#oggi brook
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primepaginequotidiani · 15 days ago
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PRIMA PAGINA Mundo Deportivo di Oggi lunedì, 17 febbraio 2025
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perfettamentechic · 3 months ago
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7 dicembre … ricordiamo …
7 dicembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Emmanuelle Debever, attrice francese. Salì alla ribalta all’inizio degli anni ’80 con la serie televisiva Joëlle Mazart, sequel della popolarissima Pause café. Nel giugno 2019 su Facebook, dopo aver appreso che un’indagine per stupro contro Gérard Depardieu era stata archiviata, accusò l’attore di comportamenti inappropriati che avrebbero avuto luogo durante le riprese del film Danton di…
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diceriadelluntore · 4 months ago
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Inga: In altre parole le vene, i piedi, le mani, tutti gli organi dovrebbero essere ingranditi.
Frederick: Esatto.
Inga: Allora avrebbe un enorme schwanzstucker!
Frederick: Questo è evidente.
Inga: ooooooh!
Igor: Diventerà molto popolare
Teri Garr è morta oggi all'età di 79 anni. L'attrice resterà nella storia del cinema e nell'immaginario collettivo per il ruolo della procace Inga in Frankenstein Jr di Mel Brooks. Ma al cinema ha fatto moltissime cose: i film con Elvis Prestley, La conversazione di Francis Ford Coppola, ottenne una candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in Tootsie, ha lavorato con Martin Scorsese e Robert Altman. In TV, era la mamma di Phoebe in Friends.
Era malata di sclerosi multipla, e per tanti anni si è impegnata per la ricerca medica contro questa malattia.
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weirdesplinder · 2 years ago
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Saga di Riftwar di Raymond E. Feist
Oggi voglio presentavi una saga fantasy di cui negli ultimi anni si parla molto poco, il CICLO DI RIFTWAR, dell’autore  Raymond E. Feist.
Questa ciclo formato da 10 serie in tutto e da una trentina circa di libri, scritti a partire dal 1982 fino al 2013, è ambienttao nel mondo di Midkemia, e in particolare, per buona parte, nel regno delle Isole, uno dei regni di questo mondo. Un mondo pieno di magia, valorosi guerrieri, principi, regine, draghi, elfi, nani, demoni....tutto ciò che il fantasy classico domanda ed è ispirato ai mondi delle campagne dei giochi di ruolo Dungeons&drangons a cui l’autore giocava durante l’università quando ebbe l’idea per il primo romanzo della saga. Protagonista della saga è il mago Pug dall’aspetto normale, quasi insignificante, ma dai grandi poteri, che insieme con i suoi amici e alleati, dovrà affrontare durante un periodo di circa un secolo ben 5 guerre causate da 5 rift, da cui il nome della saga. I rift sono passaggi interdimensionali che purtroppo permetteranno ai popoli di lontani pianeti e dimensioni di invadere Midkemia.
I primi tre libri della Saga di Rftwar mi sono piaciuti. Lo stile usato  è chiaro e scorrevole e i personaggi interessanti. Forse mi è mancata  un pò di introspezione psicologica, i personaggi a volte sono fin troppo perfetti o forti, ma al tempo stesso l’autore non ha paura di uccidere anche persone importanti a livello di trama e riesce a sorprendere il lettore o a commuoverlo. Anche se prevale l’intrattenimento sopra il sentimentalismo. Tutto è ben dosato, forse persino troppo. Quello che probabilmente mi è mancato di più in questi libri è l’imperfezione che a volte fa sì che il lettore possa capire chi era il personaggio preferito dell’autore o chi o cosa si era divertito di più a scrivere e decrivere. Le scene sono belle, l’azione è descritta benissimo, ma questa è una delle poche serie fantasy di cui non ricordavo praticamente nulla.
Nella mia vita ho letto molte serie fantasy, e naturalmente non posso ricordarmi la trama particolareggiata di tutti i libi di una serie letta decine di anni fa, ma alcune scene sono indelebili. Dei libri di Tolkien o Terry Brooks, o Lois Mac Master Bujold o  Marion Zimmer Bradley ricordo molte cose, di alcuni quasi tutto, ma della saga di Rftwar non ricordavo nulla. Perciò prima di preparre questo post ho dovuto rileggere la recensione che ne avevo fatto, rileggere i libri, ristudiare la saga nella sua totalità e i vari seguiti, perchè avevo veramente tabula rasa. Nemmeno una singola scena era rimsta nella mia memoria. Eppure la mia recensione di allora era stata molto buona mi era piaciuta, ma ahimè non ha lasciato alcun segno su di me. E quetso a mio avviso significa qualcosa.
