#oggi como
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primepaginequotidiani · 22 days ago
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PRIMA PAGINA El Mundo di Oggi mercoledì, 23 ottobre 2024
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perfettamentechic · 6 months ago
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12 maggio … ricordiamo …
12 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2020: Michel Piccoli, Jacques Daniele Michel Piccoli, attore, regista e sceneggiatore francese. Fu sposato con Juliette Gréco.  (n. 1925) 2019: Susan Player, Susan Elaine Player, modella e attrice statunitense. (n. 1954) 2013: Kenneth Battelle, Kenneth Everette Battelle, più comunemente noto come Mr. Kenneth è stato uno dei principali parrucchieri di New York dagli anni ’50 fino alla sua morte.…
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missviolet1847 · 12 days ago
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Il Lario oggi 2 novembre
# Lake Como
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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Como, bastonate a un padre di famiglia: fermato gambiano già espulso
Espulso sulla carta e libero si scorrazzare per il paese.
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solochiacchiere · 2 days ago
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nell’anno novecento e ottanta e due
sul principio del mese di novembre,
gabbati i santi, e gabbati anche i morti,
tra le ore diciassette e le diciotto,
questo settimo giorno, che è domenica,
io qui presente sottoscritto, in Como,
dentro i locali della Media Foscolo,
novanta e nove di via Borgo Vico,
pubblicamente dichiaro e certifico
che per sempre rinuncio all’universo:
testimoniate per me, per un’ora,
e per un’ora, con me, vigilate:
se oggi chiudo e sbaracco e mollo e stacco,
getto la spugna e faccio il punto e a capo,
sarà perché tengo ragioni buone,
che tutte non le vengo a raccontare.
Edoardo Sanguineti, Novissimum Testamentum
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libero-de-mente · 1 year ago
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Questa è una storia vera.
Credo che fosse una notte estiva di circa diciassette, o forse diciotto, anni fa.
Avevo finito di lavorare abbastanza presto per gli standard a cui ero abituato in quel periodo. A mezzanotte chiusi il ristorante e a bordo della mia auto feci la strada per tornare a casa.
Non avevo cenato e i morsi della fame si facevano sentire, così decisi di fare sosta da Majd, un bravissimo e onesto kebabbaro che sapevo essere l'unico, in una città che chiude i propri locali sempre presto, che potesse darmi da mangiare. E poi il suo panino kebab "sensa salsa picante", come diceva lui, era buonissimo.
Una volta consegnatomi il "malloppo" caldo racchiuso con cura nella carta stagnola ci salutammo, uscii dal suo locale. Preferivo mangiarmelo a casa, non abitavo molto lontano da lui, con comodità e in relax. Mentre il resto della famiglia dormiva.
Appena uscito dal "Kebab di Aladino" sul marciapiede noto una ragazza, uno sguardo di sfuggita per non essere invadente ma che mi era bastato per notare il suo nei miei confronti.
La mia auto era a sette od otto metri da lei, appena oltre le linee gialle che delimitavano la fermala dell'autobus. Un autobus che lei stava aspettando.
Passandole vicino sento la sua voce chiedermi: - Disculpe, el autobús a Borgo Palazzo pasa por aquí?
- No - le risposi con il mio italspagnol - "Por aquí passa l'autobus por la Valle de Seriana Tu tienes la dirección al contrarios" (al contrarios, le dissi proprio così, vi rendete conto?)
Incredibile ma vero mi capì e mi guardò come se fosse terrorizzata per il suo errore.
- ¿Dónde está Via Borgo Palazzo? - mi chiese supplichevole.
Io con il dito le indicai la direzione. Puntando l'indice un po' in alto, visto che davanti a noi a un centinaio di metri passava un cavalcavia.
La ragazza rimase in silenzio e cominciò a guardarsi intorno stringendosi con le braccia incrociate davanti al petto. Avevo compreso che si era smarrita.
- Si quieres te porto io - le dissi.
Mi guardò con uno sguardo che sinceramente non saprei come definire ancora oggi, davanti a lei questo uomo buffo con un kebab fumante nella stagnola le stava proponendo un passaggio. Ed era quasi l'una di notte.
