#nella fragola
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occhietti · 7 months ago
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POST IT
📌 Innamorati di una persona che come primo saluto, al mattino usa un "Come stai?". Non perché tu stai male, ma perché per lei la cosa più importante e che tu stia bene.
📌 Innamorati di una persona che ti bacia all’improvviso, senza un motivo, per avere ogni volta l’emozione di un amore che sorprende. Qualcuno che usa gli abbracci invece delle parole quando sei triste, e che invece dei consigli usa il battito del suo cuore per calmarti.
📌 Innamorati di una persona che ti dedica canzoni tutti i giorni, perché ogni canzone gli ricorda te. Per questo tu sei una fragola, una meravigliosa creatura o una bella stronza tutto nello stesso giorno.
📌 Innamorati di una persona che la pensa in modo totalmente opposto a te, ma che ha sempre voglia di ascoltare la tua opinione. Che passi serate intere a spiegarti il suo punto di vista. Che si incazzi in modo esagerato se tu non sei d’accordo, e che vuole fare pace facendo l’amore.
📌 Innamorati una persona che ti prende in giro, una persona che ama ridere più che sorridere.
📌 Innamorati di una persona curiosa, che ama viaggiare e sempre ti ricorderà che casa sua sarà solo dove sono poggiati i tuoi occhi e i tuoi piedi, tutto il resto del mondo fa volume.
📌 Innamorati di una persona che sa isolarsi nella malinconia dei suoi silenzi, che capisce l’importanza di un pianto liberatorio.
📌 Innamorati di una persona che ami la tua libertà, la tua indipendenza e che rispetti le tue scelte. Ma che ogni tanto ti faccia una sfuriata di gelosia, perché in fondo tu sei il suo mondo.
📌 Innamorati di una persona che abbia il miglior odore dell’universo, quello che riconosceresti ovunque, quello unico che solo tu puoi apprezzare. Quell’odore tanto simile alle tue emozioni.
📌 E, alla fine, innamorati di quell’unica anima che potrai mai amare con tutto te stesso. Non accontentarti di un amore mediocre, di un amore che non è amore. Innamorati perché non ne puoi fare a meno, non perché non vuoi stare solo.
- S. LeoNoir
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sciatu · 1 year ago
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Il Tabellone dei gelati è della mitica gelateria De Luca di Briga Marina
All’interno del bar del sig. Placido regnava il solito caos siciliano dove le regole del buon vivere erano non infrante, ma sicilianamente scavalcate, nel senso che erano accantonate, messe da parte, in quanto fare i furbi e lasciare agli altri leggi e regolamenti, fa parte del codice genetico siciliano . Così essere arrivati prima degli altri non aveva valore se gli altri vi si mettevano davanti richiamando rumorosamente l’attenzione del barista o se chiamavano un barista per nome in quanto suoi cugini, fratelli, compari amici o conoscenti. Per cui, nella bolgia che ne seguiva il sig Placido, proprietario della famosa gelateria, si comportava come un giudice della cassazione ricordandosi chi c’era prima o dopo malgrado i tanti millantatori di permanenze risalenti anche ad un ora prima. Il sig. Placido, serio e preciso indicava un cliente e con il volto freddo e professionale da croupier di casinò chiedeva “Cosa le faccio?” E qui partiva l’elenco di gusti che il sig Placido, rapido e preciso, disponeva ad arte su un cono. D’improvviso qualcuno si fece largo nella calca di golosi. Era un ragazzo alto e robusto che teneva in braccio una bambina che lo stringeva piangendo “No cori i papà non cianciri … scusati, …. la bambina … scusate … non cianciri u papà, chi ora ti cattu u gilatino …” Al suo passaggio la gente prima protestava poi, vedendo la bambina che piangeva si spostava presa a compassione dai lacrimoni che scendevano dai suoi occhi. L’uomo con la bambina in mano arrivò al bancone e il sig. Placido, vedendo il dramma in atto si avvicino chiedendo “Che ha questa bambina? Lo vuole un gelatino? Che gusto vuoi picciridda?” “dicci u papà che gusti vuoi? Senti, senti il signor Placido che gusti ci sono, glielo dica signor Placido” “C’è bacio, gianduia, stracciatella, nocciola, zuppa inglese, caffè, Babà, crema d’arancia, mandorla tostata, pistacchio, setteveli al pistacchio, Rocher, nero fondente, sette veli, fondente all’arancio, amarena, torrone, snickers, parfait di mandorle, caramello salato, nutella, Taormina, fiordilatte, cioccolato bianco, cocco, cedro, fragola, ananas, pesca, bergamotto, melone e gelso. Quale vuoi?” “Quale vuoi u papà, dicillu al signor Placido” La bambina lo guardò spaesata e poi puntò gli occhi annacquati sul sig. Placido. Ebbe un singulto del pianto “Diccillu o signor Placido chi gilatinu voi” Fece il vecchietto sulla destra del padre “prendi il cioccolato che è buonissimo” Suggerì il vecchietto sulla sinistra. Nella gelateria scese un silenzio denso e pieno d’attesa mentre tutti osservavano la bambina come se dovesse dare una terna vincente. Lei guardò il signor Placido e lentamente si strinse al padre e bisbigliò nell’orecchio “Va bene u papà signor Placido pi cortesia, ci pò mettiri un po' di panna su un cono”. Un sospiro di sollievo si allargò nella sala e tutti commentarono felici la scelta della bambina. Con la solita rapidità ed efficienza il signor placido riempi un cono di panna disegnando un riccio sulla punta e lo passo alla bambina. “se lo paghi” Fece il padre allungando cinque euro “lasciassi stare, un pensiero mio alla bambina” Fece il signor Placido rimettendo il coperchio sul pozzetto della panna e guardando la folla davanti a se chiese con la solita professionalità “chi servo?” Si udì un boato di voci e la bolgia nella gelateria incominciò nuovamente.
