#non sono mica abituato
Explore tagged Tumblr posts
Text
eccomi qua, a non capire niente e avere il capogiro perché non sono mica abituato, sai, a stare così bene che fa quasi schifo, tutta la vita prima in cui non c'eri mai.
#La Prima Canzone d'Amore#Gazzelle#eccomi qua#non c'eri mai#non sono mica abituato#sai#stare così bene che fa quasi schifo
3 notes
·
View notes
Text
Eccomi qua
a non capire niente e avere il capogiro
perché non sono mica abituato, sai
a stare così bene che fa quasi schifo
💜
Gazzelle- La prima canzone d’amore
#saraconfa#tumblr#canzoni#gazzelle#indie#citazioni#cit#frasi#citazione#aforismi#amore#aforisma#pensieri
24 notes
·
View notes
Text
𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟱 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
questa mattina la giornata si è aperta sotto grandi auspici.
Mentre mi avviavo per un vicolo deserto per raggiungere il centro cittadino, avevo un appuntamento di lavoro per me importante, ecco che noto per terra una banconota da cinquanta euro.
Cinquanta euro. Il mio primo pensiero è stato quello de "sarà sicuramente un facsimile, una di quelle banconote false che dietro riportano una pubblicità di un possibile sconto e bla, bla, bla"
Mentre il "bla, bla, bla" riecheggiava nella mia mente mi chino con molta goffaggine a raccogliere la valuta cartacea.
Si goffamente, perché io di avere la fortuna nel trovare banconote per terra non sono abituato. Mica sono Gastone Paperone cugino del più sfortunato Paperino.
Dopo averla raccolta, avendola controllata bene, mi accorgo che quella è una banconota autentica. La piega che portava mi ha fatto comprendere che era stata tenuta in un portafoglio o in una tasca.
Mi guardo attorno con aria di colpevolezza, come a voler trovare a tutti i costi il proprietario di quella banconota. Nessuno.
Alzo la testa per vedere se qualcuno, da qualche finestra, abbia visto la scena; pronto a scusarmi con un "l'ho trovata per terra, mica l'ho rubata". Nessuno.
Quella banconota mi spetta quindi di diritto, un po' come a dire "chi la trova se la tiene". Cose da asilo Mariuccia per intenderci.
Ripongo la banconota in tasca e mi avvio al luogo dell'appuntamento. Mentre cammino ripenso alla mia fortuna con il denaro. A parte qualche monetina, spiccioli in lire o centesimi, l'unica volta che trovai una consistente cifra di denaro fu... all'interno di un corposo portafoglio.
Quindici marzo millenovecentottantanove, al ritorno da San Siro dopo una partita di Coppa Campioni, così si chiamava l'attuale Champion League, passeggero in auto di un amico ci fermammo al casello autostradale di Milano per rientrare a casa. Notai qualcosa per terra dal lato passeggero e senza pensarci, mentre il conducente prelevava il biglietto, aprii la portiera e acciuffai al volo il malloppo.
C'era dentro tutto, oltre a circa ottocento marchi tedeschi, i documenti che davano un nome e un cognome al proprietario. Anche la foto del suo gatto.
Per restituire il tutto, denaro compreso, dovetti fare dei salti mortali. Neanche i Carabinieri, a cui mi ero rivolto, mi assicuravano che il denaro sarebbe arrivato a destinazione. Così rintracciai il proprietario da solo, farmi dare le sue coordinate bancarie e dopo aver versato la valuta sul mio conto fargli un bonifico. Il tutto stando attento al cambio valuta. Non volevo che gli mancassero dei soldi.
I documenti, foto del gatto compresa, glieli feci arrivare tramite un pacco assicurato con una società di spedizioni.
Tutta qui la mia fortuna.
Nel tardo pomeriggio, rientrato a casa, trovo figlio numero due sull'orlo della disperazione.
Gli chiedo cos'è successo, con gli occhi arrossati e tanta rabbia mi racconta che aveva messo da parte del denaro per comprare il regalo di Natale alla sua Rebecca. Ma una volta arrivato in negozio gli mancavano dei soldi, aveva perso cinquanta euro. Non sapeva né come né dove. Ha lavorato alcune sere per metterli da parte.
Lo rassicuro, può capitare un attimo di distrazione, e guarda caso fuori dal nostro cancello di casa ho trovato una banconota da cinquanta euro tra le foglie secche degli alberi. Mimetizzata. Ma che l'occhio vigile del papà l'ha notata. Recuperandogliela.