Le chiesi di getto - Come ti chiami? - al diavolo l'italspagnolo
- Maria - mi rispose
- Como mi madre - così d'istinto mi usci di dirle "come mia madre".
Credo che fu quella frase detta senza tanto pensarci, uscita con sincerità che la convinse ad accettare un passaggio da uno sconosciuto, vestito con un completo da uomo nero e una camicia grigia cangiante, con un kebab avvolto nella stagnola in mano.
In auto, mentre la portavo a destinazione, lei seduta al mio fianco stava con il suo corpo pigiata contro la portiera. Come per aumentare la distanza tra di noi.
Era bellissima, davvero. Mi raccontò che veniva dalla Bolivia e che era giunta in Italia da pochi giorni.
Non mi ricordo bene quali parole usai in auto per rassicurarla, per accennare una conversazione con lei. Il lavoro che faceva e perché aveva fatto tardi quella sera.
Mi ricordo bene invece quello che successe quando lei vide che l'avevo portata proprio sotto il palazzo dove abitava. I suoi occhi si illuminarono, si sentì sicura a quel punto. A quel punto, già proprio a quel punto, quello dove mi fermai lei evidentemente capì che l'uomo con la camicia cangiante non era cattivo.
Così prima di scendere e dopo avermi detto "Gracias", fece un gesto che mai mi sarei aspettato. Mai. Mi baciò sulla guancia destra. Un bacio rapido, come rapido fu il suo dileguarsi verso il portone. Però io nel momento del contatto con le sue labbra, allora non avevo la barba, sentii tanto calore e la sua paura che svaniva.
Ogni volta che sento di un femminicidio mi ricordo di questo mio aneddoto, perché mi diventa sempre più chiaro il rischio che Maria corse, la paura che Maria aveva e che io trovavo esagerata.
Perché Maria ha avuto buona sorte quella volta con uno sconosciuto, mentre Giulia ha avuto sfortuna con uno che conosceva molto bene. O pensava di conoscere bene. Ma che, come spesso è accaduto a tante altre sventurate come lei, non si conosce mai bene fino a quando non esce la bestia che vive in quella persona.
Per via di un "no" o di un "è finita".
Quello che posso fare io da uomo, da padre, è educare i miei due figli maschi a essere come quell'uomo goffo e impacciato, con un kebab in mano, che voleva essere d'aiuto verso una ragazza. Non lasciandola sola nel buio in una notte d'estate di diciassette, o forse diciotto, anni fa.
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adachiarasblog1 · 2 months ago
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Oggi è un anno da quando mio nonno ha lasciato questa vita, mi ricordo l’ultima volta che vide me e mia sorella, prima di partire per Roma, dicendoci: “quando ci rivediamo di nuovo?”, perché a lui brillavano gli occhi di felicità e contentezza, ogni volta che gli stavamo davanti, era come se solo le sue nipote gli ridessero quel briciolo di allegria giovanile, come se tornasse indietro nel tempo lui stesso quando stava con noi. A volte esordiva, in alcuni momenti della giornata, con “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno”, perché lui purtroppo gli studi non aveva potuto continuarli, ma era sempre stato comunque appassionato di letteratura e poesia, quindi so che ogni volta dovrò trovarmi a studiare “I promessi sposi”, cercherò di farlo al meglio anche per lui, perché so che l’avrebbe voluto, e anche perché a prescindere teneva molto allo studio. Mi manchi nonno, e spero che tu stia bene dovunque tu sia
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nunasworlds · 4 months ago
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Oggi non voglio scrivere niente. O amontado de coisas da pesquisa está me assustando desde os primeiros segundos em que abri os olhos nessa manhã. Mas refiz um compromisso antigo, escrever. Diminui minha ansiedade e afinal não me custa empenhar uns 10 minutos para digitar quaisquer pensamentos que me atravessam a mente nessa manhã. Ontem gastei muitos minutos (não queria admitir que talvez tenha sido horas) tentando decidir onde escrever. Parece tão simples mas eu insisto em dificultar coisas simples. São tantas possibilidades, sites diferentes, word, blog, e fica tudo um pouco mais difícil quando não se sabe o que quer com a escrita. Quero só escrever. E talvez nem seja questão de querer, acho que preciso escrever. Como o tumblr é um velho conhecido, durante anos nutrimos uma relação de companheirismo, uma relação secreta entre desabafos, segredos, desejos, tédio e ânsia de arrancar do peito palavras que se amontoam lentamente dia após dia, até que de repente estou cheia, com tantas mas tantas palavras e frases na cabeça que mal sobra espaço para pensar. Me perdi. Ah, como o tumblr é um velho conhecido, resolvi voltar pra cá. Algo nessa interface conhecida me faz sentir acolhida mesmo que as coisas que digito me façam sentir um pouco envergonhada e tragam um alívio culposo estranho mas que efetivamente melhora minha mente. Então, deixo aqui essas palavras na esperança que elas se transformem em coragem e me motivem a fazer tudo que preciso fazer hoje. Vamos com medo mesmo.
