'ossessione.
Il 22 agosto del 2005 furono deportati dalla striscia di Gaza gli ultimi degli 8600 ebrei presenti, nell'ennesima illusione che ciò potesse servire a costruire una convivenza di pacifica separazione.
Ma questi 18 anni sono stati un incubo continuo per l'intero sud di Israele. E nessuno dei vari governi che si sono succeduti ha preso atto dell'unica cosa che era fin troppo chiara già dall'agosto 2005, quando i selvaggi di quella regione distrussero le serre e tutte le strutture agricole che Israele gli aveva lasciato in dono, per trasformare quell'area in un poligono di lancio per missili.
Chiedete agli abitanti di Sderot, di Ashkelon, di Ashdod, di Be'er Sheva, di Netivot ecc.
Quante tonnellate di missili si sono accumulati! Per non parlare degli oggetti incendiari che sono stati inviati, dei danni al patrimonio boschivo, agli allevamenti e alla fauna selvatica. Per non parlare della vita da incubo scandita da continui allarmi e corse al rifugio! Per non parlare dei morti.
Il 7 ottobre 2023 era nell'aria già il 22 agosto 2005.
Oggi circa 1.500 israeliani insieme alle famiglie dei rapiti e degli atleti olimpici hanno percorso in bicicletta il tratto dal parcheggio bruciato di Takuma fino al sito del festival Nova.
Un'iniziativa che definirei sinistramente petalosa.
Oggi la gente di Gaza dovrebbe essere bombardata di musica tekno assordante a tutto volume e senza sosta, intervallata solo dagli urli di orrore delle vittime, estratti dai video che loro stessi hanno postato su internet per vantarsi, dagli urli di gioia delle loro mamme, dalle loro benedizioni di risposta all'annuncio vittorioso dei loro figli urlanti: "MAMMA, HO UCCISO UN SACCO DI EBREI!" "ALLAH TI BENEDICA, FIGLIOLO!"
La gente di Gaza meriterebbe questo, senza sosta, notte e giorno, sempre più forte, da far tremare la terra. Per disperazione dovrebbe desiderare la sordità, la morte.
Ma non accadrà nulla di tutto ciò. Israele continuerà a farsi colpire, dal nemico, continuerà a farsi bacchettare in coro dal mondo che odia gli ebrei, con l'Europa in prima fila, grande esperta in campi di sterminio per ebrei e oggi guidata dalla figlia di un nazista.
Sembra che qualcuno sia in attesa dell'esito delle elezioni americane di novembre, nella speranza che quelle pongano fine al supporto di zio Sam al terrorismo islamico, agli infiniti doni al suo sponsor principale dell'area, il regime degli ayatollah.
Inoltre, a Washington stanno facendo di tutto per incrinare quell'equilibrio fragilissimo di rapporti Israele-Russia, che vede la Russia, legata dall'alleanza con Damasco ereditata dall'URSS, e legata ai numerosi cittadini israeliani di origine russa.
Ma nessuno ci assicura che a novembre l'Asse del Male di stampo DEM verrà sconfitto. Nessuno ci assicura che Trump non venga ucciso, una volta eletto, né che sia messo in condizioni di poter tenere fede alla proprie promesse.
L'ebreo che non conta solo sulle proprie forze è un ebreo morto. Israele questo non lo dimentica.
Fulvio Del Deo, 7 ottobre 2024
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Sui social seguo ancora il marito di una ex collega del mio ex (un po' contorta come frase ma potete farcela a seguire il concetto, giuro), al cui matrimonio sono pure stata, quindi li ho praticamente visti diventare marito e moglie.
Ecco.
Diciamo che lei in alcune circostanze non si è comportata proprio da signora: quando ho avuto una brutta discussione col mio ex, lo ha invitato a pranzo da lei per restare loro due da soli, mentre il marito era a lavoro. Sta cosa di farlo andare da lei quando erano solo la faceva spesso, mentre ero a lavoro, ma quella volta è stata davvero una vipera. Oppure una domenica che erano a casa mia mi ha detto la frase "Ma tu amici ne hai? Perché siamo sempre qua e non ho mai visto un tuo amico". Ecco, quelle classiche cose per cui fai un respiro profondo e dici "Cara, hai ragione tu" e basta, perché spiegarle che se a casa ci sono loro non ci sono anche i miei amici e viceversa era troppo faticoso.
Ecco.
Oggi suo marito ha postato una foto in cui stanno facendo uno dei loro tanti viaggi e lei in queste foto è oscena. Pare un rutto di Gesù Cristo, è brutta come la fame. Io ero in estasi mistica e ovviamente ho subito reactato con il cuore, perché ancora non mi è passato lo scazzo di quando questa si portava a casa il mio ex per stare soli e lui ci andava pure. Amo sei stupenda, continua a prenderti cura di te stessa come stai facendo ora e vedrai quanti uomini potrai portarti a casa quando sei sola.
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Punti di vista.
