#narrazione emozionale
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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Un viaggio tra amore e amicizia con "Hotel Angela" di Silvano Adami. Il nuovo romanzo che intreccia ricordi e valori senza tempo
“Hotel Angela”, l’ultima opera di Silvano Adami, è un tuffo nella memoria e nei sentimenti più puri, pubblicata nella prestigiosa collana “I Diamanti della Narrativa” di Aletti Editore.
“Hotel Angela”, l’ultima opera di Silvano Adami, è un tuffo nella memoria e nei sentimenti più puri, pubblicata nella prestigiosa collana “I Diamanti della Narrativa” di Aletti Editore. Questo libro attraversa settant’anni di storia, dalla Seconda Guerra Mondiale ai primi anni 2000, raccontando di un hotel che diventa simbolo di un amore eterno e di un’amicizia indissolubile. Il protagonista, un…
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angelap3 · 3 days ago
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Che storia meravigliosa. La conoscevo, certo, ma ieri ho avuto il privilegio di ascoltarla direttamente da una persona legata all’ex proprietà. Una di quelle occasioni che ti fanno venire voglia di fermarti, ascoltare e, sì, prendere appunti.
Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni. Un amore che non avrebbe mai dovuto esistere, eppure è esistito. Segreto, proibito, ma inarrestabile, come ogni cosa vera. Lei, sposata, madre di tre figli, con quattordici anni di troppo per un mondo che non perdona. Lui, giovane, brillante, capace di vedere oltre. In lei, non solo una donna, ma un’idea, un atto di sfida. Da quella relazione impossibile nascono i Baci Perugina, che non sono mai stati solo cioccolatini. Sono l’amore che resiste, il manifesto di chi sceglie di vivere, nonostante tutto.
I bigliettini che Luisa infilava nei cioccolatini per Giovanni erano più che parole: erano vita, cuore, rivoluzione. Quei messaggi, diventati i cartigli, sono la prima forma di trigger emotivo nella storia del prodotto. Non è più solo cioccolato: è gesto, è storia, è amore che si racconta. È lì che nasce l’ancoraggio emozionale. Non compri un dolce. Compravi lei. Lui. Loro.
La scelta del nome, da “Cazzotto” a “Bacio”, è un caso lampante di reframing linguistico, dove il focus si sposta dalla rudezza al gesto romantico. Giovanni Buitoni intuì che il linguaggio non era solo descrizione ma percezione, e che un termine sbagliato poteva distruggere la magia. “Bacio” diventò così il frame perfetto: semplice, diretto, evocativo.
L’incarto argentato con stelle blu, disegnato da Federico Seneca, è semiotica visiva al suo massimo. L’argento grida preziosità, le stelle parlano di sogni, e i due amanti, ispirati a “Il Bacio” di Hayez, consolidano il frame emozionale. Non è solo un packaging: è una narrazione visiva che colpisce il cuore prima ancora del palato.
I Baci Perugina non sono mai stati solo cioccolatini. Sono pezzi di storia italiana, un intreccio di coraggio, imprenditorialità e comunicazione al massimo livello. Metafore visive, parole che restano, un equilibrio perfetto dove ogni elemento – nome, cartigli, packaging, campagne – parla la stessa lingua. Una storia d’amore privata che si trasforma in linguaggio universale. Non si vende cioccolato. Si vende un sogno. Un sogno che continua, immutato, a emozionare.
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susieporta · 2 months ago
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KARMA & SOFFERENZA
La sofferenza si trova nel corpo astrale, in qualche maniera è programmato che noi entriamo a contatto con questo materiale per poter liberare quel tipo di materiale attraverso situazioni, persone, ostacoli, ecc.
Non ci è permesso di crescere se non lasciamo andare qualcosa, è un doppio lavoro, da un lato si cresce e dall’altro si deve affrontare i propri demoni.
La sofferenza che porta le persone ad avvicinarsi ad un percorso è un’esca dell’anima per iniziare a lavorare su sé stessi.
Tutto ciò che tratteniamo, rabbia, risentimento, sofferenza, forti attaccamenti, in qualche modo dobbiamo guardarli e lasciarli andare, perché questa parte ci tira indietro.
Anche quando blocchiamo le nostre qualità e ciò che siamo, è karma, il mio compito è quello di liberarmi da tutto e liberare ciò che sono, tutto ciò che tratteniamo non permette di fare Anima, non si può evolvere attraverso le emozioni negative, bisogna purificare il centro emozionale.
Si tratta di liberare e trasformare ciò che ho dentro, entrare dentro ciò che c’è, attraversare i demoni.
Il karma lo si trasforma non lamentandoci, ma osservando e accettando. Sono nessuno, corrisponde ad una fase di lavoro interiore, non sono le cose a generare il fastidio, ma è cosa le cose vanno a toccare che ci crea fastidio.
Il segreto è lasciare andare, non combattere, accogliere, qualsiasi cosa può essere utilizzata per imparare qualcosa.
Una ferita non è un problema se le permettiamo di guarire, ogni ferita ha una sua narrazione, quello che noi ci raccontiamo e che non corrisponde alla realtà.