Probabilmente non mi ha colpito o coinvolto abbastanza mi ha solo intrattenuto, e nemmno in modo memorabile. Naturalmente tutto questo è soggettivo, resta il fatto che è una serie fantasy molto famosa e acclamata che consiglio comunque a tutti gli amanti del fantasy classico di leggere assolutamente
La magia è molto presente non toglie spazio alle azioni militari, ma è  veramente importante e decisiva in quasi ogni libro e soprattutto è  molto forte in Pug. e molto vasta, non viene limitata da così poi tante  regole o vincoli e forse questa sua poca specificità è una delle cose  che la rende meno personale meno memorabile. Allo stesso modo abbiamo  tutti gli elementi classici del fantasy: il maghi, le sacerdotesse, gli  elfi, i predecessori degli Elfi,   gli dei, i nani, gli artefatti, i dragi e chi più ne ha più ne metta, ogni elemento classico del fantasy è presente così come l’impronta di Tolkien. Ma nulla prevale nulla spicca tutto è egualmente bello e interessante. I draghi ci sono ma non sono findamentali sempre solo in alcune occasioni,gli elfi idem....quasi tutti sono coraggiosi, quasi tutti sono potenti....non che non ci siano i cattivi ci sono eccome e anche loro sono forti e ben dectti con motivazioni veramente sensate e chiare ma....nessuno spicca. A parte Pug, che sovrsta tutti per importanza e presenza in quasi ogni libro e per essere spesso decisivo....ma anche lòui è persino troppo forte e importante per il suo aspetto che viene decritto come assolytamente normale. E’ potente ma anche piuttosto umile. ....e’ il protagonista ma sempre insieme a altri. Spicca ma al tempo stesso è come se l’autore nopn volesse farlo spccare troppo  e questo non me lo ha reso simpatico o affascinante credetemi. Sono rimasta coinvolta dalla sua storia personale, non mi stava antipatico, anzi mi sono commossa per lui....ma non è mai stato affascinante o sorprendete ai miei occhi.
Ai miei occhi era molto più interessante il suo amico Thomas e tutta la sua storia con gli elfi che per carità è importante nella saga principale  ma non viene super approfondita. come arei voluito Per me la parte affascinante di questa serie sono stati gli elfi e l’dea che due dimensioni entrino in  comunicazione. Due mondi, diversi e distanti entrano in contatto e  scoppia la guerra. Questo sì era qualcosa di nuovo o comunque di così non tanto già visto in altre saghe fantasy.
Comunque la trama della serie è avvicente e se amate il fantasy classico non potrete non apprezzarla. Vi sconvolgerà la vita? Probabilmente no, ma ricordiamo che è una serie nata nella mente dell’autore mentre andava all’università e giocava a Doungeons&Dragons con i suoi amici. Tutto parte da questi giochi di ruolo e soprattutto nei primi libri della saga si sente, è inutile negarlo. Poi l’autore col passare degli anni è cresciuto con essa è maturato e socuramente i libri più belli sono quelli più recenti.
All’interno di questo ciclo la prima serie da leggere, la serie pricipale da cui tutto ha inizio è la SERIE di RIFTWAR, una trilogia fortunatamente tradotta anche in italiano.
SERIE DI RIFTWAR:
1.Il signore della magia (1982)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Magician
Link: https://amzn.to/41T96kW
Trama:  Sulle rive di Crydee, un tranquillo avamposto di frontiera del Regno  delle Isole, su Midkemia, un orfanello di nome Pug si sforza di  apprendere i segreti dei grande Mago Kuigan. Il giovane - che grazie al  suo coraggio si è conquistato un posto a corte e le simpatie di una  giovane principessa dimostra un notevole talento magico, però si trova  misteriosamente a disagio con gli incantesimi più comuni e consueti.  Poi, un giorno, in modo del tutto inatteso, le annate di un popolo  proveniente da un altro mondo si affacciano alle porte del Regno,  minacciandone il futuro… Neanche l’inesperto Pug potrà sottrarsi ai  conflitto e, insieme con l’amico guerriero Tomas, affronterà una lunga  serie di avventure, che lo porteranno a ottenere il controllo di una  magia mai vista, eppure da sempre presentita, nonché a scoprire il  segreto dei misteriosi nemici e dello scontro in atto tra Midkemia o  l’oscuro mondo di Kelewan…
2. L’incantesimo di Silverthorn (1985)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Silverthorn
Link: https://amzn.to/3MGfN5C
Trama: La  guerra tra i mondi di Midkemia e Kelewan si è conclusa: il Regno delle  Isole si prepara a vivere un periodo di pace e a festeggiare il  matrimonio tra il principe Arutha di Krondor e la principessa Anita. Ma  la tragedia è in agguato: nel giorno delle nozze, la principessa e  colpita da una freccia imbevuta di un’erba velenosa nota come  Silverthorn, così rara e misteriosa che tutti i rimedi conosciuti per  contrastare i suoi effetti risultano inutili. E mentre la vita della  giovane si spegne lentamente, Arutha si convince che l’unica speranza  per salvarla sia spingersi fino nella lontana Sarth, dove sorge  un’antica abbazia che custodisce più conoscenze di qualsiasi altro luogo  del Regno. Così, in compagnia di un mercenario. di un menestrello e di  un giovane ladro, il principe si mette in cammino…
3. Scontro a Sethanon (1986)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: A Darkness at Sethanon
Link: https://amzn.to/3Oo7kFq
Trama:  Le legioni delle tenebre si sono risvegliate per annientare il Regno  delle Isole. Il mago Pug e Tomas devono scoprire l’origine della forza  malefica che rischia di inghiottire il loro mondo. Dal tempo dei Signori  dei Draghi di Midkemia, mai le forze del Caos hanno raggiunto tanto  potere, quindi Pug e Tomas devono intraprendere l’ultima impresa che li  porterà dalle remote terre di Kelewen fino all’alba del tempo, per  combattere la battaglia finale contro chi vuole annientare il loro  mondo.
