#narrativa di valori
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Un viaggio tra amore e amicizia con "Hotel Angela" di Silvano Adami. Il nuovo romanzo che intreccia ricordi e valori senza tempo
“Hotel Angela”, l’ultima opera di Silvano Adami, è un tuffo nella memoria e nei sentimenti più puri, pubblicata nella prestigiosa collana “I Diamanti della Narrativa” di Aletti Editore.
“Hotel Angela”, l’ultima opera di Silvano Adami, è un tuffo nella memoria e nei sentimenti più puri, pubblicata nella prestigiosa collana “I Diamanti della Narrativa” di Aletti Editore. Questo libro attraversa settant’anni di storia, dalla Seconda Guerra Mondiale ai primi anni 2000, raccontando di un hotel che diventa simbolo di un amore eterno e di un’amicizia indissolubile. Il protagonista, un…
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abr · 1 year ago
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Le parole sono importanti (cit.)
Secondo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
MATRIMONIO: in tempi d'attacco al divorzio a mezzo spot Esselunga (a che livelli sono scesi i sapientoni preoccupatoni), andiamo a Wikipedia refugium ignorantorum standardorum:
"Il termine deriva dal latino  matrimonium, unione di due parole latine, mater ("madre", "genitrice") e munus ("compito", "dovere"); il matrimonium era, nel diritto romano, un "compito della madre". Un DOVERE, un vincolo.
Il Consensus su tale significato è diffuso, è la vulgata da inzegnandi medi, persino Accademia della Crusca. Però però, qualche sospetto ai più curiosi cultori del latinourm viene: è monium non munus, e poi munus stesso non è dovere ma compenso - come in res-munero. Puzza di piccola truffetta sul senso, da desiderio forzato nella realtà come avviene di frequente in queste epoche ignoranti. Ci arriviamo.
Partiamo dall'inizio, senza confutare la Crusca facciamo detonare la bomba: non si scappa dal fatto che in "matrimonio" di SOGGETTI ce n'è SOLO UNO: MATER. Significa che il matrimonio NON è un uomo e 'na donna, tantomeno un dante e un prendente omnigender: "quel che conta è solo l'ammore" c'entra un caxxo (per stare in tema). Il significato (logos: sia parola che concetto) della parola matrimonio parte e finisce con LA MADRE, cioè la donna che porta in sé e mette al mondo un bambino, punto e a capo.
Ciò stabilito e scusate se è poco, veniamo al secondo componente, il "monium". Spoiler: significa l'opposto della vulgata diffusa. Il suffisso indica etimologicamente il compimento di una azione: come in Patrimonio, Testimonio, Mercimonio etc., significa "relativo a", ciò che Pater, Teste, Merce - o MATER - detiene e caratterizza: IL SUO.
Mater Monium quindi è ciò che appartiene a e caratterizza la madre. Conferma che il soggetto del matrimonio è la madre ed è senso sottilmente ma radicalmente opposto a quello di "compito, dovere" inferito ex post perché "je tornava". Al contrario si tratta più di un credito, di una garanzia o come si dice oggi, di un Diritto. Vantato ed esatto - nel senso di "esigiuto" - dalla Mater nei confronti del marito davanti a tutta la comunità, per il fatto stesso di mettere al mondo la prole.
Se ne deduce, sul lato mondano esser corretto che il Matrimonio sia il giornochiubbello suo di lei e basta (acquisisce diritti, potenzialmente); sul piano sostanziale si ricava che un matrimonio senza madre - con Genitori 1 e 2 - è peggio di un ossimoro: è un nonsense, un gioco o una TRUFFA. Trovategli un altro nome: suggerisco amoronio.
Potenti i significati eh?
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
ANTICHE TECNICHE, ANTICHE SENSIBILITA'
La ceramica antica non è appassionante poichè appare ornamento di un oggetto che riveste ben altre utilità. Eppure possiede una notevole importanza per l'archeologia e la conoscenza del passato: la ceramica è il più delle volte "databile" e grazie a questa caratteristica diviene uno strumento "datante". Eccone un esempio. Sul cratere, datato al 515 a.C., conservato nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, Euphronios narra l’epilogo della vicenda terrena di Sarpedonte, re licio figlio di Zeus e di Laodamia, caduto durante la guerra di Troia come avversario del fronte acheo, il cui cadavere, riverso e possente, viene trasportato, al cospetto di due guerrieri situati alle due estremità della scena, da Thanatos (la morte) e Hypnos (il sonno, personificazione di un concetto di origine presocratica).  Ermes, riconoscibile dal caduceo che porta in mano, assiste all'atto pietoso: la caratterizzazione dei personaggi è un’altra dote della ceramografia narrativa rivelata attraverso le “figure rosse”.  Ma i limiti dell’espressività delle figure nere sono superati anche attraverso dettagli che acquisiscono consistenza materiale, imprimendo alle rappresentazioni la consistenza di “apparizioni”, luce in rilievo dal fondo acronico di un tempo mitico.  Perché, a ben vedere, la coniugazione tra il nero del fondo e le figure che su di esso si stagliano, produce un effetto visivo di forte impatto, l'emergere dal “nulla” della vita che s'impone allo spettatore come espressione di un monito, di un messaggio filtrato attraverso la sintesi delle immagini, di un atto di comunicazione che diviene testo retorico e convenzionale dei valori ideali della polis. Il tema è originalissimo e quindi di raro uso.  Ed è conciliatorio: il cratere porta impressa la rappresentazione dell’omaggio funebre che supera la consueta distinzione tra alleato e nemico per raccogliersi intorno alla condizione ineluttabile dell’abbandono dell’esistenza terrena di un combattente valoroso.  Con il dio Ermes, invisibile - lo è, nell'espressione simbolica, grazie all’elmo che indossa - che solleva la mano ad indicare l’ascesa del guerriero verso la trascendenza. Il cratere a calice è attribuito ad Euphronios in qualità di ceramografo (agì tra il 520 ed il 500) e ad Euxitheos come vasaio. La produzione di ceramiche a figure rosse rappresenta il punto d’arrivo di un lungo ed intenso processo di raffigurazione narrativa sorto nel c.d. periodo protoattico dell’età orientalizzante allocabile nel VII sec. a.C. (700-625 a.C.) e giunto fino agli anni 530-525 a.C. ai quali si fa risalire convenzionalmente l’invenzione della nuova tecnica che prevede superfici vive risparmiate stagliate su un fondo trattato con vernice nera brillante.  Su questi spazi la raffigurazione interamente pittorica scopre la luce delle immagini prima campite, al contrario, con vernice nera ed incisioni necessarie a fornire i dettagli anatomici dei corpi.  La tecnica a figure nere, più antica e diffusa, risalente alle opere del pittore di Nesso, continuò a convivere a lungo con il nuovo “stile” a figure rosse (così definite poiché le superfici dell’argilla lasciate libere dalla campitura nera del fondo assumono, a seguito della cottura, un caratteristico colore rossastro) che s’impose definitivamente solo nel primo quarto del V sec. a.C.. Fino ad allora, si assiste a produzioni che rivelano la parallela persistenza (specie fuori dall’Attica) del vecchio modo e pensino la creazione di vasi “bilingui”.