Le ferite più superficiali e banali, creano un buco nel campo energetico, la ferita normale è come un buco nel campo da golf, diverse sono le ferite karmiche, è una specie d’imbuto che va verso il basso, una specie di voragine, e qualsiasi persona che entra nella tua sfera energetica, con me si comporterà come tutti gli altri che sono stati attirati dal buco nero della ferita karmica perché l’energia di sofferenza collegata a quella tematica che ancora non ho lasciato andare.
Anche se non ho fatto niente, in realtà ho fatto, non ho lasciato andare quel modello energetico legato alla sofferenza e tutto questo ha molto a che fare con il terzo chakra. Fare anima comincia dal 4°Chakra in su.
Primo Chakra è collegato al corpo, il secondo chakra è collegato all’eterico, il terzo chakra è collegato all’astrale, il karma, quindi è molto collegata al terzo chakra.
Accettare, accogliere e portare amorevolezza, significa utilizzare quel poco di energia de 4 chakra a cui abbiamo accesso da utilizzare sul terzo per armonizzare le energie del terzo, siccome sentire ci fa sentire dolore, allora ci rifugiamo nella mente per non sentire dolore.
Non esistenza, è una ferita karmica, ci siamo chiusi in noi stessi, la nostra energia è chiusa dentro e l’esterno non riceve le nostre emanazioni. Di solito sono i blocchi che decidono per noi, dobbiamo imparare a decidere in base alla situazione.
La compensazione è l’anticamera dell’addormentamento. Il Karma si occupa d cosa stò trattenendo dentro e che blocca la mia evoluzione.
ROBERTO POTOCNIAK
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lalacrimafacile · 3 months ago
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Questo è "This Is Us": Un Viaggio Emotivo Senza Pari
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Preparati a Piangere: Benvenuti nel Mondo di "This Is Us"
Guardare "This Is Us" è un'esperienza che ti tocca nel profondo, una giostra emozionale che ti farà piangere a ogni episodio. La serie drammatica, creata da Dan Fogelman, si distingue per la sua capacità di raccontare eventi drammatici con un rispetto e una sensibilità che raramente si vedono in televisione. La storia della famiglia Pearson, con i suoi alti e bassi, ci ricorda che dietro ogni sorriso c'è una storia, e dietro ogni lacrima, un insegnamento.
Montaggi Temporali: Un Puzzle Ben Costruito
Ah, i salti temporali! Un esercizio per la memoria (e i fazzoletti)
Una delle caratteristiche distintive di "This Is Us" è l'uso magistrale del montaggio per raccontare la storia su diversi piani temporali. Ogni episodio ci porta avanti e indietro nel tempo, svelando pezzi di un puzzle che gradualmente si completa.
Il trucco e gli effetti speciali sono utilizzati con maestria per distinguere le varie epoche: i capelli brizzolati di Jack, le rughe appena accennate di Rebecca, e i cambiamenti fisici dei tre fratelli - Kevin, Kate e Randall - sono curati nei minimi dettagli.
Questo permette agli spettatori di orientarsi facilmente e di immergersi completamente nella narrazione.
Un Cast Stellare: La Recitazione Che Senti Nel Profondo
Gli attori: maestri della lacrima e del sorriso
Milo Ventimiglia e Mandy Moore, che interpretano Jack e Rebecca Pearson, sono il cuore pulsante dello show. La loro chimica sullo schermo è palpabile e ogni scena insieme è carica di un'emozione autentica che trasmette tutto il peso delle loro vite intrecciate.
Milo Ventimiglia, con il suo sorriso dolce e gli occhi tristi, incarna perfettamente il padre e il marito devoto, mentre Mandy Moore porta una delicatezza e una forza incredibili al personaggio di Rebecca, una madre e moglie che affronta ogni sfida con grazia.
Sterling K. Brown, Chrissy Metz e Justin Hartley, nei ruoli dei tre fratelli Randall, Kate e Kevin, portano sullo schermo performance che sono un vero e proprio tour de force emotivo. Brown, in particolare, con il suo ritratto di Randall, un uomo in perenne ricerca di se stesso, riesce a trasmettere una gamma di emozioni che va dalla gioia più pura al dolore più straziante, il tutto con una autenticità disarmante.
Inoltre è pazzesco come ogni episodio ci siano nuovi personaggi con cui il pubblico entra in sintonia, nonostante il breve cameo. Questa serie è fatta di persone, di relazioni ed emozioni.
Lacrime e Risate: L'Essenza di "This Is Us"
Perché guardare "This Is Us" è come una seduta di terapia (ma più economica)
Ogni episodio di "This Is Us" è un viaggio emotivo. La serie riesce a bilanciare perfettamente momenti di strazio con attimi di pura gioia, creando un ritratto della vita che è tanto realistico quanto edificante.
Le storie dei Pearson ci ricordano che, nonostante le difficoltà e le tragedie, c'è sempre spazio per l'amore, la redenzione e la crescita personale. "This Is Us" non è solo una serie televisiva, è una lezione di vita. Ci insegna che ogni esperienza, buona o cattiva, ci forma e ci rende ciò che siamo.
È un promemoria costante che, non importa quanto oscura possa sembrare la notte, il sole risorge sempre. E noi, con i nostri fazzoletti pronti, siamo qui per viverla insieme a loro. Personalmente credo che sia una delle serie TV drammatiche più belle ed emozionanti che io abbia mai visto. Sicuramente farò un rewatch molto presto.