Stamane mentre prendevo il caffè, in realtà una mezz'ora fa :D, sono passati dei tizi con un camioncino e dal megafono dicevano "Raccolta ferro vecchio, qualsiasi cosa di ferro la prendiamo", giorni fa più o meno la stessa cosa ma non l'ho visto è passato l'arrotino, ho sentito un megafono che annunciava "Arrotino, ammola fobbici e cutedda" (traduco, arrotino affila forbici e coltelli), penso che era dalla fine degli anni 70 che non sentivo tale annuncio, quando vivevamo al borgo e i tempi erano estremamente diversi. Lavori che tornano in auge in un periodo di crisi, come un caro amico che vive a Torino ed è diventato calzolaio, si torna all'arte di arrangiarsi visti tempi.
Ieri ho passato una giornata fuori, prima ad aiutare mio zio che aveva problemi ad inviare alcuni documenti urgenti via whatsapp e via mail (ha 86 anni ed è tanto che è tecnologico), pranzo da loro e poi inizio a camminare, incontro un amico e passo parte del pomeriggio con lui, poi ricevo un messaggio di un'amica che mi invita ad unirmi a lei e il fidanzato per vedere una jam session, non torno neanche a casa, mangio un arancino ed una cipollina e li raggiungo. Poi visto che anche loro erano a piedi, vado a prendere il bus che teoricamente doveva partire alle 23:06, è arrivato dopo un'ora ed è partito a mezzanotte e mezza, normale amministrazione in una città poco puntuale come questa, oppure forse sono troppo abituato agli orari precisi che ci sono negli altri paesi (Estonia e Londra), alla fine sono tornato a casa comunque anche se ero quasi partito per farmi questa lunga camminata tutta in salita verso casa, poco male.
Stamane sono stato svegliato da un sogno orribile, già, le paure nonostante la giornata passata in relax mentale e compagnia non vanno via in una giornata, ma ci sto lavorando su e penso di aver trovato la strada giusta, almeno credo. Oggi? Non so, c'è una bellissima giornata di sole, magari faccio un giro zona mare che mi rilassa il suono delle onde.
Un amico argentino, che vive qua a Catania, un cantante molto bravo tecnicamente e con una bella voce, peccato si sia trasferito qua, posta un video di Geolier o come si scrive, il rapper napoletano, che canta senza base, o almeno dal video si vede che ha i celentanini (gli auricolari da palco, come li denominava Fiorello anni fa), ma il risultato è afono e dimostra scarsa tecnica e una voce poco intonata, copio e incollo il mio commento "La mediocrità c'è sempre stata in ogni campo artistico e in ogni periodo storico, la differenza forse che ora è accettata perché così la massa si può avvicinare a quello che gli artisti fanno, mentre una volta per noi gli artisti erano inarrivabili." Beh ci sarebbe tanto da dire sia sul video che sul mio commento, lo so, ma sto fortemente pensando di aprire il famoso blog dove parlo solo di musica, in ogni caso penso che ci siano così tante distorsioni sul mondo dell'arte in generale in questo periodo storico e tanti che si innalzano a sapientoni o esperti del settore che è anche difficile intavolare un dialogo aperto senza poi finire in un litigio, cosa che trovo molto infantile soprattutto quando si parla d'arte che è soggettiva, come per esempio la jam session jazz di ieri, si bravi per carità, ma dopo 3 brani basta, l'interesse si perde se non c'è innovazione anche nella performance che diventa un'auto celebrazione di scale e assoli poco improvvisati triti e ritriti, almeno per me. Fino ad ora e per quel poco che ho sentito, dal vivo, il migliore resta Palumbo, il tizio un pò dadaista che ho postato un pò di tempo fa e che mi è veramente piaciuto in toto dai brani alla performance in se, nonostante la scarsa preparazione tecnica che cade in secondo piano quando si hanno degli argomenti migliori di fare vedere quanto si è bravi a fare le scale.
La giornata è lunga e troppo bella per chiudersi in casa, quindi faccio la mia routine per il fisico ed esco, buona giornata.
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P.S. Si lo so, devo aprire il blog musicale.