A QUESTA TRILOGIA SI SONO POI AGGIUNTE TANTE ALTRE SERIE CHE SONO SIA SEQUEL DELLA SAGA PRINCIPALE SIA SPIN OFF MENO DIRETTTAMENTE E CRONOLOGICAMENTE COLLEGATI AD ESSA.
MA IO RITENGO CHE SOLO 4 di queste serie arricchiscano la serie principale in modo importante, introducendo nuove figure che si riveleranno fondamentali ai fini della trama e raccontando eventi muteranno per sempre le vite dei personaggi della serie, e sono naturalmente le 4 serie corrispondenti ai 4 RIFT che avvengono nel ciclo dopo la serie princpale, poichè ogni volta che un rift, un passaggio verso un’altra dimensione, si apre ne segue sempre caos e guerra:
The Serpentwar Saga
Ambientata circa 50 anni dopo la trilogia principale, dopo un secondo Rift, dopo che si è creato un secondo pasaggio con un altra dimensione. Midkemia è invasa da uomini lucertola, che stanno sfuggendo a un invasione di demoni sul loro mondo d’origine.
Shadow of a Dark Queen, 1994
Rise of a Merchant Prince, 1995
Rage of a Demon King, 1997
Shards of a Broken Crown, 1998
The Darkwar Saga
Ambientata poco dopo la serie Conclave e quindi circa 30 anni dopo il Secondo Rift, e la serie Serpentwar. Accade un Terzo Rift e stavolta la Conclavedelle ombre deve cercare di fermare l’invasione dei Dasati; una razza proveninte da un altra dimensione dominata dalle forze del male.  
Flight of the Nighthawks,2005
Into a Dark Realm,2006
Wrath of a Mad God,2008
The Demonwar Saga
Solo 10 anni dopo il Terzo Rift, ecco aprirsi un Quarto Rift, e stavolta dal passaggio pronti a invadere Midkemia arrivano degli elfi guerrieri in fuga da forze demoniache che finiscono pure loro per arrivare su Midkemia.
Rides a Dread Legion, 2009
At the Gates of Darkness, 2010
The Chaoswar Saga
Ambientata dopo un Quinto Rift subito dopo la Demonwar serie di cui è un diretto seguito vede l’invasione del Regno delle Isole da parte dell’Impero Kesh.
A Kingdom Besieged, 2011
A Crown Imperiled, 2012
Magician's End, 2013
LE ALTRE 5 SERIE che FEIST ha scritto, arricchiscono certamente la serie, ma li vedo come più degli spin off che potrebbero anche venir saltati senza togliere poi molto alla trama principale. Opinione mia e vi consiglierei di leggerli solo se avete amatoin modo particolare alcune parti dei libri principali.
Ad esempio vi appassionano le lotte politiche di Midkemia, gli intrighi di corte, L’impero Kelean e Krondor, allora certamente vi consiglio di leggere le serie:
Kelewan Empire
con Janny Wurts, Daughter of the Empire, 1987
con Janny Wurts, Servant of the Empire, 1990
con Janny Wurts, Mistress of the Empire, 1992
Krondor's Sons
Prince of the Blood, 1989
The King's Buccaneer, 1992
The Riftwar Legacy
Krondor: The Betrayal, 1998
Krondor: The Assassins, 1999
Krondor: Tear of the Gods, 2000
Vi interessa invece di più il lato magico della storia, i maghi, la scuola di magia? Allora dovete certamente leggere la serie:
Il Conclave delle ombre:
L'artiglio del falco d'argento (Talon of the Silver Hawk, 2002), Nord, 2003
Il re delle volpi (King of Foxes, 2003), Nord, 2004
L'esilio del tiranno (Exile's Return, 2004), Nord, 2006
Per quanto riguarda la serie Legends of RIftwar, questa poi non la chiamerei neppure serie sequel, è proprio uno spin off ed è formata da libri tra loro scollegato tra l’altro che invece si legano da ltri libri della saga approfondendone alcuni personaggi molto secondari. Quindi la lettura di questa potete saltarla a meno che siate veri fan di questa serie e volete leggere tutto ciò che c’è da leggere su questo universo.