Spero che anche voi abbiate apprezzato This Is Us e se non l'avete ancora visto...correte!
Per altri contenuti tenete d'occhio i miei ultimi post. Stay Emotional!
La vostra EasyTears
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corciano-trasimeno-online · 9 months ago
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Esperienze immersive al Museo della pesca di San Feliciano Immergersi con tutti i sensi nel meraviglioso mondo lacustre grazie a nuove tecnologie che hanno consentito la realizzazione di una sala multimediale ...
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giancarlonicoli · 9 months ago
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24 feb 2024 10:00
“TUTTO NEL PERCORSO DELLA COPPIA FERRAGNEZ È DIVENTATO UN OGGETTO DI CONSUMO” – STEFANO FELTRI: “SE VOLETE CAPIRE QUELLO CHE STA SUCCEDENDO TRA I FERRAGNEZ AVETE DUE POSSIBILITÀ: LEGGERE DAGOSPIA PER TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SULLA ROTTURA DELLA COPPIA PIÙ FAMOSA D’ITALIA E LEGGERE IL NUOVO SAGGIO DI BYUNG-CHUL HAN, ‘LA CRISI DELLA NARRAZIONE’. È UN TESTO CONTRO IL TENTATIVO DI TRASFORMARE LA NARRAZIONE IN UNA PRATICA COMMERCIALE. IN PRATICA, È UN LIBRO CONTRO I FERRAGNEZ…” -
Estratto dell’articolo di Stefano Feltri per “Appunti”
Se volete capire quello che sta succedendo tra i Ferragnez avete due possibilità: leggere Dagospia per tutti gli aggiornamenti sulla rottura della coppia più famosa d’Italia, oppure leggere il nuovo saggio di Byung-Chul Han uscito con perfetto tempismo in questi giorni per Einaudi: La crisi della narrazione  - Informazione, politica e vita quotidiana.
I libri di Byung-Chul Han hanno due caratteristiche che ne spiegano il notevole successo, che mi pare sia perfino maggiore in Italia che nel suo paese d’origine (è nato in Corea del Sud, ma la sua carriera è tedesca).
Prima caratteristica: sono brevi e accessibili, la seconda è che in poche pagine scarnificano il contemporaneo per lasciarne esposto il nucleo di senso. O, più spesso, la sua mancanza di senso.
Questo è un libro contro lo storytelling, contro il tentativo di trasformare la narrazione in una pratica commerciale. In pratica, è un libro contro i Ferragnez.
“I racconti rendono possibile l’emergere di una comunità. Lo storytelling, di contro, dà forma solo a una community, che è la versione mercificata della comunità, perché non è composta da individui ma da consumatori.
E i consumatori - osserva Byung-Chul Han, sono solitari, vivono nel perimetro ristretto del loro schermo touch, mentre le comunità fondate sulla narrazione si raccoglievano intorno a un fuoco - reale o metaforico - e costruivano la propria identità collettiva ma anche individuale sulle narrazioni condivise.
Se cercate una sentenza inappellabile su quello che è stato il fenomeno dei Ferragnez, eccola, sempre da Byung-Chul Han: “Lo storytelling produce racconti che hanno la forma di oggetti di consumo”.
Tutto nel percorso della coppia Ferragnez è diventato un oggetto di consumo: la narrazione serviva a giustificare il product placement, perfino il matrimonio era un evento per attirare brand interessati alla sponsorizzazione.
L’amore tra i due è nato per una canzone di Fedez sull’immaginario papillon di marca Louis Vuitton del cane di Chiara Ferragni (storytelling + brand), si è sviluppato con una conversazione via Snapchat (conversazione compattata in modalità proto-social), si è poi sviluppato in diretta Instagram, è stato santificato da una fiction (lo storytelling che prova a diventare realtà attraverso uno storytelling al quadrato) e pare si chiuderà con una intervista televisiva di Chiara Ferragni da Fabio Fazio, assai appetibile per gli investitori pubblicitari.
La fine dell’empatia
Tra i tanti commenti alla rottura di quella che è pur sempre una giovane coppia con due bimbi piccoli, non ho letto una sola parola di comprensione per l’inevitabile sofferenza di tutte le parti coinvolte.
Che la colpa sia di lui, di lei, di entrambi, dell’assistente di lui, del manager di lei o di chiunque altro, come è possibile che nessuno si soffermi sull’aspetto emozionale?
La maggior parte delle conversazioni social verte sul dilemma se anche questa sia una strategia di marketing - uno storytelling commerciale - per salvare il valore dei due marchi separati, visto che insieme si stavano danneggiando.
Di nuovo Byung-Chul Han: “La perdita di empatia che caratterizza l’era degli smartphone è un chiaro segnale che lo smartphone non è un medium narrativo. Ed è proprio il suo dispositivo tecnico a ostacolare la pratica di raccontare storie”. […]
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olitaly · 1 year ago
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tempi-dispari · 1 year ago
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IMO: dell'inutilità dei live...report
Lo so, il titolo è provocatorio. Ma essere politicamente corretti non sempre paga. Iniziamo a sgomberare il campo da interpretazioni negative. I live report non sono inutili tout court, lo sono fatti in maniera canonica. È innegabile, lo sappiamo, lo vediamo, lo viviamo ogni giorno. Il mondo della comunicazione è cambiato. E con esso sono cambiati anche i metodi di comunicare. Ai concerti c’è un numero sempre crescente di persone che fanno foto, video, dirette e chi più ne ha più ne metta.