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comprate--na--personalita · 5 months ago
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avevi un cuore infinito. l’odore di fragole copriva tutto, i bricchi del caffè, le tazzine verdi coi fondi anneriti e secchi, quelle cicche di sigarette ormai morte da tempo. il posacenere appoggiato storto. la tua foto.
nella foto tu con le tette al vento e la sigaretta sulle ventitrè, attaccata blesa al labbro. quelle labbra che proprio non sapevano fare sesso, ma tu eri convinta di sì, che siccome erano gonfie, allora tutti dicevano così - che lo eri - e tu ci credevi. corpo magro, forse troppo magro… ma tu come molte persone sei convinta che magro è sexy, o che è meglio magro e tra le gambe niente di niente, niente pelo fredda come una zucchina uscita dal frigo eri, amore bello ma siccome tutti dicono che è sexy così, tu ci credi. eri nuda e fresca in quella foto; e questo mi faceva solo ricordare che eravamo distanti, perchè io volevo un’altra persona che non sei tu ma tu eri convinta che io volessi te, perchè tutti ti dicono che sei figa e nessuno ti resiste. e tu ci credi. ci credi a queste cose quante favole il senso comune. E  la verità e il senso comune si rincorrono nella tua testa, e ti piegano a metà; come quella sigaretta, ti mettono sulle 23. io adoravo tutt’altro di te. tu insistevi a voler fare sesso anale, come se fosse “la cosa figa da fare” “amore... dai” mi dicevi e agitavi il culo come una bandierina; io ti penetravo come una sant’honorè col mio cazzo bleso, sulle 23 come la tua sigaretta. e tu ti muovevi di conseguenza… sai che non ricordo niente di quelle "sessioni anali"? solo te che dicevi dimmi che sono la tua troia dimmi che sono la tua troia con un soffio di aria calda in bocca, la voce nasale e la t tronca e moscia della calabbria del sud. quella cazzo di t che tiravi fuori solo quando facevi così. non ricordo niente di te. cioè scusa, non ricordo niente di quelle sessioni dove io ti prendevo da dietro e tu ti dimenavi come se fosse bello. ricordo l’odore delle fragole, però. ecco…io adoravo tutt’altro di te. quello sguardo che facevi quando eravamo nei locali di c.so Washington a Milano, tra il caldo e il futuristico, elegante morbido, lo sguardo di un’anima altèra e vera. e le tue risa quando sbagliavi i conti, fai il ricercatore e stai con una che non sa le tabelline dell’otto, mi dicevi, quanto fa otto per sei?? e ridevi. eri bellissima e naturalmente elegante. eri sapiente, modesta, intelligente. eri una tigre di velluto e nell’occhio avevi tutta la tragedia del mondo e la classe delle grandi donne. avevi un cuore infinito. e quell’odore di fragola che copriva tutto
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ilcercatoredicolori · 5 months ago
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Lei lo implorò – un lampo nella notte, lui buio del sole le fu accanto
e presa dolcemente fra le dita la portò ove vampa chiama ombra e gorgo.
*
Carne e sangue colati spina a spina, la corona s’intrecci nella bocca.
Questo corpo a bocconi, condannato per l’anima a perire, ancor si ostina:
è il serpe della terra che riunisce l’inferno a quella costola del sogno.
*
Infine al mondo tornerà lo sguardo a te, da te per sempre sconfinato, su di uno stelo il segno della mano.
Inverno – fuggiamo…
ma nella carne è il canto mutilato. La lotta più tremenda senza scampo. Per terra c’è una fragola matura –
un lampo sulle labbra tese odora di miele e sangue bruciato.
*
                                                     A D.
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susieporta · 1 year ago
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QUELLO CHE TI FANNO PROVARE GLI ALTRI
“Se si imparasse che le persone sono solo la condizione che permette a ciò che abbiamo già dentro di uscire...
Si smetterebbe di dare la colpa a chi "ci fa sentire male" e di attaccarci a chi "ci fa sentire bene".
Ciò che si scatena, che sia gioia o odio, era già in te.
Non si vedeva perché mancava la condizione per farlo uscire fuori.
Non è certo il foglio a dare l'inchiostro alla penna. Ma è grazie al foglio se adesso lo vediamo quando scriviamo”.
“Lui mi fa arrabbiare.”
“Lui mi rende felice.”
“Lei mi fa stare bene.”
Ragioniamo su queste frasi.
Cosa stiamo dicendo davvero?
Occhio perché stiamo per rovesciare completamente quello che si è sempre creduto da millenni.
Stiamo dando la responsabilità del nostro mondo interiore, del nostro sentire, a qualcun altro.
Ed è così?
No, non è così.
Tutto ciò che provi dipende da te, da cosa c’è dentro di te.
La felicità, l’infelicità, il dolore, la gioia, l’amore, la sofferenza e tutto ciò che attiri nella tua vita non dipendono affatto dagli altri, ma unicamente da te stesso, da ciò che sei al tuo interno.