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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b0ringasfuck · 11 months ago
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Retorica, Cina e a new shade of rossobrunismo nostrano
Uno dei più grossi "errori" dell'occidente è stato quello di voler insegnare agli altri un modello di sviluppo pensando di essere arrivati all'apice del raggiungibile.
Dico "errori", ma è un misto di boria e consapevolezza. Sia per ragioni interne che di politica estera. In un momento in cui il colonialismo ha ritorni sempre più bassi[*] e l'occidente è sempre più reazionario, negare l'esistenza di modelli alternativi di sviluppo ma anzi proporre il nostro come necessariamente da esportare è una necessità.
Quindi da occidentale, per quanto da un punto di vista più privilegiato di molti occidentali, sono un po' restio a mettermi a criticare la Cina. Sono decenni che presagiamo il destino nefasto della Cina dietro l'angolo e sono decenni che facciamo figure di merda. Questo anche da parte di quella sinistra che ha insistito a portare il cilicio per 30 anni per scusarsi delle colpe dei regimi dell'Europa dell'Est.
E pure in Cina sono passati dal "hide your strength, bide your time" di dengiana memoria[**] a una politica più tronfia. E anche qui, se il cuore mi dice che non sia stata una buona idea, la ragione mi suggerisce che FORSE potevano avere i loro buoni motivi.
Se è vero che in occidente abbiamo una visione molto distorta della Cina, funzionale alla narrativa della nostra classe dirigente, di un paese uniforme, che manca di creatività, una popolazione succube che pagherebbe un prezzo altissimo per qualsiasi protesta, che non discute di politica, con delle FDO intransigenti e repressive... (e NON È VERO) comincio ad avere il sospetto che una parte della popolazione cinese, in particolare la middle class, si stia un po' troppo coccolando nei suoi rapidi e recenti successi e di certo non aiutata dalla critica esterna che si è sempre dimostrata non solo faziosa ma SBAJATA, stia accettando i problemi che la Cina ha (che appunto sono un po' cazzi loro e non nostri) come "transitori" ma senza un orizzonte o un piano di risoluzione.
E penso ai ganassa che mostrano il loro parco macchine di Lamborghini e Bentley, a certi valori "tradizionali" che sebbene non abbracciati dal governo finiscono per far parte di un certo orgoglio nazionale e fin troppo spesso si sovrappongono alla stessa merda che potete trovare su Fox news e si intrecciano appunto con quella retorica di "decadenza occidentale" che piace molto all'alt-right (citatissima da Joe Rogan a Tucker Carlson sui social cinesi).
E così come c'è molta differenza tra un'immagine per altro contraddittoria di una Cina capitalista quando si tratta di pubblicizzare che "there is no alternative" e il "capitalismo cinese" o tra la propaganda attiva di Putin verso i "valori tradizionali" e una fetta di opinione pubblica cinese affascinata dagli stessi messaggi dell'alt-right...
beh... sperare che sia la Cina che porterà il sol dell'avvenire in Italia è un'altra forma di rossobrunismo a danno nostro e pure dei cinesi che spesso si affianca al portare jella all'occidente tifando "tanto peggio, tanto meglio" e oggi abbiamo il 30%+ degli italiani che votano dei fascisti dichiarati e la metà dei giovani che non votano... a proposito di traiettorie americane e del farsi ammirare come modello di sviluppo.
Aiutiamoci a casa nostra è forse il miglior sistema per esportare pace e democrazia, mettendosi nelle condizioni di essere un modello e non una contraddizione.
[*] con ritorni più alti ci potrebbe essere un minimo di "trickle down economy" e sarebbe più facile convincere la gente della bontà del nostro sistema, ma oggi il divario tra ricchi e poveri aumenta a discapito dei poveri.
[**] i cinesi per altro sono stati sinceri ammiratori dell'America delle opportunità, un'America che non c'è più.
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ilterzouomo · 1 year ago
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siamo letteralmente al negazionismo creativo, l'avessero letto quel saggio di wu ming all'ansa zioèèèè
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levysoft · 1 year ago
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[…] Nel caso specifico il ricercatore stava iniziando a lavorare sul classicone Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen quando ha deciso, per curiosità, di girare i suoi interrogativi a ChatGpt, scoprendo che la versione GPT-4 del chatbot era incredibilmente accurata sull'albero genealogico dei Bennet. Come se avesse studiato il romanzo in anticipo.
Il ricercatore ha deciso dunque di saperne di più usando il metodo che un professore di letteratura userebbe per capire se un suo studente ha letto davvero un libro o se bluffa con Wikipedia. Con il suo team ha cominciato a interrogare ChatGpt in modo massivo su una discreta quantità di testi, interrogandolo sulla conoscenza di vari libri e dando un punteggio per ognuno. Più alto era il punteggio, più era probabile che quel libro facesse parte del set di dati del software. Al termine delle sue interrogazioni Bamman ha stilato la lista dei romanzi che ChatGpt conosce meglio e che, molto probabilmente, sono stati dati in pasto al software per sviluppare conoscenze sulla sintassi e per avere informazioni sulla cultura generale e sulla letteratura.
I libri letti da Chat GPT
L'elenco dei 50 romanzi che il team di ricercatori ha scovato - pubblicato su Business Insider - ovviamente una piccola parte dell'immenso database del chatbot - comprende i libri cult della letteratura nerd: Douglas Adams con Guida Galattica per Autostoppisti, Frank Herbert e il suo Dune, George R.R. Martin e The Game of Thrones e Philip. K.. Dick con Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Non mancano anche cenni di letteratura americana come Furore di John Steinbeck o passaggi di letteratura inglese con Il Signore delle Mosche di William Golding.
Con sorpresa il team ha scoperto che i libri con la percentuale di conoscenza più alta da parte di Chat GPT sono libri di fantascienza e fantasy. In cima alla lista ci sono Harry Potter e la pietra filosofale, il primo della saga firmata da J.K. Rowling e 1984 di George Orwell. Al terzo posto c'è La compagnia dell’Anello, capostipite questa volta della saga di J.R.R. Tolkien. Ancora, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo ma anche Neuromante di Gibson e Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick, capolavori cyberpunk che, ironia della sorte, sono stati tra i primi a parlare dei pericoli intelligenza artificiale. Nella lista dei libri ci sono anche un paio di romanzi della saga di 007 di Ian Fleming, mentre tra i testi che ChatGpt conosce meno figurano Shining e I diari di Bridget Jones.