A che cosa serve che un magazine faccia la stessa cosa? Per raccontarlo a chi non c’era? Non è più semplice trovare il materiale in rete? Qual è la differenza tra quello che possiamo pubblicare noi e quello che mette fuori l’organizzazione? Se le immagini/video proposti dalle riviste e dai siti fossero sempre fatti da professionisti si potrebbe anche notare una certa differenza. Ma così non è. Sottopalco, sempre più spesso, ci sono persone che hanno la passione per la fotografia/video.
Nella vita di tutti i giorni, però, svolgono mestieri differenti. Quindi? Tanto vale proporre delle immagini che poco si discostano dal marasma che c’è in rete. Passiamo ora alla narrazione degli eventi, alla parte scritta. Questa deve per forza essere emozionale ed emozionante. Uno sterile racconto di ciò che è accaduto lascia il tempo che trova. Se voglio avere un riscontro di quanto letto ho a disposizione centinaia di immagini, di video, che lo testimoniano. Cosa mi dà un elenco di fatti? Come si può uscire da questo empasse? Dal mio punto di vista, solo in un modo.
Vivendo i concerti e, conseguenzialmente, facendoli vivere a chi non c’era e, perché no, anche a chi c’era. In che modo? Documentando l’atmosfera, facendo parlare le band, le persone, chi ha organizzato. Questo si che sarebbe un live report degno. I concerti vanno frequentati. Soprattutto, a rischio di ripetermi, vanno vissuti. Leggerli da qualche parte, lo sappiamo, non è la stessa cosa. Vedere come i presenti, tutti i presenti, lo hanno vissuto invece può trasmetterci delle emozioni.
Perché cerchiamo i video fatti dagli spettatori? Semplice, perché sono reali. Sono il racconto ci ciò che effettivamente è accaduto. Senza filtri, senza censure. A chi si occupa, in maniera più o meno professionale, di raccontare un evento è questo l’aspetto che serve. Esiste, dunque, un modo per poter arrivare a questo fine? Ossia far vivere una manifestazione dall’interno? Si. Riprendere ciò che avviene dietro le quinte, là dove uno spettatore non può arrivare.
Intervistare i gruppi, prima e dopo le esibizioni. Far spiegare a chi organizza perché ha scelto quella determinata formula, il motivo del bill. Far esprimere, perché no, anche le difficoltà incontrate. Lasciare interagire gli intervenuti con chi salirà sul palco. Sono tutti elementi che formano il quadro generale di ciò che poi accadrà sullo stage. Il live report, deve, quindi, essere immersivo, come richiede oggi la comunicazione. Non possiamo, poi, trascurare l’aspetto promozionale dei concerti stessi. Lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle.
Se un appuntamento non ci viene ricordato mille volte, viene sommerso dalla miriade di notizie che passano sul web. Quindi che senso ha, per chi organizza e per chi ne parla, pubblicizzarlo una singola volta? Sappiamo bene che gli avvisi estemporanei non portano da nessuna parte. La soluzione? Parlarne, parlarne di nuovo e parlarne ancora. Fino allo sfinimento. E i modi ci sono. Internet ce ne dà tutte le possibilità. Sta a noi sfruttarle al meglio.
Motivo per cui la cartellonistica tradizionale, che che se ne dica, funziona ancora molto bene. Passo un giorno per una strada e vedo il manifesto di un concerto. Il giorno dopo è ancora li. Quello successivo, anche. Così per una settimana. Vuoi che non mi resti impresso? Ovvio, deve avere qualcosa che attira la mia attenzione, ma in ogni caso la ripetizione mi porta quanto meno a richiamarlo alle mente. Magari quando arriverà il giorno prefissato, non avendo ancora deciso cosa fare quella sera, ricorderò quel manifesto e l’evento di cui parlava e ci andrò.
Viene da sé che stiamo ‘estremizzando’. Ovvio che non tutti hanno le possibilità non solo di far stampare delle locandine, ma anche di affiggerle per un determinato periodo. E qui si torna alla rete e alle possibilità che offre. Certo, è un impegno, uno ‘sbattimento’ per tutti. Per chi organizza, chi suona, chi partecipa. Soprattutto, è un lavoro impegnativo per gli operatori della comunicazione. È il motivo che mi fa dire che i concerti gratuiti non sono corretti. Non lo sono per molti motivi.
Il primo, non riconoscono l’impegno e il lavoro di chi lo ha organizzato e delle band che ci suonano. Fosse anche un euro, ma un biglietto ci deve essere. Anche se chi ha organizzato fa un mestiere diverso nella vita reale, ha comunque impegnato tempo, lavoro, soldi. Perché non dovrebbe almeno vedere riconosciuto questo aspetto anche economicamente? Non si tratta di speculare. Parliamo solo di dare il giusto rilievo all’impegno di tutti. Diversamente rientriamo nella categoria dei persone che sfrutta il lavoro altrui.