Mi guarda incredulo, ma ancora più incredulo è il suo sguardo quando dalla mia tasca estraggo la banconota. Lui sa che io non giro quasi mai con del denaro in tasca. Tra App per i parcheggi e i pedaggi, oltre alle carte per gli acquisti, ho sempre le tasche vuote.
Mi abbraccia, tira un sospiro di sollievo, rimette la banconota con le altre del "budget Rebecca" e mi promette che starà più attento. Così domani andrà di corsa in negozio a comprarle il regalo, prima che finisca.
Questa mattina era iniziata sotto un buon auspicio, questa sera è finita con un'aspettativa più grande. Quella di aver donato la serenità a mio figlio. Non avrei potuto utilizzare meglio quel denaro.
A fine giornata dunque non mi sono ritrovato "più ricco", ma "molto più felice". Perché convinto che chi ama si preoccupa di dare e non di ricevere.
#libero de mente#racconto#diario dell'avvento#avvento#Natale#figli#denaro#pensieri#frasi#fortuna#amore
18 notes
·
View notes
Text
Tu per la tua strada e io per la mia? Non ci parliamo più e basta? Si va avanti ed è tutto qui? Niente più uscite insieme? Niente più risate insieme? Niente abbracci? Niente più baci? Niente più pianti, canzoni, mare, montagna, parchi insieme? Ma si basta così, è stata una bella esperienza in fondo.
Per me è come se fossi partita per un lungo viaggio, uno di quei posti difficili da raggiungere, dove il telefono non prende, quelli da cui non si ritorna o comunque non si ritorna gli stessi, mi consolo pensando che tua sia felice così e spero che porti ancora con te il mio ricordo.
Io ti penso, sempre, mi manchi e ormai mi sono abituato alla tua assenza.
Dietro la falsità e l'inganno che continui a vedere ci sono io in realtà, che ti parlo sinceramente e non vengo creduto, che soffro e non vengo preso sul serio. Basta idealizzare, prova a pensare alla realtà, se ti ricordi ancora chi sono.
Ad un certo punto si dovrebbe lasciare andare l'odio, il rancore, la delusione, azzerare le aspettative e cercare di comprendere le cose.
Altrimenti vedi quello che vuoi vedere.
Ei aspetta, non sono mica qui a dare lezioni a qualcuno o spiegare qualcosa, non sia mai che qualcuno come me possa spiegarti qualcosa che non sai già.
Io ho fatto così, ho capito che mi era più facile odiarti per quello che mi facevi ma non volevo farlo, ho imparato ad amare i tuoi lati più duri e mi mancano da morire, le tue risposte puntigliose, le tue facce stufate, le tue smorfie, le tue sfuriate, il tuo egocentrismo, eri bellissima e mi hai fatto innamorare di te così, ho un bel ricordo di te, non ne parleró con nessuno, non adesso, magari fra tanti anni in una di quelle conversazioni malinconiche, eri l'unica che mi faceva sentire ascoltato, per quegli anni mi sono sentito di esistere in maniera diversa, è stato forte, è stato intenso, eravamo in due, era strano, eravamo inesperti, era bello, eravamo un bel duo secondo me, due compagni di vita, non volevo che finisse così, avrei voluto fare l'amore con te.
Vorrei odiarti per ciò che mi hai fatto ma non ci riesco. Vivo lo stesso senza di te ma continui a mancarmi ogni giorno, è strano non averti intorno, non parlare con te, non chiederti nulla, non sapere nulla su di te, pensavo di abituarmici ma resti ancora la mia persona preferita, continuo a crederci e a vivere i sentimenti che mi restano. Non posso credere che sia passato così tanto tempo....
Ciao
2 notes
·
View notes
Text
Nel 1999 ci fu un blackout a Los Angeles, e pare che molti abitanti, ritrovandosi di notte con la città al buio, abbiano visto all’improvviso le stelle in cielo e addirittura la Via Lattea, che a causa delle luci della città e del relativo inquinamento luminoso non avevano mai osservato prima. Oddio, che cos’è? Un film di fantascienza? Bisogna scappare? Lo stupore per la presenza di quella roba bianca sulla volta celeste spinse migliaia di persone a telefonare al 911, chiedendo alle autorità se per caso stessero arrivando gli alieni. E se l’esercito era pronto a fermare l’invasione.
