#muri troppo alti
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cuoreenero · 1 year ago
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Forse ho innalzato muri troppo alti per poterli abbattere.
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amamiofacciouncasinoo · 1 year ago
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Fastidi.
finire la cartaigienica - l'audio di instagram - le persone che guardano il telefono mentre gli parlo - lo spritz annacquato - le rose - i dossi alti - le strisce colorate per capire dove cazzo devo andare in ospedale - gli inviti - i matrimoni - l'acqua fredda quando fa freddo - l'acqua della doccia che non tiene la temperatura - la muffa - le spine nel pesce - la pescheria nel supermercato - le code in autostrada - i coglioni che viaggiano nella corsia centrale in autostrada - le mamme pancine - i tuttologi - i ricchi - la spia dell'olio - i sughi pronti - le penne lisce - l'immondizia - le stampanti che non stampano - la gente che chiede la pizza con abbondante pomodoro - i barattoli che non si aprono nemmeno bestemmiando - lavare la doccia - pisciare - pisciare fuori - pisciare in piedi - pisciare seduti in inverno - il vino del cazzo - il vino costoso - il freezer - i nomi degli alcolici - le spugne - radersi - trovare i calzini uguali - gli zaini scomodi - le chiamate - le casse del supermercato - le cassiere lente del supermercato - le cassiere troppo veloci del supermercato - la tovaglia con le briciole - i fari al led delle macchine nel senso opposto - la musica da discoteca - il cagotto - il cagotto in viaggio - la digestione - le ricette - il tempo di cottura - i fagioli cannellini - i compleanni - gli amici che si fidanzano - gli amici che si mollano - io che non mi fidanzo così non posso mollarmi - la convivenza - i tavoli tondi - la birra belga - la gente che ordina birra belga - i musei - le audioguide - scegliere l'avocado migliore - il reparto ortofrutta - la verdura per terra dopo il mercato - il mercato - l'erba - gli insetti che stanno nell'erba - le cimici - i frutti che cadono dagli alberi - i frutti spiaccicati per terra dopo esser caduti dagli alberi - i bigliettini da visita - le richieste di amicizia - le notifiche - non ricevere notifiche - i soldi di carta - le monete - il pin del bancomat - i manifesti con un sacco di testo - la musica rock che però non è proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo - le cose che non vedo - le cose che non vedrò - gli appuntamenti - gli eventi in calendar - le mail lunghe - gli imprevisti - le visite - i medici incompetenti - i medici che non si capisce un cazzo di quello che scrivono - i nomi delle medicine - il menù delle pizze - la gente che non capisce cosa dico e mi costringe a ripetere - i computer vecchi - i computer lenti - la voltura - le offerte - gli scaffali con troppa scelta - le esperienze - le esperienze di coppia - le degustazioni - le cantine aperte - le località turistiche - i ristoranti - gli amici che parlano di ristoranti - l'ansia da prestazione - gli esami - il percorso universitario - i treni regionali - il sudore - gli amici che poi se ne vanno - le abitudini che cambiano - le mamme e i papà che annunciano con gioia l'annuncio l'arrivo di un nuovo bebè - i bebè - i nomi dei bebè (come cazzo fai a chiamare una bambina "Agape Amelia"?) - i nomi delle persone - la lavanda dei piedi - il catechismo - la dottrina - le buone maniere - l'educazione - le ore perse - la parola di Cristo - cambiare idea - la batteria del telefono - le notizie false - i titoli clickbait - la pubblicità prima dei video - la pubblicità su LA7 - i chitarristi bravi - i concerti con troppa gente
- i concerti vuoti - la pioggia - il sole - l'oroscopo - le tapparelle - i lucernari - il caricabatterie - le chiavi - il gas prima di andare a dormire - la pisciata della notte - la camomilla che mi fa venire da pisciare mentre dormo - la corretta alimentazione - i consigli - i consigli corretti - i consigli corretti che non seguo - i pittori - i traslochi - le scarpe nuove - le formule excel - lo stipendio - la poco equa ridistribuzione degli utili in azienda secondo me che sono dipendente - le critiche - le frecciatine - le teste di cazzo - le canzoni in inglese - la musica italiana - la musica italiana di una volta - i quaderni ad anelli - la