Nerd amante del fantasy e della fantascienza
“In pratica, scorrendo i titoli assimilati da ChatGpt, si scorge il profilo di un giovane adulto, mediamente colto e con una discreta passione per la narrativa fantasy e la nerd culture”, ci informano i ricercatori. Proprio il profilo degli ingegneri informatici che hanno effettivamente programmato il software.
Il team si è sicuramente divertito con un bel gioco letterario, che però nasconde quesiti dal significato sinistro, come osserva Bamman: “Le fonti su cui sono stati addestrati questi modelli di intelligenza artificiale influenzeranno il tipo di modelli stessi e i valori che presentano. Cosa succede quando un bot divora narrativa su tutti i tipi di mondi oscuri e distopici? In che modo questo genere può influenzare il comportamento di questi modelli in modi che non riguardano cose letterarie o narrative? Non abbiamo ancora la risposta a questa domanda”.
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Chi non ha messo le mani (o gli occhi) su una bella distopia ultimamente? La distopia negli ultimi dieci-quindici anni è diventato un genere accettato dalla cultura mainstream, e l’uso dell’aggettivo “distopico” non spaventa più chi scrive le fascette dei libri o le descrizioni dei film in streaming. Eppure, proprio questa diffusione sembra aver snaturato da una parte il senso della stessa parola “distopia”, rendendolo più vago e sbiadito, un non-genere capace di contenere storie che a ben guardare di distopico hanno poco o nulla. Proviamo a fare mente locale e stabilire cosa si intende per distopia e perché questo termine viene sempre più spesso usato a sproposito.
“Non è solo distopia”
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Con l’evolversi della narrativa commerciale e la codifica di confini tra i diversi generi, la distopia è stata tradizionalmente posizionata all’interno della fantascienza: trattando infatti delle possibili evoluzioni della società, si colloca a buon diritto all’interno di quella narrativa speculativa che cerca di indagare le possibili conseguenze di sviluppi scientifici e sociali. Non sono rari infatti i casi di distopie basate sull’introduzione di particolari tecnologie o sulle conseguenze di innovazioni nei rapporti sociali.
È successo però che alcuni grandi classici della distopia (e la menzione scontata è per 1984, Il mondo nuovo, Fahrenheit 451) facessero presa su critica e cultura e finissero così per essere isolati dal più ampio contenitore della fantascienza a cui appartenevano. Per quello strano fenomeno per cui se un libro di fantascienza con qualità letterarie “non è solo fantascienza”, per molti la distopia vive come un genere a sé, forse per la sua più esplicita componente politica che la fa assimilare a letteratura più “impegnata”.
Il peggiore dei mondi possibili?
Ma indipendentemente dalla sua classificazione, quali sono i caratteri fondamentali della distopia? Per essere inquadrata come distopica, una storia deve essere ambientata in un qualche tipo di società distorta, in cui alcuni aspetti poco desiderabili che già si trovano nel mondo sono esasperati e costituiscono la base stessa del potere. Razzismo, sessismo, classismo, fondamentalismo religioso, consumismo, capitalismo, complottismo, scientismo: tutti questi -ismi sono materiale valido per l’impostazione di una società distopica, che di solito prevede l’imposizione di questi valori a tutta la popolazione e un severo controllo affinché nessuno si discosti dai precetti del regime.
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Un’altra caratteristica fondamentale ma spesso trascurata è riassunta dall’adagio “l’utopia di qualcuno è la distopia di qualcun altro”. Questo significa che la distopia deve essere in qualche modo seducente: perché un sistema politico si instauri c’è bisogno infatti che ottenga un certo grado di consenso, e quindi è naturale che una parte (maggioritaria) della popolazione creda nei valori del regime. Una storia in cui l’Impero Del Male, Inc. ha conquistato il potere con la repressione e la violenza e mette a morte chiunque sbadigli non può considerarsi una distopia, perché è evidente che un tale sistema non potrebbe mai avere nessuno dalla sua parte.
Si può obiettare che la storia ha dimostrato che regimi del genere sono stati davvero capaci di arrivare al potere e mantenerlo per anni, ma come sempre la realtà dei fatti è diversa dalla realtà narrativa. Lo scopo di una distopia non è lo stesso del giornalismo d’inchiesta che si occupa di indicare le malefatte dei potenti, ma piuttosto quello di suggerire in maniera più sottile come ciò che per certi versi ci può sembrare giusto e auspicabile potrebbe diventare il cardine di un regime capace di privarci della libertà, magari con il nostro pieno sostegno.
In questo senso, come l’utopia ci mostrava il migliore dei mondi per evidenziare le differenze con il nostro, la distopia ci mostra il peggiore dei mondi per mostrarci le affinità con il nostro.
La distopia è roba da ragazzi
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Le storie young adult sono in sostanza storie di formazione di adolescenti che prendono coscienza del loro ruolo nel mondo. E quindi quale migliore contesto per esplorare l’angst adolescenziale che quello di una società repressiva? La battaglia del giovane protagonista contro il potere costituito rappresenta quella più universale dell’individuo per affermare la propria individualità nei confronti della famiglia e delle pressioni sociali in generale. Non si può quindi condannare come inappropriato il collegamento tra questi due ambiti della narrativa.
Il problema semmai è stata proprio la massificazione di questo tipo di storie, che ha portato inevitabilmente a un ribasso costante nella qualità e nella densità delle opere. Se Hunger Games si può ancora considerare una buona storia distopica, molti dei suoi emuli si limitano a descrivere le avventure di un gruppo di protagonisti in lotta contro un Impero Del Male, Inc. che ha ben poco di accattivante e non si capisce come eserciti il suo potere visto che tiene in prigione metà della popolazione mondiale. In questo caso si assiste spesso a una reductio ad hitlerum, quel cliché narrativo per cui i cattivi sono cattivi sotto tutti i punti di vista, incarnano tutte le peggiori caratteristiche dell’umanità e si configurano come una rappresentazione nemmeno tanto velata del nazismo hollywoodiano. Gli eroi quindi non possono fare altro che combattere visto che è in gioco la loro stessa sopravvivenza, e di conseguenza manca quella componente di seduzione che la distopia dovrebbe esercitare sui suoi cittadini.