Curioso vero?
Ma pensa a un fiammifero.
Se lo gettassi in una tanica d’acqua, cosa accadrebbe?
Nulla, il fiammifero si spegnerebbe.
Ma se lo gettassi in una tanica di benzina, invece?
Il fiammifero era lo stesso identico, eppure sono accadute due cose totalmente opposte.
Perché, alla fine, contava ciò che c’era dentro il contenitore…
Lui dà sempre ciò che contiene, momento per momento. Ciò che si trova in superficie come prima cosa e poi strato dopo strato quello che è più in profondità.
Che tu ci creda o no, lo stesso è con noi:
Quasi tutte le tue reazioni emotive e psicologiche dipendono innanzitutto da ciò che viene toccato in te stesso e non necessariamente da chi le tocca.
Gli altri hanno una parte molto marginale in tutto questo, perché la rabbia, ad esempio, è già presente al tuo interno e non aspetta altro che un'occasione per potersi manifestare all'esterno.
Aspetta magari che una certa persona si comporti con noi in una certa maniera per poi palesarsi.
Ma la persona esterna non ne è la causa. Lei non ce l’ha messa dentro di te questa rabbia, non ha questo potere.
E cosa ha fatto? Semplice, lei è stata solo la condizione, la scusa per proiettare fuori la rabbia e il risentimento che già covavi dentro.
Senza una condizione, come ad esempio una persona, una relazione o una provocazione, il karma o le ferite non possono manifestarsi, stanno lì rannicchiate nel nostro inconscio e non si vedono. Lo vedremo meglio.
Ti basti sapere che tutta la tua vita, atteggiamenti, interpretazioni e comportamento, si muovono dal materiale accumulato nel tuo inconscio a causa di questa vita, ma anche dalle vite precedenti, mentre le situazioni esterne agiscono per lo più, come delle potenti calamite che attirano in superficie del materiale psichico interno che, in una data situazione o contesto, trova facilmente l'occasione per uscire sotto forma di rabbia, avidità, violenza, attaccamento, amore, lussuria, odio, vendetta, simpatia, felicità, ecc.
E sì hai visto bene, perché lo stesso vale anche per l'amore e per tutti i sentimenti positivi.
Essi sono già presenti al tuo interno.
Nulla esce da te se prima non si trova al tuo interno.
Non è forse vero che la stessa situazione, vissuta da più persone, verrà percepita diversamente in base proprio alla qualità e ai contenuti della loro mente e delle loro proiezioni mentali?
Oggi il sole splende, una brezza leggera ti accarezza la pelle.
Sorseggi la tua granita alla fragola e ti godi il mare cristallino sul lettino comodo della spiaggia. Ti giri per sorridere beato al tuo amico che però fissa il cellulare con occhi lucidi.
“Laura mi ha appena lasciato. Non mi ama più e me l’ha scritto su Whatsapp capito? Dopo 2 anni mi lascia per messaggio” ti dice.
Ve la state spassando allo stesso modo quella bella giornata di sole?
Vedi, nonostante la giornata sia la stessa potremo sentirci in paradiso o addirittura sperimentare l’inferno al nostro interno.
E questo dipende tutto dalla nostra mente.
Anche la qualità stessa della tua vita dipende da quella della tua mente-coscienza e dalla circolazione delle tue sottili energie psichiche.
Più le tue energie sono libere di fluire e sono integrate, tanto più vivrai in uno stato di gioia, di libertà, di amore e consapevolezza, anche in situazioni di forte attrito e difficoltà.
Più le tue energie sono bloccate, distorte e frammentate, tanto più vivrai in uno stato di sofferenza, di paura e d'impotenza, anche quando non c'è alcun tipo problema.
Noi però crediamo l’opposto e per questo il primo istinto è quello di dare la colpa all’altro.
Incolpiamo gli altri di averci fatto arrabbiare, mentre siamo felici di chi ci ha fatto innamorare.
Ma è tutto un sogno, un'illusione, un'allucinazione.
Noi incolpiamo gli altri per ciò che esce da noi.
Oppure ci attacchiamo a qualcuno sempre per ciò che esce da noi.
È ovvio che poi desideriamo così tanto cambiare gli altri, per fare in modo che, inconsciamente, possano comportarsi in modo tale da farci uscire solamente i lati positivi e non quelli negativi.
Non ci accorgiamo di questi giochi inconsci ed è qui che cadiamo nella trappola del karma e viviamo totalmente proiettati sugli altri.
“Bhè se non coltivo relazioni, se me ne sto il più possibile per i fatti miei, non soffro, non ho problemi e nemmeno devo fare lo sforzo di lavorare su me stesso, no?” potresti dirmi questo.
Bene. Ottimo.
Ma come puoi realmente isolarti da tutto e da tutti?
E come puoi pensare che negare alla tua anima certe esperienze possa essere buono per te?
Tutto ciò che si trova al tuo interno verrà puntualmente toccato ed evocato da ciò che accade all’esterno portandoti a reagire.
E questo non si può evitare, a meno che tu davvero sia da solo in una grotta sull’Himalaya ma anche lì probabilmente qualche emozione la sperimenti, non esiste che una persona non viva interazioni o eventi che non muovano il suo mondo interiore.
Comprendi che ciò che ferisce uno non ferisce l’altro.
E questo è illuminante, perché in questo modo scopriamo che si può guarire e trasformare il proprio materiale irrisolto.