Legends of the Riftwar
con William R. Forstchen, Honoured Enemy, 2001 (pubblicato anche come Honored Enemy)
con Joel Rosenberg, Murder in LaMut, 2002
con S. M. Stirling, Jimmy the Hand, 2003
Jimmy and the Crawler, 2013
SE INVECE VOLETE IMMERGERVI TOTALMENTE IN QUESTO MONDO e LEGGERE L’INTERA SAGA IN ORDINE CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI NARRATI, L’ORDINE GIUSTO E’ QUESTO
1. Serie di Riftwar (la serie principale il fulcro del ciclo)
2. Serie  Legends of the Riftwar  (ambientata tra il primo e il secondo libro della trilogia principale)
3. Serie Kelewan Empire (ambientata durante la prima trilogia principale)
4. The Riftwar Legacy (ambientata 10 anni dopo gli avvenimenti di Scontro a Sethanon)
5. Serie Krondor's Sons  (dedicata alle avventure dei figli del principe Arutha e ambientata 20-30 anni dopo la trilogia principale).  
6. Serie  The Serpentwar Saga (ambientata 50 anni dopo la fine della trilogia principale dopo il secondo Rift)
7.  Serie  ll Conclave delle ombre (ambientata circa 30 anni dopo la serie Serpentwar)
8.  Serie  The Darkwar Saga (ambientata  qualche anno dopo il Conclave dopo il terzo rift)
9.  Serie  The Demonwar Saga (ambientata  dopo il quarto rift, 10 anni dopo Darkwar)
10.  Serie  The Chaoswar Saga (ambientata  dopo il quinto rift poco dopo la Demonwar serie)
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smoky71 · 6 days ago
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Johnny Cash
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NASCEVA JOHNNY CASH (Kingsland, Arkansas, USA, 26 febbraio 1932 – Nashville, Tennessee, USA, 12 settembre 2003) Oggi si ricorda il compleanno di Johnny Cash, alla nascita John Ray Cash, cantautore, chitarrista e attore statunitense, interprete di numerose canzoni folk e di celebri talking blues. Fu definito “The Man in Black” per le sua preferenza per gli abiti neri, e da ciò il titolo di un suo album e della sua prima autobiografia. È stato uno dei pochissimi cantanti ad avere venduto più di novanta milioni di dischi. Si appassiona alla musica attraverso i canti della chiesa e l’ascolto della musica country alla radio. Il 7 luglio 1950 si arruolò nell’United States Air Force e effettuò il servizio alla Lackland Air Force Base e poi alla Brooks Air Force Base, sempre in Texas. A San Antonio (Texas) venne assegnato all’United States Air Force Security Service con il compito di intercettare le informazioni morse trasmesse dai sovietici, nel frattempo conobbe Vivian Liberto, all’epoca studentessa liceale conosciuta il 18 luglio 1951. Compie una parte del servizio militare in Germania a Landsberg am Lech (Baviera) dove acquista una chitarra e inizia ad imparare a suonarla da autodidatta e fonda il suo primo gruppo, i The Landsberg Barbarians. In quel periodo terrà una fitta corrispondenza con Vivian, che sposerà il 7 agosto 1954, dopo il congedo terminato il 3 luglio 1954. Il matrimonio finirà nel 1967 a causa dei problemi legati alla dipendenza dalle droghe di Cash e del suo comportamento libertino. Leggenda vuole che il giovane Cash abbia scatenato una furibonda rissa in un ufficio postale di Memphis a causa di una sgarbata risposta ricevuta dall’impiegato delle poste. Il successo ha un impatto devastante sulla sua fragile psiche: la frenetica attività porta Cash a fare uso di stimolanti e anfetamine per reagire allo stress dei tour e di conseguenza a sonniferi per riuscire a dormire. Non capiterà di rado che il musicista debba annullare numerosi concerti a causa di questi abusi. A ciò si aggiungono problemi familiari, dipendenza da droghe e guai giudiziari (nel 1965 viene arrestato a El Paso per introduzione illegale di pillole di anfetamina; nel 1967 viene salvato da un collasso per overdose). Negli anni ottanta ha inizio il declino artistico, nonostante lo circondi la stima di colleghi e appassionati: resta comunque in classifica specialmente con “Johnny 99” in cui interpreta canzoni di Bruce Springsteen. Nel settembre 2003 Cash viene ricoverato nel Baptist Hospital di Nashville per complicazioni diabetiche e vi muore il 12 settembre.
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avengedsevenfoldita · 17 days ago
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Buon compleanno Brooks
Oggi il nostro batterista Brooks Wackerman compie 48 anni e non possiamo che augurargli buon compleanno!
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arcobalenomondovionlus · 7 months ago
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La Polo: Un Pilastro dell’Abbigliamento Sportivo e del Casual Elegante
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Le Origini della Maglia Polo
Le radici della maglia polo affondano nella cultura sportiva dell’India coloniale, dove gli ufficiali inglesi scoprirono e adottarono il gioco del polo. Questo sport, già praticato in Persia, Tibet e Cina, fu introdotto in India dai conquistatori musulmani nel XIII secolo. Gli ufficiali britannici, affascinati da questa attività, iniziarono a praticarla con passione, fondando nel 1859 il primo Polo Club, seguito da quello di Calcutta nei primi anni Sessanta dell’Ottocento. Durante le partite, indossavano maglie leggere, perfette per le esigenze del gioco e ideali per le condizioni climatiche indiane.