Un altro punto di confusione che si ritrova spesso nelle distopie young adult (ma che poi si è diffuso anche a quelle “per adulti”) è la sovrapposizione fra distopia e postapocalittico: se è vero che da una devastazione globale si può innescare un regime distopico, non basta parlare di un mondo in rovina per ottenere la qualifica di distopia. Infatti un asteroide o un’invasione aliena, un collasso climatico o un attacco zombie non si possono considerare come mezzi tradizionali di costruzione di un sistema politico. Possono esserne la causa scatenante, ma non rappresentano di per sé la condizione sufficiente per parlare di distopia, che invece deve essere una scelta cosciente operata da una parte della società.
Se tutto è distopia niente è distopia
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Il problema è che con questo criterio tutto diventa distopia. Poiché non esiste a memoria d’uomo una società perfettamente equilibrata, tant’è che per immaginarle ci siamo inventati appunto l’utopia, va a finire che una qualunque storia ambientata in un qualunque periodo storico o mondo immaginario diventa una distopia. E se tutto è distopia, niente è distopia. Con questa definizione, si potrebbe parlare di distopia anche per X-Files, in cui un governo corrotto nasconde le informazioni ai cittadini; potrebbe essere una distopia Star Wars, perché l’Imperatore ha conquistato il potere e usa la forza per mantenere il controllo; e che dire del Signore degli Anelli, in cui il Signore Oscuro controlla la Terra di Mezzo grazie al potere dell’Anello?
In tutte queste storie è chiaramente presente un livello di conflitto tra gli individui e il mondo di cui fanno parte, ma questo è un elemento di base di qualunque storia. Si potrebbe in alcuni casi dire che certe opere hanno elementi di distopia, così come si può dire che abbiano elementi del thriller o del romance, ma una distopia vera e propria è quella che costruisce la storia proprio intorno all’idea di società disequilibrata in cui il potere si basa su valori distorti.
La distopia del Covid
Negli ultimi mesi la distopia è diventata un trending topic per via delle misure previste per contenere l’epidemia di Covid19. La parola “distopia” così si è affacciata nei titoli dei giornali, nei talk show politici e nei tweet dei capipartito. L’associazione è diventata immediata nel momento in cui le esigenze sanitarie hanno reso necessaria una (discutibile quanto si vuole) limitazione delle libertà personali.
Questo ha portato la distopia nel dibattito pubblico e ne ha ulteriormente snaturato il senso, perché è diventato argomento di attualità e soprattutto di campagna elettorale.
La verità è che, quando mai ci troveremo a vivere all’interno di una distopia, non ce ne accorgeremmo nemmeno. Anzi, probabilmente saremmo i primi a sostenere l’affermazione di questo Mondo Nuovo che non potrà che portare pace e prosperità.
Di  Andrea Viscusi -6 Agosto 2020
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agrpress-blog · 6 days ago
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“Il lupo che non voleva ululare”: un racconto sull’importanza della disubbidienza come atto di libertà  Il lupo che non voleva ululare, è la pr... #amazon #andreadepadova #associazione #disubbidienza #elisamauro #gioiadepadova #libertà #lupo #pauradellupo #ululare https://agrpress.it/il-lupo-che-non-voleva-ululare-un-racconto-sullimportanza-della-disubbidienza-come-atto-di-liberta/?feed_id=8173&_unique_id=673ea2d7d9088
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blog-980089 · 14 days ago
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Il Viaggio di Paulo Coelho verso l’Icona Letteraria Globale
Paulo Coelho è diventato uno dei più celebri scrittori contemporanei grazie alla sua capacità di toccare corde universali con le sue storie spirituali e ricche di saggezza. Nato in Brasile, la sua vita è stata un percorso straordinario che lo ha portato da esperienze difficili a un successo globale come autore. Il suo cammino, nonostante le numerose sfide, ha ispirato milioni di lettori in tutto il mondo, e attraverso piattaforme come z.library Coelho ha visto le sue opere diffondersi tra coloro che amano la lettura digitale.
Le Origini di Coelho: Ribellione e Sogni Infranti
Il viaggio di Coelho inizia con una giovinezza turbolenta caratterizzata da una ricerca costante di libertà e comprensione. Cresciuto in una famiglia conservatrice, trovava spesso rifugio nei libri e nei sogni di diventare uno scrittore. Tuttavia, il suo spirito ribelle portò anche a difficoltà personali. Fu mandato in istituti psichiatrici dai genitori preoccupati per il suo comportamento anticonformista ma non si lasciò abbattere e usò queste esperienze come fonte d’ispirazione.
Un insegnamento nascosto nella sua esperienza adolescenziale è l’importanza della perseveranza e della ricerca di sé, valori che traspaiono in molti dei suoi scritti. È come se ogni libro fosse una parte di lui stesso riflessa tra le pagine.
Il Momento di Cambiamento: Santiago e il Pellegrinaggio
Uno dei momenti più significativi nella vita di Coelho avvenne quando decise di intraprendere il famoso cammino di Santiago de Compostela. Questo pellegrinaggio fu un’esperienza di trasformazione profonda che segnò una svolta spirituale e letteraria nella sua vita. Al termine del cammino, Coelho sentì il bisogno di condividere questa scoperta interiore attraverso la scrittura.
Il Pellegrinaggio divenne il primo romanzo in cui Coelho esplora il concetto di ricerca personale e realizzazione, un tema che sarebbe poi diventato centrale in tutta la sua opera. Per lui, scrivere non era solo raccontare una storia, ma offrire ai lettori una guida alla scoperta di sé.
L'Alchimista: Il Successo Mondiale
Con la pubblicazione de L’Alchimista, Paulo Coelho raggiunse il successo planetario. Questo romanzo, incentrato sulla ricerca del proprio destino, ha conquistato lettori di ogni età e cultura per la sua semplicità e profondità. L’alchimista ha venduto milioni di copie e ha trasformato Coelho in una figura iconica nella letteratura moderna.
La sua popolarità si basa su alcuni punti distintivi che fanno di lui un autore unico:
Storie dal linguaggio semplice e diretto
Temi universali come l’amore e la realizzazione personale
Spiritualità e filosofia accessibili a tutti
Utilizzo di personaggi che riflettono il viaggio interiore dell’autore
Inoltre, la presenza delle sue opere nelle biblioteche digitali ha permesso a sempre più persone di scoprire il suo mondo letterario senza dover andare in una libreria fisica.
Il Messaggio di Coelho: Trasformare il Dolore in Crescita
I libri di Paulo Coelho non sono solo romanzi ma veri e propri strumenti di riflessione per affrontare le sfide della vita. Coelho invita i lettori a considerare le difficoltà non come ostacoli, ma come opportunità di crescita e trasformazione. La sua filosofia si rivolge a chiunque cerchi uno scopo più profondo nella propria esistenza e riconosce che la vita è una continua evoluzione.