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apettaa · 5 months ago
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Siamo andati a mangiare libanese, il locale è bellissimo, molto più di come mostrino le foto e il cibo era spettacolare, così come il servizio. Poi abbiamo fatto un giro a Como, dove abbiamo trovato questo bellissimo bus garden (non sapevo cosa fosse prima di oggi, ma a quanto pare qui è una cosa conosciuta??)
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odioilvento · 1 year ago
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Oggi cercavo di fare questa foto centrata in qualche modo.
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Si fermano due signori che, parlando francese, mi chiedono di fargli una foto.
Lui polacco, parlava solo francese e russo. L'altro francese, non ha detto una parola. Io parlo solo italiano e un po' di inglese. Il polacco di inglese sa solo fuck perché un australiano con cui lavorava continuava a dirlo.
In dieci minuti di strada insieme ho capito che stavano andando a cenare vicino a Como, dove avrebbero dormito, che stavano andando a prendere il traghetto, che cercavano prima una tabaccheria. Il francese che non parlava è un viticoltore e produttore di vino, il polacco che mi parlava non ho capito cosa faceva, ma ho capito che gli piace il vino. Domani uno torna a Bordeaux, l'altro prosegue per la Polonia, ma dell'Italia ha visto Bergamo, Venezia, Roma, Firenze, la Sardegna, Agrigento.
Una delle foto che gli ho fatto ha il dito medio del polacco in primo piano.
Quasi arrivo in ritardo a casa per parlare con lui, ma questa è una delle cose che mi piace di più quando vado in giro.
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA El Mundo di Oggi giovedì, 12 settembre 2024
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luigidelia · 22 days ago
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tournée 24/25 le date confermate ad oggi:
𝗡𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟰 10 novembre | 𝗖𝗔𝗠𝗠𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗔 𝗕𝗔𝗥𝗕𝗜𝗔𝗡𝗔 | Arezzo 16 novembre | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Andria 17 novembre | 𝗖𝗔𝗠𝗠𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗔 𝗕𝗔𝗥𝗕𝗜𝗔𝗡𝗔 | Mesagne (BR) 22 novembre | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Spello (PG) 28 novembre | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Fiesole (FI) 29, 30 novembre | 𝗖𝗔𝗠𝗠𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗔 𝗕𝗔𝗥𝗕𝗜𝗔𝗡𝗔 | Torino 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟰 1 dicembre | 𝗖𝗔𝗠𝗠𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗔 𝗕𝗔𝗥𝗕𝗜𝗔𝗡𝗔 | Torino 3, 4 dicembre | 𝗟𝗔 𝗟𝗨𝗡𝗔 𝗘 𝗜 𝗙𝗔𝗟𝗢̀ | Milano 5 dicembre | 𝗟𝗔 𝗟𝗨𝗡𝗔 𝗘 𝗜 𝗙𝗔𝗟𝗢̀ | Barberino di Mugello (FI) 7 dicembre | 𝗦𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗢𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗠𝗶𝘀𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗶𝗮 | San Miniato (PI) 14 dicembre | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Putignano (BA) 15 dicembre | 𝗖𝗔𝗠𝗠𝗘𝗟𝗟𝗜 𝗔 𝗕𝗔𝗥𝗕𝗜𝗔𝗡𝗔 | Locorotondo (BA) 22 dicembre | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Molfetta (BAT) 𝗚𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 31 gennaio ore 20.30 | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Brindisi 𝗙𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 3, 4, 5, 6 febbraio | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Lecce 9, 10 febbraio |𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Monopoli (BA) 12, 13, 14 febbraio | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Bari 16, 17 febbraio | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Monopoli (BA) 18 febbraio | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Ancona 19 febbraio | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Mezzolombardo (TN) 21 febbraio | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Tione (TN) 23, 24 febbraio | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Como 25 feb | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Bollate (MI) 26 febbraio | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Imperia 27, 28 febbraio | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Genova 𝗠𝗮𝗿𝘇𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 1 marzo | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Genova 2, 3 marzo | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Genova 14 marzo | 𝗟𝗔 𝗚𝗥𝗔𝗡𝗗𝗘 𝗙𝗢𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 | Torino 20, 21 marzo | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | Brindisi 27 marzo | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Bagnacavallo (RA) 28 marzo | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Bolzano 29 marzo | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Cembra (TN) 31 marzo | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Medicina (BO) 𝗔𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟱 1 aprile | 𝗭𝗔𝗡𝗡𝗔 𝗕𝗜𝗔𝗡𝗖𝗔 | Medicina (BO) 2, 3, 4 aprile | 𝗧𝗔𝗥𝗭𝗔𝗡 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗼 𝘀𝗲𝗹𝘃𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 | Bologna 6 aprile | 𝗧𝗔𝗥𝗭𝗔𝗡 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗼 𝘀𝗲𝗹𝘃𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 | Muggia (TS) 11 aprile | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Brentonico (TN) 12 aprile | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗼 | Castelfiorentino (FI) 𝗠𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 7 e 8 maggio | 𝗙𝗔𝗥𝗘 𝗨𝗡 𝗙𝗨𝗢𝗖𝗢 (𝗽𝗿𝗶𝗺𝗶 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶) | Brindisi
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thedarkat · 1 month ago
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Olga Suvorova, Enigma-2010
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(English / Español / Italiano)
Born in St. Petersburg (Russia) in 1966, from an early age she excelled in painting with pictures that are clearly influenced by her parents, Igor and Natalia, both famous artists in their city, who today are considered a true artistic dynasty in Russia. In 1998 Olga Suvorova graduated from the St. Petersburg Art Academy named after Ilya Repin, in the studio of A. Mylnikov. Olga Suvorova has created her authentic style of painting: portraits of characters in historical costumes in the style of various epochs, such as Renaissance and Rococo. Her work is reminiscent of the popular 20th century St. Petersburg art movement "Mir Iskusstva" ("The World of Arts"), inspired by the art and culture of the 18th century. The artist constantly participates in exhibitions in Russia and abroad. Her works can be found in private collections in England, America, Germany, China, Russia and other countries.
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Nació en San Petersburgo (Rusia) en 1966, desde muy temprana edad destacó en la pintura con cuadros que están claramente influenciados por sus padres, Igor y Natalia, ambos artistas famosos en su ciudad, que a día de hoy se les considera en Rusia como una verdadera dinastía artística. Nel 1998 Olga Suvorova si è diplomata all'Accademia delle Arti di San Pietroburgo intitolata a Ilya Repin, nel laboratorio di A. Mylnikov. Olga Suvorova ha formato il suo autentico stile pittorico: ritratti storici in costume di personaggi nello stile di vari periodi, come il Rinascimento e il Rococò. Le sue opere ricordano il movimento artistico "Mir Iskusstva" ("Il mondo delle arti"), popolare nel XX secolo a San Pietroburgo e ispirato all'arte e alla cultura del XVIII secolo. L'artista partecipa costantemente a mostre in Russia e all'estero. Le sue opere si trovano in collezioni private in Inghilterra, America, Germania, Cina, Russia e altri Paesi.