Il diffondersi delle attività sportive tra nobiltà e borghesia europea alla fine del XIX secolo stimolò la creazione di capi di abbigliamento sportivo adeguati. La maglia polo si inserì perfettamente in questo contesto, diventando un capo essenziale non solo per il polo, ma anche per altre discipline che richiedevano un abbigliamento pratico e comodo. La sua leggerezza e la capacità di assorbire il sudore la resero particolarmente adatta a sport come il tennis e il golf.
L’Introduzione della Polo nel Tennis
Il tennis, uno sport che all’inizio del XX secolo veniva giocato con abiti molto formali, subì una rivoluzione stilistica grazie al tennista francese René Lacoste. Nel 1926, Lacoste disegnò una nuova maglietta, chiamata “jersey petit piqué”, ispirata proprio alla maglia utilizzata dai giocatori di polo. Questo capo, con il suo colletto e i suoi bottoni, era un’innovazione rispetto agli abiti ingombranti e scomodi indossati fino ad allora sui campi da tennis.
Lacoste introdusse una maglia che non solo migliorava la libertà di movimento, ma che si affermò rapidamente come standard per l’abbigliamento sportivo. L’idea di Lacoste di applicare un piccolo coccodrillo sulla maglietta – un simbolo che oggi è sinonimo di eleganza sportiva – rese la polo ancora più riconoscibile e desiderabile. Con la fondazione dell’azienda Chemise Lacoste nel 1933, la maglia polo divenne un fenomeno globale, conquistando sia il mondo dello sport che quello della moda.
L’Evoluzione della Polo: Dallo Sport all’Uso Informale
Il termine “polo” originariamente significava “palla” (dal tibetano “pula”), ma presto venne associato all’indumento indossato dai giocatori di questo sport. A fine Ottocento, i giocatori di polo cominciarono a preferire maglie con colletto e bottoni, per evitare che i colletti si sollevassero durante il gioco. Questa innovazione stilistica fu notata da John Brooks, che la introdusse nella produzione delle camicie “button-down”, ancora oggi un classico nell’abbigliamento sportivo e casual.
Negli anni Cinquanta, il termine polo si estese a tutte le magliette utilizzate nel tennis, consolidandosi come un capo di riferimento. Nel 1972, Ralph Lauren lanciò la sua linea di moda chiamata “Polo”, consacrando definitivamente la maglia polo come un’icona di stile, sia sui campi da gioco che nelle occasioni informali.
L’azienda argentina La Martina, fondata nel 1985, ha contribuito ulteriormente alla diffusione della maglia polo, producendo non solo selle e stivali, ma anche magliette per le squadre di polo. Le maglie Replica, fedeli riproduzioni delle maglie indossate dai giocatori, sono oggi molto popolari per il loro design accattivante e i dettagli curati, inclusi loghi e numeri ricamati.
La Polo Oggi: Un Capo Versatile e di Tendenza
Oggi, la maglia polo è un elemento chiave dell’abbigliamento sportivo e casual in tutto il mondo. Grazie alla sua capacità di combinare stile e praticità, la polo è ampiamente utilizzata in contesti dove non è richiesto un abbigliamento formale, ma dove un look completamente casual potrebbe risultare inappropriato. La versatilità della polo, disponibile in versioni a manica corta o lunga, la rende una scelta ideale per chi cerca un compromesso tra eleganza e comfort.
La polo continua a essere un capo fondamentale nell’abbigliamento sportivo, apprezzata non solo per la sua storia e tradizione, ma anche per la sua capacità di adattarsi alle esigenze moderne. Che sia indossata sul campo da golf, durante una partita di tennis, o semplicemente per un’uscita informale, la maglia polo rimane una scelta di stile senza tempo, capace di attraversare decenni senza mai passare di moda.
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extratrek · 8 months ago
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Star Trek: Starfleet Academy accoglie due nuovi cadetti - Preproduzione in corso
L'Academy accoglie due nuovi cadetti - Preproduzione in corso #StarTrekStarfleetAcademy #StarfleetAcademy #StarTrek #ParamountPlus #StarTrekUniverse
Paramount+ ha oggi annunciato che Karim Diané (Uno di noi sta mentendo – One of Us Is Lying) e Zoë Steiner (Significant Others) si sono uniti al cast di Star Trek: Starfleet Academy. Sia Diané che Steiner interpreteranno cadetti dell’Accademia, insieme ai già annunciati Kerrice Brooks, Bella Shepard e George Hawkins. La serie vede anche la partecipazione di Holly Hunter nel ruolo del capitano e…
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scarperunningshoes · 10 months ago
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Scarpe per Piedi Piatti: Comfort e Supporto per Correre al Meglio
I piedi piatti, caratterizzati da un arco plantare meno pronunciato o completamente piatto, possono presentare sfide uniche quando si tratta di trovare le scarpe running adatte. Su ScarpeRunning.org, comprendiamo l'importanza di indossare calzature che offrano il giusto supporto e comfort per i piedi piatti. Scopri di più su cosa rende le scarpe per piedi piatti così speciali e perché potrebbero essere la scelta perfetta per te.