ROBERTO POTOCNIAK
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vashthewitch · 8 months ago
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inoltre, si dovrebbe pensare agli artisti come ad un lignaggio specifico e ridotto. la faccio molto semplice, ma è così che la penso anche se non è una cosa accettabile fuori da qui. ogni artista è come se avesse un potere magico: c'è chi usa il fuoco, che avvelena, chi costruisce giocattoli. sono figure in cui si sommano saperi diversi, anche noti, ma questi saperi vengono riformulati e trasformati in qualcosa di inutile. inutile nel senso di qualcosa che non ha un risultato pratico, spendibile all'interno della vita. gli artisti possono essere intrattenitori, e quindi costruire cose inutili che fanno rimanere a occhi aperti perché difficilissime e spettacolari; oppure criptici, e quindi costruire cose inutili incomprensibili al grande pubblico. in entrambi i casi però, quello che fanno parlerà soprattutto ad altri artisti, tanto di ieri quanto di domani. chi non è artista perderà il vero messaggio dietro l'opera o lo assorbirà superficialmente. e comunque va benissimo. gli oggetti d'arte però, e quindi il loro apprezzamento, solidificano un sodalizio eterno tra artisti che sono essenzialmente esseri umani devoti al superfluo. sono testimonianze che rafforzano l'idea che la propria esistenza di artista non sia solitaria e inutile: se qualcuno prima di noi l'ha fatto possiamo farlo anche noi. l'artista, spesso, quasi sempre, non può fare a meno di fare quello che fa. non può esimersi dal fare cose inutili.
per tutte le altre persone, l'opera d'arte è l'esempio di una deviazione dal rettilineo della vita. dimostra una dissipazione di quel che si sa. e soprattutto che, se anche si spreca o non si produce non succede nulla di male, ma solo qualcosa di diverso. per le altre persone le opere d'arte sono incredibili nel senso che non si può credere che qualcuno abbia fatto quel che ha fatto, abbia agito senza produrre o prodotto senza guadagnare o prodotto senza un perché (un perché non per forza capitalistico, ma anche pratico).
nella vita di tutti i giorni si incontrano molti atti artistici. vengono soprattutto da artigiani e dai vecchi. li si riconosce perché sono gesti, come per esempio ricette di cucina, dove l'inutile ha un ruolo fondamentale. la nonna di sofia toglieva i semini dalle fragole per fare una marmellata prelibatissima proprio a lei, la nipote preferita. questo gesto è evidentemente artistico, perché tende inutilmente ad una perfezione immaginata per l'occasione e in questo sforzo genera una cosa che non è il soddisfacimento del palato, ma un'emozione (diciamo così ma è più complesso di così, perché diventa anche ricordo, diventa un gesto di cura che però vuole accarezzare una cosa più profonda di una ferita o di una insicurezza; vuole dimostrare l'amore e consolare e dire che ci si sarà sempre e per sempre - e questo è impossibile, ma non importa. nel futuro, poi, sofia si ricorderà di questa cosa assurda e impossibile e ci legherà attorno l'amore per sua nonna).
l'opera d'arte è questo ma all'ennesimo livello. perché perde tutti i collegamenti con la realtà e l'utilità delle cose. non c'è nessuna marmellata, nessuna fragola nessun semino da togliere. o se ci sono, manca il contesto in cui questi dovrebbero avere senso. l'opera è difficile perché noi non siamo i nipoti, ma non per questo è impossibile. non sempre le opere d'arte sono destinate ad una persona specificatamente. a volte sono gesti così, come quella marmellata, ma fatti per sé. e se non sono per nessuno allora sono per tutti, anche perché tutti gli artisti vogliono essere guardati e, in fondo, capiti.
io ho cominciato a capire questo guardando agli impressionisti. non avevo mai misurato il loro potere eversivo fino a quando non ho letto un po' di cronache e ho capito che non erano mai stati i soggetti il punto. il soggetto era quel che c'era fuori sotto gli occhi, ma il punto era trasformare quel fuori. una trasformazione inutile, ma portata allo sfinimento, prendendo i soggetti e trasformandoli in macchie di colore che però fossero anche, insieme, riconoscibili.
serve stare continuamente su questa soglia quando si guarda l'opera d'arte. il problema però, materia di un altro post, è dov'è che guardiamo l'opera. perché l'esperienza al museo o alla mostra è una cosa sbagliatissima. è una cosa che si può fare solo se prima hai capito che ogni opera parla di libertà in un modo molto più concreto, ma anche meno idealistico, di qualsiasi testo filosofico. è una libertà pratica che, di volta in volta, da contesto in contesto, ci si può trovare a misurare. libertà di agire per il nulla, di sprecare fiato, senza però scomparire. l'arte, per i non artisti, serve proprio a questo. per loro invece, lo abbiamo già detto, ha un'altra funzione.
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solobrividiecoraggio · 8 months ago
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Oggi pomeriggio sono stato al workshop di Makoto su karuta, kendama e origami. Dopo una breve spiegazione generale, ci siamo divisi in tre gruppi e a turni di 25 minuti abbiamo fatto tutte le attività.