Sì, ovviamente questa è una leggenda urbana. Gli americani ci hanno abituato alle americanate più assurde, ma questa almeno non è avvenuta (per ora). E tuttavia, sappiamo bene che questo tipo di reazioni della popolazione sono sempre possibili, ed è quello che ci interessa per il nostro business.
Chiedetevi questo: se la gente davvero telefonasse nel cuore della notte allarmata per una minaccia assurda e irrazionale, voi sareste in grado di cogliere l’attimo e vendergli subito gadget sacri in grado di rassicurarli?
Quando la gente sragiona, non va aiutata: va sfruttata. Ve li ricordate i fissati che si mettevano in testa i cappelli di alluminio per non farsi scannerizzare il cervello dagli alieni? Avete un’idea di quanto abbiano fatto schizzare le vendite di alluminio per alimenti?
Un bravo imprenditore non deve ridere di queste cose, giudicare è molto maleducato. Semmai, bisogna essere in grado di approfittare di ogni fugace finestra di irrazionalità, prima che il momento passi e la gente torni a ragionare. Dobbiamo essere sempre pronti a vendere gadget di qualunque tipo, attraverso una struttura da smart factory agile e adattabile, capace di riconvertire la produzione in un attimo. Bastano una stampante 3D, un sito di ecommerce e un po’ di organizzazione: le procedure dell’industria 4.0 possono rendere la nostra azienda flessibile e in grado di adattare i prodotti agli sprazzi di follia dei clienti.
La gente ha un’improvvisa paura dell’inflazione? Subito a produrre statuette a forma di grafico con la freccia che scende, per proteggere dai rincari. Gli economisti ormai sono i nuovi sacerdoti, i nuovi profeti, giusto? Tanto vale rendere la cosa ufficiale.
Paura di essere manipolati dai poteri forti, o almeno dal potere forte di tendenza in questo periodo? Subito a produrre ciondoli anti-manipolazione, che ovviamente dovranno essere composti da un materiale ultraleggerissimo e invisibile, altrimenti i poteri forti lo scopriranno. Certo, all’acquisto sembrerà soltanto uno stupido cordino senza ciondolo, ma i clienti mica sono scemi: lo sanno che il ciondolo c’è.
Paura di non vincere mai al Superenalotto? Santini con il numero che non esce da settimane, per spingere gli dei della matematica a farlo uscire. Sì, lo so, ad ogni nuova estrazione tutti i numeri hanno la stessa probabilità di uscire, i precedenti non contano, ma milioni di persone ci credono! Sono un mercato, oh.
Fantasia, velocità e adattabilità. Quelli bravi lo chiamano instant marketing.
Imparate a sfruttare tutte le occasioni di profitto, che qua monta la crisi.
-Alessandro Paolucci
-----
"Quando la gente sragiona, non va aiutata: va sfruttata"... finalmente un sano realismo! ..;-)
3 notes
·
View notes
Text
Io non sono mai stato uno normale
Ho sempre avuto problemi a comunicare
Abituato al fatto che tutto va male
Ho trovato la cura giusta per me, frate'
Ma non è colpa mia se sono nato estremo
Non è colpa mia se sono nato estremo
Non è colpa mia se sono nato estremo e non cambierò mai
Frate' non posso farci niente non l'ho scelto io di stare così
Di venire al mondo e aver imparato solo che me ne voglio andare da qui
Non è colpa mia se sono nato così
-
Ma non mi puoi giudicare per via di tutto quello che faccio
Forse uno straccio di motivo c'è se fumo fino a non sentirmi più il braccio
E se non ti piaccio, non è mica un problema, puoi sempre ignorarmi
Non c'è bisogno di sfogare per forza la propria insicurezza sugli altri
Io mi sono sempre fatto i cazzi miei
Se così non fosse impazzirei
Vivo la giornata con quello che ho senza speranze ne falsi Dei
-
Sono onesto, questo faccio
Sputo parole fredde come il ghiaccio
Per far capire a quelli che m'assomigliano che non sono i soli a passare un momentaccio
#Gemitaiz#Qvc#Quello che vi consiglio#qvc 3#qvc vol.3#Nato Estremo#me#my post#Quello che vi consiglio 3#Quello che vi consiglio vol.3#Spotify
2 notes
·
View notes
Text
“Eccomi qua
A non capire niente e avere il capogiro
Perché non sono mica abituato, sai
A stare così bene che fa quasi schifo
Tutta la vita prima in cui non c'eri mai
Che mi hai portato via da un lago nero e denso
Ma era soltanto un brutto sogno se ci penso
Che stare insieme a te è come stare sul tetto
Dell'universo”
0 notes
Text
Oddio, ora lei, che te la sei fatto davanti a me, una delle tante .-. Scusa, ma mi fa veramente schifo.
