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PRIMA PAGINA De Morgen di Oggi giovedì, 13 marzo 2025
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La stampa tedesca ha ricordato, un minuto dopo l'annuncio di Ursula von der Leyen del piano RearmEurope, alcune cosette della presidente UE quando era ministro della Difesa della Germania, dal 2013 al 2019.
Ha ricordato, per esempio, i controversi contratti per decine di milioni di euro sui quali è intervenuta la Corte dei conti federale tedesca che definì quegli acquisti «spese non necessarie».
Anche il parlamento della Germania, il Bundestag, ha indagato aprendo una commissione d'inchiesta per i contratti di appalti da miliardi di euro assegnati senza supervisione da Frau Ursula a Katrin Sauder, fisica tedesca che per 14 anni aveva lavorato in McKinsey&Company, società internazionale di consulenza in realtà struttura affaristica di congiunzione tra le multinazionali e gli apparati governativi. La disinvolta, troppo disinvolta Katrin Sauder, ricorda il quotidiano "Die Welt" , rispondeva unicamente alla von der Leyen e tutti gli appalti dell'era Ursula avevano una cosa in conune: assegnati in maniera diretta, senza gara.
Inoltre, la commissione d'inchiesta del Bendestag ha rivelato che Ursula von der Leyen ha anche assegnato diversi contratti a società di consulenza esterne, in particolare la KPMG e più ancora la Accenture tanto che, ha scritto il giornale "Spiegel" , dopo 4 anni di collaborazione con il ministero della Difesa guidato dalla baronessa Ursula, la Accenture aveva aumentato i ricavi da 460mila euro del 2014 a circa 20 milioni di euro del 2019, cioè un incremento di 40 volte. Ma c'è altro: l'inchiesta portò a galla l'amicizia tra la Sauder e un alto dirigente della Accenture.
La rivista "Spiegel" ha evidenziato come la commissione parlamentare d'inchiesta avesse dimostrato che i consulenti assunti all'attuale presidente UE avevano fatto il bello e cattivo tempo e documentato numerose irregolarità finite sotto la lente della Corte dei conti, la quale ha poi scoperto la bellezza di 182 contratti individuali con società di consulenza per circa 200 milioni di euro.
I danni maggiori della von der Leyen li scontò l'aeronautica: il fermo consigliato dai suoi strapagati consulenti per riorganizzare l'aviazione - cosa mai avvenuta - provocò un disastro: nel 2016 su 109 caccia Thyphoon a disposizione solo 42 erano operativi, su 89 bombardieri Tornado la metà era parcheggiata negli hangar inutilizzata.
Le cose non andarono bene neanche per l'esercito: nel 2016 dei 244 carri armati Leopard in organico, 105 risultavano «pronti all'uso» ma solamente 9 erano armati secondo i requisiti della NATO.
Alle truppe mancavano il 31% di fucili necessari e 41% di pistole e 3/4 dei preziosi visori notturni: insomma, soldati equipaggiati parecchio al di sotto degli standard minimi stabiliti dalla NATO.
E nelle caserme mancavano le autoblinde indispensabili per le esercitazioni: la Sauder le aveva sostituite con normali furgoncini Mercedes Vivio buoni per portare il latte.
Siamo davvero sicuri che sia lei, che in patria si è presa una denuncia penale per aver cancellato i dati dai suoi telefoni prima di consegnarli al ministero della Difesa, la persona adeguata cui affidare il futuro esercito della UE?
Nel 2019 un sondaggio pubblicato nel giornale "Bild am Sonntag" definì Ursula von der Leyen «la seconda persona più incompetente del governo tedesco». Per Martin Schultz, capo del partito socialista, addirittura «l'elemento peggiore».
Quando la von der Leyen lasciò il ministero per fare rotta su Bruxelles, il "Financial Times" riportò Il commento di un deputato cristiano-democratico compagno di partito di Ursula: «È una buona notizia per l'esercito della Germania che se ne stia andando, giacchè i suoi anni al ministero sono stati mortificanti per le forze armate tedesche».