Karuta, almeno nella versione che abbiamo giocato noi, vedeva un giocatore leggere una per volta delle frasi scritte su delle carte di un certo mazzo. Un altro mazzo era sparpagliato sul tavolo, ogni carta aveva una lettera dell'alfabeto hiragana accanto a un disegno. I giocatori rimanenti dovevano quindi fare attenzione alla prima lettera letta, per trovare e prendersi immediatamente la carta corrispondente. Vinceva chi prendeva più carte. Non ho capito che senso possa avere leggere tutta la frase, per chi legge. Infatti nessuno di noi leggeva fino alla fine. Sono riuscito a fare due volte l' "aereo" con il kendama. Dovessi trovarlo, con il bollino della Japan Kendama Association come ha detto Makoto, lo comprerei pure. In 25 minuti sono riuscito a fare un solo origami, la gru, quella venuta peggio tra le due in foto.
C'erano anche persone del corso 1.2 che si svolge il venerdì, l'universo parallelo insomma, e un ragazzo del 2.2 che parlava così bene. Prima di congedarci Makoto a sorpresa ci ha fatto scegliere tra 3 tipi di snack: kit kat al tè matcha; quello che ho preso io, che lei ha descritto come simile ai "brutti ma buoni"; e uno snack salato, in due versioni. È stato un workshop carino e divertente.
Prima di tornare a casa mi sono fermato a prendere qualcosa in una "pasticceria" a Firenze che aveva consigliato una compagna del corso di giapponese, avevo messo lo screenshot anche qui. Molto modesta come pasticceria, sarà che era ormai fine giornata ma non c'era così tanta scelta (il che non è necessariamente un male). Ho preso due piccole torte, una all'Oreo e una alla fragola, mi sono scordato di fotografare quest'ultima prima di tagliarla.
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mango-ti · 1 year ago
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Hi Glamm website- rooms: Julia's room
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Separate sprites:
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when hovering over certain items in the room, a text will appear with some info about the girl, I will translate each text via google translate
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Il mio colore preferito è il rosso fragola.
My favorite color is strawberry red.
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Lavoro da poco come assistente di redazione in un’agenzia di viaggi. Seguo le redattrici nella ricerca di immagini e accessori e le assisto sul set fotografico.
I recently started working as an editorial assistant in a travel agency. I follow the editors in the search for images and accessories and assist them on the photographic set.
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Sono curiosissima, so tutto di tutti… infatti da grande vorrei fare la giornalista! E’ il mio sogno nel cassetto…
I'm very curious, I know everything about everyone... in fact I would like to be a journalist when I grow up! It's my secret dream...
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Non mi separo mai dalla mia macchina fotografica… un click tira l’altro!!
I never leave my camera alone... one click leads to another!!
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Ho conosciuto le mie amiche Glamm in vacanza al mare e da allora non ci siamo separate più!
I met my Glamm friends on holiday at the seaside and we haven't been apart since!
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logorroicomentale · 1 year ago
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Ho sognato che stavo al supermercato ed ho mangiato una fragola da una di quelle vaschette di plastica con la retina rossa, il sogno più bello della mia vita perché sia nel sogno che nella realtà reagirei perfettamente come è successo tra le braccia di Morfeo.
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vittorio71 · 2 years ago
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𝓢𝓪𝓷 𝓥𝓪𝓵𝓮𝓷𝓽𝓲𝓷𝓸... Dopo ben 18 anni lo passerò da solo. Come tanti di voi sanno bene, ho passato momenti terribili durante la mia separazione, ma si sa nella vita bisogna andare avanti, per forza. Ora sto bene, e volevo mandare un pensiero agli innamorati, e a chi cerca l’amore (IO PER ORA NO) con delle fragole 🍓 La fragola incarna la passione, l’eleganza, l’amore. Quindi una buona giornata alle coppie, e perché no, anche ai single come me. Un abbraccio affettuoso dalla città dell’amore, 𝓥𝓮𝓻𝓸𝓷𝓪. #IlVittogram 🍓❤️ ——————- #sanvalentino #verona #veronainlove #amore #coppie #coppiedolci #innamorati #innamorate #innamoratevi #italia #verona🇮🇹 #veronaitaly (presso Verona, Italy) https://www.instagram.com/p/Coo7PHmIRle/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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robertascrive · 1 year ago
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Ti guardo.
Ti ammiro.
Guardo le tue dita affusolate carezzare i tasti bianchi e neri del pianoforte.
Si muovono leggiadre, come in una danza.
Scivolano via, con disinvoltura da una parte all'altra, creando una meravigliosa melodia.
Melodia che riecheggia nella stanza.
Le note si spandono, una dietro l'altra, armoniose si rincorrono.
Ti guardo, in estasi.
Sei così delicato, così misterioso.
Sembri una cosa e poi ne sembri un'altra.
Sinuoso come un felino, puro come un giglio.
Ardente come una fiamma, dolce come una fragola matura.
Sei così. Spiazzi.
Quando sembra che non hai più segreti, ecco che tiri fuori il tuo asso dalla manica, e mi fai innamorare ancora di più di te.
Sei speciale, e non lo sai; non credo che tu te ne accorga.
Ma forse è proprio questo il bello delle persone speciali.
Il fatto di non accorgersi della luce che emanano, del benessere che donano agli altri con la sola presenza.
Delicato come una carezza e immenso, come l'universo.