Riflessioni Spirituali nei Romanzi di Coelho
Le riflessioni spirituali sono il cuore della narrativa di Coelho. Nei suoi romanzi, ogni esperienza è vista come un tassello essenziale del viaggio umano. Tra visioni mistiche e insegnamenti antichi, Coelho invita ciascun lettore a esplorare la propria anima e a trovare risposte dentro di sé.
Un Esempio di Perseveranza per Scrittori Emergenti
Paulo Coelho è oggi una fonte di ispirazione non solo per i lettori, ma anche per molti scrittori emergenti che vedono nel suo percorso una prova che, nonostante le difficoltà, il successo è possibile.
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mangagatto · 4 months ago
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Perché i Fan di 'Blue Lock' e 'Haikyuu!!' Non Riescono a Convivere? Scopri i Segreti e i Manga Gratuiti!
Nel vasto universo degli anime e dei manga, esistono comunità di fan che si formano attorno a serie specifiche, creando un legame forte e spesso esclusivo. Due delle serie più popolari degli ultimi anni, Blue Lock e 'Haikyuu!!, hanno attirato una vasta base di fan, ma sorprendentemente, queste due comunità sembrano essere incredibilmente incompatibili. Questo fenomeno è affascinante e merita una riflessione approfondita. Cosa rende i fan di queste due serie così diversi da non poter condividere lo stesso spazio senza conflitti? Forse la risposta risiede nelle differenze fondamentali tra le due serie e nei valori che esse promuovono.
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'Blue Lock' è un manga che ruota attorno al concetto di competizione spietata e individualismo. In questa serie, i giovani calciatori competono tra loro in un programma draconiano per diventare il miglior attaccante del Giappone. La filosofia del manga si basa sul superamento dei propri limiti personali, spesso a scapito della collaborazione e del lavoro di squadra. Questo crea un ambiente narrativo dove il successo individuale è il principale obiettivo e ogni personaggio è spinto a mettere in discussione le proprie amicizie e alleanze per raggiungere la vetta. I fan di 'Blue Lock' sono spesso attratti da questo approccio crudo e realistico alla competizione, dove la vittoria è tutto e il fallimento non è un'opzione.
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D'altra parte, 'Haikyuu!!' celebra il valore del lavoro di squadra, della fiducia reciproca e della crescita collettiva. La storia segue le vicende della squadra di pallavolo del liceo Karasuno e il loro percorso verso la gloria. Ogni personaggio ha il proprio ruolo e importanza, e la serie sottolinea costantemente come il successo sia il risultato dell'impegno di tutti. Per i fan di 'Haikyuu!!', la bellezza risiede nell'armonia del gruppo, nella sinergia tra i giocatori e nell'importanza di sostenersi a vicenda nei momenti di difficoltà.
Queste due visioni contrastanti del successo e della crescita personale sono al cuore della discordia tra i fan delle due serie. Mentre i fan di 'Blue Lock' potrebbero vedere il lavoro di squadra come una debolezza o un ostacolo al raggiungimento del successo individuale, i fan di 'Haikyuu!!' potrebbero percepire l'individualismo estremo come un tradimento dei valori di fiducia e cooperazione che considerano fondamentali. Questa divergenza ideologica rende difficile per le due comunità trovare un terreno comune, creando così un divario apparentemente insormontabile.
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Inoltre, la narrativa di 'Blue Lock' con il suo tono serio e talvolta oscuro, contrasta con l'energia positiva e l'ottimismo di 'Haikyuu!!'. Questo influisce sul tipo di pubblico che ogni serie attira. Coloro che cercano storie di redenzione, amicizia e perseveranza potrebbero sentirsi più a casa con 'Haikyuu!!', mentre chi è attratto da sfide intense e dalla lotta per la supremazia individuale potrebbe gravitare verso 'Blue Lock'.
Se sei un fan di manga, questo è un momento perfetto per esplorare entrambe le serie e scoprire quale risuona di più con te. E grazie alle risorse online, puoi leggere gratuitamente molti capitoli di Blue Lock' e 'Haikyuu!!'. Piattaforme come Mangagatto offrono accesso gratuito a una vasta gamma di manga, permettendoti di immergerti in questi mondi affascinanti senza spendere un centesimo.
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Alla fine, che tu sia un sostenitore del lavoro di squadra o un fervente credente nel potere dell'individualismo, il mondo dei manga ha qualcosa da offrire a tutti. Esplorando queste differenze, possiamo apprezzare ancora di più la ricchezza e la diversità delle storie che amiamo.
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pier-carlo-universe · 2 days ago
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"Hotel Angela" di Silvano Adami: un viaggio tra amore, amicizia e memoria
Un romanzo che intreccia generazioni, valori e il potere dei ricordi
Un romanzo che intreccia generazioni, valori e il potere dei ricordi Con il suo nuovo libro “Hotel Angela”, pubblicato nella collana “I Diamanti della Narrativa” di Aletti editore, Silvano Adami regala al lettore una storia carica di emozioni, valori universali e riflessioni sulla memoria. L’autore, già noto per la sua capacità di trasmettere messaggi profondi, torna a incantare con un’opera che…
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abr · 1 year ago
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Le parole sono importanti (cit.)
Terzo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
DESTRA-SINISTRA
Cos' la destra/cos'è la sinistra? si domandava il grande Gaber. Rispondeva contrapponendo preferenze, tic e comportamenti di tutti i giorni (vasca vs. doccia, culatello vs. mortadella), differenze così normali da risultare banali, cangianti ma radicate, personali, POLARIZZANTI. Personalmente trovo si tratti di una ottima risposta a domanda profondamente sbagliata.
Destra-Sinistra, si tratta di un modello dello spettro delle posizioni politiche: una semplificazione della realtà, nomina nuda tenemus. Come sempre, ocio ai modelli, sia scientifici o no come questo: succede che li confondi con la realtà.
Il modello si radica ai tempi della rivoluzione francese: nella Assemblea Nazionale Legislativa del 1791, i nobili monarchici costituzionalisti si riunivano alla destra del presidente, alla sua sinistra i borghesi Giacobini (in mezzo stava la cd. Palude).
Notare come nel Parlamento attivo più antico, quello inglese, i seggi non siano disposti linearmente ma contrapposti in due sezioni distinte. Il pragmatismo del modello è esplicito: o governi o sei all'opposizione. Invece Destra-Sinistra, teoricamente un segmento continuo dove collocare posizioni diversificate, fatalmente incentiva la polarizzazione tra alternative: è il nome stesso. Tant'è, ci sono cascate anche persone serie come Norberto Bobbio. La fede nei modelli al posto della realtà è il motivo per cui gli intellettuali sono pericolosi quanto gli ignoranti.