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Comprendere i Piedi Piatti
I piedi piatti si verificano quando l'arco plantare è meno pronunciato o assente del tutto, il che può influenzare la distribuzione del peso del corpo durante la corsa. Questo può causare problemi come pronazione eccessiva, sovraccarico dei tessuti molli e aumento del rischio di lesioni legate alla corsa. Trovare le scarpe running adatte per i piedi piatti è fondamentale per prevenire queste complicazioni e garantire una corsa confortevole e sicura.
Caratteristiche delle Scarpe per Piedi Piatti
Le migliori scarpe per piedi piatti presentano una serie di caratteristiche progettate per offrire comfort, supporto e prestazioni ottimali:
Supporto Strutturato: Le scarpe per piedi piatti sono dotate di un supporto strutturato dell'arco plantare per aiutare a mantenere il piede in una posizione neutra durante la corsa.
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Ammortizzazione Adeguata: Una buona ammortizzazione è essenziale per ridurre l'impatto e assorbire gli urti durante la corsa, riducendo il rischio di affaticamento e lesioni.
Tomaia Flessibile: Le tomaie flessibili consentono al piede di muoversi in modo naturale durante la corsa, riducendo il rischio di sfregamenti e vesciche.
Vestibilità Sicura: Le scarpe dovrebbero avere una vestibilità sicura e avvolgente per evitare che il piede scivoli o si muova all'interno della scarpa durante la corsa.
Vantaggi delle Scarpe per Piedi Piatti
Le scarpe per piedi piatti offrono una serie di vantaggi significativi per i corridori che necessitano di supporto extra per l'arco plantare:
Riduzione del Dolore: Grazie al supporto strutturato e all'ammortizzazione adeguata, le scarpe per piedi piatti possono aiutare a ridurre il dolore e l'affaticamento durante la corsa.
Prevenzione delle Lesioni: Il supporto mirato dell'arco plantare pu�� aiutare a prevenire lesioni legate alla pronazione eccessiva e alla postura scorretta del piede.
Migliore Stabilità: Con il supporto e l'ammortizzazione adeguati, i corridori con piedi piatti possono godere di una maggiore stabilità e sicurezza durante la corsa.
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Le Migliori Opzioni per le Scarpe per Piedi Piatti
Brooks Beast 22: Con un'ammortizzazione reattiva e un supporto strutturato dell'arco plantare, le Brooks Beast 22 offrono comfort e stabilità per i corridori con piedi piatti che necessitano di supporto extra.
Asics Gel Foundation 14: Dotate di tecnologia Gel nell'intersuola e una struttura solida, le Asics Gel Foundation 14 offrono una calzata stabile e confortevole per i corridori che richiedono un maggiore sostegno.
New Balance 860v12: Con una suola in gomma resistente e un supporto mirato dell'arco plantare, le New Balance 860v12 offrono una calzata sicura e avvolgente per i corridori con piedi piatti.
Scopri le Migliori Scarpe per Piedi Piatti su ScarpeRunning.org
Indipendentemente dalle tue esigenze specifiche di corsa, su ScarpeRunning.org troverai una vasta selezione di scarpe progettate per offrire comfort, supporto e prestazioni ottimali per i piedi piatti. Esplora la nostra collezione oggi stesso e trova le scarpe perfette per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi di corsa.
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Per ulteriori informazioni visitate il nostro sito web: https://www.scarperunning.org/ .
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a7xitalia · 1 year ago
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Buon compleanno Brooks
Oggi il nostro caro batterista compie gli anni e raggiunge quota 47 (ben portati!) Tanti auguri Brooks Wackerman!15
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scenariopubblico · 1 year ago
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Terrena, agile, spirituale: la danza di Akram Khan
Durante il Catania Contemporanea/Fic Fest organizzato da Scenario Pubblico si innesterà il Fic Dance Workshop, dieci giorni di training e trasmissioni coreografiche focalizzati su creazioni di repertorio.
Durante i primi cinque giorni, dal 3 al 7 maggio, il lavoro sarà condotto da Joy Alpuerto Ritter danzatrice e coreografa, ripetiteur del repertorio di Akram Khan, uno dei coreografi più celebrati di oggi.
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Con un breve attraversamento andremo a scoprire la figura di questo coreografo che, oltre ad arricchire il patrimonio immateriale del Regno Unito, ha segnato la storia della coreografia mondiale.
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Akram Khan nasce a Londra nel 1974 da una famiglia bengalese. Inizia a studiare danza da bambino e all’età di tredici anni viene scelto da Peter Brook per la sua produzione MAHABHARATA (ovvero La grande storia dei discendenti di Bharat ispirata a un importante poema indiano). Continua i suoi studi nell'ambito della danza, collaborando per diversi anni con Anne Teresa De Keersmaeker che lascerà un segno profondo nel suo linguaggio. A partire dagli anni Novanta poi, inizia presentare le proprie coreografie.
Nel 2000 fonda la sua compagina di danza, l’Akram Khan Company, che ha debuttato all’Edinburgh Fringe Festival (annoverato tra i festival più famosi al mondo), con Koosh, in collaborazione con il celebre scultore Anish Kapoor e il musicista Niton Sowhney, entrambi di origine indiana.