È questa la signora che oggi chiede ai governi dell'Unione Europea, cioè ai cittadini, 800 miliardi di euro?
Lorenzo Benetton -------------------------------------------- Guardate, cosa stanno pianificando. E guardate chi vi investirà... https://www.fortuneita.com/2025/03/05/difesa-europea-perche-serve-una-banca-per-il-riarmo-secondo-il-suo-ideatore/?fbclid=IwY2xjawI2O25leHRuA2FlbQIxMAABHbyPTsSfN4rV8-tQYhqLsWdRDBgpGXKnhgoK8rKzZ2Y-wWM-h0X5bhjAgQ_aem_p0ZXz6k5tbhmrBHiw59YMg --------------------------------------------- Parrebbe che i giochi siano fatti, pensati già da tempo!
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🇧🇪 IL BELGIO SI PREPARA A TAGLI DOLOROSI ALLA PREVIDENZA SOCIALE PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DI SPESA PER LA DIFESA
Fonte: Financial Times
Il Belgio si sta preparando a contrarre maggiori prestiti e ad attuare tagli dolorosi per raggiungere l'attuale obiettivo di spesa per la difesa della NATO.
Il ministro del bilancio belga Vincent Van Peteghem ha dichiarato al Financial Times che maggiori budget per la difesa avranno un impatto negativo sui sistemi di welfare europei. È probabile che i leader della NATO concordino a giugno di aumentare i bilanci militari a oltre il 3% del PIL, in seguito alle minacce del presidente degli Stati Uniti di non proteggere più i paesi europei che spendono in modo insufficiente per la propria sicurezza.
"La difesa richiede sicuramente la nostra piena attenzione, ma lo richiede anche la sostenibilità del nostro stato sociale", ha affermato Van Peteghem. “Ogni euro che oggi è in deficit è un euro che diventerà debito, e quel debito un giorno diventerà una tassa o un taglio e finirà nello stato sociale".
La scorsa settimana il governo belga ha accettato di aumentare il bilancio della difesa al 2% del PIL quest'anno attraverso un mix di iniezioni di liquidità temporanee, contabilità creativa e riforme strutturali, ha affermato Van Peteghem.
Il ministro ha aggiunto che il suo governo prevede di aumentare il debito per mantenere il livello del 2%. Un modo per ripagare il debito sarebbe quello di vendere asset statali, da un portafoglio che include partecipazioni nella compagnia assicurativa Ethias e nel gruppo bancario francese BNP Paribas. "Esamineremo quel portafoglio di asset statali e valuteremo quali di questi asset possono essere privatizzati o ottimizzati."
Van Peteghem ha affermato che il governo spera di raccogliere almeno 3,2 miliardi di euro attraverso la privatizzazione. Il resto del debito dovrà essere ripagato attraverso tagli alla spesa, tra cui le riforme concordate la scorsa settimana, come la limitazione dei sussidi di disoccupazione, il taglio di alcune pensioni e una riforma fiscale. "Ma ovviamente dovremo fare di più", ha affermato.
Ormai è tutto così prevedibile che le notizie si possono scrivere prima che i fatti vengano confermati dalla realtà. La vera domanda è: quando è che la gente si incazzerà per davvero?
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Europirla al cubo
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Un film d'Evasione
da premio Oscar
ANDIAMO A VEDERE COSA C'È DIETRO :
I "picconatori" dello Stato Italiano siedono tutti quanti sui banchi del Governo, e già edificano il MONDO A ROVESCIO teorizzato dal Generale Vannacci.
Miglior attrice Protagonista:


Il meraviglioso mondo di Giorgià, degli evasori fiscali e dei loro complici seduti in Parlamento.




Da ascoltare il Podcast
"Circo Massimo" :


Chi sta minando il Bilancio del nostro paese pur di favorire le principali categorie di evasori?
Chi ?