Oggi molti individui e gruppi non si riconoscono più in uno spettro semplicistico Destra-Sinistra: é superato, dicono. Però cambiano solo l'asse ovvero gli estremi; la tendenza alla dicotomia e alla polarizzazione rimane, fatalmente tornando allo schema Destra-Sinistra a loro insaputa.
Ricordiamo tutti la retroguardia clericali-anticlericali; poi ci fu il tempo dei NeoCon "esportatori di democrazia" interventisti vs. isolazionisti e quello, tramontate o stelle un giorno l'Ucraina vincerà, del pacifismo senza se e ma, "colombe" vs. "falchi". Oggi ci si divide manco lungo assi, direttamente sugli estremi:
libertà: chi difende la libertà individuale da ogni interferenza, chi invece definisce "libertà positive" diritti per certe categorie che sono obblighi per altri (es.: no libertà di parola);
partecipazione: democrazia vs. aristocrazia, solo gli istruiti "non deplorabili", solo la scienza, no chi va "formalmente deprogrammato" (cit. Hillary Clinton questa settimana);
multiculturalismo vs Identità (eppure i primi sono quelli che la Diversità è patrimonio da preservare).
Occhio infine al rigurgito (cfr. Ultima Generazione) dei mai defunti luddisti decrescisti: quelli che distinguono ciò che è bene per l'ambiente vs. sviluppo, forza distruttiva nei confronti della Terra.
C'è pure di peggio: quelli che fascismo- antifascismo, i più laidi arretrati reazionari non scusabili di tutti, lo sanno pure loro. E' polarizzazione viscida strumentale o adolescenziale decerebrata, in ogni caso ricorda l'antiebraismo in quanto a livore cieco disumano.
La polarizzazione indotta dal modello è il vero tarlo che sta divorando dall'interno la civiltà - che è solo Occidentale, spiaze. Ciò nella inattività impotente della Palude conformista centrista in via di estinzione, la quale prima di tutti riforgiò il modello senza cambiarlo, mutandolo in Moderati vs. Estremisti tutti, fonte del conformismo trasformista.
Mitigazione del danno
Dagli oroscopi ai cambiamenti climatici, il problema è sempre scambiar modelli per la realtà. Il danno può solo essere mitigato, non estirpato, verificando costantemente i modelli con quel che succede nella realtà (metodo scientifico sperimentale).
Un primo improvement, per portare i politologi almeno al livello dei Terrapiattisti è passare a modelli bidimensionali. Il primo a due assi é del 1964: aggiunge all'asse destra-sinistra un asse verticale autoritarismo vs. democrazia, già aiuta. Poi arriva il classico del libertario David Nolan, base di successive evoluzioni tipo Political Compass: sull'asse x "libertà economica": libero mercato, meno stato e spesa pubblica, privatizzazioni; sull'asse y le "libertà personali": i "vecchi" diritti civili, droghe, aborto, eutanasia, da completare oggi con quelli "nuovi" che fanno incazzare i Woke e i WEF: privacy, novax, no tracciamenti, proprietà, mobilità individuale, autodifesa.
La politica vista come punti su un piano elimina le domande chiuse (o di qua o di là) e stempera la tendenza alla polarizzazione; inoltre ciò aiuta a comprendere filosofie politiche ben evolutesi nei tempi recenti, in particolare anarchismo e dottrina libertaria; si dà anche conto, per contiguità, dell'apparente conundrum "opposti estremismi" (già Franco Freda si definiva "Nazi-maoista") e della prossimità tra anarco-capitalisti con la V di Vendetta, libertari e conservatori. Etc.etc.
Fermiamoci qui. Le parole sono importanti, le etichette e dove si mettono, anche.
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fedelando · 6 months ago
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 “AI GENITORI DAVAMO DEL VOI”, ROMANZO PRESENTATO ALL’IC CAIATINO
Scritto dal già preside Pasquale Buonomo, scomparso due anni fa, in piena emergenza Covid 
CAIAZZO - Un libro scritto in tempo di Covid per rafforzare l'identità e il senso di appartenenza, un modo per rifugiarsi nei ricordi quando tutto era fermo, e per ricomporre il mosaico di un mondo che non c’è più, fatto di rispetto, timidezza, pudore. “Ai genitori davamo del voi” di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di I grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore. Un libro che rappresenta il cassetto dei ricordi di Pasquale Buonomo, già preside originario di Alvignano trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari; un romanzo che si sviluppa dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni 50, pensato e scritto quando c’era il lockdown, in piena pandemia, quando tra l’altro Bergamo fu tra le città più colpite dall’emergenza. L’autore ricorda il suo passato, la sua famiglia e scrive di Domenico, uno dei personaggi principali, che non è altro che la storia di suo padre. Una testimonianza di un tempo che, diversamente, andava perduta; un libro che preserva il ricordo di un uomo, dei. suoi studi, del suo lavoro in una fabbrica di mattoni, del suo talento musicale come autodidatta, della sua curiosità e del suo interesse per i mestieri di un tempo. Un racconto incentrato in un contesto storico tragico, (siamo tra la prima e la seconda guerra mondiale), quando si viveva un bullismo classista, quando era difficile conquistare un’amicizia.
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La partenza per il fronte, il matrimonio con Maria, le lettere scritte e ricevute tramite altri, le abitudini, le tradizioni (la scartocciatura delle pannocchie e il racconto di storie davanti al focolare), la famiglia patriarcale, la laboriosità e il senso del dovere, la condizione subalterna della donna, il lavoro nella ‘puteca’, del bar (punto di ristoro e di pettegolezzi), il contatto curativo e lenitivo con la natura e il paesaggio. Flashback di un romanzo riferiti alla platea dalla curatrice della prefazione Renata Montanari de Simone che aggiunge “un testo in cui si ricavano valori universali e l’attaccamento alle radici”. Renata Montanari è di origine romagnola. Ha vissuto a San Severo, dove ha completato gli studi classici. Si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bologna ed in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Ateneo di Urbino.Risiede a Caserta dove è stata docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “P. Giannone”.
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Ha pubblicato saggi di carattere storico e traduzioni dal latino prima di dedicarsi alla poesia ed alla narrativa. Nel 2007 ha ottenuto il Premio speciale della critica al Concorso Nazionale “Mercedes Mundula” di Cagliari col saggio “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”. Collabora con varie associazioni culturali e dal 1999 ha istituito a Caiazzo un Laboratorio di cultura letteraria presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”.