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/chiara-ferragni-rompe-il-silenzio-su.html Chiara Ferragni rompe il silenzio su Fedez: «Abbi fiducia. Starai bene». Le indagini vanno avanti e spunta un testimone chiave La magia sembra essersi rotta. Alle spalle un Annus horribilis. Iniziato con il successo di Sanremo 2023, poi le crisi coniugali (sempre rientrate), la malattia di lui e, infine, un grosso scandalo che ha rotto il legame apparentemente indistruttibile con i follower. Le chiacchiere, così come i problemi, sono state tante (forse troppe). Ora lei è stanca. E dalle pagine del Corriere della Sera rompe il silenzio, o almeno è così che dice lei. «Sono stata zitta per troppo tempo. Ora penso sia importante parlare e spiegare». Chiara Ferragni annuncia su Instagram, postando la sua intervista al quotidiano milanese, che ora racconta la sua verità. Torna con la memoria al 15 dicembre scorso, quando l'Antitrust comunicò di aver sanzionato due società dell'influencer e la Balocco per «una pratica commerciale scorretta», ovvero per aver pubblicizzato il pandoro griffato Ferragni lasciando intendere erroneamente ai consumatori che, attraverso l'acquisto, avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino. Tuttavia, alla fine del racconto, rimane l'amaro. Perché le parole si sprecano, ma forse i dettagli attesi erano altri. Cosa hanno deciso di fare e come si evolverà la loro relazione? Intanto su Instagram in una storia scrive un messaggio (forse) rivolto a Fedez, che pare abbia subito la scelta di rompere: «Abbi fiducia. Starai bene». L'intervista di Chiara Ferragni «Era venerdì – ricorda l'imprenditrice –, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet terribili su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?». Insomma, il segnale è chiaro. Ferragni non intende più subire in silenzio, chiede di smetterla con le fake news e passa al contrattacco, come dimostra la scelta di andare ospite di Che tempo che fa da Fabio Fazio sul Nove il 3 marzo. I primi referenti sono i suoi follower, che ringrazia in una delle stories sabato mattina, successive a quella in cui ha postato l'intervista. «L'avete solo aperta in 383 mila in 30 minuti», scrive aggiungendo una faccina sorridente. E poi ancora: «1 milione 602 click, grazie». Tra un post e l'altro sul tema anche un video in cui balla con il figlio Leo davanti alla tv in pigiama. La confessione su Fedez «Negli ultimi week end non c'è stato, in altri c'è stato. E comunque è mio marito. E in situazioni esterne, è importante tenere le cose dentro la coppia e i problemi tra le mura familiari. La priorità è proteggere la famiglia e i figli». Intanto si rincorrono le indiscrezioni sulla crisi tra i due. Secondo il settimanale Oggi, Fedez sarebbe andato via da casa non per sua volontà, ma allontanato dalla moglie e starebbe vivendo con grande sofferenza il momento. Sempre secondo queste indiscrezioni, i due si sarebbero rivisti in queste ore e starebbero chiarendosi per capire come gestire questa crisi. Venerdì anche Fedez, intercettato dall'inviato di Pomeriggio Cinque, aveva detto che la priorità «sono i figli» e che non si tratta di un gioco. La versione di Ferragni, quella completa e forse definitiva, arriverà, tra le polemiche del Codacons, solo domenica 3 marzo da Fabio Fazio. I problemi giudiziari Sulla vicenda del pandoro Balocco, la sua idea continua a essere che si sia trattato di un errore di comunicazione. «Ci siamo resi conto che alcuni processi di analisi interna avrebbero potuto essere gestiti meglio. E stiamo lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi», spiega, ribadendo che la donazione era stata voluta da lei e il suo team e inserita nel contratto con Balocco: «È stata fatta subito dopo la firma del contratto ed è stata fatta subito proprio perché l'importo di 50 mila euro era certo e slegato dalle vendite e poi perché speravamo che il macchinario arrivasse prima della messa in vendita del pandoro». Il futuro, con certezza, riguarda il suo ricorso al Tar «contro una sanzione che ritengo ingiusta e sproporzionata, ovviamente la pago e, se qualcosa otterrò indietro, donerò anche quello». Intanto, le indagini proseguono spedite. Nei prossimi giorni la Procura di Milano potrebbe sentire i primi testimoni, uno in particolare definito "chiave" e che potrebbe rendere noti dettagli inediti. Il lavoro di influencer «Non so se il mio è un lavoro che farò per tutta la vita o se vorrò raccontare la mia vita per sempre», spiega con l'amaro in bocca Ferragni al Corriere. Per lei è una sorta di vocazione da quando, a 16 anni, si faceva gli autoscatti col treppiede per raccontarsi agli altri. E se tutto finisse all'improvviso? «La paura è costante. In un lavoro come il mio che è completamente nuovo, temi sempre che il trend possa cambiare e di non piacere più».
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𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐓𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚!
Da quanto tempo... mi fa davvero strano tornare e vedere che le cose su Tumblr non sono cambiate... Forse sono troppo abituata al cambiamento repentino di altri social, come ad esempio Instagram... Dall'ultima volta che ho postato, le cose sono cambiate, in meglio... Un'amicizia di lunga data, tossica non c'è più, ho aperto Tik Tok, mi sono lanciata su YouTube... Però mi mancava Tumblr, ma a causa dello scarso tempo , e della poca organizzazione, non lo aprivo mai... Da oggi ho deciso che almeno una volta a settimana tornerò qui, in questo angolino sicuro, dove potrò sfogare la mia creatività, creare dei post interessanti riguardanti il beauty🍁 Spero di potermi confrontare con nuove persone, conoscere punti di vista che non conoscevo... Bene, non mi resta altro che salutarvi, per ora🍁Voglio ricominciare da 0, infatti tutti i post precedenti verranno rimossi poiché voglio ricominciare a scrivere bene!