professoressa che non scopa - il professore che ha gli stessi problemi della professoressa - le regole - i servizi a pagamento - viaggiare controsole - pisciare controvento - i film troppo lunghi - le serie noiose - le serie virali - il vicino che mi fa domande mentre sono in poggiolo - i taglietti da carta - le buche - allacciarsi le scarpe in pubblico - i pranzi in famiglia - le cene con gli amici - le ore piccole - gli impegni - la noia - i messaggi melensi - i messaggi gentili - la beauty routine - la sagra - i fuochi d'artificio - la portiera che non si chiude bene - i calici - la bottiglia che non si apre mentre la gente aspetta che la apra - la gente che mi guarda - i tic - le cose tra i denti - il dentista - le pec - gli amici avvocati - i cannocchiali - i genitori spacca-coglioni - quando muoiono i genitori - i cuscini troppo alti, bassi, morbidi, avvolgenti - i cervicali - le poesie - la licenza poetica - la gente che utilizza "ergo" - la gente che mi chiede di descrivermi con tre aggettivi - gli accordi - i preventivi - i pagamenti a 90gg - il regime fiscale - il cuneo fiscale - l'INPS - il canone rai - le salviette del bar - i cucchiaini piatti - la memoria - la nostalgia - le cose che se ne vanno - le cose che devo lasciare indietro - le novità - le persone moderate - perdere - scopare poco - scusarsi - cercare di capire cosa pensa l'altro senza chiederglielo - le coccole - le storie già sentite - le nuove conoscenze - le conoscenze in viaggio - le valigie in treno - le valigie in aereo - l'aereo - le persone che dicono che l'aereo è più sicuro della macchina - le altezze - la paura - le esperienze - l'ora di andare a dormire - i soldi - i debiti - il mutuo - scegliere casa - il colore delle tende - l'argenteria - i compro oro - il pavimento appiccicoso - le piante - le vespe - la natura - i raduni - i chopperisti - gli scaffali del supermercato - le pulizie - i letti contenitore - i video lunghi - dover morire - la riabilitazione - il percorso di studi - l'intro - le presentazioni - il pacchetto office - i tappeti - cava - le passeggiate della Domenica - la Pasquetta - il giorno dopo - le mail - gli sms - l'itinerario - il traffico - le audioguide
- scegliere dove mangiare - mangiare a casa - non avere la lavastoviglie - i suffle - gli abiti da sposa - l'aerofagia - le ghirlande - la pubblicità - il paesaggio - gli intenditori - i curriculum - l'astinenza - la distanza - la vicinanza - il fumo - non avere fumo - le tende - i calzini anti-scivolo - i biglietti dell'autobus - le app dei parcheggi - la compagnia - le tragedie - le notizie - internet - TOBI - le cose che si rompono - le amicizie - i portachiavi - l'omofobia - i comunisti - i fascisti - gli estremisti - i faziosi - il buio - l'allarme - gli impegni - le chat lunghe - i poemi - i manifesti pieni di scritte - le tazze rotte - casa degli altri - il bagno a casa degli altri - il cagotto a casa degli altri - i monopattini - il bagagliaio - la pressione delle gomme - la caldaia - il termostato - lo SPID - i tutorial - i tutorial degli indiani - il razzismo - gli uffici - gli uffici pubblici - i tempi di attesa - i disservizi - l'aperitivo annacquato - lavorare di domenica - lavorare di lunedì - lavorare - non lavorare - la carta igienica degli altri - le alghe al mare - la lista della spesa - le colline in bicicletta - gli abbonamenti - i riflessi - le opinioni - gli errori di battituta - il correttore - la Chiesa - il volontariato - le stelle di Natale - le feste - - non ricevere nouricne - I solai al carta - le monete - li pin del pancomat - i maniest con un sacco al testo - la musica rock che pero non e proprio rock rock diciamo - i Coldplay - Don Matteo - le strisce pedonali - le assicurazioni che pagano solo se attraversi sulle strisce - i bambini - i bambini degli altri - il pensiero di avere un bambino - i preservativi - la pillola - le coperte felpate - la neve - la pioggia quando c'è la neve per terra - i guanti che non tengono caldo - i guanti che mi devo togliere per poter usare il telefono - le scritte romantiche sui muri - i post romantici - i gatti grandi - la musica metal - i cantanti growl - i frontali - le quote rosa - l'ingresso gratuito per le ragazze in discoteca - i giochi di carte - i rompicapo - nomi cose città - le feste di capodanno - il forno che non forna mai come dovrebbe - i libri - le biblioteche - l'incertezza - il clima - le meteoriti - le cose che vedo