Anche chi riesce ad autofinanziarsi, a sostenere grazie ad altre entrate il costo di un evento, sarebbe giusto mettesse un biglietto simbolico. Gli eventi gratuiti, dovrebbero essere altri. Le feste di paese, le sagre del tortellino, quella della porchetta. Il festival revival anni ’80. il loro scopo è attirare persone. Grazie al numero di presenti riescono a coprire le spese. Un concerto ha uno scopo diverso.
Offre la possibilità ad un artista, ad una band, di poter diffondere la propria arte, la propria musica. Ed è giusto lo faccia con chi è davvero interessato, che quell’euro lo paga volentieri. E qui torniamo all’origine. Ossia, alla pubblicizzazione degli eventi, al modo di parlarne, di raccontali. Per attirare persone ad un concerto servono tutti questi elementi.
E non sono teorie campate per aria. È la strategia che nel mainstream funziona. Che riempie i palazzetti, se non gli stadi. Se i Metallica non avessero martellato con le campagne social, con la presenza sul web praticamente quotidiana, magari non sarebbero riusciti a fare il tutto esaurito ad ogni data. Forse avrebbero venduto anche meno copie dell’ultimo disco.
Ma a furia di insistere, hanno convinto che il disco è buono e che vale la pena vederli dal vivo anche se hanno più di 60nni. Vero, nessuno ha le loro possibilità, ma abbiamo le idee. Questa sono gratis. Costano solo a livello di impegno e di tempo. Sebbene il tempo sia la nostra risorsa più preziosa. Il punto sta nel non sprecarlo. E noi non vogliamo più buttarlo via. Se vogliamo che il nostro mondo faccia il famoso e famigerato salto di qualità aprendosi ad un pubblico più ampio, è un passaggio indispensabile.
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personal-reporter · 1 year ago
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Video fai da te: perchè sbagliate a non affidarvi a professionisti
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Con l'accesso sempre più diffuso a telefoni cellulari e videocamere di alta qualità, molte persone si sono avventurate nell'ambito della produzione video, pensando di poter ottenere risultati professionali senza dover ricorrere a esperti del settore. Tuttavia, ci sono diverse ragioni per cui affidarsi a professionisti del video non solo è la scelta migliore per ottenere un prodotto di qualità ma limiterà i danni che vi provocherete se vi ostinate a voler fare le cose da soli e senza esperienza. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui sbagliate a non affidarvi a professionisti per la produzione di video e capirete che investire pochi euro vi servirà a guadagnarne migliaia... Non pensate che sia "solo un video" e che non farete tanti danni, perchè qualunque sia la motivazione per la quale lo state realizzando, state dicendo al Mondo intero "questoa sono io" e "questa è la mia professionalità". Certo che se avete meno di 16 anni cambia tutto... Prima di tutto, è importante sottolineare che la produzione di video richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle tecniche di ripresa, dell'illuminazione, del montaggio e della post-produzione. Un professionista del video ha studiato e acquisito queste competenze nel corso degli anni, attraverso la formazione e l'esperienza pratica. La realizzazione di un video di qualità richiede una serie di decisioni tecniche e artistiche che solo un esperto può prendere con successo. Un altro aspetto importante è la qualità dell'attrezzatura utilizzata. Mentre i telefoni cellulari e le videocamere amatoriali possono registrare video di buona qualità, non sono in grado di competere con l'equipaggiamento professionale utilizzato dai video e filmaker. Professionisti del video utilizzano telecamere di alta qualità, obiettivi specializzati, microfoni di registrazione professionale e attrezzature di illuminazione avanzate per garantire un'immagine e un audio di qualità superiore. Questo si traduce in video più nitidi, colori più vivaci e audio pulito, elementi essenziali per coinvolgere il pubblico. Oltre alla qualità tecnica, un professionista del video può apportare un valore aggiunto attraverso la loro esperienza nella narrazione visiva. La creazione di un video coinvolgente richiede una storia ben strutturata, una regia attenta e una cura per i dettagli che solo un professionista può fornire, sa come creare un'esperienza emozionale attraverso l'uso di inquadrature, movimenti di macchina e tempi di montaggio adeguati. Questo è particolarmente importante se si desidera comunicare un messaggio specifico o promuovere un prodotto o un servizio in modo efficace. La post-produzione è un'altra fase cruciale nella produzione video. Il montaggio, l'aggiunta di effetti speciali, l'editing audio e la correzione del colore richiedono competenze specifiche e l'uso di software professionale. Un professionista esperto sa come rendere il video coerente, fluido e professionale durante questa fase. Mentre ci sono molti strumenti di editing video disponibili per il pubblico generale, solo un professionista del video può offrire quel livello di perfezione che fa davvero la differenza. La distribuzione e la promozione del video sono aspetti fondamentali per ottenere visibilità e successo. Un professionista del video può consigliarvi sulla strategia di marketing più adatta per raggiungere il vostro pubblico di riferimento e può fornire suggerimenti per ottimizzare la vostra presenza sui social media e sui motori di ricerca. Questo può aumentare la visibilità del vostro video e far sì che raggiunga un pubblico più ampio. Un altro aspetto importante da considerare è la reputazione e l'impatto professionale che un video ben realizzato può avere sulla vostra immagine aziendale o personale. Un video di qualità inferiore può avere l'effetto opposto e riflettersi negativamente sulla vostra immagine e credibilità. Al contrario, un video professionale e ben curato può trasmettere un'immagine di professionalità, competenza ed esperienza. I professionisti del video