Non riesco ad amare questa parte di te, proprio mi sale la voglia di violentare questa cosa. Questo carattere.
Il modo in cui mi hai trattata in passato.
E il modo in cui ora mi disprezzi.
È priprio quello che sto facendo a me.
Proprio un rigetto spontaneo
Perchè cazzo mi sta sul cazzo qualcuno che mi da cosí fastidio con i suoi modi di fare dispregiativi su tutti gli altri, persino su chi si porta a letto.
"io non credo che siamo monogami"
Queste parole mi fanno della violenza.
Io posso capire che esistono quelle relazioni aperte, ci sono passata e onestamente è piú stressante e superficiale di andarsi a comprare un paio di scarpe.
Mica ti compri il negozio perché "trovi che sia egoistico sceglierne una" come se quel paio di scarpe valesse meno del resto.
Cristo dio porco santo medio di calzatura.
Io proprio non riesco ad esprimere la mia emozione.
Non so se ridere o incazzarmi
O pentirmi di aver detto si per paura di non averti mai
Poi per cosa.. Che razza di situazione era quella?!
Io non so a cosa sei stato abituato prima di me, e tu non lo sai nemmeno di me.
Quello che so è che io ho passato piú stress emotivo con te che con qualcun d'altro. E questo non è un paragone, è che quello che mi fai provare è piú forte dei traumi, figurati se ti impegni cosa puoi farmi provare.
Quindi accetta la tua cristo dio di responsabilità e apriti con me
Ma fai quello che vuoi, per me puoi anche scegliere di uccidermi, basta che fai una cosa e la fai fino in fondo essendo cosapevole e sicuro che per te è la cosa giusta da fare. E farla cazzo! Non dire si, poi no, poi forse, poi si ma vado e non so se torno oppure si, ma non ci sono, che cazzo è questo. Non sono mica un panino.
Ok forse uccidermi no, perché è passato anche quello, peró è solo che quello che scegli non posso controllarlo io è solo che sta situazione mi ha scartavetrato i coglioni e vedere di continuo tattiche emozionali e confronti moletsi in cui tu ti deridi se ami una persona, be non so cosa è bene, ma di sicuro non questo.
Detto questo "finiamola qui."
Questa storia di AMICHE DA BACIARE E FOTTERE
O meglio, vorrei che non fosse mai successo.
Vorrei averti apprezzato diversamente.
Vorrei averti detto quello che volevo dirti in quel momento, ero decisa a farlo, ma qualcosa in te mi faceva sentire tagliata fuori, come se non volessi provare emozioni nei miei confronti.
Come se per te le emozioni fossero debolezze da nascondere.
Questo mi ha ferita e mi ha fatto perdere le speranze di dirti quello che provavo, cioè che non ce la facevo piú a vivere costantemente nell'incertezza, nella costante idecisione, nella consapevolezza che in qualsiasi istante saresti potuto essere con qualche altra "amica", di essere schiacciata nei momenti di debolezza, di bisogno, di essere gelosa, arrabbiata, irritata di tutto ció che NON facevi o negavi a te stesso, mentendomi. Parlando pure male di me. Come se non sapessi di parlare di te stesso. Cosa sei, stupido? Io non credo proprio, che una persona subdola come te possa far credere di essere stupido a qualcuno, ma certe volte proprio, io l'ho pensato di te, scusa.
Credevo che scegliere di stare con qualcuno significasse potersi confidare e avevo visto in te questa possibilità. Ma te mi hai sempre detto "rifletti"
Tanto vale avere gli amici se anche cosí mi sento sola.
Tanto vale avere qualcuno che ti abraccia se appena si sveglia si nasconde e si gira dall'altra parte.
A me dispiace dire questo
Perchè è successo davvero ed evidentemente mi sto solo sfogando.
Addio vecchio te, insulso e ripugnante disastro ancestrale che io non posso amare se non mentre mi picchio di disperazione e insulti.
Odio questo.
Non posso dire addio odiando qualcosa che fa parte di entrambi.
Non ha piú senso.
0 notes
Text
Lei dice… dice - la deve smettere di sentirsi in colpa, di chiedere scusa agli altri… cominci a chiedere scusa a se stesso
Ma se è una vita che non faccio altro che sentirmi in colpa, di ritrovarmi a chiedere scusa anche quando non dovrei, di aver difficilmente sentito “scusami” rivolto a me.