Chiedere la Delega Fiscale per partorire una riforma fiscale che aiuta chi, già oggi, non paga le imposte, è un atto terroristico e folle che danneggia le stesse fondamenta della nostra Repubblica e rischia di mandare in pezzi in modo irreparabile la coesione sociale del nostro amato belpaese.
Nella mente della Meloni c'è questa visione folle: lasciare il peso delle imposte sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati, e per tutte le altre categorie trasformare le IMPOSTE in una scelta facoltativa:
Volete Voi, fare beneficienza a favore delle casse dello Stato?
È vostra la scelta. Vostra la benevolenza.
Siete liberi di versare un piccolo obolo per le finanze italiane, oppure andarvi a spendere quelle somme in supercar Lamborghini, Ferrari, in barche da diporto, o in attici superlusso da intestare a società di comodo da costituirsi appositamente.
Oppure potete devolvere quelle somme a società off-shore basate nei paradisi fiscali quali le isole Cayman!
Contattate al più presto il vostro Commercialista di fiducia per i dettagli e le modalità da seguire per mettere in atto la vostre benemerite volontà.
Per voi, "Facoltà e Volontà", a discrezione
Per i lavoratori dipendenti: OBBLIGHI !!!!
Le gouvernement de Giorgia Meloni fait exploser l'équilibre financier de l'État italien en criant :
" Mesdames et Messieurs, jouez à votre jeu, vive la liberté et le plaisir de s'évader !!! "
Povera patria
( FRANCO BATTIATO )
youtube
Altro che "FRATELLI D'ITALIA" !
In realtà, i veri patrioti siamo noi!
Noi, lavoratori dipendenti che paghiamo fino all'ultimo euro di Imposte e finanziamo tutti i servizi statali ( Scuola, Sanità, Infrastrutture, Forze dell'ordine, Università, Pubblica Amministrazione ed Enti Locali e (In) Giustizia, ), che poi utilizzano tutti quanti, senza averne titolo.
Apriamo gli occhi su quale film sta andando in onda oggi in Italia.
.
#i complici degli evasori#chi evade è un ladro di Futuro per l'intero Sistema-Italia#Ciò che i Media della Destra non dicono.#evasione = furto legalizzato#I veri ladri del Nostro Futuro!#Riforma Fiscale targata Meloni : un atto scellerato#il vero Terrorismo sociale è quello di chi vuole disgregare l'Unità Nazionale con l'Autonomia Differenziata e la libertà d'evasione
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Che abbiamo fatto noi romani per meritarci tutti ‘sti sindaci, uno peggio dell’altro – si chiedeva ieri una signora strizzata nella calca della metropolitana alle 7.30 di mattina. È una domanda da cui sono inseguito, ultimamente. In una recente chiacchierata con Italia Oggi mi era stata formulata così: non ci meriteremmo un governo migliore? E poco prima di incontrare la signora strizzata, l’avevo sentita a Radio radicale in un commento nientemeno che del Financial Times, a proposito del popolo israeliano meritevole ben altro premier che Bibi Netanyahu. Siamo gente adorabile, agguerrita sul principio costituzionale della sovranità che appartiene al popolo, ma pronta a spogliarsi della prerogativa se le cose vanno male. Non è nemmeno furbizia da mercanti, proprio ci crediamo alla nostra innocenza da cui discende un eterno vittimismo. E pochi l’hanno spiegato meglio di Alessandro Manzoni nella Storia della colonna infame. Einaudi ne ha appena pubblicata una nuova edizione in cui il curatore, Adriano Prosperi, segnala l’arrivo, intuito dall’autore, di un nuovo e possente protagonista, il popolo, «il quale crede che v’abbia degli uomini che tentano di avvelenarlo in massa». I processi e le esecuzioni degli untori sono dati in pasto alla voracità folle del popolo, che non ne risponderà mai. Allora, era il 1630, c’era la peste ma soprattutto non c’era la democrazia. E cioè i torturatori e i boia almeno non li aveva votati nessuno, mentre i sindaci di Roma, i governi italiani e il premier israeliano sì. Soltanto che il popolo è ancora vorace e continua a dirsi innocente e vittima, nel gusto di restare suddito. (Mattia Feltri)
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Muore oggi Roberto Colaninno, il più importante "capitano coraggioso" dei ruggenti anni novanta. Quando si affacciò una nuova classe imprenditoriale che oggi non esiteremmo a chiamare di "robben barons" per dirla all'americana: baroni ladri, speculatori, spoliatori del patrimonio pubblico.