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sciatu · 2 years ago
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Caldo sudario sciropposo che copre ogni angolo della pelle, sauna a cielo aperto strade sciroccose, soffocose, stordenti allucinate e afose. animali nascosti sotto ogni ombra aria calda che danza sull’asfalto bollente, creando a mezz’aria miraggi sahariani. Il sole è un martello infuocato il canto ossessivo delle cicale i suoi colpi impietosi. Estate siciliana: aria di fuoco deserto nei campi e nelle strade, follia nella testa Cielo come volta di un forno cardi rinsecchiti, felci arrugginite erba gialla come l’invidia limoni di cupo verde ulivi impassibili di glauco verde finchè non reagisco per disperazione: granita di caffè con montagna di panna granita salvifica al limone, granita dolcissima alle mandorle all’amato pistacchio alle more, al sublime gelso alle fragole, alla pesca, al cioccolato ma non alla menta, gusto volgare, continentale. Oppure gelato alla crema, nocciola, limone, zuppa inglese cioccolato, crema, liquirizia, gusto santo e dovuto di cassata mandorla, fragola, pesca, fiordilatte regale stracciatella, sensuale mango ma non menta, banale, continentale. Magari seltz, limone e sale o acqua tonica e granita al limone caffè caldo con granita al caffè, lasciva panna! Gelo al limone, al melone vino freddo gelato, grillo, inzolia, malvasia in un bicchiere appannato dall’afa e affanculo prosecco e daiquiri affanculo l’estate, l’afa, il caldo mi basta una birra Messina gelata un bagnasciuga infinito e tutto il resto, i l mondo, l’universo è solo il sogno di un folle una fiaba ridicola scritta su un rotolo di carta igienica.
Warm, syrupy shroud that covers every corner of the skin, open-air sauna, sirocco roads, suffocating, hallucinated and sultry stuns, animals hidden under every shadow, hot air dancing on the boiling asphalt, creating Saharan mirages in mid-air. The sun is a fiery hammer, the obsessive song of the cicadas its pitiless blows. Sicilian summer: air of fire, desert in the fields and streets, madness in the head. Sky like the vault of an oven, withered thistles, rusty ferns, yellow grass like envy, dark green lemons, impassive sea-green olive trees. until I don't react out of desperation: coffee granita with mountain of cream, saving lemon granita, very sweet almond granita to the beloved pistachio with blackberries, to the sublime mulberry with strawberries, peach, chocolate, but not mint, vulgar, continental taste. Or cream ice cream, hazelnut, lemon, trifle, chocolate, cream, licorice, holy and due taste of cassata, almond, strawberry, peach, fiordilatte, royal stracciatella, sensual mango, but not mint, banal, continental. Maybe seltzer, lemon and salt, or tonic water and lemon granita, hot coffee with coffee granita, lascivious cream! Gelo with lemon, melon, ice cold wine, grillo, inzolia, malvasia in a glass misted by the heat, and fuck prosecco and daiquiri, fuck the summer, the heat, the heat, a frozen Messina beer is enough for me an infinite shoreline, and all the rest, the world, the universe, is just a madman's dream, a ridiculous fairy tale, written on a roll of toilet paper
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carmy77 · 1 year ago
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà -  Istrana  (TV)
  Premi Speciali
   Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio -  Frattamaggiore (NA)
  Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
     Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
    Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
  Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
   Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
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neverland1991 · 2 years ago
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Io e “Mia”
Ciao Tumblr,
Da oggi volevo condividere un po’ con te la mia vita. Da dove cominciare ? Di solito si comincia sempre dall’inizio e per me che sono una maniaca dell’ordine e della precisione dovrebbe essere obbligatorio iniziare seguendo una linea temporale, ma oggi non me la sento di seguire delle regole o degli schemi. Partirò da me. Ma per conoscere me devi sapere una cosa molto importante senza la quale non potresti mai capirmi a fondo. Soffro di disturbi alimentari e intorno ad essi gira tutta la mia vita. Come me, anche loro hanno un nome. Ah già , il mio non te l’ho detto… beh non posso dirtelo, altrimenti non potrei scriverti. Chiamami Chiara, è un nome che mi piace molto. “Loro”, invece, si chiamano Anoressia e Bulimia. Anoressia è stata con me per un breve periodo di tempo, quasi irrisorio. Bulimia mi accompagna da circa 9 anni. È parte integrante della mia vita. È scomparsa per due anni e pensavo di essere “guarita”, poi , in uno dei momenti più belli della mia vita è tornata .. quando meno me lo aspettavo.
Vivo a Roma ma sono di Napoli. Roma è la città in cui ho sempre sognato di vivere e alla fine, sono riuscita ad esaudire questo sogno. Di Roma sono sempre stata innamorata, forse perché a causa o per merito di mio padre , ho frequentato il liceo classico e la storia, l’arte , i libri sono sempre stati un rifugio nella mia testa. E Roma è storia e arte in carne ed ossa. Ma nel mio cuore so che non è solo questo. Per un certo periodo di tempo della mia vita sono stata innamorata di un ragazzo romano, conosciuto in una lontana estate della mia vita. Lui era bello, biondo, occhi verdi. Tatuaggi, accento romano, labbra dolci , occhi tristi. Mi innamorai al primo sguardo. Mi innamorai appena bussó alla porta di una camera d’albergo perché con una scusa voleva conoscermi. Non posso dirti nemmeno il suo, di nome, ma possiamo fingere che si chiami Marco.