Mi sono talmente abituato e calato nella parte, che non so più quando ho veramente colpa e quando no, quando chiedere scusa o sorvolare. Mica facile! Ormai vado in automatico…
Ah, dimenticavo: “scusami sinceramente se ho detto o fatto qualcosa che ti ha turbato” … (ma cosa?)
0 notes
Text
Sto poco su Twitter quindi ho letto meno pareri, ma una cosa che ho notato è il doppio standard nei confronti di Nina e Mimmo.
Al di là delle critiche alla recitazione etc, ho letto veri e propri insulti nei confronti del personaggio di Nina perché, senza saperlo (va ricordato!), si è messa in mezzo a Manuel e Simone. Ma non ho letto le stesse cose nei confronti di Mimmo, che sta facendo esattamente la stessa cosa, attirando l'attenzione di Simone su di sè e distraendolo da Manuel.
Adoro Mimmo come personaggio e mi piace tanto come recita l'attore, meno come recita l'attrice di Nina e il suo personaggio, specialmente quando agisce prima di pensare, ma in ogni caso non posso fare a meno di sottolineare il doppio standard. Che ci sia una matrice sessista (inconscia o meno) sotto?
Così come trovo eccessiva l'aggressività di certi commenti nei confronti della Rai/sceneggiatori. Ci hanno dato motivo per fidarci di loro? No, non proprio. Ma allo stesso tempo, se ci fosse l'intenzione di arrivare alla simuel attraverso uno slow burn, ma non è mica carino ricevere insulti perché le persone lo vogliono subito.
Sarà una cosa mia, ma non comprendo le critiche ad una stagione che non è ancora terminata. Trovo abbastanza infantile sbattere i piedi a terra perché la serie non dà subito quello che si vorrebbe.
E credo anch'io che per molte persone sia la prima esperienza in un fandom, perché non posso pensare che veterani di ship queer mai divenute canonice reagiscano così. Anzi!! La quantità di sguardi, primi piano, battute ad hoc etc sono un chiaro indizio che non stanno davvero "abbandonando la nave". Ho visto gente chiamarle briciole, ma per quanto mi riguarda è molto di più! Sarà che chi è già in altri fandom più vecchi è abituato ad ottenere (nel migliore dei casi) solo scene per fare queerbaiting, quindi già tutto quello che è successo nella prima stagione è tanta roba.
Mi sento molto una vecchietta che ha vissuto la fame durante la guerra e che ora guarda dei ragazzi seduti al ristorante lamentarsi di chi va più spesso a ristoranti stellati. Non lo so, ha del surreale tutto ciò.
Una cosa che mi fa genuinamente ridere è la percezione che twitter e tumblr hanno di mimmo: diametralmente opposte. Ovviamente ci sono le eccezioni, e ci sta, ma su twitter sembra quasi che la sua presenza sia la peste bubbonica
Nel senso, posso capire che non piaccia un personaggio. Difenderò il diritto di non piacere, ma arrivare a commenti classisti per voler difendere la simuel, anche meno. Che poi, se uno ha letto le anticipazioni, sa come finirà la stagione, non dovrebbe avere ragioni di preoccuparsi.
E poi, il massimo si raggiunge con insulti gratuiti verso l'attrice di Nina. Nemmeno a me piace, sarò sincera. Ha un modo di recitare che non mi fa impazzire e non mi trasmette le emozioni che vorrei, ma questo non significa che sia giusto perseguitarla perché il suo personaggio si mette in mezzo a una ship.
È abbastanza palese che per molte di queste persone sia la prima esperienza in un fandom. Se non lo è, è grave che non siano cresciute da riconoscere il problema.
#un professore#gli shipper pazzi e ossessionati mi spaventano#sometimes you have to enjoy the ride#la rai non è il massimo#ma alcuni si devono dare una bella calmata#sottoscrivo i tag precedenti#simuel#simone x mimmo#simmo#mimmone#manuel x nina#simone x manuel
24 notes
·
View notes
Text
(Io mica lo so se a quello che twitti, retwitti e cuori ci credi davvero...
Che sei di destra e vabbè - pure un po' fascio va - questo lo sapevo. Ma complottisti di bassa lega, novax che sproloquiano di grafene e 5g - tu, che sei un informatico e ami la tecnologia - e segui chi insulta e offende chi ha idee opposte - 'covidioti', 'pdidioti', 'le donne di sinistra sono tutte brutte', manco stessimo all'asilo!