Patrimonio Pubblico svenduto per un piatto di lenticchie da quelli che allora ineguamente consideravamo la crema dei civil servant dello stato italiano: Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi e Massimo D'Alema.
Colaninno, guidò una cordata di imprenditori all'assalto della Telecom Italia, società leader ad alta redditività, senza debiti: la migliore Tlc company europea sicuramente. La acquistatono attraverso un "veicolo" (così le chiamavano all'ora) società con capitale irrisorio, la Tecnimont; troppo se questa società aveva una linea telefonica e una segretaria. Fatto sta che con i soldi a prestito di un pool di banche guidate da Mediobanche riuscì nell'impresa dell'acquisto. L'inghippò si capì dopo; Colaninno fuse la Tecnimont carica di debiti nella TIM società gioiello della Telecom Italia. In parole semplici con la fusione il risultato era che la TIM pagava l'acquisto della società madre Telecom Italia alla società acquirente e superindebitata Tecnimont. Loro assieme ai giornali compiacenti chiamarono l'operazione Leverage buyout: gli allocchi come ero io ci credettero al volo. Il Financial Times in una Lex Column dell'epoca definì l'operazione per quello che era, letteralmente "Una rapina in pieno giorno". La Telecom da quel giorno era una società zombificata. Tutte cose avvenuto sotto il buon governo ciampian prodian d'alemiano. La Crema. Il Meglio.
Se Berlusconi avesse fatto una operazione del genere, il pool di Milano avrebbe mandato una divisione corazzata a prenderlo. Non aggiungo altro. Se non quello di constatare quanto potevo essere stupido io a credere ad una simile masnada di banditi politici.
Poi arrivò Tronchetti Proverà che rilevò da Colaninno e amici che così uscirono dalla storia carichi di banconote senza aver mai rischiato nulla. La Rapina del Secolo.
A conclusione aggiungo che Colaninno ci ha fatto anche lo sfregio di candidare il figlio scemo (o troppo signore, tanto il lavoro sporco l'ha fatto il padre) nel PD mettendecelo a carico - da parlamentare - per una ventina d'anni. E noi, idioti, lo abbiamo votato.
Un capolavoro, Chapeau Ragionier Colaninno.
Giuseppe Masala
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Patrick Proctor, in cerca del mondo

Patrick Proctor, che era nato a Dublino il 12 marzo 1936, fu uno dei protagonisti della scena creativa londinese degli anni Sessanta quando, dopo aver lasciato la Slade School of Fine Art nel 1962, divenne famoso grazie a una fortunata mostra alla Redfern Gallery di Londra nel 1963. Da allora Proctor fu capace di tessere un’eterogenea cerchia sociale attorno a lui, con personalità che in seguito divennero soggetti nelle sue opere, come il pittore David Hockney, il regista Derek Jarman, il curatore Bryan Robertson e lo stilista Ossie Clark, e fu una figura di riferimento nel restituire con una propria temperatura i mondi edonistici dell'arte, della musica e della moda, inizialmente lavorando sia con l'olio che con l'inchiostro ma soprattutto nella tecnica dell'acquerello, che adottò durante una vacanza in Europa nell'estate del 1967. Spesso frainteso dai critici che ne individuano un percorso indipendente, anche se molto connesso a quello di Hockney, il pittore vene inserito in categorie che non lo soddisfacevano, ad esempio sul Financial Times fu chiamato Parmigianino della Pop Art, una definizione che lui stesso rigettò. Affascinato dalla luce, Proctor usò l'acquerello per conferire alle sue opere l'impressione di una retroilluminazione, dipingendo in negativo, con una rapidità d’esecuzione in acquerello che lo liberava dai tempi e dalle attese dell’olio su tela, consentendogli quell’approccio sensibile e personale alla pittura, ancora