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Nata a San Pietroburgo (Russia) nel 1966, fin da piccola si è distinta nella pittura con immagini chiaramente influenzate dai suoi genitori, Igor e Natalia, entrambi artisti famosi nella loro città, che oggi sono considerati in Russia una vera e propria dinastia artistica. Nel 1998 Olga Suvorova si è diplomata all'Accademia delle Arti di San Pietroburgo intitolata a Ilya Repin, nel laboratorio di A. Mylnikov. Olga Suvorova ha formato il suo autentico stile pittorico: ritratti storici in costume di personaggi nello stile di vari periodi, come il Rinascimento e il Rococò. Le sue opere ricordano il movimento artistico "Mir Iskusstva" ("Il mondo delle arti"), popolare nel XX secolo a San Pietroburgo e ispirato all'arte e alla cultura del XVIII secolo. L'artista partecipa costantemente a mostre in Russia e all'estero. Le sue opere si trovano in collezioni private in Inghilterra, America, Germania, Cina, Russia e altri Paesi.
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yaellaharpe-blog · 2 months ago
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LANDMINES IN ANCIENT ROME
MINAS ANTIPERSONA EN LA ANTIGUA ROMA
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(English / Español / Italiano)
This seemingly insignificant object could change the course of a battle or even a war. These were the thistles, also called "tribulus" by the Romans. The idea was simple: four (or more) sharp iron spikes arranged in such a way that no matter how they were thrown on the ground, one spike always remained pointing upwards.
Scattered in large numbers over the battlefield, thistles could stop a cavalry charge, wreak havoc on chariots, drive elephants mad or paralyse infantry.
A weapon so simple, inexpensive and effective that it was used not only in antiquity but throughout the Middle Ages and can be found even today at roadblocks or for more questionable purposes.
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Este objeto de apariencia insignificante podía cambiar el curso de un combate o incluso de una guerra. Se trata de los abrojos, también llamados "tribulus" por los romanos. La idea era simple: cuatro (o más) púas de hierro afiladas dispuestas de forma que se arrojen como se arrojen sobre el suelo siempre queda una púa apuntando hacia arriba.
Esparcidos en gran cantidad sobre el campo de batalla, los abrojos podían frenar una carga de caballería, causar estragos entre los carros de guerra, enloquecer a los elefantes o dejar paralizada a la infantería.
Un arma tan simple, económica y eficaz que fue empleada no sólo en la antigüedad sino durante toda la Edad Media y que podemos encontrar incluso en nuestros días en algunos controles de carretera o con fines más cuestionables.
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Un oggetto apparentemente insignificante poteva cambiare il corso di una battaglia o addirittura di una guerra. Si trattava dei cardi, chiamati anche "tribulus" dai Romani. L'idea era semplice: quattro (o più) punte di ferro affilate disposte in modo tale che, indipendentemente da come venivano gettate a terra, una punta rimaneva sempre rivolta verso l'alto.
Sparsi in gran numero sul campo di battaglia, i cardi potevano fermare una carica di cavalleria, creare scompiglio sui carri, far impazzire gli elefanti o paralizzare la fanteria.
Un'arma così semplice, economica ed efficace che è stata utilizzata non solo nell'antichità, ma per tutto il Medioevo e si può trovare ancora oggi ai posti di blocco o per scopi più discutibili.
Fuente: ArqueoEduca
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libero-de-mente · 1 year ago
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Il Caregiver
Questa mattina sono andato da mia madre, come tutte le mattine, ma con un impegno in più.
Infatti oggi comincia il servizio di assistenza a domicilio per mia madre, la struttura a cui mi sono rivolto le ha assegnato un'assistente. Si chiama Dolores.
"Buongiorno soy Dolores" - così ha esordito qualche giorno fa l'assistente al telefono con me.
"Buenos días" - le ho risposto per darmi un tono
"Lei è il señor Tomasseli?
"So' Rino" - ma come cacchio le parlo?
"Sorino? Lei è el señor Sorino?"
"No Sorino, solo Rino. Il mio nome".
"Ah, Solarino... me scussi, ma che nome è?"
"Maggnente, sono uno che tira sole e quindi Solarino è i mio soprannome"
Nulla da fare, la deficienza telefonica mi aveva preso, ora come potevo rimediare?