Alla prossima, Tumblr Beauties!✨
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Trovo il discorso che hai postato qui in merito all'amore molto interessante, è qualcosa di abbastanza simile al mio pensiero in merito. Io sono convinta, spesso - soprattutto in amore -, che il nome che diamo alle cose dica qualcosa pi�� a proposito di noi rispetto a ciò che dice delle cose a cui lo diamo. È tutto così soggettivo... Le parole le ha inventate l'uomo per semplificare la comunicazione tra esseri umani, ma la verità è che anche il modo in cui ognuno di noi sceglie di utilizzarle è davvero personale. Neanche per me basta quella che tu chiami infatuazione per definirmi innanorata, al contrario: su di me credo vi siano tre "livelli" in ciò, e personalmente quando inizio ad amare qualcuno è perché in genere ho già smesso di esserne innamorata e soprattutto infatuata. Per come sono fatta io, mi ritengo innamorata quando provo un sentimento forte e profondo ma che è ancora moltissimo legato alla gelosia e al bisogno di "possedere" (passami il termine) l'altro. Quando amo, sì, ovviamente un po' di gelosia continuo a provarla, ma è una cosa diversa... Come se fossi più consapevole del fatto che quella gelosia, che comunque è ridimensionata, non significa affatto lui non tenga a me, che io sia inferiore ad altre o cose affini. Quando ami, secondo me, diventi più consapevole del vostro legame, sai che avete un rapporto speciale e che nessun altro avrà mai quel rapporto preciso uguale con lui, perché banalmente è unico, ciò che avete creato, così come sono unici tutti i rapporti in realtà. Quando ami capisci che ciò che avete costruito è profondo, personale, ha basi solide, e non potrà portarvelo via nessuno se non voi stessi. Al di là di questo, comunque, io lascio sempre massima libertà pure quando sono ancora innamorata, perché sono convinta che se io sono gelosa sia un problema mio che devo essere io a affrontare, poiché la gelosia nasce dall'insicurezza e sono convinta nessuno ci appartenga, che sia giusto ognuno sia libero di fare ciò che meglio crede. Per concludere: parlando invece di infatuazione, diciamo che nel mio caso quando ho una cotta essa diventa quasi sempre in fretta innamoramento, per come vivo io l'amore. Però so distinguerla dal secondo. Detto ciò... Perdonami il papiro, ho trovato il tuo discorso molto in linea con il mio pensiero e quindi ho voluto dire la mia, sperando non ti dispiaccia ahahah. In caso volessi approfondire il discorso, puoi anche scrivermi in privato se preferisci, mi farebbe piacere parlarne 🌼
Lascio qui perché è un punto di vista molto interessante e di cui condivido alcuni aspetti.
Giustamente io pensavo alla differenza tra infatuazione e innamoramento ma è importante anche quella tra innamoramento e amore, che mi fa anche mettere in discussione più cose. Come dici tu, dare nomi ai sentimenti è difficile e io credo che in questo, come in altri aspetti, il linguaggio abbia anche un ruolo performativo, non si limita a descrivere ma è in grado di influenzare la realtà di ciò che proviamo.
Io credo di aver provato un'emozione forte e di essere stata innamorata anche senza la parte più legata alla gelosia, ma non potrei definirlo amore perché non c'è stata una costruzione condivisa nel tempo, un'intimità e una profondità che permettessero di crescere insieme. Al contrario, quello che ho sempre definito come amore, in una relazione molto importante, ha portato con sé aspetti spiacevoli, modi di stare insieme che oggi non vorrei più, perché esiste anche un tipo di amore più sfaccettato e complesso secondo me. Forse per questo parlo di innamoramento come se fosse la cosa a cui aspiro, perché non so stare troppo ferma in emozioni più stabili e meno intense.
In ogni caso, questo fa capire come siano difficili da incasellare certe cose e come sia complicato capire qual è il confine, se esiste.
Grazie davvero per questo spunto.
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𝟷/𝟷𝟷/𝟸𝟶
sai, ho visto che hai postato, ma preferisco leggerlo dopo, così me lo godo di più.
sai, ieri ho fatto il bagno per la prima volta dopo un secolo, e fai conto che l’ultimo bagno l’ho fatto con te.
ero a casa da sola e non so per quante ore io sia rimasta a mollo immersa nella vasca di acqua bollente e schiuma, ma sta di fatto che quando sono entrata c’era luce e sono uscita con il buio.
ad un certo momento sono rimasta sdraiata in acqua a fissare in tramonto dal lucernario,
mi sentivo così leggera e allo stesso tempo appesantita dal caos che ho dentro.
oggi era halloween,
stavo malissimo e sto tuttora malissimo per il mal di pancia,
ma ho comunque truccato mio fratello e mi sono impegnata a truccare me stessa.
il risultato mi è piaciuto.
i miei hanno litigato stasera, ma non fa niente, io e l’alby ci siamo distratti in altri modi.
oggi hai detto che il silenzio significa lasciar morire le risposte, il che potrebbe essere vero, ma per te questo caso non vale
perché tu le conosci già le fottute risposte
a tutte le cose che dici
mi conosci abbastanza bene da sapere cosa risponderei se non rimanessi in silenzio.
io invece oggi mi sono soffermata sul caos.
perché si io sono incasinata,
e so per certo che lo sei anche tu,
come lo eravamo più di un anno fa, quando ci siamo conosciuti.
troppo incasinati per gli altri
ma non abbastanza per noi due.
insieme eravamo una massa informe di emozioni contrastanti
che facevano a pugni l’una con l’altra.
eravamo una sorta di calamite, che se si giravano si respingevano, ma bastava che una si rigirasse di un millimetro per attirarsi di nuovo.
passavamo dal litigare in macchina per poi fare l’amore nel letto poco dopo.
ecco questo è caos puro.
nulla di convenzionale o normale
nulla di sensato
ma tutto intrecciato.
oggi il caos, perlomeno nella mia testa,
è più una sorta di massa informe di fili che portano a strade e pensieri diversi che non riesco a separare gli uni dagli altri.
vedo frammenti di momenti passati, e di momenti futuri che potrebbero accadere,
vedo frammenti di momenti tremendi
e di momenti felici.