Marco era bello. Quell’estate era calda, spensierata. Era la terza estate della mia vita in cui con me c’era anche Bulimia. Ormai la mia vita è divisa così: prima e dopo i miei disturbi alimentari. Ogni fase della vita la ricordo così: in questo periodo avevo il controllo ed ero magra, in quest’altro avevo poco controllo ed ero più grassa, in quest’altro ancora il controllo lo avevo perso del tutto ed ero grassa e non avevo rapporti sociali. Suddivido e ricordo così i periodi della mia vita. Quell’estate siciliana era, appunto, la terza da quando Bulimia e Anoressia erano entrate nella mia vita. Sì, anche Anoressia ogni tanto faceva capolinea dal profondo degli abissi e si palesava con qualche piccolo episodio. Avevo 26 anni e seduta su una panchina di una stazione di Catania aspettavo il treno che mi avrebbe portato nel luogo dove avrei dovuto lavorare per i due/tre mesi successivi. Era fine luglio ma non ricordo che facesse un gran caldo, anzi, la mattinata era fresca e leggera sulla mia pelle. Mentre aspettavo spalmavo, sulle tre fette biscottate che mi ero rigorosamente portata da casa in un contenitore di plastica rosa, la marmellata mono-porzione da 25 gr alla fragola, light, che tanto mi piaceva perché era quella con meno calorie in assoluto. Le fette biscottate le avevo riposte in quel contenitore quadrato con tanta cura, con accanto dei fazzoletti per non farle spostare durante il viaggio, in modo che non si frantumassero. Era fine luglio e lo so che già l’ho detto ma è importante ripeterlo perché ricordo perfettamente che Bulimia era sotto controllo dal 1 Giugno: da quasi due mesi ero riuscita ad avere il controllo sul cibo e non c’erano stati episodi di abbuffate. Mi capitava così: c’erano dei periodi in cui con tanta forza di volontà riuscivo a sconfiggere totalmente le abbuffate: questi spazi temporali a volte duravano due o tre settimane… mentre nei periodi estivi riuscivo anche a raggiungere i 3 mesi / 3 mesi e mezzo. Le tre fette biscottate con la marmellata light alle fragole erano per me la cosa più buona del mondo. Erano buone perché erano e sono “accettate “ nella mia dieta, nella mia conta di calorie quotidiana, nel conteggio di grassi, proteine e carboidrati. E poi la colazione, per me , era ed è il pasto più bello della giornata. Il treno stava per arrivare. Ero felice. Ero felice e spaventata. Sapevo e temevo che un cambio di quotidianità della vita poteva alterare il sottile equilibrio che da due mesi avevo raggiunto. Lo sapevo, lo sapevo perché bastava poco per cadere. Cadere di nuovo. Ancora. Ancora e ancora. E poi quando ricadi… ci vuole troppo tempo per risalire.
Il treno arrivó. Presi le mie valigie e entrai nel vagone. A destinazione mi aspettava il mio “capo”. Era un bell’uomo, affascinante. Era straniero e parlava italiano con un accento francese. Scambiammo poche parole nel tragitto dalla stazione all’hotel dove poi avrei dovuto lavorare. Era autorevole ma simpatico, con qualche sorriso mi mise a mio agio e poi arrivammo. Mi mostró la mia stanza e mi disse che per quella giornata avrei potuto riposare e sistemare le mie cose. Gli altri erano a lavoro, mi disse, e li avrei conosciuti più tardi. Mi lasció quindi sola con i miei bagagli e le mie paure. Chiusi la porta e quasi contemporaneamente gli occhi. Quello era un raro momento in cui non pensavo al cibo o alle calorie che mi rimanevano o a come gestire i pasti successivi della giornata. C’erano, infatti, delle emozioni e delle sensazioni che riuscivano a sovrastare e annullare quasi il pensiero del cibo. Una di queste era l’adrenalina. E sì, in quel momento sentivo l’adrenalina scorrere nelle mie vene.. un’adrenalina data dal mancato sonno, paura e dall’emozione di iniziare una bellissima nuova esperienza. Ma mai avrei potuto immaginare che quella sensazione sarebbe aumentata in maniera esponenziale circa 10 secondi dopo, quando all’improvviso sentii dei tocchi leggeri che bussavano alla mia porta. Poggiai la mano sulla maniglia, aprii e rimasi bloccata: gli occhi verdi piu dolci e più bugiardi che avessi mai visto si incrociarono coi miei e allora ancora non sapevo che non sarei più riuscita a dimenticarli.
[continua…?]
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worldcomics51 · 6 months ago
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Acro Trip di Yone Sawata: nuovi aggiornamenti dagli studios
Happinet ha rivelato la key visual, il cast aggiuntivo, le sigle di apertura e di chiusura e gli artisti per l’adattamento anime televisivo del manga Acro Trip di Yone Sawata. Inori Minase, che nella serie dà voce al personaggio di Berry Blossom/Kaju Noichigo, eseguirà la sigla di apertura intitolata “Fragum” (che in latino significa fragola). KanoeRana eseguirà la sigla finale “Reversible Baby”.
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fatalquiete · 7 months ago
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Avallo ogni singola parola. (scopiazzato vilmente da FB) ---------------------------------------------------------------------
Quando ero piccola per me il gelato si coniugava in una sola maniera: cono da 1.500 lire cioccolato, pistacchio, fragola e panna, il massimo della trasgressione era gusto puffo, che era fatto di zucchero e uranio impoverito e non aveva nessun sapore, tutti lo prendevamo solo perché era blu.
Allora il gelato era una cosa semplice, i gusti erano semplici e avevano bisogno solo di una parola per essere descritti, il gusto più esotico era malaga e la più grande innovazione fu buttare la nutella nel gelato, la panna era solo zuccherata e con 1.500 lire ti prendevi un gelato grosso come la capoccia tua.