conoscono le migliori pratiche e le tendenze del settore, e sono in grado di creare un prodotto che si distingue dalla massa e cattura l'attenzione del pubblico. Inoltre, se il vostro obiettivo è utilizzare il video come strumento di marketing per promuovere un prodotto, un servizio o la vostra azienda, è fondamentale che il video si distingua e si posizioni al meglio rispetto alla concorrenza. Un professionista può aiutarvi a sviluppare una strategia di marketing video efficace, identificando gli elementi chiave da mettere in evidenza e creando un video che risuoni con il vostro pubblico di riferimento. In questo modo, il video può diventare uno strumento potente per attrarre nuovi clienti, aumentare le vendite e migliorare la vostra presenza online, ma può anche distruggere completamente un Brand, prodotto, reputazione. Un consiglio? Guardate il sito www.vibra.site, negli anni hanno realizzato campagne, spot, dirette streaming, video reportage, promozionali e turistici, adeguandosi alle esigenze e ai budget che spesso erano ridotti, ma che, con una visione ampia e su lungo tempo, hanno sempre gratificato sia il richiedente che il fornitore del servizio. Read the full article
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paoloferrario · 2 years ago
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Significati e potere di lettura e narrazione nel lavoro di cura con anziani ospiti di residenza, di Federica Falzone, in Luoghi della Cura, febbraio 2023
Significati e potere di lettura e narrazione nel lavoro di cura con anziani ospiti di residenza di Federica Falzone La narrazione è esperienza ricorrente nel tempo, che attraversa la vita di tutti e svariate discipline, aprendo finestre di comprensione cognitiva ed empatica, di comunicazione emozionale, di crescita individuale e collettiva… Continua a leggere
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abr · 2 years ago
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Come prepararsi all'orrore imminente di un trionfo dell'Argentina ai Mondiali
(...) Il fatto è che Messi è in finale di Coppa del Mondo con una squadra che gioca di merda, e cosa gli vuoi dire?
Tutto questo però ha trasformato il numero 10 stipendiato dal Qatar in Roberto Saviano: qualsiasi cosa dica o faccia è giusta, inattaccabile, perfetta, indenunciabile. Assistiamo a scene in confronto alle quali le urla di Adani col mate in mano sembrano telecronache di Sandro Ciotti: dopo il 3-0 alla Croazia in semifinale (quando Leo ha moltiplicato anche gli avversari scartati nell’immaginario dei suoi fan sbrodolanti) la giornalista Sofi Martinez Mateos invece di fargli una domanda lo ha soltanto ringraziato, e nella narrazione emozionale della Gazzetta è diventata “la toccante dedica” della bordocampista argentina.
Da giorni non facciamo che leggere l’elenco dei suoi record, e poiché l’essere umano è fondamentalmente una merda, trasuda ovunque la goduria per la caduta del suo avversario di sempre, Cristiano Ronaldo. Gli stessi che nel 2018 davano Messi per depresso e sconfitto, ora affollano il suo carro manco fosse il bancone di un pub che offre da bere gratis.
Se domenica vincerà il Mondiale non ci libereremo più della retorica maradoniana e maradonista, dei Cazzullo che gli dedicheranno libri e dei pizzicamerda che si affretteranno a spiegarci che no, la vittoria di Diego era un’altra cosa. Anche per questo prego e bevo affinché l’Argentina non vinca il Mondiale, ma mi preparo all’orrore imminente di un trionfo dell’Albiceleste, sperando che le scorte di brandy bastino per dimenticare.
via https://www.ilfoglio.it/sport/2022/12/15/news/come-prepararsi-all-orrore-imminente-di-un-trionfo-dell-argentina-ai-mondiali-4765130/
Come sempre condivisibile Jack O'Malley gentiluomo originale e originario, anticipatore dell'emergere consolatorio, tra tanti carciofi e caproni, dei Boni Castellane - teniamo fuori da ogni graduatoria e paragone l'indiscusso e irraggiungibile Mastro Langone.
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"Nel mare c'è la sete" di Erica MouUna storia di relazioni, segreti e scoperte inattese. Recensione di Alessandria today
"Nel mare c'è la sete", pubblicato il 12 marzo 2020 da Erica Mou, è un romanzo che esplora le dinamiche complesse delle relazioni amorose, familiari e personali.
“Nel mare c’è la sete“, pubblicato il 12 marzo 2020 da Erica Mou, è un romanzo che esplora le dinamiche complesse delle relazioni amorose, familiari e personali. La protagonista, Maria, conduce una vita apparentemente normale, gestendo un negozio dove crea regali speciali per chi non ha il tempo o la capacità di farlo. Tuttavia, la sua esistenza è segnata da un trauma irrisolto: anni prima, ha…
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chicklit-or-chocolate · 3 months ago
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Sono in assoluta fissa con questo brano da tre giorni, e ora mi è ben chiaro il motivo leggendo questa spiegazione che ne ha dato.... (fonte: Musica&Memoria): "« Ti sento è la classica canzone scritta in doppia chiave di lettura. La parte letteraria del brano nasce da un’idea di Aldo (Stellita) e nella fase iniziale comprendeva un’unica accezione, ovvero quella di descrizione dell’intimo tormento emozionale che ogni autore vive nei confronti della propria ispirazione. Decidemmo poi (tra l’altro proprio su mia insistente richiesta) di rifinire e concludere i versi strizzando l’occhio anche ad una chiave di lettura più classica, ovvero quella relativa al rapporto sentimentale di coppia. Il risultato finale dovrebbe quindi permettere di poter giocare continuamente ���con” e “tra” le righe della canzone; allo stesso modo, il dipanarsi della narrazione dovrebbe, almeno nelle intenzioni degli autori, far sentire indifferentemente a proprio agio l’ascoltatore/lettore, sia nell’ambito di una vera e propria invocazione alla Musa, che nello spingersi a scandagliare alcune dinamiche proprie delle interrelazioni amorose.".