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lonelygirl-97 · 2 years ago
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𝑽𝒊𝒕𝒂
*la più grande ricchezza di un essere umano*
eppure ci sono persone che preferiscono perderla perché non si sentono al proprio posto, esasperati da qualcosa che li rende infelici, esasperati dai problemi, esasperati dalla loro stessa mente. Ma quant’è semplice non viverla più? Basta poco per porre fine a questo. Sto vivendo un periodo buio da un po’, ho costantemente un nodo alla gola…un peso sul petto, vivo e passo le mie giornate sperando che un giorno possa cambiare questa solita routine che mi fa stare male tutto il giorno, ma alzarsi ogni giorno e strascinarsi fino a sera è così estenuante se la cosa diventa una routine, è così “triste” che mi viene da pensare: ma se al posto mio la vita fosse stata donata ad una di quelle persone che vorrebbe davvero vivere ma non può? Quelle persone che gli rimane poco tempo ma vorrebbero averne ancora avanti. Quando penso a me stessa penso solamente agli errori, agli anni passati a quanto sono cambiata e a quanto cambierò, mi sento ripetere tutti i giorni “che ti è successo una volta non eri così”ed è vero, una volta non ero così ma sono cambiata per rispetto verso me stessa, per voler essere libera ma ho alzato troppo il gomito e sono finita in un buco nero, adesso non riesco più ad uscire da lì, continuo a vedere sbagli, in testa ho una specie di trappola, una prigione, vedo me stessa seduta nel bel mezzo di una stanza senza finestre e senza porte , vedo solo muri alti,la situazione è claustrofobica quasi e sono costretta a passare le giornate così, le descrivo così le mie sensazioni, questo è per spiegare quanto è difficile non saper andare avanti da sola, e vedere una sola via d’uscita quella che non dovresti mai vedere perché la vita va vissuta, felici, con tanti sacrifici ma FELICI, io quella felicità l’ho persa da un bel pezzo, quando ho iniziato a vedere che tutto ciò che tocco marcisce, tutto ciò che incontro lo rovino lo estirpo alla radice perché non sono più capace di vivere e quindi rovino gli altri con i miei errori, ma la cosa più brutta è vedere la sofferenza negli occhi di chi mi ha sempre amato e non poter fare nulla se non pensare “se solo non ci fossimo mai incontrati forse potevi evitarti tutto questo” “se solo non fossi mai esistita” , sono una persona orribile e ho fatto miliardi di sbagli alcuni rimediabili altri no, e continuo a farli non riesco più a fermarmi perché ormai per la mia testa è tardi per tutto, vorrei poter porre fine a tutto questo, vorrei poter vedere quel buio e quel silenzio che si vede quando chiudi gli occhi e c’è silenzio, forse sta lì la felicità o forse non c’è semplicemente nulla e se allora volessi il nulla?
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inwbriante · 2 years ago
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Lui era sicuro che, se solo lei avesse osato avvicinarsi di qualche passo, tutte le sue difese sarebbero crollate come un patetico castello di sabbia. Non importava quanto alti fossero i muri che costruiva intorno al suo cuore, lei li trasformava in polvere fine che il vento trasportava via, senza alcuno sforzo. "Ti diverti?" pensava lui. "Ti diverti a rendermi così debole?" Ma non le poneva mai codeste domande ad alta voce, per paura di ammettere la propria fragilità davanti a lei. Di solito gliele rivolgeva tacitamente, quasi sperando che lei gli leggesse il volto, capisse da sola.
Ma lei non capiva mai. Sembrava cieca, ignara dei suoi sentimenti. Non immaginava neanche quale effetto aveva sull'altro, sempre troppo convinta di non meritare amore. Eppure egli l'amava, il respiro gli mancava quando le parlava, i suoi occhi non riuscivano a reggere uno sguardo con lei, per paura di perdersi completamente. Ma lei non vedeva, lei non vedeva. «Non si può amare una ragazza come me» ripeteva, inconsapevole della bellezza e dell'armonia che regnavano dentro di lei.
Lui non aveva la forza di dirglielo, che i suoi occhi guardavano in quel modo soltanto lei, che non aveva la forza per amare qualcuno allo stesso modo in cui amava lei. Se solo lei l'avesse visto, così fragile da rischiare di rompersi..