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“Leggete tanto e non concentratevi troppo sui cellulari – ha aggiunto Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, accompagnata dalla figlia avvocatessa e assessore del Comune di Alvignano Luisa De Matteo – io che non ho potuto studiare ho imparato tante cose dai libri di mio fratello”. “Un messaggio attuale – chiude la preside Santagata – sull’importanza della rievocazione e sulla riscoperta dei mestieri in un momento drammatico, ora come allora, se pensiamo alla guerra e alle tensioni internazionali in corso. Un libro che è una lezione di storia del nostro territorio”.   
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti 
LA BIBBIA DI PIETRA
Lo stile di Wiligelmo è sintetico, essenziale, per certi versi brutale nel suo tentativo di descrivere con potenza narrativa i temi della fede. Si consideri il ciclo delle "Storie della Genesi", le lastre in altorilievo poste sulla facciata della cattedrale di Modena. Si tratta di un racconto che prende avvio dalla “creazione”, prosegue con il “peccato originale” e la “cacciata dal paradiso” fino all’uccisione di Abele, poi la morte di Caino e il diluvio universale con “l’arca di Noè”. Sono come le "strisce" di un fumetto antico. Una in particolare mi ha attratto, per la semplicità ricca di significati nella sequenza di quattro narrazioni: al Dio incorniciato in una mandorla, retta da due figure angeliche, segue il dio “creatore” che infonde il soffio vitale ad un tozzo Adamo ancora piegato dall’inanità. Poi è da un Adamo dormiente che Dio trae Eva, donna sorta dalla costola dell’uomo.  Quindi Eva coglie la mela e Adamo la divora. Come dare intensità alla colpa suprema? Ecco il primo colpo d'artista: Adamo ed Eva che nelle fasi di creazione mostrano le proprie nudità, nella scena del peccato entrambi si coprono il pube. L'iniziale, innocente purezza è perduta per sempre e con essa sorge la condanna dell’umanità alla fatica, alla sofferenza ed alla violenza che saranno i temi delle scene successive. Come uno spot: un racconto evocativo in pochi istanti. Così, la cattedrale romanica diviene una bibbia squadernata per il popolo dei fedeli, semplificata dalla forte valenza espressiva delle immagini private di allusioni estetiche gratuite, inutili, ridondanti. Wiligelmo va “dritto al sodo”. Ma perché? Perché egli sceglie questo genere di modello, che può essere accostato alla tradizione tardo-antica? Si tratta di adattare proprio l'intuizione agiografica della Roma del IV secolo ad una sensibilità nuova, che sostiene l’atto espressivo e lo fonde in un’esigenza finalistica. La struttura paratattica delle Storie della Genesi di Wiligelmo è pura estetica della narrazione: come tale, essa non ricerca il virtuosismo se non divenendo capace di cogliere, nella successione rapida dei segni, l’intuizione esegetica dello spettatore. Poiché la cattedrale romanica è il centro vitale della città medievale nell’epoca della rinascita, tra i secoli X e XI, ebbene essa non può che assumere in sé ogni funzione di emanazione del sistema culturale che rappresenta. E poiché non esiste cultura priva di interazione comunicativa, la cattedrale romanica diventa la fonte di un modello di vita, scrigno prezioso di valori sociali fondati sull’espressione dello spirito religioso. Come nel caso dell’icona che è "soggetto-oggetto" di devozione, la cattedrale e le sue sculture sono una ponderosa icona di pietra alla quale i fedeli possono rivolgere le loro attese di conciliazione con lo spirito universale e dalla quale trarre identità. La cattedrale non è una parentesi nelle vicende dell’uomo medievale ma presenza dell’indispensabile manifestazione di valori attestati e condivisi. Ecco perché un artista come Wiligelmo plasma le figure in un'essenziale funzione estetica. Anche negli aspetti apparentemente più minuti: l’attenzione che rivolge all’articolata e naturalistica realizzazione della veste del “creatore” è esigenza di contrasto con i corpi nudi e rozzi di Adamo ed Eva, è comparazione del divino e dell’umano, è intuitiva descrizione della figura nobile. Questa è la salda ed intellegibile regola grammatica della figurazione. Tanto di cappello a Wiligelmo, il "Kubrick" del Medioevo.
- Wiligelmo (vissuto tra l'XI e il XII secolo), "Storie della Genesi" (1099 circa), facciata del Duomo di Modena.
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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giovannimielemanagementt · 6 months ago
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Le Agenzie di Moda di Milano: le potenze dello stile globale
Milano, l'epitome dell'alta moda, si erge come capitale globale dello stile. La ricca storia della moda della città, combinata con il suo stile moderno, l'ha resa una destinazione imperdibile per gli appassionati di moda. Al centro di questa mecca sartoriale ci sono le sue rinomate agenzie di moda, gli eroi non celebrati che portano avanti la narrativa dello stile di Milano. Queste agenzie svolgono un ruolo cruciale nel dare forma alle tendenze, nello scouting di talenti e nell’orchestrare eventi di moda spettacolari che catturano l’immaginazione del mondo.
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Il ruolo delle agenzie di moda a Milano Le agenzie di moda a Milano costituiscono la spina dorsale dell'industria della moda della città. Gestiscono e rappresentano modelli, designer, fotografi e stilisti, assicurando che la visione creativa dietro i marchi di moda sia realizzata al massimo potenziale. Agenzie come Elite, IMG e Women Management sono sinonimo di eccellenza, note per scoprire e coltivare alcune delle top model del mondo che abbelliscono le passerelle della settimana della moda di Milano.
Queste agenzie non sono semplicemente intermediari di talenti; sono entità a servizio completo che forniscono una gestione completa della carriera. Offrono programmi di formazione per aspiranti modelli, aiutandoli a padroneggiare le sfumature delle passerelle, della posa e del mantenimento di un'immagine professionale. Inoltre, le agenzie si coordinano con designer e marchi per prenotare modelli per spettacoli, campagne ed editoriali, garantendo un flusso continuo dall'ideazione all'esecuzione.
Scouting e coltivazione del talento Le strade di Milano sono un vivace arazzo della moda, dove gli scout sono costantemente alla ricerca del prossimo volto della moda. Le agenzie di moda di Milano sono abili a individuare il potenziale nei luoghi più inaspettati, da un’affollata stazione della metropolitana a un tranquillo bar. Questo occhio attento al talento ha portato alla scoperta di molti volti ormai famosi nel settore.