Davvero tu credi in queste fregnacce? È solo un modo per raccattare like, visto che qui su Tumblr eri abituato a prenderne a carrettate - ti preferivo col tuo blog erotico piuttosto che a parlare di politica becera - e cercare consenso?
O forse - vabbè, me sto a mette' troppo al centro, lo so - un modo per 'allontanarmi' da un uomo che evidentemente non conosco?
Barbara).
#vuoi vedere che non saranno le bugie o i tradimenti ma le fessate che scrivi a farmi guarire?#A.#pentesilea
3 notes
·
View notes
Quote
Si era nella seconda metà degli anni Novanta, e la parola «imprenditore», spinta, promossa, direi quasi inoculata, attraverso un’ossessiva campagna di marketing, da una nuova e potentissima ditta politica, stava entrando ormai nel linguaggio comune. [...] Di qua, oltre le reti e le doppie porte con vetro antiproiettile ci siamo noi e quelli come noi, che lavorano in proprio per costruire la propria fortuna, e dànno anche lavoro agli altri; di là c’è un mondo di dipendenti sfigati e invidiosi, magari anche comunisti, che non sanno stare al posto loro e non fanno altro che lamentarsi; di dipendenti pubblici, che sono ancora più sfigati e più invidiosi; di politici rapaci che non ci fanno lavorare e si inventano ogni giorno una tassa nuova, come se già non ce ne fossero abbastanza, che se uno le pagasse tutte, non varrebbe neanche la pena lavorare; e poi pagare per cosa?, che poi bisogna difendersi da soli, e stare anche attenti, che se uno ti entra in casa e gli spari, sta sicuro che dopo vai in mezzo a rogne; e se uno si ammala, non ha mica la mutua; per non parlare della pensione da artigiano, che sono quattro lire; perciò pagare cosa?, dicevano mia moglie e suo fratello, Per ingrassare chi? E poi ci criticano, che non paghiamo le tasse, che siamo tutti banditi, che denunciamo meno dei nostri dipendenti, e poi giriamo con la Porsche sotto il culo. Ma che cazzo, dicevano, uno lavora come uno schiavo, sarà pur padrone di comprarsi la macchina che vuole! Insomma, tutto il consueto repertorio a cui, come tutti, vivendo dove vivo, ero abituato. Mai sentito un cosiddetto piccolo imprenditore dire qualcosa di diverso. [...] Non era questo che mi inquietava, almeno non prendendo la cosa singolarmente. Ma che un simile modo di pensare diventasse ideologia, che potesse fare massa apertamente, per così dire, senza più nessun filtro, nemmeno di forma, era questo che mi dava i brividi. [...] Niente da dire, il grande piazzista conosceva i suoi polli.
Works - Vitaliano Trevisan
8 notes
·
View notes
Text
Avvilito, si era rassegnato ad una condizione che non gli apparteneva;
Vagava nella terra di nessuno, e accettava ordini da due despoti che facevano del suo handicap un baluardo.
Erano stati loro due a renderlo handicappato. Così da potersene servire. Il loro obbiettivo era renderlo dipendente, perché loro due, in qualche modo, dipendevano da lui.
Gli avevano tagliato le gambe. E gliene avevano messe due false, di metallo, che non servivano a niente.
Di tanto in tanto gli toglievano queste due inutili protesi e se lo prendevano in braccio ma, poi, quando si stancavano di lui, anziché posarlo su una qualsiasi superficie lentamente, lo scaraventavano con poca grazia contro qualcosa.
Lui si era abituato ad esser trattato così, tanto che oramai non se ne rendeva neppure più conto di esser schiavo di qualcosa, di qualcuno.
Gli facevano interpretare il ruolo di bambino, per intenerire gli animi di quei malcapitati che si erano ritrovati sotto le loro grinfie, e poi quando la vittima avrebbe abbassato la guardia gli ordinavano di toglier fuori l'arma e minacciare.
Lui eseguiva gli ordini e si atteggiava a malvagio ma era palese non avesse mai fatto male a nessuno e che non avrebbe mai saputo farlo.
Era vittima, forse, della sua inettitudine o di quei due che lo tenevano soggiogato a giocare a un gioco al quale lui non aveva mai chiesto di prender parte.
Ma lui non aveva le gambe. Non poteva scegliere il suo cammino.
Se qualcuno forse lo avesse aiutato a scappare...
Quelle due protesi non gli sarebbero servite a farlo.