Nel corso della sua carriera ha collaborato in qualità di coreografo con tantissimi teatri e compagnie in tutto il mondo. Ricordiamo la sua reinterpretazione del balletto Giselle per l’English National Ballet, in un allestimento in collaborazione con il Sadler’s Wells Theatre e il Manchester International Festival.
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Nel 2019 ha vinto il Laurence Oliver Award per l’eccellenza della danza con il suo balletto Xenos.
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Oggi Khan continua a portare avanti il suo lavoro circuitando nei più importanti teatri e festival tra Occidente e Oriente. Il suo ultimo lavoro, Jungle Book reimagined, è stato presentato in prima nazionale lo scorso settembre al Romaeuropa Festival.
Scrivono di Khan...
Un fluido e inclassificabile genio che accosta la cultura religiosa dell'Oriente del suo imprinting alle dinamiche della fisicità del suo Occidente d'approdo. (Rodolfo Di Giammarco - La Repubblica)
Lui, icona della danza contemporanea, distrugge i confini, disegna ambiguità, lascia che il palcoscenico divenga un flusso di energia che si muove al ritmo della tradizione per incontrare il presente, l’attimo in cui il gesto accade, il violento hic et nunc. (Redazione - Teatro e critica)
Nel gotha dei coreografi più riusciti e prolifici di oggi, Akram Khan abbraccia l’Oriente o l’Occidente in una danza scolpita che emana bellezza e trascendenza. (Giuseppe Distefano - Danza & Danza)
Come sempre, nelle danze di Akram Khan si ritrovano le geometrie alla De Keersmaeker sapientemente miscelate con elementi pop, come la break dance, o i riferimenti alla tradizione indiana, soprattutto nelle disposizioni lineari, come nei bassorilievi nei templi indù che raffigurano le danze delle Apsaras. (Enrico Pastore - Paneacquaculture)
[...] (i danzatori di) Akram Khan sono veri e propri ambasciatori della libertà di movimento attraverso le frontiere perché, come ha notato già diversi anni fa Elisa Vaccarino (E. G. Vaccarino, Danze plurali/L’altrove qui, Macerata, Ephemeria Editrice, 2009), non sintetizzano più soltanto nel loro operato una “fusione multietnica”, bensì incarnano in loro stessi una vera e propria identità “plurima”. (Francesca Magnini – Artribune)
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[Consigli di visione]
Negli ultimi anni, Khan è si è impegnato anche nella divulgazione della danza realizzando documentari come
Can we live with Robots? Prodotto da Swan Films  per Channel 4;
Why do we dance (in cinque episodi intitolati: Storie, Provocazione, Anima e Corpo, Identità, Eros) per Sky, qui il link https://www.nowtv.it/streaming/dance-perche-balliamo/skyarte_b1ee405897c040489d5ab14ba37ea817/skyarte_5ed571baef0a4e7d9ed062cb0ba11026/seasons/1;
Un episodio (il quinto) della serie MOVE che puoi trovare su Netflix.
Nel prossimo attraversamento parleremo di Marco Goecke, altro protagonista del Fic Dance Workshop 2024.
a cura di: Sofia Bordieri
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personal-reporter · 2 years ago
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Custodi di arte e fede: Chiesa della Trinità a Boston
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Una della chiese simbolo del Nord America… La chiesa della Trinità, situata nella Back Bay di Boston, nel Massachusetts , fa parte della diocesi episcopale del Massachusetts, che conta circa 4.000 famiglie e venne fondata nel 1733.  Ogni domenica nella chiesa si tengono cinque servizi e tre volte alla settimana,  da settembre a giugno,  vengono offerti una serie di servizi nei giorni feriali, inoltre è attivamente impegnata nel servizio alla comunità, nella cura pastorale, nei programmi per bambini e adolescenti e nell'educazione cristiana per tutte le età. La chiesa ospita numerosi cori di alto livello, tra cui il Trinity Choir, Trinity Schola, Trinity Choristers e Trinity Chamber Choir e l'edificio, progettato da Henry Hobson Richardson , è un punto di riferimento di Boston. Dopo che una prima chiesa della Trinità su Summer Street fu rasa al suola dal  Grande incendio di Boston del 1872, l'attuale chiesa venne eretta sotto la direzione del rettore Phillips Brooks (1835-1893), uno dei predicatori più noti e carismatici del suo tempo. La chiesa e la casa parrocchiale furono progettate da Henry Hobson Richardson e la costruzione del complesso avvenne dal 1872 al 1877, quando fu consacrato. Situata in Copley Square a Back Bay, la chiesa della Trinità è ll simbolo dello stile romanico richardsoniano, caratterizzato dal tetto in argilla, policromia, pietra grezza, archi pesanti e una massiccia torre, poi adottato per numerosi edifici pubblici negli Stati Uniti. Secondo LC Norton, l'inventore dei controlli delle porte, le pesanti porte d'ingresso principali della Trinity Church furono le prime ad essere dotate di un mezzo silenzioso ed efficace per resistere allo sbattere, che portò a un controllo della porta pneumatico, ideato negli anni 1880-1910. Il dispositivo di controllo della porta di Norton poi si sarebbe evoluto nel moderno chiudiporta, oggi venduto delle società Norton Door Controls che LCN. Ogni dicembre, i cori del Trinity offrono tre perfomance di Candlelight Carols,  che attirano quasi 5.000 partecipanti dal lontano Maine  e in Copley Square c’è sempre una lunga fila di persone in attesa di entrare in chiesa per l'evento gratuito, che  si basa sul modello Nine Lessons and Carols, ideato al King's College di Cambridge. Read the full article
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Books, un festival dedicato ai libri d'arte e d'artista
(ANSA) – BOLOGNA, 26 MAG – Un festival dedicato ai libri d’arte e d’artista approda per la prima edizione al MamBo di Bologna da oggi al 28 maggio: è Brooks, a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi. Nato dall’idea di non disperdere l’eredità di due manifestazioni fondamentali del settore – Artelibro, Festival del Libro d’Arte che si è svolto a Bologna dal 2003 al 2014, e Flat-Fiera Libro Arte…
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Olga Petrova
https://www.unadonnalgiorno.it/olga-petrova/
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Sono una femminista. Con ciò non intendo dire che le donne dovrebbero cercare di fare il lavoro degli uomini. Dovrebbero semplicemente imparare a fare il proprio lavoro, vivere la propria vita, essere se stesse, con tutta la forza che è in loro.