è come se sentissi il mio cervello strapparsi e dividersi tra queste strade, per percorrerle tutte, ma non completamente.
ora sto davvero male quindi andrò a letto e per stasera direi che basta così.
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Oggi ho litigato con mia mamma perché secondo lei non dovrei “espormi troppo su determinati argomenti”
Ieri sono andata al gay pride di Bologna ed è stata una esperienza magica, pieno di persone belle, aperte, con tanta voglia di festeggiare e stare insieme. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentita veramente libera dai giudizi (non faccio nemmeno parte della comunità ma già così capisco quanto per chi ne fa parte sia fondamentale questo giorno). Io non voglio smettere di lottare per ciò in cui credo e Non permetto a mia madre di limitarmi nel farlo. La cosa buffa è che proprio ieri mi vantavo con le mie amiche del fatto che mia madre ha un sacco la mente aperta e mi appoggerebbe in ogni caso e oggi che fa... mi rompe perché finalmente c’è qualcosa in cui credo davvero e ho postato alcune foto su fb. A volte mi chiedo se sia stato proprio il suo fare così “giudicante” insieme a quello di mia sorella a farmi chiudere così tanto, ho sempre paura ad espormi, ad essere chi sono davvero; ma allo stesso tempo ho un bisogno irrefrenabile di farlo. Non so... so solo che non sono come vorrei essere e in questo momento non ho nemmeno voglia di provare a diventarlo. Da quando io e j ci siamo lasciati non so davvero più con chi parlare, non perché non ci siano persone di cui mi fido ma per il fatto che non voglio disturbare nessuno con i miei problemi e inoltre non mi sento nemmeno del tutto a mio agio nel farlo.
Ho messo la bandierina nel pianerottolo di casa mia, spero nessuno la tolga
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27/10/2020 clicca qui⬆️
208 giorni da quando sei andata via...
42 giorni da quando mi hai perso...
Sai, oggi, oltre ad essere stata una giornata triste, perché come sai già, ha piovuto tutto il tempo, e tu non eri qui con me. Quindi pioveva anche dentro me.
Mio padre mi ha dato da buttare la spazzatura e nulla, mi sono ritrovato un flashback davanti ai miei occhi: noi che eravamo felici e che ci fermavamo a buttare le cartacce ed il disastro che avevamo combinato la notte prima.
È incredibile come una cosa così quotidiana e banale, come buttare la spazzatura, sia riuscita a suscitare una reazione così profonda in me, per il “semplice” fatto che era un qualcosa di nostro, e quindi collegato a te ed a noi.
Sei la chiave del mio sorriso. Sei il mio piccolo angelo.
E nulla, solito pugno nello stomaco, e poi ti ho rivista, felice, e con me vicino, sul balcone della vecchia casa, sono stato a fissarne l’ingresso per 10 minuti, se mi avesse visto qualcuno chissà cosa avrebbe pensato di me. Poi ho chiuso gli occhi, e ho cercato la forza di voltarmi, e l’ho fatto con il cuore che mi chiedeva di te. Ok, sto piangendo.
Sto piangendo, stasera non reggo. Ho un bisogno fottuto di noi...
Scusa, scusa se ieri ti ho detto che forse non avrei più postato, ma sentirti lontana mi gioca brutti scherzi.
Vederti con lui mi gioca brutti scherzi.
Non mi stancherò mai di dirti che eri e probabilmente sei la mia felicità, la mia isoletta felice.
Scusami, sono un mongoletto.
Scusami se ti ferisco, vorrei solo rimediare prima che sia troppo tardi...
Scusami.
Volevo solo dirti che sono qui, avresti dovuto scrivermi.
Avresti dovuto urlarmi contro, per poi finire a consolarci l’un l’altro abbracciati.
Lei non è te.
Nessuno è te.
Ed io ho amato te.
Ed io amo te.
Ed io amerò per sempre te.
Sto piangendo, perché mi manchi forte.
E mi sento in colpa.
Vieni qui? C’è così tanto spazio nel nostro letto, che tutto solo per me è sprecato. Ci staresti bene tu. A riempire il letto, il mio cuore e il mio universo.
Tra poco vado ma se hai bisogno sono qui, anche se sarei io ad aver bisogno di te.
Ti lascio questa canzone.
Fai in fretta, ok? Ti aspetto nel nostro letto.
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1 Marzo.
Ieri come da programma è arrivata mia figlia e fidanzato, dopo essere arrivati a casa e mangiato, abbiamo deciso che oggi si fa qualcosa a seconda del meteo, sono andati a letto perché erano stanchi e sicuramente hanno dormito meglio di me che nonostante avessi sonno e volessi dormire non sono riuscito perché mia madre ha questa malsana abitudine di tenere la televisione accesa a tutte le ore, notturne incluse. Oggi infatti dopo quasi 3 settimane di sta cosa mi sono incazzato perché non si rende conto che non è più da sola e che io ho bisogno di dormire, meno male che ero venuto per rilassarmi.