Sarebbe stato meglio se si fosse trascinato a peso morto sul pavimento, sino ad uscire dalla porta di quella topaia e chiedere aiuto a gran voce.
Ma chi mai lo avrebbe aiutato?
Non era neppure grazioso, il disgraziato.
E la gente ha una propensione ad accudire solo ciò che è bello.
Ed era anche noioso e stravagante.
Aveva sempre il sorriso stampato in faccia. Come una paresi chiusa tra le due labbra e un cuore aperto al mondo mal usato.
E chi lo avrebbe aiutato?
Si sarebbe dovuto aiutare.
Ma come fa ad aiutarsi chi non è cosciente del problema?
Avrebbe mai capito che era in trappola?
Lo avrebbe mai capito?
-Scappa!-
-Ah...non puoi, non hai le gambe-.
-Pensa a qualcosa, su rapido! -
Ma non puoi mica farlo quando ti hanno convinto da tutta la tua vita di essere un minus habens...
Vivi, allora vivi,
Quando l'istinto di sopravvivenza ti avrà sopraffatto, avrai trovato un modo per scappare.
L'alternativa sarà perire senza mai aver conosciuto il tuo vero volto;
senza mai aver smentito quelle voci esterne che si sono trasformate in voci interne. Impietose, stridule;
L'alternativa sarà non guardarti mai allo specchio e vedere quel buon cuore che sporchi con una cattiveria che non t'appartiene;
L'alternativa è non riscoprire la tua vera età.
Scappa, e fallo adesso.
Fallo presto, ti prego.
Non aver paura. Quando ti faranno le tue nuove gambe, quelle buone e stabili, potrai andar lontano. Valicare fiumi profondi e passare a una sponda che ti condurrà a terre inesplorate, mari cristallini e alberi millenari che ti insegneranno la saggezza di esistere.
Non aver paura.
Le nuove gambe ti aiuteranno. E anche se ti spaventa perché non ricordi più che sensazione si prova ad averle e se sei all'altezza di usarle, tu prova e vedrai...
Vedrai dove ti condurranno.
E se non hai fretta di andar troppo lontano cammina prima verso di me, dammi un abbraccio. Voglio salutare ciò che non eri prima di reincontrarti fra qualche anno e riscoprire ciò che sei sempre stato.
-Chetura.
#infanzia#adulto joven#autistic adult#dipendere#dependenciaemocional#dipendenza#dipendenti#buddhism#mandala#infancia#intrusive thoughts#induismo#mandla#mandalinalilahmacun#ocd#ansia ansia ansia#docker#religiones#il mare#alberodellavita#viaggio#viajes#universo#neurodivergencies#autism#neurodiversity#adhd#autismo#fiducia#gambe
3 notes
·
View notes
Text
L’uomo ritrova la sua voglia di vivere
La ritrova per caso in un cassetto del comó della camera da letto. Sua madre, impicciona e maldestra, con la mania dell’ordine, l’aveva ritrovata per caso gettata in un angolo del bagno.
Gliel’ha lavata, stirata e rammendata. Ma ha sbagliato candeggio. Ha cambiato colore: da nero cupo è passata a un grigio ghiaccio con chiazze di rosa (quei maledetti pedalini rossi). Insomma non è più la stessa voglia di vivere. Quasi quasi è anche più allegra a vedersi.
L’uomo dapprima è disperato: non sa che farsene di una vita così, così abituato ad aver l’umor nero di prima mattina e la sbornia triste serale. E poi gli stringe sui fianchi. E quando la indossa dinanzi allo specchio non si riconosce, non è più lui. Gli viene quasi un’irrefrenabile voglia di ridere.
- Nooooo, che me ne faccio di una vita così. Non sono io, mi sento ridicolo. La gente non mi riconoscerebbe. Potrebbe anche venirle la voglia di salutarmi. No!, non se ne parla proprio…
La prende e di scatto la ributta nel cassetto e si getta sconfortato sul divano. Ora è lui ed il comó. Si guardano. Lui si tormenta le dita. Vorrebbe e non vorrebbe. Ma è la sua vita.
- Che faccio? Mica ci posso rinunciare così? Mi son così disperato per averla persa. Ma si dai proviamo. Cosa può succedermi? Tutt’al più la nascondo nel fondo del baule, in soffitta, e faccio finta di riaverla persa. La disperazione ha sempre fatto parte della mia vita.
Si alza, la indossa con non poco sforzo. Evita di guardarsi allo specchio: quelle macchie di rosa sono inguardabili. Si infila una giacca ed esce, testa china e profilo basso.