Olga Petrova è stata un’attrice, commediografa e sceneggiatrice che ha promosso un ideale di donna che ha cercato, da sola, la sua realizzazione e indipendenza.
Nata in Inghilterra, a Tur Brook, il 10 maggio 1884, con il nome Muriel Harding, si trasferì negli Stati Uniti dove diventò una diva del vaudeville usando lo pseudonimo di Olga Petrova.
Nel suo libro di memorie, Butter with My Bread (1942) ha raccontato che, da ragazzina, si sentiva soffocata dalle rigide regole di suo padre che le diceva che mentre viveva a casa sua e mangiava il suo pane, era lui a stabilire le regole.
Determinata a guadagnare da sola il pane che avrebbe mangiato, era andata via di casa, facendo ogni tipo di lavoro. L’incontro con un agente teatrale segnò la sua carriera che si è dipanata tra teatro, musical e cinema, prima a Londra e poi a New York. Decise di usare un nome d’arte che faceva credere che avesse origini russe.
Ha iniziato la sua carriera cinematografica in The Tigress del 1914, diretto da Alice Guy Blaché, la prima donna della storia a dirigere un film.
Ha scritto molte delle sue sceneggiature, la prima è stata per il film The Vampire del 1915, sempre diretto da Blaché. Molto critica nei confronti dei ruoli che le facevano interpretare, in un’intervista, aveva affermato che non le piaceva la parte dell’ingenua smorfiosa e sfacciata preferendo interpretare la donna di oggi: una donna moderna, veloce e del tutto umana.
Ha scritto, ad esempio, la sceneggiatura di More Truth Than Poetry (1917), che sosteneva un unico standard sessuale per uomini e donne.
Ma, la maggior parte dei film in cui ha recitato, una ventina in tutto, culminavano sempre col trionfo dell’amore. Il ruolo di femme fatale non le piaceva affatto, tanto che, nel 1917, aveva fondato la sua società di produzione, Petrova Pictures, per poter avere maggiore controllo sui suoi personaggi.
Ha lasciato il cinema per tornare al suo primo amore, il teatro, nel 1918, con solo un’altra singola apparizione, dieci anni dopo.
È stata anche autrice di spettacoli teatrali. The White Peacock del 1922, Hurricane dramma rappresentato per la prima volta l’anno successivo e What Do We Know? del 1927.
Aveva il mito della donna professionista e autosufficiente che ha interpretato in More Truth Than Poetry, il suo ruolo preferito.
Molto brava ad auto promuoversi mostrava alla stampa e ai fan la sua immagine di donna in carriera che aveva impegni quotidiani con avvocati, commercialisti e modiste, occupandosi di tutto, dalla scrittura delle sceneggiature ai costumi.
Ha dimostrato a suo padre, a se stessa e al mondo intero che il pane e il burro se li comprava da sola, come il titolo della sua autobiografia.
Ha anche una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
È morta in Florida, a Clearwater, il 30 novembre 1977 all’età di 93 anni.
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lozeyart · 3 years ago
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I wanna apologize for making so many negative posts lately. I’m going through it, and I’m really stressed, and sometimes venting on tumblr helps, but I know it can bum people out.
I just wanna say thank you to the people who’ve reached out! It means a lot to me <3
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kseenefrega · 2 years ago
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Il Natale è
per sempre,
non soltanto
per un giorno
L’amare, il condividere,
il dare, non sono
da mettere da parte
come i campanellini,
le luci e i fili d’argento
in qualche scatola
Il bene che fai agli altri
è il bene che fai a te stesso
N. Brooks
Ps. Ieri non avevo le forze necessarie ma oggi vi faccio i miei auguri di un buon Santo Stefano e di buon natale passato🎄a tutti. 😉☺️
🎅🎄🧑‍🎄🎄
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