I ragazzi sono andati a fare un giro con un amico del moroso, scusate se non metto i nomi ma è anche per privacy, che è in vacanza con la famiglia e a quanto pare sono andati al mare, non so quando torneranno, ma dicevano che sta sera andiamo in giro, così tanto per fare un giro serale.
Ieri ho postato anche la loro foto nel gruppo della famiglia, poche risposte fanno capire quanto siano interessati ad incontrarli, posso capire per me che non gli è mai fregato niente, ma i ragazzi? Boh, francamente me ne infischio se vogliono organizzarsi e fare quella famosa cena, o pizza quello che è, bene, io non organizzo niente anche perché sono loro ad essere impegnati, come ho scritto in un post uno di questi giorni, non mi ripeto.
L'unica domanda che mi torna in mente da qualche giorno è "Che cazzo ci faccio qua?" Sembra che non c'è posto in cui mi trovi bene, beh certo a casa con i miei spazi e le mie cose, e la compagnia di lei anche se sporadica, era sicuramente meglio di qua. Spock dice che devo stare tranquillo e che come da programma ho fatto la vacanzina, poi i ragazzi e poi con calma magari mi muovo, ma con questi presupposti mi sa che non è proprio il caso di restare. Si sono incazzato con mia madre, che va bè è vecchia ed è comprensibile che sia rincoglionita, oltre ad essere decisamente sorda ma questo è il minimo, non si rende conto di niente, una persona anziana dovrebbe essere saggia, ma non mia madre, che dice che non può mangiare questo e quello ma lo mangia lo stesso e girano i coglioni. Mia sorella mi dice che è normale amministrazione perché da almeno 10 anni è così, solo una cosa mi ha colpito in queste settimane passate qua, una frase che ha detto nel suo delirio continuo, perché spesso parla sola, ha detto (traduco) "Esco sempre perché se la morte mi viene a cercare non mi trova a casa!".
Si lo so, devo stare tranquillo, ci provo, ma se intorno a me c'è troppo casino non riesco a concentrarmi.
Beccatevi gli Slift da Tolosa.
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“Se la vittima fosse sua figlia?” Jasmine Cristallo è una donna e una madre di 38 anni, è la coordinatrice delle sardine in Calabria e, da 24 ore, è sottoposta a una gogna mediatica di una violenza spaventosa da parte di migliaia di persone, dopo che ieri Matteo Salvini ha postato un suo intervento a Otto e mezzo sulla sua pagina Facebook. In uno di questi commenti c'è addirittura chi l'ha invitata a "non pestare troppo la coda del cane che dorme, perché quando si sveglia è pericoloso. Tu hai un figlia, non vorrei che passi una storia come quella di Bibbiano visto che sostenete la sinistra" La risposta di Jasmine è di una forza, una chiarezza e una civiltà, che andrebbe fatta leggere non solo a Salvini, non solo alle bestie che le augurano di essere stuprata, ma ai milioni di italiani perbene e rassegnati e alle tante donne che oggi subiscono in silenzio il clima di odio e veleno in cui è piombato in questo Paese. "(...) Salvini, abbiamo entrambi figlie femmine ed è per questa ragione che le chiedo se ha intenzione di raccontare a sua figlia, quando non sarà più piccina, che oggi sulla sua pagina Facebook permette a legioni di frustrati di sfogare pulsioni sessuali represse. Lo saprà sua figlia che consente ai suoi sostenitori di inneggiare allo stupro di gruppo per “punire” una donna che semplicemente non la pensa come lei? Racconterà a sua figlia che espone foto di donne solo per farle dileggiare e violentemente aggredire con frasi e aggettivi raccapriccianti? Racconterà che ha postato su Facebook la foto di una ragazzina che ha fatto scioccamente un gesto con il dito medio ( lo stesso che lei utilizza spessissimo per rispondere a giornalisti e contestatori, come testimoniano molteplici scatti) e che per quel gesto, quella ragazzina è stata costretta a chiudere le sue pagine social per proteggersi dalla valanga di violenza verbale (speriamo solo quella) che le ha volutamente scatenato contro? Quando teneramente le mette lo smalto o assiste alle recite natalizie, ci pensa a come si sentirebbe se fosse sua figlia LA vittima di quella stessa violenza che infligge ad altre donne? Posso per ora raccontarle come ha reagito la mia di figlia, che ha 19 anni ed ha commesso la sciocchezza di leggere i commenti a me destinati dai suoi campioni di civiltà: tremava. L’ho rassicurata così come una madre può e sa fare e le ho spiegato che certe battaglie passano anche attraverso queste prove certamente non gratificanti, ma che meritano, comunque, di essere condotte con tenacia e convinzione. Ha compreso come solo attraverso il sentire femminile si può comprendere... Quanto a lei, Salvini, non mi aspetto delle risposte ma sappia che da oggi ho una ragione in più per non arretrare di un passo e difendere il mio diritto al dissenso, a battermi per un mondo civile, in cui le donne non vengano brutalizzate. Lo devo a noi donne, a mia figlia ed anche alla sua." (Lorenzo Tosa)
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Mi hanno detto di usare Tumblr come diaro. Inizialmente non l’ho capito come social. A primo impatto mi sembrava una vetrina dove mettere in mostra le proprie tristezze e fare a gara a chi si lacera la vena più in lungo, la cosa mi creo ribrezzo. Eppure ieri ho postato. Strano ma vero mi ha portato delle atmosfere nostalgiche.