oggi così riconoscibile. Gervase I (1968) fu il primo di una lunga serie di ritratti dedicati da Proctor al giovane Gervase Griffith, un modello di origine sudafricana, che divenne il suo amante e modello per un paio d'anni. Mentre Gervase tentava di sfondare come rocker e produttore, l’artista gli dedicò a una serie di grandi ritratti ad acrilico e ne fece una personale a New York nel 1968, che però fu un solenne fiasco. Proctor non ebbe mai la fama del suo amico Hockney e una lunga serie di relazioni e drammi lo portò a cadere nel vizio dell’alcol e nel 1999 un incendio nella sua casa ridusse in cenere molte sue opere, lasciandolo pieno di debiti e con la salute in declino. Dopo la sua morte, avvenuta a Londra il 29 agosto 2003 all'età di 67 anni, l’arte di Proctor ha riguadagnato una certa attenzione ed è stata al centro di varie retrospettive come quella alla Huddersfield Art Gallery, Sheffield, nel 2012. Oggi le sue opere sono visibili alla Tate Gallery, al MoMA, alla National Portrait Gallery, alla Royal Academy, al MET e in altre fondamentali istituzioni. Read the full article
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Ci sono molti motivi per tornare anche oggi sulla clamorosa fuga di notizie, chiamiamola così, relativa ai piani di attacco allo Yemen finiti in una chat cui era stato inavvertitamente aggiunto anche il direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg. Il primo motivo è ovviamente la dimensione del caso, con le sue possibili ripercussioni internazionali, perché quello che il Financial Times definisce l’incredibile «dilettantismo» della Casa Bianca non è un guaio solo per gli apparati militari e di intelligence americani, comprensibilmente preoccupati per la sicurezza del proprio personale, ma pure per gli alleati. E se ieri a colpirmi erano state in particolare la chiarezza e la violenza con cui i vertici dell’amministrazione americana esprimevano tutta la loro ostilità e il loro disprezzo per l’Europa, a cominciare dal vicepresidente J.D. Vance, tanto più oggi mi pare degno di nota che la prima reazione di Donald Trump allo scandalo sia dargli pubblicamente ragione, definendoci «parassiti». Reazione ancora più significativa considerando che le parole di Vance esprimevano un inusuale dissenso proprio dal presidente, accusato di non capire come l’operazione rischiasse di annacquare la chiarezza del suo messaggio indirizzato all’Europa. Motivo per cui mi sentirei di tranquillizzarlo: messaggio ricevuto. Almeno spero. Certo, di fronte a tanta chiarezza, gli equilibrismi di Giorgia Meloni e anche gli sforzi di tanti sofisticati analisti e accaniti minimizzatori appaiono veramente disperati.
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Dalla scalata con Italiacom al carcere, vi ricordate di Salvo Castagna?
Qualcuno si ricorderà di Salvatore Castagna, l’imprenditore che aveva iniziato la scalata verso il successo creando un impero con diverse società che operavano nel mondo della comunicazione e della telefonia. Dopo il sequestro dei beni, e il dissequestro disposto dalla Cassazione, di lui non si è saputo più nulla.
Probabilmente in pochi sanno che l’imprenditore, che aveva conquistato un certo seguito anche grazie alle sue doti canore, sta scontando dal 2023 una pena detentiva al Pagliarelli in regime di semilibertà vigilata.
Ma dall'inizio di quest'estate ha fatto perdere le sue tracce. Dov'è ora Salvo Castagna? E' quello che si chiedono la Procura e le forze dell’ordine da quasi un mese, ovvero da quando non ha fatto più rientro in carcere dove aveva l’obbligo di andare a dormire dopo aver concluso, su permesso del giudice, la sua giornata di lavoro in una banca a Palermo.