Una volta scoperti, questi talenti in erba vengono coltivati ​​e addestrati. Le agenzie investono in modo significativo nello sviluppo delle competenze e del portfolio dei propri modelli, spesso organizzando servizi fotografici di prova con i migliori fotografi e stilisti. Questa meticolosa preparazione è essenziale affinché le modelle possano distinguersi nel competitivo mondo della moda.
Sfilate ed eventi La settimana della moda di Milano è senza dubbio l'apice del calendario della moda della città e le agenzie svolgono un ruolo fondamentale nel suo successo. Collaborano con i designer per scegliere i modelli perfetti per le loro collezioni, assicurando che ogni sfilata sia uno spettacolo di stile ed eleganza. La meticolosa pianificazione e coordinamento di queste agenzie garantiscono che la Settimana della Moda di Milano rimanga un punto culminante sulla scena della moda globale, attirando designer, acquirenti e media da tutto il mondo.
Oltre alla settimana della moda, le agenzie organizzano e partecipano a numerosi altri eventi di moda durante tutto l'anno. Questi includono servizi fotografici, campagne promozionali e vetrine private, che contribuiscono a mantenere lo status di Milano come potenza della moda.
Innovazione e adattamento Nel mondo della moda in continua evoluzione, le agenzie di modelle milano continuamente per rimanere al passo. Abbracciando la trasformazione digitale, molte agenzie hanno ampliato la propria presenza online, utilizzando i social media e i portafogli digitali per raggiungere un pubblico globale. Questo cambiamento non solo amplia la portata del mercato, ma fornisce anche ai modelli maggiore visibilità e opportunità.
Inoltre, la sostenibilità e la diversità sono diventati aspetti integranti del settore della moda. Le agenzie di Milano sono in prima linea nella promozione di questi valori, sostenendo una rappresentanza inclusiva e pratiche attente all’ambiente. Sostenendo queste cause, assicurano che la scena della moda milanese rimanga rilevante e progressista.
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cinquecolonnemagazine · 6 months ago
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“Borgo Materdei”: un nuovo modo di fare turismo
Il cuore pulsante di Napoli si rinnova con "Borgo Materdei", un innovativo progetto di accoglienza turistica promosso dall'associazione Passioni di Napoli, che rivoluziona il concetto di turismo attraverso la valorizzazione della comunità locale. Borgo Materdei nasce dall'idea di trasformare l'intero quartiere di Materdei in una comunità responsabile di ospitalità turistica (“CBT: Community Based Tourism”), dove gli ospiti possono sentirsi “cittadini temporanei”, identificandosi nel ritmo e nello stile di vita locale, ritrovando una dimensione più vera ed autentica. Una Comunità che vuole creare legami e dove persone accolgono persone, come amici venuti da lontano, con la gioia di rivederli ed il piacere di raccontargli tutto quello di cui sono orgogliosi. Borgo Materdei, Tavola Rotonda Così le botteghe storiche, le attività commerciali diventano infopoint diffusi, fornendo tutte le informazioni di cui si può avere bisogno: d’altro canto, chi meglio di chi vive da sempre quel luogo potrebbe darle? I vicoli, le strade e le piazze diventano un “Museo Diffuso”, in cui ogni abitante è narratore della Bellezza e custode dei luoghi e delle tradizioni locali. Non solo le eccellenze del nostro patrimonio, ma le persone sono il grande tesoro che il progetto vuole offrire: grazie all'installazione di QR Code strategici, i visitatori potranno accedere ai Luoghi delle memorie e delle passioni: non solo arte e storia, ma anche racconti, aneddoti, ricordi e piccoli segreti, narrati da una pluralità di voci, quelle di chi ci è “nato, cresciuto e pasciuto”, per esplorare le radici culturali e la vitalità di uno dei borghi più autentici di Napoli. Lo start-up del progetto, a cui da tempo Passioni di Napoli è a lavoro, culminerà in una serie di eventi culturali il 24 maggio, presso il teatro Bolivar, partner di questo ambizioso disegno che aspira ad una crescita sociale, culturale, ambientale ed umana del territorio. Borgo Materdei, infatti, deve costituire un’opportunità non solo per i visitatori, ma soprattutto per i residenti, in termini di creazione di valore e miglioramento della qualità della vita. Il pomeriggio alle ore 17.00 si terrà la round table "Ti racconto... il borgo" che vedrà coinvolti Romina Adaggio, direttrice del teatro, Ciro Guida, presidente dell’associazione VIA NOVA e Vicepresidente della III Municipalità del Comune di Napoli con delega alla Cultura, Antonio Esposito, tra i fondatori della Casa Editrice Edizioni MEA con sede a Materdei, lo scrittore Tonino Scala, autore di diversi saggi, romanzi e libri di narrativa per ragazzi e già Presidente della 𝗖𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗦𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗔𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗺𝗼𝗿𝗿𝗮, Giuseppe Esposito dell’associazione VIVIQuartiere, ideatore del progetto PASSIONI DI NAPOLI-BORGO MATERDEI. Guarattelle Presente inoltre lo Studio Fotografico di Bruno Ciniglia, che sta curando la realizzazione dei contributi video de I Luoghi delle Memorie e delle Passioni, Carmine Ciniglia, giornalista e videomaker, e gli alunni della scuola media del plesso Lombardi-Fontanelle dell’ IC Statale 19 “Russo-Montale”, con la Dirigente Scolastica, prof.ssa Fabiana Alfieri, ed Il corpo docenti. L’incontro si concluderà con una perfomance a tema degli studenti, frutto di un’attività laboratoriale realizzata durante l’intero anno scolastico, in collaborazione con Passioni di Napoli. La serata si accenderà alle ore 20.30 con lo spettacolo teatrale "Guarattelle - L'impudente rivoluzione del libero arbitrio", una produzione a Km0 interamente creata nel quartiere Materdei. Questo evento unico metterà in scena talenti locali in ogni aspetto della sua realizzazione: da autori, attori e musicisti fino ai costumisti, scenografi e truccatori, per non parlare della location, il Teatro Bolivar, celebrando così la cultura e l'arte del borgo. Critica, riflessione e autenticità sono i valori portanti della pièce teatrale che vuole porre l’accento sulla lotta agli stereotipi con un feroce, ed “impudente”, attacco alla più tradizionale delle rappresentazioni. Attraverso "Borgo Materdei", l'associazione Passioni di Napoli non solo promuove un turismo più consapevole, responsabile e partecipativo, ma rilancia anche Materdei come modello di comunità creativa e sostenibile, dove residenti e “cittadini temporanei” possono sentirsi parte di una storia viva, palpitante, vera! Per maggiori informazioni su Borgo Materdei e gli eventi correlati, visitare il sito www.passionidinapoli.it. Read the full article
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