Dietro la lettura romantica e emozionale si nasconde il dialogo con quello che ci anima quando facciamo qualcosa di bello (o ci proviamo).
youtube
La parola non ha Né sapore, né idea Ma due occhi invadenti Petali d'orchidea
Se non hai Anima, ah
Ti sento La musica si muove appena Ma è un mondo che mi scoppia dentro
Ti sento Un brivido lungo la schiena Un colpo che fa pieno centro
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami
Che mi resta di te Della mia poesia Mentre l'ombra del sonno Lenta scivola via
Se non hai Anima, ah
Ti sento Bellissima statua sommersa Seduti, sdraiati, impacciati
Ti sento Atlantide, isola persa Amanti soltanto accennati
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami o no?
Ti sento Deserto, lontano miraggio La sabbia che vuole accecarmi
Ti sento Nell'aria un amore selvaggio Vorrei, vorrei incontrarti
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami o no?
Ti sento Vorrei incontrarti
Mi ami o no? Mi ami o no? Oh, oh, oh-oh Oh, oh-oh-oh
Se dovessi descrivere il mio sentimento per la mia città canterei questa canzone.
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susieporta · 5 months ago
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Fante di Denari
"Oltre l'Orizzonte e più in là".
Mentre il Cielo si orienta verso nuove Direzioni, a noi non resta altro che assecondare il movimento di Presenza. E seguire il Flusso della Vita.
Da mesi oramai, stiamo affrontando un processo di auto-conoscenza e guarigione davvero profondo e imponente, con inestimabili attimi di "chiarimento interiore" e regolazione del sistema emozionale.
"Ciò che è stato" ci ha feriti nel profondo. Quanto in profondità, lo stiamo consapevolizzando fino in fondo solo adesso.
Ci sono traumi che hanno lasciato tracce indelebili nel nostro organismo. Ci hanno tolto il respiro e alimentato ansia e panico.
Alcune Ferite hanno sanguinato indisturbate per decenni, danneggiando il funzionamento del nostro sistema immunitario, i nostri organi vitali, il nostro equilibrio psichico.
Abbiamo segni sparsi un po' ovunque sul nostro Corpo, cicatrici che fatichiamo ad accettare, stati d'animo che ancora ritornano inaspettatamente a disturbare il nostro sonno. E spesso anche la veglia.
Ma siamo ancora qui.
Forti, coraggiosi, integri e combattivi.
E pensavamo di non poterci più concedere all'Amore.
L'Amore era divenuta "criptonite" per noi.
Ed invece Giugno ci ha regalato un'ondata anomala di Amor proprio, di sincero affetto per noi stessi, di compassione e tenerezza per i nostri vissuti di dolore e di colpa.
E quando l'Amore rinasce dalle sue ceneri, il Corpo ricomincia a fiorire, a risvegliarsi dalla sua prigione di malattia e a muovere i primi innovativi cambiamenti che, se all'inizio sembrano solo altri attacchi dolorosi al Sistema, in realtà sono imponenti processi espulsivi delle tossine e dei residui tossici del Passato.
Stiamo per offrirci un'altra chance. E stiamo preparando il terreno per accoglierla.
Questa trasformazione può avvenire a qualsiasi età.
La Mente sostiene che è tardi. Ma noi siamo Anime Antiche. Per noi il tardi equivale all'Infinito.
Non è mai "tardi". Per nessuna scelta di Vita.
E' la "logica di struttura" che non accetta "l'impertinenza dell'Anima". E la frena in ogni suo movimento di trasformazione.
La Mente dice: "Ma dove vuoi andare?".
E l'Anima risponde: "Oltre l'infinito orizzonte del Mare".
Ed è lì che ci ritroveremo a Luglio. Ad abbandonare la Riva per scoprire se questo Orizzonte è davvero così irraggiungibile.
Ci attendono scelte interiori forti.
E saranno avvallate e assecondate dalle potenti energie che si stanno per scaricare sulla Terra.
Non è la Mente che governerà i nostri passi. E neanche la sua immaturità del Passato.
Per troppo tempo il termine Responsabilità ha assunto il significato distorto di "Obbedienza" nelle nostre Vite.
Ci consideravamo uomini e donne di "valore" per aver sostenuto e alimentato la narrazione del Sistema.
E mentre ci ripetevamo fino allo sfinimento che "è giusto così", che "è normale che sia così", sapevamo in realtà di essere "comodamente" seduti sopra la polveriera di noi stessi, abbarbicati alle pendici del Vulcano della nostra sofferenza.