A oggi risulta dunque latitante e ai procedimenti subiti in passato, alcuni definitivi e altri ancora pendenti in appello, si aggiunge una nuova accusa, quella di evasione, che ha provato a respingere sostenendo tramite il suo avvocato di essere un "Trade commissioner" e di godere di…
Business enterprise Insurance is really a singular, authoritative news and knowledge resource for executives centered upon danger management, hazard transfer and hazard funding.
S. airborne fighter, attack and bomber System. The corporation has outlined these features in a new marketing movie to the missile, 3 months soon after it had been very first unveiled.
La società è risultata avere omesso versamenti alle casse dell’Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali for each salvo castagna oltre 732 mila euro.
Pertanto, è da ritenere che nessuna implicazione possa sussistere circa il monitoraggio, mediante il quadro RW del modello Redditi Pf, delle disponibilità vincolate ai servizi offerti dalla piattaforma, la cui possibile “ubicazione” extraterritoriale del gestore non obbligherebbe il fruitore del servizio ai citati adempimenti.
About Fintex Fintex is devoted to revolutionizing the fintech landscape by providing cutting-edge answers that integrate electronic currencies with regular banking systems.
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Non solo, ma Castagna, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni è riuscito ad ottenere agevolazioni in materia di contributi in realtà non spettanti e quindi a danno dell’Inps. Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari hanno accertato poi una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l’imprenditore ha acquistato car di lusso (Ferrari, Bmw ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante sulla scena italiana (noti eventi musicali svoltisi in importanti luoghi siciliani occur il teatro Golden di Palermo e la Valle dei Templi di Agrigento e ribattezzati con il nome “Italiacom with Adore”).
Commenting over the launch, Salvo Castagna claimed, “The financial marketplace is in a crossroads, with digital currencies getting to be increasingly integral to worldwide finance.
Salvo Castagna, nato a Palermo nel 1977, ha iniziato a fare musica da giovanissimo, girando la Sicilia in tour con la sua band, collaborando con artisti occur Paolo Vallesi e Francesco Baccini e aiutando con il ricavato dei concerti le associazioni che si occupano della ricerca sull’autismo.
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Dalla scalata con Italiacom al carcere, vi ricordate di Salvo Castagna?
Qualcuno si ricorderà di Salvatore Castagna, l’imprenditore che aveva iniziato la scalata verso il successo creando un impero con diverse società che operavano nel mondo della comunicazione e della telefonia. Dopo il sequestro dei beni, e il dissequestro disposto dalla Cassazione, di lui non si è saputo più nulla.
Probabilmente in pochi sanno che l’imprenditore, che aveva conquistato un certo seguito anche grazie alle sue doti canore, sta scontando dal 2023 una pena detentiva al Pagliarelli in regime di semilibertà vigilata.
Ma dall'inizio di quest'estate ha fatto perdere le sue tracce. Dov'è ora Salvo Castagna? E' quello che si chiedono la Procura e le forze dell’ordine da quasi un mese, ovvero da quando non ha fatto più rientro in carcere dove aveva l’obbligo di andare a dormire dopo aver concluso, su permesso del giudice, la sua giornata di lavoro in una banca a Palermo.
A oggi risulta dunque latitante e ai procedimenti subiti in passato, alcuni definitivi e altri ancora pendenti in appello, si aggiunge una nuova accusa, quella di evasione, che ha provato a respingere sostenendo tramite il suo avvocato di essere un "Trade commissioner" e di godere di…
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La società è risultata avere omesso versamenti alle casse dell’Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali for each salvo castagna oltre 732 mila euro.
Pertanto, è da ritenere che nessuna implicazione possa sussistere circa il monitoraggio, mediante il quadro RW del modello Redditi Pf, delle disponibilità vincolate ai servizi offerti dalla piattaforma, la cui possibile “ubicazione” extraterritoriale del gestore non obbligherebbe il fruitore del servizio ai citati adempimenti.