Credo di avere il soffitto troppo alto. Sono steso a letto con gli occhi spalancati e mi sento sprofondare. In sottofondo si percepisce il rumore della notte. Mi sembra strano, non vengo assordato dalle urla dei pensieri. Eppure sono triste. Ancora una volta un odore nostalgico.
Fumo una sigaretta, ma penso che vorrei una canna. Il fumo esce denso come una nuvola per poi svanire nel giro di pochi istanti.Relazioni, amicizie, emozioni,droghe, sentimenti. Quante cose sono fumo. La fredda voce della nostalgia torna a sussurrarmi nell’orecchio.
Guardo camera e non la faccio mia, credo di odiarla. Rappresenta tutto c’ho da cui scappo. Mi ricordo della vecchia casa e tutto si ferma. Un instante. Anche un pensiero può essere fumo. Grande, calda, accogliente, luminosa e familiare. Ancora oggi ho lo stesso pensiero del bimbo di 10 anni fa. Voglio tornare a casa. Quella bastarda ora mi tiene per mano.
Mi ricordo della mia vicina, era simpatica. Un anno facemmo Halloween insieme. Mi sembrava carina. Suonava il violìno e ogni tanto la incrociavo. Credo di non averla mai salutata. Anni dopo pranzai con mio padre. 14:00. //Mio padre tra un boccone e l’altro mi ripete le solite parole da troppi anni. Nico hai fame? Mangiamo pasta ? Hai studiato ? E ovviamente do sempre le solite risposte secche e fredde da adolescente turbato dalla vita. Meglio così penso.// Ma quel giorno non era uno di quei giorni. Aveva il volto appesantito, la voce sembrava uscire con più difficoltà, in maniera quasi impercettibile. Mi chiese se mi ricordassi di lei, gli risposi di no. Cercò di farmi ricordare, ma al momento non mi venne in mente. Mi raccontò di come lei andasse bene a scuola e nel suo hobby e di come il padre le volesse un mondo di bene . Io non capivo. Solo il pomeriggio riuscii a ricollegare il suo ricordo. La sera venni a sapere che si lanciò dall’undicesimo piano. Si sentiva sola in teoria e la monotonicità della sua vita l’aveva oppressa. Anche lei per me è stato fumo. Quel giorno mi sentii ingenuamente in colpa. Avrei voluto conoscerla meglio pensai. Nostalgicamente penso che non cambierò mai.
//Fumo razionale in una cartina di nostalgia//
5:22
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Come promesso rieccomi!
Oggi ho postato il nuovo capitolo della storia tra Marinette e Adrien negli anni del 1889.
Ho ripreso a scrivere e probabilmente non saranno troppo distanti le pubblicazioni tra un nuovo capitolo e l'altro. Mi serve solo il tempo per scrivere :P
Trovare il capitolo 13.il vestito di Alya, sul mio account di Efp fanfiction, Maki Tsune. E tante altre storie!
Buona lettura e buona serata!
#efp fanfiction#Marinette#Adrien#Ladybug#Miraculous#1889#parigi 1889#Nuovo capitolo#storia#storie#stories
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ci siamo e ci saremo ancora, la ragazza del '77, immortalata da Tano D'Amico, è immortale e siamo tutte noi
da contropiano
Avevamo dato ieri la triste notizia della morte della compagna Simonetta Frau, insegnante e dirigente di Unicobas. Sull’onda delle voci di movimento che davano per certo fosse lei “la ragazza del ’77” immortalata da Tano D’Amico, anche noi avevamo titolato in questo modo.
Ora la compagna Luana Emery fa sapere a tutti che c’è stato un errore, tanto più sgradevole quando si parla di rivolta e di morte.
Contemporaneamente, altri lettori segnalano che invece sarebbe “Fiamma UtoFia Lolli ed viva e vegeta”. Ricordando a tutti che quella come altre immagini diventate “icona” di un tempo di conflitto mantengono il loro significato in quanto patrimonio collettivo.
Come sempre avviene nella Storia, ognuno di noi può prestare per un attimo il proprio volto alla rivolta senza nemmeno averne l’intenzione. E quell’attimo resta nel tempo, al di là di noi…
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Sono Luana Emery, come dice Silvia sono io nella foto. Mi dispiace molto per Simonetta che non conoscevo, ma vorrei fare chiarezza per quanti mi conoscono.
Sono qui, sto scrivendo è sempre come dice Silvia, grazie a dio, buddha e manitu sono VIVA.
Vorrei gentilmente chiedere a chi ha postato di controllare le proprie fonti. Non sono arrabbiata, non voglio fare polemica ma solo far sapere ai miei amici che CI SONO.
grazie un saluto
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SONO LEGGENDA
È di questi giorni la notizia della morte di Simonetta Frau, insegnante, sindacalista, pittrice e autrice di “La seconda chance” (Mimesis Edizioni).