Nel frattempo Dolores gira dei fogli, si sentono chiaramente al telefono, probabilmente sta cercando i dati di chi ha compilato la domanda, ed ecco che trova ciò che cercava "Ah, lei se chiama Rino Tomasseli"
"Si" - le rispondo divertito di come chi parla lo spagnolo raddoppia alcune consonanti eludendone altre.
Arriviamo a questa mattina. Dolores è puntualissima, bella truccata e pimpante come lo sono le persone che debbono sostenere persone anziane e in fase discendente.
Entra in casa e saluta entrambi con un sorriso rassicurante, le presento mia madre e le faccio vedere la casa.
In soggiorno il televisore è sintonizzato sulla Santa Messa, in camera da letto l'altro televisore idem.
"Doppia Messa, como mai due televissori acessi?"
"Effetto stereo"- le rispondo.
"Como?!"
"Si, ascolti... non sente la stereofonia del prete che dice <Prese il pane>, non sente la potenza della frase raddoppiata?"
"No" - mi guarda stranita.
Credo che l'ironia non sia in questo momento cosa buona e giusta.
Così Gesùrino prese l'ironia, la piegò la pose in un cassetto e disse <Pendete e andate senza sorrisi, non ve li meritate>.
Tornando in soggiorno, dove c'è mia madre, Dolores mi chiede: "Mi potrebbe firmare questi due moduli, è lei il caregiver, vero?"
"No, lui è mio figlio" - interviene secca mia madre, poi guardando me - "Tu sei mio figlio non o' carabbinier"
"Ma no mamma caregiver, ovvero quello che si occupa di te"
Le brillano gli occhi, si sente protetta e poi guarda Dolores, conosco quello sguardo di chi comincerà a raccontare aneddoti sulla mia vita di quando ero piccino. La fermo a tempo.
"Beh"- dandomi un tono da attore consumato che sta per uscire dalla scena sul palcoscenico di un teatro - "Io devo andare, mamma sei in buone mani - poi rivolgendomi a Dolores le stringo una mano - "Grazie, grazie mille dell'aiuto che mi darà".
Il sorriso di Dolores mi conforta.
Sono in auto, scommetto che il sorriso di Dolores sarà diventato una risata. Già mi sembra di sentire mia madre raccontare i "famosi aneddoti" di un piccolo Rino che ancora, illuso, si permetteva di vivere d'istinti e d'istanti (frase da boomer lo so).
Come quando mia madre, a un cambio del pannolino, si divertiva a "rubarmi il pisello" come si fa con il naso dei bambini, solo che io per assicurarmi che non lo avesse preso davvero le pisciai in volto.
O quella volta che entrai in una cabina al mare, credendo che fosse la nostra per cambiarmi il costumino pieno di sabbia, invece era di un'altra famiglia. La ragazza, penso allora ventenne, che stava dentro (nuda) non si scompose più di tanto, avevo cinque anni più o meno, e mi disse "ma tu bel bambino da dove sbuchi?". Sorrise.
Io no, rimasi pietrificato guardando una micia. Non sapevo che dei micini vivessero proprio lì nei costumi delle donne. Uscii dalla cabina rosso in volto, con una paresi facciale e la
Voglia di remare
Fare il bagno al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni, -oni, -oni
Da allora nessuna donna mi ha più sorriso se entravo per sbaglio in una cabina o uno spogliatoio dove ci stava una di loro. Va beh, forse quando ci provai ero troppo avanzato con l'età. Credo di averne avuto venti o venticinque in più, di anni intendo.
Oppure le racconterà di quando, la sera di una Vigilia di Natale con cenone ben disposto sulla tavola e ospiti pronti al pasto, stando in piedi sulla sedia all'urlo "Sono la tigre di Mompracem!", persi l'equilibrio e arrivai preciso con la faccia nell'insalatiera che conteneva chili di insalata russa.
Ecco perché crescendo sono traumatizzato dalle patate femminili e le insalate russe.
Però mi piace cucinare.
E mangiare.
Grazie mamma per avermi fatto empatico e rispettoso degli altri, ma anche molto meno andava bene. Per dire.
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3nding · 3 months ago
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