Ci barricavamo dietro a scelte "comode", atterriti dal giudizio degli altri e corrosi dalla nostra insicurezza.
Non volevamo deludere nessuno. Non potevamo. Ci faceva sentire abbandonati, fragili, incompresi e soli.
Ed alla fine sacrificavamo noi stessi, con scelte obbligate, autolesive e castranti. Convinti ancora che quello fosse il massimo bene per noi. Non lo era. Era il bene per il Sistema. Era funzionale ad alimentare la disfunzione del Teatrino.
Era la Morte in Vita dei nostri desideri e talenti.
Relazioni malate. Quante ne abbiamo avute! Un album zeppo di disagio.
Tutti. Nessuno escluso.
Ora il "registro cambia".
Le Energie ci portano "oltre".
La possibilità c'è. Si può aprire la copertina del nuovo Libro interiore e scrivere una nuova appassionante Storia.
La nostra finalmente.
Indifferente dove vi trovate oggi.
"Dove siete oggi, non sarete domani". Questa è l'unica certezza offerta dal nuovo Viaggio.
Munitevi del solito zaino. Riportatelo alle spalle. La pausa introspettiva è pressoché conclusa. Ancora qualche giorno intimista e poi "si torna nella Materia".
Luglio ci vuole motivati e pronti all'avventura e alla piena manifestazione dei nostri Doni.
Sarà il mese dei "messaggi inattesi". Quelli che ti cambiano la prospettiva. Sarà il mese della nuova Identità.
I parametri di giudizio interiori subiranno una Rivoluzione, le inespugnabili credenze distorte su noi stessi inizieranno a barcollare e la nostra immagine riflessa allo specchio si riempirà di nuova Luce.
Sarà "una giostra" piuttosto coinvolgente.
Un bel respiro. E si va.
Mirtilla Esmeralda
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atelierdart · 3 years ago
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VIRTUAL ART EXHIBITION- EMOTION INSIDE ___ @alessandroandreuccettiart Amazzone Tecnica: Acrilici su piastra di ceramica 60x60 cm ___ Intensa è la narrazione emozionale che si cela nell'opera Amazzone di Alessandro Andreuccetti. L'artista indaga sulla commistione fra natura ed essenza umana, essenziali per la vita spirituale e fenomenica del singolo individuo. Interessante la lavorazione materica che prende vita dallo sfondo evanescente su cui si libra la figura femminile sul cavallo, essa risulta libera, dinamica, evoca quella spensieratezza primordiale della vita umana. La lavorazione su piastra di ceramica fa vibrare le cromie plasmando una narrazione fluida e armonica che si anima mediante campiture dinamiche nella coesistenza fra lo studio lineare delle figure e la valenza astratta delle cromie che evocando quelle nature emozionali tipiche della poetica di Andreuccetti. L'opera si pone come una narrazione introspettiva che riverbera nella simbologia dell'amazzone quale donna guerriera, libera, caratterizzata da un'anima battagliera e dallo slancio vitale dell'essenza umana. . .⁣ .⁣ .⁣ .⁣ #art #explore #explorepage #explorepageready #explorer #explorerpage #exploretheworld #foryou #fyp #landscape #likeforlikes #love #music #naturephotography #reels #tiktok #travelgram #travelphotography #trending #viral #wanderlust #اكسبلور #instagood #instareels #trend #reelsdaily #foryoupage #reelsdance #instagramreels #fashion via @hashtagexpert (presso Maremma Tuscany) https://www.instagram.com/p/CWTcip0NkT8/?utm_medium=tumblr
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morelin · 4 years ago
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WiMu
Chi mi conosce sa che sono astemia e quindi si starà domandando cosa ci faccio al WiMu, il Museo del Vino :-) Innanzitutto la cultura è sempre cultura anche se alcolica, il museo è innovativo e poi nel periodo autunnale i vigneti si tingono di colori fantastici. Se anche voi concordate che queste sono motivazioni più che valide per visitarlo, proseguite la lettura.
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Il WiMu è un museo del vino che si trova nel Castello Falletti a Barolo (Cuneo), tra i famosi vigneti delle Langhe. E’ innovativo perchè non ha lo scopo di spiegare le diverse fasi della produzione come di solito accade in questo tipo di musei ma si concentra sugli aspetti culturali narrando il rapporto tra l’uomo e questa preziosa bevanda.
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Inoltre, la narrazione è un viaggio emozionale ed interattivo (ed io amo particolarmente questi percorsi) ideato da François Confino, uno fra i più apprezzati specialisti al mondo in allestimenti museali.
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Il piano nobile del castello celebra invece la storia dei marchesi Falletti, figure fondamentali nella creazione del vino barolo, e dei loro prestigiosi ospiti tra i quali Silvio Pellico che qui fu bibliotecario e del quale è possibile vedere la camera-studio.
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La marchesa Giulia era particolarmente dedita alla filantropia a favore delle persone più deboli e tra le sue attività vi è anche la trasformazione del castello in Collegio Barolo; infatti, nel seminterrato è stata ricostruita un’aula dove vi attende un maestro virtuale.
Non perdetevi poi il panorama visibile dalla terrazza: un tripudio di colori nel periodo autunnale!
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