Cammina nervoso e non si accorge di incrociare una persona, urtandola - mi scusi - bofonchia
- mi scusi lei
La voce è femminile. Alza la testa: una donna bella ma non bellissima, gli occhi un tantino spenti ma di un azzurro intenso. E una maglietta rossa un po’ stinta con delle macchie grigie.
Incrociano lo sguardo, non possono fare a meno di guardarsi i vestiti l’uno con l’altro. Partono sorrisini, poi risate più forti, poi si guardano negli occhi capiscono e si emozionano.
Si abbracciano, quasi trattenendo il fiato, e poi mano nella mano, si allontanano lungo un viale alberato, sotto la luce dei lampioni.
Intanto la madre di lui, affacciata alla finestra, rientra soddisfatta. Anche stavolta ha fatto centro
Storiellina
Un uomo perde la voglia di vivere. Allora mette un annuncio, se magari qualcuno riesce a ritrovarla. Dopo un giorno una donna lo chiama e gli dice di averne trovata una, gliela descrive ma purtroppo non è la sua, è la voglia di vivere di qualcun altro.
Fine della storia.
Triste? Allora facciamola continuare.
Tre giorni dopo quella telefonata è invece l'uomo a chiamare la donna e le chiede di uscire, una passeggiata, un cinema, magari a cena. La donna accetta e un po' alla volta i due si innamorano. Adesso l'uomo ha una nuova e diversa voglia di vivere: l'amore per questa donna. I due sono felici e così sia.
Fine numero 2.
Questo vi piace come finale?
Ne avrei anche un terzo in cui l'uomo a un certo punto ritrova la vecchia voglia di vivere e scopre che è incompatibile con la nuova voglia di vivere e quindi lascia la donna che a quel punto, senza più la propria voglia di vivere, si ammazza.
Però io questo finale lo eviterei. Chiudiamo con il lieto fine di cui sopra.
61 notes
·
View notes
Text
Vorrei condividere con voi i miei auguri, nel senso proprio che vi racconto i miei auguri di stamattina. Di solito non rispondo ai messaggi di auguri di Natale perché sono abituato che da piccolo a Natale si usciva in strada e ci si scambiava gli auguri tra le persone che si conoscevano nella vita reale, che era l'unica che esisteva perché non c’erano i social e i telefoni si usavano solo per rispondere agli squilli delle ragazzine per fargli capire che anche loro ti piacevano ma non sapevi quale fosse l'interazione successiva quindi ci si squillava soltanto, all'infinito, che comunque sono state le relazioni più sincere e felici della mia vita non so voi. Poi i messaggi costavano e le emoji si facevano a mano non potevi mica inviare una melanzana e buttarla in caciara era tutto più difficile ma autentico. Chiudendo questa parentesi nostalgica, oggi appena sveglio trovo una ventina di messaggi di auguri e a causa della condizione di quarantena generale in cui versiamo ho pensato vabbè dai ora rispondo, che poi molti sono copiaincolla quindi sapevo che non serviva rispondere ché neanche ci avrebbero fatto caso, però come ho detto quest'anno era l'unico modo di ricambiare quindi seleziono tutti i nuovi messaggi senza neanche leggerli tanto non è che siete 'sti gran poeti e invio a tutti lo stesso messaggio ma sbaglio a scrivere e il cel mi corregge "uon natale a te" in "non natale a te". Che comunque non è proprio sbagliato se ci pensate bene quindi niente è andata così.
52 notes
·
View notes
Note
Se vuoi un audio migliore de Il Clown puoi facilmente reperire la versione al pianoforte che ha fatto il mese scorso in sicilia 😊 La prima volta che la cantò era alla chitarra durante il Nonabbiamoarmi Tour nel 2018. Cmq anche se il prox album sarà a detta sua "rock", penso si manterrà sempre entro i limiti del pop a cui ha abituato al suo pubblico attuale. Per dire, non possiamo aspettarci mica una roba alla Maneskin, tanto x fare un nome rock del momento.
No beh, non mi aspetto un cambiamento così "drastico".
Però ci sta anche che magari abbia voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
Io sono affezionata all'Ermal che mi strappa il cuore, lo accartoccia e me lo rimette a posto tutto ammaccato, quindi rimango affezionata alle ballad strappalacrime. Però nulla toglie che magari anche un sound più rock potrebbe piacermi.
Staremo a vedere.
4 notes
·
View notes