Non l’ho mai conosciuta ma, naturalmente, la morte di una compagna e coetanea colpisce sempre. Simonetta Frau, però, leggo in queste ore, è stata anche la famosa “Ragazza e carabinieri”, foto del 1977 di Tano D’Amico. Ora, che io sappia, la ragazza ero (e sono) io.
Mi piacerebbe avere la conferma o la smentita di Tano (per non parlare di una stampa di quella foto!) ma, dopo tanti anni – bimbi: quasi quarantatré, ormai, glom – non ci spero più.
Qualche anno fa, durante la presentazione di un suo libro alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni (Perugia), disse che ero io (mi pare che la presentazione sia stata a cura di Giovanni Dozzini, chissà se ricorda qualcosa) e mi promise una stampa; mi dette il suo numero di telefono ma non ci trovammo mai. Me la sono stampata dal web.
Anni dopo, durante una trasmissione radio su Rai3, lanciò la ricerca della “misteriosa ragazza”, ma lo seppi troppo tardi (mi avvertì, tra gli altri, Michele Cecere, anche qui chissà se ricorda) per chiamare. Da parte mia tutto quello che posso dire è che so di avere cominciato a vedere la foto su quotidiani e riviste pochi giorni dopo lo scatto e so di essere stata io, so di che colore era la bandana – blu e bianca – so che in uno uno dei tanti fogli volanti del ’77 c’era scritto “Fiamma si è sssiolta le tressie, oh!” (erano i tempi in cui scrivevamo, disegnavamo, pubblicavamo e affidavamo alle distribuzione del movimento innumerevoli deliri – noi intendo Olivier, Maurizio Gabbianelli detto Fanale, Carlo e tantissime e tantissimi altri) proprio perché da quando la foto cominciò a spuntare un po’ dappertutto non ne potei più di quell’aria guerriera con le trecce arrotolate per non dare appigli ai celerini durante gli scontri e le sciolsi.
Da allora non mi sono mai più coperta la faccia in un corteo. Che vi devo dire di più? Nel corso del tempo ho sentito dire, letto, saputo, che la ragazza si chiamava Marina ed era (è, spero) di Napoli; che era una studente greca fuori sede; e, ora, che si chiamava Simonetta ed è morta.
Che cosa dovrei fare, chiedere una rilevazione biometrica sulla distanza degli occhi, la forma di quel che si vede del naso, l’attaccatura dei capelli eccetera? Anche no.
Ringrazio Sara, Francesco, Gina, Alessandro, Valentina, Marina, Aurora e ho perso il conto di chi altri per essersi preoccupati per la mia salute ma sto bene, ho solo (ancora) mal di schiena. Per il resto, da oggi sono – definitivamente – leggenda.
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[Meryl Streep: "Quando King Kong non mi volle perché ero troppo brutta"]
Lʼattrice ha postato una foto su Facebook che la raffigura in metropolitana mentre torna a casa dal provino andato male. Un ricordo che per lei si trasforma in rivincita: "Poi ho vinto 18 premi".
[ Il segreto del carisma ]
Anche per i fenomeni gli inizi possono essere tutti in salita. Meryl Streep ha postato su Facebook una sua foto risalente al 1975: la ritrae mentre torna a casa in metropolitana dopo il provino andato male per "King Kong". Il produttore Dino De Laurentiis la scartò perché "troppo brutta" per la parte. Ora lei si gode la rivincita: "Oggi ho 18 premi in bacheca".
Nel 1975 Meryl Streep era una ragazza di 26 anni che stava tentando di trovare la sua via nel mondo del cinema. Si era laureata in arte drammatica nel 1971 e aveva mosso i primi passi nel teatro. Ma il cinema era il grande sogno. E così si presentò ai provini per il nuovo kolossal prodotto da Dino De Laurentiis, il remake (in salsa catastrofista) di "King Kong". Per lei non ci fu niente da fare. E non per motivi di talento, ma prettamente estetici. "In questa foto - scrive Meryl nel post - mi vedete mentre torno dal provino per "King Kong" dove mi venne detto che ero troppo brutta per la parte. Per me fu un momento davvero cruciale". Ma siccome il carattere e la tenacia facevano già parte di Meryl, lei trovò il modo giusto per reagire.
[ Il segreto del carisma ]
"Quel semplice commento sprezzante avrebbe potuto fare deragliare i miei sogni di diventare un attrice - ricorda -. Presi un lungo respiro e mi dissi: 'Mi spiace che tu pensi che io sia troppo brutta per il tuo film, ma la tua è solo un'opinione in un mare che ne contiene centinaia e ora mi cercherò una corrente più gentile". E per concludere arriva la stoccata: "Oggi ho 18 premi dell'Academy". Il debutto sul grande schermo della Streep sarebbe arrivato nel 1977 con "Giulia" e nel 1979 avrebbe incantato prima con "Il cacciatore" e poi "Kramer contro Kramer", che le valse il primo Oscar della carriera. E tanti saluti a King Kong (per la cronaca De Laurentiis trovò la sua bella nell'esordiente Jessica Lange).
Il profilo dell'attrice sfiora i 200 mila fans e il post è stato condiviso da più di 89 mila persone. Chissà cosa ne penserebbero oggi l'allora produttore Dino De Laurentiis e il regista John Guillermin. Magari cambierebbero idea.
[ Il segreto del carisma ]
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