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Non solo, ma Castagna, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni è riuscito ad ottenere agevolazioni in materia di contributi in realtà non spettanti e quindi a danno dell’Inps. Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari hanno accertato poi una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l’imprenditore ha acquistato car di lusso (Ferrari, Bmw ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante sulla scena italiana (noti eventi musicali svoltisi in importanti luoghi siciliani occur il teatro Golden di Palermo e la Valle dei Templi di Agrigento e ribattezzati con il nome “Italiacom with Adore”).
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PRIMA PAGINA La Presse di Oggi giovedì, 20 marzo 2025
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Dalla scalata con Italiacom al carcere, vi ricordate di Salvo Castagna?
Qualcuno si ricorderà di Salvatore Castagna, l’imprenditore che aveva iniziato la scalata verso il successo creando un impero con diverse società che operavano nel mondo della comunicazione e della telefonia. Dopo il sequestro dei beni, e il dissequestro disposto dalla Cassazione, di lui non si è saputo più nulla.
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Pertanto, è da ritenere che nessuna implicazione possa sussistere circa il monitoraggio, mediante il quadro RW del modello Redditi Pf, delle disponibilità vincolate ai servizi offerti dalla piattaforma, la cui possibile “ubicazione” extraterritoriale del gestore non obbligherebbe il fruitore del servizio ai citati adempimenti.
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Salvo Castagna, nato a Palermo nel 1977, ha iniziato a fare musica da giovanissimo, girando la Sicilia in tour con la sua band, collaborando con artisti occur Paolo Vallesi e Francesco Baccini e aiutando con il ricavato dei concerti le associazioni che si occupano della ricerca sull’autismo.
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🔥 Il Movimento FIRE: Un Sogno che Potrebbe Trasformarsi in Incubo? 🔥
Negli ultimi anni, il movimento FIRE (Financial Independence, Retire Early) ha conquistato un seguito notevole, proponendo l'idea di raggiungere l'indipendenza finanziaria e andare in pensione anticipatamente attraverso un piano di accumulo aggressivo e investimenti “free risk”. Ma è davvero tutto oro quello che luccica? O ci troviamo di fronte a una pericolosa illusione?
1. Durata e Incertezza: La Lunga Strada Verso l'Indipendenza
Il primo problema con il FIRE è la sua lunga durata. Accumulare un capitale sufficiente per vivere di rendita richiede decenni. In questo lasso di tempo, molte variabili possono cambiare, rendendo l’obiettivo finale molto più incerto di quanto si creda.
2. Il Mito del Rendimento Annuale Costante
Uno dei pilastri del movimento FIRE è l'idea che una volta raggiunto il capitale, si possa vivere di rendita grazie a un rendimento annuale “garantito” del 4%. Ma chi garantisce davvero questo 4%? Gli strumenti considerati "zero risk" potrebbero offrire rendimenti molto più bassi in futuro. Un intero piano di vita basato su un'ipotesi di rendimento può rivelarsi catastrofico se i mercati non performano come previsto.
3. ETF e Dividendi: La Falsa Sicurezza del Piano di Accumulo
Alcuni adepti del FIRE si affidano agli ETF, sostenendo che, grazie alla loro diversificazione, possano garantire rendimenti positivi a lungo termine. Tuttavia, la storia recente ci ha insegnato che nemmeno gli ETF sono immuni a rendimenti negativi prolungati.
Altri ancora puntano sulle azioni per vivere di dividendi, ignorando però che i dividendi non sono affatto garantiti e che le aziende possono ridurli o eliminarli del tutto, soprattutto in periodi di crisi. Senza contare che i titoli azionari possono subire crolli significativi, compromettendo ulteriormente il piano.
4. La Diversificazione non è Sempre la Soluzione
La diversificazione è spesso vista come la panacea di tutti i mali. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo visto come azionario, obbligazioni e persino l'oro abbiano subito perdite contemporaneamente. Cosa succede quando le tradizionali strategie di diversificazione falliscono?