Ricordo ancora con lacrimevole emozione quella volta che la mamma della mia amichetta Agrippina ci portò in pizzeria e poi da Lucio a via Torpignattara e ci prese un cono da 5.000 lire, era la cosa più grande che avessi mai visto, neanche pensavo esistesse un cono da 5.000 lire.
Ancora oggi se in presenza di mia madre prendo una coppetta grande, lei sbarra gli occhi come un cerbiatto davanti al cacciatore e me fa:
" così grosso?!"
" a maaa è gelato mica porchetta, io pe meno de grosso neanche ci entro in gelateria"
Adesso il gelato è diventato una cosa complicata , i gusti sono complicati, il modo in cui te lo mettono sul cono è complicato, prima con un sapiente gioco di polso lo masturbano nella vaschetta e poi con precisa ingegneria lo montano sul cono come fosse una torre di Babele.
E i gusti?
Ci buttano dentro talmente tanta roba che non distingui più il sapore, potrebbe essere crema, ma anche maionese o pasta lavamani o pomata prep.
Ho letto di gusti ai confini della realtà, gelato alla cipolla, al gorgonzola, alla carbonara, alla mozzarella di bufala, ma vi ha dato di volta il cervello?
Mica stiamo a giocà col dolceforno che ce butti dentro caccole, pongo e un po' di zucchero tanto alle brutte l'unico che se intossica è Willy il tuo amico immaginario.
No, amico gelataio rivoluzionario ed avangarde che non distingue il sale dallo zucchero, non lo voglio il pistacchio variegato al rancore con crumble di rimpianti, neanche il cioccolato della Papuasia al 115% di cacao con sali del mar morto e la crema de mi zia con biscotto antico e cukident te la magni te, damme una cosa semplice che possibilmente abbia lo stesso sapore di quello che ci scrivi sopra, purché sia alla crema perché se c'è una cosa al mondo che mi sta sul cazzo è il gelato alla frutta e poi la vogliamo smettere co sta storia de mette er sale dentro al gelato?!
Il sale lasciamolo al sugo.
Se me devo magnà il gelato alla frutta me faccio la macedonia, ce so un paio de gusti che non mi dispiaccio in realtà, tipo mango e frutti di bosco, ma ogni volta che entro in gelateria guardo il mango e poi il cremino al pistacchio e niente ce fosse mai una volta che vince il mango.
Così arriviamo alla seconda cosa che mi sta sul cazzo, mischiare creme e frutta, ma che sarebbe sta promiscuità libertina?
Sto vilipendio per il palato?
E smettiamola con la scusa che tanto dentro la panza se mischia tutto, altrimenti arrivate a fa come Gesualda la mia amica di primo liceo che intingeva i wustel nella nutella, o come er preferito che ha messo crema al cioccolato sopra la torta pasquale al formaggio e il miele sulle patate fritte.
Come se fa a mette melone e nocciola?
Pesca e tiramisù?
Cioccolato e limone?
Eh lo so che ci sono un sacco di cultori di quest'ultima barbarie, ma non mi convincerete mai che cioccolato e limone è una roba da raffinati intenditori e palati sopraffini, cioccolato e limone non se po sentì figurate magnà, la verità è che le vostre papille gustative sono morte e il limone è un gusto mortificante, che schifo.
Che poi magari fate come figlia e prendete zabaione e anguria e li mescolate insieme, barbari.
A questo punto arriviamo alle terza cosa che non comprendo nelle gelaterie : prendere il cono e mangiarlo con il cucchiano, me dovete trovà un senso a questa cosa anche se questa cosa un senso non ce l'ha.
Che poi se te magni il gelato in cono con il cucchiano è una lotta contro il tempo perché nel frattempo te se scioglie nelle mani, prendi una coppetta cazzo.
Io il gelato l'ho sempre mangiato nella coppetta, almeno da 30 anni a questa parte, in realtà il motivo non è per niente divertente e non riuscirei a renderlo tale neanche con uno sforzo di fantasia.
A 11 anni prendevo un cono con le mie cugine e un vecchio bavoso mi fece una battuta con un doppio senso sessuale, non ricordo la battuta di preciso e neanche la faccia del vecchio, ma ricordo di non aver mai più preso un cono da quel giorno.
A parte questa digressione tristissima la cosa che veramente mi manda il sangue al cervello in gelateria so quelli che prendono lo yogurt, ma che tristezza infinita è lo yogurt?
Ma che stai a fa merenda a casa de mi madre co lo yogurt?
Come si fa a scegliere deliberatamente di prendere uno yogurt al posto del gelato a meno che tu non abbia una pistola puntata alla testa?
Stai a dieta Nì? Non ce devi anna in gelateria allora, perché vedi se poi sopra lo yogurt ce butti nutella, smarties, caramelle mou, meringhe e topi glassati tanto vale che te pii mezzo chilo de gelato.
Infine volevo ricordarvi che ci sarà un girone dell'inferno appositamente preposto per i gelatai che te fanno paga' la panna a parte, la panna non è un gusto, la panna è una dotazione di base necessaria, come cono e coppetta, er gelato non me lo metti nelle mani giusto?
Chi te fa pagà la panna a parte sarà costretto a mangiare per l'eternità solo gelato limone e cipolla dentro la coppetta e senza nessun cucchiano, ma tranquilli che tanto poi nella panza se mischia tutto.
Panna free per tutti!
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