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mancino · 2 months ago
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Tumblr media
Se pensi che ce la farai
cascasse il mondo
piovesse il cielo
crollassero le New York
e tornassero tutte le guerre
contemporaneamente
non importa,
ce la farai
se pensi che cadrai
non ti serviranno le gambe
più sicure dei circensi,
non ti basterà un piedistallo
una mano
una sedia
né un paio di ali pronte per il volo,
tu cadrai
se pensi che avrai successo
non ci saranno ostacoli troppo grandi
che non riuscirai a saltare
né muri troppo alti
che non potrai scavalcare,
avrai successo
se pensi che fallirai
non ti basteranno tutte le occasioni del mondo
tutti i piatti d'argento serviti alla tua tavola,
non ti basterà la conoscenza
né il talento coltivato nei secoli,
tu fallirai
qualsiasi cosa penserai di te,
alla fine
tu avrai ragione.
Pensati bene.❤️
Gio Evan
ll pensiero positivo non fa' molto ma ti aiuta tanto.❤️ Buon giorno
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tecnoandroidit · 8 months ago
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Vasco Translator V4: l'unico dispositivo che ti farà parlare 108 lingue in meno di 5 minuti
Tumblr media
Immagina di avere in tasca un piccolo mago capace di far parlare 108 lingue attraverso la funzione di traduzione da foto e 76 lingue con la traduzione vocale, pronto a darti una mano nei momenti in cui le parole sembrano muri troppo alti da scalare. Questo è il Vasco Translator V4, un dispositivo che sembra uscito da un futuro in cui nessuno è più straniero. Non è magia, è tecnologia al suo meglio. Il Vasco V4 fa affidamento su 10 motori di traduzione per assicurarti non solo di essere capito, ma di sentirti anche un po' come un cittadino del mondo, senza barriere. La sua facilità d'uso è disarmante: niente manuali da studiare o app complicati da scaricare. È come accendere la luce: naturale e immediato. Il cuore di questo piccolo genio è l'interfaccia su uno schermo da 5 pollici e una batteria che non ti lascia a piedi, dura fino a cinque giorni. E se pensi che sia tutto qui, aspetta di sentire della funzione MultiTalk: una torre di Babele al contrario, dove fino a 100 persone possono capirsi e parlarsi, ognuno nella propria lingua. È come avere un interprete personale che non si stanca mai. E se sei preoccupato per la privacy, sappi che ogni parola che scambi attraverso Vasco è custodita come un segreto, grazie a un server sicuro e conforme alle leggi sulla privacy. Non importa se piove o se il dispositivo prende qualche colpo, Vasco è robusto, pronto ad affrontare piccoli incidenti di percorso. Design e Materiali Il Vasco Translator V4 è un esempio di come il design e la tecnologia possono confluire per creare un dispositivo funzionale, esteticamente gradevole e pratico per l'utente finale. Questo traduttore portatile si distingue non solo per le sue capacità tecniche avanzate ma anche per un design attentamente studiato che mira a soddisfare le esigenze di chi viaggia frequentemente o si trova a interagire in contesti multilinguistici. Dal punto di vista estetico, il Vasco Translator V4 presenta un aspetto moderno e minimalista, che ricorda quello di uno smartphone, sebbene le sue funzionalità siano specificamente orientate alla traduzione. L'interfaccia utente è progettata per essere intuitiva, con uno schermo da 5 pollici che offre una visualizzazione chiara e accessibile delle informazioni. Il dispositivo è disponibile in cinque colorazioni. Per quanto riguarda i materiali, il Vasco Translator V4 è costruito per essere resistente e durevole. Le sue dimensioni sono di 15x6x1cm. Le dimensioni compatte e il peso contenuto del dispositivo sono elementi chiave che ne facilitano il trasporto, rendendolo un compagno di viaggio ideale che non appesantisce i bagagli. Funzionalità e test Tenendo in mano il Vasco Translator V4, si ha immediatamente l'impressione di essere davanti a una finestra aperta sul mondo. L'esperienza d'uso di questo dispositivo è come avere un interprete personale sempre a disposizione, capace di abbattere le barriere linguistiche con un semplice tocco. Iniziando dal suo cuore tecnologico, il Vasco V4 offre la possibilità di comunicare in 108 lingue diverse, garantendomi così di poter interagire con il 90% della popolazione mondiale. Durante l'uso, ho notato come questa capacità non sia solo una promessa: tradurre una conversazione con un collega che parla una lingua completamente diversa dalla mia diventa un gioco da ragazzi. La conversazione fluisce quasi naturalmente, grazie anche alla pronuncia madrelingua che rende tutto più autentico e comprensibile. Traduzione da foto Una delle funzionalità che trovo particolarmente rivoluzionaria è la traduzione da foto. Avere la possibilità di scattare una foto a un menù in un ristorante o a un cartello informativo e ricevere immediatamente la traduzione nel proprio idioma cambia completamente l'approccio al viaggio. Internet gratis L'assenza di costi aggiuntivi per la connessione internet è una vera e propria svolta. Il Vasco V4 include infatti Internet gratis a vita, funzionando in quasi 200 paesi. Questo significa che non devo preoccuparmi di tariffe di roaming o di cercare disperatamente Wi-Fi. È un dettaglio che non solo rende il Vasco V4 economicamente vantaggioso ma amplifica la sua utilità in ogni angolo del globo. Display chiaro L'ergonomia del dispositivo merita una menzione speciale. Con il suo schermo ampio da 5 pollici, leggere i testi tradotti è comodo e non affatica la vista, rendendo l'interazione con il dispositivo piacevole anche per periodi prolungati. Robustezza La robustezza del Vasco V4 è un altro punto di forza. Sapere che posso portarlo con me in ogni avventura senza il timore che si danneggi alla prima pioggia o caduta mi dà una grande tranquillità. Questo traduttore simultaneo vocale è costruito per resistere all'acqua, agli urti e alla polvere, qualità indispensabili per chi, come me, ama viaggiare senza limiti. Autonomia Il dispositivo è stato progettato per offrire fino a 5 giorni di autonomia con una singola carica completa. Noi di tecnoandroid.it lo abbiamo testato stressandolo e siamo riusciti ad arrivare solamente a 3 giorni di autonomia durante il MWC 2024. Conclusioni Nel valutare il Vasco Translator V4, è essenziale considerare il contesto più ampio del mercato dei traduttori elettronici, un ambito in rapida evoluzione che cerca di colmare le distanze linguistiche in un mondo sempre più connesso. Con un prezzo di 399 euro, disponibile per l'acquisto su piattaforme come Amazon, il Vasco V4 si posiziona come un dispositivo di fascia media-alta, mirando a offrire una soluzione completa e affidabile per i viaggiatori, i professionisti e chiunque abbia la necessità di superare le barriere linguistiche. La durata della batteria fino a 5 giorni rappresenta un altro punto di forza significativo, offrendo agli utenti la libertà di esplorare senza la costante necessità di ricarica. Inoltre, la resistenza dell'apparecchio all'acqua, agli urti e alla polvere ne sottolinea l'adattabilità a una varietà di contesti e condizioni d'uso, rendendolo un alleato affidabile nelle avventure più audaci. Nonostante questi indiscutibili vantaggi, il Vasco V4 non è esente da limitazioni. La necessità di una connessione internet per la traduzione accurata potrebbe rappresentare un ostacolo in aree dove la copertura di rete è scarsa o inesistente, nonostante la soluzione parziale offerta dalla connettività Wi-Fi. Inoltre, il dispositivo, pur essendo uno strumento potente per la traduzione di conversazioni, foto e testi, non è adatto alla traduzione di contenuti complessi come film, conferenze o canzoni, delimitando così il suo campo d'applicazione. Read the full article
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francyfan-bukowsky · 10 months ago
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Gertrude su per la scala,1943
penso a Gertrude che sale quella scala a
Saint Louis
tanti anni fa ormai
e io subito dietro di lei
ancora quasi ragazzo.
penso a Gertrude che sale quella scala a
Saint Louis
e mai una scala è stata carica di promesse come
quella
con le foto di Gesù della padrona di casa
strappate da giornali scadenti
appiccicate qua e là sui
muri.
penso a me che salgo quella scala a
Saint Louis
dietro a Gertrude
e che entro
nella sua stanza
la porta ben chiusa alle nostre spalle
lei che versa vino rosso
in bicchieri alti e stretti
in quella triste stanza in affitto
vicino a quel grande parco
con gli alberi spogli per l'inverno.
lì in piedi
Gertrude sembrava così graziosa
così perfetta
una adolescente al di là della pura adolescenza
una figura avvolta in un sogno
perfetto
e mentre
se ne stava in piedi davanti a me
era perfino
troppo perfetta:
scolai il mio vino rosso e la pregai di lasciarmi
andare
sapendo che
aver seguito Gertrude su per quella scala a
Saint Louis
era già fin troppo di
per sé
era
il nostro unico momento bello insieme
e tutto quello che sarebbe seguito
lo sarebbe stato
di meno
di meno
e io volevo ricordarla
così: perfetta nell'istante
prima che si stancasse del gioco e
noi uno
dell'altro.
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Da: Cena a sbafo
Charles Buk🖤wski
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franronc · 1 year ago
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Se pensi che ce la farai
cascasse il mondo
piovesse il cielo
crollassero le New York
e tornassero tutte le guerre
contemporaneamente
non importa,
ce la farai
se pensi che cadrai
non ti serviranno le gambe
più sicure dei circensi,
non ti basterà un piedistallo
una mano
una sedia
né un paio di ali pronte per il volo,
tu cadrai
se pensi che avrai successo
non ci saranno ostacoli troppo grandi
che non riuscirai a saltare
né muri troppo alti
che non potrai scavalcare,
avrai successo
se pensi che fallirai
non ti basteranno tutte le occasioni del mondo
tutti i piatti d'argento serviti alla tua tavola,
non ti basterà la conoscenza
né il talento coltivato nei secoli,
tu fallirai
qualsiasi cosa penserai di te,
alla fine
tu avrai ragione.
Pensati bene.
[Gio Evan]
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maleficamentedamned · 1 year ago
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Non dirmi che la vita è un campo di rose.
Perché non è vero.
Non dirmi che ci sarai sempre
Perché un giorno te ne andrai.
Non dirmi quanto è grande il cielo limpido
Perché vedo solo ombre intorno a te.
Non dirmi che mi ami.
Perché io ti odio.
Sei andato via e mi hai lasciato senza la guida che avrei dovuto avere. Tu più di tutti avresti dovuto proteggermi, rimanere al mio fianco, indicarmi la strada fra le ombre che avvolgono il mondo.
Invece mi hai lasciato su quel sentiero da sola.
Poco ti importava di me e di cosa ne sarebbe stato di noi.
Io ti ho lasciato andare, perché mai avrei pensato che te ne saresti andato.
Ti ho aspettato per un po’, poi semplicemente mi sono messa in cammino.
Ho percorso quel sentiero, mentre tu eri lontano, mentre tu eri in un altro posto. Ti crogiolavi nel tuo mondo sapendomi da sola in quel brutto sentiero, sapendomi senza di te da qualche altra parte, forse vicino, forse lontano da dove avevamo vissuto.
Ho camminato a lungo, senza di te, ho incontrato ostacoli e non c’eri tu ad aiutarmi se i muri erano troppo alti e se crollavo in ginocchio in un pianto disperato non c’eri tu ad abbracciarmi.
Dove era pieno di rovi, non c’eri tu a condurmi per mano.
Il tempo è passato, io sono cresciuta, sono diventata forte, ma tu non ci sei, come non c’eri allora.
Poi all’improvviso, ti vedo.
Tu sei felice di incontrarmi.
Ti brillano gli occhi umidi di pianto.
Mi vuoi abbracciare,
ma io mi chiedo chi sei.
Ti ho mai visto?
Forse su un sentiero, tanto tempo fa.
Sì ora rammento, sei l’uomo di cui mi fidavo di più. L’ uomo che avrebbe dovuto proteggermi, coccolarmi, confortarmi, essere la mia roccia e la mia guida.
Sei l’uomo che mi ha abbandonato.
Sei l’uomo che mi ha tradito.
Camminando mi dicevo che dovevi pur avere una ragione. Camminando mi dicevo che per me nulla eri, allora come oggi.
Ma mi sbagliavo.
Io ti odio.
Tu sei la persona che più detesto, la persona che mi ha abbandonato quando tu più di tutti avresti dovuto rimanere al mio fianco.
Hai spezzato il nostro legame profondo e io credevo che non fosse rimasto nulla al suo posto.
Invece ci ho trovato un muro.
Un muro che forse non crollerà mai.
E ora sei qui davanti a me. Vuoi tornare da me.
Ma ora sono io che non ti voglio. Io non voglio avere nulla a che fare con te.
Non mi tocchi minimamente se non nel mio lato peggiore.
Ora che ti vedo dopo tanti anni, sento di poterti dire una sola cosa:
Mi sbarri la strada.
Spostati dunque, Uomo e lasciami passare.
Come puoi amarmi ora, quando non mi hai amato mai?
Torna nel tuo sentiero, quello per cui hai lasciato il mio e continua per la tua strada.
Non dirmi che vorresti tornare a chiamarmi Figlia.
Perché io non voglio e non posso chiamarti Padre.
(15/06/12)
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nothing-forever-ending · 1 year ago
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Ormai non piango più
Si blocca tutto
Molto prima della gola, molto prima del famoso nodo in gola
Si blocca appena dopo il cuore
Un cuore a cui non posso far smettere di provare emozioni e sentimenti, ma che ormai ho imparato a bloccare la sua inondazione
Lui esplode, ma gli argini sono troppo alti
Ci ho messo anni, ma non c'è più dolore che non possa essere contenuto. I muri sono alti, ricordo ogni mattone messo dopo ogni ferita.
Non mi farò più del male. Non mi farete più del male.
Non voglio essere il male che mi hanno fatto. E io continuo a ripetermelo perché a volte vorrei diventare dinuovo l'esatta incarnazione del male che ricevo e ripagare tutti con lo stesso dolore che mi provocano, ma ho imparato a mie spese che questo fa più male a me che a loro nel tempo.
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trailtelefonoeilcielo · 2 years ago
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Di gennaio, di notte di Mario Luzi (1947)
Di gennaio, di notte
quando lungo le sue vene lo spazio
trepida per un vento inesauribile, ravviva
negli alberi speranze ancora vane
e li sveglia a una vita ancora incerta,
troppo remota oltre le cime
ed oltre le radici;
nei giorni incerti ai crocevia del tempo
nelle ore dopo la passione quando
anche il dolore ha fine
e l’anima si tiene appena
che non frani nel suo vuoto
e si chiede stupita più che ansiosa
s’è quella l’agonia ch’è in ogni inizio
o il termine, il termine di tutto,
e accade che qualcuno
per certezza, per afferrarsi a un segno
mormori il suo tra il nome dei suoi cari
ed è strano come murare lapidi
su case per memoria d’un passaggio,
d’una sosta nel transitare eterno,
viso di molto amata un tempo
che tra pagina e pagina del libro
sfogliato senza termine degli anni
hai la pace che dà l’essere fiochi
e spenti sotto la crudele patina
qualcuno soffia nelle tue fattezze,
t’eccita, ti richiama al mio tormento
quale fosti d’età in età, puerile,
puerile sotto nuvole di marzo,
giovinetta sgusciata da anni informi
tra infanzia e pubertà, donna nel vento.
Frattanto siamo divenuti grigi.
Esco, guardo addossato ai muri alti
la mia patria ventosa e montuosa,
prendo fiato, poi seguo la via crucis.
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cuoreenero · 1 year ago
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Muri troppo alti per poterli abbattere.
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voglio-venire-da-te · 3 years ago
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"Non ero così prima, ero un fiore, semplice, inconsapevole, facile da amare ma anche da calpestare, ero libera da paure e pregiudizi, ero bella nella mia ingenuità; guardavo gli altri pensando che fossero come me, vedevo il bene dappertutto, non percepivo i retropensieri, non comprendevo le prospettive distorte, la cattiveria fine solo a sé stessa. Ero pulita, troppo trasparente, lasciavo entrare chiunque nel mio cuore. Amavo nell'unica maniera che conoscevo: istintivamente e completamente. Poi quel fiore è stato maltrattato, ignorato, deriso, ferito, rifiutato, abbandonato. Ha perso la sua bellezza ma è rimasto ben piantato per terra perché aveva radici forti e lunghe.
Ma nulla è stato più come prima.
Mi sono circondata di ostacoli e di muri, sempre più alti, mi sono chiusa per non svelare a nessuno i pensieri del mio cuore. Mi sono nascosta, meglio che potevo, per non farmi trovare. Ho attaccato perché non avevo altre armi per difendermi. Ed ora sono diventata un fiore ricoperto di spine, forse non sono più bella da vedere. Forse neanche da amare. Ma attendo chi pazientemente saprà districarsi, chi accetterà di ferirsi, chi non guarderà le spine ma vedrà oltre... chi semplicemente mi libererà.."
- Laura Messina
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Non ero così prima, ero un fiore, semplice, inconsapevole, facile da amare ma anche da calpestare, ero libera da paure e pregiudizi, ero bella nella mia ingenuità; guardavo gli altri pensando che fossero come me, vedevo il bene dappertutto, non percepivo i retropensieri, non comprendevo le prospettive distorte, la cattiveria fine solo a sé stessa. Ero pulita, troppo trasparente, lasciavo entrare chiunque nel mio cuore. Amavo nell'unica maniera che conoscevo: istintivamente e completamente.
Poi quel fiore è stato maltrattato, ignorato, deriso, ferito, rifiutato, abbandonato.
Ha perso la sua bellezza ma è rimasto ben piantato per terra perché aveva radici forti e lunghe.
Ma nulla è stato più come prima.
Mi sono circondata di ostacoli e di muri, sempre più alti, mi sono chiusa per non svelare a nessuno i pensieri del mio cuore. Mi sono nascosta, meglio che potevo, per non farmi trovare. Ho attaccato perché non avevo altre armi per difendermi.
Ed ora sono diventata un fiore ricoperto di spine, forse non sono più bella da vedere. Forse neanche da amare.
Ma attendo chi pazientemente saprà districarsi, chi accetterà di ferirsi, chi non guarderà le spine ma vedrà oltre, chi semplicemente mi libererà.
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@criccasnoir95
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petalididonna · 3 years ago
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Non ero così prima, ero un fiore, semplice, inconsapevole, facile da amare ma anche da calpestare, ero libera da paure e pregiudizi, ero bella nella mia ingenuità; guardavo gli altri pensando che fossero come me, vedevo il bene dappertutto, non percepivo i retropensieri, non comprendevo le prospettive distorte, la cattiveria fine solo a sé stessa. Ero pulita, troppo trasparente, lasciavo entrare chiunque nel mio cuore. Amavo nell'unica maniera che conoscevo: istintivamente e completamente. Poi quel fiore è stato maltrattato, ignorato, deriso, ferito, rifiutato, abbandonato. Ha perso la sua bellezza ma è rimasto ben piantato per terra perché aveva radici forti e lunghe.
Ma nulla è stato più come prima.
Mi sono circondata di ostacoli e di muri, sempre più alti, mi sono chiusa per non svelare a nessuno i pensieri del mio cuore. Mi sono nascosta, meglio che potevo, per non farmi trovare. Ho attaccato perché non avevo altre armi per difendermi. Ed ora sono diventata un fiore ricoperto di spine, forse non sono più bella da vedere. Forse neanche da amare. Ma attendo chi pazientemente saprà districarsi, chi accetterà di ferirsi, chi non guarderà le spine ma vedrà oltre... chi semplicemente mi libererà.
Laura Messina
Art. dal web
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corallorosso · 3 years ago
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Al netto delle insopportabili lodi con cui larga parte dei media santifica ogni giorno Draghi (che vergogna e che pena quegli applausi in conferenza stampa!), il governo ha fatto quel che ha potuto contro il Covid. E perlopiù ha agito bene, come perlopiù aveva agito bene il Conte II. Ora, però, sulla quarta ondata il governo Draghi non ci sta capendo nulla. Con ben quattro decreti in poco più di un mese, l’esecutivo ha bruciato il “vantaggio” su Omicron e ora insegue sbandando l’ondata della variante. Gli errori sono stati tanti. Avere aspettato troppo prima di partire con la terza dose (lo sapevano anche i muri che dopo quattro mesi il vaccino affievoliva sempre più i suoi effetti!). Avere tergiversato sulla quarantena di chi sta a contatto con i positivi, fino a licenziare questo mezzo “liberi tutti” per chi ha fatto le tre dosi. Le mascherine FFTP diventano giustamente obbligatorie per chi sta in spazi chiusi, ma se non calmieri i prezzi diventa una giungla. Il tamponificio è selvaggio (infatti i tamponi sono finiti) e spesso pure inutile (i tamponi veloci sono attendibili al 50/60% e con la Omicron perfino meno). Il Super Green Pass viene allargato a categorie che già dovevano essere incluse mesi fa (tipo alberghi, piscine e palestre), ma scuole e trasporti restano il Far West. E i controlli son pochi. In tutto questo Draghi tace, come ama fare quando c’è da mettere la faccia su situazioni problematiche, mentre quando c’è stato da autocandidarsi al Quirinale il fiato per parlare ai media (ovviamente adoranti) lo ha trovato eccome. Evito poi per carità di patria di indugiare sulla follia della riforma Irpef, che premia i redditi alti e bastona ulteriormente le fasce più deboli. La confusione regna e la paura cresce, acuita da questa foia idiota di elencare ogni giorno il numero di contagiati, in larga parte con effetti (per fortuna) nulli o minimi, quando invece i dati da monitorare veramente sono terapie intensive e decessi. In breve? Sulla quarta ondata il governo Draghi pare muoversi a tentoni, contraddicendosi da un giorno all’altro e sbagliando spesso. Troppo spesso. Non ci siamo. Andrea Scanzi
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