Conclusione: FIRE è Davvero la Strada Migliore?
Non fraintendetemi: tra non risparmiare e fare un piano di accumulo, è sicuramente meglio optare per il secondo. Ma in un mondo incerto come quello di oggi, esistono strategie matematicamente più solide per proteggere i propri investimenti e garantirsi un futuro sereno.
💡 Iscriviti al webinar gratuito "Come Investire con Intelligenza in ETF", e inizia a costruire una strategia finanziaria veramente solida!💡
https://tinyurl.com/10settembre2
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Il vostro futuro finanziario merita più di una semplice scommessa: fate la scelta giusta, oggi.
Vi aspettiamo al webinar!
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Ma che muti... sono tutti qua a fare eco alla propaganda dell'IDF (o dell'AIAD).
E noi qua in Italia sembra abbiamo i peggiori.
Nemmeno appunto in Israele o in US i media sono così schierati.
Che differenza c'è se in Ungheria hai un Orban che censura i media e qua hai dei media a pecora?
Però guai se fai notare che, se succedono queste cose in Israele o in Iraq, un po' è anche colpa nostra che abbiamo appunto una democrazia posticcia costruita sulle balle, allora sei un pacifinto nemico dell'occidente.
Quando i peggiori nemici dell'occidente sono loro che giorno dopo giorno inamidano una società costruita sulle balle, dove anche i giornali di "sinistra" rilanciano per settimane la notizia del commercialista diventato felicemente rider o della cameriera che fonda un franchising di poke, ma dove non c'è più mobilità sociale e quelli che parlano di meritocrazia sono Renzi e Calenda (srly?).
E alla fine... chi ti ritrovi al governo... un cognato o un Pillon... che parla né più né meno come un fondamentalista islamico... o appunto un Netanyahu e finisce che la colpa è tua... perchè non sei stato abbastanza "moderato", amico della NATO, non hai tifato abbastanza l'imPRENDITORIA patria.
E finirà che se non riescono più a nascondere bene il merdaio che stanno difendendo... al limite sarà colpa di Netanyahu, come se questa serpe non l'avessero allevata loro, così come si sono allevati un Orban o a suo tempo i Talebani.
E io pago. E uno pagherebbe volentieri se servisse a qualche cosa, così come non trovavo disdicevole che secchiate di soldi europei andassero ai paesi dell'ex patto di Varsavia... ma mentre si diceva che ci andavano per la democrazia, appunto ci siamo allevati gli Orban [*].
E oggi dobbiamo portare la democrazia nella striscia e eliminare Hamas... come se appunto non fosse stato proprio Bibi a sponsorizzare la presa di potere di Hamas nella striscia.
E io pago, ma sono pacifinto e nemico dell'occidente.
E poi trovi la gente che dice... "dov'erano le femministe quando...". Eh signora mia... ma io le tasse le pago qua, mica in Iran e se proprio vogliamo andare a vedere... sono stati i miei genitori a pagare le tasse per far si che la rivoluzione iraniana fosse indirizzata verso una teocrazia anzichè il socialismo e prima ancora a mettere il potere nelle mani dello Shah.
Quindi no... non è che le femministe erano distratte... ma a te che ti riempi la bocca di "pacifinto" amico dei terroristi, di sicuro non si può dare in gestione l'esportazione della democrazia, tanto meno dell'emancipazione femminile o delle pari opportunità. E sono 30 anni che predichi una cosa ma i risultati sono l'esatto opposto.
[*] e finchè si doveva sbandierare il fallimento del socialismo reale a favore del capitalismo finanziato a sbafo con i soldi europei, allora potevamo prendere lezioni di austerity pure dall'Ungheria... ma poi...
e chiaramente... la colpa è di Orban... non del fatto che all'imPRENDITORIA europea andava bene così. Rimodernare l'est europa a spese dei cittadini europei per poter accedere a un mercato del lavoro molto più economico.








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Ft, 'Villa Certosa in vendita per 